ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 3 dicembre 2017

Una crisi epocale




“Urgenza profetica” delle apparizioni mariane (prima parte)


Nell’affrontare il discorso sulle apparizioni mariane moderne, a mio avviso è di capitale importanza cogliere quella che definisco « URGENZA PROFETICA » (1) delle apparizioni mariane (nello specifico di quelle moderne-contemporanee) per cui, per comprendere il loro pieno significato, come affermava il card. Ivan Dias, bisogna collocarle in un contesto dalle sfumature profetiche e apocalittiche, vale a dire « nel più largo contesto della lotta permanente e feroce esistente tra le forze del bene e del male fin dal principio della storia dell’umanità, nel giardino del Paradiso, e che continuerà fino alla fine dei tempi » (2).

Dov'è la mia grotta di Betlemme?

La Religione dell'Incarnazione: un fatto, un luogo, dei volti.


Il grande Cardinale Newman ha scritto che se gli avessero domandato di scegliere una dottrina come base della nostra fede cattolica, avrebbe senz'altro scelto la dottrina dell'Incarnazione:
  “Io direi, per quanto mi riguarda, che l'Incarnazione è al cuore del Cristianesimo; è di là che procedono i tre aspetti essenziali del suo insegnamento: il sacramentale, il gerarchico e l'ascetico.

  Il Figlio di Dio ha unito la sua natura divina alla nostra natura umana affinché, come dice la preghiera dell'offertorio della messa, “possiamo divenire partecipi della sua divinità”.

  In questo “divenire partecipi della sua divinità” c'è tutta la vita cristiana. Siamo stati chiamati alla vita, siamo stati afferrati dalla Grazia Santificante dal giorno del nostro Battesimo, ci impegniamo in una vita ascetica per seguire la volontà di Dio, proprio per “divenire partecipi della sua divinità”: è la vita soprannaturale; è questo il dono di Dio per noi, è questo il nostro destino.

La guerra statunitense al cattolicesimo

            La guerra delle croci     


L’evangelicalismo si è affermato in pochi anni come la religione con il tasso di crescita più alto del mondo e non perché sia in corso un semplice risveglio spirituale nel protestantesimo, ma per un disegno di geopolitica religiosa ideato negli Stati Uniti.


Era il 1969, l’ambizioso piano statunitense per la rinascita economica dell’America Latina, l’Alleanza per il Progresso, era stato ufficialmente considerato un fallimento dal neoeletto presidente Richard Nixon e Nelson Rockefeller, incaricato di ruoli importanti nella politica americana sin dai tempi dell’amministrazione Roosevelt, fu inviato nel subcontinente per studiare le cause dell’insuccesso e redarre un rapporto che potesse aiutare gli Stati Uniti a non perdere il controllo del proprio giardino di casa. L’analisi di Rockefeller, molto lucida ed oggettiva, giunse ad una conclusione: le storiche intromissioni di lunga data del paese nel subcontinente impedivano il sorgere di sentimenti filoamericani nella popolazione, fiduciosa del fatto che il cattolicesimo e il comunismo avrebbero infine prevalso sull’imperialismo statunitense.

Metafora dell’Occidente senza più religione

E’ Natale: la Chiesa batte in ritirata
Niente messa la sera di Natale: troppi delinquenti in giro.
È una storia triste, quella che arriva in cronaca da Bari. Per una volta lo spirito del Natale ed i suoi segni non vengono scacciati perché scomodi alle politiche della tolleranza intollerante, come i presepi dalle scuole.
imageNo. Stavolta è la Chiesa a battere in ritirata. Non c’è traccia dell’invito di Papa Francesco, ripetuto e costante, ad essere Chiesa in uscita, a prendere la misericordia dai piedi degli altari per portarla fuori, tra la gente, specie tra umili e diseredati. Al quartiere Libertà si scappa. Il viceparroco di Santa Cecilia taglia corto: «Dopo una certa ora c’è il coprifuoco». Più esplicito il suo collega parroco di San Carlo Borromeo: «La sera qui è diventato terribile. Abbiamo tutti paura. C’è poca luce, non cammina più nessuno. Qualche volta ho visto immigrati armati di bastoni. Ho denunciato più volte il fenomeno delle “case alveare” e la prostituzione tra le donne della comunità africana, ma non accade nulla».

Nel dubbio, non vale la parola di Gesù?


UNA NEOCHIESA DROGATA?


11° comandamento della neochiesa: "Spacciare"? Profugo e spaccia, per il neoprete è solo un errore, don Massimo Biancalani li giustifica in tutto anche nello spaccio un copione che si ripete ogni giorno in tante città d’Italia
di Francesco Lamendola  

 
  
Vedere sempre più spesso, in televisione, una faccia come quella di don Massimo Biancalani, il parroco di Pistoia che ospita 35 richiedenti asilo nella sua parrocchia e che li giustifica in tutto, anche se uno di loro viene pizzicato a spacciare droga ai giardini (un copione che si ripete ogni santo giorno in cento e cento città e paesi d’Italia), anzi, sentirlo prendersela con l’amministrazione comunale di centro-destra e con le forze dell’ordine, che, a suo dire, si accaniscono inutilmente contro quei poveri ragazzi, bisognosi solo di comprensione e accoglienza, è una cosa che non suscita solo imbarazzo, sconcerto, fastidio; è ormai una cosa che indigna. Indigna vedere questi neopreti i quali, con incredibile arroganza, si sono impossessati del Vangelo e pretendono di farne una cosa tutta loro, che le persone comuni e i comuni cattolici non capiscono, perché non sanno innalzarsi alle sublimi altezze del loro spirito caritativo e francescano. Indigna vedere con quanta supponenza ribattono alle domande, come se loro soltanto avessero le chiavi del Cielo e della giustizia divina, e se milioni di italiani, specie quelli che vivono nei quartieri degradati, oppressi dalla delinquenza dei falsi profughi, fossero solo delle zanzare moleste, delle cui obiezioni non vale nemmeno la pena di discutere. Indigna vederli alzare la voce, dalla loro poltrona in studio, contro la gente esasperata, angosciata, che, dalle strade di tutta Italia, grida il suo disagio, esprime la sua frustrazione, e alzare il ditino per fare la lezione a tutti quanti, stile Boldrini e Cecchi Paone, per insegnare che cos’è il vero Vangelo: ciechi e sordi a tutto ciò che non collima con il loro paraocchi ideologico. Indigna il loro buonismo, totalmente diseducativo e totalmente non cristiano: perché, sia chiaro, Gesù non era buonista, e il buonismo non è roba che stia nel Vangelo.

Il significato delle intenzioni


UN MANIFESTINO “PIRATA” IN CHIESA A ROMA INVITA A PREGARE. CHE LA MADONNA VENGA PRIMA DI LUTERO. E NON SOLO…





In alcune chiese di Roma ieri ed oggi sono apparsi dei manifestini che invitano a pregare. Di fianco a una foto sorridente del Pontefice inscritta in un rosario, sono indicate sette intenzioni di preghiera:

Ognuno ha i suoi riti..

“Lo sterminio dei Romanov fu omicidio rituale”- Protesta la comunità ebraica…

sabato 2 dicembre 2017

L’oblio e il “superamento”del messaggio di Fatima

 "Comprendere Medjugorje" di D. A. Foley. Metodi e contenuto. La relazione di Andrea Sandri alla FTL



Il 13 novembre 2017 a Lugano presso la Facoltà Teologica e, il giorno successivo, a Seregno, presso la Sala Civica “Monsignor Gandini”, a cura del Circolo Culturale Card. J.H. Newman, è stato presentato il libro di Donal Anthony Foley, Comprendere Medjugorje. Visioni celesti o inganno religioso? (Cantagalli, Siena 2017). In entrambe le occasioni il pubblico ha potuto ascoltare le relazioni del Professor Dott. Manfred Hauke e del Dottor Andrea Sandri cui si deve la traduzione italiana del volume. A Lugano è intervenuto anche il Dottor don Giorgio Ghio.
Dopo la relazione del Professor Hauke (vedi qui) pubblichiamo, qui di seguito, la relazione di Andrea Sandri, Dottore di ricerca presso l'Università Cattolica di Milano e Presidente del Circolo culturale Cardinal John Henry Newman di Seregno.

Ah che bestiacce questi tradisssionalisti!

BESTIARIO CLERICALE. 8 X 1000 ADDIO – GIÙ LE MANI DALL’EUCARESTIA – DIVORZIO CATTOLICO, PICCOLE BUGIE SU SINODI E VESCOVI – ENZO BIANCHI È PREOCCUPATO…



Questo è un Bestiario clericale particolare. Perché invece di offrirvi delle primizie – si fa per dire – colte qua e là, pubblichiamo tre lettere di persone che seguono questo blog, e che vogliono far sapere la loro su tre argomenti importanti: l’8 per mille, il recente discorso del Pontefice regnante alla Rota Romana, quello in cui ribadiva che tocca al vescovo diocesano amministrare se ne esistono condizioni evidenti quello che molti chiamano “divorzio cattolico”, e l’abitudine di ricorrere ad aiuti esterni per la distribuzione dell’eucarestia, anche quando non ce ne sarebbe la necessità. E poi magari un bon bon finale lo aggiunge chi scrive…
La prima lettera è la copia di quella inviata all’Istituto Centrale Sostentamento del Clero da un lettore di Stilum Curiae.

El Perón de noantri

"Il Papa dittatore", ecco il libro choc su Bergoglio

"Il Papa dittatore" è il titolo di un libro che sta facendo discutere vaticanisti e uomini di fede. Una critica senza pari ai "metodi" di Bergoglio

"Il Papa dittatore" è il titolo di un libro che sta facendo discutere gli ambienti vaticani.


L'autore è Marcantonio Colonna, laureato ad Oxford e ricercatore storico. Il riferimento al vicerè di Sicilia - tuttavia - suggerisce la possibilità che il nome utilizzato sia uno solo uno pseudonimo. "Non è escluso che si tratta di un non italiano, forse un anglosassone. Questo lo ipotizziamo dal fatto che di preferenza i suoi riferimenti sono a fonti in inglese", ha scritto Marco Tosatti sul suo blog. Fatto sta che a Bergoglio vengono contestati - ancora una volta - i metodi utilizzati.

"Normale" quel che normale non è

VIAGGI "APOSTOLICI" PERCHE'? 


Viaggi "Apostolici" o per i "Diritti umani"? Qual è la ratio dei viaggi del papa ed è normale che vada in Myanmar ed elogi Buddha e mai Gesù? sotto la dicitura "Diritti umani" oggi se ne contrabbandano molti di anti-cristiani
di Francesco Lamendola  


  

Ormai ci siamo abituati, o ci stiamo abituando; e proprio questo è il male: che non ci facciamo più caso e consideriamo, più o meno, come "normale" quel che normale non è, assolutamente. Non è affatto normale che il papa vada in Myanmar ed elogi Buddha, ma non faccia neppure il nome di Gesù Cristo. Tuttavia, penserà qualcuno, ha nominato san Francesco d'Assisi: non è la stessa cosa? Certo che non lo è: la religione cattolica fa perno su Gesù Cristo, è la fede in Gesù Cristo, e solamente in Gesù Cristo; non nei Santi, pur tributando, e a ragione, un culto e una devozione per ciascuno di essi, e anche per loro tutti insieme (la comunione dei Santi). Oltre a questo, dalle parole del papa sembrava che Buddha e san Francesco fossero un po' equivalenti, due guide spirituali di valore equiparabile: il che, per un cattolico, è quanto meno fuorviante. Ma, obietterà ancora qualche irriducibile ottimista, il papa non si rivolgeva tanto ai cattolici, bensì agli "altri", visto che era in visita a ad un Paese non cristiano, e dove i cattolici sono veramente pochi. Già, il punto è proprio questo: cosa era andato a fare, il papa, nel Myanmar? Cosa va a fare, un sommo pontefice romano, nei Paesi del mondo, specie quelli di tradizione non cattolica? Va a fare del turismo culturale, della promozione filantropica, va a tenere discorsi sull'ambiente, la giustizia sociale, la pace nel mondo, come potrebbe fare un qualsiasi membro del  Club di Roma, o del Club di Budapest, o magari del Gruppo Bilderberg?

Una fede nuda, pura e semplice


Senza rete


«Tu sei qui; va tutto bene. Tutto è nelle tue mani; al momento giusto interverrai. Nell’economia della grazia, un solo atto di obbedienza perfetta è più efficace di mille battaglie». Stampatevi nella mente queste parole e ripetetele spesso davanti al tabernacolo, ogni volta che potete. Da una parte, esse vi impediranno di sprofondare nello sconforto a causa dell’attuale situazione della società e della Chiesa; dall’altra, potranno preservarvi dalla trappola della volontà propria, che può finire col dettar legge anche nelle cose di Dio, con il risultato – in realtà – di distaccare da Lui i Suoi stessi zelatori. I nostri modelli di eroica obbedienza siano Padre Pio e don Dolindo Ruotolo. Al contrario la disobbedienza, sia pure in nome di Dio, finisce sempre, alla lunga, col separare l’anima dal suo Sposo e col provocare sciagurate divisioni, a meno che non si tratti di resistere, com’è doveroso, a ordini palesemente contrari alla Legge divina.

venerdì 1 dicembre 2017

Dubbi che sono dei veri e proprio errori























Presentazione



In questi giorni, il Professore Enrico Maria Radaelli, già ben noto ai nostri lettori quale valente teologo e per la pregnanza dei suoi scritti, ha pubblicato un nuovo saggio:
Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo.
Il libro è edito a cura della testata Aurea Domus, come Pro manuscripto, ed è disponibile sia attraverso il sito corrispondente (e-mail), sia tramite l'Autore (info@enricomariaradaelli.it), sia in molte librerie, tra cui: Áncora, MilanoMonzaTrentoRomaHoepli, MilanoColetti, RomaLeoniana, Roma.

L’Autore accosta due realtà diverse eppure connesse: la fede proposta e insegnata da un importante Pastore della Chiesa, allora il Professor Joseph Ratzinger, nel suo Introduzione al Cristianesimo (1968); e la fede vissuta da una larga parte del mondo di oggi.

Nonostante la datazione, Introduzione al Cristianesimo è ancora venduto in tutto il mondo, al punto da aver raggiunto la cifra di milioni di copie, e da tempo è presente in tutti i seminari, conventi, istituti religiosi e librerie cattoliche del mondo, specie dopo che il suo contenuto è stato confermato dall’Autore, nell’anno 2000, allorché, ormai da tempo Cardinale e Prefetto della sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, lo corredò con un saggio di quasi venti pagine intitolato “Introduzione al cristianesimo”, ieri, oggi, domani.

Non v’è dubbio, quindi, che il contenuto del libro costituisce l’insegnamento formale del Cardinale Ratzinger, come specifica lui stesso nella detta “Introduzione” del 2000: «l’orientamento di fondo» resta «a mio avviso corretto» (p. 24).

E’ sulla base di tale valenza che il Professor Radaelli si è fatto carico di prendere in esame questo testo, composto dalle lezioni che il Professor Ratzinger aveva tenuto intorno al 1968 all’Università teologica di Tubinga, ed in cui si avanzavano in primo luogo dei terribili dubbi, che in ultima analisi non esprimono altro che l’incertezza assoluta e inestirpabile che Dio non esista.
Tali dubbi costituiscono di fatto la base della teologia del Professor Ratzinger, e il Professor Radaelli spiega come essi siano stati fatti proprî da esponenti altissimi della Chiesa, tra cui il Cardinale Carlo Maria Martini e il divenuto Papa: Cardinale Jorge Mario Bergoglio.
Dubbi, che sono dei veri e proprio errori, come quello sulla dottrina della Redenzione, in relazione alla quale il teologo di Tubinga sosteneva che la nota catena proposta nel Medio Evo: “tentazione, peccato, sdegno divino, cacciata dall’Eden, perdono, Olocausto di Cristo, grazia, Redenzione, gloria”, fosse solo un « inaccettabile meccanismo » (p. 221) inventato nell’Undicesimo secolo  da sant’Anselmo d’Aosta.

Et ne nos inducas in confusionem..

"La Chiesa non appoggi la legge sullo ius soli. E torni a parlare di fede"

Il cardinale dei "dubia": "Non vorrei far parte di uno scisma. Aiuto il Papa dicendo la verità"
«Bisogna articolare la fede e la sua prassi in modo chiaro. Questo è il dovere di un pastore delle anime: proclamare, presentare e spiegare la fede in modo che risulti comprensibile ai fedeli in modo tale da non indurre alla confusione o persino all'errore».
A parlare è il cardinale Raymond Leo Burke, uno dei firmatari dei dubia sull'esortazione Amoris Laetitia del Papa, che ci riceve nella sua casa romana.
Il cardinale Mueller si è spinto a parlare del rischio di uno scisma. Secondo lei questa è un'ipotesi possibile?

I suoi primi ultimi 4 anni


Il Papa dittatore. Il libro denuncia che spiega gli ultimi quattro anni del papato


Bastò un cardinale per svelare al mondo intero un progetto segreto, di quelli che appassionano gli amanti delle spy story e dell'intrigo internazionale. Non ci sono sparatorie, terroristi o spietati criminali né strani circoli economici, come la Commissione Trilateral o il Gruppo Bilderberg, ma alcuni cardinali decisi a cambiare le carte in tavola.
A partire dal 1996, a San Gallo, in Svizzera, costoro ogni anno si riunivano per pianificare una riforma ardita della Chiesa Cattolica: si doveva abbandonare l'ortodossia, i vetusti, a loro dire, rituali e l'antico e bacchettone magistero per modernizzarsi, diventando così più piacenti all'Occidente miscredente. Il capo della cordata era Carlo Maria Martini.

Grida & sussurri

VATICANO. UNA NOTIZIA AMBIGUA; UN’INDISCREZIONE E UNA VOCE CHE SPERIAMO NON SIA CONFERMATA SU MONS. GAENSWEIN. 

Dal Vaticano una notizia, un’indiscrezione e alcune voci, che speriamo non confermate. Ma andiamo per ordine.
Come vedete dalle foto postate sul sito Facebook di Radio Spada, negli Acta Apostolicae Sedis, fascicolo 10/2016 è stata pubblicata la lettera – privata – del Pontefice ai vescovi argentini, dopo che questi avevano emanato direttive per l’applicazione del capitolo 8 (quello delle famose noticine sulla comunione ai divorziati risposati) di Amoris Laetitia. Direttive che come è stato notato e sottolineato qui sono tutt’altro che limpide.

Come lupi fra le pecore

PERCHE’ MAI BERGOGLIO IN MYANMAR, SE NON IN MISSIONE “AMERICANA”?

(MB:  Che ci è andato a   fare El Papa in uno  stato buddhista, senza cristiani, per di più a prendere le parti della minoranza musulmana sovversiva, istigata dagli occidentali e dall’Arabia Saudita? Mi accingevo a scrivere un articolo per provare a spiegare – ma vedo che Federco Dezzani ne ha gà scritto uno molto  migliore. La sua frase chiave:
“Gli USA […] per aumentare la pressione mediatica su Rangoon si sono limitati ad inviare in viaggio apostolico Jorge Mario Bergoglio, che in Asia come in Medio Oriente, dimostra così di seguire pedissequamente l’agenda dei poteri che l’hanno portato al soglio petrino”.
 Esegue come un automa, o teleguidato, la politica che nell’area era stata dettata da Hillary e da Obama.  Una “politica papale” grottesca). 

“Crisi umanitaria” in Birmania: è sempre questione di petrolio e infrastrutture

In attesa della jorge-dance

  • SACRILEGIO AUSTRIACO

Electric church, l'ipocrisia della techno in chiesa

Una nuova esperienza mistica. L’ultima frontiera dell’ipocrisia ecclesialmente corretta passa dalla electric church. Il cattolicesimo che ha abbandonato i dogmi, la fede, la devozione e la verticalità produce mostri. L’ultimo in ordine di tempo ha il sapore amaro di una profanazione con tanto di bolla episcopale.
Austria. Le chiese principali diventano teatro di concerti di musica elettronica. Ma non chiese qualunque né, come succede in Italia, chiese sconsacrate. Il Duomo di Innsbruck, ad esempio. In San Giacomo sono già diverse le performance di artisti musicali con tanto di balletti, scenografie e soprattutto luci stroboscopiche o “psichedeliche”. Dicono che sia la nuova frontiera, quella della musica elettronica, altrementi detta techno. Insomma: la musica da discoteca, riveduta e corretta per sembrare più digeribile all'ascolto nel luogo sacro. E dato che la Chiesa deve essere al passo con i tempi, perché non ospitarla nei templi un tempo asburgici? Appunto. Ma non c’è soltanto Insbruck. Ci sono le cattedrali di Linz e Klagenfurt le cui diocesi non disdegnano di pubblicizzare le performance direttamente sui siti. 

giovedì 30 novembre 2017

Domande a cui non potremo mai rispondere?

Cronologia di quattro campagne d’occultamento: Lo scopo? Far tacere suor Lucia!


Le visioni ed i Segreti
Malgrado all’epoca avesse solamente 10 anni, Lucia dos Santos era la più grande dei tre pastorelli che ricevettero le visioni di Fatima, nel 1917. Ella fu l’unica dei tre che parlò in realtà con la Vergine, ponendole alcune sue domande e rispondendo a quelle della Madonna. Dopo la visione del 13 maggio, Lucia ed i suoi cugini più piccoli, Francesco e Giacinta Marto, concordarono di non rivelarlo a nessuno.

Tornare a Dio


DIO E IL PESSIMISMO CRONICO



Ottimismo o pessimismo cronico ? Tornare a Dio per poter amare la vita. La vita ha bisogno dell’ottimismo per potersi propagare; se le creature viventi non ne fossero dotate in misura sufficiente, la vita si estinguerebbe 
di Francesco Lamendola  


Se ci troviamo in presenza di una persona veramente pessimista, di un pessimista cronico e non di un pessimista occasionale, la sensazione che proviamo è un misto di tristezza, abbattimento e indefinibile disagio, e non desideriamo altro che di liberarci della sua presenza, aspettando con impazienza che se ne vada, oppure andandocene noi, magari con la prima scusa plausibile. C’è una ragione precisa per tutto ciò: il pessimismo cronico – che è cosa diversa, ovviamente, dalla depressione, essendo uno stato d’animo che si sovrappone permanentemente al carattere, e non una patologia specifica – è, puramente e semplicemente, contro natura; e tutto ciò che è contro natura suscita, nelle persone normali, una reazione di orrore, disgusto, rifiuto, per quanto la nostra parte razionale possa tentare di sdrammatizzare la situazione e per quanto la nostra pare affettiva possa provare un certo grado di compassione nei confronti di quella persona. Sì, lo sappiamo bene: sia l’espressione “contro natura” (che implica il concetto opposto, “secondo natura”), sia la parola “normale” (che evoca immediatamente l’aborrita parola “anormale”), suscita il prurito in tutte le persone politicamente corrette: pazienza. A loro non ci rivolgiamo, perché è inutile discutere con una persona che ha venduto il proprio cervello all’ammasso e che si crede intelligente solo perché riflette il pensiero dominante, credendosi, però una persona autentica, come il cane di Pavlov potrebbe credere di aver fame veramente allorché gli viene la saliva in bocca, anche se noi sappiamo che è solo un riflesso condizionato, prodotto dall’accostamento del suono di un campanello con l’arrivo puntuale della sua razione di cibo.

PP2?

PIROMANE E POMPIERE

Ovvero, come un ‘santo’ recita due parti.




Giorni or sono è apparso, sul quotidiano ‘La Verità’, e precisamente il 19 novembre, un servizio a firma di Francesco Borgonovo riportante, in esclusiva, un’intervista a Monsignor Mauro Longhi il quale narra di una visione notturna, manifestatasi a Papa Giovanni Paolo II, in vacanza nei giorni di marzo/aprile del 1993, sulle montagne del Gran Sasso nella zona di Montecristo.

Il Monsignore non racconta de relato ma assicura di averne avuta notizia, come confidenza, direttamente dallo stesso GP II durante una sosta della passeggiata mattutina. Diamo il nucleo più pregnante e significativo della visione così come Monsignor Longhi assicura di averla ricevuta e rammentata.
Giovanni Paolo II narra:
   “Ricordati queste parole, perché sono parole di un Papa. Ricordalo a coloro che tu incontrerai nella Chiesa del terzo millennio. Vedo la Chiesa afflitta da una piaga mortale. Più profonda, più dolorosa, più mortale rispetto a quelle di questo millennio. Si chiama islamismo. Invaderanno l’Europa. Ho visto le orde provenire dall’occidente all’oriente. Invaderanno  l’Europa, l’Europa sarà una cantina, vecchî cimeli, penombra, ragnatele. Ricordi di famiglia. Voi, Chiesa del terzo millennio, dovrete contenere l’invasione. Ma non con le armi, le armi non basteranno, con la vostra fede vissuta con integrità”. 

Pizzini?

UNA MADRE SCRIVE AL PAPA. DA TANTI MESI. È ANCORA IN ATTESA DI RISPOSTA, E MOLTI ALTRI COME LEI….




Non sono solo i cardinali, o i professori di università, o i teologi e comunque gli addetti ai lavori che scrivono al papa per esprimere perplessità e disagio, di fronte all’apparente scardinamento di principi basilari e consolidati. Anche semplici fedeli si sono fatti coraggio, e hanno indirizzato al papa i loro messaggi. Qualcuno di loro, non avendo risposta, si è rivolto a chi scrive queste righe, pensando che fosse possibile trovare in questo modo una via privilegiata. Gli ultimi due, nei giorni scorsi, dagli Stati Uniti e dall’Italia. Ma certamente sono numerosi quelli che hanno scritto e non se ne sa nulla.

Gesù Cristo? Non pervenuto.


Le parole del Buddha offrono a ciascuno di noi una guida. Parola di Francesco.


«Le parole del Buddha offrono a ciascuno di noi una guida». C’è qualcosa di stranamente inquietante in questa breve affermazione; ed è che ad averla pronunciata sia stata non un intellettuale o un qualunque uomo della strada, bensì il pontefice regnante, durante il viaggio “apostolico” nell’ex Birmania. L’occasione era quella dell’incontro, il 29 novembre, con i monaci buddhisti riuniti nel supremo “Shanga”: ebbene, il lungo discorso è doppiamente inquietante perché, pur citando Buddha e i suoi insegnamenti, Bergoglio omette totalmente di pronunciare il nome di Cristo. In tutto il discorso il nome di Gesù non compare nemmeno una volta.

La responsabilità di chi ha tramato la manipolazione


LA NUOVA BIBBIA PROTESTANTE



Una Bibbia "farlocca"? Come la neochiesa manipola anche le Scritture. Alcuni passaggi in cui è particolarmente evidente se solo si ha la pazienza di fare l'operazione di confrontare il testo originale con la traduzione italiana 
di Francesco Lamendola  

 

Già lo sapevamo e abbiamo sempre tentato, nei limiti del possibile, di difenderci, ma la cosa non è sempre facile, anche perché, a chi usa parecchio la Bibbia, pur sapendola quasi a memoria, succede di dare più importanza al contenuto che alla forma e di tralasciare il doveroso confronto fra il testo originale e le traduzioni. Un dotto e intelligente amico, Ruggero, ci ha segnalato alcuni passaggi in cui la manipolazione è particolarmente chiara ed evidente, se solo si ha la pazienza di fare questa operazione: confrontare il testo originale con la traduzione italiana. No, non stiamo parlando di una questione puramente filologica; non stiamo facendo un discorso che riguarda solo i palati fini e i biblisti più o meno specializzati: riguarda tutti i fedeli cattolici. Stiamo parlando di come la neochiesa sta manipolando, sotto il nostro naso, il testo della Bibbia, che è la Parola di Dio, per trasformarla, pian pianino, un po’ alla volta, ritoccando qua e modificando là, in una parola puramente umana, secondo le intenzioni e gli obiettivi di chi vuole togliere al popolo dei fedeli il suo bene più prezioso, per sostituirlo con un libro umano, troppo umano, che, alla fine di questa lenta e sistematica strategia, di “divino” conserverà poco, e di cristiano, nulla o quasi nulla.

Che Dio ci aiuti..!


I cardinali Burke, Brandmüller e Müller e il “Papa dittatore”


(di Roberto de Mattei) Nelle ultime settimane, sono apparse tre interviste di altrettanti eminenti cardinali. La prima è stata rilasciata il 28 ottobre 2017 dal cardinale Walter Brandmüller a Christian Geyer e Hannes Hintermeier del Frankfurter Allgmeine Zeitung; la seconda è stata accordata il 14 novembre dal cardinale Raymond Leo Burke ad Edward Pentin del National Catholic Register; la terza, del cardinale Gerhard Müller, è apparsa il 26 novembre sulle colonne del Corriere della Sera, a cura di Massimo Franco.
Il cardinale Brandmüller ha manifestato la sua inquietitudine davanti alla possibilità che si apra una divisione nella Chiesa. «Il solo fatto che una petizione con 870.000 firme rivolte al Papa per chiedergli una chiarificazione resti senza risposta – come non ottengono risposta 50 studiosi di rango internazionale – suscita delle questioni. È veramente difficile da capire». «Rivolgere al Papa dei dubia, dei dubbi, delle questioni, è sempre stato un modo per dissipare le ambiguità assolutamente normale. Per dirlo semplicemente, la questione è la seguente: qualcosa che ieri era un peccato può essere oggi buono? Ci si chiede inoltre se ci sono realmente degli atti – è la dottrina costante della Chiesa – che sono sempre e in tutte le circostanze moralmente riprovevoli? Come, per esempio, il fatto di uccidere l’innocente o l’adulterio? È questo il punto. Se si dovesse rispondere effettivamente con un “sì” alla prima questione e con un “no” alla seconda, ciò sarebbe di fatto un’eresia, e quindi uno scisma. Una scissione nella Chiesa».

Con l’aiuto di Dio

PER I PRETI PERSEGUITATI DALLA GERARCHIA

Società di San Martino di Tours e di San Pio da Pietrelcina. Continua l’aiuto ai sacerdoti in difficoltà
By Redazione On 28 novembre 2017 · Add Comment
Un’iniziativa che, con l’aiuto di Dio, sta mettendo radici e sta dando frutto, sia per i sacerdoti, sia per i molti laici che hanno trovato un saldo punto di riferimento. Abbiamo visto crescere il bene e ora chiediamo a tutti coloro che ritengono importante un lavoro come questo di continuare con lo sforzo generoso di sostenere un’iniziativa tanto fruttuosa.
Cari amici,
è trascorso un anno da quando abbiamo chiesto il vostro aiuto per sostenere i sacerdoti in difficoltà dentro la Chiesa a causa della loro manifesta e pervicace fedeltà alla fede cattolica. Molti di voi hanno contribuito subito, altri lo hanno fatto inseguito e tutti generosamente. Così generosamente che abbiamo potuto contribuire alla nascita di un’iniziativa che, con l’aiuto di Dio, sta mettendo radici e sta dando frutto. Ma, oltre a questo, è stato possibile aiutare altri sacerdoti in diverse parti d’Italia e, cosa non meno importante, metterli in contatto tra di loro.