ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 15 marzo 2018

Nell’assistere alla santa Messa

A Messa con Padre Pio (imperdibile)


«…chi non ricorda il fervore col quale Padre Pio riviveva, nella Messa, la Passione di Cristo? Da qui la stima che egli aveva della Messa da lui chiamata “mistero tremendo” come momento decisivo della salvezza e della santificazione dell’uomo mediante la partecipazione alle sofferenze stesse del Crocifisso. “C’è nella Messa tutto il Calvario”. La Messa fu per lui la “fonte e il culmine”, il perno ed il centro di tutta la sua vita e di tutta la sua opera».(san Giovanni Paolo II, in visita a san Padre Pio il 23 maggio 1987)
«Come il Curato d’Ars, anche Padre Pio ci ricorda la dignità e la responsabilità del ministero sacerdotale. Chi non restava colpito dal fervore con cui egli riviveva la Passione di Cristo in ogni celebrazione eucaristica? Dall’amore per l’Eucaristia scaturiva in lui come nel Curato d’Ars una totale disponibilità all’accoglienza dei fedeli, soprattutto dei peccatori. Inoltre, se san Giovanni Maria Vianney, in un’epoca tormentata e difficile, cercò in ogni modo, di far riscoprire ai suoi parrocchiani il significato e la bellezza della penitenza sacramentale, per il santo Frate del Gargano, la cura delle anime e la conversione dei peccatori furono un anelito che lo consumò fino alla morte. Quante persone hanno cambiato vita grazie al suo paziente ministero sacerdotale; quante lunghe ore egli trascorreva in confessionale!» (Benedetto XVI al Clero, in visita a san Padre Pio 21 giugno 2009)

Da questo li conosci

SCANDALIZZATI DALLA CROCE


Ma è solo odio per il cristianesimo? Da questo li conosci: se si scandalizzano della croce. Se si toglie la croce che cosa resta del cristianesimo? Rifiutare la croce è come rifiutare Gesù, è come rifiutare la sua Redenzione 
di Francesco Lamendola  
  

C’è un modo abbastanza semplice, in questi tempi di somma confusione teologica e dottrinale, e quindi anche morale, che la Chiesa cattolica sta attraversando, senza più esser capace di mostrare ai propri fedeli, e anche ai non cattolici, quale sia la via da seguire, in che cosa consistano il bene e la grazia e in che cosa, invece, il male e il peccato; e nei quali, anzi, essa si è messa a rimorchio del mondo, e si sta lasciando condurre dai modi di pensare del mondo, anche e soprattutto sui grandi temi etici. E consiste in questo:osservare che cosa rappresenta la croce per quanti si dicono cristiani. Coloro i quali ne sono scandalizzati; coloro i quali non ne parlano mai; coloro i quali predicano e caldeggiano un cristianesimo senza il Calvario, senza la croce, senza la sofferenza, e perciò anche senza la Redenzione – le due cose sono inseparabili – non sono, né potrebbero mai essere, dei veri cristiani. Se si toglie la croce, infatti, che cosa resta del cristianesimo? 

Contraddizion che l consente


TERREMOTO IN VATICANO !!! cardinale KASPER : SI’ ALLA SANTA COMUNIONE, AGLI ADULTERI NEI MATRIMONI SECONDARI ,ED ALLE UNIONI OMOSESSUALI CHE ,SECONDO LUI ,CONTENGONO “ELEMENTI” DEL MATRIMONIO CRISTIANO…EFFETTO “GLI AMORI DI LETIZIA” COLPISCE ANCORA!!!

14 marzo 2018 ( LifeSiteNews.com ) – Il cardinale Walter Kasper, la cui teologia sembra essere la principale fonte d’ispirazione per la dottrina di Papa Francesco nel dare la santa comunione alle persone che vivono negli stati di adulterio nei matrimoni secondari, sembra ora sostenere che le unioni omosessuali contengono “elementi” del matrimonio cristiano e sono persino “analoghi” ad esso in un modo simile al rapporto tra la Chiesa cattolica e le comunità cristiane non cattoliche.
Inoltre, il cardinale attribuisce le sue affermazioni all’esortazione apostolica di Papa Francesco Amoris Laetitia , nonostante il fatto che il documento lo contraddice esplicitamente.
“Il papa non lascia spazio a dubbi sul fatto che i matrimoni civili, le unioni di fatto, i nuovi matrimoni in seguito al divorzio ( Amoris Laetitia 291) e le unioni tra omosessuali ( Amoris Laetitia 250s.) Non corrispondono alla concezione cristiana del matrimonio “, Scrive Kasper in un libro recentemente pubblicato su Amoris Laetitia.

Piace molto alla gente che piace

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PAPA FRANCESCO/ 'IN TERRIS' INTERVISTA TORNIELLI, VALLI, RUSCONI

In occasione dei cinque anni di pontificato di Jorge Mario Bergoglio il quotidiano online ‘in Terris’ (www.interris.it ), diretto da don Aldo Buonaiuto (Comunità Papa Giovanni XXIII), ha intervistato telefonicamente i vaticanisti Andrea Tornielli, Aldo Maria Valli e Giuseppe Rusconi. Riproduciamo volentieri la triplice intervista a firma Andrea Acali, apparsa il 13 marzo.
Il 13 marzo di cinque anni fa il cardinale Jorge Mario Bergoglio veniva eletto come Vescovo di Roma. Un Papa entrato subito nel cuore della gente, dalla scelta del nome, Francesco, a quel "Buonasera" che catturò la simpatia di credenti e non. Cosa è cambiato in questo lustro? Dove sta andando la Chiesa guidata dal primo Pontefice sudamericano? In Terris lo ha chiesto a tre vaticanisti di lungo corso: Andrea Tornielli, 54 anni, dal 2011 editorialista della Stampa, coordinatore del sito Vatican Insider dello stesso quotidiano di Torino; Aldo Maria Valli, 60 anni, vaticanista dal 1996 prima al Tg3 poi, dal 2007, al Tg1; e Giuseppe Rusconi, 69 anni, ticinese, da molti anni residente a Roma, autore del blog Rossoporpora.

Contrordine vedove inconsolabili..

 Non ci sono vedove più inopportune e petulanti di quelle che non possono piangere definitivamente il caro estinto. Basta un fremito attorno alla memoria del poverino e lo prendono per la conferma che come lui non c’è nessuno. L’hanno sempre detto, povere anime. Basta un niente perché il salottino di queste signore tornate quasi signorine venga impreziosito da un nuovo quadretto di peltro, da un ricordino posato lì con finta distrazione e guai chi li sposta. Sono i segni che lui continua a vegliare e chissà che cosa è capace ancora di inventarsi.
Prendete le vedove di Benedetto XVI. A cinque anni dalle D-I-M-I-S-S-I-O-N-I, sono convinte che se il mondo non è ancora finito nella geenna lo si debba a colui che veglia nelle emerite stanze. E ogni notizia in proposito porta nei loro tinelli, a seconda dei casi, un brivido di piacere o un moto rabbia. Quasi sempre un moto di rabbia, bisogna riconoscere, come quello procurato nei giorni scorsi dalla “clamorosa” lettera in cui il Papa Emerito avalla la statura teologica del Regnante e proclama la continuità dei due pontificati.

La Provvidenza di Dio non va mai in vacanza

LA LETTERA: "PERDERE LA FEDE"


A un amico che ha perso la fede a causa del neoclero. Queste righe non sono una mera esercitazione letteraria, ma una lettera vera indirizzata a un amico vero una persona in carne e ossa, che si trova nella situazione descritta 
di Francesco Lamendola  


Per prima cosa, vorremmo precisare che queste righe non sono una mera esercitazione letteraria, ma una lettera vera, indirizzata a un amico vero, una persona in carne e ossa, che si trova esattamente nella situazione descritta nel titolo: ha perso la fede a causa del modo di fare e di essere del neoclero della neochiesa, specialmente da quando il neopapa Bergoglio è stato eletto al soglio di san Pietro. Questo amico è rimasto talmente ferito e amareggiato nei suoi sentimenti di cattolico, talmente umiliato e offeso – come direbbe Dostoevskij – da quel che sta succedendo nella Chiesa cattolica non solo ai nostri giorni, ma ormai da un bel po’ di anni, e talmente scoraggiato e frustrato al pensiero che non vi è più, secondo lui, alcuna speranza di veder tornare la Chiesa, la vera Chiesa, sulla retta via ora smarrita, e di vedere archiviata, come un brutto sogno, la funesta stagione presente, nella quale, all’ombra di una attuazione dello “spirito del Concilio”, si sta distruggendo tutto, dottrina, pastorale, liturgia, e, in ultima analisi, la fede stessa, da averci confessato di aver perso la fede.

Il profeta della “teoria del tutto”

  • LA MORTE DELLO SCIENZIATO
  • La truffa della "teoria del tutto", Hawking ora sa tutto
Dio è solo un trucco: attribuire quel nome a ciò che altro non è se non l’Universo stesso. E' la grande "truffa" che ha accompagnato il pensiero di Stephen W. Hawking, l'astrofisico scomparso ieri a 76 anni. Il suo trucco è di avere spodestato il Dio metafisico per poi sostituirlo con un surrogato, l’Universo che si autogenera. Un grande disegno che rivela anche un’angoscia terribile.
Adesso il profeta della “teoria del tutto” sa davvero tutto. Stephen W. Hawking, morto ieri 76enne a Cambridge, sa benissimo quanto siano state stupide le parole che a metà del maggio 2011 disse all’intervistatore di The Guardian, Ian Sample: «Considero il cervello come un computer che smetterà di funzionare quando i suoi componenti verranno meno. Non c’è alcun paradiso o vita oltre la morte per i computer rotti; è una fiaba per chi ha paura del buio». Ricordiamoci di lui nelle nostre preghiere.

Il cerchio magico del Pontefice

LO SCANDALO DELLA LETTERA DI BENEDETTO. VATICANO MANIPOLA, VATICANISTI DISTRATTI (O COMPLICI).


Ieri come ben sa chi ha letto Stilum Curiae ipotizzavamo che qualcuno, in Vaticano, si fosse indignato per la strumentalizzazione di papa Benedetto ad opera della Segreteria per la Comunicazione e del suo Prefetto, mons. Dario Edoardo Viganò. E di conseguenza avesse fatto avere a Sandro Magister il testo completo della lettera con cui Joseph Ratzinger rispondeva all’invito di mons. Viganò. E cioè di scrivere qualche cosa sugli undici volumetti in cui diversi teologi parlavano di papa Bergoglio.
Prima domanda: è gentile, riguardoso e corretto chiedere a un papa novantenne, uno dei maggiori teologi del nostro tempo, a dispetto di quanto ne possano pensare panciuti professorini, chiedere di scrivere a commento non del lavoro di un suo “pari grado”, gerarchicamente o intellettualmente, ma di commentatori dello stesso? Non sembra molto, no?

Amoveatur

LA MAMMA DI MELE

Le parole ignoranti di Paglia offendono noi genitori

La mamma di Emanuele (Mele) Campostrini, un bambino affetto da una malattia genetica grave e rarissima, interviene per spiegare cosa significhi essere genitori di questi bambini e perché mons. Paglia deve essere rimosso dopo il suo sciagurato intervento sul caso Alfie.

                                         Il piccolo Mele

I nostri lettori ricorderanno il caso di Emanuele (Mele) Campostrini, un bambino affetto da una malattia genetica grave e rarissima, la cui storia abbiamo raccontato al tempo della battaglia per salvare la vita di Charlie Gard (clicca qui). Dopo l'incredibile intervento di monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, sul caso Alfie Evans, che abbiamo commentato severamente (clicca qui e qui), anche la mamma di Mele è intervenuta per raccontare cosa significhi avere un bambino nelle condizioni di Mele e per chiedere la rimozione di monsignor Paglia dalla PAV. Ecco la lettera.

Sono la mamma di Mele, Emanuele Campostrini, un bambino di 9 anni affetto da gravissima disabilità dovuta a malattia mitocondriale e deplezione del dna mitocondriale; alcuni forse mi conoscono per le mie posizioni pubbliche sulla vicenda di Charlie Gard. Giorni fa, molto colpita e indignata ho scritto a Sua Eccellenza mons. Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita (PAV), dopo aver letto le sue esternazioni in merito ad Alfie Evans, nell’intervista pubblicata da “Tempi” lo scorso 9 marzo.

mercoledì 14 marzo 2018

Cibo per i demoni


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Santa Brigida: Papa che abolisse il celibato diventerebbe cibo per i demoni all'inferno

Sfuggire alle persecuzioni

Le Suore Francescane dell'Immacolata si riuniscono ancora – Come pie donne




Sembra che dozzine di Sorelle Francescane dell'Immacolata, che erano state espulse dall'ordine dal Vaticano, si stiano ancora ritrovando, secondo il blog Veritacommissariamentoffi che di solito sparge odio contro le suore.


Ma forse è più serio il gioco del Tris…

Dalla Nouvelle Théologie alla teologia da metropolitana



Ma forse è più serio il gioco del Tris…
Dopo i recenti fatti legati al misterioso “biglietto” di Benedetto XVI, vedi qui, attraverso il quale si voleva dare dello “stolto a chi ritenesse Bergoglio teologicamente inferiore a Ratzinger“, e di conseguenza alla pessima figura di mons. Viganò e alla sua triste, disperata operazione di marketing miseramente fallita, vogliamo noi qui approfondire l’elemento della causa che sono, in verità l’oramai famosa collana di 11 volumetti – piccoletti – che non sono l’opera di papa Francesco, come qualche giornale mediatico ha avanzato in un primo momento, ma una sorta di “spiegazione” al suo magistero, ai sogni di una “sua chiesa” personalizzata.

L' «ospedale da campo» incompiuto

Una strana lettera di Benedetto XVI per il V anniversario di Francesco

(di Emmanuele Barbieri) I cinque anni di pontificato di papa Francesco sono stati celebrati dalla Santa Sede in maniera certamente inusuale. Il Prefetto della Segreteria per la Comunicazione, mons. Dario Edoardo Viganò, ha reso pubblica «una lettera personale di Benedetto XVI sulla continuità con il pontificato di Papa Francesco» su cui si è concentrata tutta l’attenzione dei mediaIl messaggio è stato diffuso in occasione della presentazione della collana La Teologia di Papa Francesco, edita dalla Libreria Editrice Vaticana (LEV), presso la Sala Marconi di Palazzo Pio.
Nella lettera Benedetto XVI scrive: «Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi».

Perché la stella polare del Concilio si è oscurata?

La dottrina del Concilio


Il dibattito difficile ma necessario sull’interpretazione del Concilio è iniziato subito dopo la sua solenne chiusura (l’8 dicembre del 1965). Anzi per la verità non era mancato neppure durante lo svolgimento dei suoi lavori.
Oggi ad oltre mezzo secolo da quell’evento, esiste una bibliografica storico-critica piuttosto cospicua sui testi e sul contesto del XXI Concilio ecumenico, sia dal punto di vista strettamente storico e perfino storico-politico, sia dal punto di vista teologico, dottrinale ed ecclesiale.
Un raffinato teologo italiano ha appena proposto una nuova sintesi dell’insegnamento conciliare, che vorrebbe porsi come equidistante dalle critiche dei tradizionalisti e dalle parzialità dei neo-modernisti (cf. Enrico Finotti, La dottrina del ConcilioPer una retta interpretazione del Vaticano II, Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2018, pp. 194, euro 20).

I giochi si vanno facendo sempre più chiari

SE IL PAPA NON E' CATTOLICO


Se il papa non è cattolico, è un "falso papa". La difesa di Bergoglio da parte di Ratzinger è particolarmente imbarazzante, per non dire inopportuna: in fatto di ortodossia un Papa dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto 
di Francesco Lamendola  

  

Il giornale americano Newsweek, nel settembre 2015, uscì con questa stupefacente domanda in copertina: Is the Pope Catholic? (Il papa è cattolico?), scaturita, come tutti ricorderanno, da una sconcertante affermazione dello stesso Bergoglio, peraltro replicata in più occasioni: Io Credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico. Esiste Dio e basta. Non era mai accaduta una cosa del genere: né che un papa esprimesse un concetto simile, né che l'opinione pubblica fosse indotta a formulare una domanda come quella. Domanda sconvolgente, per un credente. Come può dubitare, un cattolico, che il suo papa sia cattolico? Se ne dubita, i casi sono due: o è impazzito lui, o è impazzito il papa.

Probabilmente?

« Cinque anni di Bergoglio. Appunti sul naufragio » di Antonio Socci

Per valutare questi cinque anni del papa argentino bisogna usare il criterio dettato da Gesù stesso: “ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi… dunque dai loro frutti li potrete riconoscere” (Mt 7, 17-20).
Quali sono i frutti del bergoglismo? Mi piacerebbe dire “buoni”, ma purtroppo non è così: sono pessimi. Anzitutto c’è il crollo della pratica religiosa dovunque, ma specialmente nel continente più bergogliano (il Sud America) e nel Paese con l’episcopato più bergogliano, la Germania.

Il consigliori mediatico di Santa Marta

LA MEZZA FAKENEWS SU BENEDETTO E BERGOGLIO. QUALCUNO IN VATICANO HA DETTO: BASTA…

Tutto fa pensare che qualcuno ieri in Vaticano si sia indignato e abbia detto “basta” alla vergognosa operazione, una vera e propria fakenews, con cui il Prefetto della Segreteria per le Comunicazioni, mons. Dario Edoardo Viganò, ha voluto accreditare un endorsement a 360 gradi da parte di Benedetto XVI nei confronti del pontificato tutto intero del papa regnante. Qualcuno che era in possesso di una copia della lettera che Benedetto XVI ha scritto – il 7 febbraio scorso – in risposta a una richiesta di mons. Viganò stesso. Questo qualcuno ha fatto sì che il collega Magister la ricevesse, e smontasse – almeno in parte, perché i titoloni sui giornali erano di ieri mattina, e non verranno corretti certamente, da colleghi fin troppo felici di mostrare che Ratzinger fa parte del Bergoglio fanclub – il giochetto.

Una «densa pagina teologica»

Benedetto XVI, Francesco e il giallo della lettera

La lettera del Papa emerito a sostegno di Francesco si è rivelata in realtà un'operazione mediatica gestita dal prefetto della Segereteria per le comunicazioni, monsignor Viganò, subito smascherata. 
papi
Se questo è il “dominus” della comunicazione in Vaticano, allora è bene che papa Francesco cominci a preoccuparsi seriamente. Stiamo ovviamente parlando di monsignor Dario Edoardo Viganò, potente prefetto della Segreteria per la Comunicazione, colui che sta rivoltando come un calzino tutti i media della Santa Sede per farne una efficientissima macchina da guerra con più bocche da fuoco concentrate sullo stesso obiettivo.

martedì 13 marzo 2018

I tempi sono gravi

Rivelazioni sul futuro di Gesù alla Beata Madre Elena Aiello, una mistica straordinaria del secolo scorso


Gli uomini offendono troppo Dio. Se io ti facessi vedere il numero dei peccati che si commettono in un sol giorno, ne moriresti dal dolore.
I tempi sono gravi. Il mondo è tutto sconvolto perché è diventato peggiore che ai tempi del diluvio. Il materialismo si avanza e continua la sua marcia segnata di sangue, in lotte fratricide. Vi sono segni evidenti e pericolosi per la pace. Il flagello sta passando sul mondo come l'ombra di una nube minacciosa, per testimoniare agli uomini che la giustizia di Dio preme sull'umanità e che la mia potenza di Madre di Dio contiene ancora lo scoppio dell'uragano. Tutto è sospeso come ad un filo: quando questo filo si spezzerà, la Giustizia divina piomberà sul mondo e compirà il suo terribile corso purificatore. Tutte le nazioni saranno punite perché molti sono i peccati che, come una marea di fango, ha ricoperto la terra. Le forze del male sono preparate a scatenarsi in ogni parte del mondo, con aspra violenza. Tremendo sarà lo sconvolgimento per quello che avverrà.

Il Grillo Parlante

Il doppio "stolto pregiudizio". Il testo integrale della lettera di Benedetto XVI


L'ufficio stampa della Santa Sede non ha diffuso il testo integrale della lettera inviata da Benedetto XVI lo scorso 9 febbraio al prefetto della Segreteria per la Comunicazione, monsignor Dario Edoardo Viganò.
Viganò ne ha però dato lettura (vedi foto) in occasione della presentazione alla stampa della collana "La teologia di papa Francesco", edita dalla Libreria Editrice Vaticana e fatta di undici opuscoli, di diversi autori, sui vari aspetti del magistero scritto e orale dell'attuale pontefice.
La lettera porta la data del 7 febbraio ed è in risposta a una precedente lettera di Viganò del 12 gennaio. Ma dato che è stata resa nota la sera del 12 marzo, vigilia del quinto compleanno dell'elezione a papa di Jorge Mario Bergoglio, al grande pubblico essa è arrivata come se fosse una sorta di "voto", più che buono, dato da Benedetto al suo successore, al termine del suo primo quinquennio.

Mastro Ciliegia (fine teologo)

Florilegio eresia modernista-rahneriana nelle parole di Papa Francesco (2)


Cari Amici veniamo alla seconda serie di questo strano florilegio tratto da alcune affermazioni di Papa Francesco che, purtroppo, destano ragionevoli perplessità, ambiguità, soprattutto per quanti non conoscono l’eresia del Modernismo, assai ben impastata nell’insegnamento dell’eretico gesuita Karl Rahner, oramai  insediato in tutti i seminari cattolici e nelle università pontificie. Qui per la prima parte.
Oggi analizzeremo solo due frasi perché sono molto importanti e non possono essere trattate come pic-quote. Cominciamo subito con una frase che voleva essere ad effetto, ma scatenò seri imbarazzi tanto da essere stata rimossa dal testo ufficiale:
1) 2 giugno 2016: per il giubileo della misericordia, durante una staffetta in cui ha tenuto tre discorsi al clero, nelle tre grandi Basiliche pontificie. Qui ci troviamo a san Paolo fuori le mura, ed ecco le parole di Bergoglio che si possono ascoltare nei vari video dell’incontro: “Gesù nell’episodio dell’adultera fa un po’ lo scemo (…) salvandola dalla lapidazione “ha mancato verso la morale” (..) Gesù che non era uno “pulito”….” Orbene, la frase è stata eliminata dal testo ufficiale. Ora, al di la di ogni considerazione personale, ciò su cui vogliamo soffermarci è l’errata concezione che papa Francesco sembra avere nei confronti dell’episodio dell’adultera.

E Pinocchio?

Antonio Socci: "Adesso vogliono farci credere che Benedetto XVI attaccherebbe sè stesso ed il cardinale Müller, per sostenere che Bergoglio sarebbe un gigante della teologia"


In attesa che rendano noto l’intero testo della lettera che in queste ore è stata attribuita a Benedetto XVI (di cui conosciamo solo tre frasi estrapolate), voglio fare alcune considerazioni a freddo.

Il gatto e la volpe!

Il gatto e la volpe





Senza che la cosa abbia potuto destato la minima sorpresa, giornali e televisione hanno parlato di una lettera che il cardinale Ratzinger, che si vuole far chiamare ancora Benedetto XVI, ha scritto a Mons. Viganò, Prefetto della Segreteria per la comunicazione, in occasione della presentazione della collana “La Teologia di Papa Francesco”, pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana, e di cui Ratzinger ha ricevuto in omaggio gli undici volumi.

Ci stiamo avvicinando all’Ora X?

MA E' ANCORA CRISTIANESIMO?


La trasformazione: siamo sicuri che questo è ancora cristianesimo? Ormai si direbbe che ci stiamo avvicinando all’Ora X, e che chi finora è rimasto nell’ombra, si prepara a uscire allo scoperto e a mostrarsi senza più maschere 
di Francesco Lamendola  


I segnali ci sono, eccome, per chi li sa vedere; e sono sempre più numerosi e sempre più espliciti. Ormai si direbbe che ci stiamo avvicinando all’Ora X, e che chi finora è rimasto nell’ombra, si prepara a uscire allo scoperto e a mostrarsi senza più maschere. Tale, almeno, è l’impressione che si ricava da tutta una serie di fatti che stanno accadendo, in questi ultimi anni, e che, pur in ambiti differenti come la liturgia, la pastorale, la dottrina, l’arte sacra, la musica sacra, il catechismo, la stampa e la televisione nominalmente cattoliche, vanno tutti nella stesa direzione: quella di un radicale sovvertimento della religione cattolica e in una trasformazione della Chiesa in qualche cosa del tutto diverso da ciò che essa è stata fino ad ora. Per documentare questa riflessione, avremmo letteralmente l’imbarazzo della scelta; e, del resto, da anni andiamo segnalando ed evidenziando tutta una serie di anomalie, di stranezze, e, in alcuni casi, di vere e proprie profanazioni, in modo da offrire a chi ancora è capace di un pensiero critico, e non si lascia fuorviare dalla retorica buonista e “misericordiosa” di una falsa chiesa, cresciuta come un fungo velenoso sopra quella vera e tendente a soffocarla, una chiave di lettura unitaria per organizzare tutta una serie di fatti e di apparenti coincidenze, ci quali, altrimenti, considerati in maniera isolata e slegata gli uni dagli altri, si potrebbero anche attribuire al caso. 

Di chi, e perché, abbiamo paura?

ROMANA VULNERATUS CURIA SCRIVE AL PAPA: FANNO PAURA I SUOI AMICI, NON I “DIVERSI”.



Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ieri mattina, non appena letti i giornali, Romana Vulneratus Curia (RVC per amici e nemici) ci ha inviato una lettera aperta diretta al Pontefice regnante. Ieri è stata una giornata un po’ complicata per chi gestisce Stilum Curiae, e la pubblichiamo solo oggi, con mille scuse all’autore e a vori lettori. E intanto stiamo riflettendo sul singolare messaggio inviato da Benedetto, e di cui fanno a fanfara tutti i musici di corte. Ma forse ce ne occuperemo un po’ più tardi. Intanto leggiamo RVC:
“Gentile dottor Tosatti, ho letto il messaggio di Papa Francesco dato ieri a Sant’Egidio. In sintesi dice che il diverso, lo straniero non è nostro nemico, non dobbiamo avere paura, nessuno deve essere più straniero, dobbiamo continuare ad aprire corridoi umanitari, i poveri sono il nostro tesoro, ma soprattutto basta paura per lo straniero, il diverso, è una malattia (titola Repubblica il 12marzo). Le chiedo di pubblicare la seguente lettera aperta (e inutile) per il Papa.

All’insegna del «generare processi»

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Se il papa è storicista

    Nel corso di questi cinque anni di pontificato numerosi osservatori hanno sottolineato una certa ambiguità di Francesco. Un dire e non dire, un dire sì ma anche no, no ma anche sì,  perché tutto, in fin dei conti, dipende dalle circostanze e dalle condizioni del soggetto. Impostato in questo senso è, per esempio, il discorso tenuto dal papa nella chiesa luterana di Roma a proposito dell’intercomunione, ma la stessa cosa si può dire, a maggior ragione, per il capitolo VIII di Amoris laetitia sulla comunione ai divorziati risposati, dove il possibilismo si fa largo attraverso la soluzione del caso per caso.
Secondo i critici di Bergoglio, l’ambivalenza di fondo (quella che qui in passato mi sono permesso di definire la logica del  «ma anche») è un grave limite, perché nega la verità dell’eterna legge divina, mette a repentaglio l’idea stessa che esistano un bene e un male in senso oggettivo e introduce nel magistero dosi massicce di relativismo e soggettivismo. Sono questioni affrontate spesso nei dibattito su Francesco, ma il punto è che, in sede di bilancio dopo un quinquennio di pontificato, occorre prendere atto di un fatto, e cioè che questa ambivalenza non è (solo) il risultato di una insufficienza sotto il profilo teologico e filosofico: in realtà si tratta di qualcosa di voluto ed equivale a un vero e proprio programma.

Ignorante ma innocuo?

  • BRESCIA

La strega a scuola? Per la Chiesa non c'è da scherzare

Appurata la gravità dell’episodio raccontato ieri dalla Nuova BQ sulle lezioni tenute da Ramona Parenzan, che nella Scuola primaria di Mocasina ha invocato spiriti e distribuito amuleti all’insaputa dei genitori, si potrebbe pensare che il loro contenuto sia in fondo innocuo. Ma ecco in cosa crede chi promuove la wicca e la stregoneria e come la Chiesa mette in guardia i fedeli. 
Appurata la gravità dell’episodio raccontato ieri dalla Nuova BQ sulle lezioni tenute da Ramona Parenzan nella Scuola primaria di Mocasina il 26 febbraio scorso all’insaputa dei genitori, si potrebbe pensare che il loro contenuto, per strambo che sia, possa essere semplicemente ignorante ma innocuo. Ma Parenzan non si è solo presentata in molte scuole primarie come “la strega Romilda” munita di libri, amuleti, maschere africane e pozioni, facendo invocare gli spiriti ai bambini e chiedendo loro di assumere determinate posizioni come dimostrato dalle foto sul suo profilo pubblico di Facebook (oscurato dopo la pubblicazione dell’articolo di ieri).

lunedì 12 marzo 2018

In quei giorni la Fede cadrà molto in basso..

K. Emmerick: Profezie sui due Papi ed Ultimi Tempi


L'argomento che ripropongo oggi riguarda una delle più famose mistiche e veggenti della storia umana: Anna Katharina Emmerick.

Le sue profezie sono oggi tanto strabilianti quanto attuali, ma lascio a voi cari Lettori cogliere il significato profondo che meritano.

L'«età di Caino»

I Tempi di Maria erano stati profetizzati!!... - Montfort, Teresa Neumann, suor Lucia di Fatima



Oltre alla Teologia anche la Profezia cattolica illumina il mistero dei tempi di Maria che si stanno compiendo sotto i nostri occhi esterrefatti. San Luigi Grignion, suor Lucia di Fatima e Teresa Neumann sono solo un esempio…

Oltre alle legittimazioni di ordine teologico, anche la Profezia aggiunge apporti rilevanti per meglio illuminare la valida categoria dei « Tempi di Maria ». In quest’area di riflessione va tenuto presente il pluriforme carisma profetico suscitato dello Spirito Santo in alcuni uomini e donne di Dio che hanno intravisto, preannunciato, descritto e motivato i Tempi di Maria.

Il Mahatma di Santa Marta

L’IRREVERSIBILE DEMITIZZAZIONE DEL PAPATO - UN'INDECOROSA INTERVISTA AL "GHOST WRITER" DI BERGOGLIO



L’indefesso cantore della neo-chiesa, Vatican Insider, pubblica oggi un’intervista all’Arcivescovo Victor Manuel Fernandez, Rettore dell’Università Cattolica Argentina e ghost writer di Beroglio, «Senza lo sguardo di fede si riduce il Papa a personaggio» (qui).

Il contenuto è come sempre connotato dai toni del panegirico, ma rivela alcuni dettagli che contraddicono palesemente la tesi sostenuta dall’intervistato e chiaramente condivisa dall’intervistatore.  

Alla domanda di cosa abbia caratterizzato maggiormente il pontificato, Fernandez risponde: «Come cattolici crediamo nel mistero dello Spirito che scioglie i nodi e trasforma la realtà a suo modo e con i suoi tempi. Se mi chiedesse che cosa ha fatto Gandhi, potrei dirle che non ricordo più esattamente le azioni e i risultati raggiunti. Ma so senza alcun dubbio che ha lasciato un segno importantissimo nella storia e che ha provocato dei cambiamenti che non hanno lasciato immutata l’umanità». 

Una briciola nella storia millenaria della Chiesa

Cinque anni di Bergoglio


Cinque anni sono un soffio al cospetto dell’eternità e una briciola nella storia millenaria della Chiesa. Ma hanno dato al mondo l’impressione di una svolta radicale.
Papa Francesco apparve da subito il Gran Simpatico, accolto fin dalle prime battute di quel 13 marzo del 2013 col favore dei media e la simpatia dei non credenti. Un papa alla mano, fuori dalla liturgia e dal carisma, estroverso e irrituale.
Qual è stato il tratto specifico che lo ha caratterizzato in questi cinque anni?
È un Papa avvertito come figlio del suo tempo più che della Chiesa, figlio della globalizzazione più che della tradizione. Globalizzazione girone di ritorno, ovvero dalla parte di tutti i sud del mondo, tutte le periferie, pauperismo e accoglienza.