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lunedì 10 agosto 2020

Verso il Cristo Emerito

Vaticano, svolta del Papa nell'annuario: scompare "vicario di Cristo"

Nell'annuario pontificio del 2020 manca l'espressione "vicario di Cristo". Critiche da parte dei tradizionalisti per l'ultima scelta di Papa Francesco

Papa Francesco è un pontefice che guarda più alla sostanza che alla forma, ma per molti cattolici l'adesione allo schema formale è sinonimo di rispetto della dottrina.

L'ultima polemica, in ordine di tempo, riguarda la mancata presenza del titolo "vicario di Cristo" nell'edizione del 2020 dell'annuario pontificio.

Il pontefice argentino, come ogni successore di Pietro, è il "vicario di Cristo", ma in quel documento sembra che alcuni titoli, compreso quello appena citato, vengano considerati alla stregua di connotazioni storicistiche. Quando Jorge Mario Bergoglio si è affacciato per la prima volta su piazza San Pietro, del resto, ha ricordato ai fedeli di tutto il mondo di essere il "vescovo di Roma". Il messaggio è stato chiaro sin da principio.

La preferenza del sudamericano può essere interpretata almeno in due modi: attraverso la natura "popolare" del pontificato di Francesco, e dunque per il tramite di una preminenza assegnata al ruolo di pastore del gregge; mediante le considerazioni del cosiddetto "fronte tradizionale", che intravede in alcune scelte dell'ex arcivescovo di Buenos Aires un allontanamento dai canoni propri della dottrina cristiano-cattolica.

Silvana De Mari su La Verità ha scritto quanto segue: "Se non è e non vuole essere il Vicario di Cristo, allora sarebbe corretto si trovasse un nuovo lavoro. E invece no. Bergoglio continua a farsi considerare papa. Il fatto che non sia più Vicario di Cristo permette alla parola Cristo di non comparire, cioè permette che Cristo sia lasciato fuori dalla scena, sia lasciato fuori dalla storia, una storia che Bergoglio preferisce scrivere da solo". Questo è il secondo modo d'interpretare la scelta del Santo Padre. Altri direbbero che Bergoglio, in quanto "teologo del popolo", disdegna le formalità elitiste. Ma il titolo di "vicario di Cristo" è una pura formalità? Sia come sia, il risultato non cambia: "vicario di Cristo" è un'espressione che non è presente sull'annuario pontificio, con tutto quello che questa assenza può comportare in termini di polemiche negli ed attorno agli ambienti ecclesiastici. Ma non è finita.

Sempre i tradizionalisti ritengono che la figura stessa del "pontefice" stia cambiando, con il proliferare di quella che i conservatori chiamano "confusione imperante". La voce della Chiesa cattolica, insomma, sarebbe diventata corale, e le "Chiese nazionali" starebbero prendendo il sopravvento. Si pensi, per esempio, al caso della Germania, dove l'episcopato nazionale, nonostante le preoccupazioni provenienti da Roma, sta discutendo di modifiche dottrinali che, per prassi e tradizione, spetterebbero semmai alla Chiesa universale ed al suo massimo rappresentante. Il ritorno delle "Chiese nazionali" accompagnerebbe naturalmente la visione di chi, più che "vicario di Cristo", penserebbe soprattutto di essere il "vescovo di Roma".

Un atteggiamento - quello di papa Francesco - che starebbe contribuendo alla riemersione di differenze dottrinali tra un episcopato e l'altro: la Chiesa polacca, giusto per fare un esempio, sarebbe molto diversa dalla Chiesa tedesca o dalla Chiesa argentina. "Vescovo di Roma" e "vicario di Cristo" non sono in contraddizione tra loro: il papa è l'uno e l'altro. Ma Bergoglio - questa è la sintesi della critica dei conservatori - avrebbe posto l'accento soltanto su una delle due titolazioni. Un'opzione che verrebbe confermata dall'ultimo annuario pontificio.

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https://www.ilgiornale.it/news/cronache/vaticano-svolta-papa-nellannuario-scompare-vicario-cristo-1882684.html

“Santità… Gesù una volta aveva trovato necessario cacciare i venditori dal Tempio…”

“Santità… Se Lei non è capace di comportarsi come un autentico Rappresentante di Gesù Cristo, chi sarebbe Lei?…”

Il sacerdote siriano Elias Zahlaoui a Papa Francesco: A Beirut un cataclisma contro il mondo arabo per salvare Israele

Non è solo l’ennesima lettera del sacerdote siriano Padre Elias Zahlaoui, della Chiesa Nostra Signora di Damasco, al Pontefice che non sarà letta. E’ un durissimo atto di accusa al potere temporale della Chiesa, complice secondo il sacerdote, dopo la terribile tragedia di Beirut, di portare a termine, con il suo silenzio nei confronti del potenti della Terra, il disegno dell’Occidente e degli USA di assicurare la sopravvivenza di Israele in seguito agli accordi Sykes-Picot e alla Dichiarazione Balfour.

Padre Elias dall’inizio della guerra per procura contro la Siria ha difeso l’armonia e la convivenza nel variegato mosaico di religioni ed etnie che ha sempre caratterizzato la Siria e che questa aggressione da parte dell’Occidente ha tentano di colpire fomentando i gruppi islamici radicali. Il sacerdote siriano è molto legato con un rapporto di stima e amicizia con il Mufti della Siria, Ahmad Badreddin Hassoun. Inoltre, ha elogiato il ruolo del gruppo di resistenza in Libano, Hezbollah, per aver difeso le chiese cristiane in Siria.

Ringraziamo per l’invio della Lettera e della sua traduzione Nora Hoppe e Tariq Marzbaan.

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Segue lettera di Padre Elias a Papa Francesco

Santità,
In questo giorno del 4/8/2020, che sarà tristemente noto negli annali di questo mondo arabo, già crocifisso, io, un semplice prete cattolico di 88 anni, mi permetto di fare una confessione, che non potrebbe essere più dolorosa per me, di fronte al mondo.
Stasera, Beirut, la capitale del Libano, è stata quasi polverizzata da una misteriosa esplosione, che assomiglia ai due famosi “funghi” americani che polverizzarono Hiroshima e Nagasaki, il 6 e il 9 dello stesso mese, nel 1945.
Potrebbe essere questo il preludio di un cataclisma imminente, che l’Occidente, con gli Stati Uniti in testa, preparerebbe contro il mondo arabo, per completare il disegni di assicurare la SOPRAVVIVENZA del loro amato figlio, Israele, paracadutato in Palestina, in seguito agli accordi Sykes-Picot e alla Dichiarazione Balfour?

Santità,
Fino ad ora, mi ero obbligato a rivolgermi a Lei e ai suoi predecessori come sacerdote, prima per sollecitare, poi per estrarre una dichiarazione a favore di tutti gli oppressi della terra, con i quali Gesù Cristo, che lei dovrebbe rappresentare, si è letteralmente identificato, fino a morire d’amore per loro, sulla croce.
Ma oggi, di fronte al Suo silenzio permanente, trovo mio dovere di sacerdote cattolico di confessare al mondo che ho perso ogni speranza di vederLa agire, di fronte ai miserabili “Poteri” di questo mondo, come un vero rappresentante di Gesù Cristo.
Dobbiamo ora concludere che la Chiesa-Istituzione, che fin dall’Editto di Milano, nel 313, è stata totalmente ingannata dal labirinto tortuoso del Potere Temporale, è diventata, a capo di Roma, incapace di liberarsi da essa, per diventare una volta per tutte, Colonna della Verità, come il Grande Figlio Spirituale di Damasco, Paolo di Tarso, l’ha così giustamente descritta?

Santità,
Lasci che io Le ricordi la terribile testimonianza di un autentico figlio della Chiesa, l’apostolo dei lebbrosi, il francese Raoul Follereau.
Così scriveva nell’organo ufficiale vaticano, L’Osservatore Romano, del 2/2/1976, in un articolo intitolato “Coloro che mangiano e coloro che hanno fame”:
” I cosiddetti paesi civilizzati hanno attualmente una scorta di 15.000 kg di esplosivi per ogni abitante del Pianeta con cui può annientare la specie umana.” (sic!)

Santità,
Gesù una volta aveva trovato necessario cacciare i venditori dal Tempio di Gerusalemme. Cosa non farebbe oggi, di fronte a ciò che minacci a la distruzione totale e definitiva, quel grande Tempio di Dio, che è la Terra?
Non è forse giunto il momento di liberare la Chiesa – un’istituzione di questo millennio e un’ipoteca imperdonabile, che la lega ai “Potenti” di questo mondo?
Se Lei non è capace di comportarsi come un autentico Rappresentante di Gesù Cristo, chi sarebbe Lei?

Santità,
Non posso dimenticare che tra due giorni la Chiesa celebra la festa della Trasfigurazione di Cristo sul Monte Tabor in Palestina.
Che il cataclisma di Beirut sia il preludio di un brillante Tabor della Sua Chiesa a Roma!

Santità,
Riceva l’assicurazione della mia preghiera.

Padre Elias Zahlaoui
Damasco, 4/8/2020

https://cronicasdepapafrancisco.com/2020/08/10/santita-gesu-una-volta-aveva-trovato-necessario-cacciare-i-venditori-dal-tempio/

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