Medjugorje, guerra del vescovo "Qui mai apparsa la Madonna"
Monsignor Peric della diocesi di Mostar scrive su Internet una lettera di accuse: «I sei veggenti? Sedicenti visionari»
«La Madonna non è apparsa a Medjugorje, non si tratta di vere apparizioni. Quella figura femminile ride in maniera strana e permette ad alcuni di toccare il suo corpo».
Monsignor Peric della diocesi di Mostar scrive su Internet una lettera di accuse: «I sei veggenti? Sedicenti visionari»
«La Madonna non è apparsa a Medjugorje, non si tratta di vere apparizioni. Quella figura femminile ride in maniera strana e permette ad alcuni di toccare il suo corpo».
La bomba è esplosa all'improvviso, su internet. L'autore? Il vescovo di Mostar, Ratco Peric, la massima carica ecclesiastica del piccolo centro della Bosnia Erzegovina, monsignore da sempre in guerra con i veggenti e che oggi ha voluto ribadire, con parole durissime, il suo no alle apparizioni mariane che si verificherebbero dal 1981 nella cittadina bosniaca. Il segno, insomma, che l'arrivo dell'inviato papale a Medjugorje, sta smuovendo gli animi ai piedi del Podbrdo, con una guerra senza precedenti tra il vescovo Peric e la comunità locale da sempre convinta invece delle apparizioni.
L'arrivo del monsignore polacco però sembra aver scatenato una reazione decisa di Peric che, nonostante non ci sia ancora stato un pronunciamento da parte del Vaticano e di Papa Francesco, con un lungo articolo scritto in lingua italiana, intitolato «Le apparizioni dei primi sette giorni a Medjugorje» e pubblicato sul sito della sua diocesi, ha dato, punto per punto, la sua spiegazione sui fatti che accadono nella cittadina bosniaca. «Tenendo conto di tutto quel che è stato esaminato e studiato da questa Curia diocesana - scrive il vescovo -, incluso lo studio dei primi sette giorni delle presunte apparizioni, si può pacificamente affermare: La Madonna non è apparsa a Medjugorje! Le prove - continua Peric in un secondo articolo - contro l'autenticità delle apparizioni sono molto più convincenti della grande pubblicità professionale, economica, finanziaria, edilizia, editoriale, patrimoniale, turistica, parapsicologica che sostiene, promuove e diffonde questo fenomeno, fondato su non verità e invenzioni».
Il monsignore bosniaco, nel suo lungo attacco, elenca anche una serie di riflessioni sui primi giorni delle apparizioni, facendo in pratica le pulci ai veggenti e parlando di una «figura ambigua» anziché della Madonna: «La figura femminile che sarebbe apparsa a Medjugorje - scrive il prelato - si comporta in modo del tutto diverso dalla vera Madonna: ride in maniera strana; a certe domande scompare e poi di nuovo ritorna; obbedisce ai veggenti, e al parroco che la fanno scendere dal colle in chiesa sebbene controvoglia. Permette ad alcuni presenti di calpestare il suo velo steso per terra, di toccare la sua veste e il suo corpo. Questa non è la Madonna evangelica».
Peric, nel suo articolo dà anche delle indicazioni precise su come definire i sei veggenti: «sedicenti».
Un paragrafo è dedicato invece alle vesti dell'«apparsa» che, spiega il monsignore bosniaco, cambiano di colore in base alle descrizioni dei sei «visionari»: «Per Ivan le vesti sono di colore blu il primo giorno, di color caffè per Ivanka il secondo giorno, di colore grigio per gli altri veggenti».
«È chiaramente l'inizio di una guerra», spiega Paolo Brosio, giornalista che da anni racconta il fenomeno delle presunte apparizioni e che in questi giorni si trova proprio a Medjugorje. «È un attacco a orologeria per colpire l'arrivo dell'inviato del Papa; qui a Medjugorje sono tutti sgomenti, dai frati ai veggenti, che purtroppo sono ormai abituati da anni agli sputi del vescovo di Mostar».
Mer, 01/03/2017 - -
ROMA – Medjugorje. Il Vescovo di Mostar: “Le apparizioni della Madonna non sono autentiche”. Alla vigilia dell’arrivo a Medjugorje dell’inviato speciale del Papa, nella persona dell’arcivescovo di Varsavia mons. Henryk Hoser, un altro presule, il vescovo di Mostar mons. Ratko Peric, sotto la cui giurisdizione ricade la cittadina delle presunte apparizioni mariane, prende la parola per riaffermare la sua storica contrarietà al riconoscimento della validità dei fenomeni.
“Le apparizioni a Medjugorie non sono autentiche”. “La posizione di questa Curia per tutto questo periodo è stata chiara e risoluta: non si tratta di vere apparizioni della Beata Vergine Maria”, scrive mons. Peric in un lungo articolo pubblicato sul sito della diocesi di Mostar-Duvno e Trebigne-Marcana, in Bosnia-Erzegovina, dal titolo “Le ‘apparizioni’ dei primi sette giorni a Medjugorje”.
Peric, insomma, smonta la pretesa soprannaturalità dei fenomeni di Medjugorje fin dai loro primi momenti, quelli delle prime settimane che invece la Commissione istituita da Benedetto XVI nel 2010 e presieduta dal cardinale Camillo Ruini, che ha condotto le sue indagini per quattro anni, riteneva invece quelli contenenti alcuni elementi di autenticità.
“Sebbene talvolta si sia detto che le apparizioni dei primi giorni potrebbero essere ritenute autentiche e che poi sarebbe sopraggiunta una sovrastruttura per altri motivi, in prevalenza non religiosi, questa Curia ha promosso la verità anche riguardo a questi primi giorni” dice Peric in base ai documenti esistenti da anni.
“Sedicenti veggenti”. “Dopo aver trascritto dai registratori le audiocassette contenenti i colloqui avvenuti, nella prima settimana, nell’ufficio parrocchiale di Medjugorje, tra il personale pastorale e i ragazzi e le ragazze che avevano affermato di aver visto la Madonna, con piena convinzione e responsabilità esponiamo i motivi per cui appare evidente la non autenticità dei presunti fenomeni. Se la vera Madonna, Madre di Gesù, non è apparsa – come infatti non è – allora a tutto sono da applicare le seguenti formule: ‘sedicenti’ veggenti, ‘presunti’ messaggi, ‘preteso’ segno visibile e ‘cosiddetti’ segreti”.
La Madonna di Medjugorje? “Figura femminile ambigua”. Nella sua articolata trattazione, il vescovo di Mostar parla di “figura ambigua” (la figura femminile che sarebbe apparsa a Medjugorje si comporta in modo del tutto diverso dalla Madonna nelle apparizioni riconosciute dalla Chiesa: di solito non parla mai per prima, ride in maniera strana, a certe domande scompare e poi ritorna, obbedisce ai ‘veggenti’ e al parroco magari controvoglia; “questa non è la Madonna evangelica”).
Il vescovo parla inoltre di uno “strano tremito” nelle mani della figura apparsa riferito da uno dei ‘veggenti’ il primo giorno; di un “anniversario fasullo” a proposito della prima presunta apparizione; di un bambino visto da alcuni veggenti e non da altri; della mancanza, dopo quattro decenni, di un vero “segno visibile” che provi l’autenticità delle apparizioni; del “silenzio inspiegabile” e delle ambigue risposte dell’apparsa nei primi sette giorni; dei “messaggi strani” e contraddittori ai veggenti nei primi giorni.
Punta il dito contro le “profezie false”, contro lo stato di “nervosismo” e tensione nello “svenire” e cadere delle tre ‘veggenti’ il terzo giorno, dei “toccamenti scandalosi” permessi ad alcuni della folla non solo al velo allungato e steso per terra ma anche al corpo della figura apparsa, “cosa molto inusitata e grave”, delle “manipolazioni intenzionali” da parte del parroco che a un certo punto “obbliga” l’apparsa a scendere dalla collina e ad apparire in chiesa, di “un gioco magico, e non il Vangelo di Cristo”.
“La Madonna non è apparsa a Medjugorje!”. “Tenendo conto di tutto quel che è stato esaminato e studiato da questa Curia diocesana, incluso lo studio dei primi sette giorni delle presunte apparizioni, si può pacificamente affermare: La Madonna non è apparsa a Medjugorje! Questa è la verità che sosteniamo, e crediamo nella parola di Gesù, secondo cui la verità ci renderà liberi”, conclude mons. Peric.
Medjugorje, vescovo di Mostar: “Apparizioni non autentiche”
Monsignor Ratko Peric, da sempre contrario a riconoscere la veridicità delle “apparizioni” della Madonna nella città sotto la sua giurisdizione, ha pubblicato un articolo – dall’emblematico titolo «Le “apparizioni” dei primi sette giorni a Medjugorje» – alla vigilia dell’arrivo dell’ex arcivescovo di Varsavia-Praga Henryk Hoser. Fa riflettere la tempistica: quest’ultimo, infatti, è stato inviato dal Papa in Bosnia Herzegovina proprio per «acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà e, soprattutto delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio e, in base ad esse, suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro».
Nell’articolo, il vescovo di Mostar si pone contro le apparizioni di Medjugorje senza se e senza ma: «La posizione di questa Curia per tutto questo periodo è stata chiara e risoluta: non si tratta di vere apparizioni della Beata Vergine Maria» E contesta la relazione finale (mai resa pubblica) della commissione istituita da Benedetto XVI e guidata dal cardinale Camillo Ruini, consegnata a Papa Francesco nel 2014. In questo scritto, infatti, si suggeriva al Pontefice di procedere con un riconoscimento soltanto relativo al fenomeno delle prime settimane.
Scrive Peric: «Sebbene talvolta si sia detto che le apparizioni dei primi giorni potrebbero essere ritenute autentiche e che poi sarebbe sopraggiunta una sovrastruttura per altri motivi, in prevalenza non religiosi, questa Curia ha promosso la verità anche riguardo a questi primi giorni. Dopo aver trascritto dai registratori le audiocassette contenenti i colloqui avvenuti, nella prima settimana, nell’ufficio parrocchiale di Medjugorje, tra il personale pastorale e i ragazzi e le ragazze che avevano affermato di aver visto la Madonna, con piena convinzione e responsabilità esponiamo i motivi per cui appare evidente la non autenticità dei presunti fenomeni. Se la vera Madonna, Madre di Gesù, non è apparsa – come infatti non è – allora a tutto sono da applicare le seguenti formule: “sedicenti” veggenti, “presunti” messaggi, “preteso” segno visibile e “cosiddetti” segreti».
Il Vescovo non ha dubbi. Dalle registrazioni dei colloqui in quei primi giorni delle apparizioni ne emerge «una figura ambigua. La figura femminile che sarebbe apparsa a Medjugorje si comporta in modo del tutto diverso dalla vera Madonna, Madre di Dio, nelle apparizioni riconosciute finora come autentiche dalla Chiesa: di solito non parla per prima; ride in maniera strana; a certe domande scompare e poi di nuovo ritorna; obbedisce ai “veggenti” e al parroco che la fanno scendere dal colle in chiesa sebbene controvoglia. Non sa con sicurezza per quanto tempo apparirà; permette ad alcuni presenti di calpestare il suo velo steso per terra, di toccare la sua veste e il suo corpo. Questa non è la Madonna evangelica».
Peric contesta anche l’anniversario delle «presunte apparizioni» che sono iniziate il 24 giugno 1981. «Tuttavia i registi del “fenomeno di Medjugorje” hanno deciso che l’anniversario non si celebrasse il 24 bensì il 25 giugno. La ragione della scelta è che il 25 giugno 1981 sarebbero stati insieme all’apparizione tutti e sei i veggenti scelti fra coloro che vantavano in quei giorni di avere “apparizioni”. A dire la verità, a smentire questa versione dei fatti, formulata da Vicka Ivanković, è lo stesso Ivan Dragićević il quale testimonia: “La prima sera sono stato con loro, la seconda non ci sono stato”. Fra i sei “veggenti” abituali, oltre a Marija Pavlović, anche Jakov Čolo ha presenziato per la prima volta all’“apparizione” il secondo giorno. Quindi la data dell’anniversario è arbitraria, inesatta, falsificata».
Continua: i «“veggenti” sin dall’inizio, dal secondo giorno, hanno chiesto alla loro figura qualche “segno” come prova dell’autenticità dell’apparizione. Secondo Ivanka, l’apparsa ha dato il “segno” del rigiro delle lancette dell’orologio di Mirjana: “l’orologio si è rigirato completamente”; “e lei ci ha lasciato un segno sull’orologio”. Più che ridicolo e strano». Ivanka «è sicura che la figura lascerà un segno sulla collina, forse sotto forma di acqua. Dopo quasi quattro decenni non esiste alcun segno, né acqua, solo fantasie!». E nei primi sette giorni «l’apparsa non prende alcuna iniziativa, non comincia mai per prima a parlare. Alle domande dei “veggenti” risponde in modo generico, piuttosto ambiguo, chinando la testa, rimandando al futuro, promettendo il miracolo della guarigione e lasciando un messaggio alla gente: “La gente creda fermamente come se mi vedesse”. Ed anche ai francescani: “credano fermamente”».
Quando poi si riferisce alla domanda di Ivanka relativa a quanto tempo ancora vi saranno le apparizioni, «la figura risponde: “Quanto a lungo voi volete, quanto a lungo voi desiderate”». Mirjana «dice che chiederà all’apparsa quanti giorni apparirà ancora, poi soggiunge che dentro di lei una voce le suggerisce che apparirà ancora “2-3 giorni”. Lo ripete ancora una volta». L’apparizione martedì pomeriggio 30 giugno 1981 dice che apparirà ancora solo “tre giorni”: il 1, 2 e 3 luglio 1981. Infatti, alla domanda del parroco relativamente a quanto tempo apparirà ancora, tutti e cinque i “veggenti”, meno Ivan, rispondono unanimemente: “Tre giorni”». Poi «l’apparsa cambia l’idea e “appare” tuttora, da 37 anni in continuazione, ogni giorno, a tre “visionari” del gruppo: Ivan, Marija, Vicka, e agli altri tre una volta l’anno: a Mirjana dal 1982, ad Ivanka dal 1985 e a Jakov dal 1998. Inoltre, a due dei su menzionati del gruppo, la figura “appare” una volta al mese dal 1987 con “messaggi” per il mondo: a Mirjana il 2 e a Marija il 25 di ogni mese puntualmente».
Incongruenze anche nella descrizione dei vestiti che la Madonna indossa durante le apparizioni: «Secondo le conversazioni con i “veggenti” l’apparsa si veste in vario modo. La figura aveva la veste, secondo Ivan, “di colore blu” il primo giorno; secondo Ivanka, “di color caffè” il secondo giorno; secondo gli altri “veggenti”, “di colore grigio”: Jakov, Mirjana, Ivanka il sesto giorno». Secondo Peric è una «cosa molto inusitata e grave: l’apparsa permette non solo che alcuni della folla calpestino il suo velo allungato e steso per terra, ma anche che tocchino il suo corpo. Vicka la tocca già il secondo giorno: “E quando la tocchi, reverendo, le dita rimbalzano così”. Lo stesso ripete Ivanka e aggiunge che toccando il suo corpo sente “come aria, in qualche modo come seta, le nostre dita tornano indietro, così, quando la tocchiamo, le dita tornano indietro, in qualche modo”. Hanno fatto toccare anche ad una dottoressa la veste dell’apparsa: “Ed ecco lei [la dottoressa] ha toccato la sua veste”. Tali storie sui toccamenti del corpo della Madonna, della sua veste, del calpestio del suo velo creano in noi una sensazione e convinzione che si tratti di qualcosa indegno, inautentico e scandaloso. Qui non c’entra la Madonna cattolica!».
Per non parlare di quando il parroco Jozo Zovko, interlocutore dei veggenti, in una conversazione si mostra molto innervosito perché la figura apparsa non manda dei messaggi concreti e perché non scende dal colle in chiesa dove si trova la sua statua; e chiede se si possa “obbligare” la Madonna a scendere ed apparire in chiesa. Padre Zovko: “Mi interessa questo, Mirjana: se la Madonna non apparisse in chiesa, potete voi obbligarla ad apparire in chiesa? Forse apparirà, vero, che ne pensi?” Mirjana: “Non so. Non ci abbiamo riflettuto affatto”. Padre Zovko ripete: “Io penso che potresti obbligarla: ‘Madonna, chiedo che Tu mi appaia in chiesa’, che ne pensi?” E poi Mirjana cede e pensa che questo “sarebbe meglio, poiché allora neanche la polizia ci cercherebbe…”». Conclude Peric «con le manipolazioni le “apparizioni” sono trasferite in chiesa il 1 luglio 1981. Questo “obbligare” l’apparsa a scendere ed apparire in chiesa è un gioco magico, e non il Vangelo di Cristo».
Il vescovi di Mostar è categorico: le apparizioni della Madonna a Medjugorje sono false: «Tenendo conto di tutto quel che è stato esaminato e studiato da questa Curia diocesana, incluso lo studio dei primi sette giorni delle presunte apparizioni, si può pacificamente affermare: la Madonna non è apparsa a Medjugorje!». Ora si spera che ad esprimersi, finalmente, sia la Congregazione per la dottrina della fede per mettere definitivamente un punto alla vicenda.
http://www.lultimaribattuta.it/61563_medjugorje-non-autentiche
Chi sono i falsi profeti?
Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. (Mt 7,15)
I falsi profeti offrono una via alternativa più facile a quella angusta ma coloro che vogliono trovare il modo giusto che conduce alla Vita devono avere guide affidabili che li aiutano a non indurli in errore.
I falsi profeti, non solo non entrano nella porta stretta che conduce alla vita eterna, ma impediscono anche agli altri di entrarvi con il loro falso insegnamento.
Noi dunque vediamo nel versetto 15:
I LA PRESCRIZIONE.
“Guardatevi dai falsi profeti”.
Nella prescrizione c’è:
A) La concentrazione.
“Guardatevi” è un comando da praticare ogni giorno e indica l'essere in un continuo stato di allerta, stare in guardia, o stare attenti continuamente.
Gesù ha già messo in guardia i suoi ascoltatori, contro i leader religiosi che portano la gente fuori strada con la loro falsa giustizia (Matteo 5:20; 6:1-18).
Ora avverte ulteriormente i suoi ascoltatori contro quei falsi profeti che portano la gente fuori strada con il loro falso insegnamento (Cfr. Matteo 16:6,11-12).
Gesù è categorico nel dirci: “Guardatevi dai falsi profeti”, è un’esortazione che non dobbiamo trascurare, il pericolo è reale e porterà molto male, dobbiamo essere concentrati, stare in guardia come fa un soldato sentinella in guerra!
B) La costante.
Noi troviamo in tutta la Bibbia le parole falsi profeti.
Ne parla:
(1) L’Antico Testamento.
I falsi profeti non erano nuovi in Israele.
Per esempio troviamo dei falsi profeti ai tempi del profeta Micaia e dei re Acab e Giosafat (1 Re 22:19-23).
Ne parla Geremia (Geremia 5:30-31; 6:13-15; 8:10-11; 14:14; 23:10-22; Lamentazioni 2:14; 4:13).
Ancora Ezechiele (Ezechiele 13:1-23; 22:28).
Michea (Michea 3:5).
Così Sofonia ( Sofonia 3: 4).
Ne parla:
(2) Il Nuovo Testamento.
Gesù ne parlerà ancora in Matteo 24:3-5: “Mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in disparte, dicendo: Dicci, quando avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell'età presente? Gesù rispose loro: Guardate che nessuno vi seduca. Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: -Io sono il Cristo-. E ne sedurranno molti”.
Così ancora sempre in Matteo 24:11 leggiamo: “Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti”.
Matteo 24:23-24 dice: “Allora, se qualcuno vi dice: ‘Il Cristo è qui’, oppure: ‘È là’, non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti”.
Più volte nelle lettere del Nuovo Testamento si fa riferimento ai falsi insegnanti che introdurranno insegnamenti perversi, o eresie di perdizione che svieranno alcuni dalla fede (Atti 20:29; 2 Corinzi 11:11-15; 2 Pietro 2:1-3, 17-22; 1 Timoteo 4:1-2; 2 Timoteo 2: 14-19).
Giovanni ha avvertito la chiesa a non credere a ogni spirito, ma discernere perché ci sono molti falsi profeti (1 Giovanni 2:18,22; 4:1-6).
II LA PARTICOLARITÀ.
In primo luogo vediamo:
A) La particolarità dei veri profeti.
Brevemente possiamo dire che il compito del profeta era di rivelare, o proclamare la Parola di Dio.
I profeti erano la bocca di Dio, o i portavoce di Dio, le sentinelle che vegliavano sul comportamento del popolo di Dio (Deuteronomio 18:15-20; Isaia 30:2; Geremia 1:9; Ezechiele 3:17-21; 33:1-20).
Il vero profeta era sottomesso e fedele a Dio rinunciando a qualsiasi volontà personale! (Geremia 1:17; 23:21-32).
Quando il Signore parlava, il profeta non poteva tacere (Geremia 20:9); quando il Signore taceva, taceva anche il profeta (Ezechiele 3:26).
Il profeta parlava perché era chiamato da Dio, questa esperienza iniziale era determinante per la missione, senza chiamata di Dio non esisteva vero profeta (Isaia 6; Geremia 1; 23:21; Ezechiele 1-3; Osea 1:1; Amos 7:14-15).
Nell’atto di chiamarli Dio affidava loro una missione, li purificava (Isaia 6:5-7), gli metteva le parole in bocca, vigilava sulla sua parola per mandarla in effetto e li rafforzava (Geremia 1:8,17-19, cfr. Esodo 4:10-12).
Il vero profeta era chiamato da Dio, investito dalla Sua autorità, proclamava il Suo messaggio, esortando, o ammonendo, o avvertendo.
Predicavano contro il peccato, avvertivano della punizione di Dio, o la benedizione in caso di ubbidienza secondo la legge di Dio (Levitico 26;Deuteronomio 28-30).
Lo scopo di chi profetizza è di edificazione, consolazione ed esortazione (1 Corinzi 14:3).
B) La particolarità dei falsi profeti.
“Guardatevi dai falsi profeti” ci fa capire più che sufficientemente che ci sono stati, ci sono e ci saranno falsi predicatori.
Con la nascita e la crescita della chiesa ci sarebbe stata, e così è avvenuto, la nascita e l’aumento dei falsi predicatori, come leggiamo nel Nuovo Testamento.
La storia della chiesa cristiana è stata una storia lunga e triste di lotta contro i falsi profeti che hanno causato e causano, ancora oggi, danni.
Si discute se qui Gesù, in Matteo 7:15 si riferisca all’insegnamento oppure al comportamento morale dei falsi profeti.
Le due scuole di pensiero possono essere entrambi giuste, l’una non esclude l’altra, o si riferisce a entrambi perché le due verità sono sempre legate.
La dottrina e la condotta non sono disgiunte, un insegnamento sbagliato porta sempre a comportamenti sbagliati.
(1) La convinzione della chiamata e della commissione.
La caratteristica più pericolosa dei falsi profeti è che affermavano di essere da Dio e di parlare nel suo nome.
“I falsi profeti” si riferiscono a coloro che affermavano di essere profeti di Dio, affermavano falsamente di parlare in nome di Dio e profetizzavano cose false.
Il falso profeta è la persona che appare in superficie come in realtà non è!
Pretende di avere e proclamare la verità, mentre la sua vita è la prova che lui stesso non segue la verità.
In Geremia 14:14 è scritto: “Il SIGNORE mi disse: ‘Quei profeti profetizzano menzogne nel mio nome; io non li ho mandati, non ho dato loro nessun ordine, e non ho parlato loro; le profezie che vi fanno sono visioni menzognere, divinazione, vanità, imposture del proprio cuore…’”. (Cfr. Geremia 23:21; 27:14-15; 29:9,31; Apocalisse 2:2).
I falsi profeti possono anche profetizzare e agire nella convinzione che sono stati chiamati e mandati da Dio, mentre Dio non li ha mandati, non ha dato loro nessun ordine, nessuna commissione, Dio non ha parlato a loro!!
(2) Il credo e la comunicazione.
I falsi profeti predicano visioni del proprio cuore, i propri sogni (Geremia 14:14; 23:16-32).
Alcuni profeti furono dichiarati falsi perché profetizzavano menzogne spacciandole per Parola del Signore, per questo motivo la popolazione non doveva ascoltarli (1 Re 22:11-12, 22-23; Geremia 23:16-32).
Altri profetizzavano addirittura in nome di Baal (1 Re 18; Geremia 2:8; 23:13).
In Geremia 14:14 abbiamo letto che i falsi profeti profetizzano menzogne, vanità, raggiri del proprio cuore! (Geremia 6:13; 8:10).
Quindi non solo i falsi profeti non sono stati chiamati e mandati da Dio, ma insegnano anche cose false.
La cosa triste è che al popolo va bene così.
In Geremia 5:31 è scritto: “Cose spaventevoli e orribili si fanno nel paese: i profeti profetano bugiardamente; i sacerdoti governano agli ordini dei profeti; e il mio popolo ha piacere che sia così”.
Il popolo ha piacere perché può fare quello che gli pare, le loro bugie non gli recano alcun disturbo, o disagio.
Oppure i falsi profeti insegnano mezze verità, o aggiungono altro alla verità, o non dicono tutta la verità, o lasciano fuori verità importanti della Parola di Dio (cfr. Atti 20:27).
Giusto per fare un esempio, il falso profeta parla sempre dell’amore di Dio, ma non della santità, della Sua giustizia!
Oppure non predicano il peccato, l’inferno, il pentimento, l’esaminarsi e il rinunciare a se stessi.
Predicano una salvezza e una vita facile, offrono un’alternativa più facile alla via angusta che Gesù ha detto precedentemente (Matteo 7:13-14).
Il falso profeta molto raramente parla della santità, della rettitudine, della giustizia e dell'ira di Dio. Predica sempre l’amore di Dio, ma sul resto tace. Nessuno mai trema alla sua predicazione, perché questa non ci confronta con il Dio santo e supremo con il quale abbiamo a che fare. Il falso profeta non dice di non credere in queste verità; no, non è questo il problema. Il fatto è che non le menziona neanche! Quando parla di Dio, mette in risalto solo il suo amore; sulle altre verità tace, sebbene nella Scrittura siano altrettanto preminenti. Ecco dove sta il pericolo. Non dice apertamente che queste verità sono sbagliate, ma non dice neanche che sono giuste e vere; ed è questo che fa di lui un falso profeta. Celare la verità è tanto deplorevole quanto proclamare un’eresia.
I falsi profeti parlano in modo generico, non approfondiscono la dottrina, non amano la predicazione dottrinale.
C'è sempre stato un proliferare di falsi profeti, perché la maggior parte della gente non vuole sentire la verità! Preferisce ascoltare ciò che è piacevole e lusinghiero, anche se è falso e pericoloso al posto di ciò che è sgradevole e poco lusinghiero, anche se è vero.
I falsi profeti predicano solo ciò la gente vuole sentire, assecondano gli umori delle persone con messaggi sempre confortanti.
In Geremia 6:13-14 il Signore dice: “Infatti dal più piccolo al più grande, sono tutti quanti avidi di guadagno; dal profeta al sacerdote, tutti praticano la menzogna. Essi curano alla leggera la piaga del mio popolo; dicono: -Pace, pace-, mentre pace non c'è”.
Il falso profeta predica sempre un messaggio di conforto. Ascoltandolo si ha l’impressione che non ci siano grossi problemi con le nostre vite. Ovviamente, non è così sciocco da dire che tutto è perfetto e afferma che qualche piccolo difetto da correggere lo abbiamo; ma ci assicura che tutto andrà bene:’Pace, pace’, questo è il suo messaggio.
(3) Il comportamento.
I veri profeti di Dio vivevano una vita santa, ed erano riconosciuti come tali, ma non si notavano facilmente.
Al contrario i falsi profeti sono esattamente l'opposto; sono corrotti, immorali, al centro dell'attenzione.
La loro condotta è empia e malvagia e non rispecchia la legge di Mosè (Isaia 28:7; Geremia 23:11,14,16,21; Lamentazioni 4:13; Sofonia 3:4; Matteo 7:21-23; cfr. 2 Pietro 2:3-18; Giuda 4-16).
Pertanto il suo messaggio non può che essere corrispondente, non vi è nessun rimprovero morale, ma piuttosto incoraggia gli uomini a peccare (Geremia 23:16-22).
III IL PERICOLO.
I falsi profeti sono pericolosi perché allontanano le persone da Dio, li portano lontani dalla giusta via e a perdersi spiritualmente (Geremia 23:13; Michea 3:5; Matteo 24:11,24); fanno dimenticare il timor di Dio (Geremia 23:27); insegnano il peccato (Geremia 23:14-15), coinvolgono il popolo nella loro propria rovina (Isaia 9:15-16; Geremia 20:6; 27:9-16; Ezechiele 14:10).
Una volta all'interno della chiesa, i falsi profeti con il loro insegnamento rovineranno la vita spirituale di molte persone.
Quindi, i falsi profeti sono strumenti di Satana per allontanare le persone dalla verità (cfr. Matteo 13:24-30; 2 Corinzi 11:13-15).
Satana sa molto bene che funziona più efficacemente la contraffazione della verità che negarla apertamente (cfr. Giovanni 8: 43-45, 47).
Riconoscere un falso profeta è difficile, questo ci fa capire Gesù quando usa l’immagine di lupi travestiti di pecore.
I falsi profeti si travestono di pecore! Sembrano delle pecore esteriormente.
Quindi vediamo:
A) La falsità.
“I quali vengono verso di voi in vesti di pecore, ma dentro sono lupi rapaci”.
Secondo Gesù il pericolo non è tanto il fatto che nel mondo ci sono i lupi, ma che ci sono lupi travestiti da pecore!!!!
Certo un falso profeta può fare segni e prodigi, ma questo non è sufficiente per legittimarlo come un profeta di Dio (Esodo 7:11-12,22; Matteo 24:24; 2 Tessalonicesi 2:9-10; Apocalisse 16:13-14; 19:20; 20:10).
Dal momento che si travestono come pecore, la loro falsità non è necessariamente immediatamente evidente.
Qual è l’immagine della pecora? Che cosa indica questa figura?
Indica almeno due aspetti:
(1) Sembrano che facciano parte del popolo di Dio.
I falsi profeti sembrano che facciano parte del popolo di Dio, ma in realtà non lo sono!
Sembrano cristiani, ma non lo sono!
È difficile identificarli, questo indica “vengono verso di voi in vesti di pecore”
Gli avvertimenti contro i falsi profeti sono basati sulla convinzione che non tutti i profeti sono veri, che la verità può essere violata, e che i nemici del Vangelo di solito nascondono la loro ostilità e cercano di farsi passare come compagni di fede e guide spirituali.
A prima vista i falsi profeti usano il linguaggio ortodosso, mostrano una consacrazione biblica, e assomigliano ai veri profeti.
Pertanto è fondamentale saper distinguere le pecore dai lupi travestiti da agnelli.
Il secondo aspetto è:
(2) Sembrano innocenti, deboli e miti.
La pecora è anche un’immagine d’innocenza, mitezza, di animale innocuo.
I falsi profeti sono gentili, simpatici, compiacenti, sembrano interessati al benessere spirituale degli altri, ma sono come dei lupi, furbi, abili a ingannare la gente e non è sempre facile individuarli.
Il falso profeta è una persona che in un primo momento dà l'impressione di essere tutto ciò che si potrebbe desiderare: bello, piacevole, gradevole, positivo; egli sembra completamente cristiano, e sembra che dica cose giuste.
Il suo insegnamento, in generale, è tutto a posto, usa molti termini che dovrebbero essere usati e impiegati da un vero insegnante cristiano.
Parla di Dio, egli sembra dire tutto ciò che un cristiano dovrebbe dire.
Paolo avverte: “Ma gli uomini malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, ingannando gli altri ed essendo ingannati” (2 Timoteo 3:13).
Queste persone possono essere pienamente convinte nella propria mente che le loro convinzioni perverse gli sembrano vere (cfr. 2 Timoteo 2:17-18; 2 Pietro 2:1; 1 Giovanni 4:1-3). “Sono diventati così profondamente dedicati alla falsità che l'oscurità sembra essere la luce, e il nero sembra essere bianco” (John MacArthur).
Quindi, non si sospetta che ci sia qualcosa di sbagliato in lui e nel suo insegnamento; non vi è nulla che attira immediatamente l'attenzione, o i sospetti, niente di palesemente sbagliato.
Sembra un cristiano, parla e agisce come un cristiano, sembra esteriormente una pecora, ma è un lupo!!!
Nel pericolo di un falso profeta vediamo:
B) La ferocia.
“I quali vengono verso di voi in vesti di pecore, ma dentro sono lupi rapaci”.
I falsi profeti sembrano essere veri discepoli. Ma in realtà sono lupi predatori che mettono in pericolo le persone sia all'interno che all'esterno della chiesa.
(1) I nomi.
Gesù chiamava con degli appellativi le persone per identificarle per quelle che erano: ha chiamato Erode "quella volpe" (Luca 13:32); gli scribi e i farisei "ipocriti" (Matteo 23:13,14,15,23,25,27,29); "guide cieche" (Matteo 23:16,24) "stolti" (Matteo 23: 17,19); "serpenti e vipere" (Matteo 23:33).
Oggi questo linguaggio non sarebbe accettato nella chiesa!
(2) La natura.
Gesù chiama, dunque, i falsi profeti, lupi rapaci.
“Lupi” è un'estensione figurativa che significa una persona che è viziosa, feroce, pericolosa, spietata (cfr. Ezechiele 22:27).
I falsi profeti e i discepoli di Gesù sono nemici mortali naturali, proprio come i lupi lo sono con le pecore.
I lupi in Palestina erano i predatori naturali più comuni delle pecore. Essi vagavano per le colline e le valli, alla ricerca di una pecora che si era allontanata dal gregge.
I falsi profeti (e coloro che seguono i falsi profeti) sono pericolosi per il popolo di Dio, sono come lupi rapaci per le pecore (cfr. Matteo 10:16; Luca 10:3; Giovanni 10:12).
“Rapaci” indica che attaccano e divorano con voracità, i falsi profeti sono distruttivi come i lupi.
Riferendosi ai capi del popolo di Gerusalemme in Ezechiele 22:25-27 leggiamo: “In lei i suoi profeti cospirano; come un leone ruggente che sbrana la preda, costoro divorano la gente, pigliano tesori e cose preziose, moltiplicano le vedove in mezzo a lei. I suoi sacerdoti violano la mia legge e profanano le mie cose sante; non distinguono fra santo e profano, non fanno conoscere la differenza che passa fra ciò che è impuro e ciò che è puro, chiudono gli occhi sui miei sabati, e io sono disonorato in mezzo a loro. I suoi capi, in mezzo a lei, sono come lupi che sbranano la loro preda: spargono il sangue, fanno perire la gente per saziare la loro cupidigia”.
Così anche Paolo dice ai responsabili della chiesa di Efeso: “Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge” (Atti 20:29; Cfr. Geremia 5:6; 23:2; Sofonia 3:3-4; Giovanni 10:12).
Nel Nuovo Testamento la parola greca rapaci è tradotta anche per ladri, truffatori, estorsori (Luca 18:11; 1 Corinzi 5:10-11; 6:10), coloro che con inganno, con forza e senza pietà rubano ad una persona il suo denaro e i suoi beni.
I falsi profeti sono come i lupi, sono intelligenti e scaltri, sono sempre alla ricerca di nuove vittime.
I falsi profeti sono realmente interessati al loro esclusivo vantaggio, a promuovere i propri interessi a scapito del gregge (cfr. Geremia 6:13-14).
Sono spinti dall'avidità personale, e non si fanno problemi a “divorare” gli altri.
(predicheonline.com)
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