ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 5 agosto 2016

Dio non è cattolico?

DOV'E' IL TESORO DEI CRISTIANI

Dov’è il tesoro dei cristiani, oggi? Dio non è cattolico, certo (come ha osservato Papa Francesco); ma il Dio annunciato dal cattolicesimo è il vero, il solo meritevole di essere conosciuto, adorato e servito come Dio 
di Francesco Lamendola  
  

 Dov’è il tesoro del cristiano, specialmente oggi? Gesù ha ammonito che là dove c’è il nostro tesoro, ossia la cosa per noi più preziosa, là, necessariamente, vi è anche il nostro cuore. E dunque, per rispondere alla domanda dove si trovi il tesoro del cristiano, oggi, bisognerebbe risalire a una domanda preliminare: qual è la cosa più preziosa per il cristiano, oggi?
Nel tentativo di trovare una risposta a questa domanda fondamentale, dalla quale dipende la risposta a quell’altra, pure essa fondamentale, ci siamo imbattuti in uno scritto di padre Stefano Maria Manelli, un religioso, come è noto, caduto in disgrazia proprio negli anni della sua vecchiaia, dopo aver fatto una grande opera di bene con l’aver fondato e ottenuto il riconoscimento pontificio, fra il 1970 e il 1990, della congregazione clericale dei Frati Francescani dell’Immacolata, cui si è affiancata la famiglia sorella delle Suore Francescane dell’Immacolata, l’uno e l’altra molto attivi e presenti in tutti e cinque i continenti, e ammirevoli per la loro coerenza dottrinale e per la loro indomita opera di apostolato, pur in un momento così critico, per loro (dopo il commissariamento piombato come un fulmine a ciel sereno, tre anni fa) e per la Chiesa tutta. Il loro ideale e la loro vocazione consistono nel vivere intensamente, con pieno e fiducioso abbandono, l’ideale francescano, arricchendolo, secondo l’esempio del martire san Massimiliano Maria Kolbe, alla luce della devozione a Maria Vergine e Immacolata.

Ad Nives!.. per un nuovo miracolo durante la crisi bergogliana..

Sotto il Pontificato di Liberio, Giovanni, patrizio Romano e la sua sposa egualmente nobile, non avendo figli cui fare eredi dei loro beni, votarono la loro eredità alla santissima Vergine Madre di Dio, supplicandola istantemente con assidue preghiere di far conoscere in qualche maniera in quale opera pia ella voleva che venisse impiegato questo danaro. La beata Vergine Maria, ascoltando benevolmente preghiere e voti tanto sinceri, rispose con un miracolo.

Il 5 Agosto, epoca in cui i calori sogliono essere grandissimi in Roma, una parte del colle Esquilino la notte si ricoprì di neve. Nella medesima notte la Madre di Dio avvisava separatamente in sogno Giovanni e la sua sposa, di far costruire una chiesa sul luogo che vedrebbero coperto di neve, e di dedicarla sotto il nome della Vergine Maria; così ella voleva essere istituita loro erede. Giovanni avendolo fatto sapere al Papa Liberio, questi dichiarò di avere avuta la stessa visione.

Perciò accompagnato dal clero e dal popolo, al canto delle litanie, si portò alla collina coperta di neve, e vi designò il sito della chiesa, che fu costruita a spese di Giovanni e della sua sposa, e che Sisto III poi restaurò.

Violenti e volenti

Un fronte cattolico contro Francesco

“Inaccettabile dire che l’islam non c’entra nulla con l’estremismo”


Papa Francesco in Udienza generale del mercoledi in Vaticano (foto LaPresse)
“Quindici anni dopo gli attacchi dell’11 settembre e dieci anni dopo il discorso di Papa Benedetto XVI a Ratisbona, Papa Francesco ha ottenuto il consenso delle elite laiche in relazione alla minaccia del terrore jihadista”. Così il Catholic Herald inizia il racconto della posizione di Papa Francesco in materia di terrorismo, espressa durante il suo viaggio alla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia. “Il Santo Padre ha parlato sull'aereo di padre Hamel come uno dei molti cristiani uccisi in questa ‘guerra mondiale frammentaria’. Immediatamente consigliato da don Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica e portavoce de facto del Santo Padre, sul fatto che ciò potrebbe essere interpretato come se l'Islam stesse muovendo guerra al cristianesimo, il Santo Padre è tornato sull’argomento con i giornalisti e ha provocato un’ulteriore spaccatura, insistendo che le guerre non sono mai causate dalla religione. Un tema sul quale è ritornato anche durante il viaggio di ritorno: ‘Non esiste un fenomeno come la violenza islamista più di quanto una violenza domestica in Italia costituisce una violenza cattolica’. ‘Esistono persone [islamiche] violente... questo è vero: io credo che in quasi ogni religione c'è sempre un piccolo gruppo di fondamentalisti. Fondamentalisti anche noi li abbiamo’.

Non è chiaro se Papa Francesco parlasse in riferimento alla storia o all’attualità, ma in quest'ultimo caso non vi è alcuna evidenza di integralisti cattolici violenti che agiscono ovunque nel mondo. Ciò che il capo della Chiesa cattolica suggerirebbe è semplicemente eccezionale”. 

Per distruggere la Chiesa ne basta uno..?


Come ti distruggo la Chiesa con nonchalance


 (OVVERO NIENTE FATWA DEGLI EUCLIDEI SULLA TESTA LOBACEVSKIJ)

«Il fondamentalismo è una malattia che c’è in tutte le religioni»
(J. M. Bergoglio, Vescovo di Roma)

Porto una “chin curtain”. Se fosse rosso carota sembrerei Paddy, l’irlandese qualunque. De facto si può dire che è una barba islamica. Non per nulla il mio parroco mi ha sfottuto per anni con un ridacchiato «sei un talebano cattolico”. Come se potesse esistere. Certo, se fossi un buon cattolico sarei un fondamentalista cattolico, in fondo, fondamentalista è solo colui che si rifà ai fondamenti:

Presto anche Jahweh akbàr?

        Ed ecco che Dio è diventato manicheo



Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli,
si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti,
ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri,
e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra:
Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. …
Poi dirà a quelli alla sua sinistra:
Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. (Mt. 25, 31-34 e 41)

Quando ci è capitato sotto gli occhi il contenuto che qui commentiamo, siamo rimasti per un attimo indignati, ma…  leggendo… ci siamo compiaciuti: ci ha fatto davvero piacere venire a sapere che in certo modo Dio è manicheo: arrivando perfino a dividere i buoni dai cattivi e viceversa.

Ecco cosa afferma infatti il prof. Massimo Borghesi, intervistato il 3 agosto dall’agenzia Zenit:
Il Dio della misericordia deve opporsi all’immagine ideologica del nuovo dio degli eserciti. Al manicheismo che, ogni volta, torna a dividere il mondo in buoni e cattivi. La prospettiva del Papa è antimanichea e questo provoca la reazione di molti cattolici che, senza accorgersene, professano un’ideologia fondamentalista speculare a quella dell’avversario islamista.”

Calapallio e boxer, l'evoluzione dei calabraghe

Imam in chiesa, Santa Maria in Trastevere, Roma

Se Maometto non va alla montagna, Francesco va alla Moschea di Roma

Dopo la visita di domenica scorsa dei musulmani nelle chiese, la comunità islamica è divisa. La Grande Moschea di Roma non ha aderito all’iniziativa. Un’occasione mancata, secondo alcuni. Ma che il Papa ricucirà, recandosi in visita proprio in quella moschea.
A distanza di alcuni giorni, fa ancora discutere l’iniziativa promossa dal Consiglio francese del culto musulmano, che la scorsa domenica ha invitato gli islamici francesi a recarsi in una chiesa cattolica durante la Messa. In Italia l’appello è stato raccolto dalla Comunità religiosa islamica (Coreis). Plauso e perplessità hanno coinvolto tanto la comunità cristiana quanto quella musulmana

L’apostasia è già incominciata..


L'APOSTASIA DALLA VERITA'


  La prova finale della Chiesa: impostura religiosa e apostasia dalla Verità. Moltissimi fedeli sono turbati e disorientati guardano verso i loro pastori e non trovano in essi quella guida salda autorevole e divinamente ispirata di Francesco Lamendola  

 
 
I tempi della fine, nessuno li conosce: Gesù lo disse espressamente, e sarebbe insolenza e follia pretendere di leggere oltre il velo del mistero impenetrabile nel quale Egli stesso ha voluto avvolgere il destino finale della Chiesa e dell’umanità tutta. Al contrario, Gesù ha messo sovente in guardia circa l’imprevedibilità di quel momento, che giungerà come un ladro nella notte, e sorprenderà gli uomini quando meno se lo aspetteranno. Da ciò, le sue continue esortazioni a vegliare e a pregare: e il sonno innaturale, quasi incomprensibile, che colse i tre apostoli prediletti nell’orto degli olivi, poco prima dell’arresto, quando Gesù stesso li aveva spronati a restare ben desti e a unirsi a lui nella preghiera al Padre, è un simbolo e una anticipazione del sonno morale nel quale potremmo essere sorpresi quando il momento verrà, a cominciare da quelli che erano ritenuti i più saldi nella fede, e, naturalmente, dai pastori del gregge: vale a dire i vescovi, gli arcivescovi e i cardinali, e poi, a seguire, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, e infine i semplici fedeli.

I sintomi del “mal d’altezza”


                                      L’ALTA QUOTA 

          I maestri di Spirito hanno sempre sostenuto che per raggiungere le vette della perfezione cristiana è necessario l’esercizio delle virtù. Infatti l’ascetismo, con l’elevazione spirituale, porta all’unione con Cristo. Invece gli effetti dell’altitudine in altri settori (viaggi aerei) si ripercuotono in genere sulle funzioni organiche e psicosomatiche.

giovedì 4 agosto 2016

Tamquam leo rúgiens círcuit, quærens quem dévoret

                                  RT doc: “GAME OF DRONES “



[sottotitoli in italiano] Uno straordinario documento che non vedrete mai sulle tv italiane. Attraverso un vasto lavoro di ricerca RT ha documentato la barbarie e l’impunità che si nasconde dietro l’uso dei droni. Pilotati da migliaia di chilometri di distanza, sono artefici dell’uccisione di migliaia di innocenti, soprattutto in Afghanistan e Pakistan.

Angele Dei, qui custos es mei..

ANGELO CUSTODE E CASO OVERBERG

Si deve credere nell’Angelo custode. Uno dei racconti più nitidi sull’esistenza e sull’azione efficace degli Angeli in difesa degli esseri umani è quello del tedesco Bernhard Heinrich Overberg teologo e pedagogista (1754-1826) 
di Francesco Lamendola  



La credenza negli Angeli e nella loro benefica azione soprannaturale in ausilio degli uomini non è un fatto discrezionale, ma, per un cattolico, è un articolo di fede, come lo è la fede nella intercessione dei Santi e di Maria Santissima. Nel Catechismo della Chiesa cattolica, infatti, leggiamo: gli Angeli sono creature puramente spirituali, incorporee, invisibili e immortali, esseri personali dotati di intelligenza e di volontà. Essi, contemplando incessantemente Dio a faccia a faccia, Lo glorificano, Lo servono e sono i suoi messaggeri nel compimento della missione di salvezza per tutti gli uomini. La Chiesa si unisce agli Angeli per adorare Dio, invocare la loro assistenza e di alcuni celebra liturgicamente la memoria. Fino al Concilio Vaticano II, alla conclusione della Santa Messa veniva recitata una speciale preghiera a San Michele Arcangelo, scritta e voluta da papa Leone XIII in seguito ad una terrificante visione che egli stesso aveva avuto, nel corso di una celebrazione eucaristica; poi, non si sa bene perché, quella preghiera, nella quale il sacerdote e i fedeli supplicavano l’aiuto dell’Arcangelo perché li difendesse dagli assalti, sempre più aggressivi, sferrati dal Maligno contro la santa Chiesa di Gesù Cristo, è stata soppressa dalla normale liturgia; sicché i giovani, in generale, non sanno nemmeno che sia esistita.

A questo punto..



Dichiarazione di don Nicola Bux circa le affermazioni del card. Bagnasco riguardo alla c.d. preghiera degli imam nelle chiese cattoliche

A proposito delle dichiarazioni, apparse sulla stampa, di S. Em.za il card. Bagnasco, Presidente della CEI, riguardo al gesto di alcuni esponenti musulmani (pochissimi in realtà) di “partecipare” alle Sante Messe della scorsa Domenica 31 luglio, secondo il quale si tratterebbe di un “gesto enorme”, “sostegno cruciale” per isolare i terroristi e che sarebbero incomprensibili – a suo modo di vedere – le critiche dei cattolici agli imam in chiesa, rispettosamente faccio presente che il fatto si configura come violazione della communicatio in sacris (v. can. 844 c.i.c.).

Gog e Magog


“Una volta qui c’era acqua”. Segno dell’Ora?


Se Dio non esiste

DIO E SAGGEZZA DIMENTICATA

    Abbiamo dimenticato la saggezza perché ci siamo allontanati da Dio. Consigli della Bibbia ed esagerata cultura dei diritti. Dovremmo recuperare la saggezza dei nostri padri, una parte della loro prudenza fortezza e temperanza 
di Francesco Lamendola  




Lo stile di vita della civiltà moderna ci ha talmente allontanati dalla saggezza, che abbiamo quasi smarrito non solo le virtù teologali – fede, speranza e carità - proprie dell’homo religiosus, ma anche quelle cardinali – prudenza, giustizia, fortezza e temperanza – le quali dovrebbero far parte del bagaglio dell’umana saggezza di qualunque persona, per consentirle di orientarsi nelle diverse e non sempre facili circostanze della vita.
Una rapida scorsa alle cronache quotidiane ci darà immediatamente la conferma di questa affermazione, purché sappiamo guardare ai fatti con mente sgombra dai condizionamenti auto-giustificativi della società consumista, e purché siamo capaci di andare dritti al nocciolo delle cose, senza farci trattenere da ciò che è secondario e fortuito.

Ordo(a) befanarum sanctaemartae

DIACONESSE, QUANDO RATZINGER E WOJTYLA SBARRARONO LA STRADA ALLE INIZIATIVE AMBIGUE

Diaconesse, quando Ratzinger e Wojtyla sbarrarono la strada alle iniziative ambigue
1. Da taluni Paesi sono pervenute ai nostri Dicasteri alcune segnalazioni di programmazione e di svolgimento di corsi, direttamente o indirettamente finalizzati all'ordinazione diaconale delle donne. Si vengono così a determinare aspettative carenti di salda fondatezza dottrinale e che possono generare, pertanto, disorientamento pastorale.

Si racconta che due fronti si stanno contrapponendo


Cosa succede di veramente nuovo nella Chiesa di Papa Francesco?



L'intervento di Raffaele Reina, autore del libro "La Repubblica senza partiti. C'è ancora un futuro per il cattolicesimo politico?" (Guida editori)

Niccolò Mazzarino su Formiche.net si è occupato dell’intervista di Mons. Georg, segretario di Benedetto XVI, rilasciata ad un giornale tedesco e ripresa da Il Fatto quotidiano di Antonio Padellaro. Un’intervista passata sotto silenzio e pubblicizzata dal giornale di Marco Travaglio che ha creato qualche inquietudine tra cattolici e non. La conversazione che Mons. Georg Ganswein ha avuto coi giornalisti di un periodico tedesco è tutta incentrata sugli “effetti” prodotti dal pontificato di Papa Francesco.

F.p.p.P.F


Il fondamentalismo “papal-popolare” di Papa Francesco


Papa Francesco non è nuovo, per la verità, nelle cose che dice. Chi ha la pazienza di seguirlo e di ascoltarlo e di leggere i testi ufficiali, si renderà conto che è molto ripetitivo, difficilmente dice cose nuove, o esprime concetti nuovi. Intendiamoci, non è del tutto negativo quando sviscera concetti ripetendoli più volte in diverse occasioni, magari dandogli sfondi diversi. Usa un linguaggio semplice e popolare che, senza dubbio, cattura l’attenzione dei mass-media e – dicono – arriva subito al cuore della gente. In verità ci chiediamo: che cosa arriva “al cuore della gente” di certo linguaggio “papal-popolare”, filtrato pure dai mass-media?

mercoledì 3 agosto 2016

Sogni o sei desto?

Ecumenismo senza freni. San Pio X appare in sogno per condannare gli errori della chiesa di oggi

1° Un assurdo Mea Culpa- 2° Una breve esperienza personale di dolore e penitenza per raggiungere la salvezza- 3° San Pio X avvisa oggi sul pericolo dell’ecumenismo e apostasia- 4° Vi lascio la pace vi do la mia pace, non quella che dà il mondo io do a voi

Untitled-1-720x141° UN ASSURDO MEA CULPA

VATICAN - DECEMBER 08: An image is seen as it is projected on St. Peters Basilica's front side during the show Fiat Lux : Illuminating Our Common Home within the Roman Catholic Churchs yearlong Jubilee of Mercy at the Vatican on December 8, 2015. One of the aim of the show is to show solidarity with COP21 talks in Paris. (Photo by Alvaro Padilla Bengoa/Anadolu Agency/Getty Images)
Un’ immagine proiettata sulla Basilica di San Pietro in occasione dell’apertura del Giubileo straordinario della Misericordia. Lo spettacolo FIAT LUX, finanziato dal FMI ha visto macchiare la storica sede di Pietro rivendicazioni con immagini inneggianti al neo-paganesimo (la religione degli Illuminati) in totale disprezzo a Cristo e proprio l’8 Dicembre giorno dell’Immacolata Concezione.
Com’era prevedibile gli attentati comunemente definiti di matrice islamica hanno avuto il ruolo di rafforzare i legami tra Cristianesimo e Islam. Con l’uccisione di padre Jacques Hamel la massoneria ha ottenuto ciò che voleva: l’accelerazione per la completa disfatta del Cristianesimoda sempre nel suo mirino, grazie ai suoi numerosi agenti in Vaticano che seppur (tra)vestiti con abito talare, il loro unico obiettivo è la collaborazione con i superiori incogniti per la distruzione dell’Opera che Cristo ha fondato con la Sua Morte in Croce, attraverso un sincretismo religioso dal sapore fortemente anticristicoPer la prima volta durante una Messa in Italia è stato cantato un versetto del Corano dall’altare, mentre i cattolici recitavano il Credo, un delegato della moschea di al-Azhar del Cairo ripeteva sottovoce una preghiera islamica per chiedere la pace. E’ accaduto nella chiesa di Santa Maria in Trastevere e in diverse chiese d’Italia, durante la cerimonia in ricordo del sacerdote Jacques Hamel di Rouen ucciso dai due diciannovenni franco-algerini.(clicca qui)  È stata, infatti, la CEI a sposare l’iniziativa definendola “un grande gesto”  Inutile spiegare a questi ecumenisti che la Santa Messa è il “mysterium fidei”, ossia il Rinnovamento del Sacrificio di Cristo. Fino a non molti decenni fa persino i catecumeni potevano assistere solo alla liturgia della Parola, ma non alla Liturgia Eucaristica. Quindi non esiteremo a definire queste iniziative ulta-ecumeniche vera e propria Apostasia!

Che cos’è a fare la differenza?

NON QUESTA MUSICA, RAGAZZI !

Che cosa vuol dire educare cristianamente i giovani? G.d.G. (Cattolica): il segreto di pulcinella che tutti conoscono ma di cui nessuno parla. Vale la pena di riempire le piazze se il messaggio che passa è di permissivismo 
di F. Lamendola  
  

Che cosa vuol dire educare cristianamente i giovani? Che cosa vuol dire avvicinare i giovani al Vangelo? Ce lo domandiamo dopo che la Giornata Mondiale della Gioventù, nata da un’intuizione di Giovanni Paolo II, nel 1985, è giunta, con quella di Cracovia, appena conclusasi nella fine di luglio del 2016, alla sua trentunesima edizione. Specialmente nelle ultime edizioni, quella di Madrid del 2011 (quando c’era ancora il pontificato di Benedetto XVI), e quella di Rio de Janeiro del 2013, tenutasi sulla spiaggia di Copacabana, hanno registrato, sì, presenze massicce di ragazzi provenienti da ogni parte del mondo, ma anche, a nostro giudizio, spettacoli poco edificanti di confusione, eccitazione, disordine e promiscuità, che ricordano più il clima delle notti selvagge in discoteca o dei raduni spettacolari in occasione di concerti rock, che non quello che sarebbe lecito aspettarsi nel contesto di un evento di matrice specificamente e dichiaratamente cristiana e cattolica, sotto la supervisione dei vescovi e con la presenza Sommo Pontefice in persona.

Ad esempio..*

È lo Spirito Santo il responsabile dell’elezione del Papa?

Spirito Santo
Riportiamo qui un’interessante risposta che Joseph Ratzinger diede nel 1997 alla domanda sull’azione dello Spirito Santo in Conclave: “È lo Spirito Santo il responsabile dell’elezione del Papa?“, gli fu domandato.

Ratzinger, non rinunciando nel finale a una certa ironia, rispose così: “Non direi così, nel senso che sia lo Spirito Santo a sceglierlo. Direi che lo Spirito Santo non prende esattamente il controllo della questione, ma piuttosto da quel buon educatore che è, ci lascia molto spazio, molta libertà, senza pienamente abbandonarci. Così che il ruolo dello Spirito dovrebbe essere inteso in un senso molto più elastico, non che egli detti il candidato per il quale uno debba votare. Probabilmente l’unica sicurezza che egli offre è che la cosa non possa essere totalmente rovinata. Ci sono troppi esempi di Papi che evidentemente lo Spirito Santo non avrebbe scelto.
Antonio Righi3 agosto 2016


*

La guerra dei tradizionalisti a Papa Francesco. Intervista ad Andrea Grillo


grilloIn questi giorni Massimo Franco, notista politico ed esperto di cose vaticane per il Corriere della Sera, in un pezzo dal titolo “I tradizionalisti contro Francesco” riporta, nell’articolo, l’appello, ripreso dal blog ultraconservatore “Corrispondenza romana”, di 45 teologi e storici in cui si chiede al collegio cardinalizio di intervenire sul Papa affinché  si ripudino “gli errori presenti nel documento in modo definitivo e finale, e di dichiarare autorevolmente che non è necessario che i credenti credano a quanto affermato dall’Amoris laetitia». E’ l’ultimo di una serie di episodi della guerra dei tradizionalisti contro Francesco. Ne parliamo con Andrea Grillo, docente di Teologia Sacramentaria e Filosofia della religione al Pontificio Ateneo “Sant’Anselmo” di Roma.

Professore, l’impressione che si ha è che il dissenso si stia allargando. È così? Oppure è solo una enfatizzazione mediatica…?
Penso che sia buona norma, anche per i giornalisti famosi, di controllare le fonti su cui basano i loro articoli. Il documento di cui si parla nel pezzo citato è un testo scritto nel linguaggio di 150 anni fa, e firmato da pochi sconosciuti. Gli unici firmatari noti appartengono a settori isolati, marginali e autoreferenziali della Chiesa cattolica. Far passare questa per opposizione a Francesco è una operazione mediatica senza alcun fondamento. Fa sorridere. Al di là dei giornalisti, io direi a coloro che hanno problemi, di esibire qualche argomentazione fondata, qualche ragionamento convincente. Fino ad ora hanno esibito solo propaganda vecchia e presuntuosa disperazione.
Quanta presa hanno sul Popolo di Dio queste posizioni?
Queste posizioni trovano attenzione – e sono anche sollecitate – soltanto da alcuni ambienti curiali – romani o periferici – che nulla hanno a che fare con il popolo di Dio. Sono giochi di potere di chi vede messo in discussione il proprio ruolo clericale, che prima sfuggiva ad ogni controllo e che ora non gode più di libertà. Papa Francesco, come è inevitabile, viene attaccato da chi ha paura della Riforma della Chiesa e di perdere potere. Il popolo di Dio non c’entra nulla e giustamente non si interessa di questo.
Cosa fa paura ai tradizionalisti dell’approccio di Francesco? La  lettura complessa della modernità?
Papa Francesco esce in modo esplicito da quell’antimodernismo che ha caratterizzato moltissima cultura cattolica prima e anche dopo il Concilio Vaticano II. Noi confondevamo spesso il cattolicesimo con l’antimodernismo. Essere cattolici era essere “contro i treni”, “contro la luce elettrica”, “contro il cinema”, “contro il voto alle donne”, “contro gli anticoncezionali”…In modo molto semplice, ma con estrema coerenza, Francesco rifiuta una lettura unilaterale e ostile della modernità. Questo suo tratto è insopportabile per i tradizionalisti, ma è anche difficile da comprendere per coloro che, senza essere tradizionalisti, hanno accettato supinamente una lettura “di comodo” del rapporto tra Chiesa e mondo. In fondo inquieta coloro che si sono rifugiati in una consolante “autoreferenzialità”, contenti di restare senza vie di uscita e di non dover mai “uscire”.
Una delle critiche  che il fronte conservatore rivolge al Papa è quella di essere più attento alla “realtà” che alla “verità”. Francamente  questo lo trovo un insulto a Francesco. Ha fondamento quest’accusa?
Questo mi sembra uno dei punti che Francesco ha portato ad una svolta decisiva. Il primato del tempo sullo spazio e della realtà sulla idea – affermato con grande forza in tutti i grandi testi magisteriali di Francesco, EG, LS e AL – costituisce una “traduzione della tradizione” che rimette in relazione verità e realtà. L’accusa mossa a Francesco ha la presunzione che il rapporto con la verità possa prescindere dalla realtà. Con questa impostazione – che dipende dall’antimodernismo di fine ottocento e primi novecento – la Chiesa ha perso il rapporto con la realtà e si è chiusa in una autoreferenzialità pericolosa e sterile.
Un’altra “operazione” che fa il fronte tradizionalista è quella di contrapporre Wojtyla e Ratzinger a Bergoglio. Lei non vede una continuità?
Tutte queste posizioni risentite – che sono di tradizionalisti radicali, ma anche di qualche Vescovo e Cardinale – cercano di enfatizzare le “contraddizioni” tra Francesco e i suoi due predecessori. Ora qui bisogna intendersi bene. Non c’è nessuna rottura. Ma non c’è nemmeno una semplice continuità. La tradizione continua traducendosi in modo nuovo. Questo è anche il senso più autentico delle parole di Benedetto XVI, quando nel 2005 parlò della “ermeneutica della riforma” come rimedio alle due ermeneutiche sbagliate del Concilio, ossia quelle della pura continuità e della pura rottura. Francesco non rompe, ma riforma. Ma è consapevole della urgenza della riforma, mentre coloro che gli si oppongono, con il pretesto di una presunta rottura, hanno solo paura del nuovo, che nella Chiesa è sempre intervenuto come una benedizione nei passaggi di crisi.
Il comportamento del Papa emerito nei confronti del Papa regnante è esemplare. Anzi Ratzinger ha manifestato grande affetto nei confronti di Bergoglio.. Eppure continua questa strumentalizzazione contro Francesco. Perché?
Non vi è dubbio che il rapporto personale tra papa regnante e papa emerito sia buono e cordiale. Il punto però non è questo. Tra il magistero di Benedetto e quello di Francesco ci sono tuttavia alcune differenze significative, soprattutto in rapporto al Concilio Vaticano II. Francesco è pienamente convinto della riforma invocata dal Vaticano II, mentre Benedetto fu esitante, incerto, talora anche spaventato e puramente difensivo. In tre anni Francesco ha ritrovato la fiducia in un magistero che si assume nuove responsabilità, mentre il magistero di Benedetto – e quello dell’ultimo Giovanni Paolo II – era paralizzato dalla tradizione e puramente negativo. Nell’assumere questa grande iniziativa Francesco ha dovuto scontare, non senza difficoltà, le scelte diverse dei suoi predecessori.
 Un altro fronte di critica, da parte tradizionalista che trova sponda nell’area politica della destra, è quello del giudizio sull’islam. Insomma, per loro, Bergoglio è troppo buonista. Un’altra infamia nei confronti di Francesco. Qual è il  suo pensiero al riguardo ?
Anche qui bisogna considerare solo le cose serie. In questa materia le opinioni autorevoli non sono molte e le chiacchiere moltissime. La posizione verso l’Islam trova la sua origine in un approccio conciliare alle “altre religioni” che con Francesco ha trovato profondo rilancio. Nessuna concessione alle generalizzazioni propagandistiche e considerazione della complessità delle singole tradizioni. Nella intervista di ritorno dalla GMG, Francesco ha ricordato che il fenomeno del “fondamentalismo” non identifica nessuna tradizione religiosa. “Anche tra di noi”, ha ricordato, ne abbiamo molti. Va aggiunto che sul tema del rapporto con l’Islam dobbiamo anzitutto aver chiara la qualità e lo spessore della nostra tradizione. Affermare, come ha fatto un noto giornalista, che i musulmani non possono partecipare alla messa “perché non credono alla presenza reale” mi sembra la dimostrazione di una approssimazione teologica ed ecclesiale piuttosto preoccupante. E sulla base di questa ignoranza evidente costoro pensano pure di dover dare consigli al papa…
Anche nei confronti della pastorale della “misericordia” si muovono critiche. Si troviamo di fronte a due visioni opposte della Chiesa. Come fanno a coesistere?
Come ha scritto Stella Morra, in un bel libro che si intitola “Dio non si stanca”, il tema della “misericordia/perdono” è centrale nel magistero di Francesco non come un “contenuto”, ma come un modo di comprendere la Chiesa e il rapporto con Dio. E’ lo “stile della misericordia” a levare la Chiesa dalla sua autoreferenzialità, a costringerla ad “uscire per strada”, a non “stare alla finestra”, a costruire “ospedali da campo” e “campi profughi”. Questo linguaggio dà sui nervi a tutti i monsignorini con macchine lunghe, gemelli ai polsi, domestiche al servizio, case piene di stanze…E’ un modello di Chiesa e di Vangelo ad essere rimesso in campo e in gioco, dopo decenni di assuefazione all’esercizio del potere formale e del riconoscimento puramente autoritario.
Sul piano liturgico, anche qui i tradizionalisti sembrano soffrire Francesco. E’ così?
Da un lato non sembra che Francesco sia interessato alla liturgia quanto lo era Benedetto…ma d’altra parte le modifiche introdotte nella “lavanda dei piedi” e la recente richiesta di “evitare di usare la espressione ‘riforma della riforma’” indicano chiaramente un orientamento verso la piena valorizzazione della “partecipazione attiva” come logica “popolare” della liturgia e della preghiera cristiana. Anche qui chi vorrebbe tutelato il suo diritto a “restare indietro” si sente, come dire, a disagio. Quando i piedi delle donne e la riforma liturgica tornano al centro, molte preoccupazioni curiali e fissazioni sulle rubriche si ritrovano d’improvviso all’estrema periferia!
Ultima domanda: Quello che appare, in realtà, l’obiettivo finale dei conservatori è la messa in mora della creatività del Concilio Vaticano II. E’ questa la vera posta in gioco?
Effettivamente è molto utile non “personalizzare” troppo la questione. Con Francesco noi abbiamo trovato, 50 anni dopo il Concilio, il primo papa “figlio del Concilio” – ossia che è “nato alla vita ministeriale nella Chiesa non pre-, ma post-conciliare – che propone il Concilio non anzitutto teoricamente, ma con il suo modo di pensare la realtà, di comunicare, di intrecciare relazioni, di pregare o di scherzare. Tutto questo è “concilio reso vivo ed efficace”. Chi pensava che con Giovanni Paolo II e poi con Benedetto XVI avessimo “messo sotto tutela” lo slancio conciliare, ora è sorpreso, amareggiato, in qualche caso adirato. Ma Francesco procede sereno. Come ha detto più volte, dorme bene la notte. Sarebbe cosa buona che anche i suoi interlocutori più accesi si mettessero il cuore in pace e riuscissero a prendere sonno la sera.

Jesus akbar?

Gli islamici a Messa. Magari fosse solo follia… 

Non può esservi amore fedele per Cristo nella neochiesa adultera di Amoris laetitia… Cosa può fare una Chiesa come questa se non prostrarsi davanti all’invasore infedele, chiedere pietà e implorarlo che gli risparmi la vita terrena in cambio di quella eterna? Può solo rinnegare la storia dei martiri che l’hanno fecondata con il loro sangue.

di Alessandro Gnocchi
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z.trd1Magari fosse solo follia. Magari si potessero invocare le care, vecchie, tranquillizzanti “cose da pazzi” davanti all’orrendo spettacolo dei musulmani accolti nelle chiese durante la celebrazione della Messa, invitati a non cedere e a non credere a Cristo neppure davanti al Signore sceso sull’altare, inviati nel mondo ad annunciare la buona novella di una pace ostile all’unico, vero Dio, quel “Dio cattolico” che tanto inquieta il vescovo venuto dalla fine del mondo così come la Croce turbava il suo mentore Carlo Maria Martini.