ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 14 giugno 2017

Le dette bestie

L'inferno visto e raccontato da Santa Veronica Giuliani

«Parvemi che il Signore mi facesse vedere un luogo oscurissimo; ma dava incendio come fosse stata una gran fornace. Erano fiamme e fuoco, ma non si vedeva luce; sentivo stridi e rumori, ma non si vedeva niente; usciva un fetore e fumo orrendo, ma non vi è, in questa vita, cosa da poter paragonare. In questo punto, Iddio mi dà una comunicazione sopra l'ingratitudine delle creature, e quanto gli dispiaccia questo peccato. E qui mi si dimostrò tutto appassionato, flagellato, coronato di spine, con viva, pesante croce in spalla. Così mi disse: "Mira e guarda bene questo luogo che non avrà mai fine. Vi sta, per tormento, la mia giustizia ed il rigoroso mio sdegno". In questo mentre, mi parve di sentire un gran rumore. Comparvero tanti demoni: tutti, con catene, tenevano bestie legate di diverse specie.

Una sintesi che riesca a conciliare gli opposti?


Il piano di “reinterpretazione” della Humanae vitae

(di Roberto de Mattei) Sarà mons. Gilfredo Marengo, docente al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, il coordinatore della commissione nominata da papa Francesco per “reinterpretare”, alla luce della Amoris laetitia, l’enciclica Humanae Vitae di Paolo VI, in occasione del cinquantenario della sua promulgazione, che cadrà il prossimo anno.
Le prime indiscrezioni sull’esistenza di questa commissione, ancora “segreta”, riportate dal vaticanista Marco Tosatti, erano di buona fonte. Possiamo confermare che esiste una commissione, composta da mons. Pierangelo Sequeri, preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, dal prof. Philippe Chenaux, docente di Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Lateranense e da mons. Angelo Maffeis preside dell’Istituto Paolo VI di Brescia. Il coordinatore è mons. Gilfredo Marengo, docente di Antropologia teologica del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II e membro del Comitato Direttivo della rivista CVII-Centro Vaticano II Studi e ricerche.

Marpioni collaudati



ACCATTOLI-RUSCONI: QUINTO ROUND, CON UNA SQUADRA IN AFFANNO

Quinto dibattito Accattoli-Rusconi presso l’Università popolare Upter di Roma. Al centro dell’incontro le considerazioni sul viaggio del Papa in Egitto, i rapporti con l’Islam, il pellegrinaggio a Fatima. Si è discusso tra l’altro  della ‘libertà di parola’ - a titolo anche personale - in pubblico di cui fa ampio uso Jorge Mario Bergoglio. Prossimo appuntamento presso la Cappellania Universitaria de ‘La Sapienza’ di Roma martedì 27 giugno alle 18.30.

Sapete com’è. C’è una partita e c’è la squadra del tic-toc, che, giocando prevalentemente a centrocampo, è molto brava a imporre un ritmo lento, ‘nascondendo’ nel contempo la palla. Marpioni collaudati. E c’è l’altra squadra, che cerca invece di rubar palla e, riuscendoci a volte assai spesso, punta direttamente alla porta ‘nemica’, costringendo l’avversaria a retrocedere precipitosamente, buttare la palla in tribuna, salvarsi in calcio d’angolo, rischiare l’autogol, raccogliere comunque ogni tanto il pallone in fondo alla rete.
In sintesi è quello che è accaduto durante il quinto dibattito su papa Francesco tra Luigi Accattoli e Giuseppe Rusconi, dove il primo è andato più volte in affanno per gli affondi del secondo. L’incontro si è svolto martedì 30 maggio, mentre fuori Roma soffocava già per la prima ondata di calore, dentro lo stadiolo dell’Università popolare Upter di Roma, situato sopra Piazza Venezia, là dove via IV Novembre sta per trasformarsi in via Nazionale.

Eccolo di nuovo..: brutto, sporco e cattivo!

Enzo bianchi e la liturigia, storia di una stereotipata (e noiosa) visione modernista

Fratel Enzo Bianchi
Ci risiamo! Ancora una volta ci dobbiamo sorbettare l’ennesimo pistolotto pseudo-teologico del sig. Bianchi sulla liturgia, conferma di sua visione superficiale e stereotipata, lontana, non solo dalla realtà, ma dal senso stesso che la liturgia ha per la Tradizione cattolica.  È dalle pagine di Avvenire, con uno articolo del 1 giugno, che Bianchi si è cimentato in una analisi nella quale si fa la distinzione, ormai diventata un cavallo di battaglia per i cattolici modernisti, di una chiesa (e conseguentemente una liturgia) brutta, sporca e cattiva pre-Vaticano II e una buona, cosciente e purificata post-Vaticano II. Peccato che quasi tutti i fatti teologici e pastorali degli ultimi cinquant’anni gli diano pesantemente torto. Non solo e non tanto perché le chiese locali, seguendo le scellerate visioni pastorali avanguardiste, si sono svuotate portando tante persone lontane dai sacramenti, primo fra tutti quello dell’ordine sacro, ma soprattutto per l’ostinata convinzione che questa rivoluzione debba essere portata ancora avanti, senza aver la minima idea di dove essa debba realmente condurre. Ma veniamo alle parole dell’onnipresente Bianchi.

Benedetto e Francesco si completano a vicenda



il rapporto tra Papa Benedetto e Papa Francesco, e l’arroganza di Andrea Grillo …


Benedetto XVI ragionò troppo in termini umani, pensò eccessivamente alla sua debolezza umana ― come risulta dal motivo ufficiale del suo atto di rinuncia – e troppo poco in termini di fede, ossia pensò troppo poco alla forza soprannaturale del carisma di Pietro. In ogni caso, non ce l’ha fatta. Difficile sapere se per limiti oggettivi insuperabili, indipendenti dalla sua volontà, per umiltà o per mancanza di coraggio e fede nel carisma di Pietro. Lasciamo a Dio il giudizio sulla sua coscienza e sulle sue responsabilità. Ma il fatto in se stesso resterà alla storia. Benedetto ci è stato di esempio di fedeltà alla dottrina, ma non di esempio nel coraggio.


.
  Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per la gloria di Dio
Rm 15,7
.
.


il Sommo Pontefice Benedetto XVI e il Sommo Pontefice Francesco I, ritratti entrambi in tempi diversi sulla stessa cattedra


A voce alta…


CARDINAL SIRI – ESERCIZI SPIRITUALI (I)


Comincio col dirvi qual è il tema di questi Santi Esercizi, poi ve lo illustro brevemente. Il tema è questo: la perfezione. Di che? La perfezione della vita cristiana.
Noi dobbiamo arrivare alla fine di questi Esercizi con la volontà precisa, inderogabile, concreta, e per noi cogente, di essere più perfetti. Non con la presunzione di essere perfetti, è una cosa diversa, ma con la volontà di esserlo, perché la volontà è umile ed è sempre un dono; la presunzione è superba ed è sempre presunzione. La prima è un dare, l’altra è un rubare. Dobbiamo fissare il punto a cui dobbiamo arrivare. Io vorrei che questi esercizi vi portassero in quella atmosfera spirituale – non sarò certo io a farlo e per questo mi affido alla Grazia di Dio – nella quale si sente che a questo mondo si perde il tempo se non ci si studia di arrivare alla perfezione.
Voi sapete bene che io faccio gli Esercizi con voi e li predico a me stesso; soltanto li predico a voce alta.  […]

Come eravamo..


Preti trendy? Non pigliateli sul serio, pigliateli per il culo, è un atto estremo di perfetta carità cristiana. E adesso vi spiego cos’è davvero volgare …

Oggi, dinanzi a certi preti, per un verso, non ci resta che piangere, per altro verso, non ci resta che prenderli per il culo, perché posta la questione in questi termini, la presa di culo risulterà l’atto estremo, più perfetto e amorevole della carità cristiana, ve lo dice un pretaccioscurrile, che resta intimamente troppo preoccupato di non ingoiare ilcammello dell’eresia [cf. Mt 23,24], per preoccuparsi dell’innocuomoscerino di una salutare parolaccia..
Caro Padre Ariel,
non sono un vecchio nostalgico, ho appena compito 24 anni, e alla mia età le dico che oggi un prete come don Camillo, nato dalla fantasia del mio conterraneo emiliano Giovannino Guareschi, riempirebbe le chiese, specie di giovani. Mentre i preti in abiti casual, tutti ecologiapace e amorevenite immigrati che c’è posto per tutti e via cantando a seguire, le chiese le hanno vuotate. Dentro le chiese oggi sono rimasti quelli che vent’anni li avevano nel 1970, oggi sono in cammino per i settanta, ma sono sempre lì, a strimpellare con le chitarrine. Sa che le dico, forse il mio linguaggio sarà volgare e gliene chiedo perdono, ma i don Camillo di una volta erano uomini con le palle che ispiravano rispetto anche in quelli che non credevano. Oggi tanti preti trendyfanno proprio venir voglia di prenderli per il culo, specie da parte di chi crede ancora, perché a un prete si può perdonare tutto, ma non che sia diventato prete perché totalmente privo di palle […]
Edoardo M. (Modena)
.
.
… i modi all’occorrenza garbati e persuasivi di Don Camillo …

La vita di paglia

QUESTA SÌ CHE È UNA NOVITÀ IN VATICANO. C’È UN ABORTISTA ALLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA.

La Pontificia Accademia per la Vita ha da ieri quarantacinque nuovi membri ordinari. La cosa straordinaria è che uno di questi, il professore Nigel Biggar, è abortista. Secondo quanto riporta il Catholic Herald insegna ad Oxford, dove è Regius Professor of Moral and Pastoral Theology. In dialogo con il filosofo Peter Singer, nel 2011, secondo quanto ha scritto la rivista Standpoint, Biggar ha detto: “Sarei propenso a tracciare una linea per l’aborto a diciotto settimane dopo il concepimento, che è più o meno il primo periodo in cui c’è qualche evidenza di attività cerebrale, e quindi di coscienza. In termini di mantenere un forte impegno sociale a conservare la vita umana in forme limitate, e in termini di non diventare troppo casual per ciò che riguarda la vita umana , abbiamo bisogno di tracciare una linea in maniera molto conservative”.

martedì 13 giugno 2017

Meglio soli, che mal accompagnati..?



IL PAPA VUOL SAPERE, PER ISCRITTO, DOVE VANNO I CARDINALI ROMANI D’ESTATE. CHISSÀ PERCHÉ. TRE IPOTESI.

Erano molti anni, se non addirittura decenni, che questo non accadeva.
I cardinali che abbiamo consultato, così come altre vecchie lame di Curia, sono umanamente certi che questa consuetudine non era in corso durante il regno di Benedetto XVI; e molto probabilmente non accadeva neanche in quello, molto più lungo, di San Giovanni Paolo II.
Quindi, eventualmente, bisogna tornare a Paolo VI; che come sappiamo, è venuto a mancare nel 1978.
Ci riferiamo alla lettera che su impulso della Segreteria di Stato, e probabilmente su impulso del Papa, e probabilmente su impulso di – chi? Uno esperto di Curia, certamente – uno dei suoi consiglieri, forse quello dedito a giocare a Laurenti Beria, ha inviato ai cardinali residenti a Roma.

Non siamo soli..!

DIO BLOCCA MANO Jihadista pronta a Sgozzare FRATE!


"Caino e Abele" di Sebastiano Ricci  (1659-1734)

Ciò che riporto è solo un esempio di come la Fede Vera possa essere determinante e miracolosa per affrontare qualsiasi pericolo si presenti all'uomo, sia di ordine naturale (cfr. QUI statue), che derivante dai nostri simili, a volte demòni incarnati. (Cfr. anche QUI, prete fucilato).

Questi casi passano inosservati ai più, ma non a coloro che conservano nel proprio intimo la CERTEZZA ASSOLUTA di Non Essere Soli.

Essi alimentano costantemente in sé quella Fiamma Viva che li mette al riparo da qualsiasi minaccia e con lo sguardo fisso al Cielo veleggiano su altri livelli, rendendosi irraggiungibili al Male, che al massimo può toglier loro il soffio della vita, ma NON OLTRE!

E mentre i cristiani di tutto il mondo vengono barbaramente perseguitati, oppressi ed uccisi nell'indifferenza pressoché generale, ci ritroviamo con un Pontefice indegno di rappresentare il Cristo in Terra e la Sua Chiesa bimillenaria... ma di questo ne accennerò brevemente poi, perché il Falso Profeta continua imperterrito la sua opera di demolizione, nell'incredibile acquiescenza planetaria.

Strano, no?

Il dr. Gagliardi: "Non abbiamo potuto accertare la sincerità dei veggenti, ma sulle estasi sincronizzate mentivano"


GagliardiIl dottor Giorgio Gagliardi è stato collaboratore del secondo gruppo di studio su Medjugorje (1985) e coordinatore scientifico del terzo (1998).
Dal 1985 al 2002 ha ricoperto l'incarico di vicedirettore del Centro Studi e Ricerche sulla Psicofisiologia degli Stati di Coscienza di Milano e, per l'esperienza maturata in questo campo, rappresenta un'eccezione quasi assoluta nell'ambito delle équipe che sono state impegnate a Medjugorje.


Tali équipe, infatti, sono state formate, in stragrande maggioranza, da medici che non si erano mai avvicinati a fenomeni simili. 
Ciò è dipeso essenzialmente da due motivi: gli studi scientifici delle manifestazioni di tipo mistico sono tuttora in una fase embrionale e i ricercatori con una certa esperienza sono, di conseguenza, molto pochi; inoltre, i team che hanno eseguito, con strumentazione medica, test sui veggenti di Medjugorje non sono stati accuratamente selezionati da un'autorità esterna e al di sopra delle parti, ma sono stati spontanei ed autocostituiti.

Massoteologia e "teologi" all'ammasso


Chi c’era e cosa si è detto al convegno sull’eutanasia promosso dal Grande Oriente d’Italia


I massoni del Grande Oriente hanno deciso di trattare l’argomento scottante dell’eutanasia, nel convegno pubblico “Morire con dignità. Prospettive sull’eutanasia” che si è svolto sabato 10 giugno nel salone della Società Umanitaria di Milano, sullo sfondo di un grande affresco della Crocifissione.

Quo ibĭmus?

Lo hanno detronizzato

Dove andiamo? Quale sarà il termine di tutti gli sconvolgimenti attuali? Non si tratta tanto di guerre, di catastrofi atomiche o ecologiche, ma soprattutto della rivoluzione all'esterno e all'interno della Chiesa, insomma dell'apostasia che conquista popoli interi un tempo cattolici e anche la gerarchia della Chiesa fino al suo vertice.
Roma sembra piombata in un totale ottenebramento, la Roma di sempre è ridotta al silenzio, paralizzata dall'altra Roma, la Roma liberale che la occupa.
Le fonti della grazia e della fede divine si inaridiscono e le vene della Chiesa assimilano ovunque in lei il veleno mortale del naturalismo.
È impossibile comprendere questa crisi profonda senza tener conto dell'avvenimento fondamentale di questo secolo: il secondo concilio del Vaticano.
I mie sentimenti a suo riguardo sono sufficientemente noti, credo, perché io possa esprimere di primo acchito il nocciolo del mio pensiero: senza rigettare in blocco questo concilio, penso che sia il più grande disastro di questo secolo e di tutti i secoli passati, sin dalla fondazione della Chiesa. In questo, io non faccio che giudicarlo dai suoi frutti, utilizzando il criterio che ci ha dato Nostro Signore (Mt 7,16).

Il punto cruciale

Il cristiano non ripone la sua speranza nel mondo



Non dobbiamo riporre la nostra speranza nel mondo: lo ha detto e ripetuto, anche recentemente, monsignor João Scognamiglio Clá Dias, il fondatore degli Araldi del Vangelo, il quale, raggiunta l’età di 77 anni, si è dimesso dalla carica di superiore generale di questa Associazione, specialmente impegnata nel campo della cultura, dello studio e dell’evangelizzazione, che conta migliaia di aderenti, nei due rami maschile e femminile, sparsi su tutti e cinque i continenti.
Veramente tira una brutta aria verso di loro, da quando il famigerato cardinale brasiliano João Braz de Aviz, colui che ha svolto un ruolo di primo piano nell’incomprensibile, e, per taluni aspetti – come la soppressione della Messa in latino, espressamente concessa da Benedetto XVI – illegittimo commissariamento dei Francescani dell’Immacolata,  che perdura ormai da quattro anni e che non è mai stato spiegato ad alcuno, ha lasciato trapelare l’intenzione del Vaticano di procedere ad altre “indagini” su realtà religiose come quella, appunto, degli Araldi.  Noi abbiano una nostra idea sulle ragioni che possono aver determinato questa nuova strategia di attacco, che poi sono le stesse che stanno alla base dell’azione contro i Francescani dell’Immacolata: gli Araldi del Vangelo rappresentano una concezione del Vangelo e della Chiesa che è letteralmente agli antipodi di quella di papa Francesco. La loro impostazione è antimoderna e tradizionale, beninteso nel senso migliore, cioè nel senso autenticamente cattolico, del termine: non ammettono cedimenti, sono molto determinati e molto coerenti nel sostenere che l’evangelizzazione deve dispiegarsi al massimo, senza compromessi e senza cedimenti con il mondo, e con una visione integrale della realtà religiosa: insomma, l’opposto di un certo ecumenismo, di un certo dialogo inter-religioso, di un certo sottile, strisciante secolarismo della neochiesa post-conciliare, impregnata di concezioni laiche e più che disposta a chiude un occhio, se non entrambi, sulla deriva laicista del mondo cattolico, compresa la gerarchia e, per certi aspetti, lo stesso magistero ecclesiastico.

Preghiamo Sant’Antonio che ci faccia questa grazia»


TREDICI GIUGNO

La notizia dell’apparizione della bianca Signora ai tre bambini di Fatima si era diffusa. Essi cominciarono ad avere le prime difficoltà, ad essere trattati da alcuni come degli ingannatori, ma anche ad essere creduti da altri. Non potevano essere falsi quei tre “angeli” come Lucia, Francesco e Giacinta.
         Arrivò così il 12 giugno 1917, vigilia della festa del Patrono della loro Parrocchia, Sant’Antonio da Padova, che però è nato in Portogallo. Tutti i bambini sognavano la musica, i mortaretti, i dolci. «Va bene così, domani c’è gran festa – disse Rosa, madre di Lucia, alle figlie più grandi – la gente non parla d’altro che di Lucia e della Cova da Iria. Noi non le parliamo che della festa e forse Lucia non si ricorderà. Preghiamo Sant’Antonio che ci faccia questa grazia».
       

Anche Fatima ebbe la sua acqua «curativa»

L'acqua di Fatima che dissetava i pellegrini
Quando appare, la Madonna non di rado lascia dietro di sé una fonte miracolosa. Non fa eccezione Fatima, dove però non si tratta di una fonte taumaturgica, ma comunque prodigiosa. Il vescovo di Leira fece scavare dei pozzi per i pellegrini e nonostante l'aridità del terreno si riuscì a trovare l'acqua. Che ristorò i primi pellegrini sulla Cova da Iria.

lunedì 12 giugno 2017

I vari costumi della Madonna



Celeste educazione dei veggenti di Fatima                      

I bambini, che ebbero il privilegio santificante di diventare, da Fatima, missionari della Vergine per il mondo, furono cristianamente educati da una famiglia fervidamente apostolica e da un parroco, che era una barriera contro la rivoluzione massonica. Il cielo, però, intervenne direttamente per prepararli al contatto con la Vergine Santa.
Nella loro intatta ingenuità essi sapevano d’essere sempre accompagnati dall’Angelo custode, perciò non si stupirono troppo quando, nel 1916, ebbero la visione dell’Angelo che li istruì a proposito della protezione celeste sul Portogallo, dell’adorazione dovuta a Dio, specialmente presente nel sacramento dell’altare, e del dovere di essere caritatevolmente solidali nell’espiare i peccati degli uomini in unione col Redentore. Essi non parlarono con nessuno di questo eccezionale catechismo che completava quello familiare e parrocchiale.

La venuta dello Spirito Santo era necessaria

Capitolo II  MISTICA DEL TEMPO DOPO LA PENTECOSTE
Scopo di questo periodo.
Per comprendere bene l'intento e l'importanza di questa stagione dell'Anno liturgico alla quale siamo giunti, è necessario rendersi conto di tutta la serie dei misteri che la santa Chiesa ha celebrati dinanzi a noi e con noi. La celebrazione di questi misteri non è stata un vano spettacolo posto sotto i nostri occhi. Essi hanno apportato con sé ciascuno una grazia speciale che produceva nelle anime nostre ciò che significavano i riti della Liturgia. A Natale, Cristo nasceva in noi; nel tempo della Passione, ci incorporava alle sue sofferenze e ai suoi meriti; nella Pasqua, ci comunicava la sua vita gloriosa; nell'Ascensione, ci trascinava al suo seguito fino al cielo; in una parola, per usare l'espressione dell'Apostolo, "Cristo si formava in noi" (Gal 4,19).
Ma la venuta dello Spirito Santo era necessaria per accrescere la luce, per riscaldare le anime con un fuoco permanente, per rafforzare e mantenere in noi l'immagine di Cristo. Il Paraclito è disceso, si è dato a noi, e vuol risiedere nelle anime nostre e dominare la nostra vita rigenerata. Ora, questa vita, che deve svolgersi conforme a quella di Cristo e sotto la guida del suo Spirito, è raffigurata ed espressa dal periodo che la Liturgia designa con il nome di Tempo dopo la Pentecoste.

In hoc signo vinces

  Indulgenze annesse al segno di croce

PIO PAPA IX.

A MEMORIA ETERNA.

Perfettamente certi che il salutare mistero della Redenzione e la virtù divina si contengono nel segno della Croce di nostro Signore Gesù Cristo, i fedeli della primitiva Chiesa facevano il più frequente uso di questo segno, come ce lo dimostrano i più antichi e più insigni monumenti. É anche con questo segno ch’eglino incominciavano ogni loro azione. Ad ogni movimento, (diceva Tertulliano) ed a ciascun passo, entrando e sortendo, accendendo i lumi, nel prendere il cibo, nel mettersi a sedere, qualunque cosa noi facciamo, ovunque noi andiamo, noi segniamo la nostra fronte col segno della croce. – Considerando queste cose, Noi abbiamo creduto a proposito di risvegliare la pietà dei fedeli verso il segno salutare della nostra redenzione aprendo i tesori celesti delle indulgenze, affinché, imitando i belli esempi dei primi cristiani, essi non arrossiscano di munirsi più frequentemente, ed apertamente, e pubblicamente del segno della croce, che è come lo stendardo della milizia cristiana.

Un anonimo libriccino francese

IL DEMONIO CAUSA E PRINCIPIO DELLE MALATTIE -1-

Iniziamo oggi la pubblicazione di un anonimo libricino francese [però cattolico con tanto di nihil obstat ed “imprimatur] del secolo XIX che ai nostri tempi SEMBREREBBE affatto fuori luogo, e questo soprattutto agli apostati modernisti, sia del “novus ordo”, che dei falsi ipocriti tradizionalisti sede- e cerebro-vacantisti o cerebro-privazionisti vari, oltre che ai soliti tromboni [senza offesa per tromboni, flicorni, o basso-tuba!] atei, pagani, e “diversamente” massonizzati. Ma poiché noi ci rivolgiamo esclusivamente ai Cattolici “veri” [quelli di Papa Gregorio] ancora superstiti nonostante tutto e nonostante tutti gli sforzi dei “nemici di tutti gli uomini e di Dio”, lo proponiamo ai nostri sparuti lettori, avendolo suddiviso, per una più comoda lettura, in tre capitoletti. Buona e fruttuosa lettura!

Romana Curia Vulnerati


STILUM CURIAE SI FA ACCOGLIENTE. DA’ POSTO A UN OSPITE CHE PROPONE UN SORRISO DOLCE-AMARO.


Stilum Curiae si fa accogliente. Ospita – di tanto in tanto – qualche commento, o esternazione di altri che non siano il solito padrone di casa. Comincia con un sorriso dolce-amaro, originato da un vecchio esperto di Palazzie curiali romani, che, per l’appunto si firmerà Romana Curia Vulneratus (RVC, per gli amici; ferito dalla Curia Romana, per i non latinisti). Eccolo.
Oggi , 11 giugno, è la festa della Santissima Trinità . Un sant’uomo, confuso e sconsolato per l’indifferenza dimostrata alle implorazioni di una risposta ai Dubia, all’uscita da messa mi racconta la seguente brevissima storiella : “La Santissima Trinità è riunita per decidere dove passare qualche giorno di vacanza sulla terra , anche per verificare quanto fosse vero il problema “ambientale”. La notizia della   devastazione della terra, da parte dell’uomo,  è infatti arrivata anche in Cielo. Dio Padre propone di tornare in Palestina, magari proprio sul Monte Sinai, luogo che Lui conosce molto bene. Anche Dio Figlio acconsente a tornare in Palestina, ma propone di rivedere il lago di Tiberiade, dove aveva pescato pesci ed apostoli (e così constatare l’eventuale inquinamento). Dio Spirito Santo invece per verificare lo stato di degrado ambientale , che Lui ben sa esser frutto del degrado morale, propone un’altra soluzione: tornare a Roma, da dove manca ormai – dice – dalla rinuncia di Benedetto XVI …”.
RVC.
http://www.marcotosatti.com/2017/06/12/stilum-curiae-si-fa-accogliente-da-posto-a-un-ospite-che-propone-un-sorriso-dolce-amaro/
O obbedienti o sospesi "a divinis". L'aut aut del papa ai preti ribelli

Ahiara

Quella di Ahiara, in Nigeria, non è l'unica diocesi africana il cui vescovo, nominato da Roma, è stato respinto dalla locale comunità perché appartenente a una etnia estranea. Meno di un mese fa Settimo Cielo ha documentato un caso analogo nella diocesi di Makeni, in Sierra Leone:
Ma per la diocesi di Ahiara papa Francesco non ha delegato ad altri la soluzione del conflitto, che si trascina da cinque anni. Ha preso lui in pugno la questione. Ha chiamato a rapporto a Roma i protagonisti della vicenda, il vescovo osteggiato, Peter Okpaleke, una rappresentanza del clero e dei fedeli locali, i maggiorenti dell'episcopato nigeriano, alla presenza del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e del prefetto della congregazione "de propaganda fide" Fernando Filoni. E ha deciso lui il da farsi, subito dopo averli ascoltati.

Anche gli slamici vanno a Canossa?

TERRORISMO ISLAMICO, WAEL FAROUQ, SANDRO MAGISTER, MARCO TARQUINIO...

Sull’ Avvenire di domenica 11 giugno il direttor Tarquinio commenta da par suo una lettera inviata dal professor Wael Farouq (docente alla Cattolica di Milano) indignato per  un articolo di Sandro Magister che aveva lodato il coraggio dimostrato nell’editoriale del 4 giugno apparso (sorpresa!) nello stesso quotidiano di ispirazione catto-fluida…
Stavamo per incominciare la cronaca ragionata del quinto dibattito con Luigi Accattoli (svoltosi all’Università popolare Upter di Roma il 30 maggio). Ma c’è venuta impellente la voglia di dare almeno un’occhiata all’edizione odierna del quotidiano galantino di ispirazione catto-fluida, altrimenti detto Avvenire, comprato qualche minuto prima alla solita edicola domenicale.

Altro che “Chiesa povera per i poveri”

A CHI DA’ FASTIDIO PAPA RATZINGER? 

“In Germania alcune persone cercano da sempre di distruggermi” ha detto a Peter Seewald papa Benedetto in “Ultime Conversazioni”…… La stroncatura dei gesuiti tedeschi al libro intervista di Benedetto XVI che bacchetta la tassa ecclesiastica in Germania. Fatti, nomi e approfondimenti.



ED È COME SE UNA CIVILTÀ CATTOLICA À L’ALLEMAND BOCCIASSE RATZINGER
Una sonora stroncatura delle Ultime conversazioni di Benedetto XVI arriva da padre Andreas Batlogg, S.I., direttore della rivista dei gesuiti Stimmen der Zeit, una delle voci più autorevoli del mondo cattolico tedesco. Batlogg bolla l’intervista come “inappropriata”. “E’ un libro che non dovrebbe esistere. E’ privo di stile e di tatto commentare il successore”, arringa il teologo in una sua intervista concessa alla Deutschlandfunk. Per il gesuita che ama spesso indossare giacche e cravatte dai colori sgargianti, l’emerito, smesse le (allora ancora di moda) papali scarpe rosse e infilati i sandali marroni da monaco, dopo il 28 febbraio 2013 non avrebbe più dovuto rilasciare interviste o dichiarazioni. Le ragioni del niente affatto malcelato disappunto di don Batlogg potrebbero ricavarsi soprattutto per i numerosi appunti che il papa emerito riserva alla Chiesa della sua patria natale. Anzi: proprio per quelle ragioni.

La parolina magica dell'omofobia

Lo stato contro natura: Sodomia democratica e progressiva

Due persone dello stesso sesso costituiscono un'unione civile mediante dichiarazione di fronte all'ufficiale di stato civile”
Monica Cirinnà

Esaltato e incensato dal pensiero esclusivo, in circolazione tenace nel raffinato,profumato e sontuoso salotto radical chic, il vizio contro natura (e antifascista, ovviamente) irrompe nella società gongolando e squillando in forza della legge che ha il nome, venerato dagli urologi e incensato dagli uromani, di Monica Cirinnà.
La legale promozione dei vizi del basso ventre ha recente, virtuosa e gloriosa origine dalla resistenza all'etica tradizionale e dal rifiuto della normalità, giudicata quale bieca espressione di un oscuro passato medievale, ultimamente compromesso con la sotterranea, vergognosa criminalità clerico - fascista.

domenica 11 giugno 2017

Una Maestra così buona

Santi Francesco e Giacinta. Il segreto dei fratellini Marto
«Lasciandosi guidare con totale generosità da una Maestra così buona, Giacinta e Francesco hanno raggiunto in poco tempo le vette della perfezione», così Papa Giovanni Paolo II spiegava al mondo il segreto della santità dei giovani fratellini di Fatima.


Lo scorso 13 maggio la Chiesa ha avuto ben ragione di festeggiare perché, oltre a commemorare il centesimo Anniversario della Regina del Santo Rosario di Fatima, ha scritto nell’Albo d’oro dei Santi altri due preziosi nomi: Giacinta e Francesco Marto, due dei tre Veggenti di Fatima. La storia della loro canonizzazione è tanto eccezionale ed originale quanto lo è quella della loro santità: «L’iter non è stato certo dei più semplici, essendo la loro canonizzazione un novum per la storia delle canonizzazioni. Infatti Giacinta (11 marzo 1910 - 20 febbraio 1920) e Francesco Marto (11 giugno 1908 - 4 aprile 1919) sono stati i primi bambini non martiri canonizzati ed è il primo caso in cui è stato sufficiente per la beatificazione e per la canonizzazione un solo miracolo ottenuto per l’intercessione di entrambi (e non quindi uno per ciascuno, come voleva la prassi della beatificazione/canonizzazione dei confessori non martiri)» (1). 

“Con Francisco a mi lado”..



SCHOLAS OCCURRENTES E IL GENDER. UN LIBRETTO IMBARAZZANTE. CHE COSA PENSA DAVVERO IL PONTEFICE?
Un articolo appassionato di Montse Sanmartì sul sito spagnolo Como Vara de Almendro pone in luce, una volta di più, atteggiamenti contraddittori del Pontefice. Qualche giorno fa a Roma è stata aperta la sede ufficiale di Scholas Occurrentes, a piazza San Callisto, nei palazzi vaticani del rione Trastevere. Scholas Occurrentes è una Fondazione, nata quando Jorge Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires, nata come una collegamento di scuole di quartiere, che si è sviluppata poi fino a diventare un progetto presente in molti Paesi, con tre obiettivi fondamentali. Lavorare sui giovani con Istruzione, Sport e Cultura. Dal 2013 Scholas Occurrentes è diventata una “Pia fondazione di Diritto Pontificio”, le cui finalità sono “congruenti” con la missione della Chiesa.