Enzo Bianchi: non solo folclore. I gravissimi pericoli dell’ignoranza teologica e della falsa carità La voracità degli errori sembra non avere freno e più essi sono avidi di anime e più inghiottiscono ed emettono menzogne in un rigurgitare continuo di «buoni sentimenti»
«Nella calza di Napolitano tanto coraggio e fiducia» questo si augura per l’Epifania il priore di Bose, Enzo Bianchi, interpellato dall’Agenzia Adnkronos[1]. Sul calendario della sua Comunità per il 6 gennaio non è prevista la Santa Messa, ma «ore 17.00 solenni vespri dell’Epifania con la proclamazione dell’evangelo nelle lingue dell’oikoumene e indizione della Pasqua»[2]: come è uso nel suo “monastero” la Santa Messa è un orpello che si inserisce o non si inserisce a seconda delle esigenze sincretiche dell’ habitat ecumenico dove convivono religioni diverse.
Il tuttologo Bianchi, nella sua intervista, chiede poi demagogicamente «che davvero ci sia intenzione di rendere questa società italiana capace di una convergenza seria.
Il tuttologo Bianchi, nella sua intervista, chiede poi demagogicamente «che davvero ci sia intenzione di rendere questa società italiana capace di una convergenza seria.