ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 24 gennaio 2018

Illicitus

NO, NON TI E' LECITO !



No, in nome di Cristo: ecco perché, perfino un chierichetto avrebbe dovuto alzarsi in piedi e replicare alla scandalosa intervista di Bergoglio e dirgli: "anche se tu sei il papa, non ti è lecito andare contro la Parola di Dio" 
di Francesco Lamendola  


Il falso papa Bergoglio ha dichiarato, a suo tempo, che il giudice supremo di una qualsiasi questione morale è, in ultima analisi, la propria coscienza soggettiva.
Ebbene, già allora, eravamo all'inizio del suo pontificato, ed egli diceva una tal cosa conversando con il giornalista Eugenio Scalfari, ateo e nemico dichiarato, da sempre, dei valori cristiani, qualcuno, qualche cardinale, qualche vescovo, qualche sacerdote, qualche frate, qualche suora, qualche catechista, qualche teologo, qualche diacono, qualche sacrestano, qualche chierichetto, qualche nonna, qualche semplice fedele, qualcuno avrebbe dovuto alzarsi in piedi e ammonirlo fraternamente, ma fermamente, e dirgli: Non ti è lecito dire questa cosa, perché è in completo contrasto con l'insegnamento della Chiesa cattolica, della quale tu sei stato eletto capo, e vicario di Cristo.

Communio

Radio Domina Nostra was live.

01:05:38
catechesi Don Minutella 23/gennaio 2018

Inter-comunione? L’Eucarestia è solo per i cattolici


Il cardinal Robert Sarah e il vescovo Athanasius Schneider replicano al commento del Papa sull’inter-comunione: “Non è una questione di seguire la propria coscienza”.

Una buffonata nella buffonata

NARCISISMO "NEOCATTOLICO"


Neocattolici fra superficialità e sciatteria. Come in un reality show a 10.000 metri di quota: l'esibizionismo di Carlos e Paula, "assecondati" dal papa sudamericano hanno superato la soglia del buon gusto e della decenza 
di Francesco Lamendola  

  

Hanno avuto il loro momento di gloria: benissimo. Ora Carlos e Paula, 41 e 39 anni, assistenti di volo della compagnia aerea cilena Latam, sono diventati delle celebrità, anche se fra qualche settimana nessuno si ricorderà più di loro; e lo sono diventati grazie alla insaziabile smania di audience del falso papa Bergoglio, al quale non è parso vero di inscriversi nel guinness dei primati (da fiera) celebrando le loro nozze a quasi 11.000 metri d'altezza, nel volo fra Santiago e Iquique, nel Cile settentrionale. L'importante - come diceva Giovan Battista Marino, il principe dei poeti barocchi - è stupire, e così far notizia; l'importante è che si parli, non di Dio, o di Gesù Cristo, o del Vangelo, i quali richiedono all'uomo sacrifici, penitenza e umiltà, ma di lui, di El Papa argentino, l'ammazzasette, il pampero, il decisionista, il rottamatore della vecchia e brutta Chiesa oscurantista e il fondatore della nuova Chiesa, giovane, entusiasta, moderna, protesa verso l'avvenire.

Siate cristiani veri, scuotetevi nel profondo

http://www.unavox.it/NuoveImmagini/Papa_Francesco/papa_sposa_in_volo.jpg

FRANCESCO? E' TORNATO A SANTA MARTA (CON QUALCHE NOTA)

Per l’ennesima volta i gesti di Francesco contraddicono certe sue dichiarazioni. Vedi, quale esempio clamoroso, quanto successo con il matrimonio express nel volo Santiago del Cile – Iquique. Sconcerto e confusione tra i cattolici fedeli alla dottrina sociale della Chiesa. Ma nel mondo cattolico non passa giorno ormai senza qualche picconata da parte di parte di consacrati all’edificio ecclesiale.  

Siate cristiani veri, scuotetevi nel profondo, andate controcorrente, guardate a Gesù Cristo, è a Lui che si deve guardare…testimoniate con la vostra vita - già nel vostro ambito di famiglia e di lavoro - quei valori che contrastano con quelli aridi e frou frou propri del mondo in cui siamo immersi. L’omelia di don Giuseppe domenica 21 gennaio 2018, alla messa di mezzogiorno nella chiesa di Sant’Ippolito a piazza Bologna (Roma), è come al solito ardente, stavolta ancora di più. Scrutiamo i volti dei tanti presenti: assorti e impenetrabili. Si potrebbe pensare che i parrocchiani dormano. Realisticamente si può invece presumere che don Giuseppe sia riuscito a scuoterne non pochi, tanto da spingerli a porsi almeno qualche domanda. Pure alcuni di quelli tetragoni, quelle anime ingenue che vegetano in tante parrocchie e che - per pigrizia intellettuale e per vocazione al politicamente corretto –scambiano Avvenire per il Vangelo e sono portate a votare Pd o peggio ancora alle elezioni politiche.  
Alla fine della messa (ma anche per strada il giorno prima) ecco che nei capannelli trasvolano parole inusuali per queste lande. Sul Papa. “Ma che fa? Che cosa sono queste sceneggiate in aereo… sposa due a lui sconosciuti in volo e al volo… così, senza quegli adempimenti cui tutti noi siamo stati costretti… dopo il divorzio express, il matrimonio express, che però in questo viene addirittura dal Papa… roba da manicomio… poveri parroci… che facciamo, che dobbiamo fare, non si capisce più niente!”.  S’alzano gli occhi al cielo… “Non ci resta che pregare”…

Un inganno durato cinquant’anni e oltre,,

Un inganno durato cinquant’anni?



Nei giorni scorsi “Cesare Baronio” ha scritto sul suo sito Opportune importune una “Lettera ad un sacerdote. Considerazioni su un inganno durato cinquant’anni”. Io non so chi sia “Cesare Baronio”; da alcuni indizi mi par di capire che si tratti di un Monsignore (almeno, cosí tutti si rivolgono a lui) col quale potrei avere alcuni tratti in comune: bazzica Campo de’ Fiori (qui), in prossimità del quale sono nato e cresciuto (ho frequentato la scuola materna ed elementare in Via de’ Giubbonari); avendo scelto come pseudonimo il nome del celebre Cardinale oratoriano, potrebbe avere, come il sottoscritto, ascendenze sorane. Mi pare di poter cogliere dei riferimenti autobiografici nella descrizione del “vecchio monsignore brontolone” presente nella stessa lettera:
Eppure quel vecchio monsignore brontolone, sempre vestito in talare e col cappello romano in castorino, che vedevi scoprirsi il capo quando passava davanti alla tua chiesa, era stato mandato in pensione anzitempo, perché non voleva celebrare il Novus Ordo e criticava il Concilio. Lo avevano invitato ad andarsene in modo un po’ spicciativo, confinandolo in un ufficio polveroso e togliendogli la cura d’anime. Ma lui, come altri tradizionalisti, era un fanatico, uno che accusava la Chiesa di aver rinnegato se stessa e il proprio passato, di aver fatto propri gli errori degli eretici. Anche se, quando lo incontravi per via, ti salutava sempre, e una volta l’hai anche chiamato a confessare durante le missioni al popolo e non ti era parso poi cosí rigido.

E il rimborso?


Il ritardo di duecento anni


In questi giorni, non so perché, mi è tornata in mente la nota affermazione del Card. Martini: la Chiesa è in ritardo di duecento anni. Mi è tornata in mente perché mai come ora mi sembra palese che la minoranza al potere nella Catholica si sia assegnata l’imperativo categorico di colmarlo, questo grave ritardo.

Il neo-papato rivoluzionario bergogliano

LA TENTAZIONE COLLEGIALISTA PER RIDIMENSIONARE GLI ECCESSI DI QUESTO PAPATO: UN INGANNO PERICOLOSO E CONTROPRODUCENTE




Negli scorsi giorni è stato pubblicato un intervento del Card. Müller dal titolo Autorità del Papa e Magistero della Chiesa (qui). Il prof. Paolo Pasqualucci ha risposto con un commento encomiabile, Riflessioni sulla questione dell'infallibilità pontificia e sulle divisioni nella Chiesa (qui), che condivido totalmente. Vorrei tuttavia aggiungere qualche osservazione.

Io credo che - al di là del commento del card. Müller sui limiti dell'autorità papale, chiaramente influenzati dalla neo-dottrina conciliare sulla collegialità - ci troviamo oggi dinanzi ad un pericolo concreto e da non sottovalutare. Questo pericolo è stato determinato da una situazione di cui è causa lo stesso Bergoglio, autore allo stesso tempo di un'impostazione autoritaria del papato aliena al cattolicesimo e contestualmente di una sua ridicolizzazione, di una forma di discredito sistematicamente perseguita in parole, opere ed omissioni: epurazioni e licenziamenti; discorsi livorosi ed accuse generiche contro la Curia romana; nomine e promozioni discutibilissime di Prelati dalla reputazione più che compromessa; interventi sconcertanti al Sinodo sulla Famiglia e manipolazione delle sue procedure interne; difesa di principj inconcliliabili con la Fede e la Morale cattolica, esternazioni qualunquiste, frasi demagogiche, silenzi sconcertanti su temi importantissimi, udienze concesse a coppie omosessuali, travestiti, abortisti; interventi palesemente favorevoli ad un sincretismo più volte condannato dal Magistero; creazione di commissioni segrete per la Messa ecumenica, l'abolizione del Sacro Celibato o l'istituzione delle diaconesse la cui esistenza era stata inizialmente smentita ma che poi sono venute alla luce; azioni di riforma finanziaria o morale sbandierate ai quattro venti e mai portate a serio compimento. Oltre ad un'opera di propaganda mediatica perseguita con metodi da regime totalitario da parte di cortigiani tanto faziosi quanto privi di qualsivoglia credibilità, non di rado sconfessati dalla loro stessa imperizia.

Amoris bononiensis ragù

  • AMORIS LAETITIA

I vescovi dell'Emilia Romagna sdoganano l'adulterio

Amoris Laetitia
Da qualche giorno erano attese, ieri sono state pubblicate sul sito della diocesi di Imola le linee guida dei vescovi dell’Emilia-Romagna contenenti “indicazioni sul capitolo VIII di Amoris laetitia”. Il documento si inserisce nel controverso dibattito che da circa tre anni attraversa la Chiesa cattolica a proposito dell’accesso ai sacramenti per i divorziati risposati e, più in generale, sull’impianto della teologia e della dottrina morale.
Dopo la pubblicazione negli Acta apostolica sedis (una sorta di Gazzetta ufficiale della Santa Sede) della lettera di Papa Francesco ai vescovi argentini della regione di Buenos Aires, l’interpretazione del capitolo VIII di Amoris laetitia sembra incanalarsi verso una chiara direzione. Il 5 settembre 2016 Francesco indicava che «non sono possibili altre interpretazioni» rispetto a quella fornita dai vescovi argentini, e cioè che sarebbe possibile, in certi casi, accedere ai sacramenti anche convivendo more uxorio tra due persone che non sono marito e moglie.
I vescovi dell’Emilia-Romagna, se possibile, lo scrivono ancora più chiaramente al numero 9 delle loro linee guida:
«La possibilità di vivere da “fratello e sorella” per potere accedere alla confessione e alla comunione eucaristica è contemplata dall’Amoris laetitia alla nota 329. Questo insegnamento, che la Chiesa da sempre ha indicato e che è stato confermato nel magistero da Familiaris Consortio 84, deve essere presentata con prudenza, nel contesto di un cammino educativo finalizzato al riconoscimento della vocazione del corpo e del valore della castità nei diversi stati di vita. Questa scelta non è considerata l'unica possibile, in quanto la nuova unione e quindi anche il bene dei figli potrebbero essere messi a rischio in mancanza degli atti coniugali. È delicata materia di quel discernimento in “foro interno” di cui AL tratta al n. 300».
Questo passo ha una certa coerenza con la famigerata nota 329 di Amoris laetitia, anche se i vescovi dell’Emilia-Romagna lo esplicitano in modo ancor più evidente. Si possono compiere, in certi casi, atti coniugali che tali non sono e accedere ai sacramenti. La nota 329, in effetti, cita fuori contesto la Gaudium et spes del Vaticano II. Fuori contesto perché in modo chiaro la costituzione pastorale del Concilio al numero 51 si riferisce agli sposi e non a coloro che sposi non sono: «Là dove - si legge in Gaudium et spes - è interrotta l'intimità della vita coniugale, non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli: allora corrono pericolo anche l'educazione dei figli e il coraggio di accettarne altri». Secondo la nota 329 di Amoris laetitia, invece, sembra che gli atti coniugali tra divorziati risposati civilmente (e quindi non c’è nessuna intimità coniugale interrotta perché non c’è nessun matrimonio sacramentale) potrebbero, in certi casi, rappresentare una sorta di bene possibile. I vescovi dell’Emilia-Romagna lo hanno messo nero su bianco in modo anche più esplicito.
Il cardinale Gerhard Muller, ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, che ha recentemente prefato un libro del professore Rocco Buttiglione proprio su questo dibattito, ha scritto un interessante saggio per la rivista statunitense First things. A proposito della condizione di vivere come “fratello e sorella” per accedere ai sacramenti, scrive Muller,  «indipendentemente dalla questione del soggettivo stato di grazia di una persona – del quale, in ultimo, solo Dio è giudice – è necessario che quanti vivono in contraddizione oggettiva con i comandamenti di Dio e l’ordine sacramentale della Chiesa prendano la risoluzione di cambiare il proprio modo di vivere per poter essere riconciliati con Dio e con la Chiesa nel sacramento della Penitenza. (…) Nei casi in cui vi siano gravi ragioni per non sciogliere la nuova unione e dove una dichiarazione di nullità della prima unione non possa essere ottenuta, l’obiettivo di questo cammino spesso difficoltoso e lungo è di vivere insieme come fratello e sorella e poter così accedere alla Santa Comunione».
Il punto è chiaro e riguarda la liceità degli atti extraconiugali, per un discorso che si potrebbe allargare anche ai semplici conviventi. Ma al di là delle questioni teologiche e sacramentali, strettamente connesse anche con quelle di uno sviluppo omogeneo della dottrina e della prassi ecclesiale, c’è anche una domanda che riguarda il valore attribuito alla castità e alla “vocazione del corpo”. Nelle linee guida dei vescovi emiliano romagnoli non si comprende bene quale valore dare all’amore umano: è definito in modo decisivo solo dai rapporti sessuali? Secondo Giovanni Paolo II e la sua teologia del corpo, peraltro ampiamente citata anche in Amoris laetitia, la continenza (anche per i coniugi, che non possono essere considerati animali in preda agli istinti), non comporta l’impoverimento delle «manifestazioni affettive», anzi le rende più intense spiritualmente, e quindi ne comporta l’arricchimento. E’ chiaro che queste vette richiedono un cammino, ma con la grazia di Dio tutto diventa possibile.
Sembra che queste linee guida emiliano romagnole siano state fortemente volute soprattutto da tre vescovi - Zuppi di Bologna; Castellucci di Modena e Perego di Ferrara - che hanno dovuto superare le resistenze di altri confratelli. Del resto, in un movimento che appare partito dall'alto, ci sono diversi vescovi che stanno spingendo le rispettive conferenze epicopali regionali ad approvare analoghe linee guida. Anche la Conferenza episcopale lombarda, nonostante il cardinale Angelo Scola avesse già pubblicato delle linee guida, ha recentemente dichiarato di lavorare a un documento analogo. Questo attivismo delle conferenze episcopali sembra animato da un certo zelo, come a coprire quei dubbi già sollevati da quattro cardinali e che, invece, sono più diffusi di quanto si vorrebbe far credere.
Lorenzo Bertocchi

 Inaccettabile il documento su Amoris laetitia dei Vescovi dell'Emilia Romagna.

di Don Alfredo Morselli


Lo sentivo, era nell'aria… "dopo Palermo, Modena…" mi dicevo "adesso arriva il documento dei Vescovi dell'Emilia Romagna". Ahimè… quello che temevo è successo: Dopo il tango argentino sulla tomba di San Giovanni Paolo II, è venuto il turno del liscio emiliano romagnolo sul sepolcro di Caffarra. Si tratta delle Indicazioni sul capitolo VIII dell'Amoris Laetitia, a firma de I Vescovi dell'Emilia Romagna, pubblicato il 15-1-2018.
Il documento è reperibile qui.
Entro subito in medias res: è inaccettabile quanto affermato a conclusione del § 9 del documento, che riporto per esteso:
"9. Il discernimento sui rapporti coniugali. La possibilità di vivere da “fratello e sorella” per potere accedere alla confessione e alla comunione eucaristica è contemplata dall’AL alla nota 329. Questo insegnamento, che la Chiesa da sempre ha indicato e che è stato confermato nel magistero da Familiaris Consortio 84, deve essere presentata con prudenza, nel contesto di un cammino educativo finalizzato al riconoscimento della vocazione del corpo e del valore della castità nei diversi stati di vita. Questa scelta non è considerata l'unica possibile, in quanto la nuova unione e quindi anche il bene dei figli potrebbero essere messi a rischio in mancanza degli atti coniugali. È delicata materia di quel discernimento in “foro interno” di cui AL tratta al n. 300."
L'affermazione secondo la quale la scelta "di vivere da “fratello e sorella” per potere accedere alla confessione e alla comunione eucaristica […] non è considerata l'unica possibile, in quanto la nuova unione e quindi anche il bene dei figli potrebbero essere messi a rischio in mancanza degli atti coniugali", è incompatibile con la nostra santa fede cattolica.
Essa va contro la verità perché chiama atti coniugali (atti propri degli sposi) atti di persone che in realtà non sono sposate tra loro.
La stessa affermazione va contro il principio fondamentale della morale - naturale ancor prima che cattolica - secondo cui il fine non giustifica i mezzi. Mi piange il cuore a dover citare una frase del magistero per provare ciò che dovrebbe essere scontato e irrinunciabile non dico per dei Vescovi, persino per dei semplici fedeli un minimo istruiti nel catechismo:
“[…] non è lecito, neppure per ragioni gravissime, fare il male, affinché ne venga il bene, cioè fare oggetto di un atto positivo di volontà ciò che è intrinsecamente disordine e quindi indegno della persona umana, anche se nell'intento di salvaguardare o promuovere beni individuali, familiari o sociali” (Paolo VI, Lettera enciclica Humanae Vitae, 25 luglio 1968, § 14.).
La stessa affermazione inoltre contraddice la verità de fide catholica secondo cui esistono degli atti che sono intrinsecamente cattivi e che quindi in qualunque circostanza, se compiuti con piena avvertenza e deliberato consenso, sono sempre peccato.
“ci sono atti che per se stessi e in se stessi, indipendentemente dalle circostanze e dalle intenzioni, sono sempre gravemente illeciti a motivo del loro oggetto; tali la bestemmia e lo spergiuro, l'omicidio e l'adulterio. Non è lecito compiere il male perché ne derivi un bene” (CCC 1756).
“le circostanze, in sé, non possono modificare la qualità morale degli atti stessi; non possono rendere né buona né giusta un'azione intrinsecamente cattiva” (CCC. 1754).
È “sbagliato giudicare la moralità degli atti umani considerando soltanto l'intenzione che li ispira, o le circostanze (ambiente, pressione sociale, costrizione o necessità di agire, etc. che ne costituiscono la cornice)” (CCC. 1756).
La stessa affermazione inoltre almeno insinua che esisterebbero delle situazioni per cui non c'è altra possibilità che peccare e dimentica la promessa divina secondo la quale abbiamo sempre tutti gli aiuti per non commettere alcun peccato.
Infatti “Nessuno, poi, per quanto giustificato, deve ritenersi libero dall'osservanza dei comandamenti, nessuno deve far propria quell'espressione temeraria e proibita dai padri sotto pena di scomunica, esser cioè impossibile per l'uomo giustificato osservare i comandamenti di Dio” (Concilio di Trento, Decreto sulla giustificazione, 13-1-1547, Sessio VI, cap. 11). 
Inoltre “Dio non comanda cose impossibili ordinando di resistere a qualunque tentazione, ma ordinando “ammonisce di fare ciò che puoi, e di chiedere ciò che non puoi e aiuta perché tu possa” (Concilio di Trento, Ibidem). 
“Nessuna tentazione, superiore alle forze umane, vi ha sorpresi; Dio infatti è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo per poterla sostenere” (1 Cor 10,13).
Inoltre appare fuorviante anche il modo in cui viene presentata la "possibilità di vivere da “fratello e sorella” per potere accedere alla confessione e alla comunione eucaristica": questa scelta coraggiosa viene presentata come una possibilità, quando invece è l'unica scelta da compiere per potersi accostare ai Sacramenti. E allora, in questo contesto, la pur giusta frase "Questo insegnamento, che la Chiesa da sempre ha indicato e che è stato confermato nel magistero da Familiaris Consortio 84, deve essere presentato con prudenza", sembra una resa al mondo, l'ammissione della paura di annunciare la Croce di Cristo.
A conclusione di questo riassunto di tutte le aberrazioni dottrinali contenute esplicitamente e virtualmente nell'asserto preso in esame, non si vede come esso non sia inficiato dall'etica della situazione o, come la chiamava Pio XII, la nuova morale. E mi chiedo come sia possibile che l'enciclica Veritatis splendor non sia più tenuta in alcun conto.
Il Papa scrive al § 131 di Evangelii Gaudium:
"131. Le differenze tra le persone e le comunità a volte sono fastidiose, ma lo Spirito Santo, che suscita questa diversità, può trarre da tutto qualcosa di buono e trasformarlo in dinamismo evangelizzatore che agisce per attrazione. La diversità dev’essere sempre riconciliata con l’aiuto dello Spirito Santo; solo Lui può suscitare la diversità, la pluralità, la molteplicità e, al tempo stesso, realizzare l’unità. Invece, quando siamo noi che pretendiamo la diversità e ci rinchiudiamo nei nostri particolarismi, nei nostri esclusivismi, provochiamo la divisione e, d’altra parte, quando siamo noi che vogliamo costruire l’unità con i nostri piani umani, finiamo per imporre l’uniformità, l’omologazione. Questo non aiuta la missione della Chiesa".
Per riconciliare la diversità nello Spirito Santo non si possono nascondere le questioni dottrinali sotto il tappeto, ma bisogna che elidiamo e non eludiamo i nodi che inevitabilmente vengono al pettine.
Auguro che si compia, per tutti i Vescovi dell'Emilia Romagna, quanto Dio ha giurato al santo profeta Isaia: 
"«Quanto a me — dice il Signore — ecco la mia alleanza con loro: il mio spirito che è sopra di te e le parole che ho posto nella tua bocca non si allontaneranno dalla tua bocca né dalla bocca dei tuoi discendenti né dalla bocca dei discendenti dei tuoi discendenti — dice il Signore — ora e sempre»" (Is 59,21).
http://blog.messainlatino.it/2018/01/inaccettabile-il-documento-su-amoris.html

martedì 23 gennaio 2018

Sapersi riconoscere

LA GRAZIA E LO SPECCHIO DI DIO



È vivo solo chi si riconosce nello specchio di Dio. Siamo esseri storici, perché viviamo nella storia, ma siamo anche esseri spirituali, perché siamo capaci di riflettere e di agire tanto sulla natura quanto sulla storia 
di Francesco Lamendola  

  

Guardiamoci allo specchio: sappiamo ancora riconoscerci? Sappiamo ancora vedere e riconoscere noi stessi in quel volto, in quello sguardo, in quella espressione? La nostra generazione, la nostra società sarebbero ancora capaci di percepire se stesse, nella loro identità, nella loro continuità, oppure siamo già arrivati al punto che non ne sarebbero capaci, e che in quei volti, vedrebbero solo dei volti di estranei, lontani, indifferenti o incomprensibili? Se è così, allora è la fine: perché solo chi sa riconoscersi allo specchio, solo chi sa ricapitolare la propria vita, i propri valori, le proprie esperienze nella sintesi fra il passato e il presente, fra ciò che egli è stato e ciò che ora è divenuto, può dirsi ancora una persona viva. Gli altri, che non ne sono capaci, è come se fossero morti. Perdere la propria immagine è come perdere la propria ombra: significa votarsi al nulla, essere preda del nulla, vivere una vita di ombra fra le ombre, impalpabile, inconsistente, insignificante. Noi non possiamo vivere solo nel presente: sarebbe come rinunciare alla nostra anima, spogliarci di tutto quel che fa di noi quello che siamo, cioè della nostra essenza. 

Il maggior nemico dell’ Ecumenismo di oggi

Combattere frontalmente l’ecumenismo "Anche se oggi sembra che stia trionfando dappertutto".

Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa di nuovo, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole.
2 Timoteo 4,3-4
Risultati immagini per l'ecumenismo è il nemico dell'immacolata

Il grande santo francescano e mariano, martirizzato ad Auschwitz nel 1941, fondò la Milizia dell’Immacolata con questo scopo: «Procurare la conversione dei peccatori, degli eretici, degli scismatici ecc., in particolar modo dei massoni; e la santificazione di tutti, sotto il patrocinio e per la mediazione della B.V.M. Immacolata» (SK 21).

Ripetiamo: lo scopo della Milizia era convertire i non cattolici. C’è qualcuno, oggi, che voglia predicare e agire allo stesso modo?

Adveniens..?

Anonimi della Croce: "Lo scisma avverrà prima del previsto"

“Spifferi parte LVIII: tra circa un mese lo scisma” di Fra Cristoforo

Arriverà prima di quanto pensassimo. Da Santa Marta arrivano notizie tremende. Bergoglio, che ha toccato con mano la sua perdita di popolarità in questi giorni del suo viaggio in Cile e Perù, vedendo l’ulteriore fallimento del suo gossip del matrimonio in “aereo” ha deciso di giocarsi il tutto per tutto. E tra circa un mese proporrà il famoso “giuramento” al suo magistero, di cui avevamo parlato in precedenza (anonimidellacroceblog.wordpress.com/…/spifferi-parte-…).

Autostrada verso l'apostasia della fede


Speranza, timore di Dio e apostasia

Ci sono degli argomenti che nell'insegnamento catechistico odierno sono quasi completamente spariti. Tra questi, l'insegnamento sulla virtù teologale della Speranza e sul Timore di Dio, che è dono dello Spirito Santo. L'abbandono del corretto insegnamento su questi due temi costruisce una vera e propria autostrada verso l'apostasia della fede

Cari amici,
la situazione in cui si trova la Chiesa è umanamente fuori controllo. I suoi nemici interni stanno cercando di distruggerla come i cinghiali nella vigna.
Ogni giorno se ne scopre una nuova sempre peggiore della precedente: dal porno-teologo don Maurizio Chiodi, nuovo membro della Pontificia Accademia per la Vita, che dichiara doverosa la contraccezione (QUI), all'onorificenza dell'Ordine Pontificio di san Gregorio Magno concessa alla leader abortista olandese Lilian Ploumen (QUI e QUI). Volutamente non sono intervenuto subito per avere un po' di tempo per riflettere sugli eventi per cercare una lettura degli avvenimenti più elevata.

L' ideologia catto-comunista


Forteto, la comunità degli orrori

Il Forteto è una comunità agricola fiorentina fondata nel 1977 da Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi come alternativa alla famiglia tradizionale. Vi è una responsabilità morale e oggettiva dell’ideologia catto-comunista toscana e dei suoi rappresentanti nell’aver alimentato questo mostro. Se guardate i video e le testimonianze capirete perché.
La sua storia assume oggi i contorni di un film dell’orrore alla luce dei procedimenti giudiziari e delle testimonianze che hanno rotto anni di omertà e di “coperture” da parte di politici e istituzioni.
A Matrix siamo stati tra i pochi (almeno in tv) a parlarne. Forse perché si tratta di una vicenda che dà fastidio. Di sicuro suscita indignazione, rabbia e, appunto, orrore. Le testimonianze


La “genetica dell’Olocausto”


ANCHE I NIPOTI SOFFRONO LA “SHOA”. Portano la Memoria nel DNA.


Invece – come scrisse il Guardian il 21 agosto 2015  –  un gruppo di ricerca del Mount Sinai Hospital di New York (la più lussuosa  clinica ebraica), capeggiato dalla dottoressa Rachel Yehuda,   ha vendicato Lamark.  Esso gruppo s’è dedicato allo studio genetico di “32 uomini e donne ebraici che erano  stati internati in un campo di concentramento nazista, hanno assistito o subito torture, o hanno dovute nascondersi durante la seconda guerra mondiale”. Gli studiosi hanno analizzato poi i  geni dei loro figli e nipoti, notoriamente soggetti ad  accresciuto disordine da stress,  confrontandoli con famiglie ebraiche che non avevano vissuto in Europa durante il Terzo Reich. Ebbene: hanno trovato una modifica della “metilazione della citosina”  che i Sopravvissuti alla Shoah avevano trasmesso ai figli.”Questi cambiamenti  dei geni nei figli possono  essere dovuti soltanto all’esposizione  dei genitori all’Olocausto”, asseverò la dottoressa Yehuda.

Il travisamento cosciente del Vangelo

L'ABORTO E "RAZZA BIANCA"



Aborto, "silenzio totale"; ma guai a dire "razza bianca". Dove la vede, il cardinale Bassetti, la xenofobia degli italiani? Gesù Cristo, oltre a non occuparsi di politica, non ha mai preteso "il suicidio" per amore del prossimo 
di Francesco Lamendola  

  

Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della C.E.I. ha perso un’altra buona occasione per tacere. Tipico esponente di una neochiesa che, da anni ormai, ha alzato bandiera bianca su tutti i fronti della dottrina morale cristiana, e che non fiata più nemmenosui milioni di aborti che vengono praticati nei Paesi cattolici grazie alle legislazioni abortiste volute dalla massoneria, dai radicali e da tanti “cattolici” progressisti e modernisti; che non parla più della dottrina cattolica, ma, in compenso, non tace nemmeno un giorno sul presunto dovere cristiano dell’accoglienza, dove accoglienza significa la pratica dell’auto-invasione quotidiana e il pieno sostegno all’islamizzazione dell’Italia e dell’Europa, ha fatto sentire ben forte la sua voce, in compenso, per una frase di Attilio Fontana, leghista, candidato del centrodestra alla guida della Lombardia, in cui questi diceva che la nostra etnia, la nostra razza bianca e la nostra società rischiano di essere cancellate da un’immigrazione incontrollata. Apriti cielo; tutto l’establishment del politicamente corretto, sia laico che ecclesiastico, si è sdegnato, stracciandosi le vesti e rievocando i fantasmi delle leggi razziali fasciste del 1938; e monsignor Bassetti non ha voluto far mancare il suo prezioso parere, non ha voluto privarci delle sue sagge e illuminanti parole, nella prolusione al Consiglio della Comunità Episcopale, il 21 gennaio 2018:

Bisogna reagire a una cultura della paura che, seppur in taluni casi comprensibile, non può mai tradursi in xenofobia o addirittura evocare discorsi sulla razza che pensavamo fossero sepolti definitivamente. Non è chiudendo che si migliora la situazione del Paese. (…) Ogni cristiano è chiamato ad andare verso di loro con un atteggiamento di comprensione e compassione, (perché siamo) un’unica famiglia umana.

Lasciatelo studiare!..

Perché Francesco ha sposato due sconosciuti, ma rifiuta di ascoltare testimoni scomodi



Puntuali, le parole dette da papa Francesco ad alta quota, questa volta durante il suo volo di ritorno dal Perù a Roma, nella notte tra il 21 e il 22 gennaio, hanno prodotto l'ennesima grande confusione:
Sono stati due gli argomenti esplosivi della conferenza stampa, entrambi localizzati in Cile: la sorte del vescovo di Osorno, Juan de la Cruz Barros Madrid, e il matrimonio-lampo celebrato dal papa tra una hostess e uno steward, durante il volo da Santiago a Iquique.
In questo secondo caso Francesco ha detto d'aver giudicato all'istante che "tutte le condizioni erano chiare" per la validità del sacramento e quindi che si potesse celebrarlo da subito. Per maturare tale certezza ha spiegato che gli sono bastate le parole dei due sposi.
Riguardo al vescovo di Osorno, è avvenuto l'opposto. Il papa ha detto che ha "studiato e ristudiato" a lungo il caso, ma gli sono mancate le "evidenze" della sua colpevolezza. E per questo mantiene il vescovo alla testa della diocesi, nonostante le accuse che continuano ad essere portate contro di lui, accuse che per il papa sono in realtà "calunnie".

Splende sulla nebbia il sol dell'avvenire..

Pedofilia, le scuse del Papa, ma le nebbie restano

Il Papa in conferenza stampa sull'aereo
Con la conferenza stampa di ieri sull’aereo di ritorno si è concluso il sesto viaggio apostolico di Papa Francesco in Sud america. La trasferta in Cile e Perù ha visto alcuni momenti forti come l’incontro con i Mapuche, quello con gli indigeni dell’Amazzonia a Puerto Maldonado, quindi la visita fuori programma con alcune vittime della pedofilia. Un notevole ritorno mediatico è stato causato anche dal matrimonio tra uno steward e una hostess della compagnia aerea Latam che Francesco ha celebrato sull’aereo che lo portava da Santiago a Iquique.

lunedì 22 gennaio 2018

Contra spem in spe

REAGIRE: MANOVRA IN 3 TEMPI

   

Per reagire: una manovra in 3 tempi e un’immane opera di bonifica. E' arrivato il tempo di rimboccarsi le maniche e reagire allo sfascio della Chiesa la prima mossa è quella di puntare alle dimissioni del (falso) papa Bergoglio
di Francesco Lamendola   


  

Forse ci siamo leccati le ferite abbastanza; forse è arrivato il tempo di rimboccarsi le maniche e reagire al presente sfascio della Chiesa cattolica, senza più piangersi addosso e senza aspettare rettifiche, ripensamenti e ravvedimenti da parte di chi non ci pensa affatto, anzi, è più che mai deciso a procedere nella direzione intrapresa. Fermo restando che la prima cosa da fare, sempre, costantemente, ogni giorno, è pregare e rivolgere ogni speranza e ogni invocazione a Chi solo può tutto e non desidera altro che il bene, perché è il Bene stesso, ci sembra che, nel prossimo futuro, si possa immaginare una sorta di manovra in tre tempi, perché sarebbe irrealistico immaginare un pronto ristabilimento della giusta situazione e quindi bisogna rifuggire da ogni impazienza, frenesia e precipitazione, le quali altro non farebbero se non aggravare la confusione già oggi imperante, e gettare in uno sconforto ancor più grave le anime smarrite e bisognose di conforto.

Da buon eretico..

Brillante, Santo Padre, avrebbe dovuto diventare un taglialegna



4.096 × 3.100

Foto: © gloria.tv, CC BY-ND#newsJmfowbcshv
Siamo sicuri che questo Papa ce lo abbia mandato lo spirito santo?


Siamo sicuri che questo Papa ce lo abbia mandato lo spirito santo?

Non sono certamente un esperto di storia della Chiesa, ma mi pare di ricordare che uno dei principali motivi – se non il principale – degli scismi che hanno spaccato in tre la Chiesa di Cristo sia stato quello del “primato di Pietro”. Per i cattolici il “Vescovo di Roma” era il Vicario di Cristo sulla Terra e, in quanto tale, era il Capo assoluto, indiscusso e indiscutibile della Chiesa. Per gli ortodossi, il vertice della Chiesa era un organo collegiale, “sinodale”, all’interno del quale era riconosciuto al Vescovo di Roma e, dopo lo scisma, al Vescovo di Costantinopoli il ruolo di semplice “primus inter pares”. Per i protestanti, infine, il “primato di Pietro” era semplicemente un’impostura e nessuna particolare prerogativa era riconosciuta al Vescovo di Roma.
Nel tempo, la Chiesa Cattolica ha addirittura radicalizzato la sua posizione riguardo al primato pietrino. Mentre, in origine, il Pontefice veniva semplicemente scelto dal clero romano, si passò successivamente a sistemi elettorali sempre più elitari, fino a concepire il “Conclave” ove i Cardinali (che in principio erano soltanto i collaboratori diretti del Papa) sarebbero stati semplicemente gli strumenti attraverso i quali lo Spirito Santo (cioè Dio) manifestava la propria volontà.

L’enogastronomo della cristianità

Evitate il produttore di marmellate Enzo Bianchi, cercate i Padri del Deserto curati da Cristina Campo

Il bastone e la carota. Un libro stroncato e uno elogiato. Il cristianesimo new age di Bianchi è mistificazione pseudo-teologica. Meglio gli scritti originali dei Padri del Deserto



Il bastone. Il riconoscimento cristianamente più azzeccato gli cascò tra le braccia un paio di anni fa. Nel 2016 l’Università degli studi in Scienze Gastronomiche di Pollenzo, quella fondata dal fondatore di Slow Food, ha affibbiato la laurea honoris causa a Enzo Bianchi, l’enogastronomo della cristianità. In effetti, il Monastero di Bose fondato da Bianchi, più che altro, è un agriturismo con i canti di Efrem Siro in sottofondo, un ecumenico parco giochi dove ‘padre’ Bianchi, che sacerdote non è, è un laico che ha fondato una comunità propria, si veste da monaco, perché non è vero che l’abito non fa il monaco, l’abito è tutto, soprattutto in monastero, pardon, soprattutto in tivù.

La corda del cappio?

"Complotto contro Bergoglio in Conclave", l'accusa del cardinale

Bergoglio sarebbe stato oggetto di un complotto durante lo scorso Conclave. Un cardinale ha raccontato di come abbiano provato a ostacolare Francesco
Una sorta di complotto per impedire l'elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio al soglio di Pietro. La rivelazione del cardinale Oscar Mariadiaga è contenuta in "Tutti gli uomini di Francesco", l'ultimo libro di Fabio Marchese Ragona.