ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 7 gennaio 2016

Avrà la meglio?

Siria – Padre Daniel: abiteranno sicuri.

Egli stesso sarà la pace!
La perseveranza dei testimoni della verità avrà la meglio!
Testimonianza di Padre Daniel Maes, Siria
padre daniel maes - siria - testimonianza su wahabismo e sionismo
 Algeria – masse di musulmani tornano alle loro radici                              
Qara, Siria - di Padre Daniel Maes –  Due giorni prima di Natale sono arrivati già i primi pastori qui. E’ un gruppo di francesi, che hanno incontrato Madre Agnès-Mariam in una conferenza di pace a Ginevra e desiderano conoscere la comunità. Sono musulmani molto entusiasti, entrambi sposati con donna algerina, fedeli pellegrini alla Mecca e vogliono riportare l'islam alla carità e alla fraternità. Ci hanno raccontato che masse di musulmani in Algeria ora ritornano alle loro radici e diventano cristiani.

Una battaglia spirituale aspra e faticosa

Dal tradimento modernista al trionfo della Tradizione Cattolica


In venti secoli di storia la Chiesa Cattolica aveva dato vita a numerose e combattive milizie spirituali (Ordini Religiosi, Congregazioni, associazioni laicali, gruppi giovanili, opere missionarie, ecc.) che impiegando le armi della fede (preghiera, penitenza, apostolato, ecc.) lottavano con ardimento contro le agguerrite armate del mondo composte da laicisti, comunisti, massoni, eretici, ed altri ancora, riuscendo a portare a Cristo un gran numero di anime. I cristiani militanti erano selezionati tra il fiore della gioventù cattolica e venivano sottoposti ad un efficace addestramento ascetico che forgiava i loro cuori al combattimento spirituale, memori dell'insegnamento del Santo Giobbe: “Militia est vita hominis super terram” (Iob 7,1).

Diventare selvaggi?

Il selvaggio. Ovvero “Je suis John”, decalogo di resistenza contro il Mondo Nuovo


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John, il ‘Selvaggio’ in una scena della trasposizione televisiva (BBC) del romanzo di Aldous Huxley ‘The Brave New World’.

Nel capolavoro di Aldous Huxley Il mondo nuovo una sola figura si differenziava dalle altre omologate alle leggi della ‘dittatura dolce’.

Il Selvaggio, uno che si ribella e non accetta le zuccherose ma velenose offerte nascoste sotto un cosiddetto ‘progresso’. Costi quel che costi.

Dal fumo all'arrosto?

Il fumo di Satana nella Chiesa – di Mario Palmaro


Esattamente due anni fa, già vittima di una gravissima malattia che lo avrebbe strappato alla vita di lì a due mesi, lo scrittore e giornalista cattolico Mario Palmaro inviava al Direttore della Nuova Bussola Quotidiana, Riccardo Cascioli, la magistrale lettera che pubblichiamo. Da sempre impegnato nella difesa della vita, era stato docente presso la facoltà di bioetica del Pontificio Ateneo Regina Apostolorum di Roma e di Filosofia teoretica all’Università Europea di Roma. Inoltre, a seguito dell’approvazione della legge 40/2004 sulla fecondazione artificiale, nel 2004 aveva istituito il Comitato Verità e Vita,  di cui era presidente.
La sua lucidissima analisi socio-politica sui temi bioetici e sulla deriva che stava prendendo la Chiesa di fronte all’offensiva omosessualista è ancor oggi attualissima e merita di essere riletta per gli spunti di riflessione che tuttora offre. Perché Mario Palmaro aveva toccato tutti i temi “sensibili” ed era stato incredibilmente lungimirante e profetico.

Le “profezie” sono da maneggiare con le molle

“Nel 2016 la fine degli Usa ”, profetò Messing, il veggente di Stalin



Essendo i tempi quelli che sono, molti lettori mi segnalano profezie. Molti mi hanno mandato quelle di padre Paisios del Monte Athos, scomparso nel 1994, dichiarato santo dal Sinodo ortodosso: impressionanti in quanto parlò di una guerra della Russia contro la Turchia, che non era nemmeno immaginabile 20 anni fa. I greci avrebbero ripreso Costantinopoli. “La Turchia sparirà dalla mappa del mondo…Il Medio Oriente diverrà un teatro di guerra – vide – a cui i russi prenderanno parte. Molto sangue sarà versato”. La fase decisiva, l’intervento cinese oltre l’Eufrate, sarà preceduta dalla “distruzione della moschea di Omar”, al cui posto gli ebrei ricostruiranno il Tempio”.

Forme di relativismo

LE SAUX RAPPORTO TRA RELIGIONI

Henri Le Saux e la questione del rapporto fra il cristianesimo e le altre religioni. Quando il dialogo inter-religioso assume forme di relativismo nel quale l’identità cristiana si annacqua o si confonde: in entrambi i casi si snatura                                   di F. Lamendola  


   
                

 Fino ai primi anni ’60 del XX secolo, cioè fino a prima della “stagione conciliare”, il cristiano non si poneva troppi problemi nel rapporto con le altre religioni: la sua era quella vera, le altre no; la sua era via per la salvezza dell’anima, le altre – fermo restando il mistero della imperscrutabilità del giudizio divino -, no.

Dalle cerimonie alla celebrazione del mistero

Abbiamo tutti lo stesso Dio? Certo, anzi no...Girano discorsi che, volendo promuovere la pace e la collaborazione e abbattere le barriere tra i credenti di confessioni e religioni diverse, si fanno forti della affermazione: «In fondo abbiamo lo stesso Dio». Non c'è frase più esatta di questa, ma nello stesso tempo più pericolosa e deviante.

Abbiamo tutti lo stesso Dio? Sì e no
«Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» (Gv 1,18). La liturgia di Natale ripete spesso queste parole conclusive del prologo di Giovanni: il Verbo di Dio incarnato in modo umano ha rivelato o “narrato” Dio, cioè il Padre. E così facendo, preciserà Giovanni più tardi, ci ha fatto conoscere «l’unico “vero” Dio» (Gv 17,3), ci ha comunicato «l’intelligenza per conoscere il “vero” Dio. E noi siamo nel “vero” Dio, nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il “vero” Dio e la vita eterna» (1Gv 5,20). La liturgia continua precisando che tutto questo è avvenuto «perché conoscendo Dio visibilmente, per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle realtà invisibili» (Prefazio I di Natale).

Il bambino che apparve fu il destino della stella.

Secunda die infra Octavam Epiphaniae Ad Matutinum
Lettura 4
Sermone di sant'Agostino Vescovo
Sermone 2 sull'Epifania, che è il 30 del Tempo
Magi sono venuti dall'Oriente ad adorare il bambino della Vergine. Questo il giorno che oggi celebriamo: a questa solennità noi offriamo il tributo di un sermone. Questo giorno che prima risplendé per essi, lo riconduce a noi ogni anno questa festa. Essi erano le primizie della Gentilità, noi siamo il popolo di essa Gentilità. A noi l'annunziò la lingua degli Apostoli, ad essi una stella quasi lingua dei cieli; a noi gli stessi Apostoli, quasi altri cieli, hanno annunziato la gloria di Dio.

mercoledì 6 gennaio 2016

Dalla tentazione all' eresia.

Un libro contro la tentazione del sedevacantismo

In un’ora storica di profonda confusione all’interno Chiesa, vanno prendendo piede le teorie di coloro che sostengono l’esistenza di una “Sede vacante”, ovvero dell’assenza di Pontefici legittimi da cinquant’anni a questa parte. Per i “sedevacantisti”, la data di inizio di questa inedita situazione è l’approvazione finale degli atti del Concilio Vaticano II.
All’eresia conciliare seguirebbe, automaticamente, la perdita del pontificato di Paolo VI e dei suoi successori, fino a Papa Francesco.

Un Papa Perugina


Chi (e perché) ha preso sul serio il falso Papa Francesco

L'articolo di Bonifacio Borruso

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Bonifacio Borruso apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.
L’augurio ha preso a circolare la sera di San Silvestro, poco dopo che nelle chiese di tutto il mondo si era recitato il Te Deum, la preghiera cristiana di ringraziamento per l’anno che si chiude. E forse le migliaia di credenti che, in Italia, hanno condiviso un discorso di Papa Francesco via mail, Facebook, Whatsapp o sms, devono aver pensato forse a un aggiornamento dell’antico inno al Padreterno.
Insomma, il pontefice che aveva appaltato al National Geographic la facciata di San Pietro per videoproiettarci le meraviglie della Natura, quasi un inno panteista, per fare la ola alla sua enciclica verdeggiate, Laudato Si’, poteva benissimo aver rivisto la lode con cui da secoli si rende grazie a Dio, per il bene ricevuto lungo 365 giorni. Solo che il lungo discorso che molti hanno usato per augurare il buon anno, era un falso bello e buono.
È stato il direttore di Tv2000Lucio Brunelli, vaticanista di lungo corso e bergogliano doc, ad avvisare i fan francescani, credenti o meno, via Twitter, il 2 gennaio: «Pensierini tipo Baci Perugina attribuiti al papa. Ma chi mette in giro queste bufale?», s’è chiesto il giornalista. Brunelli non s’è domandato, però, perché migliaia di persone abbiano giudicato verosimile un sorprendente concentrato di melensaggini del tipo: «Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza sul palcoscenico della paura, amore nei disaccordi».
La spiacevole verità è che questo frasario alla Paulo Coelho, in tono vagamento New Age, suona alle orecchie di molti Italiani come coerente con il discorso pubblico di Jorge Maria Bergoglio. E l’assenza o quasi di riferimenti religiosi nel testo circolato, «(Essere felici) è ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita» era l’unica nota cristiana, l’assenza di riferimenti religiosi, dicevamo, non ha messo sull’avviso nessuno, perché il romano pontefice ormai parla il linguaggio laico del mondo, seppure secondo i suoi sentimenti migliori.
Bergoglio «uno di noi», può dire benissimo che «essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista per coloro che sono in grado viaggiare dentro il proprio essere», oppure, che «essere felici è smettere di sentirsi vittima dei problemi e diventare attore della propria storia». E, in fondo, non è bergogliano pensare che la felicità sia «baciare i figli, coccolare i genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche se ci feriscono»? Non s’accorda forse col Vangelo secondo Jorge Mario, «lasciar vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice»?
Onestamente, una frase come «scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta ma usare le lacrime per irrigare la tolleranza», non potrebbe essere stata pronunciata, non diciamo in una omelia a Santa Marta, ma in una delle tante interviste rese dal Papa soprattutto fuori dall’Italia?
Per esempio quella al Clarin del luglio del 2014, contiene, su esplicita richiesta dell’intervistatore, Pablo Calvo, una sorta di decalogo papale per la felicità, in cui figurano acuti come «vivi e lascia vivere», secondo Francesco «il primo passo in assoluto verso la pace e la felicità». E poi, consigli pratici del tipo, «non bisogna cenare con la tv accesa», quasi una nuova virtù teologale.
Insomma, il Bergoglio apocrifo non è troppo distante da quello originale, ed è la sua sterminata produzione, che non passa necessariamente da omelie e discorsi ufficiali, ma che deborda in telefonate, visite private, interviste, a farne, di fatto, un Papa Perugina, tanto per citare i pensierini da cioccolatino invocati dall’indignato Brunelli. Peraltro, il falso Bergoglio, parso autentico ed edificante a molti, è in realtà un medico psichiatra e psicanalista brasiliano, Augusto Cury, autore di Dieci regole per essere felici. Lo aveva rivelato, nel novembre scorso, il sito http://blogdazero.blogspot.it/, quando lo pseudo-papa circolava già, mellifluo.
Non si arrabbino dunque le guide autorizzate al bergoglismo (anche se tace per ora padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica) se la fantasia popolare ne associa verbo papale ad altre fonti. Si consolino col già citato Te Deum, recitato e cantato nel giorno della santa bufala, e che si chiude con un messaggio di positività autentica e garantita da 2015 anni di storia cristiana: «Tu sei la nostra speranza/Non rimarremo confusi in eterno». Sembra perfetto per questa vicenda ma anche per questi nostri tempi.

Chi tentenna sulle sponde del NWO..?

La guerra a pezzi fa scintille, ma il Papa non ha ancora trovato (seri) alleati

Francesco ha un’agenda chiara, ma è senza sponde. I dubbi sugli Stati Uniti il dilemma-Putin, la chimera cinese

Papa Francesco ha ricevuto per la prima volta Vladimir Putin, in Vaticano, nel novembre del 2013 (LaPresse)
Roma. L’agenda papale per il 2016 è fitta, e non solo per gli impegni giubilari che hanno costretto Francesco ad annullare la già annunciata visita a Milano (programmata per il prossimo maggio). Ci sono i viaggi internazionali – quelli sì confermati – prima in Messico e poi in Polonia, per la Giornata mondiale della gioventù, nella Cracovia che fu di Giovanni Paolo II, ma soprattutto ci sarà da far fronte alle tante emergenze globali che alimentano la “Terza guerra mondiale a pezzi” che Bergoglio ha avuto più volte modo di illustrare nei suoi tratti essenziali.

La primizia del nostro Credo

I Magi e l’Epifania del Signore

Siamo ancora nel Presepe. Gesù è nato. I pastori, avvertiti dall’Angelo, sono giunti nella Notte Santa per adorare Colui che spaccò la storia umana e portò la Salvezza. I primi a sapere della nascita del Salvatore furono alcuni pastori del popolo eletto, avvisati da un angelo del Signore e poi il Salvatore si manifestò ai pagani.

Gli specolatori tutto credono fuorché a Dio!

Bergoglio reintepreta la figura dei pastori: "Erano dei briganti"

Per Bergoglio i pastori forse erano briganti

Non è la prima volta che Papa Francesco incorre in una gaffe. Questa volta lo strafalcione riguarda i pastori che, a detta di Bergoglio, erano "uomini umili e disprezzati, alcuni dicono briganti".
La frase incriminata, pronunciata ieri nel corso della sua omelia durante l'Angelus in piazza San Pietro, ha così adombrato un nuova e suggestiva interpretazione della figura dei misteriosi pastori che, per primi, andarono ad adorare il Bambino Gesù.

“Apertis verbis”

ATTACCO A MARIA
Strategìe per l’oscuramento del culto mariano



La terza predica di Avvento, condotta, davanti al Papa e alla Curia Romana, dal frate Raniero Cantalamessa, di cui abbiamo letto nel servizio di Antonio Socci, riportato su questo sito – “Se in Vaticano vogliono Lutero, se lo tengano. Noi preferiamo stare con la Madre di Dio”  -  quella terza predica, dicevamo, è l’ultimo colpo delle truppe moderniste, annidate e incistate nella roccaforte della Katholica,  tirato “apertis verbis”, contro il culto mariano quale devozione in sé, ma sottilmente e palesemente funzionale ad un attacco contro la stessa figura della Vergine Maria, Madre di Dio.

Fra le fonti del Sinodo, mancava Paperinik !?


Il card. Martini e l’ “Imitazione di Cristo”: due ”fonti” per una rilettura del “fare la comunione”

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 Nel corso di questo ultimo biennio, sotto la stimolante pressione dei lavori sinodali sulla famiglia, abbiamo dovuto rileggere la tradizione del “fare la comunione” con la disponibilità a lasciarci interrogare sulle nostre abitudini più consolidate e sulle evidenze apparentemente indiscutibili.
Tra le voci che con maggiore autorevolezza si sono pronunciate ci sono stati tutti coloro che, a partire da papa Francesco, hanno riscoperto una considerazione della “comunione” non solo come “premio dei perfetti”, ma come “farmaco e rimedio per chi è in cammino”. Una comunione non solo come “pienezza e compimento”, ma anche come “pedagogia e medicina”.

Dove sono i bambinelli?

Italia sempre più scristianizzata. Così numeri e dati raccontano un cattolicesimo malconcio

Cifre peggio che esplicite, perché testimoniano di una feroce caduta della frequenza con cui ci si reca in chiesa nelle giovani e giovanissime età: si passa dal 50 per cento tra i 6-13 anni al 27 per cento tra i 14-17, per finire al 16 per cento tra 18-24 anni

Intendiamoci, l’osservazione è immediata. Ma i numeri vi aggiungono qualcosa, ed è un  qualcosa che deve preoccupare un poco tutti.

L’osservazione immediata è quella di una partecipazione non solo scarsa alla celebrazione della messa  della domenica ma anche costituita a grande maggioranza da persone di una certa età, e diciamo pure della terza età. Si entra in chiesa la domenica, durante la messa, e balza all’occhio l’estrema esiguità della presenza di giovani, specialmente maschi. I numeri sono impietosi. Tra i 18 e i 24 anni si reca in chiesa almeno una volta alla settimana, secondo i dati del 2014, il 16 per cento degli abitanti di questa fascia d’età, contro una media generale del 28,8. Tra i maschi la proporzione sprofonda tra il 12 e il 13 per cento.

martedì 5 gennaio 2016

Non c'era posto per loro nell'albergo?

SOS IMMIGRAZIONE, IN VATICANO SI PREDICA MALE E SI RAZZOLA PEGGIO


È facile avanzare sempre con condanne per decisioni che si prendono quando si tratta di regolamentare questi flussi, ma nessuno – e neppure il Vaticano – sanno dare risposte adeguate al problema lasciando, alla fine della fiera, che lo scontro avvenga tra le persone, o che le soluzioni diventino così facile preda ideologica.
Non pensiate che ci divertiamo a “fare le pulci” alle notizie ufficiali di Radio Vaticana, ma dobbiamo pur rispondere a quanti ci scrivono ponendoci delle domande, ed è compito proprio del laico battezzato, affiancarsi al proprio ambiente ecclesiale per aiutarlo, spesse volte, a comprendere quelle “cose del mondo” che solitamente sfuggono a chi vive solo in – e di – ambito ecclesiale.

La fede al cubo per sepolcri imbiancati


Sacerdoti e fedeli abbandonano la chiesa-mostro di Fuksas: “Fa troppo freddo”


fuksas_folignoLa chiesa progettata dalla nota archistar Fuksas a Foligno è troppo fredda per
celebrare la messa e così i parroci hanno deciso di spostare nel salone parrocchiale tutte le celebrazioni, compresa quella domenicale. Ne dà notizia il sito Umbria Domani, che parla di “una scelta difficile ma condivisa con la comunità dei fedeli, perché la situazione è insostenibile e c’è il rischio che la gente, soprattutto famiglie con bambini, non partecipi più alle liturgie preferendo altre soluzioni per evitare di prendersi un malanno pregando.”