ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 28 luglio 2017

E si vanta..

UN PAPA MODERNISTA

Il papa almeno è sincero si dichiara modernista. Cosa vuol dire rileggere il Vangelo alla luce della cultura contemporanea: il veleno modernista è ormai penetrato così a fondo nelle nostre coscienze da toglierci ogni raziocinio 
di Francesco Lamendola  



  
Nel corso della conversazione con il gesuita Antonio Spadaro, direttore della rivista La civiltà cattolica, da cui è stato poi tratto il libro: Papa Francesco, La mia porta è sempre aperta (Milano, Rizzoli Editore, 2013), il neoeletto Bergoglio, invitato a esprimere il suo giudizio sul significato del Concilio Vaticano II per la storia della Chiesa, testualmente ha affermato (op cit., p. 68):

Il Vaticano II è stato una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea. Ha prodotto un movimento di rinnovamento che semplicemente viene dallo stesso Vangelo. I frutti sono enormi. Basta ricordare la liturgia. Il lavoro della riforma liturgica è stato un servizio al popolo come rilettura del Vangelo a partire da una situazione storica concreta. Sì, ci sono linee di ermeneutica di continuità e discontinuità, tuttavia una cosa è chiara: la dinamica di lettura del Vangelo attualizzata nell’oggi che è stata proposta dal Concilio è assolutamente irreversibile. Poi ci sono questioni particolari come la liturgia secondo il “Vetus Ordo”. Penso che la scelta di Papa Benedetto [allusione alla lettera apostolica “Summorum pontificum” pubblicata in forma di “motu proprio” il 7 luglio 2007; nota nostra]  sia stata prudenziale, legata all’aiuto ad alcune persone che hanno questa particolar sensibilità. Considero invece preoccupante il rischio di ideologizzazione del “Vetus Ordo”, la sua strumentalizzazione.

Prendiamo buona nota di questa affermazione: Il Vaticano II è stato una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea.Se questa frase non ci fa saltare letteralmente sulla sedia, se non ha provocato alcuna reazione nella Chiesa e nel mondo cattolico, ciò si deve unicamente al fatto che il veleno modernista è ormai penetrato così a fondo nelle nostre coscienze, da toglierci, alla lettera, la facoltà del raziocinio. 

La verità tende ad affiorare

Il “tallone d’Achille” del pontificato di Francesco


 

Un cafè con Galat” è il nome del programma trasmesso dalla tv Teleamiga,  emittente di orientamento cattolico di Bogotà, che sta procurando qualche mal di testa all’episcopato colombiano.

Il programma prende nome dal suo conduttore, José Galat, accademico e presidente del canale televisivo e dell’Università La Gran Colombia, il quale ha deciso di mettersi contro il pontificato di Francesco.

Galat sostiene che il Papa argentino non sarebbe stato eletto legittimamente e che favorirebbe apertamente l’eresia nella Chiesa cattolica. E fin qui, nulla di nuovo.

Un talentino da spendere


Ecco alcuni modi per “reagire” alla crisi ecclesiale


Togliere l’8 PER MILLE alla CEI (assegnandolo persino ai buddisti italiani, purché nemmeno un euro finisca a mons. Galantino e compagni)
Smettere di frequentare (e di fare lì l’elemosina) le parrocchie più bergoglionizzate per andare in altre dove ci sono ancora preti che testimoniano fede cattolica, anche se questo costa il sacrificio di fare un po’ di strada.
Non rinnovare abbonamenti ad Avvenire, Famiglia Cristiana ed altri organi di regime.
Aiutare preti e suore perseguitate dal regime perché in coscienza non se la sentono di distribuire indiscriminatamente la comunione o di applaudire all’operazione “SVUOTA L’AFRICA” o di depenalizzare la sodomia o di applaudire acriticamente Fratel Enzo Bianchi quando viene a fare le catechesi in parrocchia. 
Fare qualche digiuno, rosario, processione in riparazione dei pubblici peccati (compresi quelli di cui stiamo qui commentando commessi da chierici ufficialmente cattolici).
Quando capita l’occasione, rispettosamente “mettere la pulce nell’orecchio” a parenti e amici che ancora frequentano le chiese e a cui non sono ancora cadute le fette di prosciutto dagli occhi.

Se ne ridon Brunello Forte e ciccio Tom

Lutero o dell’impossibilità della Dottrina sociale della Chiesa.

Pubblichiamo l’Editoriale a firma dell’Arcivescovo Giampaolo Crepaldi del fascicolo 2 (2017) del “Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa” dedicato a “La Riforma luterana alla luce della Dottrina sociale della Chiesa”. Il numero contiene articoli di Miguel Ayuso, Samuele Cecotti, Omar Ebrahime, Stefano Fontana, Ermanno Pavesi, Guido Vignelli. Per informazioni, acquisti o abbonamenti:  http://www.vanthuanobservatory.org/ita/bollettino-dsc/come-abbonarsi/
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L’argomento di questo fascicolo del nostro “Bollettino” era in un certo senso imposto dal ricordo dei 500 anni della Riforma luterana, corrente in questo anno 2017. Della Riforma non parliamo qui per un “atto dovuto” data la ricorrenza, ma nella convinzione che attorno alla Riforma si ritrovino molti nodi della corretta o scorretta visione della società, della politica, del diritto. L’occasione è quindi propizia per un riesame non solo della Riforma in quanto tale, ma anche dei suoi rapporti con molti aspetti della vita sociale e politica ai quali è dedicata la Dottrina sociale della Chiesa, ambito centrale di impegno per il nostro Osservatorio. Mi riferisco al tema della modernità, della secolarizzazione, del rapporto tra la Chiesa e il mondo, oppure a quello dell’autorità o del ruolo della coscienza individuale nelle questioni della vita pubblica. Riconsiderare la Riforma richiede un sguardo ad ampio raggio, dato che essa stessa è collegata con molte dimensioni della vita pubblica ed anche a 500 anni di distanza questa influenza è ben presente, anzi forse più di prima dato che molte virtualità si sono manifestate solo in seguito a distanza di tempo. Qualche acuto osservatore le aveva viste già allora, ma oggi sono sotto gli occhi di tutti: basta volerle vedere.

Il Papa ha il diritto di mutare un Rito?

Il Papa ha diritto di cambiare il Rito? Se nel corso del tempo un rito si evolve, è possibile e lecito un suo sempre ulteriore sviluppo?

In uno dei momenti più tragici per la Chiesa e  la  conservazione della Fede Cattolica nella sua integrità è comparso un articolo ( QUI titolato : Si può assistere alla messa di Paolo VI ? Non possiamo né celebrare la messa di Paolo VI, né assistervi. Questo è quello che pensano i sacerdoti della Fraternità San Pio X , di altre comunità, e di molti fedeli).
L'articolo è di una durezza tale che non si era mai vista neppure nei ruggenti anni '70 quando il nuovo rito di Paolo VI fu imposto fra lacrime, malumori e malesseri cardiaci, documentati, ai Sacerdoti e ai fedeli.
Non riusciamo tuttavia a percepire perché sia stato pubblicato  sul sito della FSSPX, di cui più volte abbiamo lodato l'indiscusso e fruttifico impegno pastorale, un articolo così pesante.
Pur tuttavia pur rimanendo ancorati con il cuore alla Santa Messa nell'antico rito della Chiesa ( che dalla pubblicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum caratterizza la spiritualità, soprattutto nei giorni festivi, di tanti fedeli ) nelle celebrazioni quotidiane settimanali o in mancanza di celebrazioni in  rito gregoriano-tridentino assistiamo altrettanto devotamente alla Santa Messa celebrata con il Messale di Paolo VI:  con quella "normalità" e "naturalezza" che dovrebbe albergare nel cuore di ogni fedele.
Tutto il resto costituisce un pericolosissimo distacco dal "sentire cum Ecclesia".

Fuera Argentina y los concubinos

     Miracolo dei pesci dal Cielo che dura da 150 anni!


Copertina della "Domenica del Corriere" del 2 luglio 1933
sulla pioggia di pesci a Porto Viro - Adria

Sebirblu, 27 luglio 2017

Sebbene il fenomeno stupefacente della caduta di pesci dal cielo, ma anche di rane, vermi e quant'altro, avvenga nel mondo più spesso di quanto non si pensi, in Honduras l'accadimento è veramente unico e speciale, in quanto si ripete senza discontinuità da poco più di un secolo e mezzo nella città di Yoro, situata nella omonima regione al centro-nord del Paese latino-americano.

Quest'anno la "pioggia" ittica, chiamata appunto "lluvia de Peces", si è reiterata addirittura per ben tre volte fra maggio e luglio, preceduta come al solito da dense nubi nere minacciose, tuoni e fulmini, vento forte e pioggia battente che sferza l'aria per due o tre ore lasciando al suolo una quantità impressionante di pesci ancora vivi,che prontamente vengono raccolti e cucinati dalla popolazione.

Al momento non esiste alcuna risposta scientifica ma soltanto delle ipotesi. È improbabile infatti che trombe marine riescano a risucchiare i pesci dal mar dei Caraibi, che tra l'altro dista 200 chilometri dal luogo, per depositarli sempre nella medesima zona. Per giunta, cosa non meno importante, si tratta di pesci d'acqua dolce quasi sempre della stessa specie.


Degni compari della concubina

"La gloria di Dio è l'uomo vivente." (S. Ireneo)


come avrai saputo dai media nelle ultime ore, l'Alta Corte di Londra ha deciso in modo definitivo che il piccolo Charlie Gard "merita" di esser lasciato morire, perché la sua malattia rende la "qualità" della sua vita "indegna" di essere vissuta.

Charlie, di 11 mesi, è affetto da una grave malattia genetica che colpisce il suo sistema muscolare. Ad oggi, tuttavia, non è stato dimostrato che questo gli provochi dolori che non possano essere calmierati coi più comuni metodi palliativi, mentre è stato senza dubbio chiarito che il piccolo non ha alcun danno cerebrale strutturale da considerarsi irreversibile.

Nonostante ciò, il Giudice ha confermato la sentenza con cui consente all'Ospedale dove il bimbo è stato in cura fino ad oggi di staccare gli apparecchi che lo aiutano a respirare. Come puoi capire, quindi, Charlie morirà soffocato. Dove? Quando? Il Giudice ha imposto il segreto su queste informazioni.

Ci sono delle riflessioni che voglio assolutamente condividere con te.

La concubina vaticana

                                                          https://www.youtube.com/watch?v=eLE7iwrijRs
Via Gesù dentro la Bonino. In chiesa "predica" sull'accoglienza la responsabile di 10mila aborti


L'evento in chiesa a Biella ospite la Bonino: vietato l'ingresso ai pro life e coperti tabernacolo e crocifisso. Arriva anche la polizia per chiedere i documenti a chi prega fuori sul sagrato. Ma mentre la leader radicale si contraddice sostenendo la "necessità di regolarizzare gli immigrati" a causa "del calo demografico", il ginecologo Aletti la incalza: "Pontifichi dopo aver contribuito alla morte di 6 milioni di italiani. Il pensiero maggioritario non cattolico sta prevalendo nella Chiesa".

giovedì 27 luglio 2017

Sotto la sua guida materna

Una vita “all’ombra” del Cuore Immacolato di Maria
La lunga vita religiosa di Suor Lucia di Fatima, dopo le apparizioni alla Cova da Iria, è ai più sconosciuta, eppure conserva l’impronta della straordinarietà che si realizza nell’adempimento esatto e fedele dei doveri religiosi, svolti sempre sotto lo sguardo della Santissima Vergine e nella sollecitudine per le anime.


Di “Lucia pastorella”, beneficiaria delle rivelazioni di Maria insieme ai suoi due cuginetti nel 1917 si sa moltissimo, dal momento che nelle sue quattro Memorie, redatte tra gli anni 1935-1941, è riportato tutto quanto si possa desiderare di sapere sulla storia di Fatima, del suo messaggio, nonché dei suoi antefatti. Ma va ricordato che, dal 1923 fino alla morte (13 febbraio 2005), Lucia iniziò, guidata dal Cielo, la lunga esperienza della vita religiosa, prima fra le Dorotee e poi, dopo una penosa attesa durata circa vent’anni, nel “dolce chiostro” del Carmelo, come amava definirlo lei stessa. Della sua vita da consacrata si conosceva poco e nulla fino al 2014, quando le sue consorelle, le Monache Carmelitane del monastero di Coimbra, hanno pubblicato una voluminosa e dettagliata biografia da loro curata della Serva di Dio, ricca di tanti documenti inediti utilissimi anche agli studiosi per una ricostruzione più precisa dell’evento-messaggio di Fatima. 

Per trovare la grazia occorre trovare Maria


I consacrati di Maria e il Trionfo del Cuore Immacolato. Cos’è il « Trionfo » ?


La Madonna a Fatima, nel luglio 1917, faceva una grandiosa e consolante promessa: « Alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà ». Tale evento sarà l’esito di quella sconfitta di satana che si avrà attraverso l’interferenza dei consacrati di Maria, come la divina Rivelazione e i Profeti di Maria hanno preannunciato.
fatima e cuore immacolato
Adesso però la domanda sorge spontanea: perché la stirpe-discendenza di Maria deve essere segnata con il sigillo della Consacrazione a Lei per compiere la sua sublime missione? La risposta a questa domanda, di certo, non può essere tralasciata.
Punto di partenza della disamina deve essere questo principio fondamentale: « La Consacrazione [affidamento] al Cuore Immacolato di Maria è la forma più eccellente di devozione alla Madre di Dio, in quanto, in un certo senso, entriamo nel suo Cuore che diventa la nostra dimora ». Alla luce di questa verità, è giocoforza concludere che « se vivremo la nostra vita quotidiana in armonia con questa consacrazione contribuiremo fortemente al Trionfo finale del Cuore Immacolato di Maria » (1).
Ma perché? Innanzitutto vorrei, in questo articolo, spendere qualche parola per spiegare cosa si intende precisamente quando si parla di Trionfo del Cuore Immacolato.

In Man he trust


IL PAPA CREDE NELL'UOMO
   
In cosa crede il papa? Nell’uomo parole sue. Evviva la sincerità quando dice: "Per me la speranza sta nella persona umana in quello che ha nel cuore. Io credo nell’uomo" 2 frasi 2 bestemmie e il Dio trascendente e creatore?
di Francesco Lamendola  




In che cosa crede un cattolico? Se interrogato su questo, o se portato a parlare di questo, un cattolico, credevamo, dovrebbe rispondere: Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli… Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio… Ma, evidentemente, eravamo rimasti indietro rispetto agli aggiornamenti della Chiesa post-conciliare; oggi, a quanto pare, il Credo niceno-costantinopolitano è roba vecchia e stravecchia, che nessuno, nel clero progressista e neomodernista, si sognerebbe più di prendere alla lettera. Oggi, grazie alle meraviglie della “svolta antropologica”, la teologia non si occupa più di simili anticaglie, non si attarda più con la superata e screditata prospettiva teocentrica, ma pone al centro di tutto l’uomo, gloriosamente, fieramente; l’uomo con la sua dignità, l’uomo con le sue capacità, l’uomo che sceglie il suo destino. Oggi, inoltre, sempre ringraziando questi coraggiosi teologi delle ultime due generazioni, i quali, finalmente, ci hanno illuminati sul vero significato della divina Rivelazione, di cui, fino a mezzo secolo fa, non avevamo compreso, si può dire, la cosa essenziale; oggi, dunque, grazie a questi giganti del pensiero, a petto dei quali sant’Agostino, san Gerolamo, san Tommaso d’Aquino e santa Teresa d’Avila non sono che dei buffi nanetti, dalle idee confuse e dalla parola incerta e balbettante, sappiamo in che cosa il cristiano deve riporre la sua speranza: ancora e sempre nell’uomo, nella dignità della persona umana.

«Vado avanti da solo»

La misericordia di Francesco I, è “selettiva”.


Fiumi di inchiostro sono stati versati, dai siti cattolici, sulla durissima reprimenda del Vaticano contro Radio Maria, dalle cui antenne sarebbe stato detto che il terremoto dell’Italia centrale sarebbe stata una punizione divina per il varo della legge sulle unioni civili. Non si parli di “Punizioni divine”! Il numero 2 della segreteria di stato, monsignor Becciu, ha invitato Radio Maria a “correggere i toni del linguaggio e conformarsi di più al Vangelo e al messaggio della misericordia e della solidarietà propugnato con passione da papa Francesco”. Forse non tanti lettori ricordano chi sono i Francescani dell’Immacolata dal saio azzurro: questo ordine religioso nuovo (fondato negli anni ’70 da padre Stefano Manelli, ancora vivente) col proposito di vivere radicalmente la “regola” di San Francesco d’Assisi e una speciale offerta di sé all’Immacolata – secondo la specifica ascetica di padre Kolbe, morto martire ad Auschwitz offrendosi di sostituire un condannato a morte padre di famiglia. Questa strada severa ha richiamato un gran numero di vocazioni: 800 frati e suore, mentre gli altri ordini religiosi sono ormai vuoti e radi.


Bona Gospa

1985 - La TV comunista di Stato fa pubblicità a Medjugorje (Radiotelevisione Jugoslava)



Pubblicato il 25 lug 2017
Due spezzoni di un documentario originariamente lungo un'ora ("Pet godina Gospe iz Međugorja" [Cinque anni della Madonna di Medjugorje]), trasmesso il 16 e il 17 ottobre 1985 dalla TV di Stato jugoslava Tele Belgrado. Anche i sostenitori di Medjugorje constatarono (con piacere) che si trattò di una trasmissione molto benevola [si veda ad es. S. Barbarić, "Pregate con il cuore", Amici di Medjugorje, Milano, 1986, p. 211]. Naturalmente, si trattava di una benevolenza interessata.

Se lo nego, poi lo faccio!

HUMANAE VITAE, SMENTITA DELLA SMENTITA? UN GRUPPO DI LAVORO ESISTE. *****BIELLA, BONINO IN CHIESA. IMPEDITO IL DIBATTITO.
Ci sono alcune cose che fanno piacere. L’11 maggio scrivevamo che “In Vaticano indiscrezioni di buona fonte fanno filtrare che il Pontefice sarebbe sul punto di nominare – o avrebbe addirittura già formato – una commissione segreta per esaminare ed eventualmente studiare modifiche alla posizione della Chiesa in tema di contraccezione, così come è stata fissata nel 1968 da Paolo VI nell’enciclica Humanae Vitae. Fu quello l’ultimo documento del genere firmato da papa Montini, e era la formalizzazione di quanto il Concilio Vaticano II aveva elaborato su questo tema. Non abbiamo avuto finora conferme ufficiali dell’esistenza e della composizione di questo organismo; ma un richiesta di conferma, o di smentita, avanzata presso le sedi competenti finora non ha avuto risposta. Il che potrebbe costituire in sé un segnale. Nel senso che se la notizia fosse totalmente infondata non ci vorrebbe molto per dirlo”.

Toelettologia?.


Papa Francesco segreto, nelle omelie a Santa Marta il suo vero pensiero


C’è un aspetto nascosto dell’impegno di papa Francesco, perché si svolge lontano dalle telecamere e dai giornalisti. Dunque non è “visibile” all’opinione pubblica. E’ uno spazio che Jorge Mario Bergoglio si è riservato per  evitare che la sua attività di leader della Chiesa cattolica e di capo di Stato soffochi la sua dimensione di parroco. Si tratta delle messe mattutine, che celebra nella residenza Santa Marta dinanzi ad una trentina di persone, fedeli di parrocchie romane o pellegrini venuti dall’estero.
“Nascosto” non vuol dire segreto, perché le messe sono documentate. Ma rispetto alla cronaca quotidiana, basata sulle immagini, questo aspetto di Francesco rimane quasi nell’ombra.

I “giudicati a priori”

Dio fa impazzire chi vuol perdere

A proposito della preghiera di riparazione per il “gay pride” di Rimini



Sabato 29 luglio, per colorare l’estate riminese, nella città adriatica che conobbe ben altri amori, come quello adulterino di Paolo e Francesca, si svolgerà una di quelle grottesche manifestazioni che pur dando sfogo a certi bassi istinti contro natura si picca di fregiarsi dell’inglesismo “gay pride”, che, per quanto possa fare elegante per qualcuno, in italiano sta per “orgoglio omosessuale”.
Cosa ci sia da andare orgogliosi nell’ostentare l’omosessualità è cosa che attiene alla degenerazione che ormai dilaga dappertutto in questo pazzo mondo che sembra ansioso di raggiungere quanto prima il fondo dell’abisso…

Sursum corda!


IL MOMENTO E' ARRIVATO ?          
 
  E' in atto da tempo una grande partita a scacchi. E chi voleva stare in disparte dovrà farsi avanti e lottare strenuamente. In un tempo come il nostro non è più possibile restare neutrali e coltivare il proprio orticello
di Francesco Lamendola  

Viviamo in un momento storico molto difficile; uno di quei momenti nei quali non c’è più spazio per fingere di essere quel che non si è, le maschere cadono, e ciascuno è restituito, pienamente, talvolta impietosamente, alla sua vera natura. Nei tempi ordinari, la vita procede con il suo tran-tran, le cose vanno avanti per forza d’inerzia, i ruoli sono stabiliti in anticipo e le convenzioni conservano tutta la loro efficacia. Nessuno ha voglia di puntare duro, di “vedere” le carte dell’altro; nessuno ha interesse a spingere le situazioni oltre il limite. Quasi tutti hanno da perdere se si verificassero dei grossi cambiamenti, perciò fanno del loro meglio perché questo non accada; e se qualcuno, per caso, fosse tentato di farlo, gli altri fanno del loro meglio per dissuaderlo, per ricondurlo alla “ragionevolezza”, affinché l’ordine apparente, che fa le veci dell’ordine vero e profondo, non venga turbato.

mercoledì 26 luglio 2017

Cadono le braccia ?

Spiacenti, ma siamo in totale disaccordo con la visione della realtà di Sua Eccellenza Mons.Schneider.


Sul blog chiesaepostconcilio viene riportato lo scritto – definito esemplare - di S.E.Mons.Schneider. 
Premettiamo che il sincero sentimento di affetto per Mons.Schneider (i cui molti interventi sono stati postati su corsiadeiservi.it) rimane immutato poiché siamo convinti della buona fede del Vescovo nella lettura di certi aspetti assai controversi della realtà, precisamente della crisi della Chiesa ormai manifesta. Lo stesso nostro atteggiamento vale nei confronti del Card. Caffarra, o del Card.Burke (tanto per citare degli esempi)...
Tuttavia, tornando ad alcuni passi contenuti nello scritto di Mons.Schneider, non possiamo che manifestare pubblicamente la delusione profonda: purtroppo i timori che si nutrivano nei confronti di alcuni alti prelati (come quelli citati) nella concezione della Chiesa e della Fede si sono manifestati confermando sostanzialmente una questione (o meglio dire: LA questione): il Concilio Vaticano II è stato e rimane il problema dei problemi.
Vale a dire: come approcciarsi al Vaticano II? Una volta per tutte, quel concilio è da considerarsi un bene o un male per la Chiesa cattolica? 

L’umiltà secondo Francesco

Umiltà?



L’«autorevole uomo di Chiesa», che ieri ha pubblicato anonimamente sul blog di Sandro Magister Settimo Cielo un articolo in risposta ad alcuni interventi del Card. Christoph Schönborn in Irlanda, a un certo punto della sua trattazione, ha riportato un episodio riferito dal sito Crux:
Schönborn ha rivelato che quando ha incontrato il papa dopo la presentazione di Amoris laetitia, Francesco lo ha ringraziato e gli ha chiesto se il documento era ortodosso. «Gli dissi: Santo Padre, è pienamente ortodosso». Schönborn ha aggiunto che pochi giorni dopo ricevette da Francesco una piccola nota che diceva: «Grazie per quella parola, che mi ha confortato».
Postilla l’anonimo autore:
Questo racconto, se da un lato rivela lumiltà di Francesco che chiede un parere ai suoi teologi di fiducia, non toglie il fatto che dovrebbe essere il papa a dare risposte ai teologi, ai vescovi, ai cardinali i quali, con la parresia richiesta e incorggiata dallo stesso pontefice, gli esprimono gravi preoccupazioni per lo stato della Chiesa.

Sapete che allegria!



UK. GESÙ PUÒ ESSERE GAY, ALLAH NO. MA A PROTESTARE È RIMASTO SOLO UN ATEO FAMOSO. I CRISTIANI? E A RIMINI…

Richard Dawkins ha criticato duramente l’operazione “ipocrita” condotta dalla polizia durante il London Pride, la sfilata per inneggiare allo stile di vita e alle pratiche omosessuali. Il notissimo ateo ha criticato le forze di sicurezza perché hanno obbligato il Concilio degli ex musulmani di Gran Bretagna (CEMB) a far sparire gli striscioni “Allah è gay”, e hanno invece permesso cartelli sui quali era scritto “Gesù è gay”.
Il famoso biologo evoluzionista il 23 luglio scorso ha twittato: “Marcia del gay pride di Londra. La polizia è contenta con gli striscioni ‘Gesù è gay’. Ma ha proibito lo striscione del CEMB ‘Allah è gay’. Ipocrisia del tipo @kpfa”. La Kpfa è una radio che afferma di voler promuovere accoglienza, tolleranza sociale e integrazione.

La posta in gioco

MARIA E LA MODERNITA'


Perché Maria è inconciliabile con la modernità. La Madonna rappresenta, nel più alto grado, tutte le qualità che la cultura femminista odia, detesta e aborrisce: rappresenta la donna che si sacrifica totalmente
di Francesco Lamendola





Abbiamo sostenuto, nei precedenti articoli, che esiste un’incompatibilità di fondo tra la Vergine Maria, la sua figura, la sua funzione, il suo culto, e la cultura moderna, comprese le componenti del cattolicesimo che si ispirano, direttamente o indirettamente, a quella cultura (cfr. specialmente gli articoli E ora nel mirino della neochiesa c’è Maria Vergine, e «Figli, non bevete del veleno che il mondo vi offre», pubblicati, rispettivamente, su Il Corriere delle Regioni il 28/06/2017, e su Nuova Italia. Accademia Adriatica di Filosofia, il 25/07/2017). E abbiamo indicato due delle cause fondamentali di tale incompatibilità: il fatto che Maria è d’intralcio, se così possiamo esprimerci, al tanto strombazzato “dialogo” con le chiese scismatiche protestanti, in nome di un principio astratto e letteralmente inventato dal Concilio Vaticano II, ossia che non è ammissibile il perdurare della separazione fra le diverse confessioni cristiane e che qualunque prezzo deve essere pagato pur di ricomporle a unità; e il fatto che la funzione essenziale di Maria è la mediazione fra l’umanità peccatrice e il suo divino Figlio, cosa che pone l’accento sul peccato e che non piace, di per sé, ai cattolici progressisti, i quali non amano considerare l’uomo nella sua fragilità e nel suo limite creaturale, ma preferiscono guardarlo nella sua eccellenza e nella sua perfezione, così da porlo di fronte a Dio quasi in un rapporto di pari dignità ontologica. Vogliamo ora parlare di una terza causa di quella inconciliabilità, ancor più profonda e che si colloca veramente alla sua radice: il fatto che il modello femminile rappresentato da Maria Vergine è agli antipodi del modello femminile alla cui costruzione lavora senza posa, da almeno tre secoli, la cultura moderna. In pochissime parole, Maria è inconciliabile con il femminismo. E il fatto che, nella teologia contemporanea, siano fiorite delle correnti di sedicente teologia femminista, indica quanto a fondo sia penetrato il male e quanto difficile sia la battaglia per estirpare il veleno e restituire non solo il culto mariano, ma la concezione teologica mariana, alla sua purezza e trasparenza originarie.

II ricchi cantori della Chiesa povera

Chiesa povera Soldi pubblici e Melloni incassa 
                                                                               Un nuovo maxi finanziamento alla Fondazione per le Scienze Religiose di Melloni, cantore della Chiesa povera. Stavolta arriva dalla Regione Emilia che oggi vota il provvedimento da 1 milione e 500 mila euro. Ma si smarca la nipote di Prodi, Silvia, che voterà contro: "Assenza di trasparenza, le altre istituzioni avranno 500mila euro da dividere per 12", dice lei alla Nuova BQ. Il silenzio del ministro dopo la nostra inchiesta sul mega bando da 1 milione cucito su misura dalla quale emergeva un pesante conflitto di interessi.

Più nulla da fare?

Charlie e l’orso                   


Adesso che per Charlie Gard, il bambino inglese colpito da malattia rarissima a cui i medici intendono «nel suo interesse» riservare l’eutanasia, sembra non esservi più nulla da fare, dopo che persino i battaglieri genitori – informati della compromissione muscolare, che parrebbe troppo avanzata per ogni tentativo di cura – sembrano arresi; adesso, insomma, che il caso che ha commosso ma soprattutto mosso il mondo, da Papa Francesco a Donald Trump, pare volgere davvero al termine, il problema è proteggerlo. Ma non Charlie, bensì l’orso. Più precisamente, il riferimento è a KJ2, l’orsa che in Trentino, secondo le prime ricostruzioni, si è resa responsabile dell’aggressione a un uomo finito all’ospedale e che sarebbe entrata in azione, in modo del tutto simile, già nel luglio 2015.

Non si deve essere troppo pessimisti?


FERMARE L'ANTI-PEDAGOGIA                
Bisogna fermare l’antipedagogia catto-progressista. Mele marce di don Ciotti. Un tempo le fiabe per bambini battevano insistentemente sul medesimo tasto: non fidarsi dello sconosciuto, anche e soprattutto se offre le caramelle 
di Francesco Lamendola  


Un tempo le fiabe per bambini battevano insistentemente sul medesimo tasto: non fidarsi dello sconosciuto, anche e soprattutto se offre le caramelle; non seguire il primo che si presenta con un sorriso e che non si sa di dove venga e che intenzioni abbia; tener sempre presente gli avvertimenti del papà e della mamma, non aprire la porta, non ascoltare le chiacchiere di chi si presenta come amico, ma che nessuno sa chi sia realmente. Nulla di speciale: erano, semplicemente, inviti al fare ricorso  al più elementare buon senso e ad ascoltare il puro istinto della conservazione; niente di più e niente di meno. Bisogna dire che, in linea di massima, era un pedagogia che funzionava: rendeva i bambini consapevoli del fatto che, al mondo, non c’è, purtroppo, solamente il bene, ma c’è anche il male; che il male, sovente, si nasconde dietro apparenze rispettabili e perfino rassicuranti, per meglio raggiungere i suoi scopi; e che, sebbene la vittoria finale del bene sia assicurata, come insegna anche la religione cattolica,  chi sottovaluta i pericoli va incontro ad amarissime sorprese, delle quali non finirà mai di dolersi, senza poter contare sulla comprensione, tanto meno sulla commiserazione, degli altri, perché chi è causa del suo mal, pianga se stesso. Il bambino, anche grazie a tali raccomandazioni e alla morale insita nelle favole che gli venivano raccontate dagli adulti, diventava una persona matura e responsabile; non rimaneva un eterno bamboccio, un eterno sprovveduto, un eterno piagnone, frignone e vittimista.