ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 24 maggio 2016

In tempi particolarmente difficili per la Chiesa

Chi confida in Maria non sarà mai deluso.


Don Bosco, apostolo della devozione a Maria Ausiliatrice

La devozione alla Madonna, sotto il titolo di Ausiliatrice, vuole manifestare la nostra fiducia nella presenza materna di Maria nelle vicende dell'umanità, della Chiesa e di ciascuno di noi.
Maria è la Madre che non abbandona mai i suoi figli, ma li segue e aiuta con la sua intercessione.
Il titolo di Maria aiuto dei cristiani era presente, fin dal 1500, tra le litanie lauretane.
La devozione a Maria Ausiliatrice era già nota e diffusa all'epoca di S. Pio V e si propagò largamente a seguito della vittoria dei cristiani contro i turchi, a Lepanto (1571) e a Vienna (1683). Il Papa Pio VII, dopo la sua liberazione dalla prigionia napoleonica (1814), istituì la festa di Maria Ausiliatrice, fissandone la data al 24 maggio.

"Vir catholicus"

 Cardinale Siri non un conservatore ma vero Pastore


"Non si può capire il Cardinale Siri senza conoscere l'uomo Siri". Con queste parole si apre il primo capitolo di un intenso libro di circa trecento pagine (1) sul cardinale Giuseppe Siri, scritto dal domenicano e teologo Padre Raimondo Spiazzi al quale, il cardinale stesso consegnò le sue Memorie essendo i due legati da una lunga e grande amicizia. Non staremo qui ad analizzare la biografia del cardinale Siri, quanto piuttosto far emergere, da questo libro, i comportamenti, i consigli di Siri attraverso il suo rapporto ecclesiale con i Papi con cui ha vissuto e lavorato.

Il cardinale Siri (classe 1906) partecipò a ben quattro conclavi dai quali uscirono Papi: Giovanni XXIII (1958), Paolo VI (1963), Giovanni Paolo I (1978) e Giovanni Paolo II (1978), in tutti questi - sottolinea p. Spiazzi - entrò papabile, almeno per la stampa... Siri era favorevole  all'abolizione del segreto del conclave: "Creda - insistette -, la Chiesa ci guadagnerebbe molto. Io, se non ci fosse il segreto, scriverei volentieri la storia dei quattro conclavi ai quali ho partecipato". Diceva questo, Siri, anche con l'intento che, se fosse stato tolto quel divieto, egli avrebbe potuto spiegare meglio i giochi che si fanno, e pure a spiegare le molte fantasie raccontate dai giornali in quei momenti così importanti per la vita della Chiesa.

Svacchi postconciliari

Sono una mamma e una catechista e ho abbandonato il catechismo… Una lettrice ci scrive

Sono una mamma e una catechista e ho abbandonato il catechismo, che tanto amavo, due anni fa per due motivi: il disgusto per la diserzione dal catechismo della Chiesa Cattolica e per non trascurare la famiglia (ho tre bimbi molto piccoli). Evidentemente a Nostro Signore non manca la fantasia per richiamare in riga i suoi figli.Accade che in una mattina come tante, nel tranquillo svolgersi del tran tran quotidiano, suona alla mia porta una mamma della nostra parrocchia; viviamo in un paesino sulle colline della diocesi di Torino, e mi dice che deve parlarmi del catechismo.

La mamma in questione, insieme ad altre, già da qualche mese mi fermava per strada per lamentarsi del catechismo, ma quello che fino a ora era stato improvvisato e oggetto battute da strada, ora stava diventando una formale richiesta di aiuto.

Venduto l'anima a chi?

Omelia Messa 21 Maggio 2016 Don Massimiliano Pusceddu Apostoli di Maria

Omelia Messa 21 Maggio 2016 Don Massimiliano Pusceddu Apostoli di Maria Sconcertato per le parole di Padre Lombardi su Pannella (da sentire!!!)
claudio.
https://gloria.tv/?language=o9CtE7uatTg

Tempismi ecceziunali veramente..

IL CODICE DEL CATTO-COMUNISMO?

    È nel Codice di Camaldoli la base ideologica e programmatica di 50 anni di cattocomunismo? Questi giovani democristiani cos’hanno rappresentato nella storia d’Italia per mezzo secolo fino alla fine della I^Repubblica 
di Francesco Lamendola  


Mussolini non era ancora caduto, vacillava ma non era ancora stato fatto fuori dalla congiura incrociata dei gerarchi (Grandi), del re e dei militari (Badoglio), allorché, mentre gli eserciti angloamericani conquistavano la Sicilia, e i loro squadroni di fortezze volanti spargevano morte e rovina, dal cielo, sulle città d’Italia, un gruppo d’una cinquantina di giovani dell’Azione Cattolica si riunivano presso lo storico monastero di Camaldoli, nel Casentino, durante la settimana dal 18 al 23 luglio 1943. Mentre il Duce s’incontrava per l’ultima volta, da capo del governo italiano, con Hitler, in una villa nei dintorni di Feltre, e mentre Roma, la città santa, veniva selvaggiamente bombardata dai nemici ormai quasi sul punto di trasformarsi, per un colpo di bacchetta magia, in “liberatori”, la crema dell’unica associazione non fascista risparmiata dalla ventennale dittatura per effetto dei Patti Lateranensi (articolo 43) si riuniva sotto la direzione del vescovo di Bergamo, Adriano Bernareggi, per offrire una strategia, in ambito economico, alla Democrazia Cristiana, fondata clandestinamente pochi mesi prima, il 15 dicembre 1942.

Dio permetterà che le cose si spingano così lontano?


Intervista di Mons Bernard Fellay al National Catholic Register
del 13 maggio 2016
Monsignore, a che punto siamo con le discussioni fra la Santa Sede e la Fraternità San Pio X?

Questi rapporti con Roma non datano da adesso. Si potrebbe dire che, anche nel momento delle scomuniche a causa delle consacrazioni nel 1988, non c’è mai stata una rottura totale con Roma. Noi non abbiamo mai voluto rompere con Roma. Mons. Lefebvre è stato molto esplicito a proposito. Ci sono state delle dispute, sì, e io direi che le preoccupazioni sono continuate fino ad oggi. Ma i rapporti sono diventati più stretti a partire dal 2000. Io direi che c’è stata una prima tappa alla fine di quell’anno. Nel corso del quale non facemmo un pellegrinaggio a Roma per l’Anno Santo. Alla fine dell’anno, Roma, tramite del Cardinale Castrillon Hoyos, allora Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, ci disse che il Santo Padre voleva che noi trovassimo una soluzione a questo problema.

In illo tempore..

Bergoglio e il cardinale Koch. Apparente divergenza di opinioni e accordo su un dato indiscutibile: di Cristo non si parla 

Bergoglio riceve e abbraccia l’imam Ahmad al Tayyib, e il cardinale Koch spiega che bisogna convertire i musulmani, ma non gli ebrei. Le idee sono poche ma ben confuse, ma almeno una è chiara: non parliamo di Gesù Cristo!

di Paolo Deotto
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zzzzcrcfssA ogni giorno basta la sua pena (diceva un vecchio proverbio), ma non vogliamo badare a spese e per oggi diamoci due pene, che poi, a ben guardare, si risolvono in una sola, la solita: questa strana neochiesa che attualmente ha in gestione la Santa Sede fa di tutto per non parlare di Nostro Signore Gesù Cristo, né perde occasione per oltraggiarlo.

lunedì 23 maggio 2016

Mistero del mistero

Mistero del terzo mistero di Fatima: contro Papa Francesco? 



Guarda la versione ingrandita di Mistero del terzo mistero di Fatima. Suor Lucia cpn Papa Giovanni Paolo II
Suor Lucia con Papa Giovanni Paolo II

ROMA – Il terzo mistero di Fatima cosa nasconde? Ne esiste un quarto? Si stanno muovendo nella pancia della Chiesa di Roma forze occulte che vogliono fermare la azione di riforma di Papa Francesco? 
Il mistero, in senso letterale, è stato rivelato, ma il mistero, in quanto tale, rimane. Le parole di suor Lucia, unica sopravvissuta dei tre pastorelli che dissero di avere visto la Madonna per 6 volte, restano avvolte dal mistero, come tutte le profezie. Si possono tentare interpretazioni, ma finora nessuno ha detto una parola definitiva. A questa oggettiva difficoltà di traduzione in termini terreni, si aggiunge un altro elemento di mistero: esiste una quarta rivelazione, che la Chiesa ha deciso di mantenere segreta, nonostante la scelta di una trasparenza totale? 

Da chi sono formati i quadri della cospirazione?

SVELATO IL DISEGNO TENEBROSO?

 Le tremende parole di Gesù ai farisei:«Non siete entrati voi e lo avete impedito a quanti avrebbero voluto farlo» rimprovero attuale in una Chiesa che pullula di piccoli Narcisi malati d'ego che cambiano gl’insegnamenti del Maestro 
di F.Lamendola  



Guai a voi, maestri della legge, perché avete portato via la chiave della vera scienza: voi non ci siete entrati e non avete lasciato entrare quelli che avrebbero voluto: con queste tremende parole (Luca, 11, 52) Gesù Cristo rimprovera ai farisei il loro tradimento nei confronti della Legge divina e, nello stesso tempo, la loro superbia e la loro ipocrisia, che ha chiuso le porte dell’ovile alle pecorelle che avrebbero voluto entrarvi.
Il rimprovero di Cristo è di terribile attualità ai nostri giorni, quando la Chiesa cattolica pullula di tanti piccoli Narcisi, malati di ego, che cambiano a piacimento gl’insegnamenti del divino Maestro, secondo l’estro e l’ispirazione del momento, bramosi di strappare applausi, di piacere al mondo, stravolgendo il Vangelo e trasformandolo in uno show permanente, dove la cosa più importante sono gli indici di gradimento e dove non c’è gesto, per quanto demagogico, né arringa, per quanto populista, che non si farebbero, pur di riuscire graditi al “pubblico”.

E c'è chi fuma..?

Vale la pena riflettere attentamente su alcuni passi dell'intevento ( QUIper intero) che recentemente SER Mons.Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia e Segretario di Benedetto XVI, ha pronunciato all'Università Gregoriana in occasione della presentazione del libro di Roberto Regoli, direttore del Dipartimento di storia della Chiesa nella Pontificia università Gregoriana " Oltre la crisi della Chiesa. Il pontificato di Benedetto XVI " (Lindau 2016, pp. 512).

Un’affermazione che non sta in piedi

Il papa e il grande iman. Ma Gesù e Maometto avevano "la stessa idea di conquista"?

iman
Più di cinque anni dopo la porta sbattuta in faccia a Benedetto XVI, colpevole di aver pregato pubblicamente per le vittime di attentati alle chiese cristiane d'Egitto, il grande iman di Al-Azhar, lo sceicco Ahmad Muhammad al-Tayyib, ha riallacciato i rapporti con la sede di Pietro, incontrando papa Francesco in Vaticano, a mezzogiorno di lunedì 23 maggio.
Predica il comunicato diffuso dopo l'incontro:
"Il colloquio, molto cordiale, è durato circa 30 minuti. I due autorevoli interlocutori hanno rilevato il grande significato di questo nuovo incontro nel quadro del dialogo fra la Chiesa cattolica e l’Islam. Poi si sono intrattenuti principalmente sul tema del comune impegno delle autorità e dei fedeli delle grandi religioni per la pace nel mondo, il rifiuto della violenza e del terrorismo, la situazione dei cristiani nel contesto dei conflitti e delle tensioni nel Medio Oriente e la loro protezione".

"Tradizionalismo" ritenuto incontrollato e incontrollabile!?

Nuovi ordini religiosi, legate le mani ai vescovi
Nei giorni scorsi, con un rescritto a firma del Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, il Papa ha modificato una norma del codice di diritto canonico, il canone 579, a proposito dell'erezione degli Istituti di vita consacrata diocesani.
In particolare, a differenza di quanto avveniva da sempre, ora, prima di decretare l'erezione di un Istituto diocesano, il vescovo locale dovrà, "pena la nullità del decreto di erezione dell'Istituto stesso", consultare la Santa Sede. Cioè la consultazione diventa ora "necessaria ad validatem". Il motivo è quello di "evitare che vengano eretti a livello diocesano dei nuovi Istituti senza il sufficiente discernimento che ne accerti l’originalità del carisma, che definisca i tratti specifici che in essi avrà la consacrazione mediante la professione dei consigli evangelici e che ne individui le reali possibilità di sviluppo".

Cerotti per il buco nella diga?

Fatima forever. Dollinger risponde a BXVI
Se pensavate che la saga del Terzo Segreto e dei suoi annessi e connessi fosse chiusa e sigillata dal comunicato della Sala Stampa vaticana con le dichiarazioni attribuite a papa Ratzinger, beh, vi siete sbagliati.


Zitti zitti,quatti quatti..

Unioni civili, la firma di Mattarella conferma un copione già scritto per liquidare i cattolici
Zitto, zitto, approfittando del clamore mediatico suscitato dalla morte di Marco Pannella che ha concentrato tutta l’attenzione, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato venerdì la legge sulle unioni civili. Lo ha fatto ignorando i gravi dubbi di incostituzionalità sia sui contenuti (l’effettiva parificazione delle unioni civili al matrimonio) sia sul metodo (violazione dell’articolo 72 della Costituzione riguardo al procedimento di approvazione di una legge). Da notare anche che al proposito si attende un pronunciamento della Corte Costituzionale a cui si sono rivolti una quarantina di senatori. Ma da “uomo delle istituzioni”, Mattarella non ci ha pensato neanche un attimo a sospendere la firma di questa legge: che tutto fili liscio, senza scossoni, senza provocare pericolosi (per chi, poi?) attriti fra istituzioni dello Stato, è preoccupazione che viene prima di ogni altra considerazione.

Renzi sacro&santo! (Loggia dixit?)

La chiesa e il voto di ottobre

“La Costituzione non è sacra”. Civiltà Cattolica vota sì al referendum

Parla il giurista Francesco Occhetta: “La Carta è un testo vivente, anche Dossetti voleva il monocameralismo”

Il giurista e gesuita Francesco Occhetta
Roma. Il punto di partenza per ogni considerazione circa il referendum del prossimo ottobre che sancirà il destino della riforma costituzionale approvata dal Parlamento è che “la Carta è sì un testo vivente, una sorta di bussola che orienta il cammino di un popolo. Ma non è un testo sacro”. A dirlo in una conversazione con il Foglio è il gesuita Francesco Occhetta, il giurista che sull’ultimo numero di Civiltà Cattolica, la rivista diretta da padre Antonio Spadaro che viene mandata in stampa previo placet della Segreteria di stato vaticana, ha definito “auspicabile” il successo del voto d’autunno.

domenica 22 maggio 2016

Caro fratello..


Ambiguità ed errori dell'Esortazione apostolica
“Amoris Laetitia” di Papa Francesco I



Il 19 marzo 2016 Francesco I ha promulgato una Esortazione post-sinodale sull’amore nella famiglia intitolata Amoris laetitia
Ci limiteremo a considerare alcuni punti di essa e a confrontarli con la Legge naturale e divina per mettere in evidenza la rottura tra questo documento post-sinodale e la teologia morale tradizionale. 

“umanamente parlando la Chiesa è perduta” ?


Un assalto lungo cent’anni 1° cap- dalla visione di Leone XIII ai moniti inascoltati dei profeti di sventura


La verità, soprattutto quando incombe un pericolo deve essere predicata pubblicamente, né deve farsi il contrario per il fatto che alcuni se ne scandalizzano” San Tommaso D’Aquino
PREMESSA Prima di cominciare vorremmo fare una premessa importante. Tutto ciò che è contenuto nell’articolo non sono degli scoop, ovvero delle verità che solo noi siamo riusciti a scovare. Non si tratta di documenti inediti o sensazionalistici. Il contenuto di questa serie di articoli sulla crisi nella Chiesa che pubblichiamo E’ RIGOSAMENTE documentato!
Molti Santi e profeti di sventura hanno cercato di avvisarci nel corso degli anni, a cominciare da quel messaggio di La Salette, ormai sconosciuto alla gran massa dei fedeli, fino ad arrivare a Fatima, il cui grave monito di penitenza e pentimento è stato ormai messo da parte a beneficio della Chiesa del falso misericordismo e della libertà senza la Verità. Sia chiaro che la responsabilità di tutto ciò non può essere addossata ad un singolo papa, ma a tutti i malvagi nemici che per anni hanno lavorato incessantemente per la distruzione della Verità contenuta nella dottrina cattolica. Se c’è qualcuno che dopo aver letto questo articolo penserà che si tratti di cieco complottismo non ha capito nulla sulla situazione che la Chiesa sta attraversando. Chi penserà di allontanarsi dai Sacramenti e dalla preghiera a causa delle corruzioni e delle mostruosità che si consumano all’interno del Vaticano altrettanto. Oltre ad una spiccata consapevolezza sulla situazione attuale, occorrono preghiera e pentimento e spirito di sacrificio, ormai dimenticati a beneficio dello stile di vita godereccio, liberale ed approssimativo. La Madonna ha promesso che quando tutto sembrerà perduto schiaccerà la testa del malvagio serpente, ma chi vorrà trovarsi dalla parte giusta della spartizione tra il grano e la zizania dovrà assicurarsi di lottare dalla parte della Verità come fecero San Giovanni Battista e tutti i Santi che imitarono la sua testimonianza.

Il discernimento delle visioni

Lungo i secoli di storia del Cristianesimo sono davvero numerosi gli episodi in cui Dio ha concesso ad anime privilegiate di “vedere” soprannaturalmente realtà altrimenti invisibili agli occhi umani. Non tutte le visioni però sono autentiche e vengono da Dio. Come fare per discernerle?

I tre tipi di visione

Le apparizioni fanno parte del genere delle visioni e, prima di parlare dei criteri di discernimento, vediamo di chiarire cosa esse sono davvero e in che tipologie possono dividersi.
Tanquerey in Compendio di teologia ascetica e mistica così definisce le visioni: «Percezioni soprannaturali di un oggetto naturalmente invisibile all’uomo». Sant’Agostino dice che le visioni possono essere di tre tipi: corporali, spirituali (o immaginarie) e intellettuali. Questa divisione è stata accettata anche da san Tommaso, ma nel tempo, per il secondo tipo, si è preferita la definizione di “immaginarie” a quella di “spirituali”. 

A mo’ di epitaffio sulla santità laica


Pannella e la sua rivoluzione colorata


Pannella Giacinto detto Marco è dipartito e...requiescat. La Pannelliade santificatoria è finita poche ore fa a Piazza Navona con la "cerimonia laica" e tanto di feretro itinerante issato sul palco, orchestrina jazz che suonava "Quando i santi marceranno" (When the saints go marching in). Nel mentre, correvano sullo schermo installato, numerosi filmati in bianco e nero di lui da giovane, come si addice a una diva sul viale del tramonto. Avevamo un star hollywoodiana nella politica e forse non ce ne siamo accorti. Pannella fu il primo a introdurre la politica-spettacolo e il sensazionalismoall'americana nel nostro paese (si pensi alla candidatura a deputata della pornostar Ilona Staller detta Cicciolina o alla sua buffa Tribuna politica imbavagliata ai tempi della tv in bianco e nero),  costume che oggi si è diffuso al punto che molti politici fanno corsi di "immagine" in Usa. Lui era un bell'uomo, prima che i suoi digiuni e i suoi stravizi mandassero in rottamazione il suo fisico, e riuscì ad affascinare perfino J.P. Sartre e a far iscrivere Jonesco al Partito Radicale. Molti dei personaggi dello spettacolo ebbero trascorsi radicali (Enzo Tortora, Modugno, Pasolini, Mariangela Melato, Vasco Rossi, la stessa Oriana Fallaci, Vittorio Sgarbi, Gigi D'Alessio, Francesco De Gregori, Aldo Busi solo per citarne alcuni) . Pertanto usava e abusava del suo "carisma" anche e soprattutto per ottenere finanziamenti.

Impura utopia

FRANCESCO I IL  VANGELO E IL CORANO


Francesco I ha rilasciato un’intervista al quotidiano francese La Croix il 9 maggio 2016  (vedi foto)sui rapporti tra Cristianesimo e Islam.
In Italia Fausto Carioti l’ha commentata in un articolo su Libero (17 maggio 2016) intitolato: “Bergoglio choc: il Vangelo come il Corano”.

La porta ad un futuro diverso..


 Dichiarazione di mons. Gänswein sulla istituzione del «Papa emerito»

Ieri 20 maggio alle ore 18, presso l’Aula Magna della Pontificia università Gregoriana, è stato presentato il volume “Oltre la crisi della Chiesa. Il pontificato di Benedetto XVI (Lindau 2016, pp. 512) di Roberto Regoli, direttore del Dipartimento di storia della Chiesa nella stessa Università.
L’incontro era moderato da Paolo Rodari, vaticanista di La Repubblica. Relatori: padre Nuno da Silva Gonçalves, decano della Facoltà di storia e beni culturali della Chiesa; monsignor Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia e lo storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. 
Nel darne notizia, col titolo: Gänswein: nessun corvo o traditore ha spinto Benedetto XVI alla rinuncia,  Radio Vaticana riporta, insieme ad altre sottolineature :

Chi aveva ragione?

CHIESA: DIALOGO O MUTAZIONE?

    La Chiesa deve dialogare con il mondo moderno? Se la civiltà moderna è l’abisso una Chiesa ipnotizzata dal miraggio del dialogo finirà per precipitare al suo interno divenendo qualcos'altro. Stanno stravolgendo il Vangelo? 
di Francesco Lamendola   

L'ultima delle ottanta proposizioni contenute nel Sillabo di Pio IX, pubblicato nel 1864, affermava essere falsa la dottrina secondo cui il Romano Pontefice può e deve riconciliarsi e venire a composizione col progresso, col liberalismo e con la moderna civiltà: e in tale prospettiva si è tenuto, pochi anni dopo, il Concilio Vaticano I, dominato dall'autorità del pontefice e dallo sforzo di restaurare la civiltà cristiana, contro gli errori del liberalismo, del socialismo, della secolarizzazione e del materialismo. Eppure, un secolo dopo, il Concilio Vaticano II è stato concepito e condotto, e viene tuttora presentato, come quello che ha aperto una nuova strada alla Chiesa, che le ha indicato una nuova prospettiva e che ha segnato una "svolta antropologica" nella stessa teologia cristiana: e ciò perché è stato il concilio che ha definito l'identità della Chiesa a partire dal suo rapporto, costruttivo e dialogante, proprio con il mondo moderno. E dunque, come stanno effettivamente le cose? 

sabato 21 maggio 2016

Là lo dico, qui lo nego?

Papa Ratzinger: “Il Terzo Segreto di Fatima è stato interamente pubblicato”
L'annuncio in un comunicato della sala Stampa vaticana dopo le dichiarazioni attribuite al professor Ingo Dollinger. Gaenswein: "Benedetto XVI sta bene e il 29 giugno festeggerà i 65 anni di sacerdozio".

"La pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima è completa". A comunicarlo è stato il Pontefice emerito, Benedetto XVI, attraverso una nota del Vaticano. "Alcuni articoli apparsi recentemente hanno riportato dichiarazioni attribuite al prof. Ingo Dollinger, secondo cui il card. Ratzinger, dopo la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima (avvenuta nel giugno 2000), gli avrebbe confidato che tale pubblicazione non è stata completa". Nella nota, Ratzinger dice "di non aver mai parlato con Dollinger circa Fatima", affermando chiaramente che le esternazioni attribuite al prof. Dollinger su questo tema "sono pure invenzioni, assolutamente non vere".

Dio esige che vengano messi “i puntini sulle i”

http://www.lafedequotidiana.it/la-vignetta-del-giorno-di-francesco-gordon-21052016/
Tre riflessioni a margine della morte di Marco Pannella

Prima riflessione: La storia riserverà sorprese all’intellighenzia
Ci siamo mai chiesti perché quando si studiano i fatti storici, è facile conoscerli, anche analizzarli, sicuramente non è difficile poterli categorizzare, cioè collocarli all’interno di una visione più ampia della storia, ma è sempre estremamente difficile poter conoscere tutte le loro cause? Il che non vuol dire che non se ne possa conoscere nessuna, né tantomeno non si possa conoscere quella che può essere identificata come la causa principale. Ebbene, questa difficoltà è il segno manifesto che la storia ha un mistero in sé; è fondata sul mistero e in un certo qual modo strutturata su di esso. Ma perché questo? Perché al centro della storia ci sono le scelte individuali che sono prerogative di ognuno e non solo dei potenti, dei famosi, di coloro che gestiscono situazioni importanti. E così la Storia, che è in sé mistero, riserverà anche grandi sorprese.
La dottrina cattolica ci dice che oltre al giudizio particolare, che toccherà ad ognuno subito dopo la morte, ci sarà anche quello universale. Quest’ultimo però non sarà una sorta di giudizio nuovo, nel senso che potrebbe avere un esito diverso da quello particolare, no: si tratterà di una conferma del primo. Se l’anima è stata condannata alla dannazione dell’Inferno, continuerà a restare all’Inferno per l’eternità. Se l’anima è stata premiata alla beatitudine del Paradiso, continuerà per l’eternità a godere del Paradiso. Ma allora – verrebbe da chiedersi – perché c’è il giudizio universale? La risposta è molto semplice: perché Dio esige che vengano messi “i puntini sulle i”, cioè che la Giustizia trionfi… E trionfi dinanzi a tutti; ecco perché quel giudizio sarà “universale”, cioè riguarderà tutti, dinanzi a tutti. Il santo, anche se nascosto, anche se semplice, dovrà essere dinanzi a tutti glorificato; così il reprobo, anche se famoso, lodato e osannato dal mondo, dovrà essere, dinanzi a tutti, riprovato.
E così con il giudizio universale si vedranno crollare stazioni ferroviarie, aeroporti… E anche corsi, viali, piazze… Nel senso che si capirà quanti di quei personaggi a cui sono stati intitolate stazioni, aeroporti, piazze e strade hanno completamente fallito la loro esistenza. Mentre tanti uomini sconosciuti, povere madri che si sono sacrificate nel loro nascosto lavoro quotidiano, poveri padri che hanno fatto il loro dovere per amore di Dio e della famiglia, bambini innocenti la cui sofferenza è stata preziosa per compensare i peccati contro Dio, sconosciuti a cui il mondo non ha tributato nessun onore, verranno glorificati perché hanno completamente realizzato la loro esistenza.
Perché queste considerazioni? Perché la morte di Marco Pannella ci porta di suo a farle. Fermo restando che non siamo certo noi a dover giudicare la sua anima (anzi, a noi resta l’obbligo di affidarla alla misericordia di Dio), la morte del leader radicale ci conduce a queste riflessioni. La società italiana e la sua intellighenzia si sta prostrando dinanzi alla fresca memoria del defunto, eppure si tratta di colui, che politicamente, più di ogni altro, ha contribuito affinché l’Italia smarrisse la sua reale identità per disgregarsi nella dissoluzione morale e giuridica più tragiche.

Seconda riflessione: La gravissima responsabilità della Chiesa
Ma non solo a questa riflessione ci conduce la morte di Pannella. Purtroppo c’è anche dell’altro. Quello che è stato detto da padre Lombardi in una sorta di dichiarazione ufficiale della Sala Stampa vaticana è scandaloso, nel senso letterale del termine, cioè nel senso di dare “scandalo”.
Non mi riferisco tanto all’affermazione secondo la quale nelle varie azioni politiche di Pannella ci sia stato anche qualcosa di buono. Non si tratta di questo, anche perché – si sa – il male assoluto non esiste; anzi, la pericolosità del male sta proprio nel fatto che ha in sé anche qualcosa che male non è; ovviamente ciò non basta: se in un  bicchiere di cianuro gettiamo una goccia di acqua limpida di montagna, certamente nel bicchiere non c’è più solo il cianuro, ma non per questo il cianuro non è più letale… Ma dicevo: il problema non sta tanto in quella affermazione, quanto nell’aver completamente taciuto la responsabilità morale del personaggio, le sue gravissime azioni politiche contro la famiglia, contro la vita, contro i giovani, contro la Civiltà.
Io non amo il linguaggio irrispettoso, figuriamoci nei confronti di chi è stato investito da Dio di un’autorità importante. Ma questo non solo non mi impedisce, anzi mi rafforza nell’idea che le persone vadano messe dinanzi alle loro responsabilità, le quali, più aumenta l’autorità, più diventano gravi. Nel caso di uomini di Chiesa aver parlato in questi termini di Pannella, tacendo ciò che egli ha fatto, significa assumersi una responsabilità gravissima dinanzi a Dio. La Verità non va mai taciuta, e non solo perché ha i suoi diritti, ma anche per la salvezza delle anime. Quante persone, sentendo le parole di padre Lombardi, potrebbero facilmente pensare che tutto sommato le politiche di Pannella siano state in un certo qual modo compatibili con la Legge Naturale e quindi con la Legge di Dio? Chi si è cronicizzato nell’errore, potrebbe facilmente trovare conferma per non cambiare opinione; e chi pensa tendenzialmente in maniera corretta potrebbe essere indotto a convincersi che tutto sommato certe questioni (divorzio, aborto, eutanasia, liberalizzazione di alcune pratiche pedofile, liberalizzazione delle droghe…) non sono poi tanto importanti.
Insomma, non riconoscere e mettere in pratica le opere di misericordia (in questo caso spirituale), soprattutto da parte di chi di dovere, è grave mancanza di cui si dovrà rendere conto a Dio.

Terza riflessione: Pannella “icona” dell’errore liberale
Un’ultima riflessione. Se proprio a Pannella si vuole riconoscere un “merito” storico, questo è ovviamente nel male. Egli amava definirsi “liberale, libertario e liberista. Ebbene, egli ci ha fatto capire quanto non sia possibile arrestarsi ad una posizione “liberale” senza sfociare in quelle “libertaria” e “liberista”.
Se, come si fa con l’ideologia liberale, si nega il valore vincolante della Verità che giudica tutto, anche la libertà; anzi si pretende affermare che è questa (la libertà) a dover giudicare ciò che è vero e ciò che è falso, riducendo tutto ad opinione personale; allora la libertà diventa anche criterio della prassi e quindi oltre a ciò che è vero e ciò che è falso potrà giudicare anche ciò che è giusto e non ciò che non è giusto, riducendo tutto al desiderio individuale e agli istinti più sfrenati. Ed ecco l’esserelibertario. Da qui il passaggio al liberismo economico è facile: se non c’è una verità né una morale oggettive, ma esiste solo l’opinione e il desiderio personale, allora l’unico criterio diventa l’utilitarismo che in chiave economica non può che sostanziarsi nella deriva liberista.
Insomma possiamo dire che Pannella sta al nostro tempo come già de Sade stette all’Illuminismo. Come il riprovevole marchese francese seppe visibilmente e intellettualmente portare alle estreme conseguenze le istanze illuministiche, così il leader radicale ha saputo, altrettanto visibilmente e intellettualmente, portare a compimento le radici del pensiero liberale.
BY  · 21 MAGGIO 2016
Il simbolo della “quarta rivoluzione”
Giacinto Pannella detto Marco non era soltanto un uomo. Era un simbolo. Era il simbolo, in Italia, della quarta Rivoluzione, cioè di quel fenomeno che possiamo sintetizzare in due celebri slogan sessantottini: “proibito proibire” e “godere senza ostacoli”. Pannella era il simbolo del post-Sessantotto depurato dall’anticapitalismo, quindi nella sua pura essenza.
Sostenitore del divorzio, dell’aborto, degli esperimenti sugli embrioni, della liberalizzazione delle droghe, dell’eutanasia, della libera sodomia, della depenalizzazione dell’incesto, dell’immigrazione di massa, dell’abolizione dell’ergastolo, particolarmente “aperto” nei confronti del fenomeno della pedofilia, si è sempre definito “liberale, liberista, libertino e libertario”. Pannella riconobbe lucidamente che la società dei consumi, ben lungi da essere “repressiva”, liberava gli istinti delle masse e di questi istinti faceva mercato. A sua volta ne fece mercato politico.
A differenza di tante menti confusionarie a sinistra come a destra, Pannella il consumismo l’ha amato sempre e mai esecrato, consapevole del suo ruolo dissolutore. Globalista, americanista, sionista, non ha mai finto di combattere il regno di Mammona. Il pannellismo allo stato puro non è molto diverso dall’ideologia dei Gates, degli Zurckenberg, dei Rockefeller, dei Bloomberg e dei Soros (quest’ultimo anche generoso finanziatore del Partito Radicale).
A parte qualche mobilitazione azzeccata (come quella a difesa di Enzo Tortora contro la prepotenza di certa magistratura) il suo quasi unico merito si riduce nell’avere umanizzato – attraverso il suo istrionico e a tratti simpatico narcisismo estremo – il cinismo spietato dell’ideologia dominante, il cui slogan potrebbe essere “egoisti di tutto il mondo unitevi”. Nemico del sacro, della trascendenza, del legame sociale, dell’afflato comunitario, delle identità, delle radici, delle tradizioni, umanizzava nel suo istrionismo quel processo implacabile di massificazione e di emancipazione da tutti i vincoli umani e trascendenti così freddamente interpretato dalla sua arcigna sodale Emma Bonino.
Infine occorre riconoscere che Giacinto Pannella detto Marco muore da vincitore. Non solo perché l’ex Pci è divenuto – realizzando la nota profezia di Augusto Del Noce – il Partito Radicale di massa, come attesta anche la legge sulle unioni (in)civili. Ma perché la sua cultura politica nichilista si è imposta sia destra che a sinistra. L’estrema liberazione dell’individuo da ogni legame religioso, etnico, familiare e persino biologico procede inarrestabile a livello mondiale.
Possiamo solo sperare, pregando e lottando, che si fermi. E inizi la riconquista.
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Ad posterum rei memoriam

Chiunque sia, non dico cattolico, ma perlomeno una persona che vive cercando di perseguire un criterio di razionalità e onestà, non può apprezzare quasi nulla di quest’uomo, tanto meno elogiarne gli atti. Se poi è un ecclesiastico a elogiarlo, diviene scandaloso l’elogio. Un ecclesiastico, dovrebbe pregare per la sua anima (in quanto fino all’ultimo istante di vita ci si può salvare) ma al contempo condannare pubblicamente tutto l’immenso male compiuto da costui, a partire dalla corresponsabilità nell’uccisione di milioni di bambini nel grembo delle madri per arrivare a quella di decine di milioni di giovani rovinati o uccisi dalla droga, a partire dall’aver dissolto ogni senso di morale pubblica nella società italiana per arrivare all’appoggio dato per far entrare in parlamento assassini, terroristi e prostitute, a partire dal sostegno dato a qualsivoglia pratica frankeinsteiniana ed eugenetica per arrivare alla normalizzazione della sodomia, dell’incesto, e di quant’altro possibile e immaginabile. A partire dalle sue campagne per il divorzio e la distruzione della famiglia per arrivare – pochi lo sanno o lo ricordano – alla proposta della legalizzazione della pedofilia “pacifica”… E potremmo continuare a lungo con le malefatte di questo nemico del bene e degli uomini. Tutti ricordano Cicciolina, ma pochi ricordano Toni Negri…
Quanta morte sulla coscienza di quest’uomo, e quanti morti. Quanta corruzione morale, e quanti moralmente corrotti.
Chi lo elogia, si rende complice di tanta infamia. E se ecclesiastico, la complicità è mostruosa, come e più del corruttore. Chiunque sia.
Certamente, su una cosa sono d’accordo con tutto l’elogio laico e non laico di queste ore e dei prossimi giorni: è stato senza dubbio un altissimo esponente di questa Repubblica Italiana. Su questo, non vi può essere dubbio alcuno.
Ora è al cospetto di Dio. Ed è al cospetto di tutte le sue vittime e delle vittime delle sue battaglie e dei suoi complici.
A Dio la sentenza. A noi la memoria imperitura dei suoi atti pubblici.