Il cardinal Bertone
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Il Natale è il regalo che Dio fa a noi tutti, un bambino che nasce in una grotta al freddo e al gelo e appena adolescente sconvolge i dottori del Tempio, instaurando una religione che da duemila anni illumina i credenti e, in controluce, anche i miscredenti. Il dono di Sé che Dio ci fa è incomparabilmente prezioso, ma ben vengano anche cenoni e mercanzie; Dio osserva e sorride. Ecco tutto compunto avanzare un uomo che per l’occasione, stimandosi un mostriciattolo, è corso a travestirsi da un rinomato sarto. Non gli basterà, anzi, sarà la sua rovina. La credenza che un taglio di classe possa elevare chi lo indossa è del tutto allucinatoria, presuntuosa e patetica. Di colui che si affanna a celare la propria presunta bruttezza non si dirà “guarda come è elegante”, ma “guarda come si vergogna”. Non c’è bruttezza, se non quando si cerca di nasconderla. Elegante è colui che nemmeno sa quel che indossa, e sorride stupito quando glielo fanno notare. Elegante chi guardandosi allo specchio vede due pesciolini di De Pisis, odorosi di mare e di morte.