ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 27 marzo 2019

Perché lo ha fatto?

Bergoglio non si fa baciare l’anello papale. Perché?




Il 25 marzo 2019 papa Bergoglio si è recato a Loreto e ha inscenato una pantomima che ha fatto subito il giro del mondo: ha ritratto la mano destra che porta l’anello papale ogni volta che qualcuno si chinava per baciare l’anello stesso, com’è consuetudine da tempo immemorabile.
Ne hanno parlato tutti i giornali e tgcom ha diffuso il filmato… e questo papa Bergoglio lo sapeva benissimo, quindi il suo gesto è stato espressamente voluto perché fosse notato, commentato e diffuso.
La domanda è: perché lo ha fatto? Chiaramente si è trattato di un messaggio trasmesso nello stile tipico del papa argentino. Qual è questo messaggio?
Bisognerebbe chiederlo a lui, ma dal momento che non è difficile pensare quali possano essere le sue intenzioni, proponiamo di seguito alcune riflessioni.

Innanzi tutto va segnalato un altro elemento che ha ugualmente caratterizzato la giornata.
Nei giorni dal 29 al 31 marzo si  svolgerà a Verona il Congresso Mondiale della Famiglia. Finora le autorità ecclesiastiche non hanno appoggiato o incoraggiato questa iniziativa, nonostante essa sia stata osteggiata da quasi tutto il mondo laico. Ma ecco che a Loreto papa Bergoglio prende posizione:
«La Casa di Maria è anche la casa della famiglia. Nella delicata situazione del mondo odierno, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna assume un’importanza e una missione essenziali. È necessario riscoprire il disegno tracciato da Dio per la famiglia, per ribadirne la grandezza e l’insostituibilità a servizio della vita e della società.» (Discorso rivolto ai fedeli)

Questo richiamo al valore cristiano della famiglia è lodevole e ne va dato atto a papa Bergoglio: sembra infatti chiaro che egli abbia voluto dare un segnale a favore dell’iniziativa di Verona; ma questo Papa non fa niente senza contropartita, senza un secondo scopo. E in questo caso c’è da pensare che si sia servito del richiamo alla famiglia per predisporre positivamente tanti fedeli ad accettare benevolmente anche l’altro gesto che aveva progettato di fare in maniera eclatante: il rifiuto di farsi baciare l’anello papale.

Cos’è l’anello papale? Al pari dell’anello vescovile è il simbolo della funzione che rivestono i prelati della Chiesa: il Papa, Vicario di Cristo, i vescovi, successori degli Apostoli. Quando un fedele si china a baciare l’anello rende un atto di omaggio e di sottomissione al successore degli Apostoli o al Vicario di Cristo, non rende omaggio all’uomo che riveste la funzione. E’ per questo che, diversamente da quello che avveniva fino a qualche decennio fa nel mondo laico, il fedele non bacia la mano dell’uomo, ma si limita a baciare il simbolo della sua funzione.
Questo comporta che non spetta al Papa o al vescovo, in quanto uomo con le sue personali convinzioni, accondiscendere o no al bacio del simbolo che porta al dito a significare qualcosa che è più grande di lui e che lui stesso è tenuto a rispettare e a far rispettare. La funzione esercitata non è lasciata alla volontà dell’uomo che la esercita, al contrario: la di lui volontà deve sottostare alla funzione che è chiamato a svolgere; non è infatti l’uomo che diventa papa o vescovo, ma è la Chiesa che si serve dell’uomo per rendere umanamente operativa la funzione di guida e di insegnamento che essa è destinata ad esercitare per volontà di Dio.
In altre parole: non è il papato o il vescovato che viene messo a disposizione dell’uomo, ma è l’uomo che viene chiamato a servire l’uno o l’altro; e questo rende chiaro che non è dato all’uomo disporre del simbolo che porta al dito.

Quando il fedele si china a baciare l’anello papale o vescovile, di fatto esprime la sua comunione gerarchica con l’intera Chiesa, in quel momento rappresentata dal prelato presente, ma idealmente significata nella sua interezza temporale e universale, alla quale il fedele dimostra di volere appartenere.
Se il Papa, come in questo caso, toglie al fedele la possibilità di esprimere questa sua appartenenza, di fatto è come se respingesse il fedele stesso, cosa che non rientra nelle sue prerogative: è chiaro infatti che il fedele appartiene per grazia alla Chiesa indipendentemente da questo o da quel papa, da questo o da quel vescovo.

Posto, quindi, che il gesto di papa Bergoglio non ha alcuna giustificazione di carattere generale, e che si è trattato di un arbitrio inaccettabile, vediamo se è possibile trovare una qualche giustificazione di carattere particolare o contingente.
Innanzi tutto, lo stesso luogo in cui si è svolta la vicenda esclude che fattori umani e mondani possano avere spinto papa Bergoglio ad adottare tale comportamento: Loreto è uno dei luoghi in cui è presente, miracolosamente, la presenza del soprannaturale: è il luogo che conserva la casa dove Dio si è voluto rendere presente nel mondo, con l’Annunciazione a Maria, in vista dell’Incarnazione del Verbo e della conseguente redenzione dell’uomo peccatore che aderisce all’azione redentrice di Cristo.
Un tale luogo ha un così prepotente richiamo al soprannaturale che esclude qualunque ingerenza da parte di qualsivoglia volontà umana. Papa Bergoglio ha sbagliato a scegliere Loreto per dare ai fedeli un segno dei suoi personali intendimenti.
La prima deduzione che ne deriva è che il papa argentino non ha alcun rispetto per il soprannaturale e, in questo specifico caso, non considera Loreto come un luogo in cui si è realmente manifestato il diretto intervento divino con la traslazione miracolosa della santa casa di Nazareth.

Si può anche pensare che il gesto di papa Bergoglio abbia a che fare con le sue vedute pauperiste: già lo stesso anello che porta al dito non è d’oro, per sua precisa volontà, e quindi non ha alcuna continuità con l’anello portato dai suoi predecessori, discontinuità rimarcata dal fatto che l’anello del suo immediato predecessore, coniato con l’oro dell’anello ancora precedente, è stato accantonato e quasi sigillato per il disuso, marchiandolo con una croce.
Rinunciare all’anello d’oro, metallo simbolo della maestà divina, non corrisponde alla rinuncia all’opulenza terrena in nome della semplicità soprannaturale, corrisponde invece alla pretesa, conscia o meno, di svilire questa stessa maestà; corrisponde cioè alla volontà di far prevalere le istanze umane sulle prerogative divine.
E tuttavia, questo non giustifica il gesto di papa Bergoglio di impedire il bacio dell’anello, poiché, al contrario, proprio il bacio di quell’anello avrebbe potuto significare l’importanza che ha per lui il prevalere del fattore umano sulle prerogative divine.
Quindi, ci dev’essere dell’altro in questo gesto volutamente eclatante.
Se l’anello è il simbolo della funzione papale, come lo è, il separarlo dal rispetto dei fedeli equivale a voler separare i fedeli dal papato, e questo in una duplice accezione.
Dal punto di vista del fedele equivale a insegnare a questi la poca importanza che deve avere per lui il papato e la stessa Chiesa. Dal punto di vista di papa Bergoglio equivale a dichiarare che in lui non bisogna vedere il Papa, e anche questo in una duplice accezione.
Innanzi tutto si manifesta con chiarezza che per Bergoglio vale di più la sua persona che la funzione che è stato chiamato a svolgere: invertendo così la realtà. Secondariamente, Bergoglio non ha, e non ha mai avuta, alcuna intenzione di esercitare la funzione papale: come se per lui il papato fosse è un mero accidenti ostativo al fini dell’esercizio della prerogativa di guida della Chiesa universale. Una sorta di visione mondana che contempla solo l’esercizio di un potere personale con esclusione della funzione di guida delegata da Dio.

La funzione del papato non è per sua natura riconducibile alla semplicità vista dal punto di vista umano, piuttosto alla semplicità propria di Dio, semplicità che, umanamente, è contrassegnata prima di tutto dal mistero. E’ un mistero divino come un uomo possa esercitare la funzione di Vicario di Cristo in terra, sia perché il vero ed unico Capo della Chiesa è Cristo, sia perché il Suo Vicario è solo uno strumento nelle Sue mani, a cui si richiede la docilità e la permeabilità all’azione della grazia.
Tutto questo non ha alcunché di semplice e quando, come in questo caso, lo si volesse semplificare il risultato sarebbe una riduzione del divino all’umano, che come minimo è impossibile.
Né tale supposta ed impropria semplicità potrebbe aiutare il fedele a predisporsi meglio nei confronti del papato e della Chiesa: egli infatti ha sempre bisogno di percepire innanzi tutto la grande differenza che c’è tra la sua condizione di peccatore e la potenza salvifica della Chiesa, espressa proprio dalla figura del Papa servo dei servi di Dio e al tempo stesso guida che conferma il fedele nella fede, senza la quale egli non può piacere a Dio e non può raggiungere la salvezza eterna. Se tutto questo si pretende di volerlo ridurre alla mera comprensione umana, di fatto si trasforma il papato in un qualunque ufficio privato di disbrigo pratiche.

Tra le altre possibili interpretazioni del gesto inconsulto di papa Bergoglio si potrebbe annoverare la volontà di ridurre a poca cosa il papato per venire incontro alle convinzioni dei protestanti, che considerano il Papa come un prevaricatore e il papato come un arbitrio.
Tale possibile interpretazione collima con la volontà di Bergoglio di svilire il papato, ma in questo caso c’è l’aggravante di un papa che per compiacere chi lo avversa si dispone a spogliarsi del papato e quindi a negare se stesso; cosa che anche dal solo punto di vista umano è del tutto priva di senso: sia perché non è possibile negare se stessi, sia perché l’unica cosa coerente a riguardo dovrebbe essere la rinuncia al papato, con l’assurdo che il Papa rinunciatario non potrebbe praticamente agire da papa neanche in negativo.
Ma è tipico del papa argentino violare ogni coerenza e praticare ogni possibile contraddizione. Il risultato è che il gesto di impedire il bacio dell’anello papale esprime una concezione assurda anche dell’essere solo un uomo come tutti gli altri, perché nessun uomo si sognerebbe di affermare se stesso negando se stesso.

Per ultimo, consideriamo l’accaduto dal punto di vista della cosiddetta opinione pubblica, come informata e formata a vario titolo dai mezzi di informazione di massa.
Le reazioni sono state discordanti, ma tutti hanno rilevato l’importanza di un papa che vuole ridimensionare la figura del papato e questo mentre continua ad essere ancora papa.
Questa lettura del gesto di papa Bergoglio porta ad una chiara affermazione dell’idea che il Papa non è più papa e che la sede papale è di fatto vacante. 
Ora, la Chiesa continua a sussistere anche in mancanza del Papa, ma questo in termini solo temporali e per un tempo relativamente breve seguito da un tempo di ritorno alla normale presenza del Papa. Se la Chiesa rimanesse senza il Papa per un lungo periodo, di fatto è come se in quel periodo non esistesse essa stessa, cosa evidentemente impossibile.
Tuttavia, data la relativa importanza di un lasso di tempo a fronte della perennità della durata della Chiesa, si potrebbe ipotizzare una qualche funzione suppletiva a compenso della vacanza momentanea del papa, soprattutto perché tale vacanza non annulla la sussistenza del papato, sia pure virtuale, in questo caso.
Tuttavia, seguendo questa linea di pensiero si trascura il fatto che il fedele finirà col considerare normale l’assenza del Papa, al punto che si convincerà, inevitabilmente, che il Papa non è necessario per la continuità della permanenza della Chiesa. Questa possibilità, però, non è reale, poiché non può esistere un corpo senza la testa, né può esistere un corpo reale con una testa virtuale. Quando si giungesse all’affermazione di questa impossibilità saremmo di fronte alla fine della realtà della Chiesa. Questa può continuare a sussistere con una testa malata, ma non senza testa, perché in questo caso sarebbe semplicemente morta. E se la Chiesa non può morire fino alla fine del mondo, essa continuerà ad avere una testa in un papa comunque esso sia. Essa continuerà a vivere nonostante il Papa attuale faccia di tutto per inculcare nei fedeli che egli non è un papa.


di
 Giovanni Servodio

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2907_Servodio_Francesco_non_si_fa_baciare_l-anello.html

BESTIARIO CLERICALE. QUESTA VOLTA TOCCA A LEI, SANTITÀ. MA NON SOLO.

27 Marzo 2019 Pubblicato da  Lascia il tuo commento --


Cari amici di Stilum Curiae, lo so che l’avete già visto e rivisto, e che certamente avete commentato, fra di voi, con amici e parenti, oppure sui social e su qualche blog il video del Pontefice che sottrae l’anello al bacio dei fedeli. Lo so; però appare talmente surreale quel ritrarre continuamente e rapidamente la mano, quella manina svelta svelta, che scappa, come se fosse scottata, che ho pensato lì per lì a un montaggio di qualche anticlericale, che se, uno stile Almodovar, o un Moretti del film sui cardinali che giocano a pallavolo, per mettere in ridicolo la figura del Pontefice. Invece è autentico; e anche se è già vecchio, anche solo per dovere di archivio Stilum Curiae non può tralasciarlo.

Sul senso e contenuto del gesto non so che dire. Ma se si pensa che non sia giusto, opportuno, bello che i fedeli diano questo segno di devozione non alla mano, ma all’Anello, e a ciò che rappresenta, all’Alter Christus di cui è simbolo e pegno, perché non dirlo prima delle udienze? Sarebbe così semplice e chiaro mettere un cartello, o posizionare un qualche aiutante di Camera che sussurri alle persone in fila: Niente baciamano, per favore? Già, ma sarebbe un elemento della materia che più sembra difettare nella Chiesa attuale, cioè la non ambiguità, la non duplicità, la non bipolarità, cioè la chiarezza. Quella de sì, sì, no, no. Con il seguito che troppo spesso viene omesso…
Questa invece è una perla dell’udienza ai giovani del Collegio Barbarigo, qualche giorno fa. Il Pontefice fra le altre cose ha detto: “Andate avanti, sempre uniti, mai soli. Sempre uniti. I vecchi romani, che hanno abitato questa terra, dicevano: “Vae soli!”, guai all’uomo o alla donna che va solo o sola. Sempre con la famiglia, con gli amici, con la scuola, con la comunità: sempre in compagnia”.
Vecchi romani? Quelli dicevano Vae Victis. Vae Soli ha un’altra origine letteraria, l’Ecclesiaste…”Melius est ergo duos esse simul, quam unum … Si unus ceciderit, ab altero fulcietur: vae soli: quia cum ceciderit, non habet sublevantem se” (Ecclesiaste 4,10). È meglio essere insieme in due, che uno solo…se uno cadrà, sarà sostenuto dall’altro; perché se uno solo cade, non ha chi lo sollevi.
Questa invece è un’ospitata musulmana nella cattedrale di Madrid. Vedete voi….

E per concludere una foto di cui ringraziamo il Movimento Beato Bartolo Longo.

Miserere nobis, Domine

Marco Tosatti


Il bacio dell’Anello a Bergoglio non è mai piaciuto, a meno che…


San Francesco d’Assisi (quello vero) venerava le mani dei Sacerdoti, che egli baciava sempre in ginocchio con grande devozione;  anzi baciava anche i piedi e le stesse orme dove era passato un Sacerdote..
E’ di dominio pubblico il video che ritrae papa Francesco, in visita a Loreto, mentre OFFENDE ED UMILIA alcuni Laici che, piegandosi in rispetto per baciare la mano del papa, l’anello del Pescatore, si sono visti ritrarre la mano in malo modo e, con un sorrisetto stampato ad effetto…. Bergoglio con la mano destra caccia frettolosamente via i fedeli, uno ad uno, qui il video originale dal minuto 56:00 al minuto 1:03:10.
La spiegazione del gesto che è parte della Tradizione Cattolica e del mondo ortodosso, è stata ben spiegata, qui, da Luisella Scrosati. Si parte da UN GESTO CHE E’ PRINCIPALMENTE UN SEGNO…. Nulla di obbligatorio, intendiamoci bene, ma un segno di AMORE, DI RISPETTO E DI RIVERENZA innanzi tutto al Sacerdote…. di conseguenza al proprio superiore ecclesiastico dal momento che, nella sua veste di Sacerdote di Cristo e per ciò che opera con le sue mani e per i Sacramenti che ci offre, il fedele- con questo gesto – TESTIMONIA VISIBILMENTE LA SUA OBBEDIENZA al Sacerdote e ai suoi superiori. IL BACIO-SANTO, così veniva anche chiamato, è un segno DELL’AMORE A CRISTO e non un semplice gesto di galateo o di circostanza….
Ed è evidente che, quando compiamo questo gesto, non vogliamo ADULARE il Sacerdote o il superiore nella figura del Vescovo, o il Papa…. ma esprimiamo L’AMORE innanzi tutto a Gesù che attraverso loro “ha dato il potere dei Sacramenti” che sono la nostra salvezza, e dunque riconosciamo, in loro, GLI APOSTOLI NELLA SUCCESSIONE…. Questo baciamano è così diventato nel tempo stesso il riconoscimento SPONTANEO di un segno amorevole nei confronti stessi DELLA CHIESA che in Essi è rappresentata…
Tagliando corto… dove sta lo scandalo??
A dirla tutta fu Giovanni Paolo II a LIMITARE questo gesto, ma senza mai fare gesti plateali come abbiamo visto fare, nel video, dal suo successore, anzi, alla fine cedeva sempre…. Anche Benedetto XVI aveva rimosso L’OBBLIGO al bacio dell’Anello…. ma anche lui  – a chi lo faceva – non ritraeva la mano… A dirla tutta furono gli INNOVATORI dell’ultimo concilio, a pretendere l’abolizione di questi e molti altri SEGNI, che hanno caratterizzato la vita semplice nei rapporti tra i fedeli e la GERARCHIA….
Del resto…. basti vedere video ed immagini di questi 6 anni per scoprire che alla fine è proprio Bergoglio a BACIARE LA MANO AGLI ALTRI….. E’ fondamentale, perciò capire perché Bergoglio – che non disdegna di baciare le mani agli altri – non accetti che si bacino le sue… Si noti dal video in questione che egli non disdegna, all’inizio, che i Religiosi e le Religiose gliela bacino…. solo dopo, quando tocca AI LAICI, egli bruscamente la ritrae, perchè?
__037 baciamano 2Perché Bergoglio ha un concetto per metà errato di questo SEGNO!!In una biografia egli fece presente che NON AMMETTE E NON ACCETTA che gli si baci le mani perché lui è SERVO…. e non un monarca…. e semmai è lui che si sente di dover baciare le mani DEI NOVELLI SACERDOTI E DEI LAICI CHE HANNO SOFFERTO…. così troviamo un Bergoglio che bacia le mani a novelli sacerdoti ed un Bergoglio che si china a baciare le mani ai superstiti dell’Olocausto…. e qui sta l’errore. Nel primo caso è corretto, nel secondo caso non è corretto. Il motivo è semplice: è giusto baciare le mani al novello sacerdote che sono state appena consacrate…. e quindi il baciare le mani ai propri sacerdoti, quale vero saluto, è tradizione viva della Chiesa SEMPRE e non una tantum…. Mentre è sbagliato che un Superiore baci le mani ai fedeli e soprattutto introducendo motivi che nulla hanno a che fare CON IL SACRO.
Bergoglio NON AMA IL SENSO E IL CONCETTO CATTOLICO DI SACRO…. il sacerdote, infatti, come il vescovo e perciò anche il Papa, è vero che sono al servizio dell’uomo, MA NEI SACRAMENTI DELLA SALVEZZA e non nelle questioni del mondo, politiche, culturali e via dicendo, tanto da arrivare a confondere il baciamano ai novelli sacerdoti, con il baciare le mani a dei sopravvissuti. Il gesto di Bergoglio è un gesto di FALSA UMILTA’, come vedremo… Per Bergoglio, così, il baciare le mani, è SOLO un gesto di riferimento ad un servizio all’uomo, a prescindere dal senso del sacro e- ovviamente – contraddicendosi… perché, come abbiamo dimostrato, se lui è convinto che è bene – come lo è – il baciare le mani consacrate ad un novello sacerdote, baciarle ad un laico fa perdere ed annulla il primo ed unico vero significato del gesto, trasformandolo in una MACCHIETTA esibizionista, pronta per le telecamere, o per RICEVERE GLI ONORI DEL MONDO.
Questo non è “pensar male“, al contrario, è voler difendere UN SEGNO che è un gesto specifico nella storia della Chiesa. Non dobbiamo dimenticare anche che, questo baciare le mani al sacerdote (e al vescovo e dunque al Papa), non era un baciare “LE MANI”, ma intanto LA MANO DESTRA attraverso la quale il sacerdote ha ricevuto quel potere DI BENEDIRE NEL NOME ED IN PERSONA CHRISTI, compiendo quel grande prodigio che è la stessa Transustanziazione….. ma poi si bacia – al vescovo e al Papa – L’ANELLO simbolo dell’autorità apostolica, un segno di riconoscimento e non una vanteria o una rivendicazione personale…. Baciare la mano CHE PORTA L’ANELLO al vescovo e al Papa, significa proprio che riconosciamo LA SUCCESSIONE APOSTOLICA, che siamo FIGLI, membra della Chiesa della quale essi sono i Pastori momentanei….
Per manus autem apostolorum fiebant prodigia, et signa magna in populo (Mediante le mani degli apostoli si verificavano molti segni e prodigi nel popolo).
San Padre Pio ritraeva le mani (a parte perché molti strattonandole gli facevano anche molto male) quando capiva che il soggetto era INCURIOSITO DALLE STIGMATE…. ma quando capiva la venerazione DEL SUO STATO, non solo non le ritraeva, ma lo concedeva ben volentieri, benedicendo le persone. Egli, piuttosto, cercava sempre di baciare con amore le mani di qualche sacerdote, magari afferrandole a sorpresa….
Padre José Rodrigo López Cepeda, MSpS, riferisce come tale amico, Don Nicanor ha cercato di baciargli la mano. Il sacerdote voleva evitarlo, ma don Nicanor gli ha stretto forte la mano, se l’è portata alle labbra e l’ha baciata. Poi lo ha guardato negli occhi e gli ha detto con una certa autorità: “Non bacio lei. Bacio il Signore nelle sue mani consacrate”… e questo dovremo INSEGNARE NOI FEDELI AI SACERDOTI quando, baciando la mano, essi la ritraggono, perché E’ FALSA UMILTA’….
E’evidente che per Bergoglio il Signore “non sta” solo nelle mani dei consacrati, ma  “nella carne dei poveri, degli immigrati, di chi ha sofferto…” e il problema non sta neppure qui, perché IN PARTE è anche vero, ma il problema sta NELL’APPIATTIMENTO E NEL SINCRETISMO di quella PRESENZA CHE E’ UNICA E PARTICOLARE NEL SACERDOTE…. “Se io incontrassi – diceva il S. Curato d’Ars – un Sacerdote e un Angelo, saluterei prima il Sacerdote, poi l’Angelo… Se non ci fosse il Sacerdote, a nulla gioverebbe la Passione e la Morte di Gesù… A che servirebbe uno scrigno ricolmo d’oro, quando non vi fosse chi lo apre? Il Sacerdote ha la chiave dei tesori celesti…”. Chi fa discendere Gesù nelle candide ostie? Chi mette Gesù nei nostri Tabernacoli? Chi dona Gesù alle nostre anime? Chi purifica i nostri cuori per poter ricevere Gesù?… Il Sacerdote, solo il Sacerdote. Egli è il “ministro del Tabernacolo” (Ebr. 13, 10), è il “ministro della riconciliazione” (2 Cor. 5, 18), è il “ministro di Gesù per i fratelli” (Col. 1, 7), è il “dispensatore dei misteri divini” (1 Cor. 4, 1). E quanti episodi non si potrebbero narrare di Sacerdoti eroici nel sacrificare se stessi per donare Gesù ai fratelli?
Non a caso Bergoglio ha baciato anche le mani  all’arcivescovo di Canterbury il quale NON E’ NEPPURE “SACERDOTE”….
Sappiamo come san Francesco d’Assisi non volle diventare Sacerdote perché si riteneva troppo indegno di così eccelsa vocazione. Venerava i Sacerdoti con tale devozione da considerarli suoi “Signori”, poiché in essi vedeva solamente “il Figlio di Dio”; e il suo amore alla Eucaristia si fondeva con l’amore al Sacerdote, il quale consacra e amministra il Corpo e Sangue di Gesù. In particolare, venerava le mani dei Sacerdoti, che egli baciava sempre in ginocchio con grande devozione; e anzi baciava anche i piedi e le stesse orme dove era passato un Sacerdote. La venerabile Caterina Vannini vedeva in estasi gli Angeli che durante la Messa circondavano le mani del Sacerdote e le sostenevano al momento dell’elevazione dell’Ostia e del Calice. E che dire dell’altro servo di Dio, Don Dolindo Ruotolo, il quale non ammetteva che un Sacerdote potesse negargli “la carità” di fargli baciare le mani?
San Gregorio Nisseno scrive dei sacerdoti: “Colui che ieri era confuso col popolo, diventa suo maestro, suo superiore, dottore delle cose sante e capo dei sacri misteri”. Ciò avviene ad opera dello Spirito Santo, poiché “non è un uomo, non un angelo, non un arcangelo, non una potenza creata, ma lo Spirito Santo quegli che investe del Sacerdozio” (S. Giovanni Crisostomo).  Nella vita di S. Ambrogio, si legge che un giorno, appena celebrata la S. Messa, il Santo fu avvicinato da una donna paralitica che volle baciargli le mani. La poveretta riponeva grande fede in quelle mani che avevano consacrato l’Eucaristia: e fu guarita all’istante. Lo stesso, a Benevento, una donna paralitica da quindici anni, chiese al Papa Leone IX di poter bere l’acqua da lui adoperata durante la S. Messa per l’abluzione delle dita. Il Santo Papa accontentò l’inferma in questa richiesta umile come quella della Cananea che chiese a Gesù “le briciole che cadono dalla mensa dei padroni” (Matt. 15, 27). E fu subito guarita anch’essa. Così come santa Caterina da Siena e la stessa santa Teresa di Gesù baciavano la terra dove era passato un Sacerdote….
Come concludere? Innanzi tutto senza fare alcun “processo” a Papa Francesco, ma riportare semplicemente e dolorosamente un fatto di cronaca che deve però aprirci gli occhi SULLA AUTENTICA VENERAZIONE CHE DOBBIAMO AI NOSTRI SACERDOTI…. rieducandoci alla sana e corretta TRADIZIONE che ci spinge verso il senso del SACRO più autentico e, soprattutto, più fruttifero… E spingere gli stessi Sacerdoti a NON umiliare i Fedeli quando, piegandosi davanti ad essi, non stanno foraggiando una forma idolatrica o sincretista, ma RICONOSCENDO chi è il Sacerdote, con questo gesto, riconoscono GESU’ STESSO e supplicano GRAZIE E BENEDIZIONI….
E sono queste GRAZIE E BENEDIZIONI –  che con il gesto sconsiderato di Bergoglio – sono state RIFIUTATE, per ignoranza, ai Fedeli… poiché per lui hanno tutt’altro significato, ma che non proviene né dai Vangeli e neppure dalla Tradizione dei Santi. Baciare le mani al Sacerdote, al Vescovo e al Papa E’ UN VERO ATTO DI UMILTA’ E DI CARITA’ A GESU’ CRISTO, IL NOSTRO UNICO SIGNORE E DIO.


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