ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 12 marzo 2014

Verità e Santità:

queste canonizzazioni verranno ricusate

La Santità equivale alla Scelta coraggiosa della Verità, Che il Cattolico fa Per tutta la vita e Senza mai fermarsi a confrontarsi col Mondo, vengono obbligatoriamente Gli capiterà. Di Quale Confronto Parla?

Del Confronto al Quale assistiamo, Nel Vangelo, fra il Figlio di Dio che Fa Sentire la SUA Dottrina di Verità e di Santità e Il Mondo Che non vuole Ascoltare.
Prima Che Lo Spirito del Vangelo SI allei col Mondo, l'acqua SI Sarà, riconciliata col fuoco! NON C'E Bisogno Che l'anima cristiana SI metta alla Ricerca delle Battaglie, esse Arrivano da sole e SI trovano gia là, Nelle anime di Coloro Che SI vogliono SALVARE!
Battaglie Che, vieni SI Vede Nelle vite di santi, Sono Tanto Più Feroci e violente per la Fedeltà Nel Quanto di Seguire l'Esempio di Nostro Signore SI FA Più perfetta. Non sogniamo Una Santità Cimerica il Che SI persegue negligenza Angoli di casa o rinchiusi in se Stessi. La Santità SI ottiene Semper e solista su ONU campo di battaglia e Sulla croce del Golgota, vieni sbocco di Tutte le intransigenze della Verità. Salvo l'Averla falsificata.

Atei credenti e creduloni gospaffaristi ^

Il libro sul "relativista" Bergoglio dell'ateo devoto Giuliano Ferrara

IL CASO/ Qualche anno fa fece discutere il pamphlet "Contro Ratzinger" pubblicato da Isbn edizioni. Ora, mentre tutto il mondo rimane sorpreso dalla quotidiana rivoluzione rappresentata dal suo successore Bergoglio, arriva il nuovo libro dell'ateo devoto Giuliano Ferrara (già grande sostenitore di Benedetto XVI): il direttore del Foglio (con Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro) pubblica per Piemme "Questo papa piace troppo", in cui critica le troppe concessioni al relativismo di Francesco. Ma allo stesso tempo...

Stelle cadenti, meteore scadenti e trombati sparenti

Diario Vaticano / Promossi e bocciati, in economia

Fuori i cardinali Scola, George, Scherer, Rouco Varela dal nuovo consiglio dei quindici. Nessuna donna tra i sette membri laici. La stella cadente Chaouqui. Il segretario di Stato Parolin tenuto all'oscuro dell'istituzione del nuovo dicastero economico

di ***
CITTÀ DEL VATICANO, 12 marzo 2014 – Sabato 8 marzo, alla vigilia dell’inizio degli esercizi spirituali, papa Francesco ha nominato "ad quinquennium" gli otto cardinali e i sette esperti laici del neonato consiglio per l’economia. "procedendo nella costituzione delle nuove istituzioni create con il motu proprio 'Fidelis dispensator et prudens' del 24 febbraio 2014".

Il papa quindi, nonostante il motu proprio prevedesse che tra gli otto ecclesiastici ci potessero essere anche dei vescovi, ha optato per scegliere solo dei porporati.

Essi sono:

Santo subitissimo!

PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
DAGOREPORT
Papa Francesco ha già fatto il suo primo miracolo: resuscitare la stampa. Il "Wall Street Journal" fa una dettagliata panoramica del boom mediatico che ha accompagnato l'elezione e il primo anno di pontificato dell'argentino Jose Bergoglio. Dall'uscita de "Il mio Papa", il settimanale Mondadori che nel solo mese di marzo stamperà 3 milioni di copie, alle pubblicazioni cattoliche in America e Inghilterra, che hanno visto i loro budget crescere insieme all'interesse per il Pontefice.

La chiesa che fa sociologia

Il rapporto Kasper su uomo e famiglia è inquinato dal marketing ecclesiastico, dice il consigliere di Giovanni Paolo II sulla famiglia
La laicizzazione propria della postmodernità irrompe anche nella Chiesa. Turba le menti e i cuori dei fedeli con domande insidiose, tra le quali oggi prevale questa: Davvero Dio ha detto ciò che la fede della Chiesa gli attribuisce sul matrimonio e sulla famiglia? La domanda: “E’ vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare?…” (Gn 3, 1-3), in illo tempore rivolta dal tentatore all’uomo e alla donna provocò la caduta primordiale.
In fondo, il dubbio in cui nascono domande del genere esprime la negazione della verità e, di conseguenza, della dignità dell’uomo.

Oh what a lovely Pope!

La stampa anglofona e il fraintendimento della chiesa di Francesco


Il primo anniversario dell’elezione di Papa Francesco produce profluvi di analisi giornalistiche che testimoniano tutte di una “rottura” avvenuta, o percepita. E’ il Papa “dalla fine del mondo”. Ma è interessante notare come la stampa del Primo mondo, dell’occidente anglosassone, faccia fatica a ragionare su quanto sta avvenendo oggi nella chiesa, quasi che gli occhi fossero fermi a quel “buonasera” di un anno fa o giù di lì.

La responsabilità petrina nell’età del gender


La responsabilità petrina nell’età del gender
 Due Pontefici che sentirono in modo considerevole il senso della responsabilità petrina furono san Gregorio Magno (540 ca.-604) e sant’Innocenzo I (?-417), la memoria liturgica dei quali cade per entrambi il 12 marzo: il primo nel calendario delVetus Ordo e il secondo in quello del Novus Ordo.

Si vantano di ciò di cui si dovrebbero vergognare..

L'anno che ha scosso la Chiesa: dodici mesi dall'elezione di Papa Francesco


Bergoglio diventato Francesco, dodici mesi dopo, gode di una popolarità mai vista, più di Wojtyla, più di Roncalli, più di Paolo VI. In poco tempo ha spiazzato tutti. Time gli ha dedicato la copertina, lo stesso ha fatto la rivista Rolling Stones, inoltre è stato candidato al Nobel per la Pace e chissà se per la prima volta ci sarà un Papa a ritirare il premio a Stoccolma. In tv i suoi programmi raccolgono audience altissime, muove masse impressionanti, bastava osservare i 4 milioni sulla spiaggia di Copacabana quando a luglio si è recato in Brasile. Insomma un Papa superstar, i cui tweet in cinque lingue spopolano e vengono subito ritwittati alla velocità della luce e in misura maggiore di quelli del presidente Obama, solo per fare un paragone.

martedì 11 marzo 2014

E qui comando io..e questa è casa miaaa..!*



Kasper fa il bis. O si fa come dico, o niente sinodo


kasper
Il cardinale Walter Kasper si è molto arrabbiato per la pubblicazione fatta il 1 marzo dal “Foglio” – e rilanciata in più lingue da www.chiesa –  della sua relazione al concistoro del 20-21 febbraio a favore della comunione ai divorziati risposati. Forse perché il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara gli ha rovinato lo scoop che il cardinale aveva già in programma col placet di papa Francesco, con la stampa della sua stessa relazione in forma di piccolo libro, per i tipi della Queriniana.
Ma l’11 marzo è stato “L’Osservatore Romano” ad anticipare una seconda volta l’uscita del libretto, pubblicando quasi integralmente altri due testi inediti dello stesso Kasper, ripresi dal suo intervento in concistoro al termine della discussione.
Una discussione molto animata, con numerosi cardinali di prima grandezza intervenuti contro le tesi sostenute da Kasper.

Non ditelo ai due della prima e terza fila


«Io, figlio di divorziati risposati, dico: negare la Comunione è vera misericordia»


una lettera di Franco Rossi


Riprendiamo una lettera pubblicata su La Nuova Bussola Quotidiana, che nel sito viene presentata così:
Pubblichiamo la testimonianza di un uomo, figlio di divorziati risposati,
che racconta di come l'impossibilità di accedere alla Comunione sia stata per sua madre la più grande misericordia che la Chiesa potesse concederle.
Un'ulteriore prova che le spinte in corso in vista del Sinodo per rendere lecite le seconde nozze sono lontane dalla realtà quotidiana del popolo di Dio.
Ovviamente la firma di questo articolo è uno pseudonimo, per garantire la privacy all'autore.


Caro Direttore,
sono un figlio, ormai adulto, di genitori divorziati, che dopo la separazione hanno avuto altri legami. Le scrivo per testimoniare che il non ammettere questi fratelli e sorelle all’Eucaristia è un vero e proprio atto di misericordia, poiché ciò rammenta loro che si trovano in una situazione di peccato dalla quale devono uscire, e prepara il terreno per una conversione.
È questo il caso dei miei genitori, in particolare di mia madre, e di molte altre coppie che ho avuto modo di conoscere.

Ma andiamo con ordine.

Con tutto il dovuto rispetto,

Santità, con tutto il dovuto rispetto,
non Le sembra di esagerare?



Non affannatevi dunque dicendo:
Che cosa mangeremo?
Che cosa berremo?
Che cosa indosseremo?
Di tutte queste cose si preoccupano i pagani;
il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.
Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia,
e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 
Non affannatevi dunque per il domani,
perché il domani avrà già le sue inquietudini.
A ciascun giorno basta la sua pena.

(Mt. 6, 31-34)


Giovedì 6 marzo 2014, nell’aula Paolo VI, Papa Francesco ha incontrato i parroci di Roma, ai quali ha tenuto un discorso incentrato sulla misericordia. È comprensibile, quindi, che la “misericordia” la si trovi citata 27 volte; ciò che è incomprensibile è che non si trovi citata nemmeno una volta la “salvezza”.

Quarta fila?

Saraiva Martins, cardinale, dice che la fede è una, le sue ragioni molte
intervista a José Saraiva Martins a cura di Matteo Matzuzzi
in “Il Foglio” del 11 marzo 2014
“Nessuno discute la validità della Familiaris Consortio, quei princìpi sono ancora validi per la chiesa, ma il punto è un altro: quei princìpi vanno applicati secondo le circostanze attuali, la realtà che si vive oggi”. Il cardinale José Saraiva Martins, teologo, già rettore della Pontificia Università Urbaniana e prefetto emerito della Congregazione per le Cause dei santi, affronta con il Foglio i temi al centro dei prossimi Sinodi sulla famiglia.

UN PAPA IN TERZA FILA

 - BERGOGLIO ROMPE LA TRADIZIONE E SI MESCOLA AI CARDINALI PER GLI ESERCIZI SPIRITUALI AD ARICCIA

Papa Francesco era tra i cardinali sui banchi della cappella nella Casa per esercizi Divin Maestro di Ariccia - Fino all’anno scorso gli esercizi spirituali si tenevano in Vaticano e il Pontefice assisteva da una stanza laterale, “nascosto” alla vista degli altri…

Andando a “grattare”

APPELLO A S.S. FRANCESCO, PERCHÉ REAGISCA (ANCHE A COSTO DI INIMICARSI I POTERI MONDANI E SACRIFICARE IL SUO MITO MEDIATICO) ALL’ATTACCO DELLE LOBBY MONDIALISTE ALLA CHIESA. Sostegno (con le riserve che ai nostri fedeli lettori saranno ovvie) all’iniziativa de “Il Foglio”

Andando a “grattare” sotto il fumo di tante lodi sperticate, talvolta sempliciotte talvolta “pelose”:che fine ha fatto il dossier su “Vatileaks” dei tre Cardinali della Commissione d’inchiesta istituita dal Santo Padre Benedetto XVI?

KASPER vs FOGLIO

"Va bene. Vogliamo un dibattito. Non vogliamo una Chiesa che dorme, vogliamo una Chiesa vivace. Ma quello che ha fatto un quotidiano italiano, cioè pubblicare la mia relazione senza autorizzazione, è contro la legge. Secondo me, in questo modo hanno sabotato la volontà del Papa. Loro vogliono chiudere la discussione, mentre il Papa vuole una discussione aperta". La discussione sul tema continuerà, ha ricordato Kasper, "nel Sinodo. E dipenderà dal Sinodo e dal Papa, il risultato. Io ho fatto una proposta, come mi ha richiesto di fare il Papa, e si vedrà come procederà la discussione, nei prossimi due anni".

lunedì 10 marzo 2014

Ha terminato la sua corsa

E’ morto Mario Palmaro, prof. di filosofia del diritto, bioeticista e apologeta cattolico. Ha vissuto la prova cercando sempre di alzare lo sguardo alle “cose di lassù”. Questo, tra i tanti, è l’insegnamento più grande che conserverò nel cuore. Insieme all’amico Alessandro Gnocchi, nel lontano 2010, scrisse sul quotidiano Libero un articolo dal titolo “In prossimità della fine”, rileggerlo può aiutarci a capire come Mario avesse ben chiaro che tra tempo ed eternità c’è un abisso. Caro Mario, riposa in pace.

Settimana di passione ecclesiastica.

Notizia maschia, notizia femmina

Settimana di passione ecclesiastica. Fa notizia l’amore, il disamore, il desiderio. La versione di Kasper

Settimana interessante. Mentre gli altri parlavano di questione morale e sottosegretari che non hanno pagato di tasca propria dei francobolli, o del dissenso grillino, o della legge elettorale chepalle, ci siamo impegnati su affarucci come sesso, matrimonio, maschio, femmina, promessa e redenzione. Un giornale teologico? No, un giornale. Infatti Kasper era la notizia, come ha notato nell’intervista a De Bortoli anche papa Francesco. E’ una nostra vecchia abitudine, parlare delle cose che contano quando le cose che non contano parlano di noi nel nostro mondo vuoto dell’informazione. Se la chiesa cattolica, che ormai è una minoranza accerchiata ma fa ancora notizia per un paio di miliardi di persone e oltre, possiede e fa lavorare varie università di riguardo, mobilita qualcuno la domenica per la messa nelle diocesi e nelle parrocchie, e ispira settimanali tabloid-sublimi come “ilmiopapa”, oltre che le preghiere piene di compassione e di bellezza dei credenti, bè, se la chiesa dice che non sa che pesci pigliare in materia di amore tra uomo e donna, promessa di lealtà, educazione dei figli, matrimonio e gender, “maschio e femmina li creò”,  si rassegna all’ovvio, ecco, allora bisogna forse parlarne.

Una cattolica “bambina”

Riflessioni sulle dichiarazioni del Card. Kasper 

La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima;

……………………….
Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi. (Sal 19, 8 – 9)

di Carla D’Agostino Ungaretti

scmbnllPuò una cattolica “bambina” come me mettersi a tu per tu con un Principe della Chiesa, il teologo stimato dal Papa, autore della relazione preparatoria al Sinodo sulla famiglia che si svolgerà nel prossimo autunno? Sarò accusata di superbia, di supponenza, di mancanza di rispetto verso una così alta personalità della Chiesa Cattolica?  E’ un rischio che devo correre perché, ovunque io mi volga, vedo confusione e disorientamento in quello che per duemila anni è stato l’insegnamento della Chiesa stessa, frutto a sua volta di duemila anni di riflessione teologica sulla pastorale del matrimonio che, fino a pochi decenni fa non aveva conosciuto motivi di smentite o di correzioni.

Fratelli coltelli

IOR, INCENSO E MIRRA 

LA PARTITA A SCACCHI ALLO IOR È L’ETERNA GUERRA TRA FINANZA CATTOLICA E LAICO-MASSONICA

La voglia di trasparenza di Bergoglio si scontra con il terrore di molti, in Vaticano, di concedere vantaggi e informazioni sensibili ai “massoni” e ai loro bracci armati finanziari di Wall Street - L’ingresso di una ventina di “segugi” di Promontory, nel torrione di Niccolò V, è stato visto come un cedimento di sovranità della Santa Sede…

Massimo Franco per il "Corriere della Sera"
Quando nel luglio del 2013 il vertice dello Ior, in carica da appena pochi mesi dopo la turbolenta uscita di scena di Ettore Gotti Tedeschi, decise di rendere pubbliche le nuove direttive sui clienti dell'Istituto per le opere di religione, notò una reazione ostile. L'iniziativa partiva dalla necessità di dare prova di trasparenza, allontanando almeno una parte delle ombre che da anni si allungano sulle attività dell'Istituto ospitato nel Torrione di Niccolò V, nel cuore delle sacre mura.
IL VATICANO SECONDO FRANCESCO - MASSIMO FRANCOIL VATICANO SECONDO FRANCESCO - MASSIMO FRANCO
Ma le resistenze risultavano altrettanto forti. Non era opportuno, si obiettava, mettere in circolazione notizie riservate che poi «potevano essere usate dalla massoneria» contro il Vaticano. Eppure, esisteva un'esigenza accentuata dal modo singolare col quale era stato scelto il successore di Gotti Tedeschi: e cioè nel limbo temporale tra le dimissioni di Benedetto XVI e l'inizio del Conclave. Il vertice della banca cercò di spiegare che la comunità finanziaria internazionale continuava a tenere gli occhi addosso allo Ior; e che lo stesso Francesco considerava una priorità la riforma radicale dell'Istituto (...).
Il torrione Niccolò V, sede dello Ior  niccolovIL TORRIONE NICCOLÒ V, SEDE DELLO IOR NICCOLOV
Non a caso, sorprendendo tutti, a metà giugno Francesco aveva nominato «prelato» dello Ior monsignor Battista Ricca, direttore della Casa Santa Marta, dove aveva scelto di vivere: una persona di sua totale fiducia, anche se digiuna di finanza, come anello di collegamento e «orecchio» del pontefice tra la Commissione cardinalizia presieduta da Tarcisio Bertone e il Consiglio di sovrintendenza con a capo, appunto, il presidente dello Ior, Ernst von Freyberg.
E dieci giorni dopo, con un «chirografo», un documento riferibile a lui personalmente e datato 24 giugno, aveva istituito una «pontificia commissione referente» per «conoscere meglio la posizione giuridica e le attività dello Ior».
A presiederla fu chiamato un anziano e rispettato cardinale salesiano, Raffaele Farina, ex Prefetto della Biblioteca Vaticana. Al suo fianco, un'altra «eminenza» stimatissima da papa Bergoglio, Jean Louis Tauran, francese; monsignor Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, spagnolo e coordinatore della commissione; monsignor Peter Bryan Wells, statunitense e numero tre della Segreteria di Stato; e la presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali, Mary Ann Glendon, ex ambasciatrice Usa presso la Santa Sede e giurista alla prestigiosa università di Harvard.
IORIOR
Se non era un vero e proprio commissariamento, gli somigliava. E comunque, faceva intendere che Francesco era insoddisfatto del modo in cui andava avanti la riforma. Passarono giorni prima che la richiesta di von Freyberg ricevesse una risposta. Tanto che alla fine, raccontano in Vaticano, il presidente dello Ior si rivolse a monsignor Ricca.
E gli chiese di parlarne direttamente con il Papa. Francesco e il monsignore si incontrarono a colazione a Santa Marta, come accade abbastanza spesso. E Francesco, dopo avere analizzato i pro e i contro, decise che si pubblicasse tutto. L'episodio conferma sia la volontà del pontefice argentino di procedere sulla strada della trasparenza, sia le resistenze fortissime che incontra.
Gotti Tedeschi, interrogato dalla magistratura per alcuni giri di soldi dello Ior ai quali sarebbe risultato totalmente estraneo, non nascondeva di avere intravisto conti correnti «strani», e operazioni così misteriose che lui stesso ne era stato tenuto all'oscuro (...). L'ex presidente, sfiduciato il 26 maggio del 2012, da quel momento era stato tagliato fuori da tutta la rete vaticana che contava. Aspettava di essere convocato da Benedetto XVI per potergli spiegare la propria verità, o almeno da monsignor Georg, suo segretario privato.
IOR istituto per le opere di religioneIOR ISTITUTO PER LE OPERE DI RELIGIONE
A intermittenza gli veniva assicurato che presto sarebbe accaduto (...). Fino a quando, all'inizio di febbraio del 2013, fu fissato un incontro proprio con Bertone: l'ex mentore di Gotti Tedeschi, poi suo avversario per le resistenze del presidente dello Ior ad avallare operazioni finanziarie ritenute spericolate. Il luogo prescelto era lo studio del cardinale Giuseppe Versaldi, potente «ministro delle finanze» vaticane. Erano passati quasi nove mesi dalla sfiducia.
E bisognava ammansire l'economista piacentino, fargli capire che la sua quarantena stava per finire, che papa Benedetto XVI era quasi pronto a riceverlo; e che dunque non doveva sentirsi abbandonato, né essere tentato di raccontare la frazione di segreti che riteneva di avere raccolto. Versaldi era l'anfitrione di quella che doveva apparire la grande riconciliazione tra Gotti Tedeschi e il Segretario di Stato.
Testimone e promotore del colloquio: il vescovo di Piacenza, la città del banchiere, monsignor Giovanni Ambrosio. Quante cattiverie sono state dette sul nostro conto!, avrebbe esordito Bertone vedendo il banchiere: quasi fossero stati entrambi vittime di quello che era accaduto allo Ior. Poi lo rassicurò, gli disse di tenersi a disposizione, perché presto il Papa lo avrebbe convocato.
Ettore Gotti TedeschiETTORE GOTTI TEDESCHI
Ma la convocazione non ci fu mai. Pochi giorni dopo l'incontro di Gotti Tedeschi col segretario di Stato vaticano, Josef Ratzinger si dimise.... Il problema ormai non è lo Ior, ma il rapporto della finanza vaticana col mondo esterno; e l'esigenza di seguire le indicazioni di un Papa deciso a imprimere una svolta al modo di gestire i soldi. Con l'arrivo di Francesco lo Ior è apparso solo un vecchio guscio: una corazza bancaria creata nel 1942 da Pio XII anche per impedire al fascismo di Benito Mussolini in guerra di controllare i fondi e le operazioni finanziarie del Vaticano.
E appare figlio di un'altra era geologica della Chiesa: quella della segretezza abbinata all'impunità; dei soldi in contanti raccolti e distribuiti per cause pie e meno pie senza doverne rendere conto a nessuno e senza che si potesse nemmeno risalire sempre ai beneficiari (...). L'Istituto per le opere di religione è la metafora di una metamorfosi difficile, dolorosa e insieme improcrastinabile.
BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTOROBERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO
E le nomine a ripetizione fatte da Francesco nei primi mesi del papato hanno sottolineato l'urgenza e insieme l'affanno col quale si tenta di riplasmare un organismo che ormai crea problemi al Vaticano, più che risolverli (...). A sbrogliare quegli intrecci occorrevano dei professionisti in grado di incontrare il rispetto delle istituzioni finanziarie e dei governi a livello globale.
Per questo a fine maggio del 2013 il Vaticano si convinse ad affidare a Promontory l'esame dei conti correnti dello Ior, e successivamente di entrare nel ginepraio dell'Apsa. Ma nei sacri palazzi società come Promontory alimentavano dubbi e diffidenze. Era come fare entrare in casa un intruso, se non un nemico. Un colosso come quello evocava lo spettro della massoneria internazionale, i gangli più oscuri del potere di Wall Street, dei governi occidentali e delle banche centrali gonfi di pregiudizi verso la Santa Sede.
ERNST VON FREYBERGERNST VON FREYBERG
E pazienza se il pregiudizio era, in realtà, reciproco. A sentirsi «occupato» e «infiltrato» da un piccolo esercito di marziani era il Vaticano. Perché Promontory, una società di consulenza con base a Washington, è considerata una sorta di controllore-ombra. Fondata e diretta dal 2001 da Eugene Ludwig, banchiere e avvocato nato a Brooklyn, New York, e cooptato dal presidente Bill Clinton nel 1993 per dirigere l'Occ, l'organo che controlla l'attività delle maggiori banche Usa, in pochi anni è diventata una potenza (...). Alla base del modo di agire c'è l'esperienza di ex «cani da guardia» della legalità finanziaria, provenienti da organismi governativi al massimo livello.
Tra i 450 dipendenti ci sono due ex capi della Sec, la Se-curity and Exchange Commission, equivalente Usa della Consob che vigila sulle attività di Borsa; e due ex top manager della Federal Reserve, la banca centrale americana. Il problema vero, però, è un altro. L'ingresso di una ventina di «segugi» di Promontory, armati di computer, nel torrione di Niccolò V, è stato visto come un cedimento di sovranità della Santa Sede.
JEAN LUIS TAURAN JUAN IGNACIO ARRIETA RAFFAELE FARINAJEAN LUIS TAURAN JUAN IGNACIO ARRIETA RAFFAELE FARINA
«L'autonomia finanziaria di uno Stato è un pezzo della sua sovranità», sostiene sotto garanzia di anonimato un cardinale ben addentro a questi temi. «E la sovranità della Santa Sede è messa a rischio se non si interpreta con prudenza l'esigenza di trasparenza. Dare un potere assoluto di indagine a società come Promontory equivale a consegnare in mano a poteri e potenze straniere documenti sensibili e informazioni sui conti di ogni singolo cardinale...».
Ma la struttura vaticana subiva i controlli perché non aveva voluto vedere e prevenire le conseguenze che i cambiamenti avvenuti nella finanza globale avrebbero comunque imposto. Era un difetto di visione strategica, figlio di un'autoreferenzialità e di un'illusione di impunità duri a morire.
Eppure, quando a luglio Francesco aveva voluto una «commissione referente» tipo quella sullo Ior, qualche campanello avrebbe dovuto suonare. Si intuiva che i tempi del Papa e quelli della riforma non collimavano...
Bertone GrilloBERTONE GRILLO
Il ritmo era di 1000-1500 conti controllati ogni mese. E a fine estate scattò la richiesta di chiusura dei conti di quattro ambasciate politicamente «sensibili»: Indonesia, Iran, Siria e Iraq. Poche settimane dopo arrivarono lettere con le quali 1200 correntisti «laici» si vedevano interrompere ogni rapporto con la banca vaticana (...). Da tempo si ipotizza che possa essere stato depositato anche denaro ricollegabile a organizzazioni criminali (...). In quel caso, sarebbe stato confiscato?
E come, visto che la Santa Sede è uno Stato estero? Si intravede una labirintica terra di nessuno legale, che soltanto trattative tra Italia e Vaticano a livello statale, finanziario e giudiziario possono risolvere.
SCARANO BSCARANO B
Nel 2013 all'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede si svolgevano incontri discreti tra le due sponde del Tevere per capire come uscirne. Con la mediazione dell'ambasciatore Francesco Maria Greco arrivavano messaggi nei quali i vertici di Bankitalia, della Segreteria di Stato vaticana, del governo ipotizzavano soluzioni bilaterali dove convogliare i fondi sospetti, e joint venture giudiziarie per indagare a fondo. Insomma, una collaborazione che di fatto si era fermata per una trentina d'anni, mentre in parallelo continuavano le complicità.
Il pericolo era stato reso tangibile dall'arresto, il 28 giugno del 2013, di monsignor Nunzio Scarano a Roma: un uomo-chiave dell'Apsa, accusato di frode e corruzione con un ex agente segreto italiano e un broker (...). La vera domanda era: quanti monsignori Scarano esistono nelle pieghe delle attività finanziarie vaticane (...)? Si tratta di un grumo di mistero di fronte al quale perfino un pontefice determinato come Francesco sembra obbligato a seguire tempi diversi da quelli che si è imposto.

Generale dietro la collina...?

Bergoglio, il generale che vuole vincere senza combattere
"Non ho mai compreso l'espressione valori non negoziabili", ha detto nella sua ultima intervista. E in un libro, il suo più stretto collaboratore spiega perché papa Francesco evita accuratamente lo scontro frontale con la cultura dominante

di Sandro Magister

ROMA, 10 marzo 2014 – Víctor Manuel Fernández è il primo argentino fatto vescovo da Jorge Mario Bergoglio, due mesi dopo la sua elezione a papa.
Era e continua ad essere rettore della Universidad Católica Argentina, imposto in questo ruolo dall'allora arcivescovo di Buenos Aires vincendo le ostilità di una agguerrita schiera di oppositori dentro e fuori la Chiesa.

Ma è anche da anni il più fidato collaboratore di Bergoglio nella scrittura dei suoi testi capitali, dal documento di Aparecida del 2007 alla "Evangelii gaudium" del 2013, la lettera programmatica dell'attuale pontificato.

Il libro-intervista "Il progetto di Francesco. Dove vuole portare la Chiesa" – uscito in questi giorni in Italia –, nel quale Fernández spiega e commenta il programma papale, è dunque una buona guida per capirlo più a fondo.

Chi siamo noi per giudicare?

L'aperturismo di Francesco e l'atomizzazione del cristianesimo

Peter Manseau sul New York Times scrive di come un certo tipo di dialogo abbia rinfocolato le pulsioni "secessioniste" a suon di "chi siamo noi per giudicare"

Riforme. Oggi c'è un interessante op-ed sul New York Times di Peter Manseau sullo stato del cattolicesimo di oggi, specialmente quello americano: una selva di interpretazioni più o meno scismatiche in cui crescono interpretazioni dottrinali contrapposte. La sua tesi è che l'aperturismo di Francesco al dialogo con il mondo abbia rinfocolato le pulsioni "secessioniste" a suon di "chi siamo noi per giudicare". L'argomento è estremo, ma certamente coglie elementi interessanti. E il suo libro in uscita parla dell'atomizzazione del cristianesimo americano.

La posta in gioco

La posta in gioco per i Francescani dell’Immacolata

francescani dell'Immacolata(Maurizio Grosso) Sin dall’inizio del commissariamento dell’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata, le nuove autorità hanno sempre ripetuto, più volte, il medesimo ritornello: “Sei dalla parte di P. Stefano Manelli o del Papa?”. “Se da un lato c’è p. Stefano e dall’altro il Papa, chi scegli?”. Era un commissariamento cominciato col piede sbagliato, e che perciò ha fatto presto capitolare ogni impresa di raggiungimento di una disperata unità.

Troppe parole


Il problema della Chiesa - come ha spiegato con chiarezza cristallina Romano Amerio in >Iota unum - è l'incapacità di esercitare l'autorità. Questa incapacità da un lato è, come dice Amerio, desistenza dell'autorità, cioè mollezza davanti ai crimini, agli eretici, ai pubblici peccatori e disobbedienti interni (si pensi a Enzo Bianchi, il cardinal Martini, Mancuso, l'università san Raffaele di Milano ecc.). Mollezza che è un laissez faire condiscendente e intollerabile, perché significa aprire le porte dell'ovile ai lupi.
Dall'altro lato quest'incapacità si realizza in un autoritarismo feroce nei confronti dei buoni, dei santi, degli obbedienti; si pensi alla persecuzione di stampo comunista stalinista che stanno subendo i Francescani dell'Immacolata, una delle congregazioni religiose con più vocazioni, cui è stato chiuso il seminario, la casa di formazione, la docenza e cui si chiede una firma di fedeltà assoluta non alla Chiesa, non al Romano Pontefice, non ai superiori, non alla Dottrina della Chiesa, ma solo al Concilio Vaticano II, come se esso fosse l'unica ed esaustiva espressione del Sacro Magistero. Tra l'altro va detto che il decreto di soluzione finale contro i Francescani dell'Immacolata porta la firma Papa Francesco.

domenica 9 marzo 2014

In morte di un Grande

Un grave lutto per il mondo cattolico. È morto Mario Palmaro

PalmaroLa sera del 9 marzo, nella sua casa di Monza, ha reso l’anima al Signore, dopo un lunga malattia, Mario Palmaro.
Mario Palmaro aveva 46 anni ed è stato uno dei migliori studiosi e difensori della fede cattolica nei tempi travagliati in cui viviamo. Fino all’ultimo istante della sua vita ha combattuto la buona battaglia con gli scritti, con le parole e soprattutto con l’esempio della sua vita cristiana. “Corrispondenza Romana” si onora di averlo avuto tra i suoi amici più fedeli e si associa al dolore e alle preghiere della famiglia e di tutti coloro che lo hanno stimato ed amato. In attesa di ritornare sulla sua luminosa figura, lo ricordiamo oggi con le sue stesse parole, tratte da un’intervista a “Il Foglio”.

Bureau medical "Oggi"?

Miracolo a Medjugorje, parla Maria Pia Pacioni: “Cammino di nuovo”

Maria Pia Pacioni era affetta da una grave malattia che la stava portando all’immobilità. Poi il viaggio al santuario. Quando è tornata ha sentito uno strano calore. E la sua vita è cambiata


Miracolo a Medjugorje, parla Maria Pia Pacioni: "Cammino di nuovo"... (FOTO)
La testimonianza di Maria Pia Pacioni è sobria, ma precisa nei ricordi. «Mentre camminavo ho sentito come se qualcuno mi accarezzasse la schiena e la gamba non mi faceva più male. Penso: ma chi mi ha toccato? Mi giro e non c’è nessuno, la strada era deserta».

Per andare dove..?

«La Chiesa esca da se stessa». Così ha convinto i prelati 

La mattina del 9 marzo il cardinale Bergoglio parla ai cardinali nelle riunioni prima del conclave.
Le sue parole lasciano il segno. L’appunto del suo intervento viene raccolto dal cubano Jaime Lucas Ortega y Alamino

Il Vaticano III comincia con una rottura razionale e dottrinale

Divorzio evangelico, abisso tra chiesa e mondo

Il Vaticano III comincia con una rottura razionale e dottrinale

La rottura dottrinale non so. C’è il divorzio in chiesa, è evidente nelle parole segrete di Kasper, c’è una procedura penitenziale che in quanto rottura ha una radice “evangelica”, nel senso di contraddire il vangelo nel nome dello spirito del vangelo, cancellare Agostino con la forza possente e pneumatica dell’agostinismo, ripudiare il Cristo finora conosciuto con quello infinito, immenso, custodito nel cuore della fede vissuta, e così via con testi sacri e padri. Il metodologo sarà soddisfatto, si parla di chiesa e autorità dei parroci nel fissare le condizioni del divorzio evangelico, mica della fede e dei dogmi; il fedele che chiede rigore e continuità tradizionale sarà molto insoddisfatto; quelli tiepidi che stanno a metà saranno perplessi, inutilmente.

ll latinista del Vaticano rimpiazzato da due atei

"Oh miram urbanitatem! Non sono stato neppure avvisato. E pensare che ho girato il mondo intero per far conoscere la lingua della Chiesa"


Del nuovo premier che cosa pensa? «Matthaeus Renzi est homo novus. Quare difficillimum est quae velit praevidere. È un uomo nuovo. Per la qual cosa è difficilissimo prevedere che cosa voglia». Ma questo Paese si salverà? «Itali moribundi sunt. Gli italiani sono moribondi. Anzi, corregga. Itali perituri sunt. Meglio». È dura, senza l'ausilio di un traduttore simultaneo, intervistare il professor Victorius Ciarrocchi, all'anagrafe Vittorio, nato 75 anni fa a Pesaro e qui residente, insigne latinista, già docente nei licei classici di Pesaro e Fano e allo scientifico di Senigallia. Per fortuna sopperisce il medesimo Ciarrocchi, che, collaborando da molto tempo al Resto del Carlino, ben conosce l'asinaggine media dei giornalisti.

Studiare da Papa

"Papa Francesco sta 'studiando' le unioni gay: vuole capire". Inizia il ritiro: in bus coi cardinali



«Bergoglio... Bergoglio...Bergoglio...».


RETROSCENA DEL CONCLAVE DEL 13 MARZO - ORE 18.50: ELETTO BERGOGLIO - A RATZINGER LA PRIMA TELEFONATA - A CASTEL GANDOLFO NON SENTONO LO SQUILLO. IL COLLOQUIO AVVIENE FINALMENTE ALLE 20.45

Quando il cardinale Re gli chiede come vorrà chiamarsi da Papa, Quo nomine vis vocari?, Bergoglio sillaba tra lo stupore dei cardinali: Vocabor Franciscus . Francesco. Mai nessun pontefice aveva scelto il nome del santo di Assisi. «Non dimenticarti dei poveri», gli aveva detto il francescano Hummes….

Avviso di condanna


per il numero due della nunziatura in Italia. Ma quando e come lo sa solo il papa





Non c’è pace, da un anno a questa parte, nella nunziatura della Santa Sede in Italia.
Tra papa Francesco e il nunzio Adriano Bernardini è gelo. Jorge Mario Bergoglio lo
conosce bene e non gliel’ha perdonata. Quando Bernardini era nunzio in Argentina, tra il 2003 e il 2011, tirava le fila dell’opposizione all’allora arcivescovo di Buenos Aires, tra l’altro facendo nominare trentacinque nuovi vescovi quasi tutti contro le sue indicazioni e aspettative.
Ma ora nel mirino del papa è finito il numero due della nunziatura, monsignor Luca Lorusso (nella foto).
E vi è finito pubblicamente, col papa che l’ha additato alla generale riprovazione nientemeno che nell’aula Nervi, davanti ai vescovi e al clero della diocesi di Roma lì convocati il 6 marzo per il tradizionale incontro d’inizio quaresima.

Caro Papa Emerito, Le scrivo!

Joseph-Ratzinger

Caro Joseph Ratzinger,
Non sono un Tornielli né un Odifreddi né,tanto meno,un prelato nostalgico: non ho mai avuto la fortuna o il privilegio di ricevere una Sua lettera, né Lei l'onere di leggere una delle mie. Forse mai accadrá. Forse anche queste parole rimarranno-come diceva Catullo- una facezia "letteraria", un puro esercizio di scrittura.
Le scrivo in un occasione per Lei forse felice, per me un po' meno: l'anniversario di quel ventotto febbraio 2013,quando, tra le lacrime e l'affetto di milioni di cattolici, strettisi attorno al proprio Pastore, assistemmo alla chiusura di quel massiccio portone di legno della residenza estiva di Castel Gandolfo. Alle ore 20 il Pontificato del Papa della ragione si concludeva e la tiara veniva consegnata nelle mani dei Cardinali,che,secondo il Codice di Diritto Canonico, reggono con legittima potestà la sede vacante.

sabato 8 marzo 2014

Vivere senza menzogna


Vivere senza menzogna è il titolo di un celebre appello di Aleksander Solgenitsin, apparso nel 1973, all’indomani del suo arresto da parte del KGB. Il dissidente russo denunciava in quello scritto l’Arcipelago Gulag, fondato sul crimine e sulla menzogna, esortando a combatterlo con l’arma invincibile della verità. La verità vince sempre quando riesce ad esprimersi apertamente. La menzogna prevale solo se riesce a soffocare la verità e per farlo ha bisogno della manipolazione delle menti e delle coscienze.

LE TEMPESTE SI AVVICINANO?


FRANCESCO CHIAMA BENEDETTO ACCANTO A SE’. LE TEMPESTE SI AVVICINANO

Nell’intervista a papa Bergoglio, pubblicata ieri da Ferruccio De Bortoli sul “Corriere della sera”, ci sono notizie sorprendenti su quello che sta accadendo nella Chiesa e sul bivio davanti al quale si trova questo pontificato. Che si annuncia drammatico.

I DUE PAPI

Anzitutto constatiamo che addirittura papa Francesco scende in campo sulla questione relativa a Benedetto XVI e al suo “papato emerito” e questo fatto, da solo, zittisce i tanti pierini clericali i quali sostenevano, nelle scorse settimane, che i nostri articoli ponevano una questione inesistente e perfino dannosa.