ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 28 giugno 2017

Quanto manca un'Ireneo!

Cosa dicono i gesuiti di Aggiornamenti Sociali sul fine vita


In caso di pazienti oncologici terminali o in stato vegetativo anche nutrizione e alimentazione artificiali possono essere interrotte. È il giudizio più dirompente di Aggiornamenti Sociali, storica rivista politica dei gesuiti italiani, che in un breve ma intenso passaggio spazza via l’attuale posizione della Chiesa sul fine vita. Quella posizione che equipara idratazione e alimentazione artificiali a sostegno vitale che mai può essere sospeso. Al contrario la legge sulle disposizioni anticipate di trattamento (Dat) approvata dalla Camera e ora al Senato, ritiene si tratti di “trattamenti sanitari” che il paziente può rifiutare. Una legge che l’articolo, frutto del lavoro di équipe di un Gruppo di studio sulla bioetica della rivista, definisce “positiva”, “equilibrata”, “condivisibile”. Una legge che “non presta il fianco a derive nella direzione dell’eutanasia”.

Non c’è da stupirsi se dei credenti pregano, in pubblico?


DOMANI A MILANO RIPARAZIONE PER IL GAY PRIDE. I LAICI IN PIAZZA PREGANO. CHIESA E SODOMIA. È ANCORA PECCATO?
Anche a Milano, domani, si pregherà in riparazione al Gay Pride che si è svolto il 24 giugno nel capoluogo meneghino. Dopo Reggio Emilia, Pavia, Varese e altre città, anche a Milano dei laici – dei laici! – si sono mobilitati, per compiere pubblicamente quello che è un antico gesto cristiano. Chiedere perdono a Dio dell’ostentazione e della rivendicazione di un gesto che viene giudicato profondamente peccaminoso, e cioè la sodomia.

«Servo esemplare del Vangelo, lo dico da Papa»


Il vero volto di don Lorenzo Milani

(di Cristina Siccardi) «Mi piacerebbe», ha dichiarato Papa Francesco ai partecipanti alla presentazione dell’Opera omnia di don Lorenzo Milani alla Fiera dell’Editoria italiana di Milano lo scorso aprile, «che lo ricordassimo soprattutto come credente, innamorato della Chiesa anche se ferito, ed educatore appassionato con una visione della scuola che mi sembra risposta alla esigenza del cuore e dell’intelligenza dei nostri ragazzi e dei giovani».
Le lodi di Bergoglio a questo sacerdote («Servo esemplare del Vangelo, lo dico da Papa» e «Ringrazio il Signore per averci dato sacerdoti come don Milani»), sulla cui tomba di Barbiana è andato in preghiera il 20 giugno scorso, hanno creato malumori non certo infondati. Chi era don Milani?

Il culto della contraddizione

Considerazioni teologiche e liturgiche sulla concelebrazione


(di Cristiana de Magistris) Fino al Concilio Vaticano II la concelebrazione non è stata una questione particolarmente disputata. La tradizione e la prassi della Chiesa erano ben consolidate e non v’era motivo di sollevar questioni. La diatriba è iniziata col modernismo ed è culminata nell’ultima assise conciliare, a partire dalla quale la concelebrazione è divenuta una consuetudine “selvaggia”, che ha oscurato pesantemente e spesso ostacolato la celebrazione individuale.
Nel 1981 il padre carmelitano Joseph de Sainte-Marie dedicò al “problema” della concelebrazione – ché tale era divenuto dopo il Vaticano II – un ampio e documentato volume, il quale a tutt’oggi sembra essere lo studio più esauriente sul tema (L’Eucharistie, salut du monde, Dominique Martin Morin, Paris 1982).

Come un fungo velenoso

La neochiesa sostituisce la chiacchiera alla croce



Il ritmo con cui si sta espandendo la neochiesa, come un fungo velenoso, dentro la Chiesa cattolica, sta diventando frenetico: non passa quasi giorno senza che dei suoi esponenti di spicco, o secondari, introducano qualche ulteriore cambiamento, qualche nuovo abuso liturgico, qualche sproposito pastorale, qualche bestemmia teologica, sempre più baldanzosi, sempre più sfrontati, sempre più certi di non trovare opposizione, né resistenza, se non da parte di singoli sacerdoti e di fedeli talmente isolati, da poter essere facilmente etichettati come oscuri “tradizionalisti”, e liquidati con un’alzata di spalle. I quattro cardinali che, nel settembre scorso, si rivolsero alla Congregazione per la Dottrina delle Fede, chiedendo precise delucidazioni sui punti controversi di Amoris laetitia, non hanno ricevuto risposta alcuna, così come non ha ricevuto risposta la loro richiesta di essere ricevuti in udienza dal papa Francesco, per poter esporre, almeno verbalmente, i loro dubbi e domandare i necessari chiarimenti. 

"Cambio di paradigma"?


Dopo l'Accademia per la Vita, cambia faccia anche l'Istituto per la Famiglia

Passati al setaccio l'uno dopo l'altro, i nuovi membri della Pontificia Accademia per la Vita nominati il 13 giugno da papa Francesco, riservano ogni giorno nuove sorprese.
Ma anche nel contiguo Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, anch'esso consegnato dal papa alla cura di monsignor Vincenzo Paglia, si prepara una svolta nella stessa direzione.
*

Strano ?

Anche la Corte Europea vuole la morte di Charlie Strada spianata all'obbligo di decesso per i malati

 In tempi molto più rapidi del previsto la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (Cedu) ha dato ragione ai tribunali inglesi che avevano decretato la morte per Charlie Gard, il piccolo bambino di dieci mesi affetto da una rara malattia genetica. «La decisione è finale», dicono i giudici di Strasburgo in nome del rispetto per la sovranità britannica. La sentenza segna un salto di qualità spaventoso nella deriva nichilista dell'Europa.

La strada perché i malati vengano obbligati a morire è spianata. Con una decisione a maggioranza resa nota attraverso un comunicato stampa ieri pomeriggio e il cui testo completo sarà diffuso oggi, la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu), composta nell’occasione da sette giudici, ha dato ragione ai tribunali britannici e stabilito che il Great Ormond Street Hospital può staccare il supporto vitale di Charlie Gard, il bambino di dieci mesi affetto da una rara malattia genetica, che i genitori Chris e Connie avrebbero voluto portare negli Stati Uniti per un trattamento sperimentale. La Cedu ha dichiarato inammissibile il ricorso della famiglia e ritirata perciò la misura che prorogava le cure per il piccolo.

martedì 27 giugno 2017

Il cristianesimo, senza la croce, è un inganno

Oblatus est, quia ipse voluit, et non aperuit os suum – E’ stato sacrificato, perché ha voluto



Che cosa c’è, al cuore del Vangelo? Che cosa c’è che dà tanto fastidio ai modernisti e ai cattolici progressisti? Qual è il punto che li infastidisce, che li manda  in furore, e contro il quale stanno dirigendo tutti i loro sforzi, al fine di rimuoverlo? Al centro del Vangelo c’è il sacrificio di Cristo, la sua offerta di Sé sulla croce: offerta che si rinnova ogni giorno, incessantemente, ogni volta che un sacerdote celebra la santa Messa e che un credente si accosta alla Comunione. Se si toglie quello, si toglie la base di tutto il resto: e il cristianesimo rimane come una delle tante dottrine di questo mondo, come una delle religioni, filosofie e ideologie che hanno preteso di cambiare il mondo, ma con gli strumenti del mondo. Solo nel cristianesimo c’è la nozione dell’amore di Dio che si spinge fino al limite estremo: quello di farsi uomo, di soffrire e di morire per mano degli uomini stessi, per riscattare i loro peccati e per rendere possibile il loro ritorno fra le braccia del Padre. Qualche altra religione, come l’induismo, si spinge fino all’idea di una discesa di Dio sulla terra (ma non di una vera incarnazione; non, cioè, dell’assunzione, accanto alla propria natura divina, della vera natura umana, con tutti i suoi limiti): ma nessuna giunge all’idea del sacrificio totale di Dio per amore degli uomini. Ebbene, è proprio questo che fa problema, è proprio questo che dà noia ai modernisti e ai cattolici progressisti: il sacrificio di Cristo, il fatto di essere debitori della propria salvezza a quel sacrificio. Primo, essi non vogliono riconoscersi così incapaci di trovare la via del bene, da aver bisogno che Dio stesso venga a farsi uno di loro; secondo, non vogliono sentirsi in debito con Dio per il sacrificio di Sé sulla croce, perché non amano esser debitori nei confronti di alcuno; terzo, non vogliono trarre la logica conseguenza di tutto ciò: ossia che la sola via verso la redenzione passa attraverso la croce, per tutti, ora e sempre.
Tutto questo, a quei signori, appare fastidiosamente limitante, quasi una umiliazione permanente; gonfi di superbia e di orgoglio luciferino, vogliono, vorrebbero, salvarsi da soli, al massimo con un dio che dice loro quel che si deve fare, dopo di che ritengono di poter proseguire da soli, con le loro forze. È per questo che vorrebbero ridurre il cristianesimo a una sorta di dottrina morale; il dio che sono disposti ad accettare, a riconoscere, è un dio che si comporta come un uomo e solo come un uomo: un maestro spirituale, un saggio, un profeta, insomma, uno che si mette al loro livello affinché essi, poi, facciano da soli. Anche tutte le chiacchiere della teologia negativa – che è, guarda caso, di origine protestante -, il rifiuto del “dio tappabuchi”, la decisione di fare “come se Dio non ci fosse” (etsi deus non daretur), hanno questa radice: ed è ben miope chi non vede in quel tipo di teologia, non già un progresso e un cristianesimo “adulto” e “maturo”, come tanto spesso si sente dire e si legge, ma una vera e propria degenerazione, una involuzione, una auto-distruzione: perché il cristianesimo, a quel punto, sarebbe l’equivalente del platonismo, o del buddismo, o della teosofia, o dell’antroposofia; una dottrina di salvezza fra le tante, nella quale il ruolo attivo è affidato all’uomo, è l’uomo che deve svolgerlo. E dio, se c’è, serve solo come guida, anzi, come vigile stradale: disciplina il traffico, fa dare la precedenza, ma poi ciascuno deve sbrigarsela da solo, beninteso dopo aver consultato la cartina stradale, o, come oggi si fa, con maggiore comodità, dopo aver inserito il navigatore o il pilota automatico.

Ubi venenum?


CASO MILONE. GOTTI TEDESCHI: VOLONTÀ DI NON RISOLVERE I PROBLEMI E MANCATA TRASPARENZA. IL VELENO È LÌ…


Le repentine e impreviste dimissioni del Revisore vaticano, Milone, hanno posto un’ampia serie di interrogativi, finora senza risposta. Ma si collocano in una storia che da decenni appare tempestosa, quella delle finanze vaticane. Il matrimonio fra soldi e fede ha generato scandali, problemi, e disagi a non finire. Abbiamo chiesto a Ettore Gotti Tedeschi di rispondere a qualche domanda su questo tema scottante.
  • Qualcuno parla di una “maledizione” per chi si occupa di finanze vaticane. C’è qualche cosa di vero? E dove sta il veleno?

Promoveantur?

Sacrilegi ai gay pride.

pope
Mentre a Roma personalità in ascesa come il gesuita James Martin festeggiano il gay pride, durante i gay pride abbondano i sacrilegi e gli insulti plateali a Cristo, la Madonna e i santi.

Amoveatur..


https://linformatoreweb.wordpress.com/2017/06/27/ancora-un-prete-sospeso-a-divinis-a-palermo/

DON MINUTELLA RIMOSSO E SOSPESO A DIVINIS. I FEDELI CHIEDONO SPIEGAZIONI AL VESCOVO: “NON ACCETTEREMO NESSUN NUOVO PARROCO”.

I parrocchiani di don Alessandro Minutella, il sacerdote palermitano critico – in maniera formalmente eccessiva, e imprudente; ma al cuore non si comanda…- degli aspetti più problematici del regno del Pontefice, non ci stanno. Il Consiglio parrocchiale ha scritto al vescovo Lorefice, che ha rimosso don Minutella proibendogli di celebrare, amministrare i sacramenti, predicare e un po’ di altre cose, esprimendogli tutta la sua contrarietà, e affermando che non accetteranno nessun altro parroco. Hanno chiesto al vescovo di venire a spiegare alla base i motivi del provvedimento. e hanno chiesto a don Minutella di non andarsene. Più in basso troverete l’integrale della lettera.
Secondo alcuni parrocchiani, sentiti privatamente, e a parte le motivazioni ufficiali del provvedimento, “In concreto i motivi sono da attribuire al suo non omologarsi al magistero dell’attuale pontefice. Il problema è l’interpretazione di Amoris Laetitia, che per don Alessandro Maria Minutella non legittima la distribuzione di Gesù Eucaristia ai divorziati che vivono in condizione oggettiva di peccato. Don Minutella non fa altro che riaffermare il magistero di Giovanni Paolo II, il Papa della Famiglia – come lo ha definito Bergoglio – ed essendovi mancata chiarezza da parte dello stesso Francesco sulla questionenon avendo risposto ai quattro cardinali – don Minutella si è attenuto alle disposizioni finora chiaramente vigenti in seno alla Chiesa cattolica”.

Le eccezioni confermano la regola

Sacerdoti alla gogna e giudizi di Dio.

S. Caterina esorta Gregorio XI a tornare a Roma

Inutile negare che il panorama offerto in questi tempi dalla classe clericale è quanto meno desolante. Lasciando in disparte le alte gerarchie ecclesiastiche, rinchiuse in un aureo empireo dove le logiche e i giochi di potere sono talmente contorti e imperscrutabili che il poco che filtra darebbe ragione alla fantasiosa letteratura sui segreti e i complotti vaticani, sono i semplici presbiteri, quelli a contatto con il popolo, ad apparire completamente insulsi e scipiti, quando non assurgono agli onori della cronaca per misfatti di natura morale e spesso anche penale.

Ferme restando nell’una e nell’altra categoria le eccezioni che, come sempre, confermano la regola, sembra che il Cielo abbia voluto privare questa generazione di figure spirituali di altissimo spessore a cui riferirsi per rafforzare la propria fede o a cui rivolgersi per ottenerne consiglio e mediazioni di grazie presso Dio.


La «Chiesa povera e per i poveri»?

Una foto in esclusiva del neo cardinale Jean Zerbo (al centro) a Roma

Quei milioni che pesano sul monsignore

    Giorni fa, quando abbiamo telefonato a Bamako per chiedere un’intervista a monsignor Jean Zerbo, la suora che ci ha risposto per poco non ci ha ricoperto di insulti.
«Sua eminenza è malato! Non può rispondere, lasciateci in pace!» ha gridato la suorina, evidentemente agitata. A nulla è servito cercare di rassicurarla dicendo che nell’intervista non avremmo toccato temi di cronaca. La risposta è stata sempre la stessa: «Son éminence est très malade! Très malade!».

Il contestualismo

Volete forse emendare il Vangelo?



Prendiamo una pagina del Vangelo di Marco (6, 17-20): Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposato. Giovanni diceva a Erode: “Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello”. Per questo Erodiade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere., ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo gusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. 
E il Vangelo di Matteo, per una volta più stringato (14, 3-5), sul medesimo episodio: 
Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodiade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: “Non ti è lecito tenerla!”. Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta. 

Una rottamazione in modo più raffinato?

"Io, una vita per la Vita, soffro per le nomine PAV Si realizza il piano dei nemici di Humanae Vitae"


Le nomine discutibili e ambigue alla Pontificia Accademia per la Vita indignano gli addetti ai lavori. Come Flora Gualdani, fondatrice della Casa di Betlemme. "La strategia ecclesiale sembra cedere alla pressione per sdoganare contraccezione e fecondazione. Che errore l'estromissione dalla Pav del massimo esperto di metodi naturali. Ma sotto c'è il tentativo di rottamare l'Humanae Vitae, i cui insegnamenti invece sono indispensabili per le cosiddette periferie esistenziali. Oggi Lejeune piangerebbe".

lunedì 26 giugno 2017

“I Difensori della Città”.



L’enclave ortodossa che odia Israele

Nel cuore di Gerusalemme esistono ebrei che non riconoscono lo stato di Israele, che si rifiutano di servire nell’esercito e che considerano il sionismo una ideologia perversa, supportano attivamente la causa palestinese e si rifiutano di pregare al Muro del Pianto. Sono i Neturei Karta, letteralmente “I Difensori della Città”.
Raramente capita di vederli al di fuori della loro roccaforte: il quartiere ebraico ultra-ortodosso di Mea Shearim. Ufficialmente a nessuno è impedito l’ingresso, ma più mi addentro nel quartiere più i volti si fanno sospettosi, gli sguardi sempre più ostili, qualcuno mi urla qualcosa in Yiddish (gli ebrei anti-sionisti si rifiutano di parlare in Ebraico, lingua che utlizzano soltanto per pregare).
I Neturei Karta rappresentano soltanto una piccola percentuale all’interno della galassia ultra-ortodossa presente in Israele, ma senz’altro sono tra quelli che negli ultimi anni hanno ottenuto maggiore visibilità. Molti di loro collaborano e hanno contatti diretti con esponenti di Hamas e Hezbollah oltre che aver supportato alcune delle teorie negazioniste dell’ex-presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad.

Non orate fratres

«Per lo Ius soli, preghiamo»


Che l’approvazione dello ius soli stia a cuore a settori importanti della Chiesa italiana è cosa, ormai, abbastanza nota. Lo prova un numero notevole di dichiarazioni, tra cui quella del presidente della Cei, cardinal Gualtiero Bassetti, che ha apertamente parlato di «provvedimento da sostenere e favorire». Certo, forse prima di schierarsi così apertamente alla Cei avrebbero dovuto pensarci bene, dal momento che non manca chi – sulla base di argomentazioni tutt’altro che polemiche – mette in luce come il disegno di legge (DDL S. 17) in discussione in queste settimane in Senato, volto a modificare la vigente Legge 91/1992, introducendo in Italia una forma temperata dello ius soli, sia iniziativa, in realtà, non rispettosa della Dottrina sociale della Chiesa.

Fuori uno, dentro tutti!

http://www.rivelazioni.com/immagini_animate/3d/3d_005.shtml

Contesta il progressismo di Bergoglio, parroco rimosso a Palermo

Don Alessandro Minutella, il parroco rimosso
Palermo - Che la strada tracciata da papa Francesco non piaccia a tutti, anche all’interno stesso della Chiesa, è cosa nota. Che fra diversi sacerdoti il dissenso sia forte e palese, anche. Ora però inizia anche la reazione a questa opposizione. Con mano ferma e decisione: l’arcidiocesi di Palermo ha rimosso il parroco della chiesa San Giovanni Bosco a Romagnolo, don Alessandro Minutella, che voleva difendere fino alle estreme conseguenze il «magistero autentico» contro quella che lui ritiene una pericolosa deriva progressista impressa da Papa Francesco, che don Minutella chiama sempre Bergoglio, senza riconoscerne il ruolo.

I «cardinali frondisti»?


Il Papa, Amoris Laetitia e i cardinali: secondo l’Abbé Barthe, un silenzio assordante


Pubblichiamo un’intervista di Philippe Maxence all’abbé Claude Barthe apparsa su L’Homme Nouveau il 21 giugno (qui l’originale in lingua francese).
Traduzione di Claudio Meli.
(Philippe Maxence) Martedì 20 giugno è stata resa pubblica la lettera che i quattro cardinali, autori dei dubia rivolti a Papa Francesco riguardo all’interpretazione di Amoris lætitia, hanno inviato al Sovrano Pontefice lo scorso mese di aprile per chiedergli un’udienza. In entrambi i casi, i cardinali non hanno ricevuto alcuna risposta.
Ricordiamo che i dubia rispondono a una procedura abituale nella Chiesa, prendendo la forma di domande formulate in modo molto preciso al fine di condurre a una risposta non equivoca. Esse sono indirizzate all’autorità legittima da inferiori e costituiscono, in sé, un riconoscimento, non solo di quest’autorità e della sua legittimità, ma anche del fatto che essa sola può fornire i chiarimenti richiesti. Non avendo ottenuto risposta a questi dubia, i cardinali hanno dunque domandato un’udienza.
L’assenza di risposta li ha indotti a rendere pubblica questa richiesta d’udienza. Ciò permette al quotidiano La Croix di parlare stranamente di «cardinali frondisti». Dopo l’interpretazione che di questo passo ha dato il filosofo moralista Thibaud Collin, abbiamo chiesto all’abbé Claude Barthe, specialista di questioni che toccano la Chiesa in generale e il Vaticano in particolare, di decifrare per noi questo avvenimento.

Il riassunto del lunedì

Il Rosario ha sconfitto Boko Haram


Dubia. I quattro cardinali sono tornati, o non se n'erano mai andati. In settimana è stata diffusa una lettera che il cardinal Caffarra ha mandato a Francesco per chiedere udienza. Nella lettera si denuncia lo stato confusionale della Chiesa in materia matrimoniale. Le risposte per ora non sono ancora arrivate e i cardinali non sono mai stati ricevuti.

Don Nicola Bux ha invocato una professione di fede papale contro l'apostasia. Ci associamo alla richiesta.


Sine ira et studio

                           CALUNNIE IN UN FILM       

La risposta di mons. Perić: se il tenente generale Maksimov è una persona reale, non ci dovrebbe essere alcun problema ad organizzare un confronto pubblico. Siano mostrati in pubblico tutti i documenti compromettenti e il loro contenuto! Fate in modo che la loro autenticità sia provata e che tutti, incluso il Vescovo, rispondano moralmente e legalmente per le loro azioni e accettino la responsabilità morale e legale.
Introduzione
A metà maggio 2017 è apparso un film-collage denominato "Da Fatima a Medjugorje", realizzato da Nazareth Production, scritto da un certo Slom Bezael e diretto da Ami Drozd. Quando la pubblicità, composta da quattrotrailers, è apparsa per la prima volta sul sito Dnevno.hr, questa Cancelleria ha pubblicato una dichiarazione in cui abbiamo confutato tutte le diffamazioni riguardanti i pastori della Chiesa di Mostar, i vescovi Pavao Žanić (1918-2000) e Ratko Perić: "Tutto ciò che è detto nel film riguardo alla presunta "collaborazione" dei nostri pastori Pavao e Ratko con i servizi segreti nemici di Dio e della Chiesa, sono blasfeme calunnie che non hanno alcun fondamento e nessuna attinenza con le persone calunniate: sono unicamente diffamazioni non solo degli individui, ma della Chiesa stessa!"
In questi giorni abbiamo avuto l'opportunità di vedere interamente il film. Sentiamo la necessità di intervenire ancora una volta: non per entrare in polemica con gli autori - quale verità può confutare una calunnia malvagia e mirata? - ma per amore della verità e per le anime dei fedeli che potrebbero, guardando questo film diffamatorio, essere scossi e turbati, il che è ovviamente l'intento del realizzatore e del produttore.

Fare tranquillamente a meno?

La «Donna» che chiude la storia



Si ha l’impressione, studiando la vicenda delle apparizioni mariane – e ci riferiamo alle più famose e riconosciute dalla Chiesa: Rue du Bac, Lourdes, La Salette, Fatima, Cracovia (quest’ultima a santa Faustina Kowalska), ma anche a molte altre – non a tutte -, meno note e non riconosciute, o non ancora riconosciute ufficialmente, che la Vergine Maria, a partire dal XIX secolo, stia moltiplicando i sui appelli all’umanità. Si ha l’impressione, cioè, che la Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e il capo coronato da dodici stelle, abbia qualcosa di urgente da dire, una parola decisiva da rivolgere all’umanità, in relazione a gravi avvenimenti che si stanno preparando, o che, forse, l’umanità sta preparando a se stessa. Qualunque cattolico sa bene che la Rivelazione si è compiuta con il fatto dell’Ascensione di Gesù e con la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, e che non vi è più nulla da aggiungere al Vangelo, perché la Parola di Dio, che in esso si manifesta agli uomini, è completa e definitiva. E infatti, non vi sono cose nuove nei messaggi mariani. Nondimeno, pur trattandosi di cose già note – dal punto di vista teologico – si ha l’impressione che la pedagogia della Madonna sia quella di insistere, insistere, insistere, nel ricordare ai suoi figli le verità del Vangelo che, pur essendo già note, restano tuttavia largamente disattese. E, in questo senso, le apparizioni mariane del XIX e del XX secolo non sono affatto un di più, di cui il credente possa fare tranquillamente a meno, perché, pur non rivestendo il valore di dogmi, esse alludono a qualcosa che non può e non deve rimane inascoltato. Che cosa?

domenica 25 giugno 2017

“Secondo la sua esplicita istruzione”..

https://cristianesimocattolico.files.wordpress.com/2014/12/terzo-segreto-di-fatima.jpg?w=300&h=221

Gli ecclesiastici fanno la guerra a Fatima – invano tutto.
Ancora una volta, Satana sarà sconfitto.
Fatima cruciale - II
La settimana scorsa questi “Commenti” hanno sostenuto che se solo la Chiesa e il mondo avessero ascoltato il grande messaggio della Madonna dato ai tre ragazzi di Fatima, in Portogallo, nel 1917, allora al mondo sarebbe stato risparmiato il disastro materiale della II Guerra Mondiale, e la Chiesa avrebbe potuto evitare l’enorme disastro spirituale del Concilio Vaticano II. Ma nel 1960, l’anno in cui la Madonna desiderava che al massimo venisse rivelata la terza parte del Segreto dato ai ragazzi nel 1917, gli ecclesiastici la chiusero a chiave, molto verosimilmente perché essa condannava in anticipo il disastroso Concilio sul quale costoro hanno impostato i loro cuori. E da allora, gli stessi ecclesiastici conciliari hanno fatto la guerra a Fatima, perché rimanesse nascosta la loro condanna.

Non è stata ancora ben compresa..?

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Finanze vaticane. Le dimissioni del revisore e quella “maledizione” che ritorna 

Che cosa succede nel mondo dell’economia vaticana?
Il 20 giugno, a sorpresa, si è dimesso Libero Milone, che il 9 maggio 2015 era stato nominato da papa Francesco revisore generale del Vaticano con il delicato compito di analizzare i bilanci e i conti della Santa Sede e delle amministrazioni collegate.
Scarno il comunicato ufficiale della sala stampa vaticana: «Il dottor Libero Milone ha presentato al Santo Padre le dimissioni dall’incarico di revisore generale. Il Santo Padre le ha accolte. Si conclude così, di comune accordo, il rapporto di collaborazione con la Santa Sede. Mentre augura al dottor Milone ogni bene per la sua futura attività, la Santa Sede informa che sarà avviato quanto prima il processo di nomina del nuovo responsabile dell’ufficio del revisore generale».
Milone è un professionista e un manager dalla lunga esperienza internazionale. In passato è stato, fra l’altro, in Deloitte & Touche, Wind Telecom, Poltrona Frau, Falck, Fiat. Classe 1948, è iscritto dal 1995 al ruolo nazionale dei revisori legali. Tra le sue numerose esperienze, anche il ruolo di componente dell’audit committee del World Food Program dell’Onu tra il 2008 e il 2011

Il trasbordo ideologico inavvertito

Accompagnare, discernere, integrare la fragilità: come la neolingua modernista aggredisce la fede



A sostegno di Amoris laetitia, e proprio a sostegno dell’ambiguo e contestatissimo capitolo VIII, nel quale sembra che i ministri di Dio possano soprassedere allo stato di peccato mortale dei divorziati ripostati, e amministrare loro la santa Comunione, la Conferenza Episcopale Siciliana, presieduta dall’arcivescovo di Catania, Salvatore Gristina (e non essa sola, invero), ha pubblicato un volumetto di Orientamenti pastorali, intitolato Accompagnare, discernere, integrare la fragilità, che il sito della medesima Conferenza definisce, assai modestamente, La via siciliana all’Amoris laetitia, ed offre un meraviglioso esempio, si fa per dire, della neolingua elaborata dalla neochiesa per agevolare quello che don Leonardo Ricotta, un sacerdote siciliano fatto di un’altra pasta, chiama “trasbordo ideologico inavvertito”. Ho sessant’anni e sono prete da poco meno di quaranta – ha affermato, nel corso di una conferenza tenuta per Radio Domina Nostra, visionabile in rete e postata il 26 marzo scorso, ma parole come INCLUSIVO e DIVISIVO, per esempio, non le ho sentite mai. Giustamente ha fatto notare che, quando qualcuno si appresta ad attuare una rivoluzione, comincia dal linguaggio, cioè comincia col cambiare il significato delle parole. La Rivoluzione francese, egli ha detto, è incominciata con le parole d’ordine di libertàfraternitàuguaglianza, parole che hanno una matrice cristiana e che, fino ad allora, erano state usate con un’altra accezione, e sono poi servite a giustificare la ghigliottina. 

La defezione dei sacerdoti

Abbiamo  bisogno di sacerdoti fedeli e resistenti



S. Ecc. Mons. Richard Nelson Williamson, 1998

Se il movimento di apostasia si diffonde in tutta la società è in ragione della defezione dei sacerdoti nella grande battaglia che hanno condotta per mantenere lo spirito soprannaturale nelle anime.
Il ricongiungimento canonico con la Roma di Francesco fa parte del piano d’apostasia. Solo dei sacerdoti secondo lo spirito di Gesù Cristo saranno le dighe che fermeranno le ondate di apostasia.
Ecco cosa ci insegna il Rev. Padre Calmel (I sacerdoti e la rivoluzione, in Itineraire).


E' il vecchio trucco del demonio

Italiani si nasce



e noi lo nacquimo!


Se si passa per le strade di Roma, si trovano un po’ dovunque adesivi con la scritta “no jus soli” e subito ci si chiede cosa mai significherà. Poi si sente qua e là che il governo vuole approvare una legge che conferisca la cittadinanza italiana a tutti i bambini stranieri che nascono sul territorio italiano, o giù di lì, ed allora ci si chiede qual è il senso di questo supposto “diritto del suolo”.
Si dice che molti paesi al mondo applichino questo meccanismo: per cui basta nascere a Catania che ipso facto si è catanesi; e la cosa, non solo lascia perplessi, ma suscita pure qualche po’ di ilarità: come fa ad essere catanese uno che ha l’aspetto esteriore e la struttura interiore di un mongolo?
La cosa è talmente impossibile da far pensare alla messa in atto di uno di quei meccanismi da persuasione occulta in grado di convincere che il bianco possa essere tranquillamente nero o viceversa.

R.V.C. per gli amici



È DOMENICA E RITORNA ROMANA VULNERATUS CURIA. RVC PER GLI AMICI. CON NUOVE INDISCREZIONI SUI GESUITI.

Cari amici, è tornato a scrivermi il misterioso informatore delle cose vaticane più segrete, Romana Vulneratus Curia. Il buon RVC ha mantenuto la sua promessa. Come ricorderete aveva scritto domenica scorsa:
“Mi è stato confidato da un ‘insider’ che un gruppetto di teologi gesuiti sta studiando i grandi cambiamenti necessari al nuovo Catechismo. Per ora mi ha solo fatto sapere quelli riferiti ai Precetti generali della Chiesa, ma si è impegnato a anticiparmi le proposte che verranno sottoposte al Vertice nei prossimi tempi”.
Ieri abbiamo ricevuto altre indiscrezioni sul futuro dei credenti cattolici. Eccole.

Dentro la maschera della fede

UNA CRISI INARRESTABILE
Germania, anno 0 della fede: chiudono le parrocchie
Nella diocesi di Trier in Germania entro il 2020 le parrocchie passeranno da 900 ad appena 35 e nasceranno molti centri pastorali. Lo ha deciso il vescovo Ackermann, tra i protagonisti del Sinodo straordinario in chiave super liberal. Intanto le ordinazioni sacerdotali nel 2017 saranno solo 76.
Qualche tempo fa abbiamo riportato le parole di un giornalista tedesco, non cattolico, ex protestante che avvertiva la Chiesa cattolica: se vi mettete sulla stessa strada delle Chiese riformate del nostro Paese, farete la stessa fine. E cioè la scomparsa. Il commentatore in questione, Jan Fleishhauer, parlava di “autosecolarizzazione” come dello strumento di suicidio delle confessioni interessate.