La demolizione di Medjugorje
Dunque alla domanda sull’autenticità delle apparizioni nel villaggio bosniaco, Bergoglio ha risposto:
PRIMO. LA COMMISSIONE RUINI
“E’ stata fatta una commissione presieduta dal Cardinale Ruini…. Una commissione di bravi teologi, vescovi, cardinali. Il rapporto-Ruini è molto, molto buono… si devono distinguere tre cose. Sulle prime apparizioni, quando [i “veggenti”] erano ragazzi, il rapporto più o meno dice che si deve continuare a investigare”.
ATTENZIONE: QUI PAPA BERGOGLIO NON RIVELA CHE LA COMMISSIONE RUINI HA DATO PARERE FAVOREVOLE ALL’AUTENTICITA DELLE PRIME APPARIZIONI, MA CHE LA COMMISSIONE RITIENE CHE CI SIA MATERIA PER CONTINUARE A INVESTIGARE
SECONDO: LE APPARIZIONI SUCCESSIVE E ODIERNE
“Circa le presunte apparizioni attuali, il rapporto ha i suoi dubbi. Io personalmente sono più ‘cattivo’: io preferisco la Madonna madre, nostra madre, e non la Madonna capo-ufficio telegrafico che tutti i giorni invia un messaggio a tale ora… questa non è la mamma di Gesù. E queste presunte apparizioni non hanno tanto valore. E questo lo dico come opinione personale. Ma chi pensa che la Madonna dica: ‘Venite che domani alla tale ora dirò un messaggio a quel veggente’; no”.
DUNQUE SULLE APPARIZIONI SUCCESSIVE E ODIERNE IL RAPPORTO RUINI E’ SCETTICO (A DIFFERENZA DELLE PRIME, NON C’E’ NEMMENO MATERIA PER INVESTIGARE). MA BERGOGLIO DICHIARA CHE LUI E’ ANCHE “PIU’ CATTIVO” E CHE – A SUO GIUDIZIO – “QUESTA NON E’ LA MAMMA DI GESU’ “.
TERZO: LUOGO DI CONVERSIONE
“Il nocciolo vero e proprio del rapporto-Ruini: il fatto spirituale, il fatto pastorale, gente che va lì e si converte, gente che incontra Dio, che cambia vita… Per questo non c’è una bacchetta magica, e questo fatto spirituale-pastorale non si può negare. Adesso, per vedere le cose con tutti questi dati, con le risposte che mi hanno inviato i teologi, si è nominato questo Vescovo – bravo, bravo perché ha esperienza – per vedere la parte pastorale come va. E alla fine, si dirà qualche parola”.
QUI IN SOSTANZA BERGOGLIO RICONOSCE CHE TANTI, ANDANDO A MEDJUGORJE, SI CONVERTONO, MA PUO’ ACCADERE DOVUNQUE, HA DETTO IN RIFERIMENTO A FATIMA. POI AGGIUNGE CHE OCCORRE ORGANIZZARE UNA PASTORALE ADEGUATA. SENZA TUTTO IL CONTESTO DELLE “APPARIZIONI” E DEI “MESSAGGI” CHE BERGOGLIO HA SPAZZATO VIA PRIMA, CON DUREZZA INUSITATA E PERFINO CON SARCASMO.
A questo punto faccio una breve considerazione: la stroncatura di Bergoglio è devastante. Quella della Commissione Ruini è parziale, ma, anche continuando a investigare e arrivando alla conclusione che le prime apparizioni furono autentiche, resterebbe il problema di sentir dire dalla Chiesa che dopo (da quando? Per quanti anni?) le apparizioni non sono state autentiche.
ADESSO, PER COME SI SONO MESSE LE COSE CON L’IRRITUALE E PESANTE (NELLE MODALITA’) PRONUNCIAMENTO AEREO DI BERGOGLIO, LA CHIESA DOVRA’ PRONUNCIARSI SULLE APPARIZIONI IN QUANTO TALI E NON POTRA’ ELUDERE IL PROBLEMA, FINGENDO CHE SI TRATTI SOLO DI ORGANIZZARE LA PASTORALE DELLA PARROCCHIA DI MEDJUGORJE.
INOLTRE IERI E’ VENUTO AL PETTINE IL NODO BERGOGLIO/MEDJUGORJE.
Nei mesi scorsi più volte Bergoglio ha fatto battute sarcastiche sulla “Madonna postina” e sui suoi “presunti messaggi”. Ma certi medjugorjani fan di Bergoglio negavano rabbiosamente che si riferisse a Medjugorje: asserivano che egli aveva di mira altre “false apparizioni” e ovviamente attaccavano chi diceva il contrario (come il sottoscritto) perché sarebbe stato malevolo e in malafede.
Oggi che Bergoglio stesso ha confermato che si riferiva proprio a Medjugorje si sentirà qualcuno di loro scusarsi e riconoscere di essersi sbagliato?
Infine un’altra osservazione.
C’è un presunto “messaggio” (uno solo, per la verità), in cui uno dei presunti veggenti attribuisce alla Madonna parole di grande stima e favore per “il Santo Padre” (è dell’agosto 2014).
Più d’uno ha sollevato grossi dubbi su questo messaggio (anche per i termini usati, che non risultano credibili), ma quei medjugorjani fan di Bergoglio, incuranti dei dubbi, hanno subito “cavalcato” tale messaggio usandolo come una clava morale da dare in testa a coloro che criticano il papa argentino: secondo loro quel “messaggio” sarebbe la prova che la Madonna è un’altissima ammiratrice dell’attuale vescovo di Roma. E quindi la Madonna avrebbe tappato duramente la bocca ai critici.
Beh, adesso proprio il vescovo di Roma viene a dirci che lui non crede né a queste apparizioni né a questi messaggi, ironizzando sulla “Madonna postina”.
Mi chiedo dunque come faranno costoro: se è Bergoglio stesso a dirci che non è vero che la Madonna si è espressa così su di lui, quei papolatri vorranno “disobbedire” a Bergoglio?
Infine vorrei sapere cosa pensano i sei “veggenti” delle dichiarazioni di Bergoglio: che spiegazioni danno?
Vorrei sentire soprattutto un paio di loro che, nei mesi scorsi, hanno duramente attaccato me (e altri) per aver espresso critiche su Bergoglio…
Antonio Socci
Sito: “Lo Straniero”
Facebook: “Antonio Socci pagina ufficiale”
Twitter: @Antonio Socci1
– di Antonio Socci
Quello che nessuno ha detto su Fatima e che fa tremare – di Antonio Socci
A cento anni dalla prima apparizione di Fatima, tutti i media tornano a occuparsi di quella profezia sul XX secolo e dei misteri connessi. Però qual è il punto oggi? Ho studiato per anni quella vicenda, soprattutto il giallo del “terzo segreto”, la sua pubblicazione del 2000 e le polemiche sulla sua completezza.
Credo che la svolta più clamorosa sia accaduta pochi mesi fa nella disattenzione generale e sia tuttora ignorata.
Ne ho scritto il 17 agosto 2014, sulle colonne di “Libero”, dando notizia di un libro uscito in Portogallo proprio a cura delle suore carmelitane del monastero di Coimbra dov’è vissuta e morta, nel 2005, suor Lucia dos Santos, l’ultima veggente.
Una pubblicazione ufficiale intitolata “Un caminho sob o olhar de Maria”, una biografia della religiosa che attingeva ai suoi scritti inediti fino ad allora segretati.
Il volume era passato pressoché inosservato. Ma io ricevetti una segnalazione (autorevole) secondo cui in quelle pagine era celata un’autentica bomba.
Verificai che era vero. Quella clamorosa rivelazione di fatto veniva a risolvere l’annosa polemica attorno al Terzo segreto di Fatima: il nuovo documento pubblicato dalle suore fa capire infatti che c’è qualcosa che manca alla pubblicazione del 2000 e anche cosa c’è scritto.
C’ENTRA BENEDETTO
Ma com’è possibile che le suore di Coimbra abbiano deciso di fare una tale rivelazione che, tratta dalle pagine autografe di suor Lucia, è incontestabile e va a minare la versione vaticana? Una decisione di tale portata non si può attribuire a loro.
Poteva essere stata suor Lucia ad aver chiesto di pubblicare quel documento dopo la sua morte, considerata la sua importanza anche come avvertimento all’umanità. Ma non bastava il mandato di Lucia che, peraltro, se avesse avuto questa facoltà, avrebbe fatto uscire prima questo testo.
Evidentemente una tale pubblicazione ha avuto un “placet” molto più in alto e sappiamo che su Fatima il “placet” può arrivare solo dal Vaticano.
Essendo uscito tale libro nel 2013 (quindi essendo stato deliberato e realizzato negli ultimi anni del pontificato di Benedetto XVI), oltretutto essendo stato pubblicato con tutti i sigilli dell’ufficialità ecclesiastica, è ragionevole ipotizzare che il “placet” sia arrivato direttamente dalle stanze di papa Ratzinger.
Colui che da cardinale dovette fare il commento teologico alla rivelazione del 2000 sul “vescovo vestito di bianco”.
Considerati i tempi si può anche individuare una data che segna una svolta nel pensiero di Benedetto XVI su Fatima: il 13 maggio 2010.
LA SVOLTA
In quel periodo la Chiesa era davvero sotto pesante attacco e per l’anniversario della prima apparizione il Pontefice decise – molto in fretta e a sorpresa – di andare pellegrino al santuario portoghese.
Lì, durante il viaggio e durante la permanenza, pronunciò parole sorprendenti che di fatto contraddicevano quanto si era andato dicendo fino ad allora in Vaticano.
Benedetto dichiarò: “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”. Poi, riferendosi alla “visione” pubblicata nel 2000, spiegò che – insieme alle sofferenze del Papa, che “possiamo in prima istanza riferire a Giovanni Paolo II” – nel Messaggio di Fatima c’è molto di più, perché “sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano… e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano… una passione della Chiesa”.
Fra le “novità” del Messaggio “vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi… ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa”, anzi, aggiunse, “la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa”.
Benedetto XVI concludeva che dobbiamo tornare all’essenziale: “la conversione, la preghiera, la penitenza e le tre virtù teologali”.
Il Papa lanciava l’allarme perché “la fede in ampie regioni della terra, rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata”. E questo, aggiungeva il Pontefice, ha pure un riverbero terribile sul mondo perché “l’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo”.
In sintesi il papa, quel 13 maggio 2010, fa capire: che il messaggio di Fatima non si esaurisce nel passato (per esempio nell’attentato a Giovanni Paolo II da parte di Alì Agca), quindi che è necessario ascoltare l’esortazione della Madonna alla conversione, alla penitenza e alla preghiera perché la Chiesa è sotto attacco (anche dall’interno) e la fede si sta spegnando in tante parti del mondo; infine perché l’umanità rischia di finire in un baratro.
E’ plausibile che il libro, completato e pubblicato tre anni dopo dal monastero di Coimbra, sia stato deciso con il placet di Benedetto XVI non solo perché su temi scottanti come gli scritti di suor Lucia si decide in alto loco, ma anche perché la “rivelazione” contenuta nel volume è in perfetta concordanza con le preoccupazioni che il Papa manifestò quel 13 maggio 2010.
E costituisce un drammatico avvertimento alla Chiesa e all’umanità su cui pare gravare una tremenda spada di Damocle.
L’INEDITO
Ecco dunque il testo inedito pubblicato dalle suore. In quella pagina di diario Lucia riferisce come superò la difficoltà che aveva nello scrivere il “terzo segreto” richiesto dall’autorità ecclesiastica.
Era il 3 gennaio 1944. Alle 16 la suora va nella cappella a pregare e chiede a Gesù di manifestarle la sua volontà: “sento allora che una mano amica, affettuosa e materna mi tocca la spalla”.
E’ “la Madre del Cielo” che le dice: “stai in pace e scrivi quello che ti comandano, non però quello che ti è stato dato di comprendere del suo significato”.
Parole che già confermano l’ipotesi – provata da molti altri indizi – che il Terzo Segreto sia composto da due testi: quello che riporta la visione (reso noto nel 2000) e quello in cui suor Lucia (successivamente) trascrive l’interpretazione della visione stessa fatta dalla Madonna.
E’ questo secondo testo che impressionò Giovanni XXIII il quale lo segretò ritenendo che potesse essere solo un pensiero della veggente, non di origine soprannaturale.
E’ la parte che non è mai stata resa nota e di cui, ufficialmente, si nega l’esistenza.
Probabilmente verte sulla figura del “vescovo vestito di bianco” e sul “Santo Padre, mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena”.
Quello che sappiamo con certezza – perché rivelato negli anni da alti ecclesiastici e da sacerdoti vicinissimi a suor Lucia – è che quel testo parla dell’apostasia nella Chiesa e di un grave pericolo che incombe sull’umanità.
Ecco perché il seguito della pagina inedita di suor Lucia, pubblicata dalle suore, diventa molto eloquente.
Infatti, dopo aver ascoltato quelle parole della Madonna che la invitava a scrivere, la veggente riferisce:
“ho sentito lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui ho visto e udito: la punta della lancia come fiamma che si allunga, tocca l’asse della terra ed essa trema: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti sono sepolti. Il mare, i fiumi e le nubi escono dai limiti, traboccano, inondano e trascinano con sé in un turbine, case e persone in un numero che non si può contare, è la purificazione del mondo dal peccato nel quale sta immerso. L’odio, l’ambizione, provocano la guerra distruttrice. Dopo ho sentito nel palpitare accelerato del cuore e nel mio spirito una voce leggera che diceva: ‘nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo!’ ”.
Molto eloquente sia per capire il pericolo che incombe sull’umanità, sia per comprendere quello che sta accadendo nella Chiesa dove oggi il più alto vertice, papa Bergoglio, è arrivato ad affermare che “non esiste un Dio cattolico”.
La Madonna proclama l’opposto: “nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo!”
Credo che la svolta più clamorosa sia accaduta pochi mesi fa nella disattenzione generale e sia tuttora ignorata.
Ne ho scritto il 17 agosto 2014, sulle colonne di “Libero”, dando notizia di un libro uscito in Portogallo proprio a cura delle suore carmelitane del monastero di Coimbra dov’è vissuta e morta, nel 2005, suor Lucia dos Santos, l’ultima veggente.
Una pubblicazione ufficiale intitolata “Un caminho sob o olhar de Maria”, una biografia della religiosa che attingeva ai suoi scritti inediti fino ad allora segretati.
Il volume era passato pressoché inosservato. Ma io ricevetti una segnalazione (autorevole) secondo cui in quelle pagine era celata un’autentica bomba.
Verificai che era vero. Quella clamorosa rivelazione di fatto veniva a risolvere l’annosa polemica attorno al Terzo segreto di Fatima: il nuovo documento pubblicato dalle suore fa capire infatti che c’è qualcosa che manca alla pubblicazione del 2000 e anche cosa c’è scritto.
C’ENTRA BENEDETTO
Ma com’è possibile che le suore di Coimbra abbiano deciso di fare una tale rivelazione che, tratta dalle pagine autografe di suor Lucia, è incontestabile e va a minare la versione vaticana? Una decisione di tale portata non si può attribuire a loro.
Poteva essere stata suor Lucia ad aver chiesto di pubblicare quel documento dopo la sua morte, considerata la sua importanza anche come avvertimento all’umanità. Ma non bastava il mandato di Lucia che, peraltro, se avesse avuto questa facoltà, avrebbe fatto uscire prima questo testo.
Evidentemente una tale pubblicazione ha avuto un “placet” molto più in alto e sappiamo che su Fatima il “placet” può arrivare solo dal Vaticano.
Essendo uscito tale libro nel 2013 (quindi essendo stato deliberato e realizzato negli ultimi anni del pontificato di Benedetto XVI), oltretutto essendo stato pubblicato con tutti i sigilli dell’ufficialità ecclesiastica, è ragionevole ipotizzare che il “placet” sia arrivato direttamente dalle stanze di papa Ratzinger.
Colui che da cardinale dovette fare il commento teologico alla rivelazione del 2000 sul “vescovo vestito di bianco”.
Considerati i tempi si può anche individuare una data che segna una svolta nel pensiero di Benedetto XVI su Fatima: il 13 maggio 2010.
LA SVOLTA
In quel periodo la Chiesa era davvero sotto pesante attacco e per l’anniversario della prima apparizione il Pontefice decise – molto in fretta e a sorpresa – di andare pellegrino al santuario portoghese.
Lì, durante il viaggio e durante la permanenza, pronunciò parole sorprendenti che di fatto contraddicevano quanto si era andato dicendo fino ad allora in Vaticano.
Benedetto dichiarò: “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”. Poi, riferendosi alla “visione” pubblicata nel 2000, spiegò che – insieme alle sofferenze del Papa, che “possiamo in prima istanza riferire a Giovanni Paolo II” – nel Messaggio di Fatima c’è molto di più, perché “sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano… e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano… una passione della Chiesa”.
Fra le “novità” del Messaggio “vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi… ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa”, anzi, aggiunse, “la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa”.
Benedetto XVI concludeva che dobbiamo tornare all’essenziale: “la conversione, la preghiera, la penitenza e le tre virtù teologali”.
Il Papa lanciava l’allarme perché “la fede in ampie regioni della terra, rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata”. E questo, aggiungeva il Pontefice, ha pure un riverbero terribile sul mondo perché “l’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo”.
In sintesi il papa, quel 13 maggio 2010, fa capire: che il messaggio di Fatima non si esaurisce nel passato (per esempio nell’attentato a Giovanni Paolo II da parte di Alì Agca), quindi che è necessario ascoltare l’esortazione della Madonna alla conversione, alla penitenza e alla preghiera perché la Chiesa è sotto attacco (anche dall’interno) e la fede si sta spegnando in tante parti del mondo; infine perché l’umanità rischia di finire in un baratro.
E’ plausibile che il libro, completato e pubblicato tre anni dopo dal monastero di Coimbra, sia stato deciso con il placet di Benedetto XVI non solo perché su temi scottanti come gli scritti di suor Lucia si decide in alto loco, ma anche perché la “rivelazione” contenuta nel volume è in perfetta concordanza con le preoccupazioni che il Papa manifestò quel 13 maggio 2010.
E costituisce un drammatico avvertimento alla Chiesa e all’umanità su cui pare gravare una tremenda spada di Damocle.
L’INEDITO
Ecco dunque il testo inedito pubblicato dalle suore. In quella pagina di diario Lucia riferisce come superò la difficoltà che aveva nello scrivere il “terzo segreto” richiesto dall’autorità ecclesiastica.
Era il 3 gennaio 1944. Alle 16 la suora va nella cappella a pregare e chiede a Gesù di manifestarle la sua volontà: “sento allora che una mano amica, affettuosa e materna mi tocca la spalla”.
E’ “la Madre del Cielo” che le dice: “stai in pace e scrivi quello che ti comandano, non però quello che ti è stato dato di comprendere del suo significato”.
Parole che già confermano l’ipotesi – provata da molti altri indizi – che il Terzo Segreto sia composto da due testi: quello che riporta la visione (reso noto nel 2000) e quello in cui suor Lucia (successivamente) trascrive l’interpretazione della visione stessa fatta dalla Madonna.
E’ questo secondo testo che impressionò Giovanni XXIII il quale lo segretò ritenendo che potesse essere solo un pensiero della veggente, non di origine soprannaturale.
E’ la parte che non è mai stata resa nota e di cui, ufficialmente, si nega l’esistenza.
Probabilmente verte sulla figura del “vescovo vestito di bianco” e sul “Santo Padre, mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena”.
Quello che sappiamo con certezza – perché rivelato negli anni da alti ecclesiastici e da sacerdoti vicinissimi a suor Lucia – è che quel testo parla dell’apostasia nella Chiesa e di un grave pericolo che incombe sull’umanità.
Ecco perché il seguito della pagina inedita di suor Lucia, pubblicata dalle suore, diventa molto eloquente.
Infatti, dopo aver ascoltato quelle parole della Madonna che la invitava a scrivere, la veggente riferisce:
“ho sentito lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui ho visto e udito: la punta della lancia come fiamma che si allunga, tocca l’asse della terra ed essa trema: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti sono sepolti. Il mare, i fiumi e le nubi escono dai limiti, traboccano, inondano e trascinano con sé in un turbine, case e persone in un numero che non si può contare, è la purificazione del mondo dal peccato nel quale sta immerso. L’odio, l’ambizione, provocano la guerra distruttrice. Dopo ho sentito nel palpitare accelerato del cuore e nel mio spirito una voce leggera che diceva: ‘nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo!’ ”.
Molto eloquente sia per capire il pericolo che incombe sull’umanità, sia per comprendere quello che sta accadendo nella Chiesa dove oggi il più alto vertice, papa Bergoglio, è arrivato ad affermare che “non esiste un Dio cattolico”.
La Madonna proclama l’opposto: “nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo!”
Antonio Socci
Da “Libero”, 13 maggio 2017
Sito: “Lo Straniero”
Facebook: “Antonio Socci pagina ufficiale”
Twitter: @Antonio Socci1
Fatima: 3 pastorelli votati al martirio, consapevoli, offrono le proprie sofferenze per la salvezza delle anime, 2 muoiono subito, 1 rimane in clausura a vita.
RispondiEliminaMedjugorie: sono sempre dei bambini ai quali la Madonna parla e affida dei messaggi, oggi non più bambini, ma adulti benestanti quasi tutti sposati, alcuni con attività economiche ben avviate, che ruotano intorno al santuario.
Notevoli le differenze, come quelle tra un prete perseguitato per la propria fede cattolica dai suoi "superiori" e gli altri, interessati a poltrone, carriere, pensioni e che perdono un sacco di tempo a far sapere il proprio iban.
Ringrazio quanti con il loro coraggio, soprattutto laici, contribuiscono a difendere quanto rimane della verità. Leo
Concordo con ciò che hai scritto e mi associo: la verità prima di tutto!
RispondiEliminaMi riferivo al commento di Leo, naturalmente...
RispondiEliminaIl fenomeno Medjugorje non è ancora definitivamente concluso, e la gerarchia conciliabolare ha molta paura che possa sfuggirle di mano: immaginate il potere che veggenti e compagnia cantante assumerebbero dopo una pubblica approvazione gerarchica! Questo è certamente l'unico motivo delle riserve di Bergoglio su un "santuario" che da anni porta migliaia di persone nei movimenti conciliabolari, soprattutto in quelli carismatici (simil-protestanti), e quindi porta tanta, tanta acqua al suo mulino. Se invece fossero cessate definitivamente le apparizioni, il fenomeno Medjugorje, nella misura in cui vi si accetta il conciliabolo, sarebbe sicuramente "approvato" al volo: i modernisti lo riterrebbero una qualche espressione del "sentimento religioso" (cfr. Enciclica Pascendi di San Pio X) e quindi, a loro modo, "valida", a prescindere da chi o che cosa appaia, o se qualcosa in realtà appaia.
RispondiEliminaI modernisti, proprio per il loro concetto eretico di fede, non sono né saranno mai in grado di esercitare un vero e proprio discernimento: per fare ciò, occorrerebbe essere fedeli cultori della fede della santa Chiesa, cioè professare integralmente la fede cattolica: cosa che chi accetta il conciliabolo non può fare.
Semmai è vero il contrario. In caso di plateale non approvazione il rischio di uno scisma da parte dei medjugorjani guidati dalla compagine VIP sempre più numerosa sarebbe abbastanza concreto. La Chiesa procede così a far realizzare la cosa gradualmente anche se certe cose dovrebbero essere evidenti. Chi nega l'investitura papale è costretto a negare *tutto* ciò che proviene dalla santa sede , anche quando è formalmente corretto o quando va dritto sulle righe storte.
EliminaRipeto: se si leggesse attentamente l'enciclica Pascendi, ci si renderebbe conto che i modernisti, proprio per il loro concetto eretico di fede, non sono né saranno mai in grado di esercitare un vero e proprio discernimento degli spiriti: per fare ciò, occorrerebbe essere fedeli cultori della fede della santa Chiesa, cioè professare integralmente la fede cattolica: cosa che chi accetta il conciliabolo non può fare.
Elimina«... Gli apostoli ci raccomandano il discernimento degli spiriti e ci danno regole per giudicare se gli spiriti sono da Dio o d'altronde. Perchè lo stesso satana si trasforma in angelo di luce, e i suoi ministri in apostoli del Cristo. Dal che questa parola di san Paolo ai Tessalonici: Non ismorzate lo spirito, vale a dire i doni che egli ama di comunicare! Non disprezzate le profezie. Disaminate tutto: attenetevi al buono. Guardatevi da ogni apparenza di male (I Thess., V, 19-22). Quando l’Apostolo dice: disaminate tutto, egli parla delle grazie, delle ispirazioni, delle rivelazioni particolari fatte a noi o ad altri: bisogna sottometterle all’esame, alla prova, vedere se esse sono conformi o contrarie alla regola della fede e dei costumi, ritenere ciò che è buono e rigettare ciò che e cattivo. Cosa che dice in termini molto chiari l’apostolo san Giovanni: Carissimi, non vogliate credere ad ogni spirito, ma provate gli spiriti se sono da Dio: conciossiachè molti falsi profeti sono usciti pel mondo. Da questo si conosce lo spirito di Dio: qualunque spirito che confessi che Gesù Cristo è venuto nella carne, egli è da Dio: ma qualunque spirito che divida Gesù, non è da Dio; e questi è un anticristo, il quale avete udito che viene, e già fin d'adesso è nel mondo (I Jo. IV, 1-3). A dir breve, per discernere gli spiriti, san Giovanni dà questa regola generale: ogni spirito che confessa la fede cattolica è di Dio: ogni spirito che non confessa la fede cattolica non è di Dio, ma dell’anticristo.» René-François Rohrbacher, Storia universale della Chiesa cattolica traduz. it., tomo XX, Milano 1854 pag. 451.
La gerarchia conciliabolare e Bergoglio che fanno? Quale fede e quale morale vanno pubblicamente professando? Contra factum non valet argumentum.
E' inutile citare la Pascendi o altre encicliche quando si nega a priori che la chiesa conciliare abbia la facoltà di applicarla. Che cosa vuol dire "sottometterle all'esame"? Non è quello che hanno fatto i vescovi del luogo ? Non è quello che ha fatto la Commissione? Ammettere che la chiesa conciliare possa pronunciarsi sulla veridicità delle apparizioni implica che abbia ancora un minimo di facoltà docente. Molto più comodo dire che è tutto finito col concilio.
EliminaLa gerarchia conciliabolare non è cattolica. In quanto tale non ha la possibilità di effettuare un corretto discernimento degli spiriti, e ciò a prescindere da chi o che cosa appaia, o se qualcosa in realtà appaia: tuttavia a Medjugorje si accetta il conciliabolo, quindi l'eresia, ed ecco bell'e fatto il discernimento. La Pascendi serve a comprendere e riconoscere l'eresia; che sia conosciuta e compresa dagli eretici moderati e conservatori che tali restano serve solo a stabilire la loro pertinacia. Il cattolicesimo, quello autentico ed integrale, è ben altra cosa.
EliminaE ripeto la domanda: La gerarchia conciliabolare e Bergoglio che fanno? Quale fede e quale morale vanno pubblicamente professando?
Contra factum non valet argumentum.
Se è vero come è vero che la teologia è la scienza della fede che cerca l'intelligenza, non c'è bisogno di 'negare l'investitura papale' per porsi dei sani dubbi di fronte a situazioni molto strane...
RispondiEliminaMa infatti , che siano strane non ci piove. Ma il tradizionalismo (sedevacantista) nega che la chiesa conciliare possa pronunciarsi, perchè significherebbe riconoscerle autorità. E' inutile attaccare Bergoglio per i suoi modi poco ortodossi. Perchè loro l'ortodossia la negano a tutti, dai vescovi del luogo ai tutti i papi del dopo concilio. E' così si assiste all'esilarante parata di tradizionalisti che pur di andare contro Bergoglio , finiscono a favore di Medjugorje
EliminaScisma dei medjugorjani? No, non conviene a nessuno: né all'"impresa" Medjugorje, che con una secca condanna vaticana vedrebbe pressoché cessare l'afflusso turistico con notevoli danni a sé e all'"indotto", né alla gerarchia modernista che vedrebbe cessare del tutto il duraturo mega-afflusso di persone nei movimenti conciliari garantito dall'apparizione; movimenti conciliari che presto o tardi trasformano chiunque in un perfetto modernista. Il tutto si riduce a un finto braccio di ferro tra la gerarchia (che minaccia condanne) e i medjugoriani (che minacciano i "dieci segreti"), nel quale però entrambe le parti sanno che una qualunque definizione ultima della questione porterebbe notevoli danni ad entrambe le parti.
RispondiEliminaProprio così, un finto disaccordo perché la Rivoluzione possa continuare, pur tra sobbalzi e scossoni. Un po' come i "dubia".
Elimina... e così si assiste all'esilarante (e francamente imbarazzante) parata di tradizionalisti che pur di andare contro Bergoglio, finiscono a favore dell'ipermodernista per quanto moderato Ratzinger; e comunque, da bravi liberal-conservatori, al Papa ubbidiscono solo ed esclusivamente se è d'accordo con loro, foss'anche san Pio X...
RispondiEliminaEsilaranti ed imbarazzanti come quei volponi sedicenti "tradizionalisti" che dànno la colpa dell'eresia modernista a sant'Ignazio di Loyola ed alla Compagnia di Gesù cattolica (Ordine INFALLIBILMENTE approvato dalla Santa Sede), che assurdamente condannano questo Ordine nei secoli benemerito nella lotta contro l'eresia e che ha dato fior di santi e di martiri all'unica Chiesa santa ed apostolica, accusandolo di aver necessariamente generato l'attuale accozzaglia di eretici ed apostati sedicenti "gesuiti" (come del resto sedicenti "cattolici"). E per far ciò riprendono e propagano senza la minima vergogna le vecchie CALUNNIE di protestanti, liberali, giansenisti e massoni! Costoro persistendo in un tale comportamento anticattolico si meritano Bergoglio in questa vita, e un bell'iperriscaldamento gratuito ed eterno nell'altra.
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