ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 5 gennaio 2018

Venit, vidit, vicit

DISTRUGGERE IL DIAVOLO

È venuto a distruggere le opere del diavolo (1 Gv 3, 8). Ma chi è Gesù e che cosa è venuto a fare nel mondo? La neochiesa gnostica e massonica è riuscita a intorbidare le acque a tal segno che regna la più spaventosa confusione 
di Francesco Lamendola  


Ma che cosa è venuto a fare Gesù Cristo, sulla terra, in mezzo agli uomini? Questa domanda potrebbe apparire addirittura assurda, o quanto meno incongrua, nella sua ovvietà, almeno per un cattolico, anche fra i meno istruiti; e parliamo d’istruzione religiosa, naturalmente, non d’istruzione scolastica o professionale. La risposta, infatti, dovrebbe essere talmente semplice, per non dire scontata, che perfino un bambino della Prima comunione dovrebbe essere in grado di rispondere ad essa correttamente e senza alcun imbarazzo. Si tratta, infatti, di una questione centrale della religione cattolica; anzi, per meglio dire, si tratta della questione centrale. Beninteso, oltre al fatto che sta a monte di essa, vale a dire saper rispondere alla domanda su chi sia Gesù Cristo, è semplicemente ridicolo pensare che un cattolico non trovi la maniera di rispondere in maniera soddisfacente a queste due domande: chi è Gesù e che cosa è venuto a fare nel mondo. Eppure abbiamo imparato, in quarant’anni d’insegnamento, a non dare mai nulla di scontato, riguardo a ciò che la gente dovrebbe sapere, e magari, invece, no sa: e se quest’aurea regola vale per i giovani, vale, e a maggior ragione, per gli adulti. I giovani, infatti, se non altro, sanno di non sapere e sono disposti a correggersi e a imparare, almeno fino a un certo punto; gli adulti, presumendo di sapere già quel che si dovrebbe sapere, e dando per pacifico che gli altri pensino che essi lo sappiano, sovente uniscono la presunzione all’ignoranza, con i bei risultati, si fa per dire, che abbiamo sotto gli occhi tutti i santi giorni.

Il fuoco amico…?


IL MOVIMENTO PER LA VITA INTIMA DI NON PARTECIPARE A UNA FUTURA EVENTUALE MARCIA PER LA VITA A ROMA. E NON STIAMO SCHERZANDO.

Siamo in Italia, e si può vedere anche questo: che il presidente di un’organizzazione che si chiama Movimento per la Vita, e che è sostanzialmente sotto la tutela dei vescovi, manda una lettera intimando alle associazioni locali di NON partecipare a un’eventuale e futura Marcia per la Vita che si dovrebbe svolgere a Roma nel mese di maggio. Ecco la lettera che il presidente di Movimento per la Vita ha inviato all’interno dell’associazione:

Qualcosa di orrendo, di antico e mostruoso^

Non combattiamo gli uomini ma le forze del male


«Noi non combattiamo degli uomini bensì qualcosa di orrendo, di antico e mostruoso quanto il male, qualcosa che è contro gli uomini e li uccide, e uccide la verità e i verdi campi, e compie cose persino peggiori che uccidere […] tutte le cose belle di questo mondo. E noi lo sappiamo, e sappiamo di dover uccidere questo mostro, altrimenti non ci lascerà nulla che valga la pena di possedere». E’ un carotaggio quasi casuale in quella terra letteraria sconfinata che è O lost. Storia della vita sepolta,  romanzo ipertrofico di quel bulimico e titanico genio di nome Thomas Wolfe.

Amoris Emmitia

L’amore tra Bonino e Tabacci fa nascere una nuova figura mitologica: l’accattocomunista
Eccovi la comunicazione veloce di una scoperta incredibile
Bonino, Tabacci e Venere.
È amore improvviso tra la leader radicale e il cattolico progressista. Una storia strappalacrime, che assume, però, più i contorni di una pecionata francamente evitabile. Un’incredibile storia d’amore, Via col senno.
bonacciUna pecionata solidale, anche se, a giudicare dalla crociata civile che toglie il sonno agli italiani, e li fa riscoprire tutti rivoluzionari, quella sui sacchetti biodegradabili per intenderci, un pochino ce la meritiamo.
Bonino abbraccia Tabacci e succede la magia. Una di quelle antiche. Dal gusto vintage, che ti ricorda che di biodegradabile, in Italia, in realtà non ci sono i sacchetti a 0,01 centesimo al pezzo, ma gli italiani, che si sciolgono nella propria natura. Doppio, triplogiochista, svergognata, immatura, sempre in vendita, che sia un 8 settembre, un vitalizio, o una poltroncella in una delle legislature (future) più incasinate della storia, che rischierà di nascere morente. L’importante è farcela, l’importante è esserci.

Gesuita sì ma non cieco

Mistero Bergoglio. Perché il generale dei gesuiti non lo voleva vescovo


È in arrivo un nuovo libro su papa Francesco che fa già discutere, prima ancora della sua uscita annunciata per il 26 febbraio:

Il titolo suona decisamente critico. Ma non per pregiudizio. L'autore del libro, Philip Lawler, è negli Stati Uniti una firma cattolica tra le più autorevoli ed equilibrate. È stato direttore di "Catholic World Report", il news magazine di Ignatius Press, l'editrice fondata dal gesuita Joseph Fessio, discepolo di Joseph Ratzinger. E oggi dirige  "Catholic World News". È nato e cresciuto in quel di Boston. È sposato e padre di sette figli.
Nella fase iniziale del pontificato di Francesco, Lawler non ha mancato di apprezzarne le novità. Ma ora, appunto, è arrivato a vedere in lui il "pastore smarrito" di un gregge mandato allo sbando.
E ha maturato questo giudizio critico su Jorge Mario Bergoglio papa anche grazie a una attenta rivisitazione del Bergoglio gesuita e vescovo in Argentina.
Che è esattamente ciò che hanno fatto anche altri biografi dell'attuale papa, sia favorevoli che contrari: ricostruire cioè il suo percorso argentino, per ricavarne da lì una maggiore comprensione del suo agire da papa.

Sanguinerà la rapa..?





Circa la professione di fede promossa dai 3+2 vescovi

Lo scorso 31 dicembre, tre vescovi kazaki, della diocesi di Astana, i monss. Tomash Peta, Jan Pawel Lenga, Athanasius Schneider, hanno sottoscritto una solenne professione di fede circa l’insegnamento tradizionale della Chiesa riguardo al divieto di accesso dei divorziati risposati al Sacramento dell’Eucaristia (cfr. Kazakhstan Bishops Call Communion for Remarried “Alien to the Entire Tradition of the Catholic and Apostolic Faith, inOnepeterfive, Jan. 1st, 2018; D. MontagnaThree bishops call Pope’s reading of Amoris Laetitia ‘alien’ to Catholic faith, in Lifesitenews, Jan. 2nd, 2018Full text of Kazakhstan Catholic Bishops statement on Amoris Laetitia, iviI vescovi Tomash Peta, Jan Pawel Lenga, Athanasius Schneider: Professione delle verità immutabili riguardo al matrimonio sacramentale, in Corrispondenza romana, 2.1.2018Pubblica Professione di fede dei tre vescovi del Kazakhstan sul matrimonio sacramentale, in Chiesa e postconcilio, 2.1.2018;Professione delle verità immutabili riguardo al matrimonio sacramentale, in Riscossa cristiana, 2.1.2018; ).

I luteristi dalle code di paglia

Mons. Antonio Livi risponde ai nostri lettori sulle ultime polemiche


L’unico modo per uscire dalla crisi è tornare alla metafisica tomista
Cari Amici, essendoci arrivate molte richieste a riguardo del testo di mons. Antonio Livi intitolato “L’eresia al potere”, pubblicato da Sandro Magister nel suo sito, e a seguito delle polemiche avanzate da chi non solo non conosce i fatti, ma neppure si sforza di capire la situazione, abbiamo scritto direttamente a mons. Livi di aiutarci a darvi una risposta più diretta e verace. Ringraziando mons. Livi (al quale assicuriamo sempre la nostra Preghiera e affetto filiale) per l’umiltà dimostrata nell’aver risposto immediatamente alle nostre richieste, vi lasciamo leggere direttamente la sua risposta, che preghiamo tutti di riflettere attentamente e con tutta onestà intellettuale e di coscienza.
Dopo l’articolo di mons. Livi, “L’eresia al potere”, i laudatores di papa Bergoglio e delle sue “aperture” cantano vittoria: sostenendo che il magistero del pontefice regnante sia nel giusto, perché viene attaccato anche quello dei suoi predecessori. Le cose, in realtà, non stanno così. Ciò che mons. Livi denuncia è che un magistero non dottrinale ma squisitamente pastorale come quello di papa Francesco è l’effetto, non la causa, del fatto che la Gerarchia della Chiesa, dal Vaticano II in poi, ha voluto abbandonare la metafisica tomista, lasciando campo libero all’ambiguità… Mons. Livi, il più grande tomista italiano, spiega che (come già fece in tempi non sospetti in questo libro) il magistero di Benedetto XVI, come quello di Giovanni Paolo II, sono assolutamente ortodossi, in quanto non contraddicono il dogma; tuttavia, non avendo potuto — o voluto — tornare alla prassi pastorale di condannare le espressioni della falsa teologia, che rifiuta le premesse razionali della fede e la legge morale naturale, è stato facile per i modernisti impossessarsi dei posti di potere nella Chiesa e da queste posizioni diffondere l’eresia in tutte le sue forme.

Meglio soli che non risposti

Dubia, se il Papa tace il cardinale si risponde da solo

Eh no, ai “Dubia” non ci possono essere risposte oblique, implicite o trasversali, tantomeno ammiccamenti: ai Dubia bisogna rispondere  in base all’insegnamento morale della Chiesa cattolica. Lo ha ribadito il cardinale Walter Brandmüller, uno dei quattro firmatari dei Dubia stessi, il 30 dicembre scorso in un’intervista ad Armin Schwibach, il corrispondente romano del website cattolico austriaco Kath.net (clicca qui).

giovedì 4 gennaio 2018

I suoi figli poveri che ella susciterà per fargli guerra

La Madonna costituisce il cuore della vita di ogni cristiano

Risultati immagini per vergine addolorata di castelpetroso

P. Ludovico Acernese afferma che sotto la croce Maria, Madre di Dio, diventa anche Madre dell’umanità. Il cappuccino irpino però aggiunge subito che questa mistica maternità include anche le prerogative che il martirio incruento, vissuto in totale unione di intenti e di soprannaturale amore col Figlio Divino, fanno meritare a Maria. Grazie alla sua partecipazione attiva al disegno redentivo di Dio per l’umanità, a partire dall’evento del Golgota, Maria diviene, infatti, anche Corredentrice del genere umano e Mediatrice di tutte le grazie.  La teologia della corredenzione di Maria. Teologicamente la corredenzione di Maria viene giustificata da P. Ludovico, in primo luogo, col dogma della comunione dei santi e quindi con la dottrina del merito definita dal Concilio di Trento. In secondo luogo, viene enunciata a partire da due argomenti sviluppati nei precedenti capitoli, ossia la teologia dell’Immacolata Concezione di Maria e la sua Maternità divina. Secondo la fede cattolica esiste una comunione efficace fra i santi in cielo e il popolo di Dio peregrinante sulla terra, per cui i primi hanno il compito di intercedere, grazie ai meriti acquistati in vita, per i secondi, ottenendo loro le grazie necessarie per la salvezza o per alcuni bisogni particolari.


«Sguardi commiserevoli ed epiteti derisori»

IL DIO IN CUI CREDERE


Il dio in cui, bontà nostra, possiamo ancora credere. Le funeste conseguenze della “svolta antropologica” varata da Karl Rahner e del dio del ’68 sulla neochiesa di oggi e la foglia di fico dei “poveri” e dei falsi profughi 
di Francesco Lamendola  


Una delle funeste conseguenze della “svolta antropologica” in teologia, varata da Karl Rahner e dai suoi amici e sodali del Vaticano II, è stata la deformazione psicologica per cui molti cattolici, a partire da quegli anni, i primi anni ’60 del Novecento, hanno cominciato a pensare che non loro devono aprirsi al mistero di Dio, cercarlo umilmente, adorarlo e servirlo fedelmente, ma è Lui che deve adeguarsi alle loro aspettative, alle loro categorie, alle loro umane possibilità e prospettive: in un certo senso, sono gli uomini che decidono in quale dio sono disposti a credere, e che si sentono legittimati a rifiutare quel dio le cui pretese apparissero loro “eccessive”. In fondo, è una variante della mentalità consumista, estesa all’ambito del sacro e del divino: come si va al supermercato e si sceglie il prodotto che più soddisfa, il più economico, il più appetitoso, il più conveniente, così si va in chiesa per cercare quel dio (minuscolo) che risulta più confacente ai propri desideri e ai propri bisogni, o meglio, alle proprie “esigenze”: perché i bisogni sono qualcosa di reale, mentre le esigenze sono delle necessità artificiali, e quindi immaginarie, spacciate però come irrinunciabili. E come, al supermercato, o al centro commerciale, si sceglie sullo scaffale, in mezzo a tanti altri, il prodotto che appare più utile o più desiderabile, così si va in chiesa con la pretesa d’incontrarvi un dio di proprio gusto, che chiede poco, ma offre abbastanza da soddisfare una “spiritualità” banale e superficiale, in ultima analisi infantile e capricciosa, figlia del consumismo e non di un autentico bisogno dell’anima.

"Se ne pentiranno amaramente!"

I miliziani modernisti marciano verso lo scisma!

I "teologi" contaminati dall'eresia modernista affermano erroneamente che i divorziati risposati possono ricevere i sacramenti anche se non sono pentiti dei rapporti sessuali avuti col partner sposato solo civilmente e non hanno intenzione di non commetterli più in avvenire. Per il Magistero perenne della Chiesa, se una persona riceve un sacramento senza essere sinceramente pentita dei peccati mortali commessi, commette un orribile sacrilegio (persino per ricevere il Battesimo da adulti è necessario il pentimento delle colpe mortali).

Fatti più in qua che ti morsico..

ANNO ORRIBILE                                                                                                                                                                   Vaticano, Papa Francesco in 12 frasi: immigrati, islam e Ius Soli, viene giù la Chiesa


In Vaticano un sconcerto lungo 12 mesi. Non basta un calendario a contenere le affermazioni di Papa Francesco giudicate ora sorprendenti, ora fuori luogo, ora addirittura eretiche da certa parte del mondo cattolico (vertici della Chiesa in testa) e non solo. Ci prova il Tempo, raccogliendo in 12 perle, una per mese, il meglio - o il peggio, a seconda dei punti di vista - del Bergoglio pensiero.

L’egemonia della teologia progressista

L'eresia al potere

di Antonio Livi
Ritengo che sia indispensabile, nell’attuale congiuntura teologico-pastorale, tener conto di quanto ha esaurientemente dimostrato Enrico Maria Radaelli nel suo ultimo lavoro ("Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo", Edizioni Pro-manuscripto Aurea Domus, Milano 2017), ossia che l’egemonia (prima di fatto e poi di diritto) della teologia progressista nelle strutture di magistero e di governo della Chiesa cattolica si deve anche e forse soprattutto agli insegnamenti di Joseph Ratzinger professore, che mai sono stati negati e nemmeno superati da Joseph Ratzinger vescovo, cardinale e papa. Questa tesi, che così enunciata potrebbe apparire a molti inaccettabile (mi riferisco a tutti coloro che finora avevano visto in Ratzinger come cardinale Prefetto della congregazione per la dottrina della fede e poi come papa Benedetto XVI un provvidenziale baluardo contro quella che lui stesso definiva "dittatura del relativismo"), ha una sua adeguata giustificazione scientifica nel libro di Radaelli, il quale analizza pagina per pagina il testo fondamentale di Ratzinger, quella "Einführung  in das Christentum: Vorlesungen über das apostolische Glaubensbekenntnis", che fu pubblicata nel 1968 come rielaborazione delle lezioni di Teologia tenute nel semestre precedente dall’allora giovane professore nell’Università di Tubinga ed ha avuto nel testo originale ben ventidue edizioni, l’ultima nel 2017.
Enrico Maria Radaelli è noto come il miglior discepolo e interprete di quel Romano Amerio che nel 1985 aveva pubblicato "Iota Unum. Studio delle variazioni della Chiesa Cattolica nel secolo XX", che io considero la prima, coraggiosa e seria e documentata denuncia della presenza del modernismo teologico nella forma (retorica) e nella sostanza (ideologica) della "Gaudium et spes" e di altri fondamentali testi conciliari. Imitando lo scrupolo esegetico e l’onestà intellettuale del suo maestro, Radaelli studia attentamente il testo ratzingeriano, citandone i passaggi fondamentali da un’edizione italiana recente (cfr "Introduzione al cristianesimo. Lezioni sul Simbolo apostolico", Queriniana, Brescia 2000) e facendo subito notare – ed è uno dei dati a sostegno della tesi di Radaelli – che Joseph Ratzinger, anche quando è divenuto prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, non ha mai sentito il bisogno di rivederne o modificarne il contenuto. In effetti, nel 2000 scriveva che il suo libro avrebbe ben potuto intitolarsi "Introduzione al cristianesimo, ieri, oggi e domani", aggiungendo:
"L’orientamento di fondo era, a mio avviso, corretto. Da qui il mio coraggio oggi di porre ancora una volta il libro nelle mani dei lettori" ("Saggio introduttivo alla nuova edizione 2000", in "Introduzione al cristianesimo", ed. cit., p. 24).

Maestri di disonestà, doppiezza e deliberata perfidia

EBREI E IDENTITA' CRISTIANA

Ebrei e cristiani: dalla stessa radice o no? Il cristianesimo è realmente una nuova religione oppure è solo una “costola” del giudaismo? è uno dei nodi sui quali si gioca la partita da parte della neochiesa gnostica e massonica
di Francesco Lamendola  

 

Il cristianesimo è realmente una nuova religione, oppure è solo una “costola” del giudaismo? La domanda, fino a pochi anni fa, sarebbe parsa a dir poco bizzarra, per non dire assurda, almeno ad un cattolico; oggi tale assurdità sembra essere sparita, e sono in parecchi, ormai, specie fra i nuovi teologi, ma anche nel clero progressista e neomodernista, a formularla apertamente, quando non rispondono addirittura, con molta sicurezza, in senso pienamente affermativo. Vale pertanto la pena di soffermarsi a considerare la questione con tutta la serietà che merita, visto che ne va della stessa identità del cattolicesimo.

La pace “agli uomini di buona volontà”?

Vladimir Putin: "Se guardi intorno a ciò che dice (il Papa), è chiaro che non è un uomo di Dio. Almeno non il Dio cristiano, non il Dio della Bibbia. "

http://alfredodecclesia.blogspot.de/2018/01/vladimir-putin-se-guardi-intorno-cio.html
Anno 2018: pace e bene!
Ma il mondo è cambiato: ergo… guerra e male!… Bergoglio dixit



Ogni anno, ormai da decenni, il primo giorno dell’anno nuovo è occasione per invocare formalmente la pace nel mondo… il che, a prima vista, è cosa ben fatta.
Ma ogni anno, dalla sede in cui vengono confezionati i messaggi per la pace nel mondo, e cioè il Vaticano, arrivano le stesse superficialità, le stesse banalità, le stesse parole d’ordine che muovono migliaia di uomini a manifestare per la pace, mentre amici e parenti sono intenti a portare la guerra nel mondo… in nome della pace!

Schizofrenia pura? Peggio: perdita dell’intelletto!

Con l’arrivo di Bergoglio in Vaticano, alle motivazioni precedenti se n’è aggiunta una nuova: “pace ai migranti”, cioè a coloro che da casa loro vengono a casa nostra convinti che ne abbiano il diritto e che noi si abbia il dovere di lasciarli fare!
Mah!

Quest’anno 2018, Jorge Mario Bergoglio ha aperto il suo “messaggio per la cinquantunesima giornata mondiale per la pace” con la consueta battuta strumentale: “La pace, che gli angeli annunciano ai pastori nella notte di Natale

Che incorregibili e polemici tradizionalisti..

Verso l’incontro di Lund. Le parole pronunciate da Benedetto XVI durante il viaggio a Erfurt nel 2011: «La fede, vissuta a partire dell’intimo di se stessi, in un mondo secolarizzato, è la forza ecumenica più forte che ci ricongiunge»


«Il pensiero di Lutero, l’intera sua spiritualità era del tutto cristocentrica: “Ciò che promuove la causa di Cristo” era per Lutero il criterio ermeneutico decisivo nell’interpretazione della Sacra Scrittura». Così aveva detto Papa Ratzinger venerdì 23 settembre 2011, incontrando i rappresentanti del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania nell’ex convento degli agostiniani di Erfurt. Nel luogo in cui Lutero studiò teologia e celebrò la sua prima messa.

Cominciano con le flatulenze dei faggioli

LA STRATEGIA DEL PONTEFICE CONTRO I CINQUE VESCOVI CORAGGIOSI, SECONDO ANONIMI DELLA CROCE: SCREDITARLI. POI, UNA COINCIDENZA SINGOLARE.


Anonimi della Croce è un blog seguitissimo, e non ha certo bisogno che Stilum Curiae lo rilanci. Ma oggi lo facciamo, per sottolineare una singolare coincidenza. Ecco che cosa scrive Anonimi della Croce, in riferimento ai cinque vescovi coraggiosi che hanno fatto pubblica professione di fedeltà all’insegnamento di sempre della Chiesa in materia di matrimonio ed eucarestia:

mercoledì 3 gennaio 2018

La neochiesa si rivela per quel che è in realtà

NEOCHIESA E POPOLO DI DIO


Chiesa: popolo di Dio o Corpo mistico di Cristo? L'Antica Alleanza e la neochiesa falsa, apostatica, massonica e giudaizzante. Il destino dei teologi della “svolta antropologica” e di tutti i cattolici di tendenza progressista
di Francesco Lamendola  


In un certo senso, si potrebbe così sintetizzare il destino dei teologi della “svolta antropologica” e di tutti i biblisti, i vescovi, i sacerdoti e i cattolici di tendenza progressista e, più o meno larvatamente, modernista: Credono di andare avanti e sono fieri del progresso che ritengono d’incarnare, e non si accorgono di stare ritornando indietro. Oppure se ne accorgono? Speriamo di no: perché, se così fosse, si tratterebbe di un tradimento deliberato nei confronti della lo stessa fede – e, naturalmente, una subdola perfidia nei confronti della fede dei loro fratelli.
In che senso diciamo che il loro andare avanti è, in realtà, un tornare indietro? Semplice: nel senso che, sbandierando di essere “all’avanguardia”, perfino più audaci dei protestanti nel portare alle estreme conseguenze certe intuizioni – non sempre giuste – dei padri conciliari del Vaticano II, quel che stanno facendo, in effetti, e al di là delle loro intenzioni, è retrocedere dalla Nuova Alleanza all’Antica: quella del popolo d’Israele con Yahvè; svalutando, di conseguenza, l’elemento fondante della fede cattolica: l’Incarnazione del Verbo, la sua Passione, Morte e Risurrezione, e quindi la nascita di una Nuova Alleanza, di un Nuovo Patto, che assorbe in sé e che supera, immensamente, infinitamente, quello preesistente. In fondo, è lo stesso percorso regressivo intrapreso da Lutero, da Zwingli e da Calvino: credevano d’innovare, e stavano retrocedendo: dagli orizzonti luminosi ed esaltanti della libertà al tetro sfondo della predestinazione.

Unicuique suum

Santi Patroni e Patronati: storia, devozione e trova il tuo Santo



Cari Amici, seguendo una antica Tradizione Cattolica, all’inizio di ogni anno si usava mettere un cesto con dentro il nome di un Santo o Beato, il fedele lo estraeva a sorte e il Nome estratto diventava così provvidenzialmente il suo Patrono dell’anno. Il Fedele doveva studiarne la storia, conoscerne le virtù eroiche e farlo diventare una guida maestra per la propria vita quotidiana. Ancora oggi molti usano questo caro gesto, specialmente le comunità delle Suore Francescane dell’Immacolata. Noi qui vi proponiamo un breve percorso storico per conoscere Patroni e Patronati, non tutti, ma neppure pochi. Poi consigliamo a tutti voi di riprendere questa antica tradizione e mettersi sotto il Patronato di un Santo. In questo link avrete ottimi suggerimenti.

Benché l’intercessione di qualunque Santo sia sempre lodevole ad impetrare qualunque grazia, il Buon Dio volle glorificare in modo del tutto particolare i Suoi Santi a riguardo delle diverse virtù che praticarono, e nei diversi mali o martirio che ebbero a soffrire per amor Suo.
Ciò è conforme a quanto insegna san Paolo (1Cor.12,1-31) dove nell’elencare i tanti carismi in ordine alla grazia, si specifica come molti Santi hanno agito in modo del tutto speciale nelle “diverse operazioni” con l’unico scopo di glorificare Dio e perché, attraverso l’opera, fosse resa manifesta nel tempo e in ogni generazione, la Provvidenza Divina attraverso questi suoi Santi. E lo insegna sant’Agostino: «Intanto il padrone del torchio non smette di lavorare attraverso i suoi operai, ossia attraverso i suoi angeli santi.» (Discorso 19)

Le cose divine, che non capiscono i sapienti

II CATTOLICESIMO NON E’ “GLAMOUR”. E’ PER EROI GUERRIERI.


Un lettore mi scrive:

La seguo da qualche hanno e La ringrazio del suo prezioso lavoro. Rimango un po’ deluso da quel suo definirsi ” Cattolico Tradizionalista”. Tradizionalista va bene, ma cattolico mi sta come un dito nell’occhio. Non pretendo spiegazioni nè motivazioni da una persona della sua levatura intellettuale, avrà i suoi motivi.
Solamente volevo farLe sapere che leggendoLa tutti i giorni e godendo della sua informazione con la sua prosa veramente non mi capacito di questa professione. Le confesso che sarei felice un domani sapere una sua presa di distanza da quello che io reputo una vera sciagura per il mondo intero.
Le auguro un Buon 2018 fatto di notizie più confortanti…
Cordiali saluti Guglielmo M. 

Alla mia età, non ho più tanta pazienza verso i pregiudizi convenzionali che la gente ha adottato totalitariamente, e ognuno  mi ripete come fossero idee sue e testimonianza della sua  libertà critica.  Il suo anti-cattolicesimo, caro lettore, è uno di questi pregiudizi convenzionali; ho avuto già modo di ascoltarlo,  come immagina, molte volte. La revulsione verso la stessa parola “cattolico” ha ormai presso le masse il carattere di riflesso condizionato, scatta da sé,  comporta non solo derisione e disprezzo ma,- più grave – volontà di esclusione dallo spazio pubblico:  un “cattolico” non  ha diritto a dire la sua perché  è dogmatico, intollerante, crede che esista la verità,  è  moralista….
E questo, nel momento storico in cui è proprio il relativismo che   viene imposto come una verità dogmatica;  e sono proprio i miscredenti di massa a mostrare tutti i sintomi che loro attribuiscono erroneamente  al “cattolico” o al fanatico religioso:  conforto  sentimentale da certezze ricevute, conformismo,   rifiuto del dubbio, sicurezza farisaica di essere nel giusto, presunzione moralistica, intolleranza verso le  posizioni altrui, atti di fede ripetuti verso   “Il progresso”,  l’”evoluzione darwiniana”, “la scienza”     ed altre credenze non-verificate della ideologia  progressista. 

Decentes et indecentes romani pontifices



SCOMUNICA A LUTERO ACCADEVA OGGI 3 GENNAIO 1521 “Decet Romanum Pontificem”. IL TESTO DELLA BOLLA CON CUI PAPA LEONE X SCOMUNICO’ L’ERETICO LUTERO !!!



“Decet Romanum Ponteficem”
di Sua Santità Leone X
Per il potere conferitogli da Dio, compete per nomina e divina disposizione al Romano Pontefice gestire le pene spirituali e temporali come ogni caso solidalmente merita. Lo scopo di ciò è la repressione dei malvagi disegni di uomini fuorviati, che sono stati così affascinati dal loro degradato impulso verso fini malvagi da dimenticare il timore del Signore, da mettere da parte con disprezzo i canonici decreti e gli apostolici comandamenti, e di osare formulare nuovi e falsi dogmi e di introdurre il male dello scisma nella Santa Chiesa di Dio – o di supportare, aiutare e aderire a tali scismatici, che fanno un commercio del loro stracciare la tunica del nostro Redentore e l’unità della corretta fede. Quindi si addice al Pontefice, per timore che la nave di Pietro sembri navigare senza pilota o rematoreprendere severe misure contro tali uomini e i loro seguaci, e attraverso il moltiplicare misure punitive e attraverso altri opportuni rimedi fare in modo che questi stessi uomini prepotenti, dedicati come sono a fini malvagi, insieme ai loro aderenti, non debbano ingannare la moltitudine dei semplici con le loro menzogne ed i loro meccanismi ingannevoli, né trascinarli insieme a condividere il loro errore e la loro propria rovina, contaminandoli con ciò che equivale ad una contagiosa malattiaSi addice anche al Pontefice, dopo aver condannato gli scismatici, per evitare la loro ancora maggiore perdizione e confusione – pubblicamente,mostrare e dichiarare apertamente a tutti i fedeli cristiani come temibili sono le censure e le punizioni a cui la colpa può portare, acciocché attraverso una tale dichiarazione pubblica loro si possano rivolgere, in contrizione e rimorso, alla loro vera essenza, facendo un’ abiura incondizionata delle conversazioni proibite, ristabilendo comunione e obbedienza a quanto detto nella precedente missiva, in questo modo essi possono sfuggire ai castighi divini, ed a qualsiasi grado di partecipazione alle rispettive loro condanne.

Cercate di non somigliargli troppo..

https://cronicasdepapafrancisco.com/2018/01/03/2018-lettera-aperta-alla-santa-sede-e-ai-nostri-pastori-della-vera-chiesa/


Spifferi parte LVI: la quiete prima della tempesta. Cosa sta preparandoBergoglio per i tre Vescovi della Correzione Ufficiale” di Fra Cristoforo


C’era da immaginarselo. Tutto questo silenzio da parte dei media vaticani (e quelli a loro strettamente correlati) sul tema della Correzione Ufficiale, non prometteva niente di buono. Infatti Bergoglio prepara il suo contrattacco.
La mia fonte in Vaticano mi ha confidato che ieri sera Bergoglio si è trattenuto a Santa Marta con diversi “addetti stampa” vaticani e “consiglieri” vari per una riunione sul come affrontare questo nuovo “imprevisto” della Correzione dei Vescovi di Astana. La fonte mi ha detto che Omissis era furibondo.

Il padrone di nulla


SONO SENZA SANTITA' E UMILTA'


Manca la santità perché manca l’umiltà. Si sta trasformando il cattolicesimo in una forma di naturalismo. Chi nega gli effetti del Peccato originale, nega che ci fosse una valida ragione per cui Gesù doveva venire sulla terra di Francesco Lamendola  

 

Abbiamo detto che lussuria, orgoglio e avarizia sono i tre vizi capitali che affliggono la vita cristiana al nostro tempo, e che caratterizzano drammaticamente la crisi che la Chiesa cattolica sta vivendo: crisi di fede, di vocazioni, di opere, di preghiera, di penitenza, di conversione, di apostolato, di santità. La santificazione delle anime non è più all’ordine del giorno: la Chiesa ha smesso di parlarne; si parla, in compenso, della giusta realizzazione delle umane aspirazioni, di assecondare i bisogni della natura di ciascuno.Si sta trasformando il cattolicesimo in una forma di naturalismo: non è più la legge di Dio quello che deve informare di sé la nostra vita, guidare i nostri passi, ispirarci e consigliarci nei momenti difficili, ma la natura, così com’è, buona in se stessa: negando, quanto meno implicitamente, gli effetti disastrosi del Peccato originale, cioè negando un punto fondamentale della dottrina cattolica. Per il cattolico, la natura non è affatto “buona” in se stessa: lo era, ma prima del Peccato, quando uscì dalle mani del Creatore; dopo la ribellione di Adamo ed Eva, essa ha subito le conseguenze di quel peccato, è stata ferita, è rimasta sfigurata, ed è stato per medicare quella ferita e quello stravolgimento che il Verbo si è Incarnato nel suo ineffabile mistero di amore, ha sofferto la Passione e la Morte, è Risorto ed è ritornato al Padre celeste. Chi nega gli effetti disastrosi del Peccato originale, chi nega la ferita inferta a tutto il creato dalla ribellione di Adamo ed Eva, nega anche la necessità e l’indispensabilità della divina Redenzione: nega che ci fosse una valida ragione per cui Gesù Cristo doveva venire sulla terra; e nega, soprattutto, che la sua morte fosse necessaria per la riparazione dei nostri peccati.

Che cagasotto i noncredenti!


DON FREDO NON CREDO FORSE TEME CONSEGUENZE. “RIPULITO” DELLA FRASE INCRIMINATA IL VIDEO DELLA MESSA DI MEZZANOTTE.



Avete letto, e se no fatelo ora su La Nuova Bussola Quotidiana del parroco di San Rocco a Torino, don Fredo Olivero, icona del progressismo cattolico e non, che durante la messa di mezzanotte, a Natale, dopo l’omelia non ha fatto cantare o recitare il Credo. Ecco come è stato riportato l’episodio: “La sorpresa arriva al minuto 26,50 dopo un’omelia giocata ad invitare i genitori a trasmettere la fede ai figli, ma «smettendo di parlare loro dell’inferno che non serve a nessuno e fa male».

La lingua batte dove il dente duole..!?

Ecco come i tradizionalisti ora attaccano, dopo Bergoglio, anche Ratzinger



Dopo le continue accuse del mondo tradizionalista a Papa Francesco la novità, emersa nelle ultime ore, è che gli stessi attacchi hanno adesso intrapreso una nuova e inaspettata direzione, rivolta a Benedetto XVI, fino a quel momento utilizzato come bandiera di riferimento di quell’universo di filosofi e teologi che si dichiarano “difensori della tradizione” e avversari della “dittatura del relativismo”, espressione cui Ratzinger ha fatto spesso riferimento durante il suo pontificato.
IL LIBRO DI RADAELLI CHE ATTACCA L’INTERO PENSIERO DI RATZINGER
Le critiche vengono espresse in un testo scritto da Enrico Maria Radaelli e intitolato “Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo”, pubblicato da Aurea Domus, editrice di cui lo stesso Radaelli è titolare. Nel libro, come si legge sullo stesso sito in cui viene diffuso, l’autore “si propone di controbattere uno per uno” gli insegnamenti “dell’antico professore di Tubinga Joseph Ratzinger”, “a partire dal suo metodo storicistico”, che “ritiene profondamente erronei, pericolosi per la fede come solo una sintesi delle dottrine moderniste”. In particolare, la critica formulata nella pubblicazione è rivolta a uno dei testi di riferimento di Ratzinger, “Introduzione al cristianesimo”, raccolta di lezioni tenute nel ’68 dall’allora professore di teologia all’università di Tubinga, che ebbe fin da subito una notevole diffusione su scala internazionale. 

La "teologia dell'invasione"

Vaticano, Papa Francesco e il gravissimo sospetto: "La teologia dell'invasione di Bergoglio sugli immigrati"


La nuova lezione di "migrazionismo esasperato" di Papa Francesco non è passata inosservata ad Alessandro Meluzzi che oggi firma un articolo sulla prima pagina del Tempo spiegando che questa "teologia dell'invasione" portata avanti dal Pontefice sta spiazzando molti cattolici. "Anche ieri, primo giorno dell'anno dedicato alla festività della Madre di Dio, la monocorde teologia bergogliana non ha cessato di darci una lezione. 

martedì 2 gennaio 2018

E non fecero penitenza

La prospettiva spirituale del messaggio di Fatima: UNA MERAVIGLIOSA VIA DI SANTITA' CRISTIANA!


L' organico e nutrito programma spirituale offerto dal messaggio di Fatima si propone di offrire una solida e coerente struttura di vita cristiana che possa offrirsi come rimedio alla superficialità dilagante nel mondo cattolico in cui i fedeli non percorrono più da tempo la via della santità e neppure, nella maggior parte dei casi, sanno che cosa essa sia...

Il messaggio di Fatima non è una accozzaglia disomogenea di appelli, ma le richieste della Madonna si organizzano secondo una forma programmatica, una struttura fondamentale con una missione santificatrice.

Il grande fondamento della fede

[E. Barbier: I Tesori di Cornelio Alapide, vol. II; S.E.I. Torino, 1930]
1. Che cosa significa il nome di Gesù. — 2. Il nome di Gesù annunziato dai profeti. — 3. Grandezza del nome di Gesù. — 4. Il nome di Gesù è prezioso. — 5. Bisogna invocare sovente il santo nome di Gesù.
– 1. CHE COSA SIGNIFICA IL NOME DI GESÙ. — Il nome di Gesù vuol dire Salvatore e Redentore. « Nella lingua ebraica, scrive Sant’Epifanio, Gesùsignifica colui che guarisce, ovvero medico e salvatore ». L ‘ Angelo Gabriele dà egli medesimo questo senso al nome di Gesù, quando dice a Giuseppe che non tema di prendere in sposa Maria: poiché quello che è nato in Lei le viene dallo Spirito Santo. « Essa partorirà un figlio e lo chiamerai Gesù, perché libererà il suo popolo dai suoi peccati » — Vocabis nomen eius Iesum ipse enim salvum faciet populum suum a peccatis eorum ( MATTH. 1, 20-21). « Non si dà salute in nessun altro, predicava S. Pietro, se non in Gesù di Nazareth, e non è dato in terra agli uomini altro nome, in virtù del quale possano essere salvi » — Non est in alio aliquo salus. Nec enim aliud nomen est sub cœlo datum hominibus in quo oporteat nos salvos fieri (Act. IV, 12). « Il mio nome, è nuovo », dice il Signore nell’Apocalisse: — Nomen meum novum (III, 12). Il nome al quale qui si accenna è quello di Gesù; nome da lui ricevuto nella circoncisione.

Ahia-Ratzinger..!

Ratzinger riabilita Müller. Ma anche sul papa emerito piovono accuse di eresia


"Hai difeso le chiare tradizioni della fede, ma nello spirito di papa Francesco hai anche cercato di capire come possano essere vissute oggi".
È questo l'elogio che il "papa emerito" Benedetto XVI rivolge al cardinale Gerhard L. Müller, in apertura del volume pubblicato in Germania in occasione dei 70 anni del cardinale e dei 40 anni della sua ordinazione al sacerdozio.
Il 1 luglio scorso papa Francesco ha bruscamente esonerato Müller dalla carica di prefetto della congregazione per la dottrina della fede, dopo aver più volte mostrato di non gradire la sua vigilanza sulla correttezza dottrinale del proprio magistero.
Ma non per questo dovrà arrendersi, gli scrive ora Joseph Ratzinger. Perché, anche senza più un ufficio specifico, "un prete, e certamente un vescovo e un cardinale, non è mai semplicemente in pensione". Anzi: "potrai continuare anche in futuro a servire pubblicamente la fede", specie in questi "tempi confusi in cui viviamo". Servizio che effettivamente Müller sta già svolgendocon instancabile impegno.
Ratzinger riconosce all'amico cardinale di aver svolto il suo ruolo di prefetto della congregazione per la dottrina della fede nel modo giusto, coniugando cioè la competenza teologica con la "sapienza" di chi ha "ben in vista l'intera vita" della Chiesa.