ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 11 gennaio 2017

Come e perché





58:29

Il vaticano II e la Santa Vergine...

Come e perché il vaticano II ha bloccato l'esaltazione della Santa Vergine nella storia , conferenza di ( Padre Giulio Tam )







Le apparizioni e il messaggio di Fatima secondo i manoscritti di suor Lucia

La cultura dello scarto


Francesco: come ti distruggo il bello dei musei vaticani

Da un servizio di Vatican Insider a firma di Andrés Beltramo Álvarez e pubblicato il 27 settembre 2016, apprendiamo che papa Francesco ha una sua personale idea dell’arte, e questo ci sembra legittimo e al tempo stesso fin troppo comune, ma quando leggiamo che egli vuole trasferire questa sua idea personale in Vaticano, ridimensionando l’impostazione dei musei vaticani per trasformarli in un luogo dove si espongono i lavori degli artisti moderni, soprattutto di provenienza “popolare” e di tendenza “innovativa”, ci siamo chiesti se Francesco non abbia trovato il modo di distruggere anche la memoria plastica di questa Chiesa che ha dato prova di odiare fin da quando ha messo piede nelle stanze vaticane.


Il piccone della misericordia!

Un licenziamento, una demolizione: la nuova curia eccola qui


Vaticano

La riforma della curia vaticana che papa Francesco sta attuando è compiuta in parte alla luce del sole e in parte nell'ombra.
Tra i provvedimenti presi recentemente nell'ombra ve ne sono due emblematici.
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Sul primo ha sollevato il velo il vaticanista Marco Tosatti, quando il 26 dicembre diede notizia dell'ordine dato dal papa a un capo di dicastero di licenziare in tronco tre suoi ufficiali, ordine dato senza spiegazioni e senza accettare obiezioni.
Oggi si sa che il dicastero in oggetto non è di second'ordine, è la congregazione per la dottrina della fede. E i tre licenziati godevano del pieno apprezzamento del loro prefetto, il cardinale Gerhard L. Müller, a sua volta fatto segno di ripetuti atti di umiliazione, in pubblico, da parte del papa.

In cauda tantum?

Passer mortuus est meae puellae…

Echi dell’incontro di martedì 10 gennaio in Sala Stampa vaticana per la presentazione del nuovo settimanale de “L’Osservatore Romano”, con il Sostituto Segretario di Stato Angelo Becciu e il direttore Giovanni Maria Vian. In sala anche il prefetto della Segreteria per la comunicazione vaticana Dario Edoardo Viganò.  
Lugete o Veneres Cupidinesque/et quantum est hominum venustiorum/passer mortuus est meae puellae… Calma, ragazze e ragazzi: non siamo ancora a questo punto. Se Catullo piangeva la morte del passero della sua morosa, non è ancora il caso di mettersi in gramaglie per il trapasso de “L’Osservatore Romano” come è universalmente conosciuto, anche se…il rischio incombe minacciosamente. Quello cioè che il glorioso quotidiano cartaceo della Santa Sede venga ridotto in quanto tale ai minimi termini, quelli delle poche decine di copie per edicole e Congregazioni attorno a piazza San Pietro.

Lo sapremo presto? Lo sapremo mai?


OCCHIONERO, OCCHIO-PIRAMIDE, OCCHIO A RAVASI. MA E’ ANCORA PRESTO.



Mi hanno telefonato in cento: il mio parere sui fratelli spioni Occhionero, che hanno infiltrato le mail di Mario Draghi, Ravasi, Monti, massoni sciolti e a pacchetti. Cosa ne penso. Cosa volete ne pensi. E’ troppo presto   per capire i media riempiono il vuoto con fuffa e polvere negli occhi, interviste a  Genchi e altri depassés,   il consueto rumore di fondo utilissimo.
Io dico: aspettiamo. La sola cosa che sembra certa è che i due Occhionero sono: amici dell’ambasciatore  Usa a Roma. Residenti a Londra. Interni a potenti ditte finanziarie della City.  Con aiuti tecnici e politici in Usa per la loro impresa di hackeraggio.  La moglie, cittadina americana. Il fratello Occhionero, oltre che gran maestro della loggia romana, è anche introdotto nella gran loggia dell’illinois.

LOGGIA ILLINOIS












“E’ stato beccato grazie alla collaborazione dell’Fbi con la polizia italiana, ma NON delle altre agenzie americane”, mi dice il noto amico di Washington: “il repulisti dell’intelligence Usa”! (voluto da Trmp e dal suo quartier  generale)  “ha raggiunto l’Italia?”. Si noti il punto di domanda.   E’ troppo presto per farne a meno.
Ricordiamo solo che una parte dell’Fbi ha forzato il suo direttore, Comey, ad aprire controvoglia le indagini sulla Clinton in piena campagna elettorale (Comey poi le ha subito chiuse: lì si arrivava al Pizzagate attraverso il computer del marito sessuomane di Huma Abedin). E’ quell’ FBI che oggi apre agli  inquirenti italiani i servi dell’occhio della piramide? Sembra ragionevole.
A me personalmente interesserebbe molto vedere le liste che  ing. Occhionero  ha stilato, in ordine  alle caratteristiche dei  personaggi: “politici”,  “cardinali”,”masson”…  Per esempio monsignor Ravasi è catalogato come massone? E Monti? E  Draghi?
Ma soprattutto Ravasi. Forse si ricorderà che pubblicò su 24 Ore, il 14 febbraio 2016, un inatteso invito ai “cari  fratelli massoni”  a cui la nuova Chiesa di Begoglio, dopo 500 condanne in due secoli, allarga le braccia  tutte misericordia.    Il papa che è stato salutato ufficialmente dal Grande  Oriente  a poche ore dalla sua elezione,, come quello  sotto il quale “la Chiesa non sarebbe  più stata come prima”.  Il papa  che, quando atterra in qualche paese estero, la massoneria locale gli fa trovare manifesti di benvenuto.  Il  Papa che pochi giorni fa  ha    di nuovo  invocato   (come l’ha già fatto in Laudato Si)  “una autorità politica mondiale” nuova, “per ridurre l’inquinamento”,  munita di una banca centrale globale emettitrice di  una moneta unica, “per la salvezza dell’umanità”   e “lo sviluppo”.  Il Papa che  ha compassione per l’ambiente e nessuna per  i Francescani dell’immacolata…
Secondo una vocina interna al Vatiano, sarebbe Ravasi, in realtà, il grande promotore degli  eventi che portarono alle dimissioni di Benedetto XVI. La sua appartenenza alla lista Massoneria sarebbe di notevole significato.
Lo sapremo presto? Lo sapremo mai?
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CHIESA E MASSONERIA, LE AMBIGUITÀ DEL CARDINALE

Padre Rosario Esposito (1921-2007), religioso paolino che alla fine della vita ha deciso di rendere pubblica la propria affiliazione alla massoneria, ha calcolato che la Chiesa ha emesso 586 condanne contro l’ordine dei liberi muratori. Moltissime. La ragione di tanto reiterato interesse da parte dei Papi è principalmente dovuta all’instancabile azione lobbistica dei fratelli che non smettono mai, all’indomani di ogni nuova condanna, di professarsi tutt’altro che ostili alla Chiesa cattolica.















Il sacerdote Paolino massone, don Rosario Esposito, in una foto col grande Fondatore il Beato Giacomo Alberione (foto Belluschi)


I Papi non avrebbero visto giusto e, in ogni caso, il nuovo tipo di massoneria avrebbe abbandonato ogni forma di ostilità nei confronti della Chiesa.

La prima condanna antimassonica è emessa da Clemente XII nel 1738 solo pochi anni dopo la fondazione della Gran Loggia di Londra nel 1717. Tenuto conto che ripetuti giuramenti vincolano al segreto i fratelli massoni per tutto quanto riguarda la vita di loggia, tenuto conto anche che la violazione del patto stipulato comporta la pena di morte, la tempestività della condanna è prodigiosa. Nella lettera apostolica In Eminenti papa Corsini specifica che il suo pronunciamento riguarda tutte le associazioni di tipo massonico, indipendentemente dal nome con cui vengono chiamate. Particolare di non poco conto.

L’ultimo pronunciamento a carico della massoneria è emesso il 26 novembre 1983 dal cardinal Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, che scrive con l’esplicita approvazione del Santo Padre Giovanni Paolo II. La secolare condanna è ribadita nei termini più netti. La motivazione della reiterazione del pronunciamento è dovuta –una volta di più- al non aver il Codice di Diritto Canonico del 1983 esplicitamente condannato la massoneria: dalla mancata ripetizione della scomunica le logge deducono (meglio, affermano e divulgano di dedurre) che l’ostilità ecclesiastica nei loro confronti è finita.

Questo rapido excursus è necessario per cercare di capire l’articolo (“Cari fratelli massoni”) che è stato pubblicato da Il Sole 24 Ore domenica 14 febbraio a firma del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Il cardinale dà risalto a «un interessante volumetto» che, oltre alla Dichiarazione di Ratzinger, riporta «due documenti di altrettanti episcopati locali, la Conferenza episcopale tedesca (1980) e quella delle Filippine (2003)». A partire dall’analisi di questi testi Ravasi giunge alla conclusione che, proprio come scrivono i vescovi tedeschi, «bisogna andare oltre “ostilità, oltraggi, pregiudizi” reciproci, perché “rispetto ai secoli passati sono migliorati e mutati il tono, il livello e il modo di manifestare le differenze” che pure continuano a permanere in modo netto».

Cosa dicono i vescovi tedeschi? Ripercorriamo i punti salienti della Dichiarazione nell’ordine in cui vengono menzionati: è possibile ipotizzare un nuovo rapporto fra Chiesa cattolica e massoneria, si domandano i presuli? «L’opinione che la Libera Muratoria si fosse a tal punto trasformata, che la precedente posizione della Chiesa fosse superata» è stata diffusa tramite «un’ampia attività rivolta alla pubblica opinione, in forma di convegni, sedute aperte di logge, pubblicazione di libri, articoli in giornali e riviste» (curiosamente la Dichiarazione parla di articoli in giornali). I vescovi precisano: l’opinione menzionata fu favorita da un certo modo, completamente falso, di interpretare l’ultimo Concilio «come se la Chiesa avesse abbandonato l’idea orientatrice di una verità obiettiva, sostituendola con quella della dignità umana. Ne conseguirebbe un rapporto di vicinanza fra la Chiesa cattolica e la Libera Muratoria».

Le cose non stanno così perché «la Libera Muratoria mette in questione la Chiesa in modo fondamentale».  É vero che «sono migliorati e mutati il tono, il livello e il modo di manifestare le differenze» come è vero che la Chiesa sa di dover collaborare «quando si tratta del raggiungimento di fini umanitari e caritativi» (e quando mai è successo il contrario?), ma è altrettanto vero che «La Libera Muratoria non è mutata nella sua essenza» e che quindi «l’appartenenza contemporanea alla Chiesa cattolica e alla Libera Muratoria è esclusa». Le dichiarazioni di incompatibilità non «impediscono, però, il dialogo», scrive Ravasi. La notazione è curiosa perché non c’è periodo storico in cui la Chiesa non sia stata aperta al confronto. E questo vale dall’inizio.

A cominciare dalla Prima lettera di Pietro («pronti sempre a rispondere a chi vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto»), per continuare con tutto il pensiero filosofico cristiano (vedi la Città di Dio di Agostino o la Summa di Tommaso). Alla massoneria appartiene invece la teorizzazione di un tipo di dialogo particolare, funzionale alla scomparsa della verità cattolica: «Il gran punto sta nel dividere dal Papa il maggior numero possibile di cattolici […] Modo lento, ma certo, a combattere e spegnere il mostro chiamato superstizione cattolica, il quale s’incarna nel Papa e nell’esercito clericale, sì numeroso e sì bene ordinato, è la libera discussione, il cui suono rintrona ormai fin entro le mura del Vaticano», scrive nel 1871 il massone Giuseppe Ricciardi.

Dopo aver parlato di dialogo, il cardinale scrive una frase allusiva che risulta incomprensibile: bisogna «superare quell’atteggiamento di certi ambienti integralisti cattolici che –per colpire alcuni esponenti anche gerarchici della Chiesa a loro sgraditi- ricorrevano all’arma dell’accusa apodittica di una loro appartenenza massonica». A chi si riferisce Ravasi? Chi sono coloro che screditano alcuni membri della gerarchia (quali?) addebitando loro un’appartenenza massonica non dimostrata? L’arma di cui parla Ravasi ha un nome preciso, si chiama calunnia. L’accusa andrebbe pertanto circostanziata, trattandosi di materia grave. Altrimenti si tratta di fare di tutta l’erba un fascio.

Forse non sarebbe stato male, oltre alla citazione di un documento prodotto da una singola Conferenza episcopale, fare qualche cenno al ricchissimo, sempre chiaro e netto magistero pontifico, magistero che mette ripetutamente in evidenza anche il carattere satanico del progetto massonico. Cosa rimane dalla lettura dell’articolo di Ravasi? La sensazione che il dialogo fra massoneria e Chiesa cattolica vada ufficializzato, superando la secolare contrapposizione frontale. Non sarebbe male se, per l’ennesima volta, la Santa Sede tornasse a pronunciarsi contro la massoneria.

Percussoris laetitia

ULTIM'ORA Card. Burke sconfessa Müller: "Amoris Laetitia è pericolo perla fede. La correzione del Papa ci sarà. Non temo di perdere la porporama temo di più il giudizio di Dio"


Dopo le recenti dichiarazioni del Card. Müller con cui escludeva pericoli per la dottrina e la fede, e le minacce paventate  dal decano della Rota Romana sullo "scardinalamento" dei 4 porporati dei dubia, il Card. Burke ha dichiarato che se il papa non provvederà a rispondere sulle 5 domande, l'atto di correzione formale del papa ci sarà. Eccome.

C.V.D.

Avvocato Enrico Tuccillo, Legale di Padre Manelli


01:38

Studio Associato Avv. Enrico Tuccillo il 10 gennaio 2017. E' in atto un'operazione tesa ad attribuire a Padre Manelli l'assurda accusa di avere armato il feritore dei due frati di "Santa Maria Maggiore".

https://gloria.tv/video/rBdVTosZXm7b2nt9Jq1EbmKzP

Questa è la verità della nostra storia …  

fig-56-immacolata-fra-i-ss-francesco-e-gaetano-pisticci-chiesa-di-s-antonioConsiderazioni di un “osservatore” sui “frutti” del commissariamento ai poveri “Francescani dell’Immacolata”.
C’è modo e modo di trattare una cosa. Altro è trattare una cosa preziosa, altro trattare una cosa di poco conto. E’ ovvio che trattare una cosa preziosa esige un’attenzione e premura proporzionate alla preziosità della cosa: si potrebbe esigere, cioè, la presenza di uno “stile”, maggiore o superiore, che fa unità con la preziosità della cosa, che comporta di per sé cura, interesse e nobile salvaguardia davvero speciale…

martedì 10 gennaio 2017

La Veritaaaà

La Chiesa devastata ha tolto il Latino - è stato un delitto




01:53

"La Chiesa ha cacciato via preti che dicevano la Messa in Latino" (Vittorio Sgarbi)


Populismo xenofobo?



Prima ascoltate il video di Sgarbi. Poi commentate. Sgarbi si comporta forse come i matti letterari di Zavattini che però dicono sempre la Verità. O come diceva Zavattini, la Veritaaaà. E' chiaro che un giorno o l'altro gli metteranno la camicia di forza, ma intanto le canta chiare.

.. se possibile..

ATTENZIONE! Iniziati i Miracoli del Falso Profeta?



Sebirblu, 7 gennaio 2017

Sembra che le sorprese su questo Papa (cfr. all'etichetta "Bergoglio") siano destinate a protrarsi, visto che ad ogni piè sospinto fa sobbalzare chiunque abbia una benché minima conoscenza cristica e dottrinale. (cfr. QUI).

Disse infatti Gesù: "Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete" (Mt. 7, 15-16).

Ed anche: "Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti" (Mt. 24, 24).


Bandiera rossa trionferà sulla Kiesa?

Dopo l'annientamento dei Francescani dell'Immacolata, ora è la volta dell' Ordine di Malta?

 Un altro scontro scuote la Chiesa. Questa volta il campo di gioco è il Sovrano Militare Ordine di Malta, pluri-centenario ordine cavalleresco (“Ordine religioso laicale” che ha, tra i suoi fini, quello del “servizio alla Fede e al Santo Padre”).
Nei giorni scorsi è trapelata la notizia delle dimissioni (forzate) del Gran Cancelliere Albrecht Freiherr von Boeselager il quale avrebbe chiuso gli occhi sulla distribuzione di preservativi negli ospedali dell’Ordine (SMOM) in Africa. Epurazione che non è piaciuta a Papa Francesco, tanto da spingerlo a commissariare i Cavalieri di Malta.
Di seguito riportiamo l'accaduto. Da non perdere l'ultimo articolo e gli atti sconvolgenti del vescovo di Roma...

Vade retro

Meglio ebrei che lefebvrianiCome certi moderni cattolici odiano il cattolicesimo


Hofmann ad un Congresso ebraico in Argentina

E’ risaputo che in Vaticano non vige più la monarchia e che da tempo si è affermata la repubblica. Ora, nonostante in quel luogo un tempo rispettabile e abitato da persone scelte, soprattutto per la loro aderenza al credo cattolico, continuino a trovarsi laureati in abito talare, si verifica per ogni giorno che passa la presenza di sempre più personaggi sui generis che in fatto di comprendonio fanno a gara con i tifosi di calcio del bar dello sport – sia detto con tutto rispetto per questi ultimi, che almeno non vanno a disputare in Vaticano.
Questo nuovo livello intellettivo fa sì che la repubblica vaticana vada intesa nella sua accezione più popolare: quella di caos.

Buona notte!

PAPA FRANCESCO E LA SOFFERENZA

    Ma è proprio vero che il cristiano, per parlare di speranza, deve condividere l’altrui disperazione? Riflessioni sulle idee che il pontefice ha espresso in occasione dell’udienza generale del 4 gennaio 
di Francesco Lamendola  




Nell’udienza generale del 4 gennaio 2017 papa Francesco è tornato su un tema che aveva già trattato, rivolgendosi alla comunità dell’ospedale pediatrico del Bambin Gesù: la sofferenza che colpisce gli innocenti, il dolore di una madre che perde il figlio, come la Rachele dell’Antico Testamento, assurta a simbolo di tutte le madri e di tutte le persone incolpevoli che soffrono per una perdita lacerante, per un dolore straziante.
Le idee che il pontefice ha espresso in quella occasione non sono nuove, nella sua catechesi; pure, questa volta, riteniamo che abbia passato il segno. Pur senza esporsi apertamente all’accusa di eresia – accusa che, comunque, ben difficilmente gli verrà mossa, visto che si è circondato di un esercito di fedelissimi e che la sua politica consiste nell’ignorare, disprezzare o denigrare quanti criticano talune sue iniziative o affermazioni - ha trasmesso dei concetti e condiviso delle riflessioni che non sono affatto in linea con il Magistero della Chiesa cattolica, quale lo abbiamo sempre conosciuto e quale ci è stato insegnato, prima e dopo il Concilio Vaticano II: perché il Magistero non è una opinione, mutevole come tutte le opinioni, ma è l’espressione del dogma, calato nelle più varie circostanze della vita. A meno di pensarla come quel sacerdote modernista belga, che, nella veste d’ispettore scolastico, ha preso nel mirino un insegnante di religione cattolica, Arnaud Dumouch, per il suo modo troppo “tradizionale” di svolgere la sua professione, ad esempio parlando dei miracoli di Gesù e anche di quelli avvenuti a Lourdes, ed è sbottando in queste parole: Come si può ancora seguire il Magistero, oggi, dopo l’affare Galileo? Tanto per la cronaca, diremo che questo bravissimo sacerdote ha anche affermato: Lei ha insegnato che Cristo è davvero resuscitato! Ma non è che un simbolo! Lei fa dell’esoterismo! (vedi l’articolo del giornalista Marco Tosatti, disponibile in rete); e, sempre per la cronaca, aggiungeremo che il calvario dello sfortunato insegnante belga, già rettore dell’Istituto Dottore Angelico, si è concluso con il licenziamento, alla fine del 2015. La sua colpa? Aver affermato che i miracoli esistono, a cominciare a quelli di cui parla il Vangelo.