ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 12 novembre 2017

Il ‘cattolico convenzionale’..

NOVUS ORDO for dummies

Otto secoli di ritardo.

Ad un anno da Dubia, il perchè ce lo spiega Andrea Tornielli



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Nel novembre 2016 divengono pubblici i cosiddetti Dubia, firmati da 4 cardinali (Caffara, Burke, Meisner e Brandmuller, più uno che non ha voluto apparire), ma poi condivisi e appoggiati in vario modo, attraverso interviste, scritti ecc., da molti altri.
Lo stesso vaticanista che ogni giorno si sforza con molta buona volontà di spiegare che nella Chiesa non sta succedendo nulla di nuovo, e che se qualcosa accade è nella continuità, può aiutarci a comprendere, purtroppo, come le cose non stiano affatto così.

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FUORI A PEDATE NEL SEDERE         


Non viviamo nel monto utopistico di Rousseau, tutti hanno un lato oscuro legato alla concupiscenza? La neochiesa e i Vescovi massoni avidi di potere, folli di superbia tra tentazioni, debolezze e perverso compiacimento del male
 di Francesco Lamendola  

 

Sarebbe una cosa bella, bellissima, se ciascun essere umano fosse dotato di un così alto senso di responsabilità, da sapersi tenere da se stesso entro i limiti del giusto, del lecito e del conveniente; da saper rispettare i suoi doveri, e assumersi tutte le sue responsabilità; da non aver bisogno di essere controllato da alcuno, perché sa già quel che deve fare, e lo fa nel migliore dei modi, o almeno fa del suo meglio per riuscirci. Sì, sarebbe meraviglioso. Purtroppo, non viviamo nel monto utopistico di Rousseau, non esiste il buon selvaggio, ed Emilio, anche se educato lontano dalla società cattiva e corruttrice, se viene lasciato a se stesso, non tarderà a tirar fuori il suo lato oscuro: perché tutti gli esseri umani hanno un lato oscuro. Se non lo credessimo, non saremmo cattolici. Il lato oscuro è l’eredità del peccato di Adamo e di Eva, e si chiama concupiscenza. A causa della concupiscenza, anche la persona più buona, più giusta, più leale, se viene a trovarsi in determinate circostanze, se viene esposta più volte alla tentazione, oppure semplicemente, se le scatta un qualcosa dentro, così, all’improvviso, è capace di trasformarsi e di abbandonarsi ad azioni disdicevoli, vergognose, perfino criminali. Nessuno nasce santo; la santità è una diuturna, pazientissima conquista; e nessuno, neppure i santi, sono mai totalmente al riparo della tentazione. Ogni giorno deve essere conquistato: la virtù è una pianta che deve essere coltivata assiduamente, con infinita attenzione, con amore inesausto. Non solo: la virtù umana è insufficiente, non esiste virtù umana che possa mettere alcuno al riparo dalla tentazione, dal farsi prendere la mano dalla concupiscenza. 

È un affronto al cardinale?

L'INTERPRETAZIONE DI MAGNUM PRINCIPIUM


Traduzioni liturgiche, Muller in campo con Sarah


Il cardinale Gerhard Mūller in un’intervista al Neue Passauer Presse ha preso decisamente posizione in appoggio al cardinale Robert Sarah nella questione della traduzione dei testi liturgici, e del motu proprio Magnum Principium. Come è noto, il documento pontificio dava più ampi poteri alle Conferenze episcopali per quanto riguarda la traduzione dei testi liturgici. Il cardinale Robert Sarah ha cercato di interpretare il documento in maniera da garantire un maggio ruolo a Roma nell’approvazione dei testi tradotti localmente. Ma è stato corretto dal Pontefice regnante con una lettera che confermava la volontà di ridurre il controllo della Congregazione per il Culto Divino.

Omeopatica

La rivoluzione di Bergoglio. A piccole dosi ma irreversibile



Sul teatro del mondo la stella di papa Francesco brilla più che mai, ora persino da pacificatore atomico tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord. Ma anche dentro la Chiesa egli si trova alle prese con una guerra mondiale a pezzi, una strana guerra che ha contribuito lui stesso a scatenare, arciconvinto che andrà a buon fine.
Jorge Mario Bergoglio è indiscutibilmente un innovatore. Ma lo è nel metodo prima che nei risultati.
Le novità le introduce sempre a piccole dosi, seminascoste, magari in un'allusiva nota a piè di pagina, come ha fatto con l'ormai famosa nota 351 dell'esortazione postsinodale "Amoris laetitia", salvo poi dire con candore, interpellato in una delle sue altrettanto famose conferenze stampa in aereo, che quella nota nemmeno se la ricorda.

Proprio il giorno di san Martino..?

La Chiesa dei tre papi     
   

Seicento anni fa l’elezione “miracolosa” di Martino V pose fine allo scisma d’occidente. Tra divisioni e lotte, una soluzione sembrava impossibile. Lezioni utili per l’oggi


Il conclave dal quale l’11 novembre 1417 il cardinale Odo Colonna uscì come Papa Martino V, rappresenta un evento straordinario nella storia della Chiesa. Sia la situazione di partenza e le circostanze dell’elezione, sia il collegio degli elettori e la procedura stessa non avevano precedenti nella storia dei Papi. Diamo anzitutto uno sguardo alla situazione in cui si trovava la Chiesa quando gli elettori entrarono in conclave a Costanza. La Chiesa, a quel tempo, stava vivendo ormai da quarant’anni in una situazione di scisma. O meglio: dopo l’elezione dell’antipapa Clemente VII, avvenuta a Fondi il 20 settembre 1378, c’erano prima due e poi, dopo il fallito tentativo di composizione a Pisa nel 1409, addirittura tre “Papi”, ognuno dei quali rivendicava la propria legittimità come successore dell’apostolo Pietro.

I nuovi paradigmi

Il prete coraggio e un Avvenire senza pudore I


C’è molto di simbolico nella vicenda di Staranzano, dove il parroco si preoccupa dell’educazione cristiana dei suoi giovani, e si trova costretto ad affrontare da solo una grande macchina propagandistica che vede alleati un’associazione cattolica come l’Agesci, il suo vice-parroco, il quotidiano ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana e l’ignavia del suo vescovo, che rinuncia ad esercitare il proprio magistero.

Una doppia falsificazione


MANCAVA SOLO IL SIGILLO           


Il marchio della Bestia. Quando un gruppo occulto di potere ritiene di essere giunto nella fase decisiva della sua azione, pone un sigillo su di essa e che sia visibile, anche se non tutti arrivano a capire di cosa si tratta 
di Francesco Lamendola  

 

Quando una società segreta o un gruppo occulto di potere, che persegue un vasto disegno d'infiltrazione e di condizionamento della società, finalizzato a rovesciare il paradigma esistente e a stravolgere il modo di essere degli uomini, ritiene di essere giunto nella fase decisiva della sua azione, pone un sigillo su di essa, che sia visibile a tutti - anche se non tutti, ovviamente, anzi, pochissimi, arrivano a capire di che cosa si tratta - come il marchio della Bestia di cui parla il Libro dell'Apocalisse (11-16):
Dopo il mostro vidi unì’altra bestia che saliva su dalla terra. Aveva due corna come quelle d’un agnello, e una voce come quella d’un drago. Essa esercitò tutto il potere del mostro in sua presenza, e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare come un dio il mostro guarito dalla sua ferita mortale..
La bestia fa grandi miracoli: fa persino scendere il fuoco dal cielo sulla terra davanti agli occhi della gente.
Con i miracoli che ha il potere di fare alla presenza del mostro, ingannagli abitanti della terra, ordinando loro di fare una statua al mostro, che vive nonostante la ferita di spada.
La bestia fece mettere un marchio sulla mano destra e sulla fronte di tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome del mostro o il numero che corrisponde al suo nome.
Qui ci vuole saggezza.
Chi è intelligente calcoli il significato  del numero del mostro, che corrisponde a un uomo. Il numero è seicentosessantasei.

In pratica, è come se la maschera venisse gettata e la strategia di conquista si spostasse su un piano più esplicito e totalizzante. 

sabato 11 novembre 2017

Per sconfiggere le guerre e convertire il cuore

Il Vaticano scorda Fatima: vero disarmo è la conversione


Una conferenza internazionale in Vaticano accende i riflettori sul disarmo nucleare. Tema di primaria importanza e certamente sottovalutato. Eppure la Chiesa non dovrebbe rincorrere una strategia politica o militare, ma seguire una via assai più vincente. Quella che indicò la Madonna a Fatima cento anni fa: Rosario e digiuno per sconfiggere le guerre e convertire il cuore.




Quando non si conosce il giudizio di Dio..

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Il giudizio di Dio, l’inferno, il paradiso, il purgatorio. Le attualissime lezioni di san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI

    Oggi, 11 novembre, la Chiesa ricorda un grande santo, Martino di Tours (316-397), noto per il gesto riprodotto in tanti dipinti: Martino, soldato romano, che durante una ronda, alle porte di Amiens, vede un medicante seminudo, infreddolito, e taglia in due il suo mantello per condividerlo con il povero. Il cielo si schiarisce, la temperatura si fa più mite, e quella stessa notte Martino ha un sogno: Gesù, avvolto dalla metà di mantello donata al povero, si presenta a lui e gliela restituisce. Poi, l’indomani, il soldato trova il suo mantello di nuovo intero.
Martino, che all’epoca ha diciotto anni e si sta preparando per ricevere il battesimo, compie così un gesto che diventerà centralissimo nell’iconografia cristiana (oltre che dai cattolici, Martino di Tours è venerato come santo anche da ortodossi e copti), entrerà nella cultura popolare con «l’estate di san Martino» (un periodo di tepore a inizio novembre, dopo i primi freddi autunnali) e avrà importanti conseguenze anche sulla lingua della Chiesa. Mantello, infatti, in latino si dice cappa. La cappa corta dei soldati romani era detta cappella, e questo divenne il nome assunto non soltanto dal luogo in cui i re merovingi conservarono il corto mantello del soldato Martino, ma, per estensione, da tutti i luoghi di preghiera in cui sono custodite reliquie, sotto la cura dei cappellani.

Una nuova e ambigua teologia

Lutero, Bergoglio e la Riforma

L'ostilità nei confronti del magistero romano e delle correnti mistiche non è il solo punto in comune tra l'attuale vescovo di Roma e il monaco di Erfurt: entrambi antepongono le questioni politiche e sociali del proprio tempo alla vita interiore. Il gesuita argentino e l'agostiniano tedesco, infatti, più che riformatori sono de facto dei rivoluzionari anti-romani. 

In tutto il mondo si stanno celebrando i cinquecento anni della Riforma protestante e, come già accaduto dopo l’elezione di Bergoglio, l’ambiente laico è in festa. L’occasione è di quelle uniche: Lutero, padre della Riforma, è infatti il fondatore di quell’individualismo che pervade il mondo contemporaneo, in cui la società laica detta la sua legge. D’altronde la stessa chiesa bergogliana, orizzontale e riformatrice, non può che ammiccare al carattere antigerarchico e antisacramentale del protestantesimo, così dopo il Papa argentino non credenti e credenti hanno riscoperto in Lutero un’altra utile figura per l’affermazione di una nuova e ambigua teologia.

La dittatura della misericordia verso il baratro


Conflitto di interessi. Io non lo chiamerei in altro modo. Un clamoroso, indecoroso conflitto di interessi che vede politica (di sinistra) e religione (progressista) andare a braccetto nel perseguimento di scopi che non hanno come scopo né il bonum commune nella cosa pubblica, né tantomeno la salus animarum nella neo-chiesa. 

Eterogenesi dei fini, certo. Ma in fondo, a ben vedere, il motore delle masse intermedie della burocrazia e del potere è sempre banalmente economico. Ad alti livelli non v’è dubbio che gli scopi siano deliberatamente perversi, e che i pochi che prestano il proprio contributo alla distruzione della società lo facciano con cognizione di causa e condividendo coi loro sodali mezzi iniqui per il conseguimento di fini diabolici. Ma sotto di loro, e al loro servizio, vi è una vasta categoria di persone che pensa solo a trarre un profitto personale immediato in termini economici, di carriera, di prestigio sociale, di visibilità mediatica, di approvazione da parte del mondo. E sotto questa pletora di cortigiani e burocrati, quella massa che ha rinunciato alle sue prerogative di populus per farsi trattare come vulgus, nel nome di una democrazia che non è mai stata così tirannica. Quel paternalismo che nel Sessantotto i sindacalisti rimproveravano allo Stato ed i preti conciliari criticavano nella Gerarchia è stato sostituito da una visione orwelliana, in cui chi comanda controlla il cittadino o il fedele, lo istruisce, lo obbliga a subire decisioni volte a renderlo schiavo.  

Troppi spunti?

BESTIARIO CLERICALE. ANTIPATIA PER BENEDETTO? – FERRARA, VESCOVO CONTRO POPOLO DELLA FAMIGLIA. – CUPICH: FEDE, TEXAS, E LGBT. – ROSARIO BLOCCATO DA FB. – NIENTE DIALOGO A GROTTAGLIE. – SAGGEZZA DI ARINZE.


Il problema, con Bestiario Clericale, è che ci sono ogni settimana troppi spunti, ahimè, da offrire allo sguardo dei lettori di Stilum Curiae.
Antipatia per Benedetto?
Cominciamo con un tweet di Rorate Coeli, che dà conto e critica il commento di Pope_News. C’è una foto di Benedetto XVI, e la didascalia: “Benedetto riceve il vescovo Rudolf Voderholzer e una delegazione di Ratisbona lunedì 6 novembre. Per qualcuno “nascosto dal mondo” ci sono un sacco di foto-opportunity”. E Rorate Coeli commenta, non a torto: “Questo odio di papa Benedetto da parte di un account chiamato ‘Pope News’ è davvero realmente bizzarro. Non c’è bisogno di deridere Benedetto per proteggere Francesco!”.

Abbandoniamoci alla Provvidenza

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Kit di sopravvivenza per pecore senza pastore



Cum scorpionibus habitas (Ez 2, 6).

I tradizionalisti puri e duri mi sospettano di eresia. I sedicenti conservatori mi danno addosso per la comunione sulla lingua. I progressisti mi farebbero la pelle non fosse che per la talare. C’è proprio di che stare allegri, in un Paese dove anche le pugnalate alle spalle si danno in modo cortese, pulito e ordinato. Ma, lungi dal cadere in quella misera forma di egocentrismo che è l’autocommiserazione vittimistica, faccio tesoro dell’esperienza per dare qualche indicazione che possa risultare utile alla sopravvivenza in tempi tanto calamitosi. La confusione è tale che non basta guardarsi da un tipo di nemico, ma bisogna vigilare su fronti diversi. Soprattutto, per evitare un sentiero pericoloso, non buttatevi a occhi chiusi su quello opposto. Il nemico dell’umana natura ha infatti inventato tutto un ventaglio di proposte contrastanti per attirare il maggior numero di pecorelle nelle sue trappole, scegliendo la rete da usare a seconda dei gusti e dell’inclinazione di ciascuna.

venerdì 10 novembre 2017

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi?



Il 31 ottobre scorso, a distanza d'un anno, allorché l'anno venne dedicato dal Vaticano (usurpato) alla commemorazione della Riforma luterana, lo stesso Stato della Chiesa (sotto occupazione profanatrice) ha emesso un francobollo intitolato il V Centenario della Riforma Protestante. Ai piedi di un Crocifisso di maniera stanno, da un lato, Filippo Melantone che mostra la Confessione di Augusta (testo ufficiale del protestantesimo al suo inizio) e, dall'altro lato, Martin Lutero che regge la Bibbia. Sullo sfondo: il profilo della città di Wittenberg. Il quadro commemorativo è completo. E carta canta, a dispetto della malizia dei prelati che non vogliono definire per iscritto la loro dottrina e concilierebbero, rendendola elastica, la vera dottrina con i loro detti e atti di manipolazione e di impostura. Quale più definitiva qualificazione dell'insegnamento bergogliano di questo soggetto filatelico?  

Cari ragazzi:non lasciatevi ingannare!


UNA SOSTITUZIONE DI CIVILTA'


I giovani e il diritto di sapere:cosa ne sanno della società prima del diluvio e Grande Mutazione? Questa non è la Chiesa di Gesù Cristo e il destino del maschio non è di farsi sodomizzare da un altro maschio ma amare una donna 
di Francesco Lamendola  

  

Viviamo nella cultura dei diritti: tutti sventolano, rivendicano, pretendono il riconoscimento di una serie infinita di diritti; nessuno parla mai dei doveri, meno ancora dei sacrifici, delle rinunce, della conquista lenta, paziente e meritata di ciò cui onestamente e legittimamente si aspira; tutti si aspettano il successo dietro l’angolo, insieme ai soldi, al sesso, alla gloria e al potere, ma non per una qualche abilità, coltivata con serietà e diligenza, bensì sulla base del nulla, del narcisismo più sfrontato e della pura e semplice faccia tosta.
In questa ubriacatura, in quest’orgia dei diritti e delle rivendicazioni, in questo parossismo di sedicente impegno civile, di sacrosante “lotte”, “battaglie” e “campagne” per la giustizia, la libertà e la pace, nonché di militanza ideologica (altro che tramonto delle ideologie: ma se tutto, ormai, è diventato ideologico, anche andare al cesso!), quel che più colpisce le persone che hanno passato gli anta è la sistematica, furbesca, pianificata rimozione del passato, affinché i giovani non solo non possano fare confronti, ma non sappiano affatto che cos’era la nostra società, che cos’era la famiglia, che cos’era la scuola, che cos’era la Chiesa, che cos’era l’esercito, che cos’era la Patria, che cos’erano il lavoro, il risparmio, e quindi anche le banche, e cos’erano la televisione e lo sport, prima del diluvio: prima della Grande Mutazione che, a partire dalla seconda metà del Novecento, e oggi con ritmo sempre più serrato, addirittura frenetico, ha letteralmente cambiato il volto del mondo in cui viviamo, dai particolari più secondari fino alle cose più importanti, e ciò tanto nell’ambito della vita privata (o di quel che ne rimane), quanto in quello della vita pubblica. Infatti, se il mondo ha totalmente cambiato aspetto, ma i giovani non lo sanno, né lo devono sapere; se questa sostituzione di civiltà, da una civiltà dei valori a una civiltà dei diritti unilaterali (e quindi del nulla), da una civiltà della vita, con tante nascite e fiducia nel domani, a una civiltà della morte, ricca solo di contraccezione, aborti, eutanasia, droga libera e matrimonio omosessuale, avviene senza che i giovani sappiano che è avvenuta, e si riesce a far loro credere che tale è la civiltà, che qualunque vera civiltà è simile a questa in cui ora stiamo vivendo, cioè che in qualunque vera civiltà dominano i diritti a senso unico, l’aborto (diritto di sopprimere il nascituro), l’eutanasia (diritto di sopprimere gli anziani e i malati, o di auto-sopprimersi), la droga libera (diritto di autodistruggersi più o meno lentamente, e di distruggere i propri familiari), il matrimonio omosessuale (diritto, da parte del maschio, di farsi femmina per un altro maschio; e, per la femmina, di farsi maschio per un’altra femmina), allora il gioco è fatto. 

Le non notizia..?

Fatima, nessuna notizia


Se mi è concesso, prenderò le distanze da alcune recenti notizie, comprese quelle riportate dal nostro ottimo blog.
Prenderò le distanze - e parto proprio dai post nostrani - dagli entusiasmi per il fatto che mons. Camisasca abbia celebrato Vetus Ordo lo scorso 13 ottobre.
Prenderò le distanze dalla notizia delle quattro realtà (quattro!) che il 31 ottobre (speculum del 13) avrebbero celebrato in riparazione degli oltraggi a Dio.
Prenderò le distanze dal pellegrinaggio a Fatima che S.E. mons. Burke avrebbe celebrato in gran pompa, purtroppo lasciandoci ancora digiuni di correzione formale (secondo voi è pavidità o calcolo? Ha scoperto possibili ritorsioni mostruose e scandalose per la Chiesa? È un consiglio arrivatogli da Benedetto XVI?).

Riguardo a Fatima infatti queste mini notizie dai confini dell’Impero dicono e ribadiscono una e una sola cosa: che non c’è alcuna notizia.
Non c’è stata la notizia che la Catholica abbia commemorato Fatima: non Roma, no le Conferenze Episcopali.
Le non notizia è la notizia, tutto il resto sono ottime iniziative che riguardano gruppi minoritari e avranno beneficio perlopiù per essi solamente.
Se castighi erano preparati per l’orbe cattolico e non, le celebrazioni periferiche non li allontanano, anzi come campanelle ricordano gli atti di culto disattesi e ravvivano la memoria di ciò che potrebbe accadere, di ciò che sicuramente ci meriteremmo accadesse.

di Satiricus

Oltre ai miracoli accertati grazie ai quali Padre Pio è stato nominato prima Beato, poi Santo, il Padre di Pietralcina portava in sé carismi quali le stigmate (piaghe aperte per oltre 50 anni), la bilocazione (poteva essere visto in due posti contemporaneamente), e la chiaroveggenza (la capacità di leggere il futuro). In pochi sanno però che Padre Pio potrebbe aver lasciato delle vere e proprie Profezie, sotto forma di 12 messaggi di Gesù rivolti a lui e all’umanità. Ne parla Renzo Baschera nel suo libro “I Grandi Profeti”

Ecco i 12 messaggi:
Messaggi profetici di Padre Pio (Tratti dal libro “I grandi Profeti” di Renzo Baschera)

:  il mondo sta andando verso la rovina. Gli uomini hanno abbandonato la giusta strada, per avventurarsi in viottoli che finiscono nel deserto della violenza… Se non ritorneranno subito ad abbeverarsi alla fonte dell’umiltà, della carità e dell’amore, sarà la catastrofe.

verranno cose tremende. Io non riesco più a intercedere per gli uomini. La pietà divina sta per finire. L’uomo era stato creato per amare la vita, ed è finito per distruggere la vita…

quando il mondo è stato affidato all’uomo era un giardino. L’uomo lo ha trasformato in un rovaio pieno di veleni. Nulla serve ormai per purificare la casa dell’uomo. È necessaria un’opera profonda, che può venire solo dal cielo.

preparatevi a vivere tre giorni al buio totale. Questi tre giorni sono molto vicini… E in questi giorni rimarrete come morti, senza mangiare e senza bere. Poi tornerà la luce. Ma molti saranno gli uomini che non la vedranno più.

molta gente scapperà sconvolta. Ma correrà senza avere una meta. Diranno che a oriente c’è la salvezza e la gente correrà verso oriente, ma cadrà in un dirupo. Diranno che a occidente c’è la salvezza e la gente correrà verso occidente, ma cadrà in una fornace.

la terra tremerà e il panico sarà grande… La terra è malata. Il terremoto sarà come un serpente: lo sentirete strisciare da tutte le parti. E molte pietre cadranno. E molti uomini periranno.

siete come formiche, perchè verrà il tempo in cui gli uomini si toglieranno gli occhi per una briciola di pane. I negozi saranno saccheggiati, i magazzini saranno presi d’assalto e distrutti. Povero sarà colui che in quei giorni tenebrosi si troverà senza una candela, senza una brocca d’acqua e senza il necessario per tre mesi.
 scomparirà una terra… una grande terra. Un paese sarà cancellato per sempre dalle carte geografiche… E con lui verrà trascinata nel fango la storia, la ricchezza e gli uomini.
l’amore dell’uomo per l’uomo è diventato una vuota parola. Come potete pretendere che Gesù vi ami, se voi non sapete amare nemmeno quelli che mangiano alla stessa vostra tavola?… Dall’ira di Dio non saranno risparmiati gli uomini di scienza, ma gli uomini di cuore.

10°sono disperato… non so più che cosa fare perchè l’umanità si ravveda. Se continuerà su questa strada, l’ira tremenda di Dio si scatenerà come un fulmine tremendo.

11°una meteora cadrà sulla terra e tutto sussulterà. Sarà un disastro, molto peggiore di una guerra. Molte cose saranno cancellate. E questo sarà uno dei segni…

12°gli uomini vivranno una tragica esperienza. Molti verranno travolti del fiume, molti verranno inceneriti dal fuoco, molti verranno sepolti dai veleni… Ma io rimarrò vicino ai puri di cuore.

Pop o bluff?

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Francesco, un Papa “pop” dalla grande “potenza

 semiotica” – di Sergio Perugini

bergoglio-rideInvito a leggere questo articolo dell’agenzia SIR (linkato qui in basso), perché è una fonte di informazioni a dir poco preoccupanti, così come i giudizi in esso espressi. Si evince innanzitutto che il fanatismo intorno a papa Francesco ormai lo ha trasformato in materia di studio da parte delle Scienze della comunicazione e lo ha assurto a nuovo modello semiotico (Semiotica: Scienza dei segni e dei modi in cui si comunica e si significa qualcosa. Cit. Treccani).
Non importa se la sua gestualità e le sue innovazioni in campo religioso siano in netta contrapposizione con la bimillenaria tradizione ecclesiastica e religiosa della Chiesa cattolica, perché ormai lui è diventato un osannato simbolo di rottura con quanto insegnato e predicato dalla resurrezione di Cristo fino al suo arrivo.

Le bugie hanno le gambe lunghe,ma rendono il centuplo in alberghi e veggenze

Il problema di Medjugorje. Intervista al teologo Manfred Hauke sul recentissimo volume di Donal A. Foley

Martedì 14 novembre 2017 (ore 21.00, Aula civica Monsignor Gandini, a Seregno – vedi già qui) il Circolo Culturale Cardinal John Henry Newman ospiterà la presentazione del libro di Donal A. Foley, Comprendere Medjugorje. Visioni celesti o inganno religioso? recentemente pubblicato in una coedizione della casa editrice della Facoltà Teologica di Lugano Eupress FTL e dell’editore Cantagalli. Sarà presente all’evento l’autore dello studio Donald A. Foley, il dottor Andrea Sandri, traduttore del libro, e il Professor don Manfred Hauke, dogmatico e mariologo. Foley, che è un esperto di apparizioni mariane nell’età moderna, analizza la trascrizione delle interviste fatte ai veggenti dai francescani nei primi giorni delle presunte apparizioni. La prima e la seconda edizione del volume sono state pubblicate in inglese nel 2006 e 2011, questa terza edizione esce ora tradotta in italiano, con parti inedite.
Pubblichiamo qui di seguito un’intervista del Professor Hauke sui principali contenuti dell’opera uscita nel quotidiano ticinese
Giornale del Popolo lo scorso sabato 4 novembre in vista di un'analoga presentazione che avrà luogo il 13 novembre presso la Facoltà Teologica di Lugano.

Dio e Lucifero hanno bisogno l’uno dell’altro?

    Massoneria & Chiesa: l'unico dialogo usato è la minacciaA
Ha suscitato molti interrogativi e perplessità l'iniziativa promossa dalla Massoneria siciliana di organizzare un incontro con un vescovo e un teologo per discutere sui punti di vicinanza e di lontananza tra il Grande Oriente e la Chiesa Cattolica. Ma non è la prima volta che i grembiulini provavano a chiedere un dialogo con la Chiesa. E' accaduto ad esempio nel 1977 e prim'ancora nel 1937, come documentato da questo scritto di Padre Paolo Siano per la Nuova BQ. In entrambi i casi la Chiesa rifiutò sdegnata una proposta che prevedeva con arroganza e intimidazione, un certo ammorbidimento del Papa nei confronti dei Massoni. Perché la dottrina massonica è inconciliabile in ogni modo con il Cristianesimo. Ecco che cosa accadde allora, per capire che questo dialogo ricercato da gran maestri e venerabili in realtà nasconde un abbraccio mortale.

Dracula for pope


DON MINUTELLA, OGGI DOPPIA SCOMUNICA. IL PRETE CONTESTA L’ATTO: “QUESTO SA DI REGIME, NON DI CHIESA CATTOLICA”.



Oggi si scomunica don Minutella. Il sacerdote siciliano l’ha annunciato egli stesso, in un intervento in diretta ieri sera su Radio Domina Nostra, un’emittente religiosa siciliana, e il video della trasmissione è visibile qui.
Nei mesi scorsi il sacerdote, molto esplicito nelle sue critiche ad alcune decisioni del Vaticano e del papa, e in particolare molto critico delle ambiguità contenute nell’esortazione post-sinodale Amoris Laetitia, era stato rimosso dalla sua parrocchia e obbligato al silenzio. Una misura a cui ha ottemperato per nove mesi. Ieri sera ha ripreso a parlare. Vi offriamo qui una parziale trascrizione del suo discorso: