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lunedì 10 dicembre 2018

Una Chiesa più democratica

Uno sguardo veloce sulle novità


Cos’è una Chiesa sinodale?

Uno degli obiettivi di Francesco, da lui spesso ricordato, è di stabilire una Chiesa sinodale, una Chiesa più democratica. Io ho già scritto più volte sull’argomento, ma adesso c’è qualcosa di nuovo che sottopongo all’attenzione dei miei lettori.




Ascoltare i giovani da pari a pari nel Sinodo


Il Sinodo dei Giovani, il cui documento finale è stato pubblicato il 27 ottobre 2018, parla dell’argomento in diversi passaggi. Commenterò più tardi l’intero documento, per adesso voglio analizzare un editoriale particolarmente significativo del giornale The Tablet di Londra che spiega che cos’è una Chiesa sinodale.
Come è noto, The Tablet è oggi una delle più importanti riviste europee progressiste. Credo sia opportuno indicare cosa pensino i progressisti sul futuro della Chiesa cattolica e verso dove essa si stia dirigendo.
Con questo, il mio lettore controrivoluzionario avrà a portata di mano un documento atto a descrivere compiutamente cosa voglia fare il nemico.

Trascrivo alcuni estratti dell’editoriale (The Tablet, 2 novembre 2018, p. 2) e li faccio seguire da un breve commento.

L’editoriale recita:
“Il Sinodo dei Vescovi che si è appena concluso avrebbe potuto essere intitolato il Sinodo dei Vescovi e dei Giovani, perché questi, pur non avendo votato il documento finale, hanno contribuito con entusiasmo ai dibattiti. La loro presenza, in rappresentanza dei giovani cattolici di tutto il mondo, è stata un precedente significativo, ma ha anche segnato una tappa di un percorso.
“Il prossimo passo può essere sicuramente un Sinodo dei Vescovi, Chierici e Popolo, perché l’emergente teoria della sinodalità - tema prediletto da Papa Francesco - guarda alla partecipazione di tutto il popolo di Dio e alla condivisione di responsabilità a tutti i livelli”.

Questa prosa presenta, per bocca degli stessi interessati, qual è l’obiettivo del Progressismo e che cosa esso si aspetta di realizzare in breve tempo: elevare i laici al livello del clero e quest’ultimo al livello dell’episcopato. O, per meglio dire, abbassare i vescovi al livello del clero e poi entrambi al livello dei laici.




Vescovi che redigono un documento che mira a distruggere il loro potere

L’editoriale parla di “condivisione di responsabilità a tutti i livelli”. Un lettore conservatore potrebbe pensare che qui si parli di condivisione proporzionale in cui i vescovi avrebbero un peso, diciamo, del 70%, i sacerdoti del 30% e i laici di 10 %. La citazione riportata lascia aperta questa possibilità; e allora vediamo se il seguito dell’articolo conferma o nega tale supposizione.

The Tablet continua:
“Il tempo di limitare il governo della Chiesa solo ai vescovi deve finire. La fiducia nei vescovi che agiscono da soli è stata gravemente compromessa dal loro ruolo nello scandalo degli abusi sui minori da parte del clero, in particolare coprendolo piuttosto che usare ogni minimo potere episcopale per eliminarlo”.

Notare il tono imperativo con cui si afferma: “Il tempo di limitare il governo della Chiesa solo ai vescovi deve finire.” È come un’apostrofe dei laici contro i Vescovi, che fa affidamento sull’autorità del Papa per sostenere la loro richiesta. E subito mi viene in mente il Serment de la Cour de Jeux de Paume - o Giuramento della Sala da Tennis – del 1789 a Versailles.
In quella sala i rappresentanti dei tre “stati” del Regno di Francia, il Clero, la Nobiltà e il Popolo, fecero un giuramento solenne impegnandosi a non separarsi prima di scrivere una Costituzione. Si trattò di un evento fondamentale che segnò l’inizio della Rivoluzione Francese, che sarebbe esplosa un mese dopo portando all’abolizione del governo aristocratico della Francia.




Il giuramento nella Cour de Jeux de Paume, a Versailles nel 1789,
così la Francia diede inizio all'abolizione della sua aristocrazia.

Argomentare che lo scandalo di aver coperto gli abusi sessuali sui minori compiuti da preti giustificherebbe la fine del governo dei Vescovi, equivale a sostenere che l’inefficienza e la corruzione dei membri della Camera dei Rappresentanti giustificherebbe l’abolizione di questa Camera come ramo del governo degli Stati Uniti. L’abuso di un’istituzione o di una legge non significa che la prima non dovrebbe più esistere o la seconda non dovrebbe più essere applicata.

Ora, l’editoriale utilizza anche un altro argomento:
“Papa Francesco ricorda alla Chiesa l’intuizione del Concilio Vaticano II, secondo cui il sacramento cristiano fondamentale non è l’ordinazione presbiterale o episcopale, ma il battesimo. Tutti i battezzati sono responsabili del benessere della famiglia della fede. Così le priorità missionarie e pastorali della Chiesa non possono più essere imposte dall’alto, ma valutate attraverso la consultazione con i fedeli fino al livello parrocchiale”.

Qui, il sofisma sta nel definire il battesimo come il più essenziale dei sacramenti e, quindi, nel considerare che tutti i cattolici siano uguali. Certo, il battesimo è il sacramento essenziale, ma ci sono anche gli altri – come il sacramento dell’ordine – che cambiano completamente l’uguaglianza di base e trasformano la Chiesa in una società strutturata in gerarchia e fedeli. Pretendere che la Chiesa cattolica sia una società di eguali e che il potere dei vescovi venga dal popolo significa riprendere gli errori già condannati da Pio VI nel 1794, quando il Sinodo di Pistoia difese tali eresie (DR 1502). Nel 1786, lo tesso Pontefice aveva condannato l’errore sostenuto dal febronianesimo secondo cui la Chiesa dovrebbe essere governata come una repubblica (DR 1500).



Un altro passo verso una Chiesa in cui tutti sono uguali

Comunque sia, The Tablet presenta come obiettivo di Papa Francesco e della sua corrente: il progressismo.

L’ultima citazione dall’editoriale è questa:
“La sinodalità, termine che indica tutto questo, ora deve essere fatta propria dalle strutture della Chiesa a livello nazionale, diocesano e parrocchiale. Questa è la grande sfida.”

E qui appare nella sua interezza l’obiettivo radicale  del progressismo: l’egualitarismo deve essere imposto nella Chiesa a tutti i livelli, ed esteso fino alla più piccola parrocchia. Si tratta di un appello ad un egualitarismo dominante e universale.
E’ questa la sinodalità secondo l’autorevole voce di The Tablet; e in coerenza, è questo l’ideale perseguito ardentemente da Papa Francesco.

Si può concludere dicendo che è una buona cosa poter disporre di una fonte progressista che conferma quello che noi abbiamo sostenuto da molti anni.

di 
Atila Sinke Guimarães


Articolo pubblicato sul sito americano Tradition in action

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