ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 22 dicembre 2011

LA “SINDONE” DI PADRE PIO

 
Di Renzo Allegri
renzo@editorialegliolmi.it
Foto di Nicola Allegri
Nell’autunno del 1998, ricevetti una telefonata. Un figlio spirituale di Padre Pio mi chiedeva di andarlo a trovare. <<Lei è un giornalista che scrive spesso di Padre Pio, io leggo i suoi articoli>>, disse. <<Ho qualche cosa di molto importante da raccontarle>>. 
Padre Pio era morto da trent’anni. Il processo della sua beatificazione era finito e si conosceva già la data della solenne proclamazione della sua santità 
Andai a trovare quell’uomo e mi raccontò una storia così sconcertante da farmi pensare che, almeno in parte, fosse frutto della sua fantasia. Riferii la storia in un mio articolo, ma con tono distaccato, come per far capire al lettore che riportavo fedelmente ciò che mi era stato detto, ma io stesso stentavo a credere che quei fatti fossero realmente accaduti. 
Sono trascorsi quasi tredici anni e quella storia è tornata di attualità. Di essa se ne stando interessando alcune personalità ecclesiastiche e anche un famoso scienziato. I risultati finora raggiunti dimostrano che si tratta di una storia seria, anche se incredibile da un punto di vista razionale, che aggiunge un nuovo sorprendente capitolo ai misteri carismatici di Padre Pio. 

Conciliabuli fructus

Gesù non abita più in Europa Perso il primato della fede

(di Maurizio Caverzan su Il Giornale del 21/12/2011) Le famose «radici cristiane dell’Europa» che a lungo hanno alimentato il dibattito tra gli intellettuali e i politici del Vecchio Continente durante la stesura della Costituzione europea hanno sempre minor influenza nel mondo. Non è una notizia inedita n´ sconvolgente, tanto è sotto gli occhi di tutti la progressiva scristianizzazione del mondo occidentale.

Historia repetitur ?

 Il genocidio della Vandea
Quei 100.000 km quadrati, quelle 770 parrocchie insorte, quegli 800.000 abitanti “non hanno alcuna caratteristica distintiva comune”. Appartengono a province diverse, obbediscono ad abitudini diverse, non hanno avuto una storia comune; la Vandea è, pertanto, nata da un rifiuto.

La rottura si consuma il 12 luglio 1790, con la proclamazione della Costituzione civile del clero, clero tenuto in grande stima dal popolo per la sua onestà ed il suo eroismo. La caduta di fiducia e il conseguente rifiuto di qualsiasi dialogo induce le autorità a degenerare in misure vessatorie, moleste, arbitrarie e talvolta violente.

Chi dice che siano macchie?..(Gv 8,1-11)

dossier: certe macchie di Lefebvre

(1) Sul "lefebvrocentrismo"

Il 27 maggio 1976 Lefebvre affermò di aver sperato di diventare cardinale (suggerendo l'idea di aspirare anche a qualcosa di più), se solo Pio XII fosse vissuto almeno un altro paio d'anni.

Appena tre giorni prima, il 24 maggio 1976, avendo proceduto ad ordinazioni contro le indicazioni della Santa Sede, era stato sospeso a divinis (cioè da tutte le funzioni sacerdotali). Lefebvre reagì celebrando pubblicamente la messa tridentina a Lille, nella quale chiese pubblicamente che i fedeli tradizionali potessero disporre di almeno una chiesa in ogni diocesi del mondo. Sottinteso: sotto la guida del movimento lefebvriano.

Lefebvre rifiuterà di ordinare preti provenienti da altri movimenti tradizionalisti che però avevano iniziato la formazione in un seminario non suo: ha sempre aspirato a diventare l'unico riferimento della Tradizione.

mercoledì 21 dicembre 2011

Tornielli e le sue "fonti"

Santa Sede - FSSPX. Tornielli e le sue "fonti" vaticane ed altre..

Tornielli non si smentisce. Entra a gamba tesa con la pubblicazione della notizia della consegna della rispostaalla Santa Sede di Mons. Fellay, qualificando il documento della Fraternità - secondo le sue fonti non indicate ma notoriamente "curiali" di un certo schieramento - «una documentazione», non una risposta e attribuendo inopinatamente e riduttivamente le dichiarazioni nel frattempo rese da mons. Fellay, alle difficoltà interne alla Fraternità e non all'oggettivo e noto peso delle questioni sul tappeto, sulle quali sembra essere intervenuto un irrigidimento della Santa Sede, nella persona del Card. Levada. La notizia è introdotta da un titolo, che è già una stroncatura: "È arrivato in Vaticano un testo della Fraternità San Pio X: una documentazione non una risposta. E in Francia cresce l'ala dura anti-romana". Il nocciolo della questione è indicato nei seguenti termini:

Ma Gesù andava in vacanza?*

Don Luigi Verzè nella piscina della sua fazenda brasiliana. Tutte le foto
Le eccezionali immagini del fondatore dell'ospedale San Raffaele, mai viste prima. Solo su Oggi, in edicola da mercoledì
Don Luigi Verzé in piscina nella fazenda brasiliana con Mario Cal (FOTO)
Don Luigi Verzè che fa il bagno nella piscina della sua fazenda di Conde, in Brasile, in compagnia del suo braccio destro Mario Cal, suicidatosi nel luglio scorso. Le eccezionali fotografie, che risalgono al febbraio 2010, sono pubblicate in esclusiva dal settimanale Oggi, in edicola da mercoledì.

Fatima e i segni della storia

L'8 dicembre, Fatima e i segni della storia
di Vittorio Messori
Anche il Corriere ha ricordato, con una pagina intera, i vent’anni da quanto successe in una dacia a Viskuli, nella foresta di Pushcha, in Bielorussia. I primi presidenti eletti democraticamente dalle tre repubbliche slave dell’Urss – Russia, Ucraina, Bielorussia – firmarono il documento che sanciva “la cessazione dell’Unione Sovietica in quanto entità statale“ e lo smembramento del primo Stato comunista della storia. Una decisione imprevista, non soltanto dai soliti “esperti“, ma anche dagli stessi protagonisti dell ‘incontro. Ciò che si voleva non era la fine dell’Urss ma un patto federale rinnovato. E invece, pochi giorni dopo, la notte di Natale, la bandiera rossa con la falce e martello era ammainata per sempre dalla cupola più alta del Cremlino e al suo posto risaliva il tricolore dell’impero di Pietro il Grande.

Il gesuita Surin e il Natale

Jean-Joseph Surin, gesuita francese, è tra i più grandi mistici del XVII secolo, ma anche uno dei più dimenticati. Molti ne sono rimasti affascinati: da Bossuet a Fénelon, da Teresa di Lisieux a Raissa Maritain. L’eccezionale statura spirituale di Surin è stata a lungo oscurata dalla sua malattia mentale e dalle intricate vicende che l’hanno coinvolto in strani fenomeni di possessione diabolica a Loundun. Nel ‘900 è stato riscoperto da studiosi di fama mondiale come Bremond e de Certeau. La sua luce fruga nelle piaghe nascoste dell’anima. La sua penna sferzante richiama le esigenze radicali dell’amore di Dio. Dotato di solide basi teologiche e di un gusto letterario raffinato, Surin si esprime con linguaggio semplice e diretto. Come tutti i grandi, riesce a condensare la ricchezza della sua proposta in poche idee che ripete con insistenza e rappresenta con efficace concretezza visiva. Il tempo di Natale è senza dubbio tra i più amati dal gesuita Surin, tanto che vi ritorna in diverse lettere. ...

Interessanti sintonie con lo spirito Post-conciliare.


Cristianesimo e Giudaismo. Interessanti sintonie con lo spirito Post-conciliare.

Desidero condividere con voi un articolo di Don Curzio Nitoglia sulla vexata e spinosa quaestio dei rapporti con l'Ebraismo oggi più incombente che mai
Io stessa mi ero imbattuta su questo problema, di cui ho già parlato qui, credo con equilibrio e secondo una logica aletica dettata dalla fede cattolica. Citavo, su Benamozegh e le tendenze attuali, ormai sempre più evidenti, questo recente documento, pubblicato proprio da me per un sito sul dialogo ebraico-cristiano; ma con una chiosa.


martedì 20 dicembre 2011

LA BELLEZZA CHE CI SALVA.


Brunero Gherardiini, su «Divinitas », anno LIV, n. 3 - 2011:
RECENSIONE SU « DIVINITAS ».
Di Brunero Gherardini.
Pro manuscripto, Milano 2011, pp. 332, € 35,00.

Per richiedere il libro rivolgersi: o alle librerie Hoepli di Milano
Coletti di Roma, o all’Autore
 con una E-MAIL .

Aurea Domus - Metafisica e teologia cattolica Appena letto il titolo di questa nuova opera del prof. Enrico Maria Radaelli, mi venne un sospetto: che si sia anche lui convertito alvonbalthasarismo? Niente di male, intendiamoci, visto che anche fior di teologi, di quelli intendo che van per la maggiore, s’approprian il vanto d’appartener alla scuola del famoso “gesuita protestante”. Se io faccio eccezione, è solo perché né vado per la maggiore, né, rimanendo terra terra in ambito teologico, riesco a considerare teologo chi, come Hans Urs von Balthasar, instaura sì un discorso su Dio e le cose di Dio, ma semplicemente da esteta. Quel titolo mi sorprese proprio per questo e mi chiesi se un po’ di von Balthasar e del suo estetismo non fosse anche in Radaelli. Non com’esteta, infatti, lo conoscevo, ma come bravo ed affezionato discepolo di R. Amerio, fedele esegeta e propagatore del suo “forte” pensiero. 

Che si impari sempre da tutti


20 dicembre 2011

Che si impari sempre da tutti, anche dagli eretici. Per esempio dallo pseudo-vescovo di una pseudo-chiesa arrestato a Manhattan per aver partecipato a Occupy Wall Street. Questo signore che facendosi episcopaliano ha tradito il Figlio (il Gesù che un minuto prima di essere arrestato invoca l’unità dei cristiani), nelle dichiarazioni post-gabbio sembra davvero il portavoce del Padre. Il suo carisma deriva in massima parte dalla magnifica veste talare indossata durante l’azione: tanto impacciante i movimenti quanto attirante gli obiettivi. Si fosse vestito alla maniera dei preti cattolici, con quei completini neri copiati dagli anglicani e dai becchini, non lo avrebbero messo in prima pagina, non lo avrebbero messo da nessuna parte. I veri vescovi della vera chiesa buttino i clergyman che li rendono invisibili e si vestano da icone. Non è indispensabile che indossino abiti sfarzosi, possono anche diventare icone di Madonna Povertà, infilandosi in un saio francescano lacero. L’importante è che siano icone.

aiuto!! il diavolo!! (ma dai, era solo Paolo VI)





Nella raffinatissima arte scultorea bresciana, questo coso qui sopra sarebbe nientemeno che papa Paolo VI.

L'intera galleria fotografica viene da un blog di un cattolico giapponese che è giunto in Italia per il Papa ed è stato invece accolto dalla cosiddetta "arte", zeppa di simboli tra il grottesco e il satanico. Diciassette pagine di preoccupanti foto. C'è perfino qualche faccia che conosciamo bene...

http://gokyo.tuzikaze.com/SinisterArt/p-01.html



La scultura di Paolo VI (parte 1)

Recentemente, durante l'esplorazione di Internet, i miei occhi catturato questa fotografia.

lunedì 19 dicembre 2011

NON PRENDERTI TROPPA CONFIDENZA CON DIO

  È quando finiscono le (vane) parole, che inizia la preghiera
una riflessione su un modo alternativo di pregare: cioè stando seduti zitti e fermi
Silenzioso Dio, che ti nascondi dentro un po’ di pane. Ma se Dio già sa che ti serve, perchè lo ammorbi ripetendoglielo? Nel cuore di Roma: chiesa dei SS. Andrea e Claudio. Il Sacramento è esposto (ma tu fissi i glutei della ragazza al banco davanti). Su 100 persone che pregano, 99 si illudono. Non prenderti troppa confidenza con Dio. Se sei Dio e questa è la città del tuo vicario, perchè ci sto solo io in chiesa? Quel libretto su una sedia… Solo un po’ di compagnia. La musica del silenzio: è la voce di Dio stesso.

Auguri di buon lavoro

Gli indizi dell'esistenza di Dio

A più di due anni dalla nascita del mio Blog provo a fare un elenco di alcuni dei post che ho scritto in cui sembrano essere più convincenti  ‘gli indizi’ della realtà divina. Mi piacerebbe che quelli che non credono in Dio, i cosiddetti atei, per un momento mettessero da parte la loro diffidenza per tutto ciò che è religione,  leggessero qualcuno di questi post e poi scrivessero il loro parere…
Eccone una lista...

Evidentemente no..si..ni?

Eresie di kiko Arguello sulla Santissima Trinità...Ma la santa sede si rende conto a chi ha affidato la cosidetta "Nuova evangelizzazione"? Evidentemente no...




Qui si puo' osservare, "e ascoltare", la falsa chiesa personale di Kiko Arguello   

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Io sono LA SANTISSIMA TRINITÀ”.  
E ci ha spiegato, (Dio): “Pur essendo Uno solo, io vivo in tre Persone, una  uguale  all’altra, che si amano di amore eterno ed infinito e che formano come una sola famiglia, anzi un solo Essere, l’Essere divino”. 
E soggiunge: Questa è la perfezione infinita, questo è Dio: la Santissima Trinità!”.

Vietato dire Natale

di Luca Doninelli
Dalle scuole alle affissioni fino agli auguri: il termine è scomparso in nome del politicamente corretto. Eccesso di riguardo per la sensibilità dei non cristiani
La storia è vecchia, e a poco servirebbe lamentarsi della cattiveria dei tempi. Già lo diceva Charles Péguy: i tempi sono sempre stati cattivi. Il nostro, semplicemente, non fa eccezione.

domenica 18 dicembre 2011

IN DIFESA DELLA VERITÀ


“ Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi” (Gv.14, 16-17)
(1parte)
Il “dialogo” con una cultura morta e mortifera
L’ultima proposizione condannata dal Sillabo, la n°80, sostiene che il Romano Pontefice può e anzi deve riconciliarsi con il liberalismo, il progresso e la civiltà moderna. Il Beato Pio IX, papa di fermissima fede, infatti, non scorgeva affatto questa necessità di riconciliazione con il mondo, così viva nei  moderni, dimostrando una rara perspicacia e dando prova che lo Spirito di verità (Giovanni 14,16-17) dimora solo nella Chiesa Cattolica. Già, perché la convinzione che la fede possa e anzi debba conciliarsi con la cultura del secolo e dialogare con essa è un errore. E l’errore è quello di credere che la cultura sia, in ogni caso, un valore. Ma la cultura è innanzi tutto un modo di pensare e il modo di pensare del secolo presente, non già nelle sue conseguenze o derivazioni ultime e secondarie, ma nei suoi stessi princìpi, è inaccettabile.
Senza star lì a girarci intorno, bisogna dire che, da almeno un secolo la nostra cultura, la cultura dell’Occidente civilizzato, disgiunge allegramente la gnoseologia dall’ ontologia, per annunziare che il nulla è genitore dell’essere.
Vale la pena ricordare che, per la cultura moderna, le condizioni del nostro sapere cadono sempre dalla parte del soggetto, come osservava Kant  e che, perciò, esse non possono mettere mai capo ad un sapere indipendente dalla coscienza che lo pone. In soldoni, abbiamo un sapere, ma esso esiste solo per noi, cioè solo per (e nella) nostra coscienza e mai fuori di essa, giacché fuori di essa non esiste nulla. Quindi, se anche si danno condizioni che rendono possibile la nostra conoscenza – per esempio, il Principio di Non-Contraddizione (d’ora in poi PdNC) – esse non sono in sé sussistenti. In breve: non esistono, perché se il PdNC, per esempio, dovesse esistere, sarebbe costretto a risiedere in una regione che va oltre la coscienza, e una regione che vada oltre la coscienza, per la cultura attuale, non c’è. E, allora, cosa sono? Sono funzioni da usare perché e finché funzionano. Ma cosa ciò voglia dire lo capisca chi può.
Ora, partendo da questa posizione scettica, diffusa dalla cultura moderna e che coinvolge tutti (credenti e non), viene da chiedersi se sia ancora possibile credere in Dio nel modo che c’è stato tramandato. C’è forse qualche persona cosiddetta colta ancora capace di credere al racconto della creazione così come si trova nella Genesi? O non è forse vero che tutti pensano che sia una metafora letteraria, valida finché non contraddice le sedicenti scoperte della scienza (evoluzione e big bang)? Oppure c’è forse qualcuno che capisca che l’evoluzione e il big bang sono miti e leggende ancora meno credibili, perché partono dall’ assunto che l’intelligenza non sia mai stata creata, ma provenga dritto dalla materia, e ciò senza mai darsi pena di spiegare una sola volta in che modo gli organismi monocellulari o l’acqua abbiano potuto dar vita al PdNC, che governa in modo ferreo la totalità dell’essere?

I frutti dell'apostasia

Perché secolarizzazione fa rima con depressione?

All’aumentare della secolarizzazione degli ultimi due secoli, è aumentato anche il disagio dell’uomo. E’ un dato di fatto ormai: cresce l’uso di alcool, di antidepressivi e di droghe, cresce l’autolesionismo sopratutto nei giovani, aumentano le malattie mentali, più di un terzo degli europei soffre di disturbi psicologici, aumentano le vittime della depressione,aumentano le forme di dipendenza in particolare quelle sessuali e terribili forme di perversione come la zoorostia, cresce l’analfabetismo. ecc.. Il Censis in un suo recente rapporto ha letto così la società italiana e moderna: «sempre meno valori e ideali comuni a cui appartenere. I legami e le relazioni sociali sono sempre più fragili e inconsistenti».

Orlandi:"Verità su mia sorella"


VATICANISTA DE LA STAMPA
Una folla di un centinaio di persone ha assistito all'Angelus domenicale a piazza San Pietro per chiedere al Papa "verità e giustizia" su Emanuela Orlandi. In mano la foto della ragazza- quella con la fascetta sulla fronte che tutta l'Italia ricorda - un folto gruppo di persone si è radunato oggi in Piazza San Pietro, sotto la finestra da cui il Papa ha recitato l'Angelus, per ricordare che la scomparsa di Emanuela Orlandi attende ancora una risposta. A guidare la piccola folla, Pietro Orlandi, il fratello della cittadina vaticana svanita nel nulla il 22 giugno 1983. Pietro Orlando ha recentemente lanciato una petizione nella quale chiede al Pontefice di "porre in essere tutto ciò che è umanamente possibile per accertare la verità sulla sorte della Sua connazionale Emanuela Orlandi". "Un gesto così cristiano - si legge ancora nella lettera - non farebbe che dare luce al suo altissimo magistero, liberando la famiglia di Emanuela e i tanti che le hanno voluto bene dalla straziante condanna a un'attesa perenne". Tutte le persone hanno tenuto in mano una foto di Emanuela e una copia della petizione ed hanno assistito in silenzio alla preghiera mariana di Benedetto XVI. Solo a conclusione hanno inneggiato a "Emanuela, Emanuela", rispettosamente guardati a vista dai gendarmi vaticani."Hanno perso una grande occasione per riscattare 28 anni di silenzio", ha commentato il fratello Pietro ai giornalisti che lo hanno interpellato a conclusione dell'Angelus. "Oggi chi
speravo...". Il fratello di Emanuela Orlandi è convinto che al Papa "non hanno permesso di parlare. Spero che trovi il coraggio per abbattere il muro di silenzio e omertà che c'è sia in Vaticano che nello Stato italiano. Evidentemente la verità dà fastidio a qualcuno. Io mi sono rivolto al Papa perché sono cittadino vaticano, ma le stesse domande andrebbero poste allo Stato. Tra Stato e Vaticano ci vorrebbe più collaborazione. Spero che prima o poi si mettano la mano sulla coscienza. Io ho pazienza". A metà ottobre Pietro ha rivolto al Papa un appello-petizione per chiedere «verità e giustizia» sulla vicenda di sua sorella, invitando chi volesse aderirvi a scrivere a emanuela libero.it. A quell'indirizzo sono arrivate
oltre 45 mila mail. Il 9 dicembre Pietro ha consegnato quell'appello nelle mani del segretario particolare di Benedetto XVI, mons. Georg Gaenswein, con il quale ha avuto un colloquio. E questa mattina chi insieme lui è andato in piazza S.Pietro, aveva con sè oltre alla foto di Emanuela, anche il testo
dell'appello e un foglio con 10 domande sui misteri del caso Orlandi. Domande che chiamano in causa il Vaticano, lo Stato italiano, la banda della Magliana, la Procura di Roma, i Servizi, tutti i soggetti che le corso degli anni sono entrati in questa storia. Una storia rimasta bene impressa nella memoria degli italiani. L'incipit di molte delle mail arrivate a Pietro in questi mesi lo prova chiaramente: «Avevo 13 anni quando sua sorella è scomparsa...». «Avevo 32 anni quando sentii la notizia...». Tra chi ha aderito ci sono anche personaggi noti, come Dario Fo e Franca Rame, e diversi sacerdoti. «Sostengo con
fermezza la richiesta di trasparenza all'interno della Chiesa per la Sua credibilità stessa», scrive un missionario. Pietro spera che il Papa prossimamente possa dire qualcosa che aiuti a «rompere il muro di omertà che c'è nello Stato italiano e in quello Vaticano. La verità evidentemente dà ancora fastidio a qualcuno». Tra Italia e Vaticano, aggiunge, «ci vuole collaborazione. Invece la collaborazione c'è stata
per insabbiare». Oggi però un piccolo appello per Emanuela tra le mura vaticane c'è stato. Nella chiesa di S.Anna, che la ragazza frequentava, alla messa delle 10, durante la preghiera dei fedeli una donna, che era un'amica di Emanuela, ha espresso una sua personale intenzione: «Ogni tanto - ha detto - mi sembra di vederti seduta qui in Chiesa al secondo banco con i lunghi capelli neri. Invece non ci sei. Ti hanno tolto la felicità e la possibilità di diventare una donna».
18/12/2011

Ferocia contro il Papa

                             Marco Tosatti
Dalla Radio Vaticana pubblichiamo questo brano di dialogo fra un detenuto e il Papa, che ci sembra molto bello.

"Santità, sono Federico, parlo a nome delle persone detenute del G14, che è il reparto infermeria. Cosa possono chiedere degli uomini detenuti, malati e sieropositivi al papa? Al nostro papa, già gravato dal peso di tutte le sofferenze del mondo, chiedono che preghi per loro? Che li perdoni? Che li tenga presente nel suo grande cuore? Sì, noi questo vorremmo chiedere, ma soprattutto che portasse la nostra voce dove non viene sentita. Siamo assenti dalle nostre famiglie, ma non nella vita, siamo caduti e nelle nostre cadute abbiamo fatto del male ad altri, ma ci stiamo rialzando. Troppo poco si parla di noi, spesso in modo così feroce come a volerci eliminare dalla società. Questo ci fa sentire sub-umani. Lei è il papa di tutti e noi la preghiamo di fare in modo che non ci venga strappata la dignità, insieme alla libertà. Perché non sia più dato per scontato che recluso voglia dire escluso per sempre. La sua presenza è per noi un onore grandissimo! I nostri più cari auguri per il Santo Natale, a tutti.

sabato 17 dicembre 2011

Finché Chiesa non vi separi

Finché Chiesa non vi separi

Aprire ai divorziati risposati? I fedeli premono e Ratzinger riflette. Così su un tema tabù si è aperto il dibattito. Le idee di teologi e vescovi, conservatori e no

Sono tanti i segnali che dicono che Joseph Ratzinger si è scrollato di dosso l’immagine di “panzerkardinal” che gli affibiarono quando era prefetto dell’ex Sant’Uffizio, per la vulgata un uomo di curia conservatore e tanto potente da essere in grado di frenare le spinte di riforma messe in campo da Karol Wojtyla. Le cose non sono mai state esattamente così. L’ultimo segnale in ordine di tempo è un articolo uscito il 30 novembre scorso sull’Osservatore Romano. Evidentemente non senza il suo consenso, il giornale vaticano ha rilanciato un testo dell’attuale Pontefice datato 1998, arricchito da una nota che riporta le parole da lui dette al clero della diocesi di Aosta nel luglio 2005. In quel testo, pur ribadendo la giustezza del divieto di concedere l’eucaristia ai divorziati risposati, apre un varco nuovo in merito, anche perché – sono parole di quel discorso – il problema, pur “difficile”, “deve essere approfondito”. Il varco che Benedetto XVI intravede si possa aprire è declinato in due punti, che il vaticanista Sandro Magister sintetizza così: “Il possibile ampliamento dei riconoscimenti di nullità di quei matrimoni che sono stati celebrati ‘senza fede’ da almeno uno dei coniugi; il possibile ricorso a una decisione ‘in foro interno’ di accedere alla comunione, da parte di un cattolico divorziato e risposato, qualora il mancato riconoscimento di nullità del suo precedente matrimonio contrasti con la sua ferma convinzione di coscienza che quel matrimonio era oggettivamente nullo”. Un’apertura, quest’ultima, che sembra contraddire il testo firmato da Ratzinger il 14 settembre 1994 nel quale si dice esplicitamente che senza la nullità del primo matrimonio contratto, l’eucaristia non può essere data: la chiesa “afferma di non poter riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il precedente matrimonio. Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio e perciò non possono accedere alla comunione eucaristica”.

Olanda pansessualista e scristianizzata

La campagna antipedofila nell’Olanda pansessualista e scristianizzata

( di Paolo Rodari su Il Foglio del 17/12/2011) Roma. Tra i vescovi olandesi è stato l’ex arcivescovo di Rotterdam, Adrianus Herman van Luyn, a spingere un anno fa perché la Conferenza episcopale del suo paese chiedesse ufficialmente che una Commissione d’inchiesta indipendente lavorasse sui presunti abusi commessi all’interno delle parrocchie e degli istituti religiosi del paese.
Presieduta dall’ex ministro di fede protestante Wim Deetman, la Commissione (sei persone in tutto) ha lavorato su archivi ufficiali della chiesa che coprono un arco di tempo molto ampio, dal 1945 a oggi. La conclusione è che circa 800 persone, non soltanto preti ma anche religiosi, suore e dipendenti laici di scuole, istituti religiosi e parrocchie, hanno commesso abusi sessuali su minori.
Sulla base di 1.795 segnalazioni, il numero di abusi si stima – il report parla di stime e non di dati certi – possa oscillare tra i diecimila e i ventimila casi. “Sono soltanto stime” dicono dalla Conferenza episcopale olandese, che però domani ha intenzione di inviare nelle chiese delle sette diocesi del paese i vescovi personalmente, per leggere una lettera “sostanzialmente di scuse”.

TRA ERMENEUTICHE IN CONFLITTO

P. Serafino Lanzetta e l'Anno della Fede a 50 anni dal Concilio. Tra ermeneutiche in conflitto.

L'ultimo Editoriale di «Fides Catholica» 2 (2011), in uscita, riporta un nuovo articolo di Padre Serafino Lanzetta FI, dal titolo Un Anno della Fede a 50 anni dal Concilio. Tra ermeneutiche in conflitto

Il documento, acquisito anche tra quelli basilari nella colonna di sinistra del Blog, è consultabile attraverso il link. Ritengo sia interessante e utile illustrarne ed estrarne alcuni punti fondamentali, perché oltre ad essere molto centrato sulla problematica dei conflitti di interpretazione dei testi conciliari, ormai non più ignorabili, costituisce un'evoluzione della riflessione sulla vexata questio, consentendone l'ulteriore dipanarsi proprio in vista dell'Anno della Fede indetto da Benedetto XVI per il 2012, collegato - tra l'altro - idealmente con le celebrazioni per il 50 anniversario di apertura della 21ma Assise conciliare.

Schermaglie?

Magistero e Concilio Vaticano II

Il 2 dicembre scorso sull’osservatore Romano appariva un articolo di Fernando Ocariz sull’ adesione al concilio Vaticano II.
Mons. Ocariz ha fatto parte della commissione incaricata dalla Congregazione per la dottrina della fede per i colloqui che si sono svolti durante circa un anno e mezzo con i rappresentanti della Fraternità San Pio X.
Il fatto che l’Osservatore Romano dedichi questo spazio all’argomento, mostra quanto sia attuale il dibattito sul concilio, riaperto dalle recenti pubblicazioni di Mons. Gherardini[1], Roberto de Mattei, Gnocchi e Palmaro e, ultimamente padre Serafino Lanzetta,. Si è toccato un mito e le critiche non vengono più soltanto dalla Fraternità San Pio X ma anche da personalità riconosciute ufficialmente nella Chiesa.

“Basta canzonette in Chiesa!”

“Basta canzonette in Chiesa!”

Autore: Piraino, Simone  Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it
venerdì 16 dicembre 2011

“Basta canzonette in Chiesa!”. Sono passati più di sei mesi dall’appello di Riccardo Muti, eppure il monito del grande direttore d’orchestra napoletano risuona ancora nelle nostre orecchie e scatena dibattiti. Dalla stampa ai conservatori; dai vecchi ai giovani, fin dentro le parrocchie.
La questione della musica in chiesa è di fondamentale importanza. Perché la musica è espressione della cultura umana, è espressione di chi siamo noi. Di più: è espressione della nostra fede!
Musicofili e artisti della musica spingono nella direzione indicata dal maestro; molti altri, invece, contestano questa concezione e continuano a suonar “canzonette” liturgiche. Ognuno ha la “sua” verità, il “suo” gusto: evviva il relativismo! Forse, però, trattandosi di materia ecclesiastica, ci si dovrebbe comportare meno da “cattolici adulti” e lasciarsi guidare. Non dimentichiamo (qualcuno l’ha fatto) che la Chiesa Cattolica è guidata dal successore di Pietro. Che dice il Papa in tal senso? Ebbene, innumerevoli sono state le circostanze in cui Benedetto XVI ha espresso il suo “parere” (nel 2009 è stato pubblicato un libro con i suoi interventi sulla musica). E ogni volta che il Papa parla della musica, un altro termine, come fosse inscindibilmente legato, emerge: cuore! “La musica del cuore”“L’orecchio del cuore”“La musica che fa vibrare le corde del cuore”. In questo breve pensiero ad alta voce, chi vuole capire e seguire questo Papa, è arrivato ad un bivio: o pensa che Benedetto XVI ci stia parlando del “cuore romantico” e allora giudica a seconda del numero di stelline che appare nei suoi occhi ogni volta che ascolta qualcosa, oppure che il Papa si riferisca al “cuore biblico”: in questo caso, più che stelline, lacrime e sorrisi, ci aiuta molto San Paolo quando, nella Lettera ai Romani (2, 14-15), scrive:
“Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori”. Attenzione alla trappola relativistica: la legge del cuore è universale. È uguale per ogni uomo!
Ecco: dovremmo dare un giudizio solo partendo da questo criterio.
Adesso propongo un raffronto partendo proprio dalle parole di Muti, perché come è vero che il cuore è universale e anche vero che esso va educato!

‘‘La storia della musica deve molto alla Chiesa e non mi riferisco solo al periodo gregoriano che è strepitoso, ma anche ai giorni nostri. Ora io non capisco le chiese, tra l’altro quasi tutte fornite di organi strepitosi, dove invece si suonano le canzonette. Probabilmente questo è stato apprezzato all’inizio come un modo di avvicinare i giovani, ma è un modo semplicistico e senza rispetto del livello di intelligenza delle persone. Perché allora mettere quattro o cinque ragazzi di buona volontà a strimpellare delle chitarre o degli strumenti a plettro con testi che non commento? E poi - continua Muti riferendosi proprio al “cuore” - se si sente l’Ave Verum di Mozart in chiesa, sicuramente anche la persona più semplice, più lontana dalla musica può essere trasportata in una dimensione spirituale. Ma se sente invece canzonette è come stare in un altro posto’’.

ESEMPIO 1

La svista (?) di Famiglia Cristiana

La svista di Famiglia Cristiana

Autore: Amato, Gianfranco  Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it
venerdì 16 dicembre 2011

Il settimanale cattolico Famiglia Cristiana ha assegnato il riconoscimento speciale di “Italiano dell'anno” al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Con il massimo rispetto dovuto alla più alta carica dello Stato, absit injuria verbis, mi permetto di nutrire serie perplessità su tale scelta.
Che Napolitano venga incoronato King George dal New York Times, o eletto uomo dell’anno dalla versione italiana della rivista mensile Wired, nota come la “Bibbia di Internet”, appare questione pacifica e indiscutibile. Che lo faccia un settimanale che ama definirsi cattolico, appare invece assolutamente discutibile. Diciamo che si è trattato di una colossale topica. Così la percepiscono, almeno, tutti quegli italiani, e non sono pochi, che non hanno dimenticato l’ombra che grava sull’attuale Presidenza a causa della tristissima vicenda umana di Eluana Englaro.
Mi duole interpretare il ruolo antipatico del rabat-joie e guastare la festa, ma la coscienza impone che la verità non possa essere sottaciuta.