ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 22 maggio 2012

Loreto: Non si confessa, c’è lo “strizzacervelli”



 Nella Basilica di Loreto
di Matteo Castagna
Articolo già pubblicato anche da Affaritaliani.i http://affaritaliani.libero.it/cronache/loreto210512.html
“QUI NON SI CONFESSA” a caratteri cubitali e “Qui non confessioni, ma dialogo e ascolto”, sono i cartelli appoggiati sulla balaustra della “Cappella Slava” nel Santuario di Loreto, che vedete in foto qui a lato. Poi, ancora, un tabellone con ritratto della Madonna titolato “PUNTO DI ASCOLTO” e la scritta “IN ASCOLTO CON MARIA” davanti alla balaustra, che potete vedere assieme alle altre foto in fondo all’articolo. Di fronte all’altare, a pochi metri dalla Santa Casa della Sacra Famiglia, c’è un tavolino con due sedie contrapposte e altre dietro, come una sorta di sala d’attesa. Non c’è il classico lettino da clinica psicanalitica, ma gli orari delle “visite” non mancano: dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00.

UN MEA CULPA E' CHIEDERE TROPPO?




di Francesco Colafemmina

Non sono nessuno per avanzare richieste di alcun tipo, tantomeno al Santo Padre. Pure, dopo aver letto il libro di Gianluigi Nuzzi, o meglio, le lettere raccolte nel volume commentato da Nuzzi, un dubbio mi attanaglia: ma non sarà forse il caso che la Santa Sede invece di trincerarsi dietro silenzi e smentite, invece che sventolare lo spauracchio di denunce e condanne, ci debba delle scuse. Sì, delle scuse  sincere rivolte a tutti noi fedeli, vittime di un potere ecclesiastico mal gestito, ormai corroso dall'estrema frequenza del mondo, in attesa di un rinnovamento che non può non partire dalla consapevolezza degli errori.
Si discetta in maniera disordinata sull'identità del trafugatore di documenti dalla Santa Sede. Si creano commissioni ad hoc, mentre invece si dovrebbe comprendere il movente del trafugatore e dei suoi complici. Troppo sbrigativamente si dice: "ecco, questa è la lotta per il Conclave". Ma questa è una banalizzazione di qualcosa di più complesso. La pubblicazione di quei documenti, la loro stessa selezione ci mostrano un anelito diverso: non c'è interesse a favorire una fazione piuttosto che un'altra, ma a descrivere ciò che in Vaticano sembra mancare da tempo ossia il senso della giustizia, il rispetto per le capacità individuali, il ripudio del denaro, la coerenza fra parola ed opere. Sono i sentimenti che devono aver mosso il leaker a divulgare questi frammenti di vita quotidiana nei sacri palazzi. Ed è eclatante non tanto il contenuto di tali frammenti quanto che essi, pur visionati dal Santo Padre, non abbiano portato ad alcun cambio di rotta verso quei valori cristiani sopra citati.

Un “onesto pagano” al Festival Biblico:


“La Chiesa critichi davvero il dio Profitto”E’ così che si definisce il nicciano e antimodernista Massimo Fini, che domani parlerà assieme al teologo don Dario Vivian a Nove (il programma qui). Tema: “Tra immagini di paura e volti di speranza”. Giornalista, opinionista sul Fatto Quotidiano e sulGazzettino, scrittore poliedrico (uscita di recente “La guerra democratica”, Chiarelettere), Fini ha sempre un punto di vista originale, spiazzante, irregolare. 

Apperentemente contraddittorio, ma solo per chi ragiona secondo la visione del mondo corrente, scontatamente progressista ed economicista.

Padre Amorth: "Orlandi, fu un delitto a sfondo sessuale"


Il capo degli esorcisti:
"Attirata in una trappola"

«E' un delitto a sfondo sessuale», sostiene il capo mondiale degli esorcisti, padre Gabriele Amorth. L'anziano sacerdote, molto stimato da Benedetto XVI, rivela a La Stampa una pista interna per la scomparsa nel 1983 della cittadina vaticana davanti alla chiesa di Sant'Apollinare, da poco riferita riservatamente ai familiari della ragazza.

Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa nel 1983 a Roma

«Come dichiarato anche da monsignor Simeone Duca, archivista vaticano, venivano organizzati festini nei quali era coinvolto come "reclutatore di ragazze" anche un gendarme della Santa Sede. Ritengo che Emanuela sia finita vittima di quel giro - spiega padre Amorth - Non ho mai creduto alla pista internazionale, ho motivo di credere che si sia trattato di un caso di sfruttamento sessuale con conseguente omicidio poco dopo la scomparsa e occultamento del cadavere». E ancora: «Nel giro era coinvolto anche personale diplomatico di un'ambasciata straniera presso la Santa Sede».

Serpe dal sen fuggita--?



Perché il Vaticano conosce la sua serpe in seno ma non la rimuove

Si chiama Luigi Martignani ed è un frate cappuccino “minutante” della segreteria di stato vaticana. E’ lui che per volere del sostituto Giovanni Angelo Becciu ricopre il ruolo di segretario della commissione d’inchiesta vaticana incaricata dal Papa di fare chiarezza su Vatileaks, l’uscita di documenti riservati finiti nelle redazioni di alcuni quotidiani e che formano anche il corpo dell’ultimo libro del giornalista Gian Luizi Nuzzi “Sua Santità” (Chiarelettere). Martignani è chiamato a coadiuvare il lavoro dei cardinali Julián Herranz, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi. Un lavoro non facile: devono scoprire l’identità di colui che Nuzzi chiama col nome in codice “Maria”, in sostanza il “corvo” che da dentro la Santa Sede ha passato le carte fuori. Si tratta di una persona o di più persone?

Emanuela Orlandi? Forse ha ragione padre Amorth


Ne “L’ultimo esorcista“, il libro che padre Gabriele Amorth ha scritto con Paolo Rodari (in libreria dallo scorso gennaio) Amorth conferma la pista vaticana, così:
NOTA SUL CASO ORLANDI
di padre Gabriele Amorth
Non ci sono prove per dire che in Vaticano ci sia Satana, nel senso che non ci sono prove per dire che ci sono persone che in Vaticano svolgono riti satanici. Persone che sono volutamente schiave di Satana e che lavorano per instaurare il suo regno di buio, morte e distruzione in questo mondo. Io, almeno, non ho prove.

BENEDETTO SILENZIO! - IL VATICANO VOLEVA ‘DIMENTICARE’ EMANUELA: “SI È GIUNTI ALLA CONCLUSIONE CHE NON È OPPORTUNO UN CENNO AL CASO ORLANDI. IL FRATELLO SOSTIENE CHE AI VARI LIVELLI VATICANI CI SIA OMERTÀ SULLA QUESTIONE. IL FATTO CHE IL PAPA ANCHE SOLO NOMINI IL CASO PUÒ DARE UN APPOGGIO ALL’IPOTESI CHE ‘NON CI VEDE CHIARO’ SU COME È STATA GESTITA LA QUESTIONE”…

Emanuela OrlandiEmanuela Orlandi"Libero" ha pubblicato questo estratto del libro di Gianluigi Nuzzi «Sua Santità» (Chiarelettere, in vendita). Il testo qui presentato rivela una missiva del prelato Giampiero Gloder, nella quale il sacerdote consiglia al Vaticano di non prendere posizione ufficiale sul caso Orlandi. L'appunto, datato dicembre 2011, era indirizzato direttamente all'entourage di Benedetto XVI, come suggerimento riservato per il testo dell'Angelus del Santo Padre.
(...) Pietro Orlandi non lo sa ma sulla storia della sorella l'attenzione di Benedetto XVI è alta. Il pontefice segue da tempo la vicenda in prima persona. E don Georg, il primo assistente del pontefice legge ogni informazione che il capo della gendarmeria Domenico Giani riesce a raccogliere. Da una parte una famiglia che cerca la verità, dall'altra un'istituzione, il Vaticano, dove vige la regola aurea che un segreto non è più tale se lo sa più di una persona.
gianluigi nuzzigianluigi nuzzi Pietro Orlandi già all'inizio di dicembre 2011 aveva avuto un incontro con padre Georg al quale si rivolge il 16 dicembre con una lettera nel quale lo ringrazia dell'incontro e dice che tutta la sua famiglia è convinta che «Sua Santità attraverso le sue parole potrà sensibilizzare le coscienze di chi è preposto ad accertare la verità ». Gli anticipa anche che «Domenica 18 all'Angelus molte delle persone che hanno aderito alla lettera rivolta al Papa saranno presenti in piazza San Pietro nella speranza che Sua Santità possa rivolgere, durante l'Angelus, un pensiero e una preghiera ad Emanuela. Questo gesto potrebbe determinare l'inizio di un nuovo cammino verso la verità».
Pietro Orlandi si mostra determinato a raggiungere la verità sulla scomparsa della sorella. E nei sacri palazzi ci si chiede se accogliere o meno la sua richiesta. Tra i primi a intervenire, il prelato veneto Giampiero Gloder, capo dei «ghost-writer» che coadiuvano il Papa nella stesura dei suoi testi. Sul caso Orlandi e la richiesta del fratello per l'Angelus, il monsignore discute con padre Lombardi e con monsignor Ettore Balestrero, uno dei primi collaboratori di Bertone alla segreteria di Stato.
benedetto xvibenedetto xvi Tutti e tre arrivano alla stessa conclusione: sulla ragazza Ratzinger non deve intervenire. Qualsiasi parola sulla vicenda farebbe riaccendere i fari mondiali su una storia che ormai va avanti da quasi trent'anni. Indirettamente, riconoscerebbe un «ruolo» vaticano. Impensabile.

CASO ORLANDI, I MISTERI DEL FRATELLO PIETRO


 - “NEL SUO LIBRO ATTRIBUISCE MOLTA IMPORTANZA ALLA LETTERA ANONIMA SECONDO CUI EMANUELA SAREBBE MORTA LA SERA STESSA DEL RAPIMENTO E SAREBBE STATA SEPOLTA A PRIMA PORTA. MA ALLORA PERCHÉ HA INSISTITO PER ISPEZIONARE LA TOMBA DI DE PEDIS?” - “PERCHÉ IL LEGALE DI FAMIGLIA DICE CHE EMANUELA È VIVA?” - “PIETRO ORLANDI HA DICHIARATO: ‘SO CHI HA RAPITO MIA SORELLA’. PERCHÉ NON NE FA MAI IL NOME?”…

Pino Nicotri per www.blitzquotidiano.it

PIETRO ORLANDIPIETRO ORLANDI Le contraddizioni nel comportamento e nelle dichiarazioni di Pietro Orlandi sulla scomparsa di sua sorella Emanuela, avvenuta a 16 anni di età il 23 giugno del 1983 a Roma, cominciano a provocare disagio anche tra i suoi fan. Trascurarle o limitarsi ad attribuirle al lutto non elaborato nonostante siano passati ben 29 anni è ormai un po' troppo semplicistico e riduttivo.
EMANUELA ORLANDIEMANUELA ORLANDI Così come non ha senso continuare a rilanciare qualunque sua affermazione - a volte l'una l'opposto dell'altra - senza mai vagliarla criticamente.
Mettendo in fila tutti i dubbi e le contraddizioni di Pietro Orlandi, si ottiene una lista di undici punti interrogativi: cose che Orlandi non ha mai detto, cose che non ha mai spiegato, cose che ha detto e fatto contraddicendosi a 360 gradi.
Per capire meglio quel che sta succedendo proprio in questi giorni, può essere utile, e serio, rivedere quegli 11 interrogativi, che corrispondono ad altrettanti punti oscuri, per nulla privi di importanza.
Il fratello di Emanuela OrlandiIl fratello di Emanuela Orlandi Sono sicuro che molti lettori, arrivati in fondo, si convinceranno che accanto e attorno al mistero della sorte di Emanuela Orlandi c'è un altro mistero che continua, quello del fratello Pietro.
1) - Pietro Orlandi attribuisce improvvisamente molta importanza alla lettera anonima pubblicata domenica 20 maggio da alcuni giornali, come per esempio La Stampa. La missiva figura da un anno nel libro di Pietro Orlandi "Mia sorella", edito nel maggio dell'anno scorso, ed è stata ricevuta da sua madre, Maria Pezzano, nel febbraio 2008 e da lei consegnata ai magistrati.
EMANUELA ORLANDI CERCASIEMANUELA ORLANDI CERCASI La lettera dice che Emanuela è morta, la sera stessa della scomparsa la sera del 22 giugno '83, mentre era in compagnia di don Piero Vergari nella solita basilica di S. Apollinare e che è stata sepolta la sera stessa nel cimitero di Prima Porta. Ma perché allora da mesi e anzi da anni lo stesso Pietro parla ovunque, in tv e sui giornali, di pista internazionale e lo ha fatto anche in tempi recenti?
2) - Perché insiste a dire "mia sorella è stata rapita in quanto cittadina vaticana", visto anche che la cittadinanza con quanto scritto nella lettera anonima non c'entra nulla?
3) - Perché, nonostante una tale missiva, il legale rappresentante proprio di Maria Pezzano, avvocato Ferdinando Imposimato, insiste a dichiarare, e lo ha fatto anche molto di recente, che Emanuela invece è viva è sta in Turchia o in altro Paese orientale? A chi bisogna credere?
4) - Il 10 maggio dell'anno scorso Pietro Orlandi ha fatto a una serie di giornali, da Vanity Fair a Italia Sera e al Secolo XIX, una dichiarazione ben precisa: "Io so chi ha rapito mia sorella". E allora, se lo sa, perché non ne fa mai il nome?
5) - Pietro Orlandi dà tanta importanza alla lettera anonima pubblicata il 20 maggio 2012 dai giornali e da lui pubblicata nel maggio dell'anno scorso, secondo la quale Emanuela sarebbe sepolta nel cimitero di Prima Porta. Ma allora perché mai ha insistito come un matto per ispezionare la tomba di De Pedis, che si trova in S. Apollinare e non a Prima Porta?
TOMBA DEPEDISTOMBA DEPEDIS6) - A pagina 206 e 207 del mio libro del 2002, "Mistero vaticano. La scomparsa di Emanuela Orlandi" , riporto una lettera anonima spedita nell'ottobre 1993 dal Vaticano da un mittente che la intitolava "TESTIMONIANZA RACCOLTA IN CONFESSIONE". Nella lettera si legge che Emanuela la sera in cui scomparve andò a Civitavecchia in auto con un prelato amante della bella vita e che il mattino dopo, rientrata a Roma, decise di non tornare più a casa. L'allora appena nominato avvocato della signora Pezzano, Ferdinando Imposimato, cercò di farmi togliere quella lettera dalle bozze anche minacciandomi di querela. Poiché io invece la pubblicai assieme al resto venni duramente rimproverato dalla Pezzano perché "con quella lettera ha offeso la memoria di mia figlia".
ali agcaali agca Come è possibile allora che abbia consegnato lei stessa ai magistrati, nel 2008, la lettera anonima oggi alla ribalta? E come mai Pietro anziché nasconderla l'ha pubblicata? Si tratta infatti di una lettera che Emanuela la offende davvero. A fronte di questa contraddizione, qualcuno potrebbe dedurne che nella lettera da me pubblicata ci possa essere qualche particolare che non si voleva far trapelare. Da notare che io l'ho pubblicata come un esempio delle molte maldicenze che gli Orlandi hanno dovuto sopportare.
Piero VergariPiero Vergari7) - Pietro Orlandi dice che lui sua sorella la cerca ovunque convinto che sia viva. Ma allora perché l'ha cercata in una tomba per giunta vecchia di 22 anni quale è quella di De Pedis? E se è convinto o anche solo spera che sia viva, perché ha pubblicato e oggi ritiene importantissima una lettera che la dà per morta fin dalla sera del 22 giugno 1983?
- Pietro Orlandi continua a spiegare che lui le tracce della sorella le cerca ovunque. Ma allora perché non le va a cercare anche in Salita Monte del Gallo visto che sa benissimo cosa ho scritto nel mio libro del 2008 intitolato "Emanuela Orlandi, la verità"?
Nel libro ho scritto che una mia fonte vaticana mi ha spiegato di avere saputo da due agenti del Sisde che Emanuela è morta la sera stessa della scomparsa. Morta per la precisione in una casa di Salita Monte del Gallo, strada vicina al Vaticano sul lato che va verso il Gianicolo. Perché Pietro Orlandi non la cerca anche lì? Perché fa finta di non conoscere questa notizia su Salita Monte del Gallo, lui che è sempre pronto a rilanciare le notizie più improbabili?
8) - Crede a Alì Agca, a Sabrina Minardi, alle telefonate anonime a "Chi l'ha visto?", a chi per strada gli dice "la persona che fece salire in macchina Emanuela la conosci bene" e alle lettere anonime a sfondo clerico sessuale, crede cioè a un insieme di "rivelazioni" peraltro assolutamente inconciliabili tra loro, però preferisce far finta che non esista quanto scritto da un giornalista di lungo corso come il sottoscritto, con 35 anni a L'Espresso e una dozzina di libri nella sua carriera, certamente credibile almeno quanto quei personaggi e quegli anonimi. Pietro Orlandi è libero ovviamente di credere a quel che gli pare, ma l'ostracismo posto nei miei confronti, del tipo "O io o lui", in varie sedi televisive e giornalistiche non pare certo un contributo all'accertamento dei fatti e della verità sulla fine di sua sorella. Semmai, appare un tentativo di evitare che certe notizie arrivino all'opinione pubblica.
sabrina minardi bruno giordano stampa1sabrina minardi bruno giordano stampa1 In particolare, che l'anonimo della telefonata a "Chi l'ha visto?" mentisse è ormai provato in modo assoluto dai controlli nella tomba di De Pedis. Il telefonista infatti ha detto: "Riguardo al fatto di Emanuela Orlandi, per trovare la soluzione del caso, andate a vedere chi è sepolto nella cripta della Basilica di Sant'Apollinare". La magistratura è andata "a vedere chi è sepolto nella cripta", De Pedis ovviamente, ma la soluzione del caso non c'è.
9) - Nell'ottobre dell'anno scorso ho consegnato ai magistrati inquirenti le registrazioni delle mie conversazioni telefoniche del 2004 con l'avvocato Gennaro Egidio, fin dal 1983 legale rappresentante sia degli Orlandi che dei Gregori, famiglia della quale faceva parte la giovanissima Mirella, scomparsa tre settimane prima di Emanuela. Di tali registrazioni ho anche pubblicato le trascrizioni. Dalle telefonate si apprende che è lo stesso avvocato degli Orlandi a negare che Emanuela sia stata rapita: "Si stratta di una scomparsa, ma non di un rapimento", e spiega brevemente il perché della sua affermazione.
Come mai Pietro Orlandi, che dà retta a qualunque "rivelazione" e segnalazione anonima, continua a far finta di non sapere cosa ha detto e spiegato il suo stesso avvocato di famiglia dopo ben 21 anni che si occupava del caso?
chiesa sant apollinarechiesa sant apollinare 10) - Pietro Orlandi si guarda bene anche solo dal nominare Salita Monte del Gallo e preferisce ignorare quanto ammesso dallo stesso avvocato di famiglia, però corre a cercare Emanuela a Londra sulla base di una telefonata in diretta tv platealmente falsa ricevuta lo scorso 17 giugno (2011) mentre con il giornalista Fabrizio Peronaci presentava il loro libro "Mia sorella".
Quella sera il falso "ex agente segreto del Sismi, nome in codice Lupo", alias Luigi Gastrini, ha telefonato a Tele Roma Uno per annunciare in diretta a Pietro Orlandi che "Emanuela è viva e sta a Londra". Con la stessa telefonata in diretta il sedicente 007 ha anche avvertito Pietro Orlandi che scavando avrebbe avuto la sgradita sorpresa di scoprire che suo padre aveva maneggi illeciti di danaro "con l'Istituto Antonveneto". Peccato che la banca Antonveneta sia nata ben 19 anni dopo il 1983 al quale faceva riferimento "l'ex 007″.
Per scoprirlo, e scoprire quindi che il "Lupo" mentiva, bastava un banale controllo su Google. Per farlo, a me e ad altri colleghi sono bastati meno di 30 secondi. Eppure non se ne sono accorti e non hanno fatto controlli né un impiegato esperto di banca come Pietro Orlandi, impegnato nella banca vaticana IOR per oltre un quarto di secolo, né un giornalista del Corriere della Sera come Peronaci. Il primo infatti è partito con tanto di battage pubblicitario e troupe televisiva per Londra. Il secondo ha avvalorato sulla pagina 3 del Corriere della Sera di domenica 19 giugno 2011quanto aveva detto Gastrini.
Resta un piccolo mistero: come mai Gastrini, che vive in provincia di Bergamo, quel 17 giugno sia stato al corrente di quel che avevano in programma una tv romana e abbia sentito l'esigenza di telefonare in diretta. Sta di fatto che dopo qualche mese Gastrini è stato incriminato per millantato credito.

lunedì 21 maggio 2012

La nuova messa è in rottura con la tradizione liturgica apostolica?


 1parte
● «Le preghiere del nostro Canone si trovano nel trattato De Sacramentis (fine del IV-V secolo) [...]. La nostra Messa risale, senza mutamento essenziale, all'epoca in cui si sviluppava per la prima volta dalla più antica liturgia comune [circa trecento anni dopo Cristo]. Essa serba ancora il profumo di quella liturgia primitiva, nei giorni in cui Cesare governava il mondo e sperava di poter  spegnere la Fede cristiana; i giorni in cui i nostri padri si riunivano avanti l'aurora per cantare un inno a Cristo come a  loro Dio [cfr. Plinio junior, Ep. 96]. Non vi è, in tutta la cristianità, rito altrettanto venerabile quanto la Messa romana» (A. Fortescue, La Messe, Parigi, Lethielleux, 1921).
● «Il Canone romano risale, tale e quale è oggi, a San Gregorio Magno. Non vi è, in Oriente come in Occidente, nessuna  preghiera eucaristica che, rimasta in uso fino ai nostri giorni, possa vantare una tale antichità! Agli occhi non solo degli  “ortodossi”, ma degli anglicani e persino dei protestanti che hanno ancora in qualche misura il senso della Tradizione, gettarlo a mare equivarrebbe, da parte della Chiesa Romana, a rinnegare ogni pretesa di rappresentare mai più la vera  Chiesa Cattolica» (P. Louis Bouyer, Mensch und Ritus, 1964).

NON AVRAI ALTRA SHOA ALL’INFUORI DI QUELLA

Mi vedo costretto da Cattolico ha denunciare le gravi offese ed ignominie arrecate a Cristo ed alla Sua Santa Chiesa Cattolica da un uomo che sarebbe un Cardinale di Nostro Signore.
«In Germania – ha detto alla radio dell’arcidiocesi di Colonia – ci sono voci che il Vaticano abbia ‘ceduto’ nei confronti dei lefebvriani e il cardinale mi ha rassicurato che non è così». Lo stesso Koch, nei prossimi giorni in Israele, oggi ha tenuto una ‘lecture’ alla pontificia università San Tommaso d’Acquino (Angelicum) ed ha scandito: «Tutte le decisioni dottrinali del magistero sono vincolanti per un cattolico, anche il Concilio vaticano II con tutti i suoi testi».
E’ evidente che non è proprio così.
Lasciando stare l’annosa vicenda, seppur reale, sulla pastoralità del concilio Vaticano II, dove sono i duemila anni di magistero della Chiesa che questi pseudo cattolici in berretta rossa continuano a calpestare ed infangare adorando creature della stessa loro natura? Tanto più – ha spiegato accanto al rabbino Jack Bemporad – che nelle atrocità senza precedenti della Shoah i cristiani sono stati «sia autori dei crimini sia vittime» e «il flagello dell’antisemitismo sembra essere non estirpabile nel mondo di oggi».

40enni in fuga dalla Chiesa

        Lo "scisma rosa" sta cambiando il volto del cattolicesimo VATICANISTA DE LA STAMPA L'argomento è affrontato in un articolo di Armando Matteo «La fuga delle quarantenni - Nuovi scenari del cattolicesimo italiano», e acquista particolare interesse alla luce della riflessione dei vescovi italiani, che cominciano oggi la loro 64.ma assemblea generale con come primo punto all'ordine del giorno il ruolo degli adulti: «gli adulti nella comunità: maturi nella fede e testimoni di umanità», è il titolo scelto dalla Cei. L'autore del saggio, docente di Teologia fondamentale all'Urbaniana, mette a fuoco «il progressivo allontanamento delle giovani generazioni femminili dal cattolicesimo», un «elemento di novità particolarmente significativo ed allarmante, - commenta - in un Paese in cui la trasmissione della fede è da sempre matrilineare».

Capram et caules transferre...?

Apparizioni di Medjugorje, la Commissione Vaticana sottoporrà entro fine anno un pronunciamento da sottoporre a Papa Benedetto XVI.

Il cardinale Vinko Pulijc, arcivescovo di Sarajevo, ha dichiarato che la decisione della Chiesa sui fatti di Medjugorje verrà presa con ogni probabilità entro quest'anno. Ancora sei-sette mesi di lavori, poi entro la fine di quest’anno la commissione internazionale d’inchiesta sulle apparizioni di Medjugorje presieduta dal cardinale Camillo Ruini concluderà i suoi lavori con un pronunciamento che sarà sottoposto alla Congregazione per la dottrina della fede e quindi a Benedetto XVI.

All’inzio delle apparizioni di Medjugorje era stata costituita una commissione diocesana, la quale aveva poi passato la mano alla Conferenza episcopale della Jugoslavia, che però non era riuscita a pronunciarsi sulla soprannaturalità o meno dei fenomeni, concludendo, nel 1991, con la dichiarazione «non constat de supernaturalitate», cioè «non consta la soprannaturalità»: si tratta della classica espressione prudenziale, non essendo stati i vescovi in grado né di approvare né di bocciare, segno che se non vi erano elementi sufficienti per dire «sì», non vi erano nemmeno prove che si trattasse di una truffa come sostenuto invece dal vescovo di Mostar. 

Lifeday: un flop annunciato

Foto pubblicate da Riscossa cristiana sul Lifeday convocato da Carlo Casini a Roma.
2000 persone circa, quasi vuota la sala che ai tempi della presidenza Migliori (quando ognuno si mobilitava a sue spese) si riempiva sino all’ultimo posto. Che dire? Bastano le foto!
Eppure su ZenitAntonio Gaspari, giornalista  di “Sì alla vita”, ha scritto che i presenti erano, si badi bene, 18.000! Gli è scappato uno zero… voleva scrivere 1800…
f1

Che pena! ...ora appaiono le "veggenti"

temponuovo.net: Vicka avvistata a Medjugorje, 19 maggio 2012



Vicka avvistata ieri 19 maggio 2012 a Medjugorje, all'uscita dalla chiesa, in occasione delle Cresime, in splendida forma. Giravano voci che era "gravemente ammalata". Se lo è, ha un gran bell'aspetto :-)


temponuovo.net: Vicka avvistata a Medjugorje, 19 maggio 2012

domenica 20 maggio 2012

Dietro le lettere rubate in Vaticano lo scontro per il potere


Dice Gianluigi Nuzzi che “Maria”, la fonte col nome in codice che gli ha passato le lettere riservate (molte quelle inviate da più persone a Benedetto XVI e al suo segretario particolare Georg Gänswein) che formano il corpo del suo ultimo libro “Sua Santità” (Chiarelettere) contro il quale la Santa Sede ha annunciato ieri di voler ricorrere per vie legali per “furto” e “ricettazione”, nasconde in realtà più persone: seconde file all’interno della curia romana che trasportano all’esterno delle sacre mura leonine questi leaks al fine di portare finalmente alla luce situazioni di pesante omertà.

CASO ORLANDI


 - IN UNA BOMBASTICA LETTERA ANONIMA IL RUOLO DELL’EX RETTORE DI SANT’APOLLINARE PIERO VERGARI (INDAGATO PER SEQUESTRO DI PERSONA) NELLA SCOMPARSA DELLA RAGAZZA - “ERA MEZZANOTTE E CI APRÌ PERSONALMENTE MONSIGNORE. ENTRAMMO IN UNA SPECIE DI STUDIO O SACRESTIA E DALLA PORTA VIDI PER TERRA UNA RAGAZZA MOLTO GIOVANE. SEMBRAVA MORTA. MI DISSE DI ACCOSTARE L’AUTO ALL’ENTRATA CON IL BAGAGLIAIO APERTO…”

Giacomo Galeazzi, Francesco Grignetti per La Stampa

Monsignor Piero Vergari, l'ex rettore della basilica di Sant'Apollinare, è l'indagato eccellente della nuova inchiesta che riguarda la scomparsa di Emanuela Orlandi. Ieri, all'esplodere dello scandalo, ha ostentato sicurezza: «Nell'ispezione non hanno trovato nulla se non appunto il corpo di De Pedis. Tutte quelle ossa ritrovate non sono altro che ossa antichissime, risalenti a secoli fa, quando anche i laici venivano sepolti nelle chiese. Ora dicono che faranno indagini approfondite ma non vedo proprio che cosa possano trovare. Sono tranquillo, non ho nulla da nascondere».
PAPA RATZINGER E DON VERGARIPAPA RATZINGER E DON VERGARI EMANUELA ORLANDIEMANUELA ORLANDI Gli investigatori cercano le tracce dei corpi di Emanuela e anche di Mirella Gregori.

IL SENSO DEL VATICANO PER LA LIBERTA’ DI STAMPA


. SCARSO - ANZICHÉ DIRE SE LE LETTERE SONO VERE O FALSE, SE È VERO CHE DINO BOFFO ACCUSAVA IL CARDINAL BERTONE, LA CURIA DENUNCIA IL LIBRO DI NUZZI: “UN ATTO CRIMINOSO” - L’IRA DI BOFFO: “LETTERE PRIVATE SCRITTE AL PAPA FINISCONO SUI GIORNALI O NEI LIBRI E QUESTO È UN FURTO IN PIENA REGOLA. SE NUZZI NON SI È INTRODOTTO LUI STESSO NELLE STANZE DEL VATICANO, ALLORA È UN RICETTATORE. E I RICETTATORI PORTANO IL LORO MATERIALE SULLE BANCARELLE, NON NEI NEGOZI”…

Gianluigi Nuzzi cover Sua Santità
Gianluigi Nuzzi cover Sua Santità

1- "UN ATTO CRIMINOSO"
GIANLUIGI NUZZI CLAWNESCO
GIANLUIGI NUZZI CLAWNESCO                                                                     
Giovanna Cavalli per Corriere della Sera
            Su quelle carte segrete che non lo sono più, il Vaticano non ha intenzione di lasciar correre. Anzi è pronto a sporgere denuncia con un'azione legale internazionale per quello che considera a tutti gli effetti «un atto criminoso». Ovvero la sottrazione e la pubblicazione di documenti della Santa Sede e di lettere private del Papa che «non si presenta più come una discutibile e obbiettivamente diffamatoria iniziativa giornalistica».

Dialogo ebraico-cristiano



 Card. Koch: risvolti ambigui e strumentalizzazioni improprie

Il cardinale Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e della Commissione della Santa Sede per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, ha tenuto la "Berrie Lecture"  invitato dal Centro Giovanni Paolo II per il dialogo interreligioso - di cui è presidente il rabbino Jack Bemporad - organizzata presso la Pontificia Università San Tommaso d'Aquino (Angelicum) di Roma, in collaborazione con la Russell Berrie Foundation. La lecture del cardinale Koch è stata dedicata a cinquant'anni di dialogo tra i cristiani ed ebrei sulla base della dichiarazione conciliare sulle religioni non cristiane Nostra Aetate. Ancora non è disponibile il testo integrale del suo intervento, ma l'Agenzia SIR, ne ha dato un resoconto qui. Da esso stralcio alcuni punti. Da notare la conquista dell'uditorio ebreo, per mezzo di slogan e di una emozionalità a buon mercato. Se ne parlo è perché la questione sta avendo eco sui media di tutto il mondo e mi sembra quindi importante che ci sia spazio anche per la nostra visuale dei fatti.
Ritengo utile al riguardo la consultazione di un mio vecchio articolo, del quale riporto in conclusione le note finali.

Presbiteri non ambigui


IL M. R. P. EUGENIO SCAMPORLINO OFM CAPPUCCINO . 1827 - 1911 .

MEMORIE STORICHE , PUBBLICATE DAL PADRE SAMUELE CULTRERA OFM CAPPUCCINO . ( 1955 ) .

ASCENSIONE DEL SIGNORE 2012

PARTE PRIMA

Singolarissima Figura di Frate e di Asceta , Padre Eugenio Scamporlino DOMINA SOVRANO AL DISOPRA DI TUTTI I FRATI SORTINESI , E SOLO PUO’ STARE A FRONTE DEI MIGLIORI CHE ABBIA AVUTO LA PROVINCIA DI SIRACUSA nel secolo passato . ( Nato il 2 Novembre 1827 , vestì l’Abito Religioso il 7 Novembre 1845 e venne Ordinato Sacerdote nel 1852 ) .
Dotato da Dio di Particolari ATTITUDINI , sin dall’infanzia l’aveva fatto da Oratore , salendo su sedie , su casse o su massi , tanto che suo padre , AMMIRATO DA CIO’ , l’affidò al SANTO SACERDOTE DON MICHELE MAGNANO , che lo ISTRUI’ convenientemente .
Indossate le SERAFICHE LANE nel 1845 , espletati volenterosamente gli studi e promosso al SACERDOZIO , si IMPOSE non solo per la Dottrina , ma altresì per la GRANDE AUSTERITA’ DELLA VITA , la PRUDENZA AMMIRABILE e la SOLITUDINE in cui MATURO’ IL SUO SPIRITO .

DUE “CREDO” NELLA NUOVA LITURGIA CATTOLICA? COLORO CHE ASPIRANO AD UN “CATTOLICESIMO PROTESTANTE”

Pontifex.Roma
(In foto il dott. Bruno Tarquini, Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione) [...] Avevo fin da giovanissima età imparato il “Credo”, una delle principali preghiere della cattolicità, in una certa e semplice versione. All’improvviso, durante una Messa celebrata qualche anno dopo il Concilio Vaticano Il una strana novità mi colpì, sotto forma di una certa apposizione che non avevo mai sentito prima e che immediatamente mi sembrò che urtasse contro quello che era stato fin ad allora il “Credo” da me conosciuto. Questo problema mi rimuginò nella testa e creò dentro di me la percezione che qualcosa di estraneo e di incompatibile fosse penetrato in quella preghiera e probabilmente nella dottrina cattolica, quale mi era stata insegnata. Il mio articolo apparso sul n. 436 di “Chiesa viva”, avendo in verità una portata ben più ampia, quale l’aspirazione di certi ben noti ambienti internazionali a conseguire il potere mondiale, ...

Stop Vatileaks

         «Pubblicare i documenti del Papa è un atto criminoso.Sono stati violati i suoi diritti». La Santa Sede ricorrerà alle vie legali, «anche a livello internazionale», dopo l'ennesima fuga di documenti interni della Curia romana
A far esplodere una carica che covava da tempo, dopo lo stillicidio dei "Vatileaks" è stata oggi l'uscita del libro di Gianluigi Nuzzi, che contiene una serie di incartamenti riservati del Vaticano, di lettere inviate all'appartamento papale, su vicende di cui si è molto parlato, dal caso Boffo alla rimozione di Viganò, fino a testi scritti dal presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi su temi fiscali, note su cene private tra il Papa e il presidente Napolitano, questioni come l'atteggiamento da tenere sul sequestro Orlandi. E la decisione presa è quella di non rimanere a guardare, ma di agire in sede di giustizia. Il Vaticano passa al contrattacco sulla pubblicazione di documenti riservati della Santa Sede e, nel nuovo libro di Gianluigi Nuzzi «Sua Santità», anche di lettere private scritte al Papa e al suo segretario particolare.

sabato 19 maggio 2012

LA SVEGLIA


 “SINE GAUDIO NEC SPE” DEI DOTTI ADDORMENTATI!

L’EDITORIALE DEL VENERDI



di Arai Daniele
Veramente istruttiva è la lettura del libro sul «perché dopo il Vaticano II la Chiesa è entrata in crisi. Perché si risveglierà». Parlo del «La Bella Addormentata» (BA) di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro (Avamposti, Vallecchi, Firenze, 2011).
Oggi, dopo i lavori di Mons. Gherardini[1], di Roberto di Mattei e delle testimonianze di due vescovi, sembra che lo spazio per evocare la verità cattolica sia allargato.
A questi libri si possono aggiungere altri, per esempio quelli di P. John O’Malley s.j., «Che cosa è successo nel Vaticano II (Vita e Pensiero, Milano, 2010); quello di don Andrea Mancinella, «1962 – Rivoluzione nella Chiesa», (Ed. Civiltà, Brescia, 2010), l’altro di don Luigi Villa, Vaticano II DIETRO FRONT, della stessa sua editrice, e «Cien años de modernismo, genealogia del Vaticano II» di P. Dominique Bourmaud (Ediciones Fundación San Pio X, Buenos Aires, 2006).
Sono solo alcuni libri, vicini ai quali i miei vecchi articoli e traduzioni in materia, così come il mio «L’Eclisse del Pensiero Cattolico», del 1997, hanno solo il pregio modesto dell’anticipo; ma forse pure il piccolo pregio dell’accento dato al gaudio del dovere cattolico e della speranza nella soluzione secondo i disegni divini per i nostri tempi e secondo la legge della Chiesa – fedele a tali disegni in ogni tempo.

Miserachs: “Non siamo riusciti a conservare la grande ricchezza del canto gregoriano”


di Linda Cappello
Cinquant’anni sono trascorsi dall’inizio delle riforme volute dal Concilio Vaticano II. In campo musicale, quale può essere il bilancio di questo cinquantennio?
Il bilancio è purtroppo negativo. Il Concilio Vaticano II ha espresso una volontà di rinnovamento, ma nella continuità della tradizione che veniva dall’opera di San Pio X, il quale nella sua riforma della musica liturgica si rifece alla polifonia classica e dette nuovo vigore al canto gregoriano.
Il filo di questa continuità si è spezzato, non siamo stati in grado di conservare la ricchezza della tradizione del canto gregoriano. Per non parlare del latino. Sono stati messi al bando questi tesori della tradizione, ai quali il concilio non voleva assolutamente rinunciare. Nè siamo stati in grado di creare dei lavori nuovi, nonostante la presenza di musicisti ben preparati, sulla scia della grande tradizione musicale della chiesa.

Addàpassà à nuttàta...

Poche parole, ma… lettere tonde!
Nel comunicato della Santa Sede sui rapporti con la Fraternità Sacerdotale San Pio X



Come anticipato da agenzie di stampa, oggi, 16 maggio 2012, si è riunita la Sessione Ordinaria della Congregazione per la Dottrina della Fede ed è stata discussa anche la questione della Fraternità San Pio X.

In particolare è stato esaminato il testo della risposta di S.E. Mons. Bernard Fellay, pervenuta il 17 aprile 2012, e sono state formulate alcune osservazioni che saranno tenute presenti nelle ulteriori discussioni tra la Santa Sede e la Fraternità San Pio X.

In considerazione delle posizioni prese dagli altri tre Vescovi della FraternitàSan Pio X, la loro situazione dovrà essere trattata separatamente e singolarmente.

[00679-01.01]
[B0283-XX.01]




Che bisogno c’era di un comunicato in cui si dice quasi niente eppure si tratteggia un intero programma canonico e teologico?

Domanda inopportuna?
Ma è il comunicato ad essere formulato in maniera tale da suscitare,
non una, ma una miriade di domande!

Prima osservazione.

Non solo Lolek....(per fortuna!)

Supplica di intellettuali polacchi,
al Sommo Pontefice
Benedetto XVI
per chiedere un studio approfondito
del Concilio Vaticano II

5 aprile 2012   
La supplica, tradotta dal polacco,
è stata pubblicata su DICI


Santissimo Padre,

Il prossimo 50° anniversario della convocazione del Concilio Vaticano II e la dichiarazione del 2012 come “Anno della fede”, proclamato da Vostra Santità con la Lettera Apostolica Porta Fidei dell’11 ottobre 2011, sono delle buone occasioni per occuparsi in modo più approfondito degli insegnamenti contenuti nei documenti del Concilio (1). Il compito principale del Concilio sembrava essere in conformità con l’appello lanciato da uno dei Vostri predecessori, Paolo VI, che dichiarava: «la Chiesa deve approfondire la coscienza di se stessa, meditare sul mistero che le è proprio, esplorare a propria istruzione ed edificazione la dottrina, già a lei nota e già in questo ultimo secolo enucleata e diffusa, sopra la propria origine, la propria natura, la propria missione, la propria sorte finale» (2). In effetti, numerosi osservatori constatano che il Vaticano II, che ha seguito fedelmente le indicazioni di Paolo VI, ha dotato la Chiesa di un più alto grado di coscienza di sé (Ecclesia ad intra) e delle sue relazioni col mondo contemporaneo (Ecclesia ad extra) (3).

Con il vantaggio di uno sguardo retrospettivo su mezzo secolo, sembra appropriato valutar la risposta data dal concilio pastorale Vaticano II a questa domanda spesso avanzata: Chiesa,  cosa dici di te stessa (Ecclesia, quid dicis de teipsa)?

Bisogna notare, tuttavia, che il centro della riflessione non verte né su «gli aspetti pratici della ricezione e dell’applicazione [dei documenti conciliari] insieme positivi e negativi», né su «la natura dell’assenso intellettuale che è dovuto agli insegnamenti del Concilio» (4). Ciò che si vuole intendere è piuttosto una profonda comprensione dottrinale e pastorale del contenuto dei documenti del Concilio, al fine di determinare se – e se sì, in quali aspetti – gli insegnamenti del concilio Vaticano II hanno effettivamente risposto all’aspirazione della Chiesa di «approfondire la coscienza ch’essa deve avere di sé, del tesoro di verità di cui è erede e custode e della missione ch'essa deve esercitare nel mondo» (5).