ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 5 luglio 2016

Una storia cattolica e vera

                THE CONJURING


Le vie di di Dio (e di Satana) passano anche dai film
Desta una certa sorpresa andare a vedere un film “dell’orrore” e scoprire che si tratta di una storia cattolica e vera. Sto parlando di The Conjuring 2, attualmente nelle sale. Il protagonista, alle prese con una casa infestata, tira fuori un crocifisso e comincia a declamare: «Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio…». 

Piccole ma fastidiose

“Le processioni al Sud Italia danno fastidio ma se a contestarle è chi ha ridotto la Liturgia della Chiesa ad un teatrino?”

Articolo scritto per MiL dallo Storico dell’arte Dott. Flavio Garreffa, che ringraziamo di cuore. 
Buona lettura 
AC 
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“Le processioni al Sud Italia danno fastidio ma se a contestarle è chi ha ridotto la Liturgia della Chiesa ad un teatrino?” 

Da Napoli in giù in qualsiasi paese o città ci si reca a partire dal mese di maggio è un susseguirsi di riti e manifestazioni religioso - popolari che vedono commoventi ed imponenti cortei processionali portare in trionfo per le
strade dei propri centri abitati statue artistiche e di grande pregio in processione, tra archi di luminarie variopinte, canti antichi e ricchi di fascino arcano e fuochi pirotecnici. 

Riconosciuti dai frutti..

L'AGGUATO ALLA CHIESA

    Il Concilio Vaticano II è stato il frutto d’un agguato dei modernisti alla Chiesa. L’attore principale non è più Dio ma diventa l’uomo: le contraddizioni della svolta antropologica e il paragone con la Rivoluzione di Ottobre 
di Francesco Lamendola  




Più si studia la storia - tuttora piena di ombre - del Concilio Vaticano II; più si chiarisce con quali modalità vennero formate le Commissioni; più si considera come vennero redatti i documenti, con quali forzature esegetiche, con quali riserve mentali, con quali pressioni di ambienti extra-conciliari ed extra-cattolici; più si misura l’ampiezza delle ulteriori forzature operate a posteriori, nella pretesa fedeltà allo “spirito” del Concilio, quando, in realtà, si voleva giungere a delle conclusioni cui i Pontefici non avevano voluto giungere, e più si soggiace alla netta impressione, che finisce per diventare una salda e radicata convinzione, che esso non vide il movimento “spontaneo” di una Chiesa giovane e desiderosa di rinnovamento contro una Chiesa vecchia, immobile, ripiegata su se stessa, bensì qualcosa di molto simile ad un agguato teso deliberatamente alla Chiesa per poterle imporre le briglie e condurla in una direzione difforme dall’insegnamento di tutti i precedenti concili, operando, così, una vera e propria rottura con la Tradizione e imprimendo al Magistero un carattere nuovo, “collegiale”, in continuità solo parziale, ovvero in discontinuità, con il Magistero ecclesiastico di allora e di sempre.

Nel solito lieto minestrone della neochiesa


Il cardinale, il ramadan e la “vera religione”

Dopo la Santa Alleanza col neosindaco di Milano e l’impegno per la moschea, il cardinale Angelo Scola non scorda i suoi amici islamici, ai quali rivolge l’ormai consueto messaggio per la fine del ramadan. In fondo, la birichinata di Dacca non è che un piccolo incidente da scordare. Più importante è definire cos’è la “vera religione” e chiarire senza equivoci il proprio calabrachismo.
di Paolo Deotto
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zsclmsmTutto come da copione.  I musulmani terminano il ramadan (singolare digiuno sinusoidale, che scade ogni giorno per riprendere il giorno dopo…) e il cardinale Angelo Scola non può far mancare il suo messaggio per tale lieto evento.
La SIR – Servizio Informazione Religiosa riporta le parole di Don Giampiero Alberti, collaboratore della curia di Milano per i rapporti con l’islam: “Il testo firmato dal cardinale sarà consegnato da sacerdoti e laici alle diverse comunità musulmane riunite per la festa” nel territorio diocesano. Ne siamo felici.
Essendo Scola un fedele ripetitore di (OMISSIS) – i maligni dicono che lo sia per non ancora sopite speranze di successione – non perde l’occasione per tirare in ballo i tormentoni più in voga della neochiesa.

Bergoglicesaroni


Se fosse una fiction ci divertiremmo


Sono stato a distanza dalle critiche verso l’attuale Pontefice, un po’ per prudenza e un po’ per senso di inutilità delle medesime, un po’ perché non ho capito se c’è o no un Pontefice.

Però, come sapete, in estate le giornate si allungano e bisogna pur riempire il tempo, per cui nessuno si allerti se rispolvero una puntata dell’ambita serie “I Bergoglioni”.

Obbedire “a tutto ciò che egli dirà”. Però...

La rivolta di un cardinale cinese contro il Papa apre un’altra ferita nella chiesa


L’ex arcivescovo di Hong Kong: “Se il Vaticano si accorderà con Pechino, dovremo seguire la nostra coscienza”

"Dovremo seguire la nostra coscienza", ha scritto sul suo blog il cardinale Zen
Roma. Il cardinale Joseph Zen Ze-kiun, arcivescovo emerito di Hong Kong, si appella ai cattolici cinesi affinché contemplino l’idea di non considerare valido l’eventuale accordo che la Santa Sede potrebbe raggiungere con le autorità di Pechino, se riterranno che l’agreement “sia contrario al principio di fede”. Il porporato salesiano lo scrive sul suo blog personale, attaccando “i filogovernativi” e “gli opportunisti della chiesa” auspicanti che Roma firmi al più presto “un accordo per legittimare l’attuale situazione anomala”. Zen parte dal presupposto che ogni intesa possibile – che appare probabile, se si leggono le pur prudenti dichiarazioni degli ultimi mesi rese dai principali tessitori del negoziato vaticani – porterà la firma del Papa. Se pace sarà, insomma, lo si dovrà al via libera di Francesco. Di conseguenza, prosegue il cardinale cinese, bisognerà obbedire “a tutto ciò che egli dirà”. Però, aggiungeva, “il criterio ultimo per giudicare come comportarci è la coscienza” e quindi “se secondo la coscienza il contenuto di un accordo è contrario al principio di fede, non va seguito”.

4 peccati in corso di revisione

Marx torna all'attacco: "Chiesa riconosca unioni gay". Napier lo stoppa
Non si placano gli echi seguiti al Sinodo sulla Famiglia dove si sono confrontate le diverse anime della Chiesa sulle tematiche di più stretta attualità.
Il dibattito si è infuocato principalmente sul tema del riconoscimento delle unioni gay che ha visto in prima linea il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, presidente della conferenza episcopale tedesca, coordinatore del Consiglio per l’economia, il quale è tornato a ribadire l’esigenza per la Chiesa di arrivare al riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso.

Ausnahmepontifikat/Ausnahmezustand

Due papi come mai nella storia, da vero 

"stato d'eccezione"

papi
Ricevo e pubblico.
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LA RINUNCIA DI BENEDETTO XVI E L'OMBRA DI CARL SCHMITT
di Guido Ferro Canale
Il recente intervento di Mons. Georg Gänswein sulla rinuncia di Benedetto XVI al pontificato ha suscitato clamore e riflessioni soprattutto perché sembrerebbe offrire un supporto alla teoria dei “due papi”. Senza entrare nel dibattito su quest’aspetto, o sulla problematica distinzione tra esercizio attivo e passivo del ministero petrino, vorrei attirare l’attenzione su un punto differente del testo, le cui implicazioni mi paiono meritevoli di approfondimento.
Mi permetto di esordire additando, in primo luogo, il titolo scelto dall’illustre Autore: “Benedetto XVI, la fine del vecchio, l’inizio del nuovo”. Egli lo giustifica in esordio, affermando che egli “ha incarnato la ricchezza della tradizione cattolica come nessun altro; e che – nello stesso tempo – è stato talmente audace da aprire la porta a una nuova fase, per quella svolta storica che nessuno cinque anni fa si sarebbe potuto immaginare”. In altri termini: l’“inizio del nuovo” non lo ravvisa in uno qualsiasi dei molti atti di governo o di magistero, ma proprio nella rinunzia e nella situazione inedita che essa crea.