ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 7 ottobre 2012

Censurata!

Capitolo 2
Ha inizio una lunga opposizione
       Persino una lettura superficiale delle prime due parti del Grande Segreto del Messaggio di Fatima rivela che esso non è altro che una sfida lanciata dal Cielo alle potenze del mondo, la cui stretta, persino nei confronti del Cattolicissimo Portogallo, era andata sempre più crescendo sin dall'inizio del ventesimo secolo.
       Riprendendo il testo del Segreto che abbiamo riportato nel primo capitolo, è ovvio che ciò che il Cielo si era proposto fosse un vero e proprio anatema contro il regime Massonico portoghese, e soprattutto contro tutte quelle forze coalizzatesi per combattere la Chiesa le quali, all'inizio del ventesimo secolo, stavano complottando (per loro stessa ammissione, come vedremo) un assalto finale alla “fortezza” Cattolica.

Gogna?


Nella sua arringa di oggi, l'avvocato rotale Cristiana Arru ha denunciato che il suo assitito, il maggiordomo infedele del Papa, Paolo Gabriele, è stato sottoposto a una gogna mediatica che continuerà anche in futuro. «Il diritto fin dall'antichità - ha spiegato - prevede pene certe, e queste si caratterizzano per essere circoscritte ad un determinato tempo: anche quando si usava la gogna, con accanto il cartello di condanna, l'esposizione al dileggio era per un numero definito di giorni». Secondo il suo legale, «a Paolo Gabriele si è inflitta invece una pena permanente.

Sulla vicenda restano molti punti oscuri, ma per i giudici non ci sono complici

Il tecnico, gli assegni e lo Ior. I misteri ancora da chiarire

Il Papa in Vaticano
Il Papa in Vaticano

 L'ex maggiordomo di Benedetto XVI ha agito da solo. Non ha copiato e divulgato le carte segrete per avidità, ma perché voleva «aiutare il Papa» e questo suo convincimento, «sia pure erroneo», come si legge nel dispositivo della sentenza, è stato ritenuto credibile dai giudici. È la prima verità processuale sui Vatileaks, ma altri risvolti della vicenda restano ancora aperti.

IO TI “GRAZIO” E TU ‘’CANTI’’


- IL PROCESSO-FARSA CON CONDANNA-BURLA DI PAOLO GABRIELE PERMETTERA’ AL VATICANO DI SCOPRIRE COMPLICI E MANDANTI - I NOMI CHE SPUNTANO DALLE UDIENZE: DON GIOVANNI LUZI (CHE HA RICEVUTO LE COPIE DEI DOCUMENTI TRAFUGATI) E DON PAOLO MOROCUTTI - SI AGGIUNGONO AI CARDINALI PAOLO COMASTRI E PAOLO SARDI, AL VESCOVO FRANCESCO CAVINA, AL FUNZIONARIO MAURIELLO E A LUCA CATANO - MOGAVERO: “SENTENZA TROPPO MITE…”

1-PAOLETTO, DA CINECITTÀ AI LIBRI SULL'ESOTERISMO "ERA SUGGESTIONABILE"
Giacomo Galeazzi per La Stampa
La nuova vita di «Paoletto» è già delineata nei toni felpati che la Santa Sede gli riserva nel giorno in cui lo condanna. Vatileaks ha scatenato uno scandalo senza precedenti che ha pesantemente danneggiato il governo centrale della Chiesa però l'ex aiutante di camera di Benedetto XVI continuerà ad essere cittadino e dipendente della Santa Sede, ad abitare in Curia e proseguire nello stesso ovattato angolo di Curia la sua esistenza familiare prescandalo con la moglie Manuela Citti e i suoi tre figli.
PAPA E PAOLO GABRIELEPAPA E PAOLO GABRIELEPAOLO GABRIELE IN AULAPAOLO GABRIELE IN AULA
Dunque si sorvolerà sul giuramento di riservatezza tradito e pragmaticamente si cercherà di spegnere le luci della ribalta tenendo sottocchio un potenziale, esplosivo «testimonial» di inchieste mediatiche sui segreti d'Oltretevere. Il processo al maggiordomo infedele è durato appena una settimana, la condanna a 18 mesi è sorprendentemente mite ma lo scandalo-Vatileaks non termina con la sentenza del tribunale. Sono imminenti, infatti, la grazia papale, la pubblicazione della relazione cardinalizia e nuove indagini sui possibili complici del «corvo».

Ut amoveatur?


Perché il Papa ha rimosso il mons. anti preti pedofili?

Charles J. Scicluna era il funzionario della Santa Sede che perseguiva i preti pedofili. E lo ha fatto – a differenza di altri – con determinazione, denunciando anche la cultura del silenzio italiana. Ieri è stato rimosso, senza spiegazioni, e spedito a Malta come funzionario di basso rango. Una mossa che sconcerta.
Vaticano
Joseph Ratzinger. Salito sul trono petrino, Benedetto XVI riuscì finalmente ad aprire l’indagine canonica che era stata insabbiata negli anni precedenti. E la affidò a mons. Scicluna. Alla fine padre Maciel fu estromesso, i Legionari di Cristo commissariati. Questo e molto altro ha fatto il prelato maltese. Nel 2010 si trovò in prima linea di fronte allo scandalo degli abusi sessuali sui minori scoppiato, a macchia d’olio, nelle chiese dei Paesi più disparati, Irlanda, Germania, Belgio, Olanda, Austria, di nuovo Stati Uniti, dove il caso era già esploso nel 2002, Australia, America Latina… e Italia. Scicluna, di nuovo, non le mandò a dire. Spalleggiato da Ratzinger, chiese agli episcopati più renitenti di collaborare con la giustizia civile per denunciare i preti pedofili. Lo fece anche, con veemenza, in un incontro a porte chiuse del bel convegno alla Pontificia università Gregoriana di cui ho riferito nel mio blog. Fu sempre Scicluna a mettere la faccia, insieme al portavoce vaticano Federico Lombardi, in un’affollatissima conferenza stampa in Vaticano per presentare il giro di vite della normativa canonica voluto dal Papa per contrastare la piaga della pedofilia. Partita nella tensione, la conferenza stampa si sciolse grazie alle risposte puntuali di Lombardi e Scicluna.
Monsignor Charles J. Scicluna, 53 anni
In Vaticano – fu l’impressione pressoché unanime dei giornalisti accreditati – c’è chi ha finalmente preso sul serio il dramma. Il procuratore generale della Santa Sede non schivò le polemiche. In una arcinota intervista concessa nel 2010 al quotidiano della Cei Avvenire, senza mezzi termini, affermò: «Ciò che mi preoccupa è una certa cultura del silenzio che vedo ancora troppo diffusa nella Penisola». Apriti cielo. Il Vaticano attacca la Cei. Passa qualche mese, la Santa Sede chiede a tutti gli episcopati del mondo di compilare nuove linee-guida anti-pedofilia e consegnarle entro maggio scorso. La Cei nicchia, pubblica un documento minimale, e Scicluna, di nuovo lui, alza la voce. Lo fa in una coraggiosa intervista al mensile Jesus di cui ho riferito nel mio blog. Non se la prende solo con l’Italia. Dice che molte linee-guida ancora mancano all’appello. Spiega che alcuni dei documenti recapitati in Vaticano sono insufficienti. Ieri, sommersa dal rumore della conclusione del processo al maggiordomo del Papa, la notizia clamorosa (anticipata il giorno prima da Vatican Insider). Mons. Scicluna è stato nominato vescovo “ausiliare” di Malta. Non promosso in Curia, non vescovo titolare, neppure coadiutore con il diritto alla successione. Da responsabile del team anti-pedofili della Chiesa cattolica mondiale e funzionario di basso rango a La Valletta. Rimosso senza essere stato neppure promosso.
La Santa Sede non ha spiegato la decisione. Che è – beninteso – una decisione del Papa. Ovviamente non sappiamo se aveva buoni motivi per rimandare Scicluna a Malta. Ma la mossa sconcerta. Così come lascia interdetti l’epilogo di una vicenda completamente diversa. La trattativa con i Lefebvriani. Lungi da me rammaricarmi del fatto che, alla fine, gli ultratradizionalisti non rientreranno in seno alla chiesa cattolica. Non si può non rilevare, però, che a questo obiettivo Ratzinger, negli anni scorsi, ha lavorato strenuamente. Era – come il contrasto alla pedofilia – uno dei tratti caratterizzanti di questo pontificato. Strategia sovrana. Linea di governo. Parte di un disegno più complesso, a cui Benedetto XVI si è dedicato sin dall’inizio, teso a reinterpretare il Concilio vaticano II e la sua eredità. Anche qui, come nel caso della pedofilia – e per motivi affatto diversi – Ratzinger è stato contestato, da personalità di Curia e episcopati nazionali, funzionari vaticani e osservatori esterni. Alla fine, i Lefebvriani non entreranno. Il nuovo prefetto della Dottrina della fede, mons. Gerhard Ludwig Mueller, ha annunciato, alla vigilia del cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio, che non ci saranno ulteriori trattative. Punto, finito, tempo scaduto. Mons. Guido Pozzo, triestino, uomo di fiducia di Ratzinger nel negoziato durato anni, è già destinato a lasciare il posto di segretario della pontificia commissione Ecclesia dei per divenire cerimoniere pontificio. Un altro capitolo del pontificato Ratzinger si chiude.
E si chiude mentre viene condannato, con pena “mite” di diciotto mesi di reclusione che verranno presto condonati dalla grazia papale, il maggiordomo Paolo Gabriele. Personalità complessa, mosso dall’intento delirante di aiutare il Papa tradendone la fiducia. Facendo filtrare ai giornalisti italiani – e in particolare a Gianluigi Nuzzi, che ne ha fatto il bestseller Sua Santità – documenti riservati della Santa Sede e dossier personali del Papa. Colpisce, di tutta la vicenda, il movente addotto dall’ex assistente di camera del Pontefice. «Vedendo male e corruzione dappertutto nella Chiesa, sono arrivato negli ultimi tempi, quelli della degenerazione, ad un punto di non ritorno. Ero sicuro che uno choc, anche mediatico, avrebbe potuto essere salutare per riportare la Chiesa nel suo giusto binario», ha detto nell’istruttoria. Poi, nella deposizione durante il processo: «A volte, quando sedevamo a tavola, il Papa faceva domande su cose di cui doveva essere informato». Ancora: «Ho maturato la convinzione che è facile manipolare la persona che ha un potere decisionale così importante». E infine, nella testimonianza conclusiva che ha reso ieri prima della sentenza: «La cosa che sento forte dentro di me è la convinzione di aver agito per esclusivo amore, viscerale direi, per la Chiesa di Cristo e per il suo capo visibile. È questo che mi sento. E se lo devo ripetere, non mi sento un ladro». Propositi deliranti. Evocati, suggeriti, inculcati, molto probabilmente, dalle tante persone con cui Paolo Gabriele parlava ogni giorno. Uscieri, cittadini vaticani, monsignori, cardinali. Nessuno si è spinto tanto in là da trafugare documenti e rivelare segreti di Stato. Ma tutti convinti della stessa cosa. Che il Papa è rimasto solo.
*Originariamente pubblicato, oggi, sul suo blog su Linkiesta

QUANTO POTRA’ ANCORA RESISTERE FORMIGONI?


IL CELESTE CONTRATTACCA, DIFENDE DACCÒ E SIMONE (“UN ACCANIMENTO ABNORME NEI CONFRONTI DI DUE PERSONE ALLE QUALI È STATO INFLITTO UN PERIODO DI CARCERAZIONE PREVENTIVA CHE NON HA PRECEDENTI IN ITALIA, NEPPURE ALL'EPOCA DI MANI PULITE”), MA MERCOLEDI’ IL TRIBUNALE DECIDE - IL CERCHIO SI STRINGE: E’ SPARITO IL REATO DI RICICLAGGIO, SOSTITUITO DALL’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FINALIZZATA ALLA CORRUZIONE…

Piero Colaprico per Repubblica

«Non mi faccio condizionare da nessuno. Com'è possibile dipingere un presidente Formigoni condizionato da qualcuno? », dice il governatore della Regione Lombardia. Lo dice dopo aver saputo che i magistrati vogliono tenere ancora in carcere i due faccendieri Piero Daccò e Antonio Simone, perché hanno potere di ricatto, e perché stanno arrivando altre carte giudiziarie.
formigoniFORMIGONIDACCO' - FORMIGONIDACCO' - FORMIGONI
Formigoni contrattacca, ma è come se non ricordasse di aver ricevuto a giugno l'invito a comparire per corruzione, e di non aver mai mostrato le ricevute dei cinque lussuosi capidanno, di yacht a disposizione, di eventi, cene e vari benefit mai pagati da lui. Come se Formigoni non conoscesse la pericolosità di un avverbio che lo riguarda ed è «naturalmente»: «Naturalmente anche Antonio Simone più volte ha sottolineato l'amicizia che legava sia lui che Pierangelo Daccò a Roberto Formigoni. I due riferivano del loro rapporto d'amicizia indicandolo come la ragione che consentiva loro di "aprire le porte" in Regione».
MERCOLEDÌ LA PAROLA AL GIP

De modernistis


martini


La doppia verità del cardinal Martini


Punto sul vivo dall’articolo della “Civiltà Cattolica” citato nel precedente post, Vito Mancuso ha pubblicato su “la Repubblica” del 6 ottobre un replica che così esordisce:
“Caro direttore, in un articolo dell’ultimo numero della ‘Civiltà Cattolica’ a firma Gianpaolo Salvini sul cardinal Martini si legge: ‘Con molta poca correttezza sono state usate come Prefazione [sue] lettere private, non destinate alla pubblicazione, con cenni di incoraggiamento, inviate a qualche autore che gli aveva fatto avere le bozze di un suo libro’.
E prosegue:
“Sandro Magister commenta così le parole della ‘Civiltà Cattolica’: ‘Chiara allusione a Vito Mancuso e al suo primo libro al quale la prefazione abusiva spianò il successo”.
“Penso che Magister in questo caso abbia ragione, la ‘Civiltà Cattolica’ intendeva alludere proprio a me e al mio libro ‘L’anima e il suo destino’ pubblicato nel 2007 presso Raffaello Cortina nella collana ‘Scienza e idee’ diretta dal filosofo della scienza Giulio Giorello. A parte il fatto che non si trattava del mio primo libro ma del sesto, posso attestare che conservo nel mio computer una mail del cardinal Martini in cui testualmente mi si dice: ‘Quanto al tuo libro, ho il rimorso di non aver fatto nulla. Forse mi puoi mandare la bozza del testo e posso scriverti una lettera, che se vuoi puoi pubblicare almeno in parte. Tuo Carlo Maria c. Martini, S. I.’.

sabato 6 ottobre 2012

Gli agenti Alfa e Omega del conciliabolo V2



   

di Padre Francisco Radecki c.m.r.i.
Padre Dominic Radecki c.m.r.i. 1

giovanni XXIII e paolo VI



Pensare di poter riassumere in poche pagine la vita e gli atti di due uomini di Chiesa come Giovanni XXIII e Paolo VI sarebbe un atto di presunzione. Lungi dal volersi considerare esaurienti, queste due brevi biografie, scritte in maniera molto scarna e seguendo a grandi tappe l'ordine cronologico, condensano i fatti più eclattanti e controversi che hanno caratterizzato il loro pontificato. Lo scopo che si sono prefissati i due Autori, due sacerdoti (fratelli gemelli) appartenenti alla Congregazione di Maria Regina Immacolata, sembra sia stato quello di mettere in luce l'insanabile rottura tra l'insegnamento di questi due «papi conciliari» e quello dei loro predecessori.

MEDJUGORJE: IL VATICANO FA SUA LA POSIZIONE DEL VESCOVO DI MOSTAR. LE APPARIZIONI "NON SONO AUTENTICHE"

Pontifex.Roma
Estratto dall’omelia di S.E. Monsignor Ratko Peric a Medjugorje in occasione della Cresima (6 giugno 2009), ma in Italia tutto fu censurato. « In fine una o due parole sulla nostra situazione domestica. Nella settimana dal 17 al 24 gennaio di quest’anno sono stato a Roma. Oltre a salutare, in primo luogo, il Santo Padre nell'udienza generale e ad implorare la sua benedizione apostolica per tutta la Chiesa in Erzegovina, ho visitato anche i più Responsabili della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ho ringraziato in particolare per il fatto che ai Vescovi della regione italiana di Toscana, i quali durante la loro visita ufficiale “ad limina” hanno chiesto alla Congregazione che cosa bisogna pensare sul fenomeno di Medjugorje, l’allora Segretario, l’Arcivescovo Mons. Angelo Amato, ha raccomandato a loro di trasmettere ai sacerdoti e fedeli l'omelia pronunciata qui a Medjugorje durante la cresima nel Corpus Domini 2006; poi l’hanno fatto nel ...
Il Cardinale William Levada, l’attuale Prefetto della Congregazione, allora mi disse: „Noi lo riferiamo a ciascuno che ci chiede su Medjugorje“. Ho visto che la competente Congregazione e la Segreteria di Stato del Santo Padre seguono con attenzione ciò che succede nella nostra Erzegovina. E siamo grati per tutta la sollecitudine ed amore di Papa Benedetto XVI e della Sede Apostolica.
La mia posizione è rimasta quindi, in tutto, quella che ho pronunciato tre anni fa da questo luogo, quando ho responsabilmente chiesto agli operatori pastorali i padri francescani di questa parrocchia, ai parrocchiani ed altri fedeli, e ai presunti veggenti, che cioè le cosiddette apparizioni quotidiane, note come il „fenomeno di Medjugorje“, non sono riconosciute dalla Chiesa come autentiche né dopo più inchieste delle commissioni e neanche dopo 28 anni di divulgazione tramite i mass media.

PROCESSO-FARSA:

18 MESI E GRAZIA SICURA AL MAGGIORDOMO (AL ‘SERVIZIO’ DI CHI?) - E ORA PUO’ INIZIARE IL REPULISTI: SI “SPARERA’” SOLO COL SILENZIATORE E FRA QUALCHE MESE - TRA I PRESUNTI “CONFIDENTI” SPUNTA IL VICARIO PAPALE ANGELO COMASTRI, CHE SI INCAZZA - PAOLETTO TRATTATO COI GUANTI BIANCHI, ANDRÀ AI DOMICILIARI - LA CORTE FINGE DI CREDERE AL “CONVINCIMENTO ERRONEO” DEL CORVO, CHE HA SEMPRE DICHIARATO DI VOLER “SALVARE” IL PAPA…

Giacomo Galeazzi per La Stampa

Il "corvo" è stato condannato a una pena "mite" di un anno e sei mesi e sarà graziato, però si continua a indagare sui suoi possibili corvi. Quindi Vatileaks non finisce oggi: troppe zone d'ombra restano in una vicenda che svela una Curia in profonda crisi di governance, indebolita da guerre di opposte cordate per il controllo del potere.
Maggiorenti curiali si oppongono ancora ad un Pontefice che sta portando avanti un'intransigente linea di purificazione ai danni di un'inveterata omertà di settori della gerarchia ecclesiastica coinvolti negli scandali finanziari.
PAPA E PAOLO GABRIELEPAPA E PAOLO GABRIELE
Nel frattempo nel "tritacarne" di Vatileaks finiscono come confidenti del maggiordomo esponenti della Curia quali il vicario papale Angelo Comastri che in realtà nulla hanno a che vedere con la vicenda. "Sono stato pesantemente tirato in mezzo senza avere nulla a che fare con questi fatti", si è lamentato il cardinale Comastri a margine della festa di venerdì della Gendarmeria.

Tarallucci?


SE QUESTO E’ UN MAGGIORDOMO (AL SERVIZIO DI CHI?) - IL PROCESSO-FARSA AL CORVO SI CHIUDE CON UNA RICHIESTA FARSA DI TRE ANNI DI RECLUSIONE - IL NOSTRO AGENTE IN VATICANO PAOLO GABRIELE: "LA COSA CHE SENTO FORTE DENTRO DI ME È LA CONVINZIONE DI AVER AGITO PER ESCLUSIVO, DIREI VISCERALE, AMORE PER LA CHIESA DI CRISTO E PER IL SUO CAPO VISIBILE. E SE LO DEVO RIPETERE NON MI SENTO UN LADRO" - BEN DETTO, MAGARI SI SENTE UNA SPIA…

PAOLO GABRIELEPAOLO GABRIELE
Tre anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici, limitata agli uffici che hanno "uso di potere". E' la richiesta del promotore di giustizia Nicola Picardi nel processo contro Paolo Gabriele per furto aggravato. L'accusa, partendo dalla pena di 4 anni, ne ha chiesto la diminuzione di un anno per le attenuanti generiche.
"La cosa che sento forte dentro di me è la convinzione di aver agito per esclusivo, direi viscerale, amore per la Chiesa di Cristo e per il suo capo visibile. E se lo devo ripetere non mi sento un ladro". Queste le ultime parole dell'imputato Paolo Gabriele prima che la corte si ritirasse per decidere la sentenza.

Il cortile dei banalitani. Che geni! Che soluzioni! Che profeti!


Il Presidente Napolitano al Cortile 

dei Gentili:

 la società italiana attraversata da 

profonda incertezza. 

Il cardinale Ravasi preoccupato 

per l'amoralità diffusa

“Il Cortile dei Gentili”, la struttura vaticana nata per promuovere il dialogo con i non credenti, fa tappa da stasera e fino a domani ad Assisi.

Miseris cor dare



LA MISERICORDIA DIVINA
Tratto da S.P. liberamente dall'articolo di
Massimo Minarelli
La devozione alla Divina Misericordia, nella forma voluta da Suor Faustina Kowalska, è buona o da non praticare? Perché fu condannata dal Sant'Uffizio? Perché Giovanni Paolo II la favorì tanto? È evidente che la devozione di suor Faustina è in linea col Concilio Vaticano II, infatti la Chiesa Conciliare ha una concezione della Divina Misericordia assolutamente falsa ed estremamente pericolosa.
Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

      
La nuova devozione alla Divina Misericordia 
      - sembra voler soppiantare sia la devozione al Sacro Cuore di Gesù, che quella al Cuore Immacolato di Sua Madre.

      - Sembra minacciare l’imminente fine del mondo.
      - Sembra invitare tutti, buoni e cattivi, ad una generale indulgenza plenaria (la Festa della Divina Misericordia) come “ultima tavola di salvezza” prima della fine. 
      - Sembra cancellare con un colpo di spugna tutte le richieste della Madonna di Fatima: vera conversione! vera penitenza!
      Questa prima riflessione è sicuramente la più importante, ma molte altre considerazioni critiche è possibile fare sui dettati contenuti nel Diario.

La lingua batte dove il dente duole..


L’ermeneutica “della riforma, del rinnovamento nella continuità dell’unico soggetto chiesa” auspicata dal Papa è un ostacolo alla vera ricezione del Concilio. Perché, dicono, sostenere che vi fu rinnovamento, ma nella continuità, significa dover concludere che nulla di nuovo è accaduto, e che di fatto non ha mai avuto luogo una riforma. Meglio ammettere da subito altro, dunque, e cioè che il Concilio è stato discontinuità e rottura. Una discontinuità negativa per i tradizionalisti, positiva invece per i progressisti.

venerdì 5 ottobre 2012

Bonus Pastor


E IL DIVINO PASTORE SUSCITÒ SAN PIO X

È del giorno in cui si commemora San Francesco di Assisi la prima Lettera Enciclica E Supremi del Papa San Pio X, il Sommo Pontefice suscitato dalla Misericordia divina per affrontare i gravissimi problemi della Chiesa e del mondo iniziati nel XXº secolo.
Come Gesù crocefisso chiese a Francesco di Assisi di restaurarela Sua Casa, nel nostro tempo rovinoso, diede l’incarico a Giuseppe Sarto, divenuto Papa Pio X, a svolgere uno straordinario «lavoro profetico» per rinnovarela Sua Chiesa.
Sentiamolo nella sua prima Lettera Enciclica:

I punti oscuri?...

Vaticano: domani sentenza Gabriele, "restano molti punti oscuri"

(AGI) - CdV, 5 ott. - Domani il presidente del Tribunale Vaticano Giuseppe Dalla Torre pronuncera' la sentenza al primo processo su Vatileaks che vede un unico imputato: Paolo Gabriele, il maggiordomo infedele di Benedetto XVI. Di processo pero' ce ne sara' presto un altro, al tecnico informatico Claudio Sciarpelletti, la cui posizione e' stata stralciata, e c'e' un'inchiesta che continua per i reati piu' gravi, come l'attentato alla sicurezza dello Stato. Sembra scontata una condanna mite (fino a 4 anni, come ha detto il pm d'appello Giovanni Giacobbe, mentre a detta del giudice a latere Paolo Pellanti con tutte le aggravanti si potrebbe arrivare ad 8 anni) per Paolo Gabriele, reo confesso di aver sottratto documenti riservati dall'Appartamento Pontificio. Come e' noto nella perquisizione del 23 maggio sono stati trovati a casa sua anche un assegno di 100mila euro intestato al Papa, una pepita d'oro e un libro del '500 che vale altre migliaia di euro e nel processo e' emerso che proprio lui aveva l'incarico di consegnare i doni portati al Pontefice nelle udienze.

Euronazi


La Germania continua a perseguitare Mons. Williamson


TRIBUNALE TEDESCO VUOLE L’AMMENDA CONTRO IL VESCOVO INGLESE WILLIAMSON PER NEGAZIONISMO DELL’OLOCAUSTO

Di Associated Press, 4 ottobre 2012[1]

BERLINO – Un tribunale tedesco sta effettuando un nuovo tentativo di punire un vescovo cattolico ultraconservatore inglese per aver negato l’Olocausto in un’intervista televisiva.

Il tribunale regionale della città meridionale di Regensburg ha emesso un’ordinanza contro Richard Williamson, dopo che una precedente condanna era stata rovesciata l’anno scorso per un cavillo legale.

BOTTI PER FORMIGONI


RENATO BOTTI, EX DG DELL’ASSESSORATO ALLA SANITÀ LOMBARDA, VUOTA IL SACCO DEI SOUVENIR SU DACCÒ - “DISSE CHIARAMENTE CHE AVREI DOVUTO FAVORIRE IMPRENDITORI OVVERO ENTI OSPEDALIERI, ISTITUZIONI PRIVATE CHE MI FOSSERO STATE SEGNALATE DA FORMIGONI, ABELLI E BORSANI - “QUANDO MI RIFIUTAI DI AUMENTARE I RIMBORSI PER ALCUNE ATTIVITÀ PRIVATE, LUI SI INCAZZÒ MOLTISSIMO”...

Davide Carlucci e Emilio Randacio per "la Repubblica"
RENATO BOTTIRENATO BOTTI
Il "sistema Daccò" raccontato da chi lo ha vissuto, anzi subito. Un metodo fatto di relazioni personali (incurante delle competenze), di «pressioni sulle istituzioni pubbliche» e sui manager privati, di spregiudicate manovre per incamerare una quota sempre più grande della grande torta dei finanziamenti pubblici alla sanità. All'indomani della condanna a 10 anni del faccendiere per il crac dell'ospedale San Raffaele e per aver partecipato alla dissipazione dei fondi dell'ospedale fondato da don Luigi Verzè, leggendo tra le carte dell'inchiesta si intuisce sempre più nitidamente il ruolo dell'imputato.

Un ecumenismo contro l'unità e l'unicità della Chiesa? Il caso di Don Alfredo Jacopozzi su "Toscana Oggi"


P. Serafino M. Lanzetta scrive al Direttore di "Toscana Oggi", settimanale cattolico toscano  d'informazione, in seguito a un duplice intervento del Prof. Don Alfredo Jacopozzi, docente alla Facoltà teologica dell'Italia Centrale e direttore dell'ufficio culturale della Diocesi di Firenze, sull'ecumenismo. 
Caro Direttore,
leggendo la risposta di Don Alfredo Jacopozzi (pubblicata su Toscana Oggi del 3 giugno 2012, p. 19) ad un lettore che si chiedeva perché i cristiani sono divisi e non sono riuniti in un’unica Chiesa, non si può che restare esterrefatti. Muovendo dalle modalità del nuovo dialogo, che sarebbe iniziato grazie al Concilio Vaticano II, sembra che si metta in discussione lo stesso mistero della Chiesa, una santa cattolica e apostolica, come professata nel Simbolo della fede.

giovedì 4 ottobre 2012

“…e noi suoneremo le nostre campane!”


 

(di Giovanni Tortelli) Quale rimedio per un cattolico che ha appena intravisto – nella sua prima fanciullezza – l’altare rivolto verso il tabernacolo, la balaustra che divideva il presbiterio dall’aula, il sacerdote splendidamente rivestito coi pesanti e luccicanti paramenti che bisbigliava parole allora incomprensibili, il popolo che si inginocchiava al momento della comunione, davanti alle imminenti e di sicuro fragorose celebrazioni di quell’evento che cancellò con un colpo di spugna tutta questa realtà?

Le primizie del Concilio: Enzo Bianchi e la comunità di Bose



Quando so di aver commesso qualche peccato un po’ troppo grosso – come atto di dolore – sfoglio il Corriere della sera, sperando di trovare qualche articolo scritto da Enzo Bianchi. Così – il 24 settembre scorso, aprendo il Corriere a pagina 37 – ho letto: Il balzo in avanti di papa Giovanni nell’annuncio del Vangelo eterno. Con il Vaticano II una nuova pentecoste per la Chiesa cattolica. Ecco ciò di cui avevo bisogno per rimettere in regola – almeno in parte – la mia anima col buon Dio. 

Più che analizzare l’articolo nella sua completezza (i miei peccati sono gravi, ma non così tanto da dover commentare per intero un articolo del priore di Bose), mi soffermerò sul lunghissimo titolo celebrativo.

IL VESCOVO DI MEDJUGORJE RIBADISCE: «A MEDJUGORJE LA MADONNA NON E' MAI APPARSA»


Pontifex.Roma
Dichiarazione del Vescovo di Mostar - Duvno, Mons. Ratko Peric, in occasione della visita del card. Schönborn a Medjugorje Il cadr. Christoph Schönborn con la sua visita a Medjugorje ha suscitato un’impressione errata, come se con la sua presenza abbia riconosciuto l’autenticità delle “apparizioni” di Medjugorje, ma tempestivamente il Vescovo di Mostar - Duvno, sotto la cui giurisdizione ricade Medjugorje, ci tiene a ribadire che la Chiesa ha negato l’autenticità di quelle apparizioni e mette ancora una volta in evidenza l’irregolare e assurda posizione di quei “francescani” disubbidienti e sospesi a divinis che hanno gestito e gestiscono tutto l’imbroglio.

Apparizioni (?) "on demand"!

"Apparizione" della Madonna "coram Sanctissimo"???
Sono rimasto alquanto colpito e turbato dagli ultimi video che mi sono stati inviati e che riguardano le presunte apparizioni alla veggente Marija Pavlovic il 22 settembre scorso allo stadio di Cassola. Dal video emergono abusi liturgici difficilmente tollerabili e su cui, non nutro molti dubbi, indagheranno le competenti autorità. La cosiddetta "veggente", alla presenza del Santissimo Sacramento appena esposto sull'altare, con totale noncuranza della presenza di Gesù (che evidentemente non le appare) si inginocchia davanti alla statua  (!) della Vergine Maria e inizia la preghiera del rosario. Come al solito, ad un certo punto (min. 5:41, si estranea dalla preghiera e pare colloquiare con qualcuno che non vediamo. 

Io chiedo: è mai possibile che la Madonna non dica niente alla veggente, non la rimproveri almeno un po' per la poca attenzione che rivolge al suo adorabile Figlio, sacramentalmente presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità?

Orantes fratres..?

IL “SISTEMA DACCO’” FA IMPALLIDIRE ER BATMAN - NELLE TASCHE DEL “FACILITATORE” DEL PIRELLONE SAREBBERO FINITI 80 MILIONI DI SOLDI PUBBLICI, ALCUNI DEI QUALI SAREBBERO “GIRATI” AL CELESTE - SAN RAFFAELE E FONDAZIONE MAUGERI I POZZI SENZA FONDO DELLA CORRUZIONE - IL SUICIDIO DI MARIO CAL CONVINSE LA “TALPA” DONATI A VUOTARE IL SACCO - “CANTA” ANCHE IL PRIMARIO SPANEVELLO…
Piero Colaprico per "la Repubblica"
DACCO' - FORMIGONIDACCO' - FORMIGONI
Di lui, all'inizio dello scandalo, il presidente Formigoni diceva: «Mi pare faccia il consulente nel settore della Sanità». Poi emersero cinque lussuosi capodanni insieme. Yacht con equipaggio messi a disposizione. Cene senza limiti, eventi, feste. Da ieri sull'ex semisconosciuto Pierangelo Daccò sono piovuti 10 anni di carcere.
Cinquantasei anni, residenza in Svizzera ma dalla metà del novembre 2011 detenuto a Opera, assiduo della Regione, del "capo casa" di Formigoni Alberto Perego, dello stesso presidente che ha beneficiato per vari milioni di euro, Daccò è stato dunque condannato per concorso esterno in bancarotta. Quella dell'ospedale San Raffaele.

MAGGIORDOMO, MA DI CHI?


 IN CASA DI PAOLO GABRIELE UN ARCHIVIO VATICANO “PARALLELO” - UN MIGLIAIO DI DOCUMENTI TRA I QUALI TESTI CIFRATI DELICATISSIMI DESTINATI ALLE AMBASCIATE E LETTERE DEL PAPA ALLA SUA FAMIGLIA - “APPASSIONATO DI INTELLIGENCE” O AL SERVIZIO DI QUALCHE SERVIZIO? IL NOSTRO AGENTE IN VATICANO ERA “OPERATIVO” ALMENO DAL 2006 - RITROVATE ISTRUZIONI SU COME REGISTRARE VIDEO E USARE IL CELLULARE “IN MODO VELATO”…

Gian Guido Vecchi per il "Corriere della Sera"
PAOLO GABRIELE IN AULAPAOLO GABRIELE IN AULA
Documenti «riservatissimi», dice il gendarme in aula, e Paolo Gabriele abbozza un sorriso sarcastico. Non che ci sia molto da ridere. In casa del maggiordomo c'erano pure carte sulle quali Benedetto XVI aveva scritto di suo pugno «zu vernichten», da distruggere, e che l'aiutante di Camera s'era portato a casa. Perfino lettere private «riguardanti la totale privacy e la vita familiare del Santo Padre», spiega ai giudici Stefano De Santis, uno dei quattro uomini della Gendarmeria che il 23 maggio fecero la perquisizione.

Opus de che?


Emanuela Orlandi e i festini

satanici. 

Amorth, esorcista: avevo detto a Pietro..i

Nel rileggere il libro di don Gabriele Amorth, “L’ultimo esorcista”, mi sono accorto che dove parla di Emanuela – solo in parte delle pagine 227, 228 e 229 – m’erano sfuggiti quattro piccoli particolari. Piccoli, ma interessanti e che aggiungono motivi di perplessità sulla poca coerenza dei comportamenti di Pietro Orlandi alla ormai lunga lista formulata nel tempo.                                              A pagina 227 c’è scritto:
“Emanuela, infatti, suona il flauto presso la chiesa di Sant’Apollinare in Classe, dove c’è una sorta di conservatorio”.
Questa affermazione non corrisponde al vero, per ben due ragioni. In primo luogo, nella chiesa non c’era alcun conservatorio né nulla di simile. Il conservatorio si chiamava Ludovico da Victoria e si trovava al quarto piano del palazzo omonimo e contiguo, oggi interamente occupato dall’Università della Santa Croce creata dall’Opus Dei.

mercoledì 3 ottobre 2012

E QUESTO SAREBBE UN MAGGIORDOMO?

DALLA LUNGA PERQUISIZIONE A CASA DI PAOLETTO, SPUNTANO MIGLIAIA DI DOCUMENTI RIGUARDANTI LA MASSONERIA, IN MEZZO AI QUALI C'ERANO CARTE RISERVATISSIME, ALCUNE ANCHE AUTOGRAFE, DEL PAPA - DOCUMENTI “RIGUARDANTI LA TOTALE PRIVACY E VITA FAMILIARE DEL SANTO PADRE”, ALTRI ANCORA “RISERVATISSIMI” E CON LA SCRITTA IN TEDESCO “DISTRUGGERE” - UN “CORVO” AL SOLDO DI QUALCHE SERVIZIETTO STRANIERO? -
Giacomo Galeazzi per "La Stampa"
PAOLO GABRIELEPAOLO GABRIELE
Lo strano archivio da 007 del corvo. Lettere di politici, corrispondenza tra i cardinali e il Papa, documenti su massoneria e servizi segreti. Durante la perquisizione del 23 maggio nella casa di Paolo Gabriele sono state ricercate carte trafugate dall'appartamento pontificio anche nelle camere dei figli dell'ex maggiordomo.
Dato anzi che la perquisizione andava per le lunghe e che lo stesso Gabriele aveva deciso di non far allontanare la sua famiglia, il capo della Gendarmeria Domenico Giani, ha ordinato a un certo punto che si affrettasse il lavoro nelle camere dei figli per arrecare minor danno ai ragazzi e permetterli di andare a dormire. Durante la terza udienza del processo, i quattro gendarmi ascoltati dal tribunale hanno fatto luce sulla scena del ritrovamento dei dossier del corvo.