ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 6 gennaio 2012

Herman van Rompuy: un pupazzo educato dai Gesuiti




Molti ormai sanno che il Presidente del Consiglio Europeo, il Bilderberg Herman Van Rompuy, è colui che dichiarò apertamente che gli stati nazionali sono morti e che nel 2009 disse:
"Il 2009 è anche il primo anno di governo globale, con la creazione del G20 nel bel mezzo della crisi finanziaria globale. La Conferenza sul Clima di Copenaghen sarà un altro passo avanti verso il governo globale del nostro pianeta".
La cosa che la maggior parte di voi però non sa è che anche costui è stato allevato dai Gesuiti ed è un devoto cattolico romano, alla faccia dei "complottisti" che pensano ancora che l'Unione Europea sia un costrutto giudaico-massonico. Ho già analizzato le origini dell'Ue in questo post dal titolo "L'Unione Europea: La Nuova Torre di Babele Vaticana". Ho già parlato del neo Presidente della BCE Mario Draghi istruito dai Gesuiti; adesso è la volta del Presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy, spuntato letteralmente dal nulla, mentre tutti si chiedevano da dove fosse saltato fuori. In questo articolo avete la risposta. E la potete leggere dalle stesse pubblicazioni cattolico/gesuite. Iniziamo con il settimanale Cattolico America:

Panzer?


6 gennaio 2012 -
Riavvicinare gli uomini alla fede in Dio. Il Papa l’ha detto più volte: è questa la priorità del suo pontificato. In questo senso decisivo è l’anno che con la lettera apostolica Porta fidei dell’11 ottobre scorso egli ha voluto dedicare alla fede. Ma potrebbe non bastare. I tempi non sono facili: nazioni storicamente ricche di fede e di vocazioni vanno smarrendo la propria identità religiosa sotto l’influenza di una certa cultura moderna. Mentre nei paesi dell’Africa, dell’Asia e del Sudamerica, dove le statistiche dicono che il cristianesimo fa nuovi discepoli, la fede non è esente da errori e ambiguità.
Per questo il Papa ha messo al lavoro la Congregazione per la dottrina delle fede, chiedendo anzitutto a lei di adoperarsi per far sì che questo anno non vada sprecato. Parte di questo impegno verrà svelato domani. Con data di oggi, infatti, la Congregazione che ha nelle sue specifiche competenze non solo il compito di tutelare la sana dottrina e di correggerne gli errori ma anche, e primariamente, quello di promuovere la verità della fede, renderà pubblica una “Nota con indicazioni pastorali” che contiene alcuni “suggerimenti particolari” da non eludere.
Tra questi, due fuochi: il Concilio Vaticano II e il Catechismo.

Aspirante domenicano

Mancuso? E' anche un cattivo filosofo

di Cristiano Cannizzaro
06-01-2012


Come ben sanno i lettori della Bussola, Vito Mancuso si definisce un teologo cattolico eterodosso, impegnato nel tentativo di una rifondazione radicale della fede cattolica che dovrebbe essere – a suo giudizio – riproposta su basi razionali nuove, più adeguate alle esigenze della coscienza dell’uomo contemporaneo. Il suo libro più recente si intitola Io e Dio

Dal punto di vista teologico su La Bussola Quotidiana già monsignor Antonio Livi ha autorevolmente spiegato, a proposito di Mancuso, che «se il teologo non accetta i dogmi della fede cattolica e si adopera piuttosto per ri-formularli, cambiarne il senso o addirittura negarli apertamente, allora egli abusa del suo titolo scientifico, la sua non è vera teologia. Chiunque può liberamente esporre le sue teorie su Dio e sulla religione, ma se uno non assume i dogmi come verità rivelata, non si deve presentare come un teologo ma come un filosofo».

Ciò premesso intendo di seguito criticare alcune delle argomentazioni proposte da Mancuso nella prima parte del suo testo (in particolare nel capitolo III), quella di matrice più evidentemente filosofica, incentrata sulla critica alle dimostrazioni razionali dell’esistenza di Dio.

Precedente domenicano...



Il 17 febbraio dell’anno 1600, ancor prima dell’alba, le porte del carcere romano di Tor di Nona si aprono per lasciare uscire una funerea processione. I confratelli della Compagnia di S. Giovanni Decollato, l’abito nero e le torce in mano, hanno ricevuto dal loro provveditore l’ordine di accompagnare il condannato in piazza Campo de’ Fiori. Alcuni di essi lo precedono, altri lo seguono, mescolati alle guardie di monsignor Governatore di Roma. Il prigioniero non può parlare. Ha «la lingua in giova», una morsa di metallo in bocca simile al morso utilizzato per i cavalli, ma con un ferro che gli arriva in gola. Dopo quasi otto anni di carcere sta per compiersi così l’esperienza di vita di Giordano Bruno: oggi grande filosofo, ieri «heretico impenitente».

Domenicans out!

SE UN DOMENICANO DIFENDE LO SPETTACOLO BLASFEMO DI CASTELLUCCI

Scena finale dello spettacolo di Romeo Castellucci
di Francesco Colafemmina

Sta suscitando polemiche e indignazione la tourné italiana dello spettacolo di Romeo Castellucci dal titolo "Sul concetto del volto del Figlio di Dio". Lo spettacolo sarà messo in scena al teatro Parenti di Milano il prossimo  24 gennaio. Dopo le vivaci reazioni di numerosi cattolici francesi che hanno accolto gli sfigati spettatori dell'opera con lanci di uova e olio da motore, è adesso l'Italia che lentamente comincia ad agitarsi per una pièce nella quale il volto di Cristo viene preso a sassate...
Personalmente avrei qualcosa da dire sull'opera in sé, sulle sperimentazioni coprofiliache di certo teatro contemporaneo. Ma preferisco tacere perché non è la "libertà" dell'artista che m'interessa criticare. Oggi è talmente sovrabbondante da esser divenuta banale, scontata, provinciale e persino pacchiana.
M'interessa invece esaminare un breve commento teologico, a supporto dell'opera in questione, realizzato da un frate domenicano francese, tal frère Thierry Hubert.

Padre Thierry Hubert in abito da cazzeggio...
Il testo del dotto predicatore esordisce così: "Si è sicuri d'aver visto la creazione di Romeo Castellucci o di aver letto la Bibbia se si considera allo stesso tempo la sua prima come un atto blasfemo contro la Bibbia stessa e più precisamente contro la figura del Figlio di Dio? No di certo, dato che la proposta del regista italiano può essere letta al contrario con gli occhi di un credente come una profonda meditazione sulla rivelazione cristiana".

Sì, lapidando e coprendo di cacca metaforica (Castellucci ci tiene a precisare che cacca non è ma inchiostro nero) la grande immagine del Cristo di Antonello da Messina che incombe sulla scena. Ma andiamo avanti. Sentite il delirio di codesto epigono di San Tommaso e San Pio V:

giovedì 5 gennaio 2012

LA CHIESA HORROR

La Chiesa HORROR. Ossia: quei buoni “orrori” di cui abbiamo bisogno  

Ossia: i buoni orrori di cui abbiamo bisogno

Muore per confondere i forti. Ma anche i deboli… di stomaco. Quando l’amore allarga il cuore; anzi le costole. Gli stimmatizzati: uno schiaffo all’estetica del “meno sangue vedo, meglio è”. Cilicio e affini: il terrore corre sul filo (di metallo). Corpi rinsecchiti e membra scarnificate: quella venerazione che scandalizza i benpensanti laicisti. Un Dio che si è sporcato le mani. L’horror che serve alla salvezza. Oltre la carne.

Dio benedica l'Ungheria!


 Santa Elisabetta d'Ungheria

Dal 1 Gennaio 2012 é entrata in vigore la nuova Costituzione Ungherese, che tanti mal di pancia ha provocato all'intellighentia laicista che detta legge nell'Unione Europea. Per comprendere la ragione di questi mal di pancia basta un assaggio del Preambolo al testo costituzionale. Leggiamo e gustiamo!

Dio benedica l’Ungheria!
Noi, membri della Nazione ungherese, all’inizio del nuovo millennio, nella nostra responsabilità davanti a tutti gli Ungheresi, dichiariamo quanto segue:
Siamo fieri che il nostro re Stefano il Santo mille anni fa abbia fondato lo Stato ungherese su solide fondamenta e abbia reso la nostra patria parte dell’Europa cristiana.
Siamo fieri dei nostri antenati, che combatterono per la salvaguardia, la libertà e l’indipendenza della nostra patria.
Siamo fieri delle straordinarie opere spirituali degli uomini e delle donne ungheresi.
Siamo fieri che il nostro popolo abbia difeso per secoli l’Europa, combattendo per i suoi valori e accrescendoli con la propria dedizione e il proprio zelo.
Riconosciamo il Cristianesimo come forza che tiene insieme la nazione. Rispettiamo le diverse tradizioni religiose del nostro Paese.
Giuriamo di conservare l’unità spirituale e culturale della nostra nazione, più volte lacerata nelle tempeste del secolo appena concluso. (..)

Ungheria. La nuova Costituzione: una svolta autoritaria invisa all’alta finanza

SANTA ELISABETTA REGINA D'UNGHERIA, ORA PRO UNGHERIA
(ASI) In Ungheria, cuore della Mitteleuropa, sta avvenendo qualcosa di atipico, che l’opinione pubblica occidentale ha finito per considerare estraneo e finanche pericoloso, a seguito di un addomesticamento culturale passato negli anni attraverso fitte campagne mediatiche atte a promuovere quello liberista come l’unico, valido modello di sviluppo.
Succede che il tricolore magiaro sormontato dalla corona di Santo Stefano è tornato a sventolare nel cielo plumbeo di Budapest, per affermare una sovranità nazionale che favorisce il popolo e terrorizza i banchieri.

L'incompatibilità della pratica Yoga con la fede in Cristo


Che cosa è lo yoga? 
La parola yoga significa "unione", l'obiettivo dello yoga è quello di unire il propria transitorio (temporaneo) sè,"JIVA" con l'infinito "Brahman", la sostanza spirituale, impersonale, che è tutt'uno con la natura e il cosmo, la sostanza divina impersonale che "pervade, avvolge e alla base di tutto". 

Lo yoga ha le sue radici nelle Upanishad indù, risalente a 1.000 prima di Cristo, ed ha come fine quello di "unire la luce dentro di te con la luce del Brahman". "L'assoluto è all'interno di uno stesso", dice il Chandogya Upanishad, "TAT Tuam ASI" o "sei tu quello". Il Divino dimora in ognuno di noi attraverso il suo rappresentante microcosmico, il sé individuale chiamato "Jiva". 

Numeri da Superenalotto..!!!

Le apparizioni mariane obbediscono ad una legge matematica lineare?

E’ da anni ormai che ho sottomano un libro (1) che contiene una tesi sbalorditiva: le apparizioni mariane sarebbero legate tra loro obbedendo ad una legge cronologica matematica lineare, e quindi sarebbero interdipendenti!
Da tempo mi ero riproposto di controllare se la tesi sostenuta  fosse corroborata o meno dai dati sperimentali e fosse quindi scientificamente valida. Finalmente, in questo periodo di riposo natalizio, mi sono deciso a farlo: ebbene, secondo i dati posseduti e dai controlli che ho fatto, sembra proprio che la cosa si possa confermare, almeno nei limiti delle incertezze con cui questi dati sono conosciuti!
Ma andiamo con ordine.

Porta inferi

La doppia vita del vescovo


Si è dimesso il vescovo ausiliare di Los Angeles Gabino Zavala, esponente di spicco dell' episcopato statunitense, presidente di Pax Christi Usa, noto per le sue battaglie in favore degli immigrati e degli omosessuali, e per l'abolizione della pena di morte
VATICANISTA DE LA STAMPA
La vicenda di un vescovo influente con una doppia vita che dura da oltre un decennio mette alla prova sia la grande diocesi di Los Angeles, sia la Chiesa degli Stati Uniti, impegnata dall'inizio del secolo in un'opera di ricostruzione dopo lo scandalo della pedofilia che l'ha travolta in particolare dalla fine degli anni Novanta. Scandalo affrontato con determinazione da Joseph Ratzinger, prima come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e poi come Papa. Si è dimesso il vescovo ausiliare di Los Angeles Gabino Zavala, esponente di spicco dell'episcopato statunitense, presidente di Pax Christi Usa, noto per le sue battaglie in favore degli immigrati e degli omosessuali, e per l'abolizione della pena di morte.

DOPO LA MODERNITA', MARIA DE FILIPPI. DOPO IL MODERNISMO, LA TRADIZIONE

Indagine sul post-concilio

di Piero Vassallo

Il rombante motore degli abbassamenti mentali accompagnò il fruscio dei vescovi aggiornanti. Umiliata da scaccini imporporati, la ragione fu respinta negli imperiosi anfratti del vietato vietare. La fede di sempre strisciò sotto i fulmini di teologi sussurranti.
L'assordante chiacchiera intanto straripò. La giustizia fu sequestrata dai banchieri politicanti e dai servili vù inizia'?.
La cultura ultimamente vive in un'arena riservata alle papesse della futilità e ai lanciatori di pronostici mal auguranti. L'uomo massa oscilla tra il raggelante sorriso di Maria De Filippi, l'apocalittico ecologismo di Rai3 e i lugubri filosofemi di Massimo Cacciari.
Fine della cristianità italiana? Certamente fine della scuola di Bologna e di Todi. Le montagne della nuova teologia hanno partorito topolini della taglia di Mario Monti e Andrea Riccardi.

mercoledì 4 gennaio 2012

Seconda fase 'mondialista' della svolta giudeo-cristianizzante.


Vi invito a leggere il recente articolo di Don Curzio Nitoglia: 2011. Seconda fase 'mondialista' della svolta giudeo-cristianizzante. Il testo integrale è leggibile dal link. Di seguito pubblico l'Abstract che condensa i punti salienti della trattazione, ed un estratto significativo, che già ci consentono la visione d'insieme e le chiavi di lettura della situazione che stiamo vivendo a livello economico, politico, culturale e religioso, nell'evidente consapevolezza che i vari ambiti del vivere civile sono strettamente interconnessi col versante spirituale.

In questa temperie oscura

Stati d'animo e condivisioni di credenti, in questa temperie oscura.

Riporto tre tra tantissimi  interventi di lettori, emblematici per darci il polso della situazione. Vorrei tanto - ma forse non avverrà mai, anche a giudicare da come non sono state accolte molte nostre suppliche, comprese quelle autorevoli di Mons. Gherardini ed altri teologi e studiosi cattolici - che i Pastori chiusi nelle loro "torri eburnee" Vaticane ed altre, conoscessero i pensieri e i sentimenti della cosiddetta "base", fatta di anime assetate di Verità non di "nuovi linguaggi". Il loro sconcerto, i loro interrogativi e anche il loro disorientamento, il loro "grido", è quello di chiunque eserciti un briciolo di discernimento nella temperie ecclesiale che stiamo vivendo ormai da molti anni, in un crescendo di confusione e di 'estraneità' alsensus fidei ricevuto e accolto dalla Chiesa di sempre.

Il primo conclude con una "resa", struggente, ad una essenziale nudità dell'anima, che non è una espressione poetica, ma la consapevole dolente impotente constatazione dell'abbandono e della povertà in cui siamo caduti. Il secondo, invece, esprime e lascia aperti gli angosciosi interrogativi che gli urgono dentro. Il terzo, infine, dopo averne enumerati i motivi, formula la domanda più terribile: questa è ancora la Chiesa di Cristo?

Sono lampi dell'anima che, insieme a molti altri, sicuramente giungeranno al Trono dell'Altissimo, nel Nome del nostro Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace, la cui nascita abbiamo appena festeggiato, per intercessione della Sua e nostra Madre Santa Benedetta e di tutti gli Angeli e Santi del Cielo.

Piccoli veggenti (?) senescenti (!)..

La memoria di Mirjana                               di Marco Corvaglia

§ 1. Compleanni... da dimenticare

MirjanaMirjana
Oltre che ogni 2 del mese, Mirjana asserisce di vedere la Madonna ogni 18 marzo, giorno del suo compleanno.
L'accusa di autoesaltazione sarebbe d'obbligo. Tuttavia, da alcuni anni, la donna ha iniziato ad affermare che si tratta solo di una coincidenza di date.

L'8 agosto 2001 Mirjana è intervistata per Radio Maria da padre Livio Fanzaga:
PADRE LIVIO: Il 18 marzo è il giorno del tuo compleanno. È per questo che la Madonna lo ha scelto?
MIRJANA: Sai questa domanda non è molto bella e qualche volta mi fa arrabbiare il fatto che la gente pensi che la Madonna viene ogni 18 marzo perché è il mio compleanno. È terribile per me quando mi dicono: "Ecco la Madonna è venuta per il tuo compleanno". Ma la Madonna non mi ha mai detto "Buon compleanno".
[Mirjana di Medjugorje, La Madonna prepara per il mondo un futuro di Pace. Intervista di padre Livio ai microfoni di Radio Maria, Shalom, Camerata Picena, 2002, p. 54]

Questa è diventata la "versione ufficiale" dei fatti. Nel 2011 Mirjana è intervistata da Paolo Brosio e ribadisce:

Una lezione per le Chiese della vecchia Europa

Musica nuova e antica, dalla selva del Paraguay
Il meglio del barocco europeo sposato alle tradizioni popolari dei guaranì sudamericani. Un capolavoro di "inculturazione" del Vangelo, ideato dai gesuiti del Seicento e riproposto oggi da musicisti del luogo. Una lezione per le Chiese della vecchia Europa

di Sandro Magister

ROMA, 4 gennaio 2012 – Gli angeli musicanti dell'illustrazione qui sopra sono scolpiti sulle mura absidali di una chiesa in rovina, in una località sperduta del Paraguay.

È la chiesa di quella che fu una delle più straordinarie Riduzioni edificate dai gesuiti nei secoli XVII e XVIII in un vastissimo territorio che appartiene oggi a Paraguay, Argentina, Brasile e Bolivia: la Riduzione di Trinidad.

Lì gli angeli musicanti non erano pura decorazione. La musica – anzitutto la musica sacra – era parte costitutiva della missione dei gesuiti e della vita della popolazione del luogo, convertita al cattolicesimo.

Ed era musica di altissima qualità. Al pari delle splendide architetture barocche delle chiese delle Riduzioni. Quella di Trinidad fu opera di Gian Battista Primoli, il maggior architetto gesuita operante nel sud dell'America, nella prima metà del Settecento.

I guaranì che abitavano quelle terre erano un popolo semiprimitivo. Ma i gesuiti non abbassarono affatto il messaggio evangelizzatore a un livello rozzo ed elementare, presumendo con ciò di adattarlo ai loro ascoltatori. Fecero l'opposto. Offrirono a quel popolo quanto di più elevato e bello c'era nel cristianesimo, sia nei contenuti che nelle forme. Avevano intravisto nei guaranì un innato talento musicale e una straordinaria attrattiva per il bello. E quindi coniugarono il meglio delle arti e della musica del barocco europeo con la sensibilità e le tradizioni musicali ed artistiche di quelle terre fin lì inesplorate.

E ne venne uno dei più impressionanti esempi di "inculturazione" del Vangelo che l'espansione del cristianesimo abbia mai prodotto in due millenni.

Elogio cattolico dell’Intransigenza del Beato Alberto Marvelli


L’intransigenza cristiana si difende sul campo della giornaliera fatica battagliando a viso aperto con le subdole negoziazioni.

La prima regola pratica dell’intransigenza è di non pretendere di far fare agli altri il lavoro che dobbiamo fare noi, solamente noi.

martedì 3 gennaio 2012

Non ti curar di loro!

Vittorio Messori risponde alla gaffe di Odifreddi su Lourdes

È dello scorso 18 dicembre l’articolo, comparso sul “Corriere della Sera”, diVittorio Messori in cui il giornalista segnala alla pubblica attenzione un’ennesima gaffe di Piergiorgio Odifreddi, di cui tanto si è già parlato in questo sito per gli argomenti più disparati.
Questa volta, ci informa Messori, il matematico avrebbe dimostrato il suo essere “cultore dell’ideologismo” nella prefazione del recente libro “Lourdes – i dossier sconosciuti” di Luigi Garlaschetti. Bernadette, questo afferma Odifreddi, «era imbeccata dal parroco».

IL MINISTRO DELL’ANONIMA VITA

 Andrea Riccardi di Sant’Egidio


dal mistero al ministero
una piccola inchiesta cattolica
  
L’anonima vita di un “Caro Leader”: Andrea Riccardi.
La comunità di Sant’Egidio, fra Riccardi e ricconi, pasti per i poveri offerti dalla Comunità ma pagati dal comune di Roma, abusi liturgici, svilimento della confessione sacramentale, colossali proprietà immobiliari e persino proprietà di bar, legami col mondo dell’alta moda e conseguenti lussuosi gala vippettari, partitini personali Todi Style a spese dell’elettorato cattolico e base di militanti di radical-sinistrorsi, matrimoni combinati, divorzi, convivenze extraconiugali, libertà sessuali e rifiuto di gravidanze manco fossero catari.
Ma che comunità “cristiana” è questa?

  di  Ester Maria Ledda
  Dico la verità: a me Andrea Riccardi suscita, qualificandosi come “cattolico”, una reazione a metà fra l’orticaria e una certa nausea. Sì, scusatemi: mi stomaca, politicamente e cattolicamente. Parole forti? Forse sì.