ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 30 ottobre 2016

“Caro Padre, che sei nei cieli, indicami dov’è l’unico Ovile ”

MARIA ELISABETTA HESSELBLAD, LA SANTA CHE DONÒ LA VITA A DIO PERCHÉ LA SVEZIA TORNASSE IN COMUNIONE CON ROMA

Maria Elisabetta Hesselblad, la santa che donò la vita a Dio perché la Svezia tornasse in comunione con Roma

Mi sembra opportuno soffermarsi sulla figura straordinaria della Beata Maria Elisabetta Hesselblad, che tanto impegno profuse per l’unità dei cristiani, considerando scandalose le loro divisioni. La pia donna nacque il 4 giugno 1870 a Faglavick (Svezia) nella provincia del Vastergotland, quintogenita di ben tredici figli (nove maschi e quattro femmine). Il padre si chiamava Augusto Roberto e la madre Karin, ambedue luterani e molto praticanti. Sin da piccolina la Beata amò leggere la Bibbia. Nella chiesa luterana fu battezzata il 12 luglio 1870, successivamente ricevette la prima comunione e la confermazione nel 1885 oltre ad una istruzione religiosa approfondita. Alla età di sette anni fu duramente colpita dalla scarlattina e dalla difterite, mentre a dodici anni una malattia le provocò ulcere allo stomaco ed emorragie, che l’accompagneranno per tutta la sua vita terrena. Fin dalla giovinezza il suo maggiore desiderio fu trovare l’Unico Ovile. Maria Elisabetta racconta questo suo anelito nelle «Memorie autobiografiche»:
«Da bambina, andando a scuola e vedendo che i miei compagni appartenevano a molte chiese diverse, cominciai a domandarmi quale fosse il vero Ovile, perché avevo letto nel Nuovo Testamento che ci sarebbe stato “un solo Ovile ed un solo Pastore”. Pregai spesso per essere condotta a quell’Ovile e ricordo di averlo fatto specialmente in un’occasione quando, camminando sotto i grandi pini del mio paese natio, guardai in special modo verso il cielo e dissi: “Caro Padre, che sei nei cieli, indicami dov’è l’unico Ovile nel quale Tu ci vuoi tutti riuniti”. Mi sembrò che una pace meravigliosa entrasse nella mia anima e che una voce mi rispondesse: O, figlia mia, un giorno te lo indicherò. Questa sicurezza mi accompagnò in tutti gli anni che precedettero la mia entrata nella Chiesa».

Nel 1888, diciottenne, emigrò negli Stati Uniti alla ricerca di un posto di lavoro per aiutare economicamente la sua famiglia. L’anno seguente, a causa dei suoi disturbi, fu ricoverata in ospedale e si trovò in una situazione disperata. Stabilì, qualora fosse guarita, di diventare infermiera, conseguendo il diploma presso il Roosevelt Hospital e poco dopo venendo presa dallo stesso ospedale. Conobbe il padre e dotto gesuita Giovanni Giorgio Hagen, che le fece conoscere in maniera approfondita la dottrina cattolica. Meditò a lungo sul da farsi ed infine decise di farsi battezzare e ricevere la prima comunione nella Chiesa cattolica il 15 agosto (il giorno dell’Assunzione della Beata Vergine Maria) 1902 negli USA.
Nel 1903 ebbe il grande desiderio di soggiornare a Roma e qui per puro caso ebbe la gioia di scoprire la casa dove abitò Santa Brigida (fondatrice del nuovo Ordine monastico del Santissimo Salvatore, ampiamente sviluppatosi nel Nord Europa) nel XIV secolo. Gli svedesi studiavano Santa Brigida come letterata, avendo composto la stessa diverse opere. Infatti la riforma di Lutero non riconobbe più nella santa svedese quell’alone di santità, ancora oggi confermato dalla Chiesa cattolica. Il 25 marzo del 1904 Maria Elisabetta ritornò a Roma, avendo il proposito di rifondare il vetusto Ordine brigidino, ma fu preda di forti febbri (ricevette perfino l’unzione degli infermi). Sapeva bene (con grande dispiacere) che la casa di Santa Brigida era occupata da una comunità di carmelitane, alle quali non interessava tener desta la memoria della Santa svedese e ciò era dimostrato dal fatto che le stanze in cui aveva abitato Santa Brigida non erano visitabili, perché chiuse. Nello stesso anno il suo fratello amatissimo, Thure, decise di diventare cattolico. Il 22 giugno 1906 la Beata, nella cappella della casa di Santa Brigida, vestì l’abito grigio delle Brigidine di Syon Abbey ed emise i voti alla presenza del padre gesuita Giovanni Giorgio Hagen. Il 10 luglio pronunciò in forma privata i voti come figlia di Santa Brigida.

Suor Elisabetta visitò le rimanenti comunità brigidine ancora sussistenti in Europa (Vadstena, Weert, Uden, Altomunster, Syon), volendo informarle sul suo desiderio di rifondare l’Ordine. Rimase fortemente colpita solo dal monastero di Syon, sia per il fatto che le suore indossassero ancora il saio cinerino (il saio della penitenza medievale), sia perché conservassero le preghiere corali dell’antica liturgia brigidina. Sotto la guida dello Spirito Santo e con l’aiuto del Pontefice Pio X, l’otto settembre del 1911 riportò in vita l’Ordine di Santa Brigida, volendo restare fedele alla tradizione brigidina per l’indole contemplativa e la celebrazione solenne della liturgia. Tutto il suo apostolato si rifece al motto «Ut omnes unum sint» e per questo motivo volle donare la propria vita a Dio per far sì che la Svezia fosse una sola cosa con Roma.
In un periodo di grandi difficoltà, derivanti dalla rifondazione dell’Ordine brigidino, scriveva il 4 agosto 1912: «L’uragano del nemico è grande ma la mia speranza rimane tanto più ferma che un giorno tutto andrà bene. Per la Croce alla luce! Quello che si semina nelle lacrime si raccoglie nella gioia. E il nostro caro Signore ha detto: “Dove due o tre sono riuniti nel Mio nome, io sono in mezzo a loro”. Questo diciamo a Lui affinché Egli supplisca a quello che manca in noi e attorno a noi per il compimento della vocazione alla quale ci ha, così indegne come siamo, chiamate».
Il 4 marzo del 1920 la Beata (oggi santa ndr.)  fu nominata badessa dell’Ordine del Santissimo Salvatore ed affermò che tre erano i compiti del’Ordine: contemplazione, adorazione e riparazione. Nel mese di luglio del 1923 Madre Elisabetta andò in Svezia per il 550° anniversario della dipartita di Santa Brigida a Vadstena (dove essa aveva eretto nel 1343 il suo primo monastero). Alla cerimonia presero parte numerosi luterani. Nello stesso anno in ottobre riuscì a far nascere una casa brigidina a Djursholm (cittadina posta a circa 10 Km a nord est di Stoccolma. Il borgo era ed è ritenuto come uno dei più esclusivi e facoltosi della Svezia, realizzato come una città giardino con enormi ville lungo le strade alberate ed i raffinati quartieri hanno da lungo tempo attirato illustri accademici, elementi di spicco della cultura svedese ed uomini d'affari), la prima in seguito alla riforma. Nei primi anni di vita della casa a Djursholm giunsero alle suore brigidine numerosissime minacce di morte anonime da parte dei luterani.

Il 10 aprile del 1931 il Vaticano diede all’Ordine fondato da suor Maria Elisabetta, a tempo indeterminato, la chiesa di Santa Brigida insieme al convento oramai abbandonato dalle carmelitane. Da questo momento la chiesa fu sempre più visitata da svedesi cattolici e luterani. Nel 1943, quando Roma era in mano ai nazisti, Maria Elisabetta (mettendo a rischio la propria vita) ospitò senza alcun distinguo ebrei, poveri, rifugiati, comunisti italiani, tedeschi e polacchi. In una lettera inviata a sua sorella Eva scrisse: «...Quaggiù viviamo in condizioni assai difficili, ma la Provvidenza di Dio ci assiste in molti modi meravigliosi. Abbiamo ancora la casa piena di profughi, in quest´anno di afflizione».
Ebbe una fruttuosa amicizia con l’allora rabbino di Roma (Israele Eugenio Zolli), che divenne cattolico nel 1946. Donò le sue preghiere ed i frequenti disturbi fisici a favore dell’unità dei cristiani. Nel 1946 venne fondata a Roma l’associazione per l’unità dei cristiani «Unitas», a cui fece seguito la rivista omonima diretta dal teologo gesuita padre Carlo Boyer. La Beata (Santa ndr.) offrì pieno appoggio alla lodevole iniziativa ed ottenne che la casa di piazza Farnese fosse la sede dell’associazione.
Nel gennaio del 1955 il re Gustavo VI di Svezia volle attribuirle l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine della Stella del Nord, a motivo delle numerose opere da lei concepite e portate a termine. Il 24 aprile del 1957, alla veneranda età di 87 anni, morì nella casa generalizia di piazza Farnese, dopo aver sopportato tante sofferenze dovute ad un malfunzionamento del suo cuore. Fu seppellita al cimitero del Verano. La gente povera e semplice da subito la considerò santa oltre che madre dei poveri e maestra dello spirito.  
http://www.iltimone.org/35258,News.html

Se Lutero va d'accordo con Francesco (e Ratzinger)
LIPSIA — Mentre si potrebbe con ragione ammirare con quale semplicità e precisione papa Francesco, nell'intervista al gesuita svedese Ulf Jonsson uscita su La Civiltà Cattolica, si prepara alla visita a Lund per l'inizio del 500esimo anniversario della Riforma luterana, presentando il suo pensiero ecumenico ed interreligioso, la Frankfurter Allgemeine Zeitung di questo fine settimana si chiede se il papa sia il nuovo Lutero del 2017. Secondo il vaticanista Christian Geyer, Francesco è un confusionario che intacca l'autorità del ministero papale. Un papa che invece di voler riportare i luterani a Roma, porta i cattolici a Wittenberg, la città in cui Lutero avrebbe affisso le sue 95 tesi contro la vendita delle indulgenze. Il giornalista della Faz cita anche un teologo di Friburgo, Helmut Hoping: "Attualmente vedo il pericolo che il ministero papale, in forza di oscurità dottrinali e frasi spontanee irritanti, metta in gioco la propria autorità".
In un primo articolo avevo dato la parola ad alcuni figli del riformatore tedesco che ho conosciuto nei miei 15 anni di attività di insegnamento nella terra dov'è nata la riforma luterana, a pochi chilometri da Wittenberg, proprio perché volevo evitare contrapposizioni astratte tra Roma e Wittenberg, come quelle espresse nella Faz. Preferisco comunque, con il filosofo francese Rémi Brague, il termine "Riformazione" (Réformation) per distinguerlo da altre forme di riforma ecclesiale, come quella tridentina o del Vaticano II e in genere dal tema tipico della Chiesa tutta, "semper reformanda". 
In questo articolo vorrei cercare di approfondire il tema della "Riformazione" in dialogo proprio con Rémi Brague e il suo importante libro Il futuro dell'Occidente. Nel modello romano la salvezza dell'Europa (2005; 2016). Conoscendo la tesi del libro, già presentata nel sottotitolo (nel modello romano la salvezza dell'Europa) si potrebbe pensare ad una provocazione: come fare memoria dell'avvenimento che ha segnato la rottura con Roma, proponendo un "modello romano" di salvezza? Quanto scriverò è destinato a deludere tutti: i tradizionalisti "romani" vedranno in esso un'eccessiva cautela nel giudizio su Lutero, i luterani forse un tentativo di "restaurazione cattolica". 

Che cosa ci propone Brague con il concetto di "romanità" o "secondarietà" (nell'accezione tecnica specificata dall'autore, e non usuale del termine)? "È solo con la digressione attraverso l'anteriore e l'estraneo che l'Europa accede a tutto ciò che le è proprio". L'Europa non ha nulla di primario (potremmo anche dire: di essenziale) da difendere se non la sua capacità di integrare ciò che le è estraneo o anteriore. Fin dai tempi più antichi: Virgilio mette all'inizio della fondazione di Roma le gesta di uno straniero proveniente da una città dell'Asia minore! 




Non credono a niente e rideranno di voi

Tragica festa della Regalità sociale di Nostro Signore Gesù Cristo, che regna nonostante i suoi nemici ed avversari

Che tragica festa della Regalità sociale di Nostro Signore Gesù Cristo, negata - seppur in modo diverso - da tutte le ideologie figlie della rivoluzione!
«(…) Non ostante però tante e sì solenni affermazioni della regia potestà di Cristo contenute nelle sante Scritture e nella divina liturgia, pure da oltre un secolo e mezzo mena strage nel mondo civile un’esiziale eresia, che da alcuni venne detta liberalismo, da altri laicismo. Quest’errore è multiforme, ma tutto in sostanza si riduce a negare la supremazia di Dio e della Chiesa sulla società civile e sugli stati, i quali ufficialmente si proclamano indipendente da qualsiasi altra superiore autorità; – libera Chiesa in libero stato – quando pure non giungano a quella frenesia di statolatria, che rivendica allo stato le prerogative divine, cui, come una volta all’idolo Moloch, vuolsi oggi sacrificato ogni altro diritto, così individualmente, che familiare. –

Per “caso”?

Papa Francesco va da Lutero. E crolla tutto.

«Norcia che crolla: l’Europa che crolla, la liturgia che crolla, la famiglia, la dottrina cattolica… Nota Bene: oggi, secondo il calendario antico, è la festa di Cristo Re» (Don Alfredo Maria Morselli, 30-10-2016, facebook.com)
COINCIDENZE?

Baracca e burattini

Perché la chiesa dovrebbe andare a lezione da chi l’ha rinnegata?

Lutero fu un genio religioso immenso, ma se i cattolici devono imparare qualcosa da lui, come dice Francesco, potrebbe anche essere la volta che si chiudono baracca e burattini


Che i cattolici abbiano qualcosa da imparare da Lutero, come dice Francesco e come ha detto anni fa anche Benedetto XVI, è giusto anche da una prospettiva di osservazione integralmente laica.

Di quella pira l'orrendo foco..


PARCE COMBUSTO
ovvero: di quella pira l’amabil fuoco
(la nuova “prassi” bergoliana della sepoltura)






Ad resurgendum cum Christo” – per risorgere con Cristo -  è il nuovo editto (confezionato il 15 agosto 2016 e pubblicato il 25 ottobre 2016), con cui il rivoluzionario pontificato bergogliano  “chiarisce” (!) il punto di vista del Magistero nei confronti della cremazione, cioè, il rito pagano della pira e/o del forno che anche i cattolici, dal 1983, possono praticare.

Al fedele che si accinge alla lettura della dichiarazione, pardon, “Istruzione”, vien scodellata una serie  di pericopi bibliche vetero/neotestamentarie, citazioni patristiche, AAS e altre, con cui il cardinal Gerhard Müller, Prefetto della CDF, e l’arcivescovo Luis F. Ladaria Segretario della stessa Congregazione, tentando di giustificare davanti al mondo la ribadita posizione della Chiesa “circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione” riescono, invece, a dimostrarne l’assoluta estraneità all’argomento stante l’esaltazione che, dette pericopi, dànno della sacralità del corpo e della resurrezione dal momento che, su 16 citazioni, tre soltanto, infatti, sono riferite alla cremazione.

Magnitudo Jorge? (..in attesa di Lund)

NUOVA SCOSSA NELLA CAPITALE

Roma, crepe nelle basiliche di San Paolo 
e San Lorenzo|Salaria chiusa|Foto|Video

A flagello terraemotus, libera nos Domine! Distrutta la Basilica di S. Benedetto a Norcia .....

Com'era


Com'è .....

Se "Dio non é cattolico", lo é Bergolleus?

http://opportuneimportune.blogspot.com/2016/10/bergoglio-lapostata-aspettando-il-31.html

PROTESTANTIZZAZIONE DELLA CHIESA? NIENTE PAURA, PERCHE’ IL PAPA E’ CATTOLICO
Papa Francesco a Lund: temono alcuni gruppi cattolici che la sua presenza alla commemorazione della Riforma sia la conferma clamorosa della ‘protestantizzazione’ della Chiesa cattolica… 
Se abbiamo fiducia nel Santo Padre, non possiamo nutrire questa paura. Perché il Papa è cattolico…

tratto da
P.S. L’intervista appare in originale su  www.rossoporpora.org  e, in forma cartacea,  nell’edizione del 29 ottobre 2016 del ‘‘Giornale del Popolo’, quotidiano cattolico della Svizzera italiana (inserto ‘Catholica’). Appare anche, in traduzione inglese, nel numero in uscita del mensile cattolico statunitense ‘Inside the Vatican’.  Per la riproduzione di ogni sua parte si richiede la citazione della fonte. Per la riproduzione dell’intera intervista o di parti consistenti di essa si prega in ogni caso di chiedere l’autorizzazione a info@rossoporpora.org o a giusepperusconi1@gmail.com .

La valigetta smarrita nel volo per Lund!


Lutero: vigliacco e sporcaccione  Cinque libri su Lutero


Il prossimo 31 ottobre a Lund, in Svezia, si apriranno le celebrazioni per il cinquecentesimo anniversario della Rivolta protestante (1517).
Le forze dell'inferno tenteranno, come sempre, di sfruttare l'occasione per colpire la Chiesa, sfigurare l'immagine di Papa Francesco, gettarci nella confusione in nome di una pastorale che distrugge la dottrina: insomma, farci perdere la fede.

Nel prevedibile caos dei mesi successivi, serviranno preghiera e penitenza perchè almeno qualcosa non cambi: l'immutabile fede dell'anima cattolica, in ginocchio, ma incrollabile, in mezzo alla convulsione generale.

sabato 29 ottobre 2016

Check-in per Lund

PROMESSE DEI FALSI PROFETI

«I falsi profeti promettono libertà ma essi stessi sono schiavi della corruzione». Niente di nuovo sotto il sole: è quel che fanno da sempre le 100 e 100 eresie che accompagnano la storia della Chiesa 
di Francesco Lamendola  



I falsi profeti ci sono sempre stati e sempre ci saranno; e così pure i falsi maestri: anzi, negli ultimi tempi questa mala razza è destinata ad aumentare ancor di più, perché nei tempi di grande confusione la gente è assetata di novità e di parole che lusinghino le umane passioni e giustifichino ogni sorta di licenza e di turpitudine, e i falsi maestri insegnano proprio tali cose.
È scritto, infatti, nella Seconda lettera di Pietro (2, 1-22; traduzione della Bibbia di Gerusalemme):

Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta rovina. Molti seguiranno le loro dissolutezze e per colpa loro la via della verità sarà coperta di improperi. Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna è già da tempo all’opera e la loro rovina è in agguato.

Lutero val bene un Guttalax!



PAPA: PURGA SENZA PRECEDENTI AL CULTO DIVINO. UN SILURO PER IL CARD. SARAH. E PER ALTRI…

La “teologia da bar Sport”

ANCHE GESU' ERA RIGIDO

    Se i rigidi sono cattivi e ipocriti anche Gesù Cristo era rigido? Ormai le bordate di papa Francesco contro quanti non condividono le linee-guida del suo pontificato si sono infittite sono pressoché quotidiane, sempre più aspre
di Francesco Lamendola 
Ormai le bordate di papa Francesco contro quanti non condividono le linee-guida del suo pontificato si sono infittite, sono pressoché quotidiane, e sempre più aspre, irritate, impietose: l’ultima, “sparata” dal pulpito della Chiesa romana di Santa Marta, accusa costoro di essere delle persone “rigide”, e aggiunge, per buona misura, che le persone rigide sono cattive e ipocrite, perché hanno, in genere, una doppia vita; oppure che sono malate.
Molto, moltissimo ci sarebbe da dire su questo stile pastorale, che, da un lato, polemizza continuamente con quei cattolici che si mostrano poco persuasi dalle novità che lui sta introducendo, e che, come nelle dittature “classiche”, vorrebbe far passare col vecchio metodo comunista del “centralismo democratico”, ossia criminalizzando e negando il diritto ad esistere di qualunque pensiero critico (alla faccia della tanto sbandierata umiltà, di cui parla), e, dall’altro, abbassando sempre più il piano della discussione e della riflessione teologica, fino ad un livello così misero, quale mai era stato toccato, e che il filosofo Enrico Maria Radaelli ha giustamente denominato street theology, “teologia da strada”, ma che potremmo anche chiamare “teologia da autobus” o “teologia da bar Sport”, con buona pace di una tradizione speculativa – quella cattolica – che vanta glorie imperiture come sant’Agostino e san Tommaso d’Aquino, autori che hanno dato un contributo fondamentale al pensiero europeo e alla civiltà stessa del nostro continente.

Sicuro che questo possa essere un modello virtuoso?

Il Papa e Lutero, un'intervista che suscita domande
Papà Francesco
«Papa Francesco: Riforma e Scrittura, i cattolici imparino da Lutero»: così titolava ieri sera Repubblica.it, riproponendo il solito giochino del forzare le parole del Papa per far passare il messaggio voluto. L’oggetto dell’articolo in questo caso è la lunga intervista (clicca qui) a Papa Francesco pubblicata ieri da La Civiltà Cattolica online in vista della visita del 31 ottobre a Lund (Svezia) dove commemorerà con le autorità luterane il 500esimo anniversario della Riforma protestante. In realtà papa Francesco fa un ragionamento articolato -  che non viene rispecchiato affatto dal titolo di Repubblica - per rispondere alla domanda su cosa «la Chiesa cattolica potrebbe imparare dalla Riforma luterana».
Ma detto questo, non c’è però dubbio che nell’intervista alla Civiltà Cattolica ci sono diverse affermazioni del Papa che quanto meno sollevano delle domande, richiedono chiarimenti. Ne cito solo alcune.

«Ma cchist’ so’ ppazz’…»


Adoratori del nulla

Pur conoscendo Dio, non l’hanno glorificato né confessato come Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrato il loro cuore insensato. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti (Rm 1, 21-22).


Il sussidio pubblicato, con largo anticipo, per la preghiera comune che dovrebbe aver luogo in Svezia il 31 ottobre prossimo (ma che stiamo chiedendo al Cuore immacolato di Maria di impedire) è un gioiello di formalismo modernista. Non vi si percepisce più la minima preoccupazione per la verità dei contenuti professati da cattolici e protestanti, ma unicamente un’ossessiva attenzione a salvaguardare le forme. Se d’altra parte ci si desse pensiero di quel che gli uni e gli altri credono o meno, si sarebbe ovviamente obbligati a riconoscere che non c’è affatto accordo; questo creerebbe non pochi imbarazzi all’indiscutibile volontà di incontrarsi, riconciliarsi e collaborare. Allora ci si lancia in ideologici balletti verbali per un equo trattamento di precedenza nel nominare questi o quelli, per un uso non discriminatorio del maschile e del femminile, per un carattere non vincolante dei testi proposti, così da lasciare spazio alla spontaneità e all’improvvisazione in un evento che è stato preparato da mesi e definito nei minimi dettagli…



venerdì 28 ottobre 2016

Troppo tardi comprenderanno?


FATIMA e i giorni dell’ira della dott.ssa Pia Mancini


Ogni giorno di più vanno scemando le nostre certezze sia per le frequenti catastrofi naturali sia per l’operato umano. Si ha la sensazione che dietro gli sconvolgimenti climatici, tellurici ed economici vi sia una forza devastante che sfugge ad ogni possibilità di difesa, ma della quale ci rendiamo complici con la superficialità ed il materialismo che caratterizzano l’attuale modo di vivere. Tutto, infatti, oggi ruota, pragmaticamente, intorno al denaro ed al potere, cui con disinvoltura vengono sacrificate la coscienza e l’onestà intellettuale. L’umanità sembra aver perso la Luce per la sua elevazione morale e spirituale; si pensa e si agisce quali burattini manovrati da un’occulta regia, tuffandosi libidinosamente nel conformismo immanentista che orienta l’immaginario comune ad un sistema alternativo di valori falsi e massificati, atto a raggiungere già il paradiso in terra.

Nei piedi del "popolo"

In casa, impolverato: il Vangelo questo sconosciuto
I quattro Vangeli sono tre e li hanno scritti Matteo e Marco. Questa è una battuta  piuttosto datata, che risale ai tempi del mio liceo. Ma quella che negli anni Settanta - in un’epoca non ancora così  scristianizzata - appariva solo come una barzelletta un po’ sciocca, oggi è una sconcertante (e preoccupante) realtà. Quasi metà degli italiani, il 46 per cento, non conosce infatti il numero esatto dei Vangeli (ovviamente parliamo di quelli canonici, non di quelli apocrifi). Per la precisione, il 38,7 per cento proprio non lo sa, mentre il 7,9 per cento tira ad indovinare.

"Nelle mani del popolo"

   

LUTERO MON AMOUR. FEBBRE ECUMENICA, MA I CATTOLICI HANNO DOVUTO SUDARE PER AVERE LA MESSA COL PAPA.

Hanno dovuto strillare un po’, i cattolici scandinavi per ottenere una messa con il Papa. Inizialmente infatti nel viaggio ecumenico a Lund, che ha sollevato – e continuerà a sollevare – un dibattito di grande ampiezza, per la celebrazione dei 500 anni dalla riforma luterana, un incontro di qualsiasi tipo con i cattolici non era previsto.

«La soluzione socialista»

Speciale Immigrazionismo – Piano Kalergi: nuovi scandali e dati agghiaccianti

verso sequestri statali e nuovi scandali. 
Dati agghiaccianti dell’invasione
Scandali, boom di reati e passaporti falsi: ecco come i clandestini diventano tutti "siriani"
 di Carlo Di Pietro
Iniziativa di Libero Confronto / Dossier Immigrazionismo / Kalergi
Speciale Immigrazionismo - Piano Kalergi -  Rastrellamenti, scandali, dati agghiaccianti











 Immigrazionismo e rastrellamenti                   
Potenza - di Carlo Di Pietro - In un recente documento a firma Prefetto della Provincia di Verona si apprende che,
                     per alcune «necessità», è possibile
         «acquisire alla temporanea disponibilità statale» 
                               la privata proprietà.