ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 4 ottobre 2016

Se non tornerete come bambini..



02:00

Bimbo di 4 anni commuove il web: descrive il Paradiso prima di morire

Il principio della nostra salvezza.

LA RIVELAZIONE DEL MALE

Una legge di natura spinge il male a rivelarsi affinché sia eliminato. Ringraziamo Dio se dopo aver commesso il male proviamo rimorso: che non ci da pace ma è il principio della nostra salvezza. Guai a noi se non lo provassimo 
di Francesco Lamendola  




Se ci si chiedesse di indicare uno dei segnali più inquietanti, e più eloquenti, non solo della secolarizzazione e della scristianizzazione in atto in Europa ormai da tre secoli, e giunta quasi al punto voluto dai suoi registi occulti, ma anche della mutazione antropologica che vede una trasformazione, probabilmente irreversibile, dell’essere umano, così come lo abbiano finora conosciuto in tutto l’arco della storia, dagli antichi Egizi ad oggi, risponderemmo: l’affievolirsi, il venir meno, lo scomparire, del senso del peccato, e, con esso, del rimorso.
Il rimorso è solo il primo passo sulla via del riscatto; pure, è un passo indispensabile: chi prova rimorso, può anche passare, poi, al pentimento e al desiderio di espiazione, oppure può logorarsi inutilmente nel suo rimorso, fino a restarne distrutto (come accadde a Giuda Iscariota, che dal rimorso non seppe compiere il passaggio al pentimento e alla richiesta di perdono); ma chi non prova rimorso, sicuramente non uscirà dall’inferno del male, e sicuramente si può considerare come un’anima persa: un’anima dannata già in questa vita, in attesa della dannazione eterna.
Fino a una o due generazioni fa, il rimorso era la reazione normale di una persona normale al male da essa compiuto. Non diciamo, di sicuro, che al rimorso facesse immancabilmente seguito anche il pentimento: non sarebbe vero; però era normale provare il rimorso per una cattiva azione compiuta, cioè una sorda scontentezza dell’anima, un senso di disagio, e, quasi sempre, un bisogno istintivo di confessare a qualcuno, se non proprio in sede giudiziaria, il male commesso.

Il lungo momento di “buio”

Repubblica, Amoris Lætitia e l’amore incondizionato 

di Cristiano Lugli

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z-lsmprdrIl quotidiano “Repubblica“, che più o meno al pari di “Avvenire” segue con vivo interesse le vicende vaticane, ha pubblicato lo scorso 30 settembre un articolo di Paolo Rodari, in cui si parla delle realtà omosessuali esistenti all’interno della Chiesa.
Il tono dello scritto è di per sé ottimista, pur facendo riferimento al lungo momento di “buio” in cui avrebbero versato tutti i nuovi “cristiani LGBT”, un neologismo estremamente recente, nato in un modello di “chiesa” inquinato dalle teorie “new-age”. Ma proviamo ad entrare nei contenuti dell’articolo, per meglio comprendere di fronte a quali situazioni ci ritroviamo (e sempre più ci ritroveremo).
Anzitutto nell’articolo di Rodari si fa riferimento al gesuita tedesco Klaus Merten, insegnante liceale, autore e redattore e, dal settembre 2011 direttore del collegio St. Blasien.

La “cristofobia”

2016 "carestia di preti": la "risposta di Dio" alla chiesa desacralizzata, iper-sociale e mondanizzata

                                            

Un recente reportage di Bruno Viani sul Secolo XIX ( QUI ) riapre la piaga dolorosissima del deserto nei Seminari «... in una Chiesa pesantemente impegnata nel sociale e apparentemente supina ai poteri del mondo...».
Si potrebbe sostituire la locazione geografica del servizio mettendo al posto di Genova il nome di una qualsiasi Città scelta a caso : purtroppo la cruda realtà descritta nell'inchiesta non cambia !

Dai fori interni a quelli imperiali: tana liberi tutti!

Buenos Aires e Roma. Per Francesco sono le diocesi modello


Nell'una e nell'altra il papa ha fatto sapere come vuole che sia messo in pratica il capitolo ottavo di "Amoris laetitia", quello della comunione ai divorziati risposati. Suoi portaparola approvati: i vescovi argentini e il suo cardinale vicario

di Sandro Magister


ROMA, 4 ottobre 2016 – Ha fatto grande rumore in tutto il mondo la lettera di encomio scritta da papa Francesco ai vescovi argentini della regione di Buenos Aires, elogiati per come hanno saputo dare la giusta interpretazione di "Amoris laetitia" – cioè quella dello stesso Francesco, l'unica autentica perché, dice, "non ce ne sono altre“ – sul punto cruciale della comunione ai divorziati risposati:

> Intercambio de cartas sobre los "Criterios básicos para la aplicación del capítulo 8 de Amoris laetitia". La respuesta de Papa Francisco

Ma, propriamente, non è ancora chiaro che valore abbia il testo dei vescovi argentini.

Il Signore però sarà allora il rifugio degli afflitti

La Profezia di S.Francesco ritrae la Chiesa d'oggi



Qualche giorno fa, riflettendo sulla ricorrenza del nostro grande Santo, ho considerato quanto fosse abissale la differenza tra Francesco d'Assisi e l'attuale Papa che ne ha assunto il nome.

Mentre il primo fu immortalato da Giotto, raffigurato in un sogno fatto da Innocenzo III, che lo vide nell'atto di sorreggere la Chiesa di San Giovanni in Laterano sull'orlo del crollo (per importanza, la Basilica di San Pietro di allora), il secondo, a quanto pare, fa di tutto per distruggerla.

Ma, andiamo per ordine... forse non tutti sanno che un crocifisso improvvisamente si animò, aprendo la bocca e muovendo gli occhi, ed iniziando a parlare all'umile Fraticello...

Chi è responsabile, quindi?

L’apostasia delle nazioni: le unioni civili

Perversione legis: instaurazione del regno sociale di satana
di Don Francesco Ricossa
L'apostasia delle nazioni - unioni civili - regno sociale di satana











 Unioni Civili: l'apostasia delle nazioni                  
Roma - Le cosiddette “unioni civili” tra persone dello stesso sesso, introdotte dalgoverno Renzi, si stanno rivelando, dal punto di vista numerico, un clamoroso flop. Rimane la gravità inaudita della “legge” in questione. L’11 maggio 2016 la Camera ha approvato (con 372 sì, 51 no e 99 astenuti) il ddl Cirinnà (1) sulle convivenze e le ‘unioni civili’; l’approvazione della Camera dei deputati era data per scontata dopo che il Senato aveva dato il via libera lo scorso 25 febbraio. La nuova normativa delibera sulle cosiddette “unioni civili” tra persone dello stesso sesso, nonché sulle convivenze di fatto, tra persone dello stesso sesso o di sesso diverso. Nel primo caso, l’unione “civile” è di fattoequiparata al matrimonio (acquisizione del cognome, diritti successori, assistenza morale e materiale, possibile comunione dei beni, alimenti in caso di scioglimento dell’unione, pensione di reversibilità e, per via giurisprudenziale, anche l’adozione dei figli del convivente); anche le coppie di fatto acquisiscono molti dei diritti spettanti alle coppie regolarmente sposate(tranne il cognome e il diritto successorio). Abituati come siamo ormai a ogni genere di aberrazione, rischiamo di non cogliere appieno la particolare gravità di quanto è accaduto in parlamento, e che il capo del governo, il “cattolico” Matteo Renzi, ha chiamato “un giorno di festa per tutti”.

Un mistero troppo grande

LA FEDE?
UNA QUESTIONE DI CUORE. . .





Domanda:

[In molte chiese sono spariti i banchi, hanno messo le sedie e quindi alla consacrazione nessuno si inginocchia più. Pensare che l’inginocchiarsi è prescritto dal Messale e, come scrisse Ratzinger da cardinale, “una fede o una liturgìa che non conoscano più l’atto di inginocchiarsi sono ammalate in un punto centrale].

Risposta:

Guarda, io credo che la liturgìa, i gesti del corpo, i paramenti, la musica, servano all’uomo, come mezzo. Sono un aiuto per elevare il cuore a Dio. Non è che a Lui interessi se ci inginocchiamo o no, è a noi che serve farlo. In chiesa stiamo davanti a un mistero troppo grande per il nostro cuore” (Il Giornale, 20 sett. 2016).
 
I due stralci sono tratti dall’intervista rilasciata da Costanza Miriano, l’autrice del noto “Spòsati e sii sottomessa”, al “cattolico perplesso” Camillo Langone che esprime, sotto forma di domanda, i dubbî e le resistenze di un cattolico “vetus ordo” che avverte l’inquietante trapasso dal dogma alla prassi, “turbato dalle contraddittorie novità che diuturnamente giungono da Roma, e perciò assetato di certezze” (Il Giornale 27 sett. 2016).

lunedì 3 ottobre 2016

«Dissoluzione, confusione, e morte»

“Non ci vuole un dottorato per evidenziare le ambiguità di Amoris laetitia”

amorisL’esortazione apostolica Amoris laetitia, scrive Jessica M. Murdoch sulla rivista Usa First Thing«ha suscitato più polemiche di ogni altro documento papale». Il campo è diviso tra coloro che «sono a favore di un cambiamento nella visione della Chiesa», e accolgono con favore le aperture dell’esortazione, e quelli che, invece, «cercano di sostenere la tradizionale disciplina circa l’indissolubilità del matrimonio» e mettono in evidenza le ambiguità del testo.

Chi crede poco non fa pregare gli altri

Vescovo Forlì-Bertinoro: “non concedo chiese per il rito di San Pio V” 

di Gabriele Colosimo
Nell’attuale desolazione, tra seminari vuoti e chiese abbandonate, un giorno vilipese, un giorno distrutte da sedicenti profughi, il vescovo della diocesi di Forlì-Bertinoro, mons. Lino Pizzi, pensa bene di lasciare abbandonata a sé stessa una bella chiesa, eretta per il culto a Dio e non come orpello immobiliare od arredamento urbano, pur di non assegnarla ad un’associazione vicina alla Fraternità San Pio X, che vi avrebbe fatto celebrare la messa di sempre.
Una decisione che oggi più che mai lascia sgomenti, dal momento che si va a pregare coi maomettani, si è sempre alla ricerca delle cosidette periferie esistenziali e poi ci si dimentica delle proprie radici, del rito che ha santificato generazioni, di preghiere consacrate da secoli.

Copio qui di seguito, per chi vorrà leggerla, la querelle tra il rappresentante dell’associazione, Daniele Casi, e il vescovo di Forlì-Bertinoro:

Chi prega poco, crede poco

PREGATE SEMPRE

Attraverso la preghiera costante il credente si pone in comunicazione con Dio: non esiste una maniera più pronta ed efficace per gli effetti che produce di vivere la fede di affrontare le difficoltà e cercare sostegno 
di Francesco Lamendola  


Il Vangelo di Luca introduce con la seguente frase la parabola del giudice che non temeva Dio e della vedova importuna: [Gesù] disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi (18, 1).
Questo è il segreto della forza di Gesù come uomo (come Dio, il discorso, evidentemente, è diverso): la preghiera, la preghiera continua, incessante, che è come la finestra aperta per la quale entrano l’aria e la luce in un ambiente chiuso; come la pioggia e come l’acqua del torrente, che vengono a bagnare la terra inaridita e a ridare vita alle piante assetate.
Attraverso la preghiera costante, il credente si pone in comunicazione con Dio: non esiste una maniera più pronta, più efficace, più straordinaria – per gli effetti che produce – di vivere la fede, di affrontare le difficoltà, di cercare sostegno nei passaggi difficili. Un credente che prega poco è un povero credente, che la prima raffica di vento ostile metterà in crisi e, forse, allontanerà da Dio. La preghiera costante è la linfa stessa del rapporto fra uomo e Dio.
Chi prega poco, crede poco, spera poco, ama poco. Il credente, e magari il religioso, che si adopera e s’immerge in mille cose, s’impegna, si sfinisce – magari – in innumerevoli opere di carità, ma non trova il tempo di pregare, non è un vero credente: perché trascura l’essenziale e si disperde in ciò che potrebbe essere fatto anche da altri. Tutti possono compiere le opere, ma nessuno può sostituirsi a noi nella fede e, quindi, nella preghiera. Un credente che non prega è come un figlio che non rivolge mai la parola a suo padre; come un figlio che, se vive in un paese lontano, non gli scrive mai, non gli fa neppure uno straccio di telefonata.

Il vangelo dei capitelli?

Perché Francesco chiede di “accompagnare i gay” ma attacca la teoria del gender


Un Papa poco politicamente corretto critica le colonizzazioni ideologiche del pensiero unico sulla sessualità, ma ricorda che gli omosessuali non vanno demonizzati, anzi. Analisi delle parole di Bergoglio dopo il suo viaggio nel Caucaso.

Papa Francesco (foto LaPresse)
Roma. L’ultima volta che aveva parlato in modo esplicito di gender, Francesco l’aveva definito come “l’espressione di una frustrazione”. Poco prima – parlando con i giovani riuniti a Napoli, nel marzo d’un anno fa – parlò di “uno sbaglio della mente umana che fa tanta confusione”. A Tbilisi, sabato, aveva usato una delle metafore più gravi nel registro che è solito usare: guerra mondiale contro il matrimonio. Ieri, conversando con i giornalisti sull’aereo che lo riportava a Roma dopo i tre giorni trascorsi nel Caucaso, ha chiarito che si riferiva “a quella cattiveria che oggi si fa con l’indottrinamento”. Il Papa ha raccontato quanto gli disse un padre francese con un figlio di dieci anni: “Alla domanda ‘cosa vuoi fare da grande’ ha risposto: la ragazza! Il padre si è accorto che nei libri di scuola si insegnava la teoria gender, e questo è contro le cose naturali. Una cosa è la persona che ha questa tendenza, o anche che cambia sesso. Un’altra – ha aggiunto – è fare insegnamenti nelle scuole su questa linea, per cambiare la mentalità: io chiamo questo colonizzazione ideologica”.

“Voi avete per padre il diavolo”

“PER PADRE IL DIAVOLO”
Introduzione al problema ebraico secondo la Tradizione cattolica
Invito alla lettura

Copertina dell'edizione 2002

L’editore EFFEDIEFFE (Proceno di Viterbo) (1) ristampa per l’ottobre del 2016 il libro di Curzio Nitoglia Per padre il diavolo. Introduzione al problema ebraico secondo la Tradizione cattolica, che ha avuto la sua prima edizione nel 2002 con la Società Editrice Barbarossa di Cusano Milanino.

Il libro dopo 14 anni è ancora più attuale dato il progresso della preponderanza ebraica nella costruzione del “Nuovo Ordine Mondiale” a partire dalla guerra contro l’Iraq nel 2003 sino alle cosiddette “primavere arabe” del 2011, che in Siria ci stanno portando verso una probabile terza guerra mondiale atomica, data la contrapposizione frontale creatasi in loco tra gli Usa e la Russia di Putin (2015/2016).

Per padre il diavolo è una sorta di Summa della dottrina cattolica tradizionale, anteriore alle deformazioni conciliari (2) e postconciliari (3),  sulla questione ebraica, studiata da un punto di vista teologico, politico, economico ed etnico alla luce della S. Scrittura, della Tradizione patristica e scolastica, del Magistero tradizionale e degli autori controrivoluzionari, che hanno scritto sul complotto ebraico/massonico contro la Chiesa romana.

L’ Europa è pagana

"Europa musulmana in 10 anni. Impugniamo la spada della fede"

L'arcivescovo emerito di Pompei, Monisgnor Carlo Liberati, non usa mezzi termini per sferzare un'Europa presto "musulmana" attraverso l'immigrazione
Dieci anni. Una decade, o forse meno, e l'Europa sarà musulmana. A dirlo è monsignor Carlo Liberati, arcivescovo emerito di Pompei.


Il timore del prelato è che la sostituzione demografica in atto in Europa porti direttamente all'islamizzazione del Vecchio Continente. Lì dove nulla hanno potuto le armi degli eserciti dei califfati islamici stanno riuscendo i "ventri delle donne".

Nei bifidi e trifidi mari della nuova e squillante teologia..

Teologia di strada: Un avvincente saggio di Enrico Maria Radaelli

Dicono che oggi alla civiltà serve <un'idea forte di umanità per ridare sacralità alla persona> (Marc Augé). Proprio così: idea forte di umanità,sacralità della persona:
Marc Augé ha dipinto il cristianesimo aureo.
 Enrico Maria Radaelli

 Felice interprete ed originale continuatore dell'opera di padre Antonio Livi e dei professori Romano Amerio e Paolo Pasqualucci, Enrico Maria Radaelli è instancabile indagatore e critico puntuale delle alte illusioni, a monte della slavina neoterica, vettrice dei fumosi deliri che scendono in folle e sfrenata corsa sulle piste della teologia modernizzante, prima di rovesciarsi nella liquide e quasi surreali esternazioni di Bergoglio.
 Radaelli ha pubblicato, in questi giorni, un magnifico saggio controcorrente, “Teologia di strada”, un testo la cui lettura è suggerita ai cattolici in cerca della bussola necessaria alla navigazione nei bifidi e trifidi mari della nuova e squillante teologia.

domenica 2 ottobre 2016

Nel tempo della croce e dei carnefici*

Aleppo vista da vicino
Aleppo che soffre. Di questa tragedia sono pieni i quotidiani e le radio. Monsignor Joseph Tobji, arcivescovo di Aleppo dei maroniti, è testimone diretto di tali sofferenze. E ce ne parla a Roma, dov’è riuscito ad approdare momentaneamente in questi giorni.

Sui giornali si legge di Aleppo assediata, la zona orientale, quella in mano ai ribelli, e si condannano i bombardamenti russi su quella zona della città.
Certo, le bombe di aereo uccidono. Ma uccidono anche i missili e i proiettili di artiglieria. Come anche le cosiddette armi leggere. E se Aleppo Est è sottoposta ai bombardamenti, anche nella parte occidentale, quella dove mi trovo io, si muore. Ogni giorno da quattro anni. Da quando i terroristi hanno preso una parte di Aleppo e hanno iniziato a tirare sui civili che vivono nelle zone libere i loro ordigni di morte. Ne hanno in abbondanza, Quelli fatti artigianalmente e quelli più che sofisticati forniti loro dall’Occidente e dall’Arabia Saudita.

Il suono delle campane di Roma

L’INTERVENTO SUL LIBRO DI RATZINGER

«Benedetto è semicieco dal ‘94 Il giorno dell’addio non pianse»

Il racconto di padre Georg Gänswein: «Ama fare le imitazioni delle voci. I suoi passi sono sempre più brevi»

Georg Gänswein 

Vorrei iniziare con una precisazione che forse potrà comunque essere molto utile. Queste «ultime conversazioni» non sono un «hard talk» bellicoso, alla maniera del famoso programma televisivo della BBC, e Peter Seewald non ha assolutamente cercato di mettere Benedetto XVI «sulla graticola». Il libro contiene piuttosto la registrazione di una serie di incontri «cuore a cuore» svoltisi prima e dopo le dimissioni del Papa, tra due anime molto diverse tra loro ma bavaresi fino al midollo (questo lo posso dire io che non sono bavarese e vengo dalla Foresta Nera) che interrogando intensamente la memoria entrano in confidenza. Le risposte del Papa emerito sorprendono qui per un’intimità del tutto particolare e nuova in cui il libro coinvolge il lettore, e per una lingua diretta. Apprendiamo, per esempio, dalla bocca del Papa dopo le dimissioni che il suo oppositore Hans Küng «parlava troppo».

Lunga vita ai ribelli..!?

Amoris laetitia: la "misericordiosa" repressione del dissenso

Offriamo la traduzione di un interessante articolo comparso su LifeSiteNews, che ci racconta della misericordiosa repressione dei 45 firmatari dell'Appello ai Cardinali e Patriarchi, circa i problemi posti da Amoris laetitia.


29 settembre 2016 (LifeSiteNews). Alcuni degli studiosi che hanno un appello ai 218 Cardinali e Patriarchi, sono sotto tiro per per avere richiesto misure correttive utili a chiarificare "un numero di asserzioni che possono essere capite in un senso che è contrario alla fede cattolica e principi morale" in Amoris laetitia.
Alcune settimane fa è comparsa una lettera di Papa Francesco, che ha espresso l'appoggio dello stesso Santo Padre ai vescovi della regione pastorale di Buenos Aires in questi termini: "Nessuna altra interpretazione" di Amoris Laetitia è valida, permettendo di conseguenza la distribuzione, in certi casi, della S. Comunione ai divorziati risposati cattolici. Certamente uno dei temi caldi in questione.


Verso una nuova corazzata Potëmkin?

Con viva preoccupazione: Noi accusiamo Papa Francesco/3


Riprendiamo nella nostra traduzione il Libellus di accusa - Parte III formulato nei confronti del papa in una Dichiarazione congiunta di due testate cattoliche U.S.A. [qui]: The Remnant e Catholic Family NewsQui la Parte I e la Parte II.

“Non Si sente allarmato da tutte le divisioni che ha generato all’interno della Chiesa, nella quale alcuni vescovi si stanno allontanando dall’insegnamento dei Suoi predecessori sulle persone divorziate e ‘risposate’, basandosi solamente sulla Sua presunta autorità, mentre altri di loro cercano di difendere la dottrina e la pratica bimillenarie che Lei si è sforzato incessantemente di rovesciare?”
Dichiarazione congiunta di The Remnant e di Catholic Family News
Michael J. Matt, Christopher Ferrara e John Vennari

TERZA PARTE

Una “Prassi pastorale” in guerra contro la Dottrina

Lei ha approvato come unica corretta interpretazione dell’Amoris una speculazione morale che in pratica minerebbe non solo le norme di morale sessuale che Lei sta cercando palesemente di sovvertire, ma l’intero ordine morale. Infatti, l’invocazione – come una sorta di talismano – di “circostanze complesse” che un sacerdote o un vescovo deve “discernere” nell’ambito di una “prassi pastorale” – pur mantenendo piamente invariata e invariabile la norma in qualità di “regola generale” –, fa praticamente sì che l’applicazione di qualsiasi norma morale possa essere considerata “impraticabile”.

Gli oscuri criteri che definiscono i “limiti che diminuiscono la responsabilità e la colpa” potranno essere applicati a ogni sorta di peccato mortale abituale, ivi comprese la convivenza – che Lei ha già comparato al “vero matrimonio”; le “unioni omosessuali”, alla cui legalizzazione Lei si è rifiutato di opporsi; la contraccezione, che Lei – in modo sconvolgente – ha dichiarato essere moralmente permissibile nel caso in cui serva a prevenire la trasmissione di malattie, dichiarazione che il Vaticano ha successivamente confermato essere in realtà solo la Sua opinione personale.

Da vili

I farisei di Molfetta e lo tsunami catto-gayContrariamente a quanto dichiarato alla Nuova BQ, alla fine il vescovo di Molfetta ha "battezzato" il corso gender della propria diocesi. Un vero scandalo che però è soltanto la punta dell'iceberg in una Chiesa sempre più indirizzata dalla lobby gay. Ormai le condanne del gender non bastano più...
«Evitare il confronto è da vili», ha detto monsignor Domenico Cornacchia, vescovo di Molfetta, introducendo il 30 settembre il dibattito che ha dato inizio al corso di formazione per insegnanti ed educatori sulla “Educazione di genere”, organizzato dalla diocesi di Molfetta e dalla locale Azione Cattolica. Oddio, chiamarlo dibattito sembra azzardato, visto che i sei che sedevano dietro al tavolo degli oratori raccontavano in modi diversi la stessa storia: che l’omosessualità, cioè, è una variante della natura, che l’educazione di genere è compito fondamentale della scuola, che compito dell’educatore è accompagnare ogni persona nel crearsi una identità sessuale forte, qualsiasi essa sia. 

La “loro” Chiesa

VERSO UN NUOVO PAGANESIMO ?

    Senza la preghiera e la Grazia scivoliamo in un nuovo rovinoso paganesimo. L’essenza del paganesimo è il naturalismo, prospettiva corretta dal Cristianesimo che ci ricorda che non tutto nella natura è buono 
di Francesco Lamendola  



Scriveva la poetessa Saffo, in una delle sue composizioni più sofferte e più belle (24 D; traduzione di Salvatore Quasimodo):

Tramontata è la luna
E le Pleiadi a mezzo della notte;
anche giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l’anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.

Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.

Ecco: qui è veramente racchiusa l’anima dell’uomo antico, dell’uomo pagano (e della donna, ovviamente, come in questo caso). Sola di fronte al mistero di Eros, dell’amore-passione, del desiderio indomabile, che persiste e cresce nonostante l’avanzar degli anni, e irrompe come un vento impetuoso d’inverno, scuotendo il fogliame in un bosco di querce: l’anima è come sorpresa, sbigottita, trema e ha paura, non sa che dire, non sa che fare, rabbrividisce e resta come folgorata. L’amore passionale è una forza spaventosa, davanti alla quale l’uomo non possiede alcuna risorsa, alcuno strumento per resistere: è lì, inerme, avvinto, schiavo della bellezza, torturato dal desiderio anche quando sa di non esser più desiderabile; si agita e si contorce nel letto vuoto, agitato da fantasmi erotici, davanti ai quali è più inerme di un bambino. Brama e soffre, e non sa darsi pace, e rabbrividisce di vergogna e desiderio: ma non può fare a meno di bramare.