ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 29 febbraio 2020

Indurre il serpente ad uscire dal suo nascondiglio cavo..

Solidarietà di monsignor Carlo Maria Viganò al cardinale Zen

Cari amici di Duc in altum, a seguito della lettera inviata al cardinale Zen dal decano del Sacro collegio, cardinale Re,monsignor Carlo Maria Viganò ha voluto far pervenire al vescovo emerito di Hong Kong una lettera di solidarietà che qui riproduciamo.
A.M.V.
***

Eminenza Carissima,
sono l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, già Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America.
Ho seguito con profonda partecipazione, condividendo la Sua sofferenza nella preghiera, i Suoi numerosi accorati Appelli a papa Bergoglio, per la drammatica situazione della Chiesa Martire in Cina, che lui stesso ha colpevolmente aggravato con il proditorio e sciagurato Accordo segreto firmato dalla Santa Sede con il Governo Comunista Cinese.
I Suoi accorati Appelli, Caro Fratello in Cristo, sono rimasti sistematicamente inascoltati e persino derisi in modo ipocrita e perverso. Quanto al Cardinale Parolin, ha agito da mero sconsiderato esecutore di un malvagio ordine superiore.
Ho letto stamane la ignominiosa e vergognosa Lettera che il Card. Giovanni Battista Re ha indirizzato a tutti i cardinali contro di Lei. Ne sono profondamente rattristato e indignato, e desidero esprimerLe tutto il mio affetto, la mia preghiera e la mia solidarietà fraterna nell’episcopato.
Lei è un coraggioso Confessore della Fede a cui va tutta la mia venerazione e ammirazione!
Purtroppo la menzogna in Vaticano è eretta a sistema, la verità è totalmente stravolta, l’inganno più perverso è spudoratamente praticato anche dai più insospettabili, che ora si prestano ad agire da strumenti complici dell’Avversario. Si è giunti addirittura ad affermare che “papa Benedetto XVI aveva approvato il progetto di Accordo” firmato nel 2018, quando invece tutti sappiamo della sua strenua resistenza e della sua reiterata riprovazione delle condizioni poste da un Regime persecutorio e sanguinario.
Il Vaticano ha fatto di tutto e di più per consegnare nelle mani del Nemico la Chiesa Martire Cinese: lo ha fatto siglando il Patto segreto; lo ha fatto legittimando “vescovi” scomunicati, agenti del regime; lo ha fatto con la deposizione di Vescovi legittimi; lo ha fatto imponendo ai Sacerdoti fedeli di registrarsi presso la chiesa succube della dittatura comunista; lo fa quotidianamente tacendo sulla furia persecutoria che proprio a partire da quell’infausto Accordo è andata inasprendosi in un inaudito crescendo. Lo sta facendo ora con questa ignobile missiva a tutti i cardinali, volta ad accusarLa, a denigrarLa e ad isolarLa.
Nostro Signore ci assicura che niente e nessuno potrà mai strappare dalla Sua mano coloro che resistono al nemico infernale e ai suoi accoliti, trionfando su di loro “per mezzo del Sangue dell’Agnello e grazie alla testimonianza del loro martirio” (Ap. 12, 11).
Il Vostro esempio, Caro Cardinale, e il prezzo altissimo che state pagando per difendere la Causa di Dio e della sua Chiesa, provochi in noi un salutare scossone, ci strappi dall’inerzia e dall’assuefazione con le quali assistiamo supini alla resa della Chiesa Cattolica nei suoi più alti vertici e nella sua gerarchia, all’eresia e all’apostasia, per essersi messa a seguire il Principe di questo mondo, menzognero e omicida sin da principio.
Parce, Domine, parce populo tuo,
quem redemisti, Christe, sanguine tuo,
ne in aeternum irascaris nobis.
+ Carlo Maria Viganò
Arcivescovo tit. di Ulpiana
Nunzio Apostolico

L’ATTACCO DI RE A ZEN. OCCHI CINESI SPIEGANO CHI E PERCHÈ…


Cari amici e nemici di Stilum Curiae, un amico cinese che vive in Italia e ben conosce sia il mondo cinese che quello vaticano, ci ha reso partecipi di una sua riflessione sui recenti avvenimenti, rivelati da La Nuova Bussola Quotidiana, e sottolineati dalla lettera di solidarietà che l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha scritto al cardinale Joseph Zen.
Riassumiamo con parole nostre quanto detto dall’amico cinese, che ha voluto anche in qualche dettaglio drammatizzarla un po’. E facciamo nostro il senso della sua riflessione.
Secondo una lettera scritta dal mons. Viganò al card. Josef Zen per esprimergli la solidarietà, il card. Giovanni Battista Re avrebbe indirizzato una lettera a tutti i cardinali con cui accusava il prelato cinese. Il fatto sarebbe ben significativo. Perché
La persona Bergoglio si sarebbe sentita seriamente accusata dal card. Zen, anche se il prelato cinese aveva scritto a tutti i cardinali citando soltanto il nome di Pietro Parolin sui temi della fallimentare politica vaticana verso la Cina.
Perciò l’autore del famoso accordo con Pechino deve esser stato lo stesso Bergoglio.
Visto che solo Bergoglio ha la possibilità di mobilitare il decano del Collegio cardinalizio e usarlo per contrattaccare il card. Zen
La dinamica dell’evento sarebbe interessante e spettacolare. Si potrebbe immaginare un Parolin accusato ed indebolito, rattristato e infuriato. Lo stesso si sarebbe recato da Bergoglio con le lacrime agli occhi, per chiedere un chiarimento di responsabilità e la protezione della sua reputazione, possibilmente con la minaccia di lasciare il suo incarico di Segretario di Stato.
Mentre Bergoglio, che sa bilanciare bene il pro e contro, avrebbe preferito proteggere Parolin, mentre mobilizzando il decano per accusare il card. Zen, già emarginato, ben consapevole che questo modo proteggere l’esecutore della sua volontà significa proteggere se stesso.
Anche perché sarebbe ben chiaro a tutto il mondo che il vero bersaglio dell’accusa espressa dal card. Zen con la sua lettera a tutti i suoi confratelli cardinali era proprio lo stesso Bergoglio, anche se l’apparente accusato era il povero Parolin.
Così, si è cominciato ad intravedere il vero protagonista del “film” che andrebbe manifestandosi sempre di più. Guarderemo il seguito del film con curiosità.
Un proverbio cinese dice 引蛇出洞Yin She Chu Dong – indurre il serpente ad uscire dal suo nascondiglio cavo.
Perciò il card. Zen conosce bene anche la saggezza cinese, oltre a quella cristiana.
Marco Tosatti
29 Febbraio 2020 Pubblicato da  Lascia il tuo commento --

RVC E LE INCREDIBILI TENTAZIONI DEL PONTEFICE. MA DAVVERO?

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ieri su Agensir – l’agenzia dei vescovi italiani – è uscito un articolo in cui il pontefice regnante parlava della tentazione di circondarsi solo di persone che siano in sintonia con lui, e la pensino come lui. Beh, devo dire che quando l’ho letto non credevo ai miei occhi. Ma come! Papa Bergoglio non aspetta altro – e l’ha dimotstrato ad abundantiam – che qualche vescovo, arcivescovo o cardinale che la pensa in maniera diversa da lui compia i settantacinque anni, e zac!, arriva subito la mannaia, e la sostituzione con qualcuno di sentimenti assolutamente opposti. I suoi predecessori hanno fatto vescovi certamente non in linea con loro; in base all’antico e saggio principio di Chiesa et-et, il rispettare diverse anime e sensibilità. Papa Bergoglio si comporta come una specie di rullo compressore. E poi parla di tentazioni? Mentre mi crogiolavo nello stupore di fronte all’improntitudine ecclesiastica, è arrivato un commento di Romana Vulneratus Curia. Buona lettura.

§§§

Caro Super Tosatti ( dopo i 14milioni di presenze sul suo sito, se lo merita), come certo lei ha pensato Papa Bergoglio, nell’intento ogni tanto di fare il pastore “se le cerca”, perché non c’è nessuno peggio di un lupo che vuol fare l’agnello, se non altro per l’odore che emana.
Come leggerete nell’allegato link, Bergoglio ha voluto spiegare da cosa nasce l’amarezza nella vita del prete. Ed enumera alcune sue valutazioni con commenti, a dir poco talmente confondenti, che non possono altro che avere accresciuto lo scoraggiamento nei poveri preti che credono ancora in Dio.
La prima valutazione si riferisce alla deriva autoritaria soft, intendendo con questa il fatto che un prete non sopporti gli altri preti che la pensano diversamente da lui. Perbacco! Ha detto soft per distinguerla da quella hard che è invece la sua deriva autoritaria, visto che sopporta solo Spadaro, non risponde ai DUBIA e commissaria invece i Francescani dell’Immacolata?
La seconda valutazione sta nel vizio (del prete) di circondarsi dei propri vicini, quelli a lui fedeli, senza distinguere tra il compiacente e chi consiglia in modo disinteressato.
Io ho subito e solo pensato a Tornielli. Chissà perché.
Ma se è proprio Bergoglio a insegnare a cacciare e punire chi la pensa diversamente da lui e glielo spiega! Si pensi al card. Caffarra, poi al card. Sarah, ma anche allo stesso Papa Benedetto XVI.
Ma in questa seconda valutazione fa anche un riferimento che mi pare una gaffe magistrale. Riferendosi al tema – abusi – invita a non seguire l’invito del “maligno” : <dentro gli impeccabili e fuori chi sbaglia>.
Bergoglio, utilizzando la parabola del grano e della zizzania, di fatto spiega che si deve metter fuori gli impeccabili e dentro chi sbaglia. Ecco, come Bergoglio finalmente risponde alle accuse di mons. Carlo Maria Viganò di non esser intervenuto sugli abusi che lui gli raccontava affinché fossero puniti. Esemplare!
La terza valutazione si riferisce al fatto che per i sacerdoti il dramma è l’isolamento. Si! Ha ragione! voleva intendere l’isolamento dei bravi sacerdoti da parte della Chiesa di Bergoglio?
Vede Tosatti, se avessi potuto suggerire al Papa una riposta adeguata, avrei cominciato a dirgli di distinguere anzitutto tra due categorie di preti, quelli che credono in Dio e gli impiegati.
I primi sono da sette anni isolati confusi, abbandonati, persino perseguitati.
E lo sono a causa di temi chiave della vita della Chiesa: la liturgia, i Sacramenti, la dottrina.
Gli altri preti, gli impiegati, invece sono incoraggiati a diventare protestanti quanto prima. Bergoglio avrebbe dovuto consigliare i preti che hanno le tre amarezze evocate di fare gli esercizi spirituali con maggior frequenza, confessarsi giornalmente.
Vedrebbero come scompare questa amarezza.
Suo RVC

Marco Tosatti
29 Febbraio 2020 Pubblicato da  22 Commenti --

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