ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 10 dicembre 2014

In cerca di fulmini?

Roberto De Mattei: “Divorziati risposati in peccato grave. Ratzinger avrebbe dovuto ritirarsi nell’ombra”



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Lo spunto per riparlarne è stata un’intervista esclusiva rilasciata dal Papa emerito al quotidiano tedesco ‘Frankfurter Allgemeine’. E Roberto De Mattei, già vicepresidente del Cnr e direttore della rivista“Radici Cristiane” e dell’agenzia di informazione “Corrispondenza Romana”, interviene su IntelligoNews nel dibattito sull’ammissione alla Comunione dei divorziati risposati, che tra l’altro ha acceso il confronto tra i porporati già nell’ultimo Sinodo. Per De Mattei queste persone “si trovano in una situazione di peccato grave e non possono accedere al sacramento dell’Eucarestia”. Poi spiega perché Benedetto XVI “avrebbe dovuto ritirarsi nell’ombra” e quanto è sbagliato “contrapporre Papa a Papa”. Un dialogo quello con il professore che racchiude il Vangelo e la Tradizione della Chiesa…

Brosieide

SPUNTI,APPUNTI E DISAPPUNTI

Ricevo e pubblico:

E' vero, eccellenza, che Ella, a proposito di certe ormai troppo famose apparizioni Mariane, ha cambiato opinione? E, se è vero, potrebbe suggerircene i motivi?

Non è vero affatto anche perchè non c'è nessun motivo per farlo, soprattutto tenendo fermo il giudizio abbondantemente negativo dato reiteratamente dall'Autorità  ecclesiastica competente.

Introíbo in domum tuam,

"Introíbo in domum tuam, adorábo ad templum sanctum tuum, et confitébor nómini tuo" (Ps. 5, 8 - Offert.) IN TRANSLATIONE ALMÆ DOMUS BEATÆ MARIÆ VIRGINIS


Nel calendario tradizionale, oggi si celebra non la "Madonna di Loreto" come volgarmente è invalso da alcuni decenni a questa parte, ma si celebra uno dei più grandi prodigi compiuti da Dio, cioè la transvolazione o traslazione della Santa Casa della Vergine da Nazaret nella penisola balcanica e, quindi, sulle coste delle Marche in località Loreto.
Tale miracolo è celebrato dalle genti marchigiane col suono delle campane alle 2,30-3,00 nella notte tra il 9 ed il 10 dicembre ed illuminato da fuochi (c.d. focaracci).

Sinodo e Mah(?)gistero

Il Sinodo e il Magistero ordinario della Chiesa

Opening Mass of Synod of the Bishops(di Roberto de Mattei) Mentre il Sinodo del 2015 si avvicina carico di incognite e di problemi, una questione di fondo è sul tappeto. Qual è l’autorità dei documenti ecclesiastici che possono essere prodotti dal magistero ordinario di un Papa o di un Sinodo? I progressisti, o forse meglio i neo-modernisti, attribuiscono un carattere infallibile a tutti gli atti dell’attuale Pontefice e ai risultati del prossimo Sinodo, quali che essi siano.
A questi atti – dicono – bisogna obbedire perché, come nel caso del Concilio Vaticano II, il Papa o i vescovi a lui uniti, non possono sbagliare. D’altra parte gli stessi progressisti negano valore infallibile agli insegnamenti dell’enciclica Humanae vitae di Paolo VI e affermano che la morale tradizionale in campo coniugale deve essere aggiornata, adeguandosi alle “convinzioni vissute” di quei cattolici che praticano la contraccezione, la fecondazione artificiale, le convivenze extra coniugali.

Notti in bianco dalla fine del mondo..

Cereti, il prete genovese che ha convinto Papa Francesco ad aprire ai divorziati

ROMA – Cereti, il prete genovese che ha convinto Francesco ad aprire ai divorziati. Il tema lo ha rilanciato in dicembre Papa Francesco in persona con una grande intervista a La Nacion di Buenos Aires, pubblicata in Italia da Repubblica: “La Chiesa apre le porte ai divorziati”. Ma il tema bolle da quando è incominciato il Sinodo, tutt’ora in corso, che si concluderà nell’ottobre del 2015. Cambierà o no la Chiesa la sua linea dura, seguirà Francesco fino in fondo, discutendo collegialmente?

Commissario in vista?

Fr. Reto Nay è andato dal novus
ordo al vetus: dovrebbe essere giustiziato - Dicembre 2014

L'abominio della desolazione nella Chiesa - Discorso Fr. Reto Nay 23 novembre 2014
Disclaimer : Questo articolo non è in alcun Blang mano libera dato a don Nay so solo che
non anche il contenuto dell'insegnamento che elargisce e cosa pensa il Concilio Vaticano II.

Anche cinque anni fa e, come potete vedere in questo video , il signor Fr. Reto Nay (1) ha celebrato la Messa di Paolo VI nella sua parrocchia-Sedrun Sedrun, Grigioni, Svizzera.
Egli è stato molto apprezzato dal vescovo Vitus Huonder , vescovo di Coira, etichettato come "neo-conservatori" (2) e talvolta come "pro-tradizionalista" (3), che gli ha portato il suo sostegno (4) al momento del lancio e l'aumento del portale Internet Gloria.TV che agisce senza Chiesa warrant, con sede in Moldavia e lavorare in più lingue.
Fin dall'inizio Gloria.TV è catalogato sensibilità tradizionalista perché ha accettato sul suo sito per trasmettere le notizie del variegato mondo della "tradizione".

Consonanze

Rahner I Papa?

Da sempre più parti si segnala negli atti di Papa Bergoglio l’influsso di Karl Rahner, il gesuita teologo e perito del Concilio; anzi c’è chi descrive l’elezione di Francesco come un colpo di Stato dei gesuiti ormai ridotti ad una setta rahneriana: «È la loro scuola che domina tutte le cattedre negli atenei cattolici, dove si è sostituito l’insegnamento del cristianesimo con il rahnerismo, e, in America latina». La brutale soppressione dei Francescani dell’Immacolata sarebbe una vendetta contro un ordine dal quale «si sono visti per la prima volta fare a pezzi, con un rigore stringente, i loro idoli di carta, i Rahner e compagni».
Non so cosa pensare, non ho abbastanza informazioni interne, né letture teologiche per giudicare. So di un alto prelato, uno degli epurati da papa Francesco, che sta rileggendo con rinnovata attenzione le profezie della beata Caterina Emmerich («Vedo due papi…»), so che qualcosa di inqueto e minaccioso ribolle nella curia, e sono angosciato come credente.
Per quel poco che so, intravvedo inquietanti consonanze rahneriste nell’impazienza del Papa attuale verso quei cristiani preoccupati della Tradizione, dei dogmi e delle eresie pullulanti con evidenza nella Chiesa, che lui chiama «cristiani ideologici». Karl Rahner, durante tutto il Concilio di cui era ascoltatissimo «perito», esprimeva la seguente sardonica preghiera: «Che lo Spirito Santo guidi la Chiesa in modo che rinunci ai dogmi e alle condanne; allora i teologi potrebbero, col tempo, trovare ciò che è giusto». Per Rahner «gli enunciati della fede tradizionale [i dogmi] sono inadeguati, in buona parte, per lo meno per quanto concerne ciò che è necessario prima di ogni altra cosa: l’annuncio della fede (…)».

Sinodo, verso il secondo round.



 La requisitoria del canonista
Il cardinale Velasio De Paolis riapre il fuoco contro la comunione ai divorziati risposati: "Se approvata, le conseguenze sarebbero di una gravità inaudita". Il rebus di papa Francesco

ROMA, 9 dicembre 2014 – Da oggi è di dominio pubblico la traccia preparatoria del prossimo sinodo dei vescovi, dedicato, come il precedente, al tema della famiglia:

> Sinodo dei vescovi. "Lineamenta" per la XIV assemblea generale ordinaria, 4-25 ottobre 2015

La traccia – in latino "lineamenta" – ha come base di partenza la "Relatio" finale del sinodo dello scorso ottobre, ma poi prosegue riformulandone i vari punti in forma di domande. Il questionario, per ora diffuso soltanto in italiano, sarà inviato nei prossimi giorni in più lingue alle conferenze episcopali di tutto il mondo, che potranno sottoporlo a una cerchia anche amplissima di persone.

A detta del cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del sinodo, la finalità del sondaggio sarà "l'approfondimento delle questioni affrontate nel dibattito, di tutte, ma soprattutto di quelle che hanno bisogno di essere discusse in modo più accurato".

Con ciò, il cardinale ha alluso alle due questioni che in effetti sono state quelle più controverse, nel sinodo dello scorso ottobre. Talmente controverse da non aver ottenuto, nella loro formulazione finale, i due terzi dei voti necessari per l'approvazione.

Sono le questioni che riguardano la comunione ai divorziati risposati e l'omosessualità.

Dei 62 paragrafi che componevano la "Relatio", infatti, i tre dedicati a tali questioni sono i soli che non sono stati approvati, anche se – per volontà di papa Francesco – sono stati ugualmente mantenuti nel testo reso pubblico, assieme all'esito delle rispettive votazioni.

Nel questionario diffuso oggi, la domanda riguardante la comunione ai divorziati risposati è la n. 38:

"La pastorale sacramentale nei riguardi dei divorziati risposati necessita di un ulteriore approfondimento, valutando anche la prassi ortodossa e tenendo presente 'la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti'. Quali le prospettive in cui muoversi? Quali i passi possibili? Quali suggerimenti per ovviare a forme di impedimenti non dovute o non necessarie?".

Mentre quella riguardante l'omosessualità è la n. 40:

"Come la comunità cristiana rivolge la sua attenzione pastorale alle famiglie che hanno al loro interno persone con tendenza omosessuale? Evitando ogni ingiusta discriminazione, in che modo prendersi cura delle persone in tali situazioni alla luce del Vangelo? Come proporre loro le esigenze della volontà di Dio sulla loro situazione?".

Il tema del sinodo, naturalmente, non si esaurisce in queste due questioni, ma riguarda piuttosto il destino presente e futuro del matrimonio cristiano in quanto tale. Basti pensare al generale declino numerico dei matrimoni sia civili che sacramentali, i quali ultimi stanno calando a picco anche in un paese cattolico come l'Italia, dove nell'ultimo mezzo secolo sono precipitati da 414.652 (nel 1963) a 111.545 (nel 2013), con un ritmo di decrescita che prelude alla loro scomparsa tra meno di vent'anni.

Sta di fatto, però, che la comunione ai divorziati risposati continua ad essere la questione più dibattuta, perché a dispetto della sua applicazione numericamente molto ristretta mette comunque in gioco il senso ultimo sia del matrimonio cristiano sia del sacramento dell'eucaristia, cioè di due colonne portanti del cristianesimo.

Il testo che segue è una prova di quanto vivacemente questo dibattito prosegua. Ne è autore il cardinale Velasio De Paolis, 79 anni, missionario scalabriniano, canonista illustre, presidente emerito della prefettura degli affari economici della Santa Sede.

Già prima del sinodo dello scorso ottobre De Paolis aveva pubblicamente preso posizione contro le tesi a favore della comunione ai divorziati risposati, sostenute più di tutti dal cardinale Walter Kasper.

L'aveva fatto in una conferenza tenuta il 27 marzo a Perugia, come prolusione inaugurale del nuovo anno giudiziario del tribunale ecclesiastico dell'Umbria:

> I divorziati risposati e i sacramenti dell'eucaristia e della penitenza

La conferenza era stata poi ripubblicata in Spagna nella rivista "Ius Communionis" (2, 2014, pp. 203-248) e in Italia e negli Stati Uniti nel volume a più voci uscito alla vigilia del sinodo con gli interventi di altri quattro cardinali anch'essi critici delle posizioni di Kasper:

"Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e Comunione nella Chiesa cattolica", Cantagalli, Siena, 2014.

"Remaining in the Truth of Christ. Marriage and Communion in the Catholic Church", Ignatius Press, San Francisco, 2014.

Ma ora De Paolis è tornato sull'argomento prendendo ad oggetto delle sue critiche proprio quel paragrafo 52 della "Relatio" finale del sinodo dello scorso ottobre riguardante i pro e i contro la comunione ai divorziati risposati.

A giudizio del cardinale De Paolis, questo paragrafo non solo è in sé incoerente e contraddittorio, ma "le novità che si introdurrebbero se fosse approvato sarebbero di una gravità inaudita", perché minerebbero le stesse fondamenta del dogma e della morale cattolica.

Questo è il rimando al testo integrale della conferenza, tenuta il 26 novembre alla facoltà di diritto canonico dell'Università San Dámaso di Madrid:

> Caminos adecuados para la pastoral de los divorciados vueltos a casar


Mentre qui di seguito è riprodotta la sua sezione finale.

Con l'avvertenza che le considerazioni di De Paolis contro la comunione ai divorziati risposati egli le applica anche a tutte le altre situazioni irregolari di convivenza, come spiega nella prima parte della sua conferenza.

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LA PROPOSIZIONE N. 52 DEL SINODO STRAORDINARIO SULLA FAMIGLIA

di Velasio De Paolis



Il tema dell'accesso ai sacramenti, specialmente all'eucarestia, da parte dei divorziati risposati é stato oggetto di riflessione nel sinodo straordinario dei vescovi dello scorso mese di ottobre. A questo fa riferimento la proposizione n. 52 della "Relatio" finale, che dice:

"Si è riflettuto sulla possibilità che i divorziati e risposati accedano ai sacramenti della penitenza e dell’eucaristia. Diversi padri sinodali hanno insistito a favore della disciplina attuale, in forza del rapporto costitutivo fra la partecipazione all’eucaristia e la comunione con la Chiesa ed il suo insegnamento sul matrimonio indissolubile. Altri si sono espressi per un’accoglienza non generalizzata alla mensa eucaristica, in alcune situazioni particolari ed a condizioni ben precise, soprattutto quando si tratta di casi irreversibili e legati ad obblighi morali verso i figli che verrebbero a subire sofferenze ingiuste. L’eventuale accesso ai sacramenti dovrebbe essere preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del vescovo diocesano. Va ancora approfondita la questione, tenendo ben presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti, dato che 'l’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere sminuite o annullate' da diversi 'fattori psichici oppure sociali' (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1735)".


1. Il senso della proposizione sinodale


Il testo non ha raccolto un numero sufficiente di adesioni, cioè i due terzi dei voti, ragione per cui non è stato approvato dal sinodo; pertanto, non dovrebbe considerarsi un testo sinodale. Ma bisogna dire subito che è difficile valutare il significato della votazione. Il testo si compone di varie parti non omogenee, persino contrapposte, anche con motivazioni inadeguate o non totalmente appropriate o, perlomeno, incomplete, nel raccordarsi con le fonti dottrinali.

In effetti la proposta comincia con un dato di cronaca: si è riflettuto sul tema. Poi fa riferimento a una corrente di padri che sono favorevoli alla disciplina attuale e ad altri che sono favorevoli a un cambio nella disciplina. Il testo prosegue spiegando in quali punti dovrebbe cambiare la disciplina attuale, segnalando anche quale sarebbe la responsabilità che dovrebbe competere al vescovo. Infine conclude con un avvertimento e un invito a un maggiore approfondimento, suggerendo anche alcuni elementi per farlo. Pertanto, un eventuale voto contrario o di approvazione del testo non si sa bene a cosa riferirlo.


2. Limiti della proposizione


La proposizione si presenta con una formulazione limitata. Si riferisce a una categoria limitata di persone che vivono in una situazione di unione irregolare: i divorziati risposati. Si tratta di una categoria che meriterebbe, secondo la proposizione, un'attenzione particolare ed eccezionale, motivata dalle situazioni particolari degne di considerazione che questa categoria potrebbe presentare, come effettivamente il testo spiega subito dopo.

Non è difficile trovare in queste parole alcuni elementi significativi della proposta del cardinale Kasper. Ma abbiamo già avuto occasione di studiare questa proposta e di verificare che non è stata sostenuta da alcun argomento valido. Del resto quella proposta era già stata a conoscenza dell'autorità competente, che l'aveva studiata e respinta, non trovando in essa elementi che la potessero sottrarre a una valutazione secondo i principi dottrinali dei documenti della Chiesa. Pertanto, l'ipotesi avanzata nella proposizione sinodale era già stata studiata e valutata in maniera esplicita e si era arrivati alla conclusione che non implicava principi eccezionali ma rientrava nella categoria dei principi generali, dato che, dal punto di vista della gravità morale e in ordine all'accesso all'eucarestia, l'ipotesi avanzata nella proposta costituisce in tutti i casi una violazione grave della morale coniugale e della disciplina della Chiesa, che non può permettere l'accesso all'eucarestia. Per questo motivo i documenti della Chiesa non fanno mai una distinzione tra le diverse categorie di persone che convivono in unioni irregolari: le varie tipologie di persone che convivono irregolarmente non si distinguono per quanto si riferisce alla convivenza coniugale e all'accesso all'eucarestia.

Inoltre, le condizioni in virtù delle quali si pretenderebbe una considerazione speciale per i divorziati risposati possono verificarsi in tutti quelli che si trovano in situazioni irregolari. E, in alcuni casi, la situazione potrebbe persino aggravarsi: potrebbe sembrare un premio e un invito a stabilire nuovi vincoli.

Possiamo ancora fare un'ulteriore considerazione. La proposizione, nel restringere l'ipotesi a una categoria specifica, riconosce il valore dottrinale e normativo dei documenti della Chiesa che regolano la materia. E, visto che la proposizione invita a un approfondimento, si evidenzia una certa perplessità sulla proposta stessa. Su che cosa può consistere questo approfondimento? Non sul valore dottrinale e normativo dei documenti, ma sulla possibile eccezione contenuta nella proposizione. E da dove può sorgere il dubbio se non dal fatto che la proposizione contiene in sé un'eccezione alle due condizioni essenziali per l'accesso all'eucarestia, dal momento che si verifica una violazione grave della legge morale naturale e una situazione personale non idonea per accedere all'eucarestia?

In effetti, anche in questa categoria dei divorziati risposati si trovano presenti le due condizioni che impediscono l'accesso all'eucarestia, il che porta l'autorità ecclesiastica a non poter agire in un altro modo, poiché l'autorità ecclesiastica non può disporre della legge naturale e divina: il rispetto della legge naturale del matrimonio e la necessità della grazia santificante.

Le situazioni descritte potrebbero non consentire la separazione delle due persone che stanno convivendo in un'unione irregolare, però non richiedono necessariamente la vita in comune "more uxorio" e la situazione permanente di peccato.


3. Disciplina, dottrina o magistero?


Osserviamo che la stesura del testo della proposizione genera equivoci. Si parla di "disciplina attuale" e di una possibile modifica alla stessa, ma questo suscita qualche dubbio, che esige un approfondimento. In realtà, la normativa vigente non è soltanto una "disciplina attuale", come se si trattasse di una norma meramente ecclesiastica e non di norme divine, sancite dal magistero, con motivazioni dottrinali e magisteriali che riguardano i fondamenti stessi della vita cristiana, della morale coniugale, del senso e rispetto dell'eucarestia e della validità del sacramento della penitenza. Ci troviamo dinanzi a una disciplina fondata sul diritto divino. Non si sottolinea abbastanza che i documenti della Chiesa in questa materia non impongono obblighi da parte dell'autorità, bensì affermano che l'autorità ecclesiastica non può agire diversamente, perché questa "disciplina" non può essere modificata nei suoi elementi essenziali. La Chiesa non può agire diversamente. Non può modificare né la legge naturale né il rispetto della natura dell'eucarestia, perché è in questione la volontà divina.

La proposizione, nella misura nella quale prevede la possibilità di ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati costituisce, di fatto, un cambio dottrinale. E questo contrariamente al fatto che si afferma che non si vuole modificare la dottrina. D'altra parte, la dottrina, per sua propria natura, non è modificabile se è oggetto del magistero autentico della Chiesa. Prima di parlare e di trattare di un'eventuale modifica della disciplina vigente, è necessario riflettere sulla natura di questa disciplina. Nell'affrontare questa materia si dovrebbe, in primo luogo, riflettere su questa dottrina e sul suo grado di fermezza; bisogna studiare bene ciò che può essere modificato e ciò che non si può modificare. Il dubbio è stato insinuato nella stessa proposizione quando chiede un'approfondimento, che deve essere dottrinale e previo a qualsiasi decisione.

Possiamo chiederci anche se è competenza di un sinodo dei vescovi trattare una questione come questa: il valore della dottrina e della disciplina vigente nella Chiesa, che si sono formate nel corso dei secoli e sono sancite con interventi del magistero supremo della Chiesa. Inoltre, chi è competente per modificare il magistero di altri papi? Questo costituirebbe un precedente pericoloso. D'altra parte, le novità che si introdurrebbero se fosse approvato il testo della proposizione sarebbero di una gravità inaudita:

a) la possibilità di ammettere alla comunione eucaristica con approvazione esplicita della Chiesa una persona in stato di peccato mortale, con pericolo di sacrilegio e di profanazione dell'eucarestia;

b) facendo così si mette in discussione il principio generale della necessità dello stato di grazia santificante per poter accedere alla comunione eucaristica, specialmente ora che si è introdotta o si sta introducendo nella Chiesa una prassi generalizzata di accedere all'eucarestia senza una previa confessione sacramentale, anche se si ha coscienza di trovarsi in peccato grave, con tutte le deleterie conseguenze che questa prassi comporta;

c) l'ammissione alla comunione eucaristica di un fedele che convive "more uxorio" significherebbe mettere in discussione anche la morale sessuale, fondata particolarmente sul sesto comandamento;

d) inoltre, in questo modo si darebbe rilevanza alla convivenza o ad altri vincoli, indebolendo di fatto il principio della indissolubilità del matrimonio.


4. Le motivazioni addotte per conservare la disciplina vigente


Riguardo a questo, la proposizione afferma quanto segue: "Diversi padri sinodali hanno insistito a favore della disciplina attuale, in forza del rapporto costitutivo fra la partecipazione all’eucaristia e la comunione con la Chiesa ed il suo insegnamento sul matrimonio indissolubile".

Il testo non è molto chiaro e, in ogni caso, è insufficiente perché non pone l'accento sulla problematica coinvolta. Non si tratta solo di ragioni disciplinari da decidere d'accordo con la maggioranza, ma di una dottrina e di un magistero indisponibile, che  certamente va oltre le competenze di un sinodo straordinario dei vescovi. In realtà, in questo problema sono implicate questioni dottrinali di estrema importanza, alle quali abbiamo fatto riferimento. Si deve specificare che la ragione prima del divieto di accedere all'eucarestia è, semplicemente, la condizione nella quale si trova il divorziato che convive maritalmente con un'altra persona: una condizione di peccato grave oggettivo. Il fatto che questa condizione sia causata dal divorzio o dall'eventuale nuovo vincolo civile non ha rilevanza sulla condizione morale che esclude l'eucarestia: trovarsi in uno stato permanente di violazione della norma morale della Chiesa.


5. Approfondimenti


La proposizione sostiene quanto segue: "Va ancora approfondita la questione, tenendo ben presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti, dato che 'l’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere sminuite o annullate' da diversi 'fattori psichici oppure sociali' (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1735)".

Il testo afferma la necessità di un approfondimento da un solo punto di vista, abbastanza debole. Di fatto, si cita il Catechismo della Chiesa Cattolica, con il quale non è possibile non essere d'accordo. Il problema sta nel fatto di sapere quanto incide questo paragrafo del Catechismo della Chiesa Cattolica nella problematica qui trattata. La prima fonte della moralità è quella oggettiva. Ed è della moralità oggettiva che stiamo qui trattando.

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E COSA NE DICE IL PAPA?



A proposito della comunione ai divorziati risposati, papa Francesco ha espresso un'ultima volta il suo pensiero nell'intervista che ha dato a Elisabetta Piqué sul quotidiano argentino "La Nación" del 7 dicembre (vedi foto):

"Nel caso dei divorziati risposati, che facciamo con loro, che porta si può aprire? C'è un'inquietudine pastorale: allora andiamo a dare loro la comunione? Non è una soluzione dare loro la comunione. Questo solo non è la soluzione, la soluzione è l'integrazione. Non sono scomunicati, certo. Però non possono essere padrini di battesimo, non possono leggere le letture a messa, non possono distribuire la comunione, non possono insegnare il catechismo, non possono fare sette cose, ho l'elenco qui. Basta! Se racconto questo, sembrerebbero scomunicati di fatto! Allora, aprire un po' di più le porte".

Nella stessa intervista, Francesco ha rivendicato la chiarezza delle proprie formulazioni:

"Uno mi ha detto una volta: 'Sì, certo, il discernimento va bene, ma abbiamo bisogno di cose più chiare'. Gli ho detto: 'Guardi, ho scritto un'enciclica e un'esortazione apostolica, di continuo faccio dichiarazioni e tengo omelie, e questo è magistero. Ciò che sta lì è ciò che penso, non ciò che i media dicono che io pensi. Vada lì e lo trova ed è ben chiaro'".

Resta tuttavia il fatto che quanto detto dal papa in questa intervista a proposito della comunione ai divorziati risposati si presta ancora una volta a dubbi interpretativi. Vi si può leggere, infatti, sia un rifiuto della "soluzione" di dare loro la comunione, sia un assenso a questa stessa soluzione, come parte di una più complessiva "integrazione" degli stessi soggetti.
di Sandro Magister

Il testo completo, in più sezioni, dell'intervista a "La Nación":

> Francisco: "Dios me da una sana dosis de inconsciencia"

> El sínodo: "Los divorciados vueltos a casar parecen excomulgados"


> Sobre la Argentina: "El país tiene que llegar al término del mandato en paz"

> Cambio en la Guardia Suiza: "Fue una mera renovación…"

> La intimidad de la entrevista: humor y anécdotas


Mentre questa è la sua traduzione in italiano, uscita su "L'Osservatore Romano" in data 10 dicembre:

> Coraggio di parlare, umiltà di ascoltare


__________http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350935

martedì 9 dicembre 2014

C'azzecca

Che c’azzecca “Bella ciao” con la Santa Messa?  Scimmiottando il ritualismo di Don Gallo, accade a Genova che padre Alex Zanotelli, al termine della S. Messa nel giorno dell’Immacolata, intoni con i fedeli “Bella ciao”…

di Mario Bozzi Sentieri
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Premessa doverosa. Visto da vicino Don Gallo era una “simpatica canaglia”, nel senso che era uno a cui piaceva “épater le bourgeois”, ma senza cattiveria. Paradossale, spregiudicato per partito preso, impegnato a stupire più che a catechizzare, era il prete perfetto per assecondare quelli che stanno sempre “dalla parte giusta”. Era tanto spregiudicato che una volta, eravamo nel 1996, aveva accettato perfino di partecipare, in provincia di Genova, ad una Festa Tricolore, l’alternativa missina poi aennina alle ben più strutturate Feste dell’Unità. Ricordo di avere partecipato al confronto. Il tema era più o meno i giovani e la politica. Ed il Don – come al solito – le mandò a dire a tutti, a destra e a sinistra, invitando i giovani a prendere in mano il proprio destino, a “sporcarsi” nell’impegno, ad uscire fuori dagli schemi.

La prova del nove

Intervista a don Emanuel Du Chalard su alcune questioni di attualità         di don Massimo Sbicego

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Mi sono permesso di intervistare in questi giorni don Emanuel Du Chalard circa alcuni temi d’attualità: mons. Lefebvre ed il sacerdozio; la crisi degli uomini di Chiesa; i Francescani dell’Immacolata e le relative suore; ma anche sulla missione in Asia e la vita religiosa tradizionale. Vorrei ringraziarlo sin d’ora per la generosità nel rispondermi seppur in viaggio per l’India.
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zzdmmndchlDon Emanuele, Lei è stato uno dei collaboratori più stretti di mons. Lefebvre, sin dall’inizio; personalmente l’ho avuta come predicatore al ritiro sacerdotale di Ecône e ho potuto gustare lo spirito dei nostri statuti. Qual era l’animo di Monsignore verso il sacerdozio, cos’era per il lui il sacerdote?
Prima di tutto, non direi che fui “collaboratore stretto” di Mons. Lefebvre. E’ vero che l’ho conosciuto praticamente fin dall’inizio della fondazione della Fraternità, essendo entrato ad Ecône nel settembre del ’70, anno di apertura del seminario. Poi ho avuto contatti regolari con lui visto che, da una parte veniva abbastanza regolarmente a Roma, più volte l’anno, dall’altra era interessato a sapere quello che succedeva a Roma, niente di più.

Ut unum sint ?

Padre Georg: “Il mio Natale con due Papi”

La storia lo ha chiamato a essere testimone discreto e cruciale di avvenimenti inauditi. Prima il maggiordomo infedele, che rubava i documenti dalla scrivania del Papa per passarli alla stampa. Poi la rinuncia di Benedetto XVI. Quindi l’elezione del Papa argentino. La convivenza deidue Pontefici in Vaticano. E lui che è diventato il braccio destro di entrambi. Stiamo parlando dimonsignor Georg Gänswein, nato 58 anni fa in un paesino della Foresta nera (Riedern am Wald, arcidiocesi di Friburgo) e finito, senza volerlo, sotto i riflettori del mondo.

Arridàjje, fino allo sterminio!

Il Papa interroga i cattolici su contraccezione e aborto con un nuovo questionario

Il pontefice chiede a fedeli, preti e vescovi "come promuovere un'efficace cultura della vita"


Papa Francesco (foto LaPresse)
"Come la Chiesa combatte la piaga dell'aborto promuovendo un'efficace cultura della vita?". Lo chiede a fedeli, preti e vescovi il nuovo questionario voluto da Papa Francesco sulle sfide del contesto attuale alla pastorale familiare in previsione del Sinodo ordinario del prossimo ottobre. Una domanda riguarda esplicitamente l'"Humanae Vitae", l'enciclica di Papa Montini che afferma la liceità della paternità responsabile proibendo però l'uso dei contraccettivi (e in questo è largamente disattesa dai cattolici di tutto il mondo).

Tamarro Valls

Per Valls ci sono cose più importanti di un presepe: quali, di grazia?


“In nome del laicismo si vieterà il suono delle campane”, dice il presidente del Consiglio della Vandea
Roma. A questo punto, tanto vale abolire il Natale e le relative vacanze che laicamente tanto spingono i consumi dei contribuenti, scriveva provocatoriamente domenica il quotidiano Parisien, dopo aver dato conto della decisione del tribunale amministrativo di Nantes di far rimuovere il presepe da poco allestito nella sala comunale del municipio di La Roche-sur-Yon. Ordinanza immediatamente esecutiva, perché quelle statuine poggiate su muschio e paglia contrastano chiaramente con la legge sulla laicità, totem intoccabile nella Francia teatro illustre della secolarizzazione dilagante.

lunedì 8 dicembre 2014

Consigli per la Resistenza


La “Resistenza” può organizzarsi o no,
Ma la sofferenza sarà il suo segno distintivo e il suo premio.

Consigli per la Resistenza

Un prezioso scambio di e-mail è sopraggiunto di recente sulla mia scrivania e sono sicuro che molte anime nelle loro odierne difficili circostanze l’apprezzeranno. Il problema è posto da un tipico abitante di città del 21° secolo, che ha la fede, ma si sente abbandonato. Una soluzione si basa su una profezia della Madonna del 17° secolo! Per prima cosa, il problema: -

“Sono un’infermiera della Germania, di 48 anni. 12 anni fa entrai in convento e mi piaceva, cercavo di approfondire il mio rapporto con Dio, ma dopo 10 anni ho dovuto lasciare a causa del modernismo. Non ho potuto prendere i miei voti finali perché la Comunità era lontana dalla Verità. Pensavo che lasciando avrei compiaciuto il mio Padre celeste e sarei stata ai Suoi occhi una sorta di eroina, ma ora sono molto triste, e mi sento abbandonata da Dio e niente affatto un’eroina.“Due anni fa ho nuovamente ottenuto un lavoro nell’ospedale dove lavoravo prima di entrare in convento, ma qui mi sono ritrovata in un mondo in cui le persone che mi circondano sono ignoranti o moderne, in cui nessuno ha un minimo di fede, e se ce l’ha non sa perché. Sono troppo vecchia per poter trovare un lavoro vicino a dove si amministrano i sacramenti. Il lavoro a turni mi impedisce di prendere la Messa ogni Domenica. La Messa tradizionale più vicina si trova a un’ora di auto. Così eccomi qui, immersa nel buio, con scarso accesso ai sacramenti. La situazione nella Chiesa e nel mondo è così confusa che io non so cosa fare. Dove c’è una strada per uscire dal buio? Dove devo andare per capire che cosa dovrei fare con la mia vita?”

La Chiesa che "risorge"

La Chiesa Cattolica statunitense  dopo il Concilio è stata devastata dalla bufera degli abusi liturgici con un conseguente rapido declino del Clero e soprattutto dei Religiosi. 

La piaga infine di gravi scandali a sfondo sessuale, che difficilmente potrà essere rimarginata a breve, ha completato il desolante quadro della situazione ecclesiale di quelle Comunità che fino al Concilio Vaticano II erano rigogliosamente cattoliche.

Il “male minore”.

In risposta a un articolo di Marco Mancini sul sito Campari e De Maistre 

Il dott. Marco Mancini, su “Campari e De Maistre”, mi chiama in causa sul tema del male minore, in seguito ad alcuni articoli di Fabrizio Cannone e ad un mio articolo ripubblicato da “Riscossa Cristiana“, con un cappello introduttivo del suo direttore Paolo Deotto, che condivido pienamente. Riservandomi di tornare in maniera approfondita sull’argomento, sottopongo intanto alla riflessione ampi stralci di due articoli dell’avv. Caudio Vitelli, apparsi, sulla rivista  “Lepanto” n. 162 (dicembre 2002) e  163 (giugno 2003), in polemica con la tesi della “riduzione del danno” sostenuta da don Angelo Rodriguez Luño in un articolo apparso sull’”Osservatore Romano” del  4 settembre 2002

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La proposta di leggi che “riducano i danni
E’ proprio vero che è moralmente lecito approvare una nuova legge per il semplice fatto ch’essa “riduce i danni” della legislazione vigente? Questo criterio di giudizio non commette l’errore di basarsi, non sulla oggettiva bontà del fine voluto, ma sul calcolo dei risultati previsti, cadendo nell’ errore del proporzionalismo? Questo, infatti, valuta la moralità in base alla “proporzione tra beni e mali che effettivamente seguono all’azione“, allo scopo di “massimizzare i beni e minimizzare i mali“.

Le parole-chiave

A Roma è stata promossa da CISM ed USMI una conferenza sulla rivoluzione comunicativa di papa Francesco e padre Lombardi ha fornito la propria esegesi di tale fenomeno analizzando, “fra le tante che dice”, sette parole chiave di Bergoglio (CLICCA QUI per leggere l’inserto di Zenit). Esegesi attenta e ragionata la sua, capace di trasmettere il forte coinvolgimento personale e quella ispirazione profonda che abbiamo potuto apprezzare quando, dopo la storica fondazione dell’ONU delle religioni, ne ha mostrato al mondo il documento ufficiale con la commossa gravità con cui qualcun altro mostrò al popolo le Tavole della Legge.

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di Patrizia Fermani

Innanzi tutto padre Lombardi è stato colpito dall’“uscita”, quella che secondo Bergoglio la Chiesa deve fare per annunciare il Vangelo. Non senza avere rinunciato prima alla sua autoreferenzialità. Un vizio, questo, che nessun papa aveva mai denunciato. In effetti, trattandosi di neologismo venuto in uso per indicare ogni tipo di autocertificazione, ci pare di capire che la Chiesa dovrebbe smetterla di vantare la propria origine divina senza sicure pezze di appoggio e rimettere democraticamente al popolo la questione della proprie referenze.

L’errore di selezionare le verità rivelate

Quando si ha a che fare con la Verità rivelata, non è possibile comportarsi come con le verità umane. I compromessi in materia di Fede non esistono, poiché “la Fede o si professa intera o non la si professa”.

Spesso sentiamo parlare di una sorta di “essenza del Cristianesimo” e quindi di una presunta gerarchia delle verità, per cui alcune sarebbero più importanti e altre meno. È proprio così? Prima di rispondere facciamo un po’ di mente locale.
Nella Teologia cattolica del XX secolo per motivi ecumenici si è fatta strada l’idea di un Cristianesimo “essenziale” distinguibile da un Cristianesimo da accettare nella sua interezza. Ma questa posizione è una posizione errata e quindi da rifiutare.

Il Sillabo e l’Immacolata.

Una storia incrociata

Pochi conoscono i retroscena della gloriosa Proclamazione dogmatica, e come a essa sia intimamente legata la condanna delle principali eresie del tempo. In realtà come per tutte le cose divine, anche il dogma dell’Immacolata è venuto nel tempo giusto, al momento giusto...
L’8 dicembre 1864, solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, il beato Pio IX con la pubblicazione dell’enciclica Quanto cura e del suo ben più famoso “allegato”, il Syllabus, chiudeva una travagliata vicenda iniziata ben quindici anni prima: la chiudeva però nello stesso segno con cui era iniziata, il segno splendente e trionfante dell’Immacolata. Il legame tra il famoso Documento pontificio che condanna i principali errori del pensiero moderno, e la figura della “Donna vestita di sole” che schiaccia la testa al serpente infernale, in realtà non è ben evidente, appartenendo a quello che il gesuita padre Giuseppe Calvelli definiva «soprannaturale senso logico», e merita qualche spiegazione e la narrazione di qualche piccolo aneddoto. 

La Chiesa «ospedale da campo» a volte tiene le porte serrate.

Perché non sono un fan sfegatato di Papa Francesco. Parla Magister



L'intervista di Italia Oggi al vaticanista Sandro Magister
Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’intervista di Goffredo Pistelli a Giovanni Orsina apparsa su Italia Oggi.
Quest’anno ha festeggiato 40 anni di cronache vaticane, Sandro Magister. I suoi primi articoli su L’Espresso risalgono infatti al 1974. E ancora oggi, da quelle colonne ma anche dal sito del settimanale, continua a raccontare l’Oltretevere e la Chiesa tutta in maniera documentatissima ma senza riverenze di sorta.

domenica 7 dicembre 2014

La fiction prevale sulla santità?!

“Un dramma teatrale ha infangato Pio XII”. Le clamorose confidenze di Bergoglio al giornale israeliano Yediot Aharonot

“Da quando Rolf Hochhut ha scritto il dramma Il Vicario nel 1963 si dà la colpa al povero Pio XII di ogni sorta di cose. Ma finché non era stato pubblicato questo pezzo teatrale lui fu considerato un grande difensore degli ebrei”. Il 28 novembre scorso il quotidiano israeliano Yediot Aharonot ha pubblicato il testo di una lunga intervista che Papa Francesco avrebbe rilasciato in esclusiva al giornalista portoghese Henrique Cymerman. Usiamo il condizionale perché ne è nato un piccolo giallo, rimasto poco noto a causa del concomitante viaggio del pontefice in Turchia che ha ovviamente catturato l'attenzione. Infatti lo stesso giorno, nel primo pomeriggio, il blog Il Sismografo diretto da Luis Badilla ha fatto notare che Cymerman ha sostanzialmente “riciclato” una sua precedente intervista al Papa pubblicata il 13 giugno 2014 dal quotidiano di Barcellona La Vanguardia, inserendo alcuni nuovi spezzoni di testo presi al volo durante dei brevi colloqui successiviEbbene, questi nuovi virgolettati sono veramente interessanti, se non esplosivi.

Mano tesa?

La mano tesa di Francesco a Putin
Corriere della Sera

(Massimo Franco) Da qualche settimana in Vaticano aumentano le voci su una sostituzione del nunzio apostolico nella capitale dell’Ucraina, Kiev: monsignor Thomas Gullickson, statunitense (nella foto). Sarebbe ritenuto troppo antirusso. Se confermata, apparirà una scelta controcorrente rispetto alle sanzioni di Europa e Stati Uniti contro Mosca. Ma è coerente con la strategia della Santa Sede che non vuole avallare una nuova Guerra fredda. 

La cruna dello spillo

Benvenuti (con polemiche) al party di compleanno di Tarcisio Bertone




Benvenuti (con polemiche) al party di compleanno di Tarcisio Bertone


Il quotidiano il Messaggero fa infuriare l'ex segretario di Stato vaticano, l'avvocato di Bertone rettifica e la vaticanista del quotidiano romano replica...
Non c’è pace per il cardinale Tarcisio Bertone, già segretario di Stato dal 2006 al 2013, finito nuovamente nel vortice delle polemiche mediatiche. Stavolta, a far capolino sui giornali, è la vicenda del pranzo di compleanno per i suoi ottant’anni, compiuti il due dicembre scorso.

La cruna dell'ago


1. IL MARCIO NELLA “BANCA DEL PAPA” SEMBRA NON FINIRE MAI E PORTA DRITTO ALLE BAHAMAS - 2. SEQUESTRATI DUE CONTI, PER 16,8 MILIONI DI EURO, ALL’EX PRESIDENTE DELLO IOR, ANGELO CALOIA, E ALL’EX DIRETTORE GENERALE LELIO SCALETTI. I DUE AVREBBERO VENDUTO, PER CENTINAIA DI MILIONI, PRATICAMENTE TUTTO IL PATRIMONIO IMMOBILIARE DELL’ISTITUTO (29 APPARTAMENTI TRA ROMA E MILANO). ALCUNI DI QUESTI SONO STATI ACQUISTATI DA SOCIETÀ REGISTRATE ALLE BAHAMAS, E CONTROLLATE IN PARTE ANCHE DA CALOIA E SCALETTI - 3. I DUE, AL COMANDO DELLO IOR PER VENT’ANNI, SI SONO PAPPATI, QUASI 60 MILIONI DI EURO - 4. AVVISO AI NAVIGATI: CALOIA NON E’ UN POLITICUCCIO NE’ UNO SGHERRO DI CARMINATI MA UN PRINCIPE DELLA FINANZA CATTOLICA, VECCHIO DEMOCRISTIANO DALLE MILLE RELAZIONI. PROFESSORE ALLA "CATTOLICA", ESPONENTE DI QUELLA “BANDA DEGLI ONESTI” VICINA A GIOVANNI BAZOLI E PRESIDENTE DELLA VENERANDA FABBRICA DEL DUOMO DI MILANO

Excusatio petita?

Ratzinger: «Volevo farmi chiamare “padre”». E sui divorziati: «Assurdo tirarmi in ballo nel dibattito»


Le scarpe rosse, segno della dignità papale, non ci sono più. Al loro posto un paio di sandali di cuoio con i calzini, che potrebbero essere quelli di un monaco qualunque, o magari di un turista tedesco a spasso per Roma. L'abito è invece rimasto quello bianco papale, simbolo di uno status che rimane anche dopo la rinuncia al pontificato. 

Ma lui, confida Ratzinger ad un giornalista tedesco, avrebbe preferito farsi chiamare semplicemente «padre Benedetto»; solo che allora era «troppo debole e stanco» per riuscire ad imporsi. Ora, racconta Joerg Bremer, uno dei corrispondenti da Roma della Frankfurter Allgemeine nel colloquio pubblicato oggi sull'edizione domenicale del giornale, Ratzinger sembra aver ritrovato le sue forze.

Ingoiare per digerire !?

Il cardinale Baldisseri
Un nuovo questionario per far digerire le "tesi Kasper"


Il Papa l'aveva detto fin dal primo momento: il Sinodo straordinario sulla famiglia dello scorso ottobre non sarebbe stato un punto d'arrivo, bensì di partenza. La partenza di un cammino biennale al termine del quale la Chiesa cattolica sarebbe stata in grado di adottare un nuovo approccio riguardo la famiglia, oggi in crisi e sempre meno rilevante nella società, specie dell'occidente secolarizzato.

E così è stato, se è vero che nei prossimi giorni un nuovo questionario sarà diffuso alle diocesi di tutto il mondo per stimolare la partecipazione dei fedeli all'ultimo e decisivo passaggio sinodale, quello che porterà alla decisione del Papa, attesa nei primi mesi del 2016.

Una buona dose di incoscienza ?


Francisco: "Dio mi dà una buona dose di incoscienza"

Nella prima intervista con una media latinoamericana, ha parlato della famiglia, divorziati risposati, la riforma della curia e Argentina
Con      
ROMA " Dio è buono con me , mi dà una buona dose di incoscienza. Faccio quello che devo fare. " "Una cosa che ho detto fin dall'inizio è stato" George, non cambiano, sono rimasto lo stesso, perché cambiare la vostra età sta facendo un pazzo '. "
Queste sono alcune delle frasi, in procinto di girare 21 mesi di pontificato, Papa Francisco ha stabilito in una intervista con la nazione nella sua suite di Casa Santa Marta , nel pomeriggio di Giovedi.
Rilassato e buon umore, l'ex arcivescovo di Buenos Aires ha preso la prima intervista esclusiva con un mezzo latinoamericani di parlare per 50 minuti, tutto.

How are you?

Intervista di S. Ecc. Mons. Richard Williamson, FSSPX 
rilasciata al sito messicano NON POSSUMUS 
il 7 novembre 2014
Intervista
Eccellenza, sono passati due anni dalla sua espulsione. Come vanno le cose?

Per la più parte, bene; sono stato liberato dal veleno che sta avvelenando tutto nella Fraternità, sotto questa dirigenza che vuole ottenere ad ogni costo un accordo per sottomettersi ai Romani apostati; con questa espulsione dalla Fraternità mi sono liberato o Mons. Fellay mi ha liberato. Credo che essa sia stata provvidenziale. Io mi trovo bene, ma sono un po’ deluso dalla relativa mancanza di reazione di parte di molti bravi sacerdoti della Fraternità. Lo  stesso vale per i laici, ma la delusione nei loro confronti è minore rispetto ai sacerdoti.
Io comprendo molto bene che, umanamente parlando, i sacerdoti preferiscano rimanere all’interno della Fraternità. Umanamente la cosa è comprensibile, ma dal punto di vista della Fede è una vergogna che non vedano la necessità della Fede e la necessità di proteggersi da questo veleno generale che oggi infesta la Fraternità. È terribile che i sacerdoti non vedano questo, perché se non prenderanno posizione, a poco poco cederanno. Per esempio, a Chicago, nell’Illinois, dove risiede relativamente imprigionato Mons. Tissier, non totalmente, ma relativamente imprigionato, ho sentito che la sua posizione si stanno indebolendo. Voglio dire che egli è un uomo molto buono, un buon vescovo, di sana dottrina, ma se si ostina a rimanere dentro la Fraternità, come suddito “leale” di Mons. Fellay, finirà con l’avvelenarsi sempre più. È quello che hanno osservato quelli che gli stanno vicino.