ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 16 ottobre 2019

Dal giardino di casa propria

Critiche alla statua pro-life, ecco chi c’è dietro



(Mauro Faverzani) La cristianofobia non è solo jihad, leggi liberticide, ideologie disumanizzanti… La cristianofobia parte dal giardino di casa propria. Come a Mentone, dove abortisti e femministe si sono letteralmente scagliati con i propri strali contro una statua sistemata nel giardino dell’Hôtel des Ambassadeurs, sede della prima Biennale d’Arte Contemporanea Sacra, che ha come tema «Ode alla vita». L’importante manifestazione ha un respiro internazionale, riunisce oltre 200 artisti provenienti da tutto il mondo. Ma questo a molti, a troppi non interessa.

Loro si sono fissati su quella scultura monumentale in bronzo, realizzata dalla nota artista Daphné du Barry; scultura, divenuta simbolo dell’importante manifestazione e raffigurante la Vergine Maria piangente, china nell’atto di raccogliere sette feti abortiti, per terra, ai suoi piedi. Per questo è stata intitolata «Notre-Dame des Innocents», Nostra Signora degli Innocenti. Appena installata, è divenuta subito bersaglio di feroci proteste da parte dei gruppi pro-choice, scatenatisi anche via social: han definito l’opera d’arte «brutale», il suo messaggio «choccante», forti pressioni sono state subito esercitate sul Sindaco affinché la rimuova o quanto meno la faccia sparire dalla vista dei passanti.
Secondo l’associazione Planning Familial 06 del Dipartimento delle Alpi Marittime, in questo caso l’arte sarebbe servita «come pretesto per colpevolizzare le donne»: «È una statua di cattivo gusto – ha commentato la coordinatrice dell’organizzazione abortista, Claire Moracchini –. Una statua, che urta per il messaggio negativo, cui rimanda sull’aborto». Abortisti e femministe lamentano le 47 mila donne morte nel 2018 nel mondo a seguito di un aborto clandestino: i dati sono quelli da loro stesse forniti, senza che peraltro abbiano a specificarne la fonte. In ogni caso, vero o meno, esse “dimenticano” i 41,9 milioni di bambini – dicasi 41,9 milioni! – morti sempre nel 2018 a causa dell’aborto provocato nelle cliniche, secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ente che di certo pro-life non è, ergo al di sopra di ogni sospetto; dati, cui andrebbero oltre tutto aggiunte le vittime dell’aborto chimico, una cifra incalcolabile. I pro-choice “dimenticano” che, sempre nel 2018, i bimbi uccisi nel grembo materno sono stati enormemente più di tutti i decessi per tumore (8,2 milioni), tabacco (5 milioni) e Aids (1,7 milioni). Per tumori, tabacco e Aids si scatenano campagne mediatiche e si fanno forti investimenti nella ricerca. Dell’aborto nessuno parla.
Non solo. In questi anni hanno costretto i Cattolici, volenti o nolenti, a sopportare di tutto: dal Cristo-orologio a testa in giù con le braccia crocifisse come lancette al volto scheletrico e provocatoriamente caricaturale imposto alla Vergine in vecchie statue restaurate, deformate e poi commercializzate; dalla foto di una donna nuda in croce ad oggetti liturgici abbinati a frattaglie d’animale; dai fumetti blasfemi alle bestemmie a teatro. Letteralmente di tutto. E tutto è stato imposto col solito pretesto della «libertà artistica, espressiva» e via farneticando, accusando gli altri di oscurantismo medioevale, di processi alle streghe, di toni da Inquisizione. Improvvisamente tutto questo sparisce d’incanto, sembra volatilizzarsi e non valere più di fronte ad una statua, che piange i bambini abortiti. D’un tratto sono proprio loro, gli ultras dell’arte senza bavaglio, a trasformarsi in inquisitori ed in oscurantisti senza ritegno, ad invocare con forza la censura, rivelando così la pretestuosità delle loro rivendicazioni discriminatorie, ideologiche e censorie.
Ma chi esattamente si agita contro questa statua? Chi c’è dietro? Abortisti e femministe, certo, come Planning familial 06 ed il Graf-Gruppo di Riflessioni e Azioni Femministe; ma, oltre a ciò, ecco l’Associazione per la Democrazia di Nizza, che, a dispetto del nome altisonante, porta avanti una politica pro-immigrazionismo, pro-manifestanti ai cortei e filo-anarchismo contro qualsiasi forma di repressione poliziesca o giudiziaria. In più, ecco spuntare il gruppo dei «Liberi Pensatori» di Mentone, del tutto organico alla massoneria, in quanto “paladino” del razionalismo spinto, dello scetticismo, dell’umanitarismo, dell’ateismo, dell’agnosticismo, dell’anarchismo, del libertarismo e via elencando.
A dar manforte ad abortisti e femministe sono subito giunti i media, che la sera stessa dell’inaugurazione della mostra hanno trasmesso servizi interessati più a scagliarsi contro la statua che a descrivere l’evento: così France3, BFM TV, CNEWS, il quotidiano Nice-Matin, ma anche FranceInfo, che ha titolato «A Mentone polemica su “Nostra Signora degli Innocenti”, la scultura che fustiga l’aborto».
L’autrice della statua, Daphné du Barry, dal canto suo, ha spiegato di aver voluto «semplicemente rendere testimonianza della bellezza, che rappresenta la vita. Quanti bambini non nati avrebbero potuto essere dei genii?». Del resto, «un bambino è un dono di Dio. La Vergine piange poiché questi piccoli non hanno visto la luce».
Eppure il messaggio, che la scultura vuol trasmettere, è davvero bello e profondo. A farsene interprete, è stata sulla stampa la presidentessa della Biennale, Liana Marabini, ripresa da FranceInfo: quelli raffigurati «sono bambini non voluti. Salvandoli», la Vergine «cerca di salvare anche le anime dei genitori, che li hanno rifiutati», ha dichiarato. E precisa: nessuna colpevolizzazione, dunque, anzi proprio l’opposto; le polemiche divampate sono del tutto «infondate», per cui l’opera d’arte «resterà al suo posto, davanti all’hotel. Per sempre». Speriamo proprio che sia così… 
https://www.corrispondenzaromana.it/critiche-alla-statua-pro-life-ecco-chi-ce-dietro/


Governo già esangue tenuto in vita solo dall’eutanasia

di Romano l’Osservatore.
Non sono ancora passati due mesi dall’esordio di questo governo rossogiallo ma è come se fossero passati due anni e più. È un governo amorfo, esangue, senza nerbo. Senza progetto. Come dimostra la Legge di Bilancio. Ma unito solo sull’eutanasia e il suicidio assistito. 
Non sono ancora passati due mesi dall’esordio di questo governo rossogiallo ma è come se fossero passati due anni e più. È un governo amorfo, esangue, senza nerbo. Senza progetto, o con mille progettini diversi buttati lì dalla singola forza politica o dal singolo ministro per durare dall’oggi al domani, per rubare un titolo di giornale e subito scomparire. E questo in politica economica come in politica estera, come in ogni capitolo di cui dovrebbe essere fatto il governo di un Paese, soprattutto di un paese in crisi.
È il governo dell’improvvisato e dell’indistinto. Guardate la Legge di Bilancio, che è l’atto più importante della stagione. Non c’è un segno distintivo, un provvedimento che possa destare l’emozione o la speranza degli elettori, che possa dare il proprio nome alla manovra. Alla fine l’atto più importante sarà il non innalzamento dell’Iva, se ci riusciranno, cioè qualcosa che non muta nè la vita nè il percepito dei cittadini e delle imprese perchè già oggi l’Iva è quella lì, e se ci riescono non cambierà.
È evidente che le casse dello Stato sono quelle che sono, ma non rilanci un Paese in crisi lasciando le cose come stanno. Qualcuno di loro ha parlato di abbassamento delle tasse, ma è stato subito tacitato perchè se non vuoi sfondare i conti devi tagliare le spese da un’altra parte, e non basteranno i decimali concessi dall’UE per fare l’operazione.
Qualcuno vorrebbe eliminare Quota 100, ma ha paura di rafforzare Salvini. Si è parlato di aiuti alle famiglie, ma le somme che circolano sono così basse da essere inefficaci o addirittura offensive. Il ministro dell’Istruzione e Università aveva esordito minacciando di dimettersi se non avesse ottenuto 3 miliardi subito per il suo comparto, poi ha ripiegato a proporre di togliere il Crocefisso dalle aule.
Il ministro della Salute aveva promesso il taglio del supertiket che, forse, si farà parzialmente nei prossimi anni. Sulle infrastrutture è calato il silenzio più raggelante, chi le ritiene indispensabili si accontenti della TAV (votata dal governo precedente). Landini e il sindacato, convinti forse dalla propaganda che questo è il governo più di Sinistra, chiedono almeno la detassazione degli aumenti salariali, ma per ora non sono neppur sicuri gli aumenti salariali.
E l’emergere delle cifre dei morti sul lavoro, una tragedia immane che parla di una media di tre morti al giorno, non ha neppure avuto l’onore di un sussulto di emozione di qualche ministro. Ne ha parlato il presidente Mattarella e ciò basti, sui provvedimenti concreti non si sta neppure ragionando.
Siamo dentro una palude e la palude si sta allargando. In politica estera Germania e Francia tagliano i rifornimenti di armi alla Turchia (il che vale molto poco ma è qualcosa) e noi annunciamo che chiederemo un’iniziativa congiunta europea… E soprattutto sembriamo non renderci conto che il ritiro delle truppe USA da una zona caldissima del globo è l’inizio di in mondo totalmente nuovo, dove non solo i poveri curdi, ma anche gli europei saranno lasciati soli.
E questo per non parlare del clamoroso bluff degli accordi di Malta, dove anche il ministro tecnico Lamorgese ha tenuto bordone all’ineffabile Conte-bis nel parlare di un epocale successo che non c’è.
In questo quadro tragico, 5Stelle e PD hanno trovato il tempo per proporre un testo di legge comune sul suicidio assistito, che va ovviamente nella direzione di garantire la ‘buona morte’ a chiunque lo chiede. E sul versante giustizia, siamo solo costretti a sperare che quel poco di resistenza messo in campo finora dal PD sugli istinti più giustizialisti dei 5Stelle si mantenga e non si sciolga come neve al sole, magari in cambio di una alleanza alle regionali.
Siamo nella palude e non è facile nutrire ottimismo, anche perchè il taglio dei parlamentari ha blindato la legislatura. Che almeno i partiti e i movimenti del centrodestra, e i loro centri studi, usino questo tempo per trovare un accordo saldo, saggio e definitivo e studiare proposte per salvare l’Italia. Sappiamo che non si voterà presto, speriamo un pò prima del 2023.

Eutanasia: la strategia radicale

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