ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 12 giugno 2017

I vari costumi della Madonna



Celeste educazione dei veggenti di Fatima                      

I bambini, che ebbero il privilegio santificante di diventare, da Fatima, missionari della Vergine per il mondo, furono cristianamente educati da una famiglia fervidamente apostolica e da un parroco, che era una barriera contro la rivoluzione massonica. Il cielo, però, intervenne direttamente per prepararli al contatto con la Vergine Santa.
Nella loro intatta ingenuità essi sapevano d’essere sempre accompagnati dall’Angelo custode, perciò non si stupirono troppo quando, nel 1916, ebbero la visione dell’Angelo che li istruì a proposito della protezione celeste sul Portogallo, dell’adorazione dovuta a Dio, specialmente presente nel sacramento dell’altare, e del dovere di essere caritatevolmente solidali nell’espiare i peccati degli uomini in unione col Redentore. Essi non parlarono con nessuno di questo eccezionale catechismo che completava quello familiare e parrocchiale.

La venuta dello Spirito Santo era necessaria

Capitolo II  MISTICA DEL TEMPO DOPO LA PENTECOSTE
Scopo di questo periodo.
Per comprendere bene l'intento e l'importanza di questa stagione dell'Anno liturgico alla quale siamo giunti, è necessario rendersi conto di tutta la serie dei misteri che la santa Chiesa ha celebrati dinanzi a noi e con noi. La celebrazione di questi misteri non è stata un vano spettacolo posto sotto i nostri occhi. Essi hanno apportato con sé ciascuno una grazia speciale che produceva nelle anime nostre ciò che significavano i riti della Liturgia. A Natale, Cristo nasceva in noi; nel tempo della Passione, ci incorporava alle sue sofferenze e ai suoi meriti; nella Pasqua, ci comunicava la sua vita gloriosa; nell'Ascensione, ci trascinava al suo seguito fino al cielo; in una parola, per usare l'espressione dell'Apostolo, "Cristo si formava in noi" (Gal 4,19).
Ma la venuta dello Spirito Santo era necessaria per accrescere la luce, per riscaldare le anime con un fuoco permanente, per rafforzare e mantenere in noi l'immagine di Cristo. Il Paraclito è disceso, si è dato a noi, e vuol risiedere nelle anime nostre e dominare la nostra vita rigenerata. Ora, questa vita, che deve svolgersi conforme a quella di Cristo e sotto la guida del suo Spirito, è raffigurata ed espressa dal periodo che la Liturgia designa con il nome di Tempo dopo la Pentecoste.

In hoc signo vinces

  Indulgenze annesse al segno di croce

PIO PAPA IX.

A MEMORIA ETERNA.

Perfettamente certi che il salutare mistero della Redenzione e la virtù divina si contengono nel segno della Croce di nostro Signore Gesù Cristo, i fedeli della primitiva Chiesa facevano il più frequente uso di questo segno, come ce lo dimostrano i più antichi e più insigni monumenti. É anche con questo segno ch’eglino incominciavano ogni loro azione. Ad ogni movimento, (diceva Tertulliano) ed a ciascun passo, entrando e sortendo, accendendo i lumi, nel prendere il cibo, nel mettersi a sedere, qualunque cosa noi facciamo, ovunque noi andiamo, noi segniamo la nostra fronte col segno della croce. – Considerando queste cose, Noi abbiamo creduto a proposito di risvegliare la pietà dei fedeli verso il segno salutare della nostra redenzione aprendo i tesori celesti delle indulgenze, affinché, imitando i belli esempi dei primi cristiani, essi non arrossiscano di munirsi più frequentemente, ed apertamente, e pubblicamente del segno della croce, che è come lo stendardo della milizia cristiana.

Un anonimo libriccino francese

IL DEMONIO CAUSA E PRINCIPIO DELLE MALATTIE -1-

Iniziamo oggi la pubblicazione di un anonimo libricino francese [però cattolico con tanto di nihil obstat ed “imprimatur] del secolo XIX che ai nostri tempi SEMBREREBBE affatto fuori luogo, e questo soprattutto agli apostati modernisti, sia del “novus ordo”, che dei falsi ipocriti tradizionalisti sede- e cerebro-vacantisti o cerebro-privazionisti vari, oltre che ai soliti tromboni [senza offesa per tromboni, flicorni, o basso-tuba!] atei, pagani, e “diversamente” massonizzati. Ma poiché noi ci rivolgiamo esclusivamente ai Cattolici “veri” [quelli di Papa Gregorio] ancora superstiti nonostante tutto e nonostante tutti gli sforzi dei “nemici di tutti gli uomini e di Dio”, lo proponiamo ai nostri sparuti lettori, avendolo suddiviso, per una più comoda lettura, in tre capitoletti. Buona e fruttuosa lettura!

Romana Curia Vulnerati


STILUM CURIAE SI FA ACCOGLIENTE. DA’ POSTO A UN OSPITE CHE PROPONE UN SORRISO DOLCE-AMARO.


Stilum Curiae si fa accogliente. Ospita – di tanto in tanto – qualche commento, o esternazione di altri che non siano il solito padrone di casa. Comincia con un sorriso dolce-amaro, originato da un vecchio esperto di Palazzie curiali romani, che, per l’appunto si firmerà Romana Curia Vulneratus (RVC, per gli amici; ferito dalla Curia Romana, per i non latinisti). Eccolo.
Oggi , 11 giugno, è la festa della Santissima Trinità . Un sant’uomo, confuso e sconsolato per l’indifferenza dimostrata alle implorazioni di una risposta ai Dubia, all’uscita da messa mi racconta la seguente brevissima storiella : “La Santissima Trinità è riunita per decidere dove passare qualche giorno di vacanza sulla terra , anche per verificare quanto fosse vero il problema “ambientale”. La notizia della   devastazione della terra, da parte dell’uomo,  è infatti arrivata anche in Cielo. Dio Padre propone di tornare in Palestina, magari proprio sul Monte Sinai, luogo che Lui conosce molto bene. Anche Dio Figlio acconsente a tornare in Palestina, ma propone di rivedere il lago di Tiberiade, dove aveva pescato pesci ed apostoli (e così constatare l’eventuale inquinamento). Dio Spirito Santo invece per verificare lo stato di degrado ambientale , che Lui ben sa esser frutto del degrado morale, propone un’altra soluzione: tornare a Roma, da dove manca ormai – dice – dalla rinuncia di Benedetto XVI …”.
RVC.
http://www.marcotosatti.com/2017/06/12/stilum-curiae-si-fa-accogliente-da-posto-a-un-ospite-che-propone-un-sorriso-dolce-amaro/
O obbedienti o sospesi "a divinis". L'aut aut del papa ai preti ribelli

Ahiara

Quella di Ahiara, in Nigeria, non è l'unica diocesi africana il cui vescovo, nominato da Roma, è stato respinto dalla locale comunità perché appartenente a una etnia estranea. Meno di un mese fa Settimo Cielo ha documentato un caso analogo nella diocesi di Makeni, in Sierra Leone:
Ma per la diocesi di Ahiara papa Francesco non ha delegato ad altri la soluzione del conflitto, che si trascina da cinque anni. Ha preso lui in pugno la questione. Ha chiamato a rapporto a Roma i protagonisti della vicenda, il vescovo osteggiato, Peter Okpaleke, una rappresentanza del clero e dei fedeli locali, i maggiorenti dell'episcopato nigeriano, alla presenza del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e del prefetto della congregazione "de propaganda fide" Fernando Filoni. E ha deciso lui il da farsi, subito dopo averli ascoltati.

Anche gli slamici vanno a Canossa?

TERRORISMO ISLAMICO, WAEL FAROUQ, SANDRO MAGISTER, MARCO TARQUINIO...

Sull’ Avvenire di domenica 11 giugno il direttor Tarquinio commenta da par suo una lettera inviata dal professor Wael Farouq (docente alla Cattolica di Milano) indignato per  un articolo di Sandro Magister che aveva lodato il coraggio dimostrato nell’editoriale del 4 giugno apparso (sorpresa!) nello stesso quotidiano di ispirazione catto-fluida…
Stavamo per incominciare la cronaca ragionata del quinto dibattito con Luigi Accattoli (svoltosi all’Università popolare Upter di Roma il 30 maggio). Ma c’è venuta impellente la voglia di dare almeno un’occhiata all’edizione odierna del quotidiano galantino di ispirazione catto-fluida, altrimenti detto Avvenire, comprato qualche minuto prima alla solita edicola domenicale.

Altro che “Chiesa povera per i poveri”

A CHI DA’ FASTIDIO PAPA RATZINGER? 

“In Germania alcune persone cercano da sempre di distruggermi” ha detto a Peter Seewald papa Benedetto in “Ultime Conversazioni”…… La stroncatura dei gesuiti tedeschi al libro intervista di Benedetto XVI che bacchetta la tassa ecclesiastica in Germania. Fatti, nomi e approfondimenti.



ED È COME SE UNA CIVILTÀ CATTOLICA À L’ALLEMAND BOCCIASSE RATZINGER
Una sonora stroncatura delle Ultime conversazioni di Benedetto XVI arriva da padre Andreas Batlogg, S.I., direttore della rivista dei gesuiti Stimmen der Zeit, una delle voci più autorevoli del mondo cattolico tedesco. Batlogg bolla l’intervista come “inappropriata”. “E’ un libro che non dovrebbe esistere. E’ privo di stile e di tatto commentare il successore”, arringa il teologo in una sua intervista concessa alla Deutschlandfunk. Per il gesuita che ama spesso indossare giacche e cravatte dai colori sgargianti, l’emerito, smesse le (allora ancora di moda) papali scarpe rosse e infilati i sandali marroni da monaco, dopo il 28 febbraio 2013 non avrebbe più dovuto rilasciare interviste o dichiarazioni. Le ragioni del niente affatto malcelato disappunto di don Batlogg potrebbero ricavarsi soprattutto per i numerosi appunti che il papa emerito riserva alla Chiesa della sua patria natale. Anzi: proprio per quelle ragioni.

La parolina magica dell'omofobia

Lo stato contro natura: Sodomia democratica e progressiva

Due persone dello stesso sesso costituiscono un'unione civile mediante dichiarazione di fronte all'ufficiale di stato civile”
Monica Cirinnà

Esaltato e incensato dal pensiero esclusivo, in circolazione tenace nel raffinato,profumato e sontuoso salotto radical chic, il vizio contro natura (e antifascista, ovviamente) irrompe nella società gongolando e squillando in forza della legge che ha il nome, venerato dagli urologi e incensato dagli uromani, di Monica Cirinnà.
La legale promozione dei vizi del basso ventre ha recente, virtuosa e gloriosa origine dalla resistenza all'etica tradizionale e dal rifiuto della normalità, giudicata quale bieca espressione di un oscuro passato medievale, ultimamente compromesso con la sotterranea, vergognosa criminalità clerico - fascista.

domenica 11 giugno 2017

Una Maestra così buona

Santi Francesco e Giacinta. Il segreto dei fratellini Marto
«Lasciandosi guidare con totale generosità da una Maestra così buona, Giacinta e Francesco hanno raggiunto in poco tempo le vette della perfezione», così Papa Giovanni Paolo II spiegava al mondo il segreto della santità dei giovani fratellini di Fatima.


Lo scorso 13 maggio la Chiesa ha avuto ben ragione di festeggiare perché, oltre a commemorare il centesimo Anniversario della Regina del Santo Rosario di Fatima, ha scritto nell’Albo d’oro dei Santi altri due preziosi nomi: Giacinta e Francesco Marto, due dei tre Veggenti di Fatima. La storia della loro canonizzazione è tanto eccezionale ed originale quanto lo è quella della loro santità: «L’iter non è stato certo dei più semplici, essendo la loro canonizzazione un novum per la storia delle canonizzazioni. Infatti Giacinta (11 marzo 1910 - 20 febbraio 1920) e Francesco Marto (11 giugno 1908 - 4 aprile 1919) sono stati i primi bambini non martiri canonizzati ed è il primo caso in cui è stato sufficiente per la beatificazione e per la canonizzazione un solo miracolo ottenuto per l’intercessione di entrambi (e non quindi uno per ciascuno, come voleva la prassi della beatificazione/canonizzazione dei confessori non martiri)» (1). 

“Con Francisco a mi lado”..



SCHOLAS OCCURRENTES E IL GENDER. UN LIBRETTO IMBARAZZANTE. CHE COSA PENSA DAVVERO IL PONTEFICE?
Un articolo appassionato di Montse Sanmartì sul sito spagnolo Como Vara de Almendro pone in luce, una volta di più, atteggiamenti contraddittori del Pontefice. Qualche giorno fa a Roma è stata aperta la sede ufficiale di Scholas Occurrentes, a piazza San Callisto, nei palazzi vaticani del rione Trastevere. Scholas Occurrentes è una Fondazione, nata quando Jorge Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires, nata come una collegamento di scuole di quartiere, che si è sviluppata poi fino a diventare un progetto presente in molti Paesi, con tre obiettivi fondamentali. Lavorare sui giovani con Istruzione, Sport e Cultura. Dal 2013 Scholas Occurrentes è diventata una “Pia fondazione di Diritto Pontificio”, le cui finalità sono “congruenti” con la missione della Chiesa.

Discerno ergo?

Divorziati risposati, l'eucarestia "blocca" il discernimento
Ci sono molte ambiguità attorno al termine discernimento, un concetto che viene usato per concedere l'Eucaristia a chi si trova in situazione irregolare. Ma non è questo il significato che viene dalle Scritture e dal Magistero. Ecco, passo per passo, come accompagnare e accogliere.

«A causa dei condizionamenti o dei fattori attenuanti, è possibile che, entro una situazione oggettiva di peccato - che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno - si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l’aiuto della Chiesa» (AL = Amoris laetitia 305).

Sì, ma come si fa a sapere se io sono - noi siamo - in questa situazione? In un precedente intervento ho considerato il caso di chi decide da sé e si accosta all’Eucaristia. Adesso consideriamo il caso di chi viene a confrontarsi con un sacerdote o un laico che vive dedito al Signore (AL 312). La richiesta di un confronto è un atto di onestà e di maturità.

L'ultima invenzione?

Gesù e l'omofobia L'ultima invenzione
L'ennesimo caso "montato" di un ragazzino maltrattato da un bullo perché di tendenza omosessuale è alla base di una traballante teoria di un immancabile chierico d’avanguardia, che si inerpica dicendo che Gesù è stato vittima di omofobia ante litteram. Ma legge mosaica, dati storici e familiari di Gesù dimostrano che è una tesi insostenibile. Ma è inquietante il processo a tappe forzate in corso nella Chiesa per sdoganare la pratica omosessuale.

Ancora una volta la vicenda, vera o presunta, di un ragazzino, Ivan, maltrattato dai compagni perché manifesta tendenze omosessuali, prontamente rilanciata da Repubblica per montare l’ennesimo caso con ricaduta gay-friendly, non poteva non essere immediatamente raccolta dall’immancabile chierico d’avanguardia, il quale si inerpica in una traballante teoria, puntellata sulle elucubrazioni dell’altrettanto immancabile esegeta-teologo d’oltralpe, secondo la quale anche Gesù è stato vittima di omofobia ante litteram.

La conseguenza delle nostre infedeltà e dei nostri peccati

È arrivata l’anti-Chiesa. Ma i cattolici fedeli non devono temere


(Discorso di Padre Linus Clovis al Rome Life Forum il 18 maggio 18, 2017)
(LifeSiteNews) – Nell’affacciarsi alla loggia della Basilia di San Pietro il 16 ottobre 1978, giorno della sua elezione, Papa San Giovanni Paolo II pronunciò le parole: “Non abbiate paura”. Adesso, a distanza di 39 anni, e alla luce degli avvenimenti che hanno raggiunto il cattolicesimo contemporaneo, queste sembrano non solo parole profetiche, ma anche una chiamata a prepararsi alla battaglia (1).

Capita che, quando il pendolo della storia umana e della salvezza attraversa con l’oscillazione un periodo di tenebre e crescente scompiglio, spesso Dio ispira i profeti a gettare della luce sulle tenebre e attenuare lo scompiglio con la speranza. Questi profeti chiedevano una maggiore fiducia nella cura attiva e amorevole di Dio per il suo popolo (2). Così, ad esempio, gli appelli di Isaia ad avere fiducia nell’amorosa provvidenza di Dio (3), implorando il Re Ahaz di chiedere a Dio un segno prima di agire e gli ammonimenti di Geremia (4) che Dio avrebbe salvato Gerusalemme dalla distruzione totale solo se la città si fosse arresa ai babilonesi. La Chiesa stessa non è stata priva delle benedizioni della grazia profetica, come Dio ha ampiamente dimostrato nel suscitare santi quali Bernardo di Chiaravalle, Francesco d’Assisi, Caterina da Siena, Margherita Maria Alacoquee, in tempi più recenti, mandando la sua Santissima Madre a Lourdes, La Salette e Fatima.

Un secolo fa Dio mandò la Regina dei Profeti alla Cova da Iria a Fatima, Portogallo, con un messaggio a doppia punta per il mondo contemporaneo. Primo, avvertì che il mondo si trovava già al cospetto di un pericolo molto più distruttivo di quello che aveva affrontato Gerusalemme e, secondo, presentò una soluzione celeste, più saggia e più prudente di quella offerta ad Ahaz che si era rifiutato di chiedere a Dio un segno o “profondo come Sheol o alto come il cielo” (5). Tuttavia, con materna sollecitudine la Vergine chiarì la gravità e la veridicità del suo doppio messaggio con una visione e un segno.Il 13 luglio 1917 ‘profondo come Sheol’ fu illustrato da una visione inquietante dell’inferno. Quattro mesi dopo, il 13 ottobre, “alto come il cielo” fu confermato da un segno, il miracolo della “danza del sole”, da lasciare sgomenti, che fu visto da oltre settanta mila persone.


Ut téneat cathólicam fidem


(Canticum Quicumque * Symbolum Athanasium) 

Quicúmque vult salvus esse, * ante ómnia opus est, ut téneat cathólicam fidem:
Quam nisi quisque íntegram inviolatámque serváverit, * absque dúbio in ætérnum períbit.
Fides autem cathólica hæc est: * ut unum Deum in Trinitáte, et Trinitátem in unitáte venerémur. 
Neque confundéntes persónas, * neque substántiam separántes.
Alia est enim persóna Patris, ália Fílii, * ália Spíritus Sancti:
Sed Patris, et Fílii, et Spíritus Sancti una est divínitas, * æquális glória, coætérna maiéstas.
Qualis Pater, talis Fílius, * talis Spíritus Sanctus.
Increátus Pater, increátus Fílius, * increátus Spíritus Sanctus.
Imménsus Pater, imménsus Fílius, * imménsus Spíritus Sanctus.
Ætérnus Pater, ætérnus Fílius, * ætérnus Spíritus Sanctus. 
Et tamen non tres ætérni, * sed unus ætérnus.

La non-persona

Ratzinger chi vuole liquidare Satana?



Premessa: dopo le recenti e gravi affermazioni del preposto dei gesuiti sulla presunta “inesistenza” del Demonio, vedi quie la brillante risposta di mons. Antonio Livi: Eresie moderne: Il diavolo “veste” Padre Sosa; e dopo anche le sue affermazioni, sempre di Sosa che non sapremmo neppure cosa avrebbe detto davvero Gesù, dal momento che ai suoi tempi “non esistevano i registratori” (sic!) e la chiarissima risposta sempre di mons. Antonio Livi, vedi qui: Gesù (non) dixit Il gesuita che offende Cristo,  vi offriamo e vi proponiamo un inedito dell’allora Ratzinger in una confutazione a chi già, negli anni ’70, accusava Paolo VI e la Chiesa di “credere troppo nella presenza fisica del demonio”…

Liquidazione del diavolo? (*)
Il vangelo della prima domenica di Quaresima, che riferisce la tentazione di Gesù ad opera di «Satana», dà occasione di anno in anno di meditare su quella misteriosa potenza, che si nasconde dietro il nome di «Satana». Un ulteriore impulso a questo problema venne alcuni anni fa da Tubinga; nel 1969 Herbert Haag, professore di Antico Testamento, vi aveva pubblicato un libretto con il significativo titolo di La liquidazione del diavolo?; questo libretto culmina nella frase: «Noi abbiamo già compreso che nel Nuovo Testamento il concetto di ‘diavolo’ sta semplicemente al posto del concetto di ‘peccato’» (p. 52). Al papa, che aveva sottolineato la reale esistenza di Satana e si era dichiarato contrario alla sua dissoluzione in qualcosa di astratto, Haag ha di recente rimproverato di ricadere nella visione del mondo giudaica dei primi tempi; Paolo VI farebbe confusione, nella Sacra Scrittura, tra visione del mondo ed espressione della fede.

Un prete robot solo a Wittenberg?

ln Germania arriva il prete robot. Avrà presto la sua setta

Si chiama BlessU-2 ed è un rappresentante della chiesa luterana dell'Assia-Nassau. Ecco perché non poteva che essere protestante


A cinquecento anni dall'affissione delle novantacinque tesi di Lutero, il protestantesimo ha finalmente trovato il proprio compimento nell'installazione di un prete robot a Wittenberg, in una mostra celebrativa dell'anniversario. Il prete robot si chiama BlessU-2 ed è un rappresentante della chiesa luterana dell'Assia-Nassau, o meglio, è stato installato su suggerimento della suddetta chiesa luterana onde favorire la discussione riguardo al caso “se sia possibile venire benedetti da una macchina o se ci voglia un essere umano”. Così almeno sostiene un pastore, Stephan Krebs, individuo in carne e ossa. È ovvio che, mettendola così, la presenza di un prete robot nelle terre protestanti si abbassa al livello di una provocazione di Hirst o forse addirittura di Cattelan, ma significherebbe non considerare la specificità del contesto geostorico del cinquecentenario luterano. Perché un prete robot è intrinsecamente protestante?

Una colossale messinscena


La Chiesa smarrita e il Regno di Maria


Sabato 3 Giugno si è svolto ad Ancona l’ultimo appuntamento estivo del ciclo di conferenze organizzato dal Centro Culturale Oriente Occidente, con ospite Danilo Quinto, relatore sul tema del disorientamento presente nella Chiesa cattolica contemporanea.

Il mondo cattolico italiano ("ufficiale") nutre molta stima per Emma Bonino, tanto da definirla “una grande italiana”; ciò non stupisce, perché la dissoluzione contemporanea, conseguente allo spaesamento generale, è operata anche da tanti cattolici i quali hanno opinioni positive su certe leggi o, nel migliore dei casi, non richiamano alla dottrina cattolica sulla società e sull’etica per semplice quieto vivere. Il punto di vista di Danilo Quinto è quello del neofita, il quale ha tratto delle conclusioni osservando la situazione attuale; in questa conferenza ha messo tra parentesi i commenti personali, limitandosi a delle osservazioni dirette mettendo i risultati a confronto con il Vangelo. E la conclusione a cui è giunto è che c’è in atto nella Chiesa cattolica una presa di possesso del pensiero unico formatosi negli ultimi secoli fuori da essa.


sabato 10 giugno 2017

Primum, non nocēre

Non ci rassegneremo mai a questo stato di cose



Il giornalista Paolo Curtaz, un ex prete che ha lasciato la veste per sposarsi, ma che continua a scrivere e parlare con estrema sicumera di Cristo e della Chiesa, come uomo di fiducia della C.E.I., quasi che l’esser venuto meno a una promessa sacramentale fosse un motivo di speciale merito, ha affermato  testualmente, nel sito Papale papale, a proposito di papa Francesco e delle perplessità che il suo modo di fare provoca in una parte dei fedeli cattolici (alla data del 21 gennaio 2017), che il Papa, ogni Papa, ha il diritto di essere se stesso, di avere una propria sensibilità, un proprio carattere, una propria storia. E questa diversità di stile, non di essenza, è segno della vitalità della Chiesa, eccetera. Per concludere, alla fine del suoi ragionamento, e sempre con intento polemico nei confronti dei critici del papa Francesco, con un sorprendente: Lasciamo al mondo di vederla in altro modo!
Eh, sì: perché è proprio il mondo, e specialmente il mondo moderno, impregnato dell’ideologia del liberalismo, che mette il soggetto al centro di tutto e i diritti dell’individuo al di sopra di ogni altra cosa, a pensarla così: che bisogna lasciare in pace il singolo individuo, che bisogna lasciarlo libero di essere se stesso, di avere un proprio carattere, e così via. Ma stiamo scherzando? Questa non è affatto la dottrina cattolica; questa è un’altra cosa! (E sappiano bene che il papa Francesco ci ha già battuti in breccia, dichiarando, nella omelia del 19 maggio scorso, che quanti si tengono fermi alla dottrina sono dei “fanatici”, dei fautori della divisione e quindi, implicitamente, dei nemici della.. sua chiesa, o neochiesa, o contro-chiesa che dir si voglia).

Che per "viltade fece il gran rifiuto"?


SONO LEGATO DAL SEGRETO. E QUESTO SEGRETO E’ ORRIBILE. COSI’ DISSE IL CARDINALE SIRI NELLA SUA ULTIMA INTERVISTA NEL 1985…..DOCUMENTI DA OLTREOCEANO E L’FBI RIVELANO….. “Quando Siri nel 1958 divenne Papa Gregorio XVII. E nel 1963 ci fu un altro tentativo…”

Il cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova, nel conclave del 26 Ottobre 1958 venne eletto papa con il nome di Gregorio XVII ma due giorni dopo, su pressione dei cardinali francesi, fu costretto a dare le dimissioni in quanto, secondo i servizi di sicurezza del Vaticano, la sua elezione avrebbe determinato l’assassinio di diversi vescovi dietro la Cortina di Ferro comunista. La notizia, ampiamente documentata, fa parte del dossier segreto “Cardinal Siri” compilato dal Federal Bureau of Investigation (FBI) in data 10 aprile 1961 per il Dipartimento di Stato americano.

Auspici* per la Gran Loggia Zombie

Il Papa: "Urgente cooperazione internazionale sui migranti"

Incontro al Quirinale tra Bergoglio e Mattarella. Il Papa: "Lavoro stabile e politica per le famiglie"


Papa Francesco si è recato al Quirinale per un incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.



Bergoglio ha affrontato diversi temi, nel suo discorso dopo il faccia a faccia: "Viviamo tuttavia un tempo nel quale l'Italia e l'insieme dell'Europa sono chiamate a confrontarsi con problemi e rischi di varia natura, quali il terrorismo internazionale, che trova alimento nel fondamentalismo; il fenomeno migratorio, accresciuto dalle guerre e dai gravi e persistenti squilibri sociali ed economici di molte aree del mondo; e la difficoltà delle giovani generazioni di accedere a un lavoro stabile e dignitoso, ciò che contribuisce ad aumentare la sfiducia nel futuro e non favorisce la nascita di nuove famiglie e di figli".

“Quis ut Deus?”

Processione di riparazione a Reggio Emilia

Ut inimicos Sanctae Ecclesiae humiliare digneris






Senza precedenti, nella “rossa” Reggio Emilia, l’iniziativa del Comitato “Beata Giovanna Scopelli” di sabato 3 giugno. Le piazze e le strade italiane sono ormai abituate a veder sfilare l’omaggio alla perversione e alla sovversione dell’ordine creato con i gay pride che sono l’appuntamento scontato della retorica relativista cara alla democrazia; ma le stesse piazze e strade non sono invece più abituate a vedere quel che hanno visto sabato: una processione di riparazione dei peccati, specialmente quelli pubblici garantiti dalla libertà d’espressione.

Snaturare e capovolgere una religione

Come mutare la dottrina e distruggere la Chiesa coi fedeli che vedono e odono senza vedere né udire



Ci sono molti modi per stravolgere una cosa, per trasformarla in qualcosa di diverso, e perfino di opposto, a ciò che essa era in origine. è possibile farlo con una istituzione, con una ideologia, con un partito politico, con un sindacato, con una associazione di qualsiasi tipo, e perfino con uno stato o un organismo internazionale. è possibile farlo, allo stesso modo, con una religione. La religione è composta di due elementi, la dottrina e la fede: la dottrina stabilisce ciò in cui si deve credere; la fede contempla la cosa creduta. Di fatto, i due aspetti non sono separabili: non è possibile credere senza la fede, e non è possibile avere la fede al di fuori della dottrina. Sarebbe pertanto un errore vedere la dottrina come la parte “noiosa”, la parte arcigna e, quasi, la parte coercitiva della religione, la parte legalistica e formale: essa definisce ciò che la religione è, e la separa da ciò che non è. Svolge quindi una funzione essenziale: stabilisce, per esempio, che l’offerta di sacrifici di esseri viventi, e, a maggior ragione, di esseri umani, non fa parte, né ha mai fatto parte, della religione cristiana. Viceversa, stabilisce che la fede nella presenza reale di Gesù Cristo, corpo e sangue, nel pane e nel vino del Sacrificio Eucaristico, è una cosa che ne fa parte, e parte essenziale: chi non ha fede in ciò, non è cristiano e non è cattolico.

Il nuovo gioco non ci piace


Vuoi giocare con noi alla nuova religione?


Noi ti disobbediamo su tutta la linea, ti neghiamo l’onore che ti è dovuto, facciamo quel che ci pare con il pretesto di aver capito che cosa veramente vuoi da noi… e ti doniamo il gioco che abbiamo inventato, il quale ti deve per forza far piacere; ad ogni buon conto, piace tanto a noi – e tanto basta a giustificarci. Più il gioco è curato nei dettagli o creativamente adattato, animato e partecipato, a seconda della “sensibilità” di ognuno di noi o del movimento cui apparteniamo, più tu devi essere contento, perché così abbiamo decretato noi stessi; quello che per due millenni è stato il culto da te richiesto (come i nostri avi hanno sempre creduto, poveretti!) l’abbiamo gettato nella spazzatura, sostituendolo con un prodotto fabbricato da noi, aggiornato e al passo con i tempi, ma insieme più fedele – dicono gli esperti – alla prassi antica, al vero senso della liturgia, ai testi originali ecc. ecc. Il principio di non-contraddizione è un relitto di un passato bigotto e oscurantista del quale ci siamo sbarazzati per poter abbracciare senza complessi la nuova gnosi, che riconcilia i contrari e lascia ciascuno libero di sragionare come più gli aggrada…


venerdì 9 giugno 2017

Più invecchiamo e più diventiamo diffidenti



LA NECESSITÀ DI DISINCANTARSI DAGLI INCANTI DI MODA       

Disincantare = “sciogliere da un incantesimo, liberare da una magia, scuotersi da un sogno, da una fantasticheria, vivere senza illusioni.” (N. Zingarelli). Illusione = “errore, inganno per cui una falsa impressione viene presa per realtà; falsa percezione del reale per cui si prendono i propri sogni o pensieri per la realtà” (N. Zingarelli).  Illudere = “ingannare, facendo credere ciò che non è” (N. Zingarelli).

♣♣♣
Nella vita spesso prendiamo degli abbagli, siamo vittime di illusioni, di speranze mal riposte, crediamo a chi non è degno di fiducia. Spesso ce ne accorgiamo solo tardi, ma “meglio tardi che mai”. L’importante è scuotersi dall’illusione o dall’ incanto e riprendere contatto con la realtà, anche se sgradevole. Questo vuol dire essere “disincantati”, senza troppa ingenuità, più esperti, privi della capacità di ingannare noi stessi e quindi anche gli altri, come fanno non pochi leader o santoni.
L’Imitazione di Cristo ci avverte che forse l’amico di oggi sarà il nemico di domani. L’unico vero Amico che non tradisce o non illude mai è Gesù Cristo. Perciò cerchiamo di restargli sempre fedeli e di non tradirlo mai perché “Lui non ci abbandona se prima non lo abbandoniamo noi / Deus non deserit nisi prius deseratur” (S. Agostino). Quindi la nostra unica cura sia quella di non tradire Dio e, se per fragilità dovessimo offenderLo, sia quella di ritornare a Lui con cuore contrito e umiliato.
San Tommaso d’Aquino (S. Th., I-II, q. 40, a. 5, ad 2[1]) spiega che più invecchiamo e più diventiamo diffidenti, poiché abbiamo subìto nel corso degli anni numerose illusioni, ma ciò è scusabile, date le amare esperienze del passato.

La vittoria dei prepotenti


“ACCONTENTATELO” 

La vittoria dei prepotenti – Avendo letto ciò che ho scritto contro la Comunione sulla mano, un diacono, che non conosco, mi ha telefonato da una città lontana per ringraziarmi e per dirmi la sua amarezza per quello che sta succedendo nella sua parrocchia.
«Io, pur essendo ministro dell’Eucaristia, – mi ha detto quel diacono – quando mi trovo in chiesa come semplice fedele, non faccio mai la Comunione sulla mano. Da qualche mese però il mio parroco pretende che tutti ricevano in mano il Corpo del Signore. Lo ha detto chiaramente, in tono molto secco, a tutte le Messe. Io ho provato a dirgli che non è in suo potere far questo, perché sarebbe un privare alcuni fedeli di un diritto che la Chiesa riconosce loro. È stato come parlare al vento; anzi si è seccato e mi ha ribattuto che il compito di comandare in parrocchia spetta ai parroci, non ai diaconi e tanto meno ai laici. Anche molti fedeli sono piuttosto infastiditi da questa pretesa del parroco. Alcuni, piuttosto che ricevere il Corpo del Signore in mano, rinunciano a fare la Comunione, altri cambiano chiesa, altri ancora, più remissivi, subiscono e tacciono, se non vogliono sentirsi rispondere in malo modo. Cosa posso fare per difendere questi poveri fedeli “violentati” da tanta arroganza?». 

Per ordine internazionale


“Gender” come arma della nuova oppressione libertaria


“Nessuno ci obbligherà a tornare  indietro al concetto di “la biologia è destino”, che cerca di confinare e ridurre le donne alle loro caratteristiche fisiche.  La definizione di genere è già entrata nell’attuale discorso pubblico”, come “differenziata dalla parola sesso”, […] ”l’inclusione della prospettiva di genere in tutti gli aspetti delle attività dell’Onu è un impegno fondamentale approvato già nelle precedenti conferenze e pertanto deve essere rafforzato nella quarta conferenza internazionale  sulle  donne”. Così gli organizzatori della Conferenza di Pechino sulla donna  del 1995: un momento cruciale  dell’imposizione del “gender” in Occidente,  ma, come si vede, lungamente preparato da “precedenti conferenze” tutte sotto l’egida dell’Onu.

Brucia la paglia?

L’inferno nell’arte cristiana  
             
(di Cristina Siccardi) Nella storia dell’arte cristiana, unica arte iconica fra le religioni monoteiste (in quella protestante, ebraica, islamica la figurazione è rigettata a priori), la rappresentazione del destino ultimo dei dannati è sempre stato un dato di fatto. Committenti ecclesiastici e artisti si sono cimentati, secolo dopo secolo, nell’illustrare nelle chiese, nei conventi, nei refettori, nei testi… non solo la beatitudine del Cielo, ma anche le turpitudini del Regno di Satana, l’Inferno.
Nel cattolicesimo c’è sempre stata ampia libertà («conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» Gv 8, 32), a differenza di una certa cultura bigotta del protestantesimo e del puritanesimo anglicano, ed è per tale ragione che l’arte sacra cattolica si esprime realisticamente, senza infingimenti o ipocrisie, nel rappresentare la crudezza della miseria del peccato mortale. Ma oggi non è più così: anche nell’arte “sacra” è evidente l’apostasia. Da alcuni anni, per esempio, fa discutere la tragica pittura muraria La resurrezione dei morti che si trova sulla controfacciata del Duomo di Terni. Al centro della scena si trova Cristo, che ascendendo al Cielo trasporta con sé due reti cariche di persone meritevoli del Paradiso, fra queste sono rappresentate prostitute, spacciatori, malavitosi, sodomiti e transessuali.