ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 12 ottobre 2017

Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genetrix.

Consacrazione al Cuore Immacolato



Domani, venerdí 13 ottobre, centesimo anniversario dell'ultima apparizione della Vergine a Fatima, nella chiesa della Missione, ci consacreremo al Cuore Immacolato di Maria. Per chi può unirsi a noi spiritualmente, questo è l’orario:

17:00 (12:30 UTC; 14:30 Roma; 08:30 New York): SANTO ROSARIO
17:30 (13:00 UTC; 15:00 Roma; 09:00 New York): SANTA MESSA
18:00 (13:30 UTC; 15:30 Roma; 09:30 New York): ATTO DI CONSACRAZIONE

Qui di seguito l'Atto di consacrazione in inglese, seguito dalla traduzione in italiano:

Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genetrix.

Watch the Skies!

Il cielo si avventò sulla terra


Come purtroppo dimostrano le cronache planetarie degli ultimi mesi, l’Apocalisse – circoscritta, individuale o ad amplissimo raggio – giunge sempre più dal cielo. Ne abbiamo più volte parlato su Carmilla citando quel che in codice metaforico in armonia con il titolo della rubrica abbiamo battezzato “Clima Oscuro”. Ma la realtà e la cronaca viaggiano più velocemente delle nostre flemmatiche elucubrazioni: vedere le Keys in TV (un bellissimo e doloroso servizio di Manuela Moreno per RAI2) distrutte e irriconoscibili, quelle Keys che sono in prima istanza un luogo del mito e dell’immaginario per merito di Hemingway e “L’isola di corallo”, suona come una pesante incursione dell’irrazionale in una realtà sempre più frantumata e non riconoscibile come tale. Non si tratta solo di un drastico cambiamento climatico, fenomeno che la coscienza collettiva sembra capire poco o non voler affatto capire. Si tratta di rendersi conto che quanto ci sta arrivando “dal cielo” è ormai fuori scala e, a meno di una inversione di tendenza da tutte le nazioni fortemente condivisa per quel che riguarda le emissioni di gas serra, lo sarà sempre più.

Ben oltre “la pena”











Pena di morte e Stato Pontificio, il subdolo attacco di papa Francesco alla Chiesa “del passato”

Perché si vuole separare lo Stato Pontificio dalla Chiesa Cattolica?
Gesù dice che ad ogni giorno basta la sua pena (Mt 6, 34), con Papa Francesco stiamo andando ben oltre “la pena”, siamo proprio alla falsificazione della storia. Con i suoi “mantra” quotidiani viviamo una costante “cronaca nera” e disinformazione sulla storia a riguardo della Chiesa passata, vedi qui il caso della schiavitù, oppure si veda qui a riguardo delle “mura leonine” in difesa della città e della popolazione contro l’invasione musulmana…. Una Chiesa dai trascorsi malvagi, matrigna, asociale e tutto questo detto da un Pontefice eh! Il Papa riassume perfettamente il suo pensiero in queste parole tratte dalla sua Evangelii gaudium: “Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili..”, espressione generica adattabile a giustificare ogni sorta di ricostruzione storica, anche se fosse sbagliata.
Parliamo così dell’ultimo Discorso fatto da Papa Francesco in occasione del 25° della divulgazione del nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, vedi qui, nel quale egli pur ripercorrendo le lodi e gli elogi agli sviluppi del Catechismo, della catechesi e, naturalmente, della volontà del Concilio Vaticano II alle nuove aperture e chi più ne ha più ne metta, non poteva mancare la solita tirata d’orecchie contro la gestione della Chiesa passata. La pena di mortevedi qui il CCC, è stata per lui il “tallone di Achille” non tanto della Chiesa magisteriale quanto dello STATO PONTIFICIO!

La sinfonia dell’alterità

Il calendario "arcobaleno" che uccide il rito e quindi la festa

Il calendario "arcobaleno" che uccide il rito e quindi la festa
Qual è l’essenza della Festa ? Ritualità, mito, magia, memoria, religione: il senso della Festa è tradizionalmente il crogiolo dell’appartenenza.  E’ dunque qualcosa di più di una data o di una memoria ricorrente. E’ il segno di identità complesse, che parlano della Storia e del vissuto dei popoli, delle loro credenze, delle rispettive visioni della vita e del mondo. E’ – a ben vedere – il trionfo delle “differenze”.
Niente di più lontano perciò dall’idea del melting pot civile e culturale rincorso, con affanno, dalla vulgata corrente, impegnata a spianare l’identità nazional-locale, in nome di una superficiale idea di pluralismo. 

Sic erit?


Il sottofondo di Amoris laetitia, dal «sic et non» al Gesù «fatto diavolo»

(Un sacerdote firmatario della Correctio) Da mesi circola in rete una falsa e satirica prima pagina dell’Osservatore Romano (OR) con data del 17 gennaio 2017. Titolo: «Ha risposto!». L’anonimo immagina infatti la risposta del Papa ai Dubia dei 4 Cardinali sull’Amoris Laetitia (AL).
E qual è? Per ciascun dubium è: «sic et non»,  cioè sì e no. Forse l’anonimo e intelligente giocherellone si riferisce all’opera del filosofo Pietro Abelardo (1079-1142), “Sic et non”, in cui la dialettica rischia di diventare strumento di confusione e di eterodossia? È appunto questo che si vuol rimproverare a Francesco con la satira del falso OR?  http://formiche.net/2017/02/11/falso-osservatore-romano-papa-francesco/ Si noti che se da un lato Papa Francesco (si dice) ha riso di gusto sulla “pasquinata” dei manifesti romani («A France’, ‘ndo sta la tua misericordia?»), dall’altro invece non ha tollerato lo scherzo del falso OR e la Gendarmeria Vaticana ha avviato un’indagine: http://www.corriere.it/extra-per-voi/2017/03/10/papa-ride-manifesti-critici-ma-condanna-falso-osservatore-5cc5c1ba-0569-11e7-882a-48a6b14b49a6.shtml 

Pulchra?

https://www.miradouro.it/mw5/wp-content/uploads/Don-Camillo-mangia-anguria-5.jpg

La Chiesa è bella perché è varia

    Alcune notizie dal mondo della Chiesa cattolica
San Tommaso? No, sadomaso
Un istituto salesiano organizza un convegno sul sadomaso. Infatti, spiegano i religiosi, «l’interesse scientifico per il tema risponde ai bisogni formativi di professionisti e alla necessità di una riflessione antropologica seria e profonda».
Meno messe per tutti
L’arcivescovo di un’importante diocesi, in visita pastorale a una parrocchia, lascia alcune indicazioni, tra le quali spicca la prima: «Promuovere decisamente un ritorno alla conoscenza, personale e comunitaria, della Parola di Dio, come forma di evangelizzazione. Dove è necessario si può togliere anche qualche Santa Messa, pur di favorire momenti di catechesi e ascolto della Parola».
Fare l’indiano
In Francia un vescovo ha ordinato un sacerdote indiano eseguendo rituali indù, e lui stesso, il vescovo, si è fatto dipingere in mezzo alla fronte il tradizionale segno rosso.

“La disgrazia è che non si riflette”

LA NAVE (DELLA CHIESA) NELLA TEMPESTA. A PIACENZA, VENERDÌ, NE DISCUTONO DON BUX, GOTTI TEDESCHI E TOSATTI.


Venerdì prossimo, a Piacenza, all’Auditorio della Fondazione di Piacenza-Vigevano, si parlerà del presente e del futuro della Chiesa, a partire dal recente libro di Ettore Gotti Tedeschi “Dio è meritocratico”. Come vedete dall’immagine, e soprattutto da come sperimentate oggi giorno, le prospettive e l’attualità sono tutt’altro che rassicuranti. Il dibattito avrà come protagonisti don Nicola Bux, teologo e studioso di prima grandezza nella Chiesa italiana; l’autore del libro, che non ha certo bisogno di presentazioni, e chi scrive queste righe, e che conoscete per la sua diuturna fatica sul blog. Mi immagino che gli spunti interessanti non mancheranno, e d’altronde la cronaca del mondo ecclesiale ce ne fornisce continuamente di nuovi e, in genere, poco consolanti.

Il pretesto per far passare di tutto..

Traduzioni e liturgia, Sarah frena la deriva


Quando il 9 settembre scorso fu reso noto il Motu Proprio di papa Francesco, Magnum Principium, i soliti noti hanno gridato al “Liberi tutti” per le traduzioni dei testi liturgici. Così ora interviene il prefetto della Congregazione per il Culto Divino, il cardinale Robert Sarah, a ribadire alcuni punti fermi e a rimettere nel giusto equilibrio il rapporto tra Santa Sede e Conferenze episcopali per evitare una sorta di “federalismo liturgico”. Non si tratta di un documento ufficiale della Congregazione, ma di una iniziativa personale del Prefetto, un «contributo per la corretta comprensione di Magnum Principium», come il cardinale Sarah titola la sua lettera che la Nuova BQ pubblica in esclusiva per l’Italia.

E’ un’oscurità temporanea,o una lunga notte dell’anima?

La mia vita da teologo a esorcista



La Tradizione è la coscienza della comunità che vive ora, ricca della memoria logica di tuttala sua vicenda storica come un’incarnazione continua del Verbo attraverso molti per tutti e per tutto


Per capire anche culturalmente e vivere un presente di fede e quindi una speranza affidabile per il futuro è necessario in questo momento rifarsi al Concilio Vaticano II e al post-concilio. E io vi offro il mio piccolo contributo nell’attuale momento drammatico di frattura tra Vangelo e cultura, di persecuzione del cristianesimo.
La scelta che mi ha dato l’orizzonte teologico del mio ministero è avvenuta nel 1963. Il venerabile Giuseppe Carraro mi ha mandato per la licenza in teologia alla Facoltà Pontificia allora di Venegono Inferiore. Da un anno era iniziato Il Concilio con l’approvazione del primo dei sedici documenti, la Sacrosanctum Concilium sulla riforma liturgica e quindi partendo dal Dio che ha assunto un volto umano e che risorto si fa sacramentalmente presente e operante attraverso la liturgia della Chiesa, fonte e culmine di tutta l’attività pastorale, caritativa. Io avevo animato nella sala san Zeno dell’Azione Cattolica in Via Seminario un nutrito gruppo per la riforma liturgica alla luce del libro di Vagaggini Senso teologico della liturgia. Carraro mi raccontò l’accoglienza generale del documento e che quasi tutti i Padri l’avevano approvato dando un buon avvio teologico-magisteriale al Concilio verso il quale generale era e anche in me un’attesa straordinaria come una nuova Pentecoste storica a cominciare proprio dalla riforma liturgica che il movimento liturgico, Pio XII con la Mediator Dei avevano portato avanti. Era nato in me il desiderio di andare alla Facoltà benedettina di sant’Anselmo a Roma spinto dal benedettino Pelagio Vesentin. Ma Carraro aveva notato al Concilio il manifestarsi dell’azione predominante del gruppo renano di vescovi, che anche oggi, capitanato da Kasper, riemerge con Papa Francesco, in rapporto alla teologia romana nella contrapposizione espressa anche da un libro L’Eglise est institution ou avveniment? 

mercoledì 11 ottobre 2017

Non solo date..

Nostra Signora tra le Rivoluzioni: Fatima ci salva
                                                       13 ottobre 1917: il miracolo del sole

Tantissimo si può scrivere su Fatima, beninteso restando nei limiti delle apparizioni o rivelazioni «permesse come da credere piamente con fede solo umana, secondo la tradizione che veicolano, confermata da idonee testimonianze e documenti» (Congregazione dei Riti 12.5.1877). Va da sé che il sottoscritto “ci crede” e scrive per quelli che “ci credono”.
La ricorrenza quest’anno del centenario della Rivoluzione di Ottobre sollecita a cogliere il fatto che Fatima si incastona tra due rivoluzioni: del Portogallo prima e della Russia poi. Infatti all’inizio delle apparizioni il Portogallo era giunto al culmine di un processo politico che ne prevedeva la scristianizzazione; a sua volta un mese dopo l’apparizione conclusiva ebbe luogo in Russia la Rivoluzione di Ottobre con gli stessi intenti, ma con maggior incidenza internazionale. E forse la Madonna non scelse a caso le date delle apparizioni.

Il Padre Loro


NON C'INDURRE IN TENTAZIONE

Preghiere della neochiesa. Il Padre nostro è l’unica preghiera che sia stata insegnata direttamente da Gesù, ma con l'Ave Maria dal 2008 sono cambiate. Dio non permette che alcuno sia tentato oltre la sua capacità di resistere 
di Francesco Lamendola  

 


Come è noto, il Padre nostro è l’unica preghiera cristiana che sia stata insegnata direttamente da Gesù Cristo, così come ce l’hanno tramandata fedelmente i Vangeli (padre Sosa Abascal non ce ne voglia). Ora, proprio su questa preghiera, oltre che sull’Ave Maria, si è abbattuta la scure della neochiesa modernista: infatti la nuova tradizione della Bibbia del 2008, voluta dalla C.E.I., modifica le parole:e non c’indurre in tentazione, ma liberaci dal male, che i fedeli hanno recitato devotamente per duemila anni, cambiandole in quelle, più politicamente corrette, più innocue e inoffensive: e non abbandonarci alla tentazione. Insomma, la parola d’ordine è sempre la stessa: rassicurare, tranquillizzare, blandire, carezzare, piacere, e, soprattutto, includere: includere tutti, cristiani e non cristiani, cristiani veri e cristiani falsi, cattolici veri e cattolici taroccati, cioè modernisti, cioè eretici. La cosa importante è non scontentare nessuno (tranne i veri cattolici, ma quelli sono ormai una quantité négligeable, e di loro non importa più niente a nessuno, tanto meno al papa), non allontanare nessuno, non disgustare nessuno, riuscire simpatici, attraenti e dialoganti con chiunque, anche e specialmente coi peggiori nemici della Chiesa e di Gesù Cristo: i massoni, i radicali, i neomarxisti e tutto il codazzo degli adoratori dei feticci della modernità: ragione, progresso, scienza, tecnica, e così via. 

La Madre di Dio può tutto

11 Ottobre Divina Maternità di Maria Santissima "Il Dogma cambiò le sorti della riflessione mariana di tutti i secoli successivi. "

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Il primo dogma mariano formulato nella Chiesa fu il dogma della “Madre di Dio”. Nel Concilio di Efeso (431 d.C.), per combattere l’eresia di Nestorio che individuava due persone in Cristo, i Padri dell’assise ecumenica risposero affermando solennemente l’unità e l’unicità della Persona divina di Cristo e di conseguenza la Maternità di Maria estesa a tutta la sua persona non umana ma divina: «Se qualcuno non confessa che l’Emmanuele è Dio nel vero senso della parola e che perciò la Santa Vergine è Madre di Dio perché ha generato secondo la carne il Verbo (logos) che è da Dio, sia anatema» (Concilio di Efeso, Anatem. 1 di San Cirillo d’Alessandria).

Il Dogma cambiò le sorti della riflessione mariana di tutti i secoli successivi. Da allora in poi Maria Santissima entrò di diritto nelle discussioni e predicazioni teologiche di primo pia­no riguardo all’Incarnazione e alla Redenzione. La teologia così detta “bizantina” perché di area greca, legata all’influenza della grande cattedra di Costantinopoli, sarà tutta altamente mariana portando alle estreme conseguenze il valore del primo dogma mariano della Divina Maternità (Theotokos).

Memoria non santa


L’intercomunione e la messa ecumenica in cammino… con la benedizione di Francesco



Partecipanti al seminario



Dal 6 al 9 settembre 2017, presso la comunità ecumenica di Bose, la Taizé italiana, si è tenuto il seminario annuale, quest’anno dedicato al «dono dell’ospitalità» e in particolare all’«ospitalità eucaristica» e all’«accoglienza dello straniero».

I monaci e le monache di Bose, che «appartengono a Chiese cristiane diverse», diretti dal loro fondatore, il super-ecumenista e progressista frate laico Enzo Bianchi, battezzato nella religione cattolica, ma più che cattolico secondo degli Italiani, hanno invitato ortodossi, luterani, anglicani e cattolici a discutere e a riflettere sul tema proposto.

Lo svagato Gesù


I comunisti che piacciono al papa. E viceversa                   


Nei giorni scorsi sono capitate a Roma un paio di cose curiose. E a loro modo istruttive.
La prima è l'inizio della collaborazione ad "Avvenire", il quotidiano della conferenza episcopale italiana, del disegnatore satirico Sergio Staino, con una striscia domenicale dal titolo "Hello, Jesus!".
Qui la sorpresa sta nel fatto che Staino è comunista inossidabile, è stato "figlio dei fiori" e paladino del libero amore, è stato l'ultimo direttore, fino a pochi mesi fa, de "L'Unità", il defunto quotidiano del partito comunista italiano e poi dei partiti che gli sono succeduti, ed è presidente onorario della UAAR, Unione Atei e Agnostici Razionalisti.
Lo svagato Gesù delle sue strisce abita ancora a Nazaret con Giuseppe e Maria, dà una mano al padre in falegnameria, ma ha già la testa altrove, a quando se ne andrà per diventare finalmente – parole di Staino – "il primo dei socialisti, il primo a combattere per i poveri".

E le giravolte son dietro l’angolo

AVVENIRE – Tarquinio snobba Galantino (ma presto Bergoglio caccerà entrambi)

Sorprendono le parole di Marco Tarquinio (Direttore di Avvenire dal 2009 quando  subentrò a Dino Boffo per ragioni mai COMPLETAMENTE chiarite) verso il Segretario della Cei Nunzio Galantino. Rispondendo ad un lettore (un sacerdote sardo) che gli chiedeva conto della Collaborazione al quotidiano cattolico del disegnatore Staino, comunista ed ateo convinto, Tarquinio ha difeso la sua scelta ed ha aggiunto:  “il vescovo Nunzio Galantino, che della Cei è segretario generale, NON È STATO CONSULTATO e non è neppure entusiasta di questa scelta”
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Sorprendono ma fino ad un certo punto: Tarquinio è su quella poltrona quasi per caso. Da vice semisconosciuto di un “ingombrante” Boffo si ritrovò a dirigere il quotidiano della Cei – che allora era molto letto e venduto. Ed anche influente e persino autorevole e soprattutto era un riferimento per tutti i cattolici italiani- dall’oggi al domani.

La contraddizion che nol consente

Attenuanti o situazione? Continua la disputa su AL



Un botta e risposta sulla nota “Correzione filiale” ha visto impegnati in questi giorni il professor Rocco Buttiglione, noto al grande pubblico italiano soprattutto per il suo impegno politico, ma filosofo di rango, e il professor Claudio Pierantoni, uno dei primi 62 firmatari della “correctio” al Papa, professore di Filosofia medioevale all’Università del Cile.

Buttiglione è sceso in campo sul terreno del portale web Vatican insider, dove il vaticanista Andrea Tornielli lo ha intervistato, e dove già era stato schierato all’epoca dei dubia presentati dai quattro cardinali, mentre Pierantoni ha scelto oggi il palcoscenico del sitostatunitense Lifesitenews. Schermaglie a parte, ci sono alcuni punti di questo botta e risposta che meritano di essere conosciuti perché aiutano a comprendere la posta in palio. 

Una malizia veramente diabolica


LA PARABOLA "CAPOVOLTA"          

Un punto fondamentale del Vangelo e della Rivelazione: chiedere scusa al fratello maggiore della parabola? Non si può fare del figlio prodigo un "eroe", Gesù non ha mai inteso dire che il peccatore è migliore di chi non pecca 
di Francesco Lamendola  

 
  
Il primo ad arrivarci, o, quanto meno, ad esplicitare la sua perplessità, è stato il padre domenicano Riccardo Barile, il quale, con un articolo apparso su La Nuova Bussola Quotidiana del 09/10/2017, ha svolto una riflessione intitolata Chiediamo scusa al fratello maggiore della parabola. Invitiamo tutti ad andare a leggerselo: è molto interessante e molto attuale. Egli nota, opportunamente, che il significato della parabola evangelica del padre misericordioso, di solito conosciuta come parabola del figlio prodigo, non può essere separato dal suo contesto; che essa è la terza, dopo quella della moneta perduta dalla massaia e della pecora smarrita dal pastore, sul medesimo argomento: la salvezza di quanti sono “perduti” per il Regno di Dio, ossia dei peccatori; e che Gesù, facendo questi tre esempi, rispondeva a una critica diretta dei farisei e degli scribi, i quali, avendo visto che pubblicani e peccatori si avvicinavano a Lui per ascoltarlo, si erano affrettati a mormorare: Costui accoglie i peccatori e mangia con loro, come riferito dal Vangelo di Luca (15, 2). Ora, se si omette questa circostanza particolarissima, e se si vuole assolutizzare l’elemento polemico che Gesù inserisce nella parabola, diciamo pure la sua deliberata forzatura di una situazione paradigmatica, allo scopo di replicare alle maligne e interessate insinuazioni dei suoi nemici, si finisce per stravolgere il senso della parabola stessa e per capovolgere l’insegnamento che Gesù, con essa, voleva dare ai suoi ascoltatori. Questa è la giusta osservazione di padre Barile: che non si può fare del figlio prodigo un eroe, né del padre misericordioso un padre ingiusto, il quale ignora la fedeltà e la bontà del figlio maggiore; né, soprattutto, fare di quest’ultimo il prototipo dell’invidioso, del subdolo, del meschino che non si rallegra per il ritorno di suo fratello.

Comparátus est iuméntis insipiéntibus, et símilis factus est illis.


C’è qualche riga in più rispetto alle trenta promesse, ma non è roba mia. Per quanto mi riguarda mi limito solo a introdurre e chiosare un florilegio dell’articolessa che Eugenio Scalfari ha dedicato su Repubblica di lunedì 9 ottobre all’ultima fatica editoriale di Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, presidente della Fondazione Biblica Cattolica Internazionale, consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio, nonché noto arcivescovo. Il libro in questione si intitola Il crollo del Noi ed è pubblicato da Laterza. Non compratelo, fatevi bastare quanto segue tratto dall’articolo intitolato “La Chiesa che combatte il narcisismo contemporaneo” (tranne quello di Bergoglio, Paglia e accoliti).

martedì 10 ottobre 2017

Per tutti noi e per le nostre famiglie

Mi piace quando taci, perché sei come assente

Diceva un vecchio motto - tratto da non so dove - “mi piace quando taci, perché sei come assente”. E’ un po’ severo, ma esprime bene il modo di operare dei totalitarismi e delle élite, tra le quali merita un posto di onore Santa Madre Chiesa. Sempre meno santa e madre, ma comunque Chiesa.

L’esempio ultimo e più imbarazzante è quello del silenzio polacco registrato nelle ultime ore. Per silenzio polacco intendiamo il nulla di notizie che Avvenire, Osservatore e compagnia sedicente “cattolica”ha dedicato alla mobilitazione di un milione di polacchi intenti a recitare il rosario a difesa dell’identità culturale e religiosa della nazione.

Fatela diaconessa!,la trinariciuta

Putin, Stone e l’Annunziata: trovate l’intruso


Lo confesso. Per me, la televisione è un curioso pezzo da museo; un oggetto che non uso mai, che tengo addirittura con i cavi staccati per rimarcare il concetto e per non cadere in tentazione. Eppure, giovedì sera, tornato dall’ufficio, ho riattaccato i cavi in fretta e furia, cercato il telecomando che nel mentre era finito in una dimensione parallela e mi sono sintonizzato su Rai Tre. Un canale che, a memoria, ricordavo essere popolato da spettri con il pugno alzato e da mummie con il bavero rosso al collo. Ma, sfidando la mia repulsione per l’horror, ho dovuto farlo: insomma, l’evento era unico. Su Rai Tre davano nientemeno che The Putin Interviews di Oliver Stone.

Il denominatore comune

La distruzione dell’Ordine dei Francescani dell’Immacolata

(Il vero movente, secondo Francesco Lamendola e Pucci Cipriani)






Un sottile filo rosso sembra legare la persecuzione dei Francescani dell’Immacolata (frati e suore) all’oblio in cui è stato relegato San Massimiliano Kolbe, ricordato solo per il suo martirio nei lager nazisti e non anche per la sua grande devozione all’Immacolata (che lui riteneva nemica dell’ecumenismo) e per la sua convinzione dell’esistenza di infiltrazioni massoniche nell’alto clero.

Il denominatore comune che lega queste due vicende sembra essere la posizione critica di questi religiosi nei confronti della massoneria e delle sue infiltrazioni nella Chiesa Cattolica, in netto contrasto con la rivalutazione di questa Setta operata da Bergoglio e dal suo clan ultramodernista (basti pensare alla lettera aperta del cardinal Ravasi ai “cari fratelli massoni”, pubblicata su “Il Sole – 24 ore” il 14 febbraio 2016).

Vediamo cosa ne pensano, rispettivamente, il professor Francesco Lamendola ed il professor Pucci Cipriani.

Il lupo cambia il pelo, ma non il vizio

Per il successore della Chiesa ambrosiana il Verbo si fece carta!



Inutile nascondersi dietro un dito, la Chiesa Cattolica, quella una e santa che professiamo nel Credo, non è più quella che ci sta governando. E’ in atto una battaglia contro la santa Tradizione Cattolica e qui vi diamo la prova.
Vi ricordate la notizia dei Vescovi cileni, ripresi in un mantra pagano per festeggiare la nomina del nuovo vescovo? cliccate qui: La grave apostasia avanza e lo scandalo di alcuni Vescovi. Ebbene, come una epidemia malarica, pestilenziale, un morbo devastatore, così il nuovo vescovo della cattedra ambrosiana, il successore niente meno che del grande san Carlo Borromeo, del cardinale il beato Ildefonso Schuster che sulla liturgia e il valore della Messa ha scritto molto e praticato tanto, l’attuale arcivescovo Delpini sentenzia che la Messa non è più poi così rilevante, ma che si faccia “MENO MESSE E PIU’ PAROLA”, clicca qui la notizia.
Sì, per questi vescovi modernisti il Verbo si è fatto carta! E noi rigettiamo assolutamente questi insegnamenti che non provengono affatto dalla Santa Chiesa di Cristo.
Siamo scandalizzati e senza parole. Le parole che ci vengono a mente, grazie a Dio, sono quelle dei Santi, sono quelle della Sua santa Chiesa che riecheggiano ininterrottamente da duemila anni, quelle che ci dicono che senza l’Eucaristia, senza la Messa “non possiamo vivere“, e ci rammentano ancora una volta che – sotto attacco – è ancora Lui Il Cristo Verbo di Dio “fatto carne”. E a questi signori che vantano di essere i fedeli interpreti del concilio, ricordiamo l’ importanza fondamentale della Messa, sempre riconosciuta in duemila anni di storia, è stata ribadita con forza dal Concilio Vaticano II: « Secondo la tradizione apostolica, che ha origine dal giorno stesso della risurrezione di Cristo, la Chiesa celebra il mistero pasquale ogni otto giorni, in quello che si chiama giustamente giorno del Signore o domenica ». E cosa fanno questi signori pensando di essere più furbi del demonio stesso che ispira le loro scemenze? Non eliminano “la domenica”, no! ma le cambiano i connotati: MENO MESSE E PIU’ PAROLA….

I nuovi barbari del terzo millennio


ANALFABETI DELL'AMORE
Analfabeti dell’amore, dobbiamo ritrovare l’agàpe. Siamo i nuovi barbari del terzo millennio? Abbiamo scordato ciò che un tempo sapevamo, che sapevano i nostri vecchi: che l’amore è dare, a somiglianza di quanto Dio fa con noi 
di Francesco Lamendola  


Uno dei segnali più inequivocabili del ritorno del paganesimo nella società moderna, dopo che essa ha espulso da sé il cristianesimo e la concezione spirituale della vita da esso recata, è il ritorno a una concezione brutale, egoistica, pagana appunto, dell’amore.

E nel Giudizio Dio che cosa dirà?

PEZZO GROSSO COMMENTA IL NUOVO VANGELO DI SCALFARI (E DEL PAPA?). E CHIEDE UNA FORTE SMENTITA VATICANA.  



Questa volta nella lettera che Pezzo Grosso mi ha scritto ieri, dopo aver letto Eugenio Scalfari illustrare il nuovo umanesimo della Chiesa, basato secondo lui, sui pilastri di Martini, Paglia e Bergoglio, colgo un senso di reale smarrimento. leggete e ditemi se condividete questa sensazione. Ancora una volta, in questi tempi in cui chi dovrebbe dire una parola sembra si occupi solo di immigrazioni si rimpiange che siano informatori occasionali a gettare sprazzi di luce sulla “pensée profonde” del N.1. Leggiamo la lettera, a cui ho aggiunto una piccola postilla.