ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 9 gennaio 2017

L'ultimo Gog?

SIAMO GIUNTI ALL'APOCALISSE

    Siamo giunti ai tempi della fine di Gog e Magog dell'Apocalisse? Secondo un'interessante interpretazione dell'Apocalisse l’alleanza atlantica è l'attuale "paese di Magog" nel quale Gog (gli Usa) ha obbedienza da parte di tutti 
di Cinzia Palmacci  





Apocalisse 20:8E uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarle alla battaglia: il loro numero è come la sabbia del mare. Alla fine l'ultimo Gog sarà sepolto in Israele.
A giudicare dal susseguirsi incessante e veloce degli eventi, soprattutto dal punto di vista geopolitico, tutto fa pensare che i tempi descritti nell'Apocalisse siano proprio quelli che stiamo vivendo. Siamo giunti ad un punto cruciale della storia dell'umanità, e le profezie bibliche sembrano confermarlo. Secondo un'interessante interpretazione dell'Apocalisse di San Giovanni del sito digilander.it, l’alleanza atlantica, di fatto, è l'attuale "paese di Magog" nel quale Gog (gli USA) ha obbedienza da parte di tutti i membri che lo seguono. La NATO rappresenta non soltanto una mera iniziativa di cooperazione militare, ma si configura come fondamentale strumento di collaborazione politica tra i Paesi membri, soprattutto nell'ambito dei processi decisionali afferenti materie di politica estera.

Giganti con i piedi d’argilla & c.

2017, anno a tre voci: Maria, Lutero e Lenin

Il 2017 sembra essere stato preparato da mani sapienti per farci assistere all’incontro di tre grandi momenti storici fra loro molto diversi, eppure così legati. Un anno a tre voci, che parlano all’uomo, alla Chiesa e al cuore.
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Nel grande flusso della storia i fatti si susseguono con tale rapidità da rendere difficile fissarne alcuni come epocali. Il rischio è di farlo tanto spesso da togliere senso all’affermazione. Non così nel 2017: nell’anno ricorreranno tre date che hanno realmente cambiato la storia. Tre eventi che parlano all’uomo con voci diverse.

"Un Papa secondo i nostri bisogni…"

LA GNOSI NELLA CHIESA E SOCIETA'

    Lo gnosticismo non è mai morto anzi si sta impadronendo della società e della Chiesa cattolica che vorrebbe infiltrare e sovvertire dall’interno. La filosofia gnostica e le sue aberazioni è la filosofia della modernità 
di Francesco Lamendola  


Il lettore rifletta su questa affermazione dell’abbé Paul Roca (1830-1893), tenebroso personaggio del quale abbiamo già parlato in un recente articolo:
Quello che dobbiamo cercare e aspettare, come i Giudei aspettano il Messia, è un Papa secondo i nostri bisogni… per spezzare con lui la roccia sulla quale Dio ha costruito la sua Chiesa… Noi avremo i mignolo del successore di Pietro coinvolto nel complotto.
E poi su quest’altra affermazione, stavolta di Julian Huxley (1887-1975), biologo, strenuo difensore dell’evoluzionismo e primo direttore dell’U.N.E.S.C.O.:
Quanto alla Chiesa cattolica, essa dovrà essere gradualmente purgata dalle sue dottrine intransigenti e particolari e non conserverà che le espressioni basilari della religione condivisibili con una vasta confraternita religiosa e culturale che dovrà includere tutti i culti e tutte le civiltà.

I gesuiti che abiurano lo fanno per misericordia..

Basta proselitismo, è tempo di "Silence". 

Anche per le missioni cattoliche   
                                 
Scorsese

Dal 12 gennaio nelle sale cinematografiche dell'Italia e di altri paesi sarà proiettato l'atteso ultimo film di Martin Scorsese, "Silence", già mostrato in anteprima a Roma un mese fa a un pubblico scelto composto in buona misura da gesuiti, dopo l'udienza accordata il 30 novembre da papa Francesco al celebre regista (vedi foto).
La trama del film è ripresa dal romanzo con lo stesso titolo dello scrittore cattolico giapponese Shusaku Endo (1923-1996). Ambientato nel XVII secolo, nel pieno delle persecuzioni anticristiane, ha per protagonisti due gesuiti inviati in Giappone in cerca di un loro confratello, Christovao Ferreira, già provinciale della Compagnia di Gesù, sul quale era giunta voce che aveva apostatato. In effetti così era avvenuto. E alla fine anche uno dei due, Sebastian Rodrigues, arriverà ad abiurare, con la volontà di salvare da una morte atroce altri cristiani.

Gatta ci cova..?°


Le parole dell' arciprete della basilica riferite da Avvenire: L' aggressore urlava e diceva di prendere ordini da qualcuno Gli investigatori sono cauti. Oggi il processo per direttissima Sarà ascoltato anche don Angelo, che era già stato minacciato.  Padre Angelo Maria Gaeta era stato affrontato e minacciato da Renzo Cerro già nel pomeriggio della Befana, venerdì, il giorno prima di essere colpito e sfregiato dal 42enne originario del Frusinate con un collo di bottiglia all' interno della sagrestia di Santa Maria Maggiore.L' uomo, ben vestito con un giaccone blu, felpa e jeans nonostante sia un senzatetto, era entrato nella basilica, si era diretto spedito verso l' ufficio a destra della navata centrale e aveva cominciato a urlare contro fra' Angelo: Voi frati mi avete rovinato. Quindi era fuggito subito via, senza aggredirlo fisicamente e padre Angelo, 52 anni, salernitano, prossimo a un avvicendamento di ruolo, era rimasto molto scosso, spaventato, pur dicendo ai fedeli di non avere mai visto prima quel giovane. 

Jorge Mario Bergoglio - lo schema si ripete?

L’occupazione modernista della gerarchia suscita le prime avvisaglie di una resistenza cattolica

Alcuni fatti recenti insieme a due nuove ricostruzioni degli eventi conciliari ripropongono il tema dell’occupazione modernista della Chiesa di Roma. 
I fatti

L’insegnante di religione, cattolico, perseguitato dai superiori modernisti

Il primo fatto lo riporta Marco Tosatti [1]. Siamo in Belgio.
Arnaud Dumouch è un insegnante di religione. Fin dagli inizi fu osteggiato da un sacerdote modernista che giunse ad abusare del suo ruolo di Ispettore del corso per esonerarlo. Dumouch trova comunque lavoro all’istituto dei Lasalliani, a Chatelet, dove diventa di ruolo nel 2003. Nel 2010 però il sacerdote persecutore di Dumouch, una volta nominato vicario episcopale con delega all’insegnamento, scatena contro di lui una serie di ispezioni, che culminano con un primo processo canonico.

Ed ecco un primo capo d’accusa: “Come si può ancora seguire il Magistero, oggi, dopo l’affare Galileo?
Ed ecco il secondo capo d’accusa, che è anche un rimprovero: “Lei ha insegnato che Cristo è davvero resuscitato! Ma non è che un simbolo! Lei fa dell’esoterismo!
Infine l’ingiunzione: “Lei si deve concentrare su temi sociali, tolleranza e democrazia – è l’ordine. – La Trinità, la vita dopo la morte, il peccato e il perdono non interessano a nessuno. È ridicolo!
Chiaro, no?

I Padri conciliari, però, non ne tennero conto...!?

OMBRA B'NAI B'RITH SUL CONCILIO

    Come il B’nai B’rith (Loggia paramassonica giudaica) ha infiltrato e condizionato il Concilio Vaticano II. Uno sconcertante documento, che ha rivoluzionato duemila anni di sacro Magistero e la stessa teologia cattolica 
di Francesco Lamendola  





Abbiamo già parlato di come la dichiarazione Nostra Aetate abbia introdotto nel Concilio Vaticano II il principio del dialogo inter-religioso e della pari dignità di tutte le religioni, colpendo al cuore, con ciò stesso, la pretesa della Chiesa cattolica di rappresentare la sola via verso la Verità, e non semplicemente una delle varie, possibili vie (cfr. il nostro articolo Ma cosa significa dialogo inter-religioso?, pubblicato su Il Corriere delle Regioni il 19/12/2016); ci resta da parlare dei retroscena di quello sconcertante documento, che ha rivoluzionato duemila anni di sacro Magistero e la stessa teologia cattolica, e di quanta parte vi ebbero il cardinale Bea, uomo-chiave di tale operazione, e la loggia paramassonica giudaica B’nai B’rith, fondata nel 1843 e tuttora viva ed estremamente attiva.
Scrive Epiphanius, nel volume Massoneria e sette segrete. La faccia occulta della storia, Napoli, Controcorrente Edizioni, 1990, 2002, pp.847-853):

Dobbiamo infine pregare con fiducia..!

Le apparizione di Fatima La missione di suor Lucia
  
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In occasione della seconda apparizione, alla richiesta di Lucia di portarla in cielo con i suoi cugini, la Madonna le rispose, come abbiamo visto:

- "Sì, Giacinta e Francesco li porto tra poco. Ma tu resti qui ancora qualche tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato".

Queste parole indicano chiaramente che Lucia, oltre che come depositaria dei segreti rivelati dalla Madonna, restava su questa terra per compiere una determinata missione.

Bisogna anche ricordare che, già nella prima apparizione, il 13 maggio, la Madonna aveva annunciato:

- "Sono venuta a chiedervi di venire qui per sei mesi consecutivi, il giorno 13, a questa stessa ora. Poi vi dirò chi sono e che cosa voglio. Poi ritornerò ancora qui una settima volta".
Doveva quindi esservi una settima apparizione della Madonna alla Cova da Iria. Quando? In essa, che cosa voleva comunicare o manifestare agli uomini la Madonna? Comunque sia, sembra ovvio ammettere che suor Lucia dovrebbe essere ancora una volta la confidente della Madonna alla Cova da Iria.
Stando così le cose, se questa settima apparizione non è avvenuta segretamente, essa rappresenta una delle grandi aspettative relative a Fatima.

Resistere nella preghiera


domenica 8 gennaio 2017

Tranquilli?

Censura sul web in seguito ai leaks di orrori pedo-satanici: tranquilli è tutto vero ed è consuetudine

marina-abramovich-hillary-clinton1° La vendetta di Obama
2° I negazionisti della tragica realtà degli abusi rituali: “Le bufale possono uccidere”
3° Anni e anni di orrori ben celati dal mainstream
4° Bambini carne da macello per ottenere il favore degli “Dei”
5° Pedofilia satanica tra i potenti. E’ consuetudine
6° I messaggi in codice delle email trapelate
7° Il pallino per l’ “arte” dei fratelli Podesta
8° A cena con la strega
9° Non solo pizza nel menù della Comet Ping Pong
10° I Clinton sul Lolita Express: non affermazioni di blogger, ma soffiate dei federali

-A cura della Redazione di Antimassoneria-

Possiamo ancora salvarci?

Il suicidio della chiesa

Dall’apostasia silenziosa che affliggeva Papa Wojtyla si è passati all’autosecolarizzazione. Possiamo ancora salvarci? Wolfgang Spindler, teologo e predicatore domenicano, lo spera


Wolfgang Spindler è un teologo domenicano tedesco, ha quarantanove anni e un’idea ben precisa su quali siano i rischi che la chiesa corre in tempi come questi. Scrive su due riviste, Die Neue Ordnung (L’ordine nuovo) e Tumult, insegna, fa il prete – cioè segue una parrocchia dove celebra regolarmente messa – e scrive anche libri per bambini, perché essi, dice conversando a lungo con il Foglio, “hanno un rapporto immediato con la trascendenza. La realtà di San Nicola, ad esempio, per loro è prossima ed evidente come quella della nonna o del gatto di casa”. Ricorrono gli otto secoli dalla fondazione dell’Ordine dei Predicatori (libri suggeriti: L’Ordine dei Predicatori, a cura di Gianni Festa e Marco Rainini per Laterza e I domenicani di Massimo Carlo Giannini per il Mulino), e subito si pone l’interrogativo su quanto sia complesso e accidentato predicare il cattolicesimo nell’Europa di oggi, così provata dalla secolarizzazione.

La più grave delle moderne cinque piaghe della Chiesa

L’orfanezza della Chiesa in uscita

Nella festa della Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, fissata nella Domenica nell’Ottava dell’Epifania da papa Benedetto XV, pubblichiamo questo contributo di Franco Parresio.



Luigi Marai, Gesù nel Tempio tra i dottori, 1884, Verona


"Versus populum"



A scadenze periodiche, qualcuno fa sentire la propria voce a proposito dell'orientamento liturgico degli altari. Secondo alcuni, la Sacrosanctum Concilium non avrebbe previsto la celebrazione versus populum, che costituirebbe quindi un arbitrio che i Padri Conciliari non avevano voluto. Secondo altri, invece, il nuovo orientamento sarebbe parte integrante della riforma conciliare. 

Invito quindi alla rilettura di Non sequitur, un mio studio pubblicato il 18 Gennaio del 2013, nel quale ritengo di aver dimostrato che l'innovazione risale agli anni Trenta del secolo scorso, sull'onda del cosiddetto movimento liturgico, con il quale i novatori gettarono le basi della grande rivoluzione conciliare.


ll trait d’union fra la gnosi e il modernismo cattolico

PAUL ROCA GNOSI E MODERNISMO

    Eminenza grigia: Paul Roca, prete apostata e scomunicato, è il trait d’union fra la gnosi e il modernismo cattolico. Identifica uno di quei personaggi che, pur passando quasi inosservati sulla scena del mondo, fanno la storia 
di Francesco Lamendola  





Può darsi che il nome di Paul Roca non dica nulla alla maggior parte delle persone di media cultura, cattolici compresi; eppure è un nome importante, perché identifica uno di quei personaggi che, pur passando quasi inosservati sulla scena del mondo, fanno la storia più di quanto non la facciano altri uomini, ben visibili e conosciuti da tutti, i quali, però, detengono un potere più apparente che reale, e operano solo in superficie, mentre gli altri, le eminenze grigie, gli ispiratori occulti, stando nell’ombra arano il campo in profondità, e spargono dei semi che daranno raccolti durevoli – tanto nel bene, quanto nel male.
Proviamo a considerare questo brano di prosa:

Credo che il culto divino come è espresso dalla liturgia, il cerimoniale, il rito e i precetti della Chiesa romana subiranno prossimamente in un Concilio ecumenico una trasformazione che, restituendo ad essi la venerabile semplicità dell’età dell’oro apostolica, li metterà in armonia con il nuovo stato della coscienza e della civilizzazione moderna. […]
[Si accederà così ad una religiosità e alla] profondità e l’universalità di un cristianesimo col quale si metteranno in armonia tutti i centri religiosi della terra. […]
Il Pontefice si accontenterà di confermare e glorificare il lavoro dello Spirito o del Cristo Spirito nello spirito pubblico, e grazie al privilegio della sua personale infallibilità, dichiarerà canonicamente “urbi et orbi” che la civilizzazione presente è figlia legittima del Santo Vangelo e della Redenzione sociale.

Chi di sfregio ferisce..


Roma, entra nella basilica di Santa Maria Maggiore e sfregia al volto due frati      


Autore del gesto un uomo di 42 anni originario di Frosinone con precedenti per droga e disturbi psichici. "La Chiesa non mi ha capito"

ROMA - E' entrato nella basilica di Santa Maria Maggiore e con un coccio di bottiglia, per motivi in corso di accertamento, ha aggredito due religiosi: padre Angelo Gaeta, addetto alla sagrestia della chiesa e padre Adolfo Ralph dei frati dell'Immacolata. E' accaduto nel pomeriggio di oggi. All'interno della chiesa - una delle quattro basiliche pontificali della città - in quel momento c'erano diversi fedeli.


La guerra degli altari

La Civilità cattolica va alla guerra degli altari: "La Riforma della riforma è un errore"
La rivista dei Gesuiti contesta il cardinal Sarah e Papa Benedetto XVI sulla riforma della riforma liturgica. E cita Papa Francesco per il quale la Costituzione conciliare sulla liturgia deve continuare. Ma una eventuale “riforma della riforma” non sarebbe una revisione del Concilio, ma solo della riforma voluta dalla Commissione e promulgata da Paolo VI. Quindi non si contraddirebbe l’espressione di Papa Francesco.

sabato 7 gennaio 2017

“Ci chiediamo cosa stia succedendo ”?


Sul Vaticano II i cattolici si sveglieranno mai?
Sicuramente a svegliarsi è meglio tardi che mai!

“Guerra” vaticanaNell’attuale crisi della Chiesa, di una gravità senza precedenti in tutta la storia della Chiesa, è molto importante che i cattolici diano la dovuta importanza sia al movimento tradizionale sia alla Chiesa cattolica fuori dal movimento tradizionale. La tradizione nel senso più ampio, vale a dire tutto ciò che Nostro Signore ha affidato alla Sua Chiesa per essere trasmesso (tradendum in latino) fino alla fine del mondo, è indispensabile per la Chiesa, e il movimento tradizionale ha svolto un ruolo indispensabile nel preservare la dottrina tradizionale e i sacramenti dalla distruzione ad opera della Rivoluzione conciliare nel corso dell’ultimo mezzo secolo. Ma per sopravvivere, il movimento tradizionale ha dovuto porsi al di fuori della normale struttura gerarchica della Chiesa, e tale struttura è parte integrante della Tradizione – “Pietro, pasci le mie pecorelle” (Gv XXI, 17). Quindi, per quanto profonda sia la corruzione conciliare a Roma, i cattolici devono sempre guardare a Roma.

Da qui l’interesse del seguente rapporto proveniente dall’interno di Roma ad opera del fondatore e direttore di una pubblicazione americana del Novus Ordo, LifeSiteNews. Steve Jalsevac visita normalmente Roma due volte l’anno con i colleghi per parlare con diverse persone con cui è in contatto a Roma, il modo migliore per essere in grado di valutare come si sviluppa la situazione nella Chiesa. Della sua ultima visita di novembre, egli ha pubblicato il 16 dicembre un rapporto “molto preoccupante” delle sue impressioni sull’attuale situazione a Roma. Eccone degli estratti: -

Il fine e i mezzi..?



Don Pierpaolo e la fronda. Considerazioni di inizio d'anno sulla situazione della FSSPX in Italia


Come noto, il primo di gennaio, con comunicato letto dai pulpiti delle Cappelle e subito pubblicato nel sito istituzionale della Fraternità Sacerdotale San Pio X (vedi qui) don Marco Nély dava notizia di essere stato nominato dal superiore della stessa Fraternità Monsignor Fellay responsabile ad tempus del governo del Distretto italiano. Contestualmente don Nély annunciava che con la medesima decisione il Superiore generale della FSSPX aveva "deciso di sollevare don Petrucci dall'incarico di superiore, secondo le norme di Diritto canonico".
La decisione non è priva motivazione giacché si legge che essa è stata imposta dalla constatazione, anche in seguito a "una visita canonica effettuata nel 2015", delle "difficoltà della gestione del distretto, difficoltà che si protraevano da tempo creando tensioni tra la maggior parte dei confratelli". Nè è priva dell'indicazione del fine che essa persegue ossia del "bene comune del Distretto".


Il sesto Dubia…

CARD. NAPIER: CON L’AMORIS LAETITIA ANCHE I NOSTRI POLIGAMI IN AFRICA POSSONO RICEVERE L’EUCARESTIA? IL SESTO DUBIA…



Durante uno dei due Sinodi sulla famiglia, mentre era vivo – come adesso – il dibattito all’interno della Chiesa sul problema dell’eucarestia ai divorziati risposati, un cardinale africano si lasciò andare a un battuta tagliente con un amico. “Voi in occidente avete la poligamia successiva, mentre in Africa c’è quella contemporanea”. A significare che il costume diffuso di non considerare il matrimonio un legame a vita porta a una successione di rapporti che l’ironia del porporato rendeva simili alla poligamia.

Tocca solo a noi

La devozione dei primi cinque sabati del mese domandata dalla S. Vergine a Fatima

coracaoDa questo sabato fino al centenario delle apparizioni, 13 maggio 2017, è possibile praticare per l’ultima volta la devozione dei primi cinque sabati del mese domandata dalla Madonna a Fatima per riparare alle offese arrecatele dagli uomini. Come ben sappiamo non è stata eseguita la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, ma soddisfare quest’ultima richiesta tocca solo a noi. E se già l’abbiamo eseguita, visto che è un atto di riparazione, non può nuocere rifarla.




Alla scuola di Gesù e di Maria.


La terza via

La crisi nella Chiesa è talmente grave che i sani dovrebbero far quadrato. È vero, senza ombra di dubbio. Tuttavia, se mi soffermo a osservare i difetti di certi ambienti tradizionalisti, non è per il gusto di “fare le pulci” agli altri, ma per segnalare gravi pericoli che nascono da un’impostazione tendenzialmente settaria e dall’isolamento in cui si sono deliberatamente rinchiusi. Non si tratta di piccole magagne o di dettagli di secondaria importanza, bensì dell’essenza stessa della vita cristiana; la posta in gioco è l’essere realmente sani dal punto di vista soprannaturale.

L’adesione alla verità oggettiva non può prescindere completamente dalle condizioni del soggetto che deve conoscerla e praticarla. Una tendenza eccessivamente spiccata all’astrazione finisce col perdere di vista la realtà concreta delle persone, che è evidente al semplice buon senso. Un sistema di pensiero apparentemente perfetto (perché ogni cosa è incasellata in un posto preciso e ogni problema ha una soluzione prestabilita) rischia di passar sopra le situazioni effettive degli individui e della loro epoca storica, inquadrandole in una bella cornice ma lasciandole sostanzialmente come sono. Tali considerazioni non sono un cedimento allo storicismo, al relativismo o al soggettivismo, ma una semplice professione di sano realismo.

venerdì 6 gennaio 2017

Alle frontiere dell'ecumenismo

L'ultima resa all'invasione: in chiesa si prega Maometto

All'aeroporto di Malpensa la cappella della Madonna di Loreto diventa per metà moschea. E sale la rabbia
Alle frontiere dell'ecumenismo. I tappeti per pregare Allah a pochi passi dall'altare. Sul pavimento che guarda il Crocifisso.


Accade a Malpensa, aeroporto che mette in contatto mondi lontani e frulla uomini e tradizioni. Ma forse fin qui non si era mai arrivati: i fedeli invocano il proprio Dio gomito a gomito, il tutto nello spazio sacro dedicato alla Madonna di Loreto, da sempre protettrice di chi vola. La chiesa che si fa moschea. Almeno un po'.

Devi cambiare ‘teologia’

DON PUSCEDDU, IL CALVARIO CONTINUA. MONS. MIGLIO VUOLE “RIEDUCARLO”. IN UNA COMUNITÀ. IN CASO CONTRARIO…


Vi ricordate di don Massimiliano Pusceddu, il sacerdote cagliaritano sottoposto a un linciaggio mediatico – basato su una bufala – e ridotto al silenzio e alla vita privata dal suo arcivescovo, Arrigo Miglio?
Vi rinfreschiamo la memoria. E’ il giugno dello scorso anno, infuria la battaglia sulle cosiddette Unioni Civili, e don Pusceddu in un’omelia cita un brano della lettera di San Paolo a Romani, in cui l’apostolo delle Genti, dopo aver lanciato strali contro i comportamenti omosessuali, conclude: “E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa”. Immediatamente un giornale ha scritto che don Pusceddu avrebbe detto che gli omosessuali meritano la morte. 

A maggior gloria di io

Coriandoli velenosi volano nel “cabaret” vaticano


                                                                        Un ecclesiastico ironico sostiene che                                                                                         Bergoglio non lavora a maggior gloria di                                                                                   Dio ma a maggior gloria di io.

 Antonio Socci



Non possiamo, non è consentito arrenderci alla dolce, quasi avvolgente futilità, che squilla nei paralogismi, in corsa precipitosa e incontrollata, nei discorsi (pistolotti) “ecumenici” del buonista (a corrente alternata) José Bergoglio.
 Dal Vaticano scendono discorsi curiosi e avventurosi, nei quale si esprime, ad alta ed ecumenica (o sincretistica?) voce, la temeraria, quasi eretica ed ogni modo grottesca affermazione dell'inesistenza di (un) Dio cattolico.
 Sulla cupola della basilica di San Pietro incombe la figura perdente e sgangherata del sincretismo, un guazzabuglio aperto a tutte le suggestioni emanate dalla disfatta e dallo sfacelo delle moderne scuole di pensiero e delle loro rivoluzioni. (Di tutte le rivoluzioni, da quella americana alla francese, dalla nazista alla maoista).

Siamo sicuri che sia proprio così?


Il dolore innocente e la risposta cristiana. Che c’è

Nell’udienza generale di mercoledì 4 gennaio, la prima del 2017, papa Francesco è tornato sulla questione del dolore innocente. Ne aveva già parlato nel dicembre scorso, durante il discorso rivolto alla comunità dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù, e di nuovo, come in quella occasione, rispetto al testo scritto ha voluto fare un’integrazione a braccio.
Il 15 dicembre 2015, improvvisando, Francesco disse: «Perché i bambini soffrono? Non c’è risposta. Soltanto guardare il Crocifisso, lasciare che sia Lui a darci la risposta».
E continuò con un  dialogo immaginario: «Tu potrai dirmi: “Ma lei, Padre, non ha studiato teologia?”». «Sì!». «E  ha letto libri su questo?». « Sì! E la risposta non c’è! Guarda il Crocifisso: soffre e piange, e questa è la nostra vita. Io non voglio vendere ricette che non servono, questa è la realtà: il pianto, il dolore come Gesù in croce. Piangere con lui, con lei, soltanto questo. Perché soffrono i bambini? Una delle domande aperte della nostra esistenza: non sappiamo. Dio è ingiusto? Eh sì! È stato ingiusto con  suo Figlio, lo ha mandato in croce! Eh, se seguiamo questa logica, dobbiamo dire questo? Ma è la nostra esistenza umana, è la nostra carne che soffre in quel bambino. E quando si soffre non si parla: si piange e si prega, in silenzio».