ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 25 settembre 2017

Il magggico “discernimento” 2.0?

Quale “conversione del papato”?


Nel suo editoriale di ieri su Libero, Antonio Socci è tornato sul tema da noi affrontato nel post di venerdí scorso, quello dell’irreversibilità delle riforme di Papa Francesco; e lo fa, anche lui, riprendendo alcune affermazioni di Mons. Victor Manuel Fernandez contenute nell’intervista al Corriere della sera del 10 maggio 2015.

Il passaggio piú sconvolgente dell’editoriale di Socci è la rivelazione che, tra le riforme in cantiere, ci sarebbe pure l’abolizione del Vaticano, notizia poi ripresa anche dal Giornale. Quale sia l’attendibilità di tale indiscrezione non saprei. È un fatto che Socci si è sempre dimostrato persona bene informata (deve avere forti agganci in Vaticano). Trattandosi, almeno per il momento, solo di voci, forse non è il caso di spendere troppe parole sulla questione. 

Le etichette sono infinite

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“Amoris laetitia”, le etichette e la verità

Siccome da tempo vado dicendo che in «Amoris laetitia» c’è qualcosa di non cattolico, per alcuni sono diventato improvvisamente un tradizionalista. Ci sono amici che, dandosi di gomito, mi guardano pieni di tristezza e dicono: «Poverino. Era una così brava persona, e ora è tradizionalista». Come se mi fossi preso una brutta malattia.
«Che cosa ti è successo?», mi ha chiesto una simpatica collega che non vedevo da un annetto. Pensando si riferisse agli avvenimenti notevoli degli ultimi mesi, ho risposto giulivo: «Sono diventato nonno, due volte!».
«Non intendevo quello», ha ribattuto leggermente infastidita e sventolando una mano, come quando si ha a che fare con un finto tonto. «Parlo del papa e della Chiesa. Avanti, perché sei diventato tradizionalista?».

Ma un papa può cadere in eresia?

Può un papa pronunciare eresie? Vediamo il codice della Chiesa

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Il dibattito sollevato in questi due anni dai 5 cardinali autori del famoso Permanere nella verità di Cristo, poi dai Dubia dei 4 cardinali, dalla lettera dei 45 teologi e da quella dei 1000 sacerdoti anglofoni, è esitato nella correzione filiale dei 62, anche a causa del fatto che nessuno dei dubbiosi elencati ha mai ricevuto risposta.

Nella correzione filiale si parla di eresie in cui sarebbe incorso Bergoglio nel suo Amoris laetitia, libera interpretazione del Sinodo sulla famiglia. Senza entrare nel merito, ci si chiede:

ma un papa può cadere in eresia?

Sempre, comunque e dovunque

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PRIMUM, DENIGRARE. LE DUE RISPOSTE ALLA CORREZIONE: SMINUIRE, ETICHETTARE, GHETTIZZARE. E UN SILENZIO, DEL PAPA, INACCETTABILE.
  

Primum, denigrare. Affibbiare all’avversario un’etichetta che comunque lo ponga in difficoltà rispetto all’opinione pubblica, lo collochi sulla difensiva. È un artificio retorico vecchio come il mondo e ben lo conosce la Chiesa. Così a fronte di un evento sicuramente eccezionale, ed eccezionalmente sofferto, come la correzione filiale firmata – per ora – da 62 personalità del mondo cattolico, laici e sacerdoti (cardinali e vescovi, ci dicono, sono stati volontariamente esclusi) abbiamo due reazioni. La prima, su cui torneremo, da parte del diretto interessato: il silenzio.

Becciu ancora di così?


Spionaggio, obolo e cliniche. Perché l’affare Milone-Becciu in Vaticano s’ingrossa


La reazione della Santa Sede alle interviste concesse ieri da Libero Milone, ex revisore generale dei conti, non s’è fatta attendere. Contro di lui, ha detto all’agenzia Reuters il comandante della Gendarmeria (pesantemente tirato in ballo da Milone) Giandomenico Giani, “ci sono prove evidenti, inconfutabili”. Ancora più duro il sostituto della Segreteria di stato, mons. Angelo Becciu (nella foto): “E’ andato contro tutte le regole e stava spiando le vite private dei suoi superiori e dello staff, incluso me. Se non avesse accettato di dimettersi, lo avremmo perseguito in sede penale”. Becciu ha anche spiegato che il Papa era stato informato dell’indagine e delle prove raccolte”.

“Papa Gesù II”

Quello che fatto e vuole fare “Papa Gesù II”, il demolitore 


Stamani è stata pubblicata anche la lettera che 40 studiosi cattolici di tutto il mondo (sono già diventati 62) hanno recapitato a papa Bergoglio lo scorso 11 agosto. “Un passo che non ha eguali nella storia moderna della Chiesa” scrive Sandro Magister “perché è al lontano 1333 che risale l’ultimo precedente analogo, cioè una ‘correzione’ pubblica rivolta al papa per delle eresie da lui sostenute, poi effettivamente rigettate dal papa di allora, Giovanni XXII. Le eresie denunciate dai firmatari della lettera sono sette. E tutte contenute, a loro giudizio, nel capitolo ottavo dell’esortazione apostolica Amoris laetitia”. Vedi QUI , QUI e QUIDemolitore

*                                      *                               *                                  *                                *
Nessun papa finora aveva osato attribuirsi il nome di san Francesco d’Assisi, l’ “alter Christus”. Bergoglio lo ha fatto.

Ma lui – nel libro intervista appena uscito con Dominique Wolton, “Politique et societé” – come una “excusatio non petita” (perché nessuno glielo aveva chiesto) dice scherzosamente che non è stato un atto di superbia, ma semmai di umiltà, perché avrebbe anche potuto chiamarsi “Gesù II”. Ovviamente sottolinea che sta scherzando (anche Arlecchino si confessò burlando

Talis pater..


I FRATI OMICIDI DISOBBEDISCONO A EL PAPA. USANDO I SUOI ARGOMENTI.


Capisco che il titolo richieda una spiegazione per i non addetti ai lavori. In Belgio esiste un istituto religioso cattolico, i Fratelli Della Carità, che “assiste malati  e  disabili” soprattutto mentali.  Essi, nei loro 15 ospedali cattolici,  praticano l’omicidio assistito, come è consentito dalle leggi illuminatissime “e regolarissime” di quel Paese. Praticamente, hanno fatto morire, su loro richiesta, pazienti in stato depressivo grave.  Come si vede non si tratta nemmeno di eutanasia, ossia di anticipare  il decesso, che comunque avverrà di lì a poco,   di un malato terminale e sofferente  atrocemente, ma di eliminare  malati mentali anche giovanissimi, e curabili.   Insomma puro e semplice assassinio: tanto  il Concilio ha reso bello e prospero il cattolicesimo.
Ebbene: La Santa Sede, la scorsa primavera,  ha ingiunto all’ordine belga  di smettere la pratica. Entro agosto. Minacciando in caso contrario “provvedimenti canonici”, come – dicono i media – “la scomunica”. E il ritiro della concessione di chiamare cattolici i loro istituti. Formalmente,  l’ingiunzione è venuta da El Papa.

Il caffè corretto non è stato gradito

          La Bussola nel mirino dei cecchini


Cercare di spiegare la complessità di una realtà in un articolo di giornale non è facile. Ma ricorrere a degli schemi precostituiti per ingabbiarvi la realtà è sintomo di pigrizia intellettuale, nel migliore dei casi, o di malafede e disonestà, nel peggiore. Ora, riguardo alle cose di Chiesa qualcuno ha “imposto” una gabbia di interpretazione per cui tutto viene ridotto a “pro-Bergoglio” e “contro-Bergoglio”, e schiere di giornalisti vi si accodano volentieri. Così quando quattro cardinali hanno resi pubblici i Dubia presentati al Papa, in cui si ponevano questioni decisive per il contenuto della fede dei cattolici, sono stati immediatamente bollati – e da alcuni perfino sbeffeggiati – come “nemici” del Papa. Ottima tattica per evitare di discutere dei contenuti.

Papeachment?

"Chi divide non è più Papa". E in Vaticano c'è chi pensa all'impeachment di Bergoglio

Anche se lo stato d'accusa non è previsto molti prelati chiedono conto a Francesco delle sue scelte. Altrimenti...
La parola proibita ormai circola apertamente. È americana, richiama libertà, contropotere, vittoria della giustizia e della verità. Impeachment. Ne hanno fatto le spese presidenti e ministri. Per un Papa non è previsto, la sua autorità deriva direttamente da Dio attraverso il voto dei cardinali blindati in conclave e nessuno può attentarvi se non il Pontefice stesso con un gesto clamoroso di rinuncia.
È stata la scelta di Benedetto XVI. Ma nonostante che la volontà divina e il diritto canonico non prevedano la messa in stato d'accusa del Papa, l'idea dell'impeachment si diffonde nelle cerchie antibergogliane. Non si sa bene come procedere, né chi avrebbe il potere di farlo; gli ecclesiastici non si espongono e i pochi che accettano di parlarne chiedono un drastico riserbo. Eppure l'impeachment di Jorge Mario Bergoglio è il sogno proibito di molti conservatori. Un esercito in crescita, si garantisce in quegli ambienti, alimentato da un malcontento che sarebbe noto sia in Vaticano sia nel clero di Roma.

domenica 24 settembre 2017

Il minimo che si possa dire

La Devozione al Cuore Immacolato: anima e pilastro del messaggio di Fatima


Tra le tematiche portanti del messaggio di Fatima vi è quella della devozione/consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
Dicendo che la devozione/consacrazione al Cuore Immacolato è una delle tematiche principali dico il minimo che si possa dire, nel senso che i più grandi conoscitori dell’evento-messaggio di Fatima scendono ancora più in profondità individuando, nella devozione al Cuore Immacolato, il messaggio essenziale che riassume e dà una forma a tutti gli altri appelli.

Qui custos es mei..

Il custode della cristianità

L’arcangelo san Michele, nelle pagine della Sacra Scrittura che lo riguardano, si manifesta, in Cielo, pieno di un’energia, un dinamismo, una sollecitudine senza pari, uno spirito tutto fervore ed amor di Dio. Non diversamente egli si rivela sulla terra, divenuto custode di un popolo e, al contempo, arbitro – nelle veci di Dio – del mondo e della storia.



Secondo i Padri e i Dottori della Chiesa, tutto l’universo è sotto il controllo e la protezione degli angeli. Ciò deriva dall’ordine provvidenziale stabilito da Dio. Gli stessi angeli del Cielo hanno una gerarchia di Cori, secondo cui gli inferiori ricevono lume e direzione dai superiori. Secondo tale ordine voluto da Dio anche le nazioni hanno un angelo protettore. Sia nella Scrittura sia nella storia ecclesiastica si rinvengono diverse prove di ciò. 

Contra factum non valet argumentum

Amoris Laetitia, una correzione che non si può ignorare

Tanto tuonò che piovve. Di una correzione ad Amoris Laetitia si parlava da lungo tempo e questa mattina, 24 settembre 2017, è stata finalmente pubblicato un documento di correzione filiale, da parte di un gruppo di sacerdoti e studiosi, alla ormai tristemente nota esortazione post sinodale che tanto male ha fatto alla Chiesa negli ultimi anni. Il documento, Correctio filialis de haeresibus propagatis, è fermo, ma estremamente rispettoso, oltre che lungo e documentato. Si tratta di 17 pagine più 10 di note. Difficilmente potrà essere liquidato come una barzelletta, anche se il tentativo di farlo è già in atto.

At illi tacuérunt

GOTTI TEDESCHI: CHI HA FIRMATO LA CORREZIONE AMA IL PAPA E LA CHIESA. I SUOI NEMICI SI NASCONDONO E ADULANO… 


Fa notizia la correzione filiale firmata da 62 intellettuali e studiosi cattolici, da cui, a quanto pare, sono stati volontariamente esclusi vescovi e cardinali, per chiedere al Pontefice di correggere errori e possibili eresie contenute in alcune parti dell’esortazione Apostolica Amoris Laetitia. Un passo rimasto finora senza risposta, come altre petizioni e appelli presentati nei mesi passati, per non parlare dei “Dubia” dei cardinali. Il documento è stato consegnato l’11 agosto a Santa Marta; ma finora non c’è stata nessuna reazione.
Oggi si è decisa la pubblicazione. Fra i firmatari c’è anche Ettore Gotti Tedeschi, economista, già presidente dello IOR; il suo, fra i firmatari, è certamente il nome più noto al grande pubblico.

Un'eresia tira l'altra

Crisi della Chiesa: L'eresia luterana di Papa Francesco


Crisi della Chiesa :  L’eresia luterana di Papa Francesco

Ricordiamo ancora tutti l’elogio di Papa Francesco a Martin Lutero. L’anno scorso, parlando a braccio con i giornalisti durante il volo di ritorno dalla sua visita in Armenia, rispondendo ad una domanda sui rapporti con i luterani nell’imminenza del 500moanniversario della Riforma, pronunciò in italiano le seguenti parole, mai smentite:

Io credo che le intenzioni di Martin Lutero non fossero sbagliate.  In quel tempo la Chiesa non era proprio un modello da imitare, c’era mondanità, c’era attaccamento ai soldi e al potere.  E per questo lui ha protestato.  Poi era intelligente ed ha fatto un passo in avanti, giustificando il perché facesse questo.  Ed oggi luterani e cattolici, con tutti i protestanti, siamo d’accordo sulla dottrina della giustificazione:  su questo punto tanto importante lui non aveva sbagliato.  Lui ha fatto una “medicina” per la Chiesa, poi questa medicina si è consolidata in uno stato di cose, in una disciplina etc.”[1].

Difficile descrivere lo sconcerto a suo tempo suscitato da queste parole. Bisogna comunque notare un punto che al tempo non era stato forse sufficientemente messo in rilievo.  L’elogio della dottrina luterana si giustificava, agli occhi di Papa Francesco, con il fatto che oggi cattolici e protestanti “sono d’accordo sulla dottrina della giustificazione”.  Proprio quest’accordo dimostrerebbe, per logica conseguenza, che “su questo punto tanto importante Lutero non aveva sbagliato”. 

E chi sarà?

La galassia degli anti Bergoglio in cerca dell'erede di Caffarra

Il cardinale prima di morire propose cinque dubbi su famiglia ed etica: no alla comunione ai divorziati


Tra i cattolici più legati alla tradizione il lutto non è ancora stato elaborato. Un padre, un amico, un confessore, un maestro, un compagno di strada, un profeta: sono stati usati tanti modi per esprimere il vuoto lasciato dalla morte del cardinale Carlo Caffarra, ex arcivescovo di Bologna.


Il porporato, 79 anni, era malato da tempo ma la sua scomparsa, il 6 settembre, è stata repentina. Nel grande pubblico la notizia non ha avuto molta eco, ma il cordoglio è stato larghissimo in quella che Marco Tosatti, vaticanista di lungo corso, chiama «resistenza alla neo Chiesa». Dolore per la perdita di un leader e timore di non trovarne un altro all'altezza. Ma Tosatti assicura: «La battaglia continua anche con il lutto al braccio». Dice proprio così, battaglia. Un'allusione bellica voluta.

Dopo i clochrad toccherà a loro!?

ECCO LA “CORREZIONE FILIALE” AL PAPA. I SETTE PUNTI DI SOSPETTA ERESIA DI AMORIS LAETITIA. FIRMATA – PER ORA – DA DECINE DI STUDIOSI.

                                                                 
Beatissimo Padre, con profondo dolore, ma mossi dalla fedeltà a Nostro Signore Gesù Cristo, dall’amore alla Chiesa e al papato, e dalla devozione filiale verso di Lei, siamo costretti a rivolgerLe una correzione a causa della propagazione di alcune eresie sviluppatesi per mezzo dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia e mediante altre parole, atti e omissioni di Vostra Santità”. Così comincia un lungo documento firmato – per ora, ma chiunque desideri sottoscriverlo può farlo – da 62 studiosi e specialisti, laici e religiosi, per chiedere al Pontefice di rimediare alle conseguenze nefaste dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia. La lettera è stata consegnata a papa Francesco l’11 agosto scorso a casa Santa Marta, in Vaticano; e ora viene resa pubblica. Dopo la consegna è stata firmata anche da Bernard Fellay, responsabile della Società sacerdotale San Pio X, fondata da mons. Lefebvre.
È certamente un’iniziativa straordinaria; nei tempi moderni la Chiesa non ha conosciuto questo genere di interventi, un segno chiaro del grado di confusione e disorientamento percepiti ormai a ogni livello. Giovanni XXII fu l’ultimo papa a ricevere nel 1333 un’ammonizione formale, a cui fece ammenda sul letto di morte. I firmatari rivendicano il diritto-dovere di avanzare una correzione in virtù della legge naturale, della legge di Cristo e della legge della Chiesa. Gli inferiori possono rivendicare di essere governati secondo la legge; Paolo rimproverò Pierto di non agire secondo il Vangelo; e infine il Codice di diritto canonico ammette che i fedeli possano manifestare il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa. In questo periodo “È stato dato scandalo alla Chiesa e al mondo, in materia di fede e di morale, mediante la pubblicazione di Amoris laetitia e mediante altri atti attraverso i quali Vostra Santità ha reso sufficientemente chiari la portata e il fine di questo documento. Di conseguenza, si sono diffusi eresie e altri errori nella Chiesa; mentre alcuni vescovi e cardinali hanno continuato a difendere le verità divinamente rivelate circa il matrimonio, la legge morale e la recezione dei sacramenti, altri hanno negato queste verità e da Vostra Santità non hanno ricevuto un rimprovero ma un favore. Per contro, quei cardinali che hanno presentato i dubia a Vostra Santità, affinché attraverso questo metodo radicato nel tempo la verità del vangelo potesse essere facilmente affermata, non hanno ricevuto una risposta ma il silenzio”.
Come abbiamo detto, il documento è molto lungo e complesso; lo riproduciamo alla fine di queste righe, rimandando comunque a una lettura su www.correctiofilialis.org.

Provarci ancora in Braille!?



Amoris Laetitia, 62 firme per una correzione filiale


Tra le 62 firme che sostengono una “correzione filiale” consegnata fisicamente in agosto a papa Francesco c’è anche quella di monsignor Bernard Fellay Superiore generale della Fraternità San Pio X, la comunità sacerdotale fondata da monsignor Marcel Lefevbre nell’immediato post concilio per fuggire al rinnovamento ritenuto spurio.


Con una lettera di 25 pagine, inviata al Papa lo scorso 11 agosto, e che oggi viene resa pubblica, i firmatari parlano apertamente di eresia. Si dice che il papa, mediante la sua Esortazione Apostolica Amoris laetitia e mediante altre parole, atti e omissioni ad essa collegate, ha sostenuto 7 posizioni eretiche, riguardanti il matrimonio, la vita morale e la recezione dei sacramenti, e ha causato la diffusione di queste opinioni eretiche nella Chiesa Cattolica.

Si sono completamente dimenticati della Croce


ECCO CHI SONO I SANTI

  La scelta: quale corona desideri la bianca o la rossa? Padre Kolbe ha saputo sacrificarsi come Cristo: quanti immaginano che Gesù se avesse potuto avrebbe scansato la Croce non hanno capito nulla del cristianesimo e del Vangelo 
di Francesco Lamendola  



 
  
La madre di San Massimiliano Kolbe, dopo la morte di suo figlio, ha raccontato che una volta questi, da bambino, era rimasto assai colpito da un rimprovero di lei, che gli aveva detto: Figlio mio, che cosa ne sarà di te?, e si era recato in chiesa a pregare, per rivolgere quella stessa domanda proprio alla Madonna. La quale gli era apparsa e gli aveva parlato dolcemente, mostrandogli poi due corone che teneva in mano, una bianca, simbolo di purezza, e una rossa, simbolo di sacrificio. Gli aveva spiegato chiaramente che, se avesse scelto la bianca, avrebbe conservato la purezza del cuore e della mente; se avesse scelto quella rossa, sarebbe andato incontro ad una morte atroce; poi gli aveva chiesto: Quale delle due desideri? Al che il piccolo Massimiliano, senza esitare neppure un attimo, aveva risposto: Le voglio entrambe!; ed Ella, sorridendo, era scomparsa. La madre era l’unica persona al mondo che conoscesse questo episodio rivelatore; il bambino l’aveva raccontato a lei sola, a una sua precisa richiesta, per poi non parlarne più a nessun altro: era quindi un segreto che loro due soli, oltre alla Vergine Maria, conoscevano.

sabato 23 settembre 2017

Pensa a questa meravigliosa casa

23 settembre – Festa di san Pio da Pietrelcina. Ti aiutiamo a capire cosa ha sofferto per noi
L'opera di corredenzione di San Pio: croce e tormento dell'anima, per il bene delle anime, seguendo l'esempio di Gesù Cristo Nostro Signore 
S. Pio da Pietrelcina - Senso cristiano e valore salvifico della sofferenza














Se mi ami non piangere (Sant'Agostino)
Se mi ami non piangere! Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo,
se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine,
e in questa luce che tutto investe e penetra, tu non piangeresti se mi ami.
Qui si è ormai assorbiti dall’incanto di Dio,
dalle sue espressioni di infinità bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli al confronto.
Mi è rimasto l’affetto per te: una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Sono felice di averti incontrato nel tempo, anche se tutto era allora così fugace e limitato.
Ora l’amore che mi stringe profondamente a te è gioia pura e senza tramonto.
Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi, tu pensami così!
Nelle tue battaglie, nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine, 
pensa a questa meravigliosa casa,
dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme,
nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell’amore e della felicità.
Non piangere più, se veramente mi ami!
Sant’Agostino )

Altri non possano avere dei dubbi?

Schönborn, il cardinale che smentì se stesso



La confusione sotto il cielo cattolico è immensa: cardinali contro cardinali, vescovi contro vescovi, laici contro laici. I motivi sono molteplici, ma certamente ve n'è uno che più di altri è esemplificativo: l'interpretazione di Amoris laetitia. Tempo addietro, sull'aereo, a Bergoglio venne chiesto come andava interpretato il famoso capitolo VIII di quel documento, ed egli, invece di rimandare al prefetto per la Congregazione per la Dottrina della Fede, invitò a rivolgersi al cardinale di Vienna Christoph Schönborn. Un po' come mandare da Erode a Pilato...

Più tardi, alcuni mesi dopo, il cardinale di Vienna, uomo di indubbia cultura ed intelligenza, se ne uscì in modo piuttosto violento, immediatamente rilanciato da Vatican Insider, contro i quattro cardinali estensori dei Dubia. Non rispose alle loro domande, magari citando il Vangelo a sostegno dlela sua posizione, ma si lanciò in un' invettiva: «Che dei cardinali, che dovrebbero essere i più vicini collaboratori del Papa, stiano cercando di fare un atto di forza nei suoi confronti e di far pressione su di lui affinché dia una risposta pubblica alla loro lettera resa pubblica è un comportamento assolutamente sconveniente». Parole che lasciarono perplessi, sia per il tono, veramente insuale tra cardinali, sia per il contenuto, semplicemente falso. I 4 cardinali, infatti, non hanno mai compiuto un "atto di forza", ma hanno soltanto espresso un'opinione e chiesto una risposta chiara e definitiva, secondo le regole stabilite dalla Chiesa stessa.

Bus non stop

PARTE IL BUS DELLA LIBERTÀ. BIMBI MASCHI E BIMBE FEMMINE? NON SIA MAI! INTOLLERANZA DEI GRUPPI LGBT. E MINACCE.

È partito (oggi da Roma, e prossimi giorni da altre città) il Bus arancione #BUSDELLALIBERTA, quello che reca la scritta sconvolgente e rivoluzionaria I BAMBINI SONO MASCHI LE BAMBINE SONO FEMMINE. Per affermare questa verità assolutamente impressionante, contro i tentativi, pressanti, striscianti e continui di far passare ovunque, e soprattutto nelle scuole, l’idea che il corpo non c’entra niente con il sesso, e che uno è quello che si sente: oggi maschio, domani femmina, e mercoledì vediamo…

Tifo argentino?


Ius soli, cosa c'è dietro alla propaganda?           

Grazie ad un consolidato asse tra Pd e gerarchie della Chiesa Cattolica, la proposta di legge per lo Ius soli è tornata nell'agenda di Governo come una priorità. La realtà però ci dice che il tema è tutt'altro che urgente, anche perchè i figli di immigrati che nascono sul suolo italiano godono già dei medesimi diritti dei bambini italiani. E allora, cosa si nasconde dietro a questa propaganda?
di Riccardo Cascioli        

Il vescovo Negri critica il Papa: 'Chiesa non tifi per lo Ius soli'

Il vescovo emerito di Ferrara, Luigi Negri, attacca su Ius Soli e accoglienza dei migranti: "Valutarne il costo economico e sociale"

Er “Papone”

A Roma appare Papa Francesco (Totti), l’autore: «Una goliardata»


Torino -Mercoledì scorso gli abitanti del rione Ponte in vicolo San Celso, nel centro storico di Roma, alzando lo sguardo verso un edificio dove 30 anni fa in una “edicola” c’era l’effige della Madonna, rubata e mai sostituita, hanno trovato quella di Papa Francesco con il volto del “Pupone” con il classico dito in bocca.
L’autore del gesto, che vuole mantenere l’anonimato, lo ha realizzato insieme ad un gruppo di amici, tutti tifosissimi della Roma: «E’ solo una goliardata», si affretta a giustificarsi, nessun momento di blasfemia: «Ci mancherebbe - spiega - Totti è il capitano della Roma non sarà mai Papa, sono i romani innamorati del loro capitano che gli fanno un elogio». «Papa Francesco quando hanno fatto dei disegni con la sua effige è stato contento, un Papa che guarda più alla sostanza che all’immagine e ha messo in riga tutti».
«Per ravvivare il quartiere, un po’ triste, dove hanno girato anche alcune scene di “Ladri di biciclette” abbiamo pensato al nostro idolo», - conclude, e a conferma che non ci sono rischi: »Sono passati anche tre poliziotti a farsi un selfie». Un altro modo di vedere Totti: «Fa strano vedere il capitano in giacca e cravatta, per noi sarà sempre un calciatore, un simbolo per i tifosi e per Roma».
22 settembre 2017
Paolo Lauri





La Chiesa di Papa Francesco vista dal New York Times

Nella Chiesa cattolica di Papa Francesco è pericoloso essere troppo conservatori, ma allo stesso tempo è pericoloso anche essere troppo liberali: parola del New York Times.
È quanto sostenuto in un articolo apparso sul quotidiano statunitense, a firma del giornalista Ross Douthat, dove viene citato il caso del filosofo cattolico austriaco Josef Seifert, rimosso dalla sua carica di docente dell’Università di Granada per mano dell’arcivescovo locale – il filosofo, che ha descritto l’esortazione apostolica Amoris Laetitia come una “bomba”, è stato rimosso dalla cattedra perché con le sue posizioni “danneggia la comunione della Chiesa” – e quello del gesuita James Martin, che si è visto annullare un invito a tenere un discorso presso la Catholic University of America, per parlare del suo libro intitolato “Costruire un ponte” – molto discusso negli Stati Uniti, decisamente meno in Italia – in cui viene trattato il tema dell’omosessualità nella Chiesa.
I CONFLITTI LIBERALI-CONSERVATORI E LE DIVERSE DOTTRINE CATTOLICHE. L’ANALISI DEL NYT
“Le inquisizioni conflittuali, liberali e conservatrici, sono il risultato inevitabile della volontà del Papa di spingere nuovamente le tensioni della Chiesa fin dentro una guerra civile, e in seguito di parteggiare per le posizioni più liberali usando dichiarazioni ambigue e interventi non ufficiali, invece di fare un utilizzo esplicito dei poteri che il suo ruolo gli attribuisce”, si legge. Il suo “stile personalizzato” ha poi “sconvolto le linee di autorità all’interno della Chiesa”, ha scritto Douthat, che in questo modo ha rigirato al mittente la stessa accusa che viene spesso lanciata dai sostenitori di Bergoglio nei confronti dei suoi più agguerriti accusatori, citando per di più una sua personale diatriba online con il professore ferrarese della Villanova University Massimo Faggioli.
Il giornalista ha argomentato che sui diversi temi Francesco detiene un’autorità decentralizzata, è vero, ma solamente in maniera informale. Questo gli permette di conservare tutti i poteri formali del suo ruolo, e di incoraggiare “una spinta teologica” senza “cambiare i confini ufficiali riguardo a ciò che la Chiesa cattolica insegna e cosa no”. Il risultato che ne consegue è la creazione di due diverse versioni dello stesso insegnamento cattolico: quello che emerge dai libri, e dalle disquisizioni dei teologi, e quello che lo stesso Papa offre nelle sue numerose apparizioni pubbliche, attraverso le “sue strizzate d’occhio” e le sue “allusioni”. Ed è a entrambi che “i diversi cattolici possono appellarsi”.
IL QUOTIDIANO AMERICANO: “L’UNICA CERTEZZA CATTOLICA, AL MOMENTO, È L’INCERTEZZA”
In questo contesto, “chiunque desideri sapere cosa pensa davvero il Papa è meglio che ignori i canali ufficiali del Vaticano” e si metta invece ad ascoltare le discussioni che si sviluppano su Twitter, “dove i suoi più stretti collaboratori esplodono contro i suoi oppositori”, spiega l’analista americano. Tuttavia, anche “questo genere di Cremlinologia” non chiarisce completamente le sue intenzioni, e per questo “gli alleati liberalizzanti di Francesco sono spesso impazienti con lui”, talvolta finendo per andare “fuori dalle sue intenzioni”, per ritrovarcisi “dentro” in seguito.
Lettura che porta Douthat a una conclusione: “L’unica certezza cattolica, al momento, è l’incertezza. Sotto la guida di Francesco, l’insegnamento della Chiesa sulla comunione ai divorziati risposati varia da Paese a Paese e da diocesi a diocesi, e persino gli ammiratori del Papa non sembrano concordare su quali siano le posizioni ufficiali del Vaticano”. Le stesse posizioni sull’eutanasia, continua, “cambiano nelle diverse zone del Canada”, e “il Vaticano sembra persino accettare i cambiamenti verso i quali si è spinto un ordine religioso belga, lasciando intendere l’effettiva possibilità di accettare la pratica del suicidio assistito nei suoi ospedali” (qui l’approfondimento di Formiche.net).
LA SOLUZIONE: “INCORAGGIARE IL DIBATTITO PUBBLICO, PORTARLO DAL WEB A PARROCCHIE E UNIVERSITÀ”
Situazione che pare essere calcolata per “far sentire tutti autosufficienti e autogestiti”, mentre li si vede “lamentare di una retorica tossica” e lanciarsi “insulti”. Ma che, altresì, “pone istituzioni cattoliche, come scuole e parrocchie, università o negozi diocesani, in una posizione molto difficile”, inducendoli nella “tentazione, già evidente, di stare lontano dal conflitto, di evitare di riconoscerlo e di auto-segregarsi”. Per questo, di fronte all’ampliamento delle divergenze, “non è un bene fingere che queste non esistano”, e che “i leader della Chiesa non siano sempre più in opposizione l’uno con l’altro”, scrive il giornalista. Anche perché “il veleno del dibattito che si sviluppa online finisce per diventare una reazione a questa pretesa pubblica di tranquillità”.
Tuttavia una soluzione c’è: “Incoraggiare un dibattito rispettoso su argomenti seri. Portare i dibattiti online tra domenicani e gesuiti negli auditorium universitari e nelle parrocchie. Permettere agli studenti e ai laici cattolici di capire le rispettive posizioni. Invitare cattolici come padre Martin a parlare dei propri argomenti controversi, e invitare i suoi critici a rispondergli. Lasciare che i vescovi, abituati a scontrarsi dietro le porte chiuse dei sinodi, come quello sulla famiglia, si confrontino in pubblico e di persona”.
QUALE SARÀ IL FUTURO DELLA CHIESA CATTOLICA, DOPO LA CRISI DI QUEST’EPOCA?
È difficile sapere cosa verrà fuori dalla crisi cattolica di questa epoca, aggiunge il corrispondente, domandando: “È possibile che la Chiesa davvero diventi sempre più simile a quella anglicana, con teologie cristiane diverse tra loro che coesistono sotto lo stesso ombrello?”. E “questo periodo di duelli, inquisizioni, milizie digitali, prelude alla vittoria delle posizioni più liberali, che molti cattolici vedono coincidere con i rischi già paventati da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, oppure in futuro il pendolo si riposizionerà, come temono i sostenitori più irrequieti di Francesco, lasciandone l’eredità in mano a giovani tradizionalisti e a un pontefice reazionario, come quello descritto dallo “Young Pope” di Sorrentino?”.
La fede a volte dà risposte, ma la ragione naturale consiglia dubbi, conclude l’autore. Ma al di là di ciò, la tesi è che troppe censure non giovano al conflitto, anzi. L’unico modo di andare avanti è la controversia.