ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 15 gennaio 2018

Al gioco di Paglia

Abortista premiata in Vaticano. A che gioco giochiamo?

Liliane Ploumen mostra l'onorificenza ricevuta da papa Francesco
La Santa Sede ha conferito l'onorificenza pontificia dell’Ordine equestre di San Gregorio Magno - fondato da papa Gregorio XVI nel 1831 - all'ex ministro olandese per il commercio estero e la cooperazione allo sviluppo Lilianne Ploumen (qui il primo resoconto pubblicato dal sito 1P5), nota per le sue iniziative a favore di aborto e delle rivendicazioni del mondo LGBT. L’onorificenza è assegnata solo a personalità cattoliche che si sono distinte per il servizio offerto alla Chiesa, alla Santa Sede e alla comunità locali. “In segno di apprezzamento e riconoscenza per il servizio prestato” si legge precisamente nell’Istruzione sul conferimento di Onorificenze Pontificie della Città del Vaticano del 13 maggio 2001.
Nel 2017 quando Donald Trump aveva ripristinato la cosiddetta Mexico City Policy che bloccava i finanziamenti alle ONG pro-aborto, la Ploumen aveva pensato bene di istituire la ONG “She Decides” (“E’ lei a decidere”) volta a sostenere economicamente tutte quelle organizzazioni non governative abortiste colpite dalla Mexico City Policy, quali la United Nations Population Fund (UNPFA), l’International Planned Parenthood Federation e la Marie Stopes International, ossia le principali agenzie pro-aborto a livello mondiale. In merito all’attività di queste organizzazioni così si espresse: “Questi sono programmi efficaci e di successo: supporto diretto, distribuzione di preservativi, sicurezza che le donne siano accompagnate nel momento del parto e sicurezza che l’aborto sia privi di rischi, se la donna non ha altra scelta”. La Ploumen riuscì a raccogliere fino a 300 milioni di dollari.
Intervistata dal New York Times (clicca qui) sulla Mexico City Policy l’ex ministro olandese ed oggi membro dell’Ordine di San Gregorio Magno dichiarò: “Ovviamente sono stata profondamente delusa e un po’ scioccata poiché, sa, siamo nel 2017. Ti aspetteresti che nel 2017 i diritti delle donne e delle ragazze di essere padroni dei propri corpi e delle proprie vite sessuali siano un dato di fatto acquisito“. Stessa musica in un’altra intervista, questa volta rilasciata al Financial Times (clicca qui), in cui sollecitava i governi europei ad opporsi alle decisioni di Trump in materia di aborto ed aggiungeva: “Le politiche regressive dell’America sull’aborto sono una calamità per i diritti delle donne e delle bambine che il resto del mondo deve contrastare“. Inoltre, come riporta il sito Osservatorio gender  (clicca qui) “il curriculum della Ploumen attesta che dal 2004 al 2007  è stata direttrice dei programmi di Cordaid, la Caritas olandese, accusata di distribuire contraccettivi e fornire fondi a Planned Parenthood, la multinazionale americana degli aborti”.
Ma non c’è solo l’aborto. Nel settembre 2017, in qualità di ministro, la Ploumen partecipò al Core Group LGBTI delle Nazioni Unite. In quell’occasione affermò che “i diritti LGBTI sono diritti umani“ e che “non possiamo essere accomodanti […] Lo stigma a danno delle persone LGBT continua in tutto il mondo. Il mio invito a tutti voi è di tenere alta l’attenzione, sebbene vediamo molti progressi, soffriamo anche di battute di arresto”. Nel 2010, sempre in qualità di ministro per la cooperazione, invitò gli attivisti LGBT a partecipare ad una Santa Messa che si sarebbe svolta presso la Cattedrale di San Giovanni Battista di Den Bosch, mostrando in bella vista triangoli rosa (il simbolo usato dai nazisti per indicare le persone omosessuali) con sopra scritto “Gesù non esclude nessuno”. Lei stessa si sarebbe appuntata al petto tale triangolo partecipando alla messa.
Viene da chiedersi come si può qualificare questa persona come cattolica. E’ la medesima domanda che il New York Times, nell’intervista a cui abbiamo fatto cenno sopra, ha posto alla diretta interessata la quale così rispose: “Alcune persone pensano che quando sei cattolico tu fai solamente quello che ti dicono di fare. Ma essere cattolico vuol dire semplicemente formare la propria coscienza attraverso certe norme e regole. Mia madre mi ha sempre insegnato che la tua coscienza è la tua cornice basilare di riferimento“.
Ma al di là delle autocertificazioni di cattolicità presentate dalla Ploumen, ciò che scandalizza, ovviamente, è il conferimento di una simile onorificenza da parte della Santa Sede ad una peccatrice manifesta – per usare un’espressione indicata dal Codice di diritto canonico – che combatte attivamente e con tenacia a danno di alcuni principi non negoziabili difesi dalla Chiesa, presentandosi de facto e anche de iure come nemica della Chiesa cattolica e non certo come paladina della fede.Questa onorificenza è la prova che al di là delle mura leonine vi sono personalità ben inserite nelle alte sfere che appoggiano l’omosessualismo e l’abortismo. Ossia credono con convinzione che l’omosessualità, la teoria del gender e l’aborto – per tacere di altri nefasti fenomeni sociali – siano un bene per l’uomo, per il cristiano e per tutta la società.

Non regge più la scusa della confusione dottrinale. Qui al contrario siamo in presenza di persone che agiscono scientemente per il male e che quindi operano in mala fede. Il dialogo, la misericordia, l’inclusione, l’ingegneria pontificia – cioè la pastorale tutta protesa a gettare ponti ovunque e con chiunque – in questi casi sono solo una cortina fumogena per occultare la promozione di politiche in netto contrasto con la dottrina, gli insegnamenti di Cristo e il vero bene della persona.

I Pannella, le Bonino, gli Scalfari, i Sachs, i von Boeselager (il cavaliere di Malta accusato di essere favorevole alla contraccezione), i Biggar, le Le Blanc (scienziati membri della Pontifica Accademia per la Vita favorevoli rispettivamente ad aborto, eutanasia e fecondazione artificiale), i Chiodi (membro anch’esso della PAV e favorevole alla fecondazione extracorporea e alla contraccezione) e le Ploumen non solo non dovrebbero ricevere premi, onorificenze, nomine e attestati di stima – siamo alla spiegazione del lapalissiano – ma dovrebbero ricevere severe condanne per il loro operato. Ciò sarebbe di estrema utilità per la salvezza della loro anima e per l’anima dei semplici. Sarebbe un tendere loro la mano per non farli cadere nel baratro e per impedire che altri ci cadano. Assegnare loro una onorificenza pontificia – oltre ad insultare coloro i quali realmente se le meritano e che mai potranno fregiarsene - significa non solo insozzare il prestigio dell’Ordine cavalleresco di San Gregorio Magno, ma anche prostituire tutto il portato di fede e morale della Chiesa cattolica. E, da ultimo, far imbufalire non pochi cattolici.
Tommaso Scandroglio

Ploumen, leader abortista olandese, premiata con la medaglia di San Gregorio Magno dalla Santa Sede

di Marco Tosatti.
Secondo notizie rimbalzate sui social media, e un video in cui la protagonista conferma il fatto, Lilianne Ploumen avrebbe ricevuto la medaglia di cavaliere dell’Ordine Pontificio di San Gregorio Magno.
La notizia è stata data ufficialmente prima da questo sito, il LepantoInstitute, e poi rilanciata su altre piattaforme. Lilianne Ploumen, già ministro olandese per il commercio e lo sviluppo alla cooperazione, è particolarmente attiva nella diffusione a livello mondiale dell’aborto, e dei diritti delle associazioni LGBT.  Nel video afferma che la medaglia “è un’alta distinzione dal Vaticano, dal Papa”. Un anno fa, dopo che Donald Trump aveva deciso di sospendere i fondi destinati alle organizzazioni che promuovono l’aborto all’estero, Ploumen ha creato una nuova ONG, chiamata “She decides” (Lei decide) raccogliendo oltre 300 milioni di dollari. Nell’ottobre in un articolo sul Financial Times aveva scritto che “la politica regressiva dell’America sull’aborto è una calamità per i diritti delle donne e delle ragazze che il resto del mondo deve contrastare”.
Ploumen è stata direttrice dei programmi di Cordaid, un’agenzia di aiuti cattolica olandese dal 2004 al 2007, che fu accusata di fornire fondi a Planned Parenthood, la multinazionale americana degli aborti, e fornire contraccettivi.
Nel settembre 2017 Ploumen faceva parte del gruppo centrale LGBTI delle Nazioni Unite. Nel febbraio 2010 aveva incitato attivisti LGBT a intervenire e interrompere una messa nella cattedrale di San Giovanni Battista, recando triangoli rosa e cartelli con la scritta “Gesù non esclude nessuno”. Era contraria all’insegnamento morale della Chiesa sull’omosessualità.
L’ordine equestre di San Gregorio fu stabilito nel settembre 1831, e viene conferito a persone per il loro servizio personale alla Santa Sede e alla Chiesa cattolica romana, tramite uno sforzo inusuale, il loro appoggio alla Santa Sede e i loro eccellenti esempi offerti nelle loro comunità e Paesi.
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Se il Vaticano dà l’onorificenza alla leader olandese pro-aborto

di Giuseppe De Lorenzo.
Non sono ancora chiare le motivazioni che avrebbero spinto la Santa Sede a inviare la croce dell’Ordine Pontificio di San Gregorio Magno, una delle più alte onorificenze vaticane, a Lilianne Ploumen.
Ma le polemiche non mancano (e ci mancherebbe). La 55enne politica olandese, ex ministro per il commercio estero e la cooperazione allo sviluppo dei Paesi Bassi, è famosa infatti non tanto per la sua devozione a Santa romana Chiesa, ma per aver più volte portato avanti battaglie in favore dell’aborto e dei gay.
A riportare la notizia è il sempre ben informato Marco Tosatti, che sul suo blog ha rilanciato l’articolo pubblicato da Lepantoinstitute.org. Il portale sostiene di “poter confermare” l’avvenuta ricezione del “premio” e la stessa Ploumen appare in un video (guarda) in cui mostra la medaglia appena ricevuta dal “Papa”. Al di là della sua carriera politica nel partito laburista olandese, a scandalizzare gli ambienti cattolici (soprattutto quelli tradizionalisti) è il fatto che la Ploumen un anno fa abbia dato il via ad una nuova Ong, intitolata “She decides” (Lei decide), per contrastare le politiche anti abortiste di Donald Trump. Forse ricorderete: tra i primi decreti del neo presidente Usa, ci fu un ordine esecutivo con cui mise un freno ai finanziamenti statali verso le organizzazioni che praticano (e sponsorizzano) l’interruzione di gravidanza. In tutta risposta l’attivista mise in piedi una struttura in grado di raccogliere 300milioni di euro da indirizzare alle cliniche abortiste.
“Siamo nati – si legge nel sito di She decides – per sostenere i diritti fondamentali delle ragazze e delle donne di decidere liberamente e autonomamente sulla propria vita sessuale: se, quando, con chi e quanti figli avere”. Insomma, un inno al libero aborto in risposta alla decisione di Trump di “tornare” alla cosiddetta politica di Città del Messico, ovvero la legislazione che impedisce alle Ong non Usa di ricevere denaro se diffondo informazioni sull’interruzione di gravidanza.
Ognuno combatte le proprie battaglie, per carità. Sorprende però, se confermato, che il Vaticano si prodighi a premiare chi si è spesa in favore dell’aborto. Per di più con un ordine equestre che viene conferito solo a persone che in qualche modo abbiano svolto un importante servizio per la Chiesa. La Ploumen non ha mai negato di apprezzare i programmi messi in campo da Unpfa, da International Planned Parenthood Federation e da Marie Stopes International definendole realtà “efficaci e di successo” nel “supporto diretto, nella distribuzione di preservativi e nell’assicurarsi che l’aborto sia sicuro se (e donne, Ndr) non hanno altra scelta”. Non proprio in linea con il Magistero.
Non solo. Perché l’attivista olandese è stata anche direttrice dei programmi di Cordaid, l’agenzia cattolica accusata di aver fornito contraccettivi e di aver sostenuto le pratiche di Planned Parenthood in Sierra Leone. “Negare a una ragazza o una donna informazioni sulla pianificazione familiare – scriveva la Ploumen sul Financial Times – e sulla salute sessuale significa prendere decisioni per lei sul suo corpo e sulla sua vita, decisioni che dovrebbero essere soltanto sue”. E ancora: nel settembre scorso l’ex ministro olandese ha anche partecipato – come oratore – al United Nation LGBTI Core Group, l’incontro internazionale per promuovere politiche in favore di omosessuali e transessuali. “I diritti LGBTI sono diritti umani – ha detto la Ploumen – Non possiamo essere compiacenti. In oltre 70 paesi l’omosessualità è ancora criminalizzata…la lotta contro le persone LGBT continua in tutto il mondo”.
Fonte: il Giornale

Riassunto del lunedì. Fra Bibbia e psicoanalisi?

di Francesco Filipazzi
Veniamo a sapere che in Gregoriana andranno in onda dei seminari su rapporto fra Bibbia e Psicoanalisi. Il titolo è "L'avvenire di un'illusione", che è in realtà il titolo di un libro di Freud. Stando a Gesuiti News, l'intento è di dimostrare che "le radici della psicanalisi sono bibliche". Se non fosse ciarpame vecchio di 60 anni ci preoccuperemmo.

Un po' più preoccupante è l'esternazione di Galantino per cui chi non è d'accordo con le aperture di questo periodo è un fallito, un infelice, uno con problemi esistenziali. In effetti sapere che l'episcopato italiano è tenuto in pugno da lui ci rende decisamente infelici.
Preoccupantissima è poi la notizia che rimbalza a cavallo dell'Oceano. Una nota abortista olandese sarebbe stata insignita nientepopodimenoche dell'Ordine Equestre di San Gregorio Magno, una onirificenza vaticana. Poiché questa tizia, come unica azione pubblica, ha sostenuto e raccolto fondi per diffondere l'aborto, non vorremmo che promuovere l'aborto sia un merito agli occhi della Sede.
Esiste anche una petizione per chiedere la revoca dell'onorificenza.  

A livello internazionale, è stata una grande settimana trumpiana. Dopo aver fatto inviperire tutti per aver definito "cessi" i paesi africani (in realtà lui nega categoricamente e noi gli crediamo), ha anche dichiarato di avere ottimi rapporti con il nord coreano Kim. In effetti sembra vero, visto il disgelo fra le due coree. L'impressione è che il buon Donald stia prendendo tutti per il naso, applicando la Madman Theory.

Nel frattempo papa Bergoglio si sta dirigendo in queste ore in Sud America. Non andrà però in Argentina, il che è apparentemente inspiegabile. Secondo alcuni il motivo è che se si recasse nella sua terra di origine riscuoterebbe ben poco successo e anzi correrebbe il rischio di essere contestato! 
Sembra infatti che tutti i pagliacci argentini si stiano accreditando come "amici del Papa", tanto che la conferenza episcopale ha dovuto emettere un comunicato per dire loro di finirla!
In Cile invece alcuni contestatori sono arrivati addirittura a mettere bombe e a minacciare l'incolumità di Francesco. Probabilmente si tratta di tentativi politici da parte di qualcuno per assumere visibilità più che un'avversione vera al Papa, ma la situazione è surreale.
Nel frattempo attendiamo il viaggio di ritorno, ansiosi di ascoltare il discorso in aereo.

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