ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 12 maggio 2015

Questa è la fede di Myriam


All’inizio di marzo l’emittente Sat 7 Arabic ha realizzato un servizio tra i cristiani iracheni rifugiati e fuggiti da Qaraqosh a causa delle violenze dell’Isis. Questa è l’intervista sottotitolata in italiano a una bambina, Myriam.

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Da Adamo maschilista a Bergoglio femminista


Jacopo Tintoretto - La tentazione di Adamo ed Eva
Galleria dell'Accademia di Venezia
Ormai dovremmo essere abituati alle esternazioni tanto maldestre quanto inaudite di questo nuovo Papa che si è voluto chiamare demagogicamente “Francesco”, eppure egli continua a stupirci. Chissà! Forse perché noi siamo duri di comprendonio! O forse perché è lui ad essere una vera e propria fucina di “bischerate”, come direbbe il suo caro amico Roberto.

Sarebbe davvero incredibile che papa Bergoglio non avesse mai letto il Libro della Genesi, quindi, dando per scontato che lo abbia letto, resta da concludere che non ne abbia capito un’acca.
È quello che si è costretti a dedurre dopo aver letto l’incredibile “sparata” del 29 aprile scorso, quando durante l’udienza “pubblica”, in piazza San Pietro, se n’è venuto fuori con la seguente frase:
«Le difficoltà non sono solo di carattere economico, sebbene queste siano davvero serie. Molti ritengono che il cambiamento avvenuto in questi ultimi decenni sia stato messo in moto dall’emancipazione della donna. Ma nemmeno questo argomento è valido, è una falsità, non è vero! E’ una forma di maschilismo, che sempre vuole dominare la donna. Facciamo la brutta figura che ha fatto Adamo, quando Dio gli ha detto: “Ma perché hai mangiato il frutto dell’albero?”, e lui: “La donna me l’ha dato”. E la colpa è della donna. Povera donna! Dobbiamo difendere le donne!» (Udienza del 29 aprile 2015)

Se pullulano i rivoluzionari..

La S.Messa e la rivoluzione liturgica

[...] San Pio X fece dell’«Instaurare omnia in Christo» tutto il programma del suo pontificato.
La realizzazione di questo regno comporta una lotta contro coloro che lo rigettano e questo spiega l’opposizione acerrima di san Pio X prima e di Mons. Lefebvre poi, contro il modernismo penetrato nella Chiesa.
Certamente Gesù è Re perché è Dio, e quindi a lui tutte le creature devono rendere omaggio, ma è Re anche in quanto uomo poiché ci ha riscattati dal potere di Satana, versando il suo sangue sulla Croce. Per questo a lui apparteniamo e a lui dobbiamo sottomettere prima di tutto la nostra mente con un’adesione completa alle verità che ci ha rivelato e che ci indicano il cammino per giungere alla salvezza. A lui dobbiamo sottomettere anche la volontà conformando sempre più la nostra vita alla sua legge.
Il regno di Cristo poi non si estende unicamente sulle anime e sulle famiglie ma anche sulla società che è in definitiva una creatura di Dio poiché è Lui che ha dato all’uomo una natura sociale. Anch’essa quindi deve rendergli un culto pubblico nella religione che Egli ha rivelato e fondare i suoi ordinamenti sulla legge naturale e quella divina.

C'é un vescovo a Brixen!

A BRESSANONE ERA TUTTO PRONTO PER IL SOLITO «ADEGUAMENTO LITURGICO». MA IL VESCOVO HA DETTO NO

A Bressanone era tutto pronto per il solito «adeguamento liturgico». Ma il vescovo ha detto no



Era già tutto pronto per il rifacimento del presbiterio della storica chiesa di San Michele a Bressanone, approfittando dei lavori di restauro dell’edificio sacro costruito agli inizi del 1500 in stile tardo gotico e poi “barocchizzato” a metà del ‘700.

Mammana & Papano

La “mammana” radicale Emma Bonino diventa un “Nuovo Padre della Chiesa” 

L’aver incontrato e “salutato calorosamente” la Bonino , insieme ai bambini delle scuole, è stata una pagina nera per la Chiesa italiana… e mancanza di carità cristiana e pietà per la stessa Bonino, che avrebbe bisogno di incoraggiamento sulla strada del pentimento e di tante preghiere.

di Pucci Cipriani
.
zzzzbnnppDecine di migliaia di occhi sono puntati sulla finestra di Piazza San Pietro dalla quale, ogni domenica, il Papa, che ha la residenza a Santa Marta, si affaccia per recitare l’Angelus. Sotto un sole che acceca e scotta, molti fanciulli – numerose sono le famiglie di “conigli” accorse a Roma per la Marcia per la Vita – sulle spalle del babbo si godono, dall’alto, lo spettacolo di una piazza viva e colorata che definirei, pascolianamente, come i deschi di un tempo : “fioriti d’occhi di bambini”.

“Nuova Pentecoste” ?

Non a caso, Castro ha tenuto a dire “Quando Francesco verrà a Cuba andrò a tutte le sue messe”, ma si è ben guardato dal dire che, d’ora in avanti, andrà a Messa. Perché evidentemente, agli occhi tutt’altro che ingenui di un vecchio comunista, le Messe di Bergoglio rappresentano qualcosa di più. O qualcosa di diverso?


La Chiesa esisteva prima del Papa.

Il Cattolicesimo non è il “culto di un buddha vivente". L'attualità di un'intervista di Monsignor Ducaud Bourget sulla Tradizione cattolica

Monsignor François Ducaud Bourget, quando il 27 febbraio 1977 organizzò la presa della chiesa di Saint Nicolas du Chardonnet a Parigi per ottenere ai parigini un tempio (negato ostinatamente dal Cardinal Marty) nel quale potessero assistere alla Messa di sempre e pregare secondo le forme tradizionali della santa liturgia (vediqui), era stato cappellano dell’Ordine di Malta e prelato d’onore di Pio XII.

Botti & botte

Primi botti in vista del Sinodo di ottobre. Dalla Svizzera fanno sapere che “la Santa Famiglia non è più il modello ideale”

Il relatore generale denuncia "una pressione senza legittimità teologica"

Il cardinale Péter Erdo, arcivescovo di Budapest e relatore generale del Sinodo
Roma. Il cardinale Péter Erdo, arcivescovo di Budapest e relatore generale del Sinodo dei vescovi sulla famiglia, ha avvertito che “una pressione senza legittimità teologica sicuramente causa soltanto una divisione ulteriore nella chiesa”. Insomma, meglio che non ci siano calate sull’Urbe di presuli decisi a rivoluzionare la morale sessuale cattolica – “noi non siamo una filiale di Roma”, aveva fatto sapere il cardinale Reinhard Marx, capo dei vescovi tedeschi e pronto ad andare per conto suo a prescindere dalle risultanze sinodali – ma piedi ben piantati a terra.

lunedì 11 maggio 2015

Ghostwriter

E questo sarebbe il teologo di fiducia del papa?

tucho
Nel “cerchio magico” degli intimi di papa Francesco il numero uno è sicuramente Víctor Manuel Fernández, rettore della Universidad Católica Argentina di Buenos Aires nonché arcivescovo titolare dell’estinta sede metropolitana di Tiburnia.
O almeno, numero uno lo è stato fino a ieri. Perché l’intervista che ha dato al “Corriere della Sera” di domenica 10 maggio potrebbe segnare l’inizio della sua rovina.

La gogna, poi..

Mani mozzate a chi dirà che l'erba è verde
La dittatura del pensiero unico
«Un giorno il mondo si svegliò e si scoprì ariano». Lo scrive Sant’Agostino: la fede nel Dio unico in tre persone e nella divinità di Gesù Cristo si trovò improvvisamente perduta. Solo l’ardimento combattivo di Sant’Atanasio, che si rifaceva ai Vangeli e al cuore del popolo cristiano, riportò la barca della Chiesa al porto della vera fede. Millesettecento anni dopo continuano a ripetersi fenomeni analoghi di “perdita della verità” e di intruppamento ideologico. 

Habebamus ecclesias..




1. LA MOSCHEA NELLA CHIESA VENEZIANA FA INFURIARE IL PATRIARCATO, CHE PERÒ NON SA NEANCHE SE SIA SCONSACRATA. IN PASSATO È STATA USATA ANCHE COME CAMPO DA BASKET!
2. UN VISITATORE RIFIUTA DI TOGLIERSI LE SCARPE E CHIAMA IL 113: "È UN PADIGLIONE D'ARTE, NON UN LUOGO DI CULTO. NON POSSONO IMPEDIRE LA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE PERSONE"
3. PER CALMARE GLI ANIMI, CI MANCAVANO PURE DUE CALZINI A MOLLO NELL'ACQUASANTIERA
4. L'EDIFICIO DI S.MARIA DELLA MISERICORDIA È PROPRIETÀ PRIVATA DAL 1973 E INUTILIZZATO DAL 1969, MA LE AUTORITÀ ECCLESIASTICHE SE NE SONO ACCORTE SOLO DOPO CHE IL PADIGLIONE ISLANDESE DELLA BIENNALE CI HA MESSO DENTRO LA COMUNITÀ MUSULMANA

L'edificio di Santa Maria della Misericordia è di proprietà privata dal 1973 e inutilizzata dal 1969, ma le autorità ecclesiastiche se ne sono accorte solo dopo che il padiglione islandese della Biennale ci ha messo dentro l'imam e la comunità musulmana veneta, che da anni chiedeva un posto dove pregare...

Il bel tacer?

La porta chiusa di papa Francesco

Dalla fine del sinodo del 2014 è intervenuto decine di volte su aborto, divorzio e omosessualità. Ma non ha più detto una sola parola a sostegno delle "aperture" reclamate dai novatori

ROMA, 11 maggio 2015 – La seconda e ultima sessione del sinodo sulla famiglia si avvicina e la temperatura della discussione si alza sempre di più.

Ha fatto scalpore, da ultimo, la sortita dei vescovi tedeschi, che danno ormai per acquisiti, nel "contesto culturale" della loro Chiesa locale, mutamenti sostanziali di dottrina e di pratica pastorale in materia di divorzio e di omosessualità:

> Sinodo. I vescovi tedeschi mettono il carro davanti ai buoi (6.5.2015)

Niente di nuovo, in questo. La gran parte dei vescovi di Germania sono da tempo attestati su posizioni di questo tipo, già da prima che il cardinale Walter Kasper aprisse il fuoco con la memorabile relazione introduttiva al concistoro cardinalizio del febbraio 2014, a sostegno della comunione ai divorziati risposati:

> La vera storia di questo sinodo. Regista, esecutori, aiuti (17.10.2014)

La novità è un'altra. E ha per protagonista papa Francesco.

E' Dio che dà la vittoria

Marcia Nazionale per la Vita 2015 – il discorso di chiusura di Virginia Coda Nunziante


Il mondo, in quest’ora di terribile confusione ha bisogno di parole chiarificatrici che ci ricordino che cosa è bene e che cosa è male, che cosa è vero e che cosa è falso, che cosa è giusto e che cosa è ingiusto.
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L'evangelizzazione delle periferie

Flash mob per Papa Francesco dai bambini al laghetto Eur – FOTO E VIDEO

Nella mattinata di ieri 10 maggio, si è tenuto un flash mob per Papa Francesco dai bambini al laghetto Eur, denominato Pope is Pop.
E’ stata una domenica romana alternativa per molte famiglie che hanno preferito restare in città ed hanno goduto di una giornata estiva trascorsa a riva del laghetto, tra pic – nic, prime tintarelle e danze! Infatti, ieri è stato organizzato un flash mob per Papa Francesco dai bambini al laghetto Eur. Ci hanno pensato i Poppers ad intrattenere i bimbi presenti, coinvolgendoli nel flash mob di “Pope is Pop”.

Indifferente acquiescenza

Quale accoglienza?

Non è per portare altra acqua al fiume di retorica sterile che, in un senso o nell’altro, sommerge le testate giornalistiche e televisive. È semplicemente per fare uso – se ancora ci è permesso – del prezioso dono del raziocinio, che distingue la nostra specie da qualsiasi altra. È un tentativo mosso dalla speranza che, ridestandoci dal torpore morale e intellettuale dell’homo technologicus, possiamo ricuperare la capacità di guardare in faccia la realtà e, di fronte a quanto sta accadendo, trovare con l’aiuto di Dio un modo realistico per reagire.

Il nuovo vate della nazione?


IL (VERO) DANTE CHE NON SENTITE DA BENIGNI

inferno
In altri tempi a celebrare solennemente in Senato, alla presenza del Capo dello Stato, il 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri, sarebbero state chiamate personalità del calibro di Francesco De Sanctis o Benedetto Croce.
Ma ogni epoca ha i vati che merita. Così, pare per volontà del presidente Grasso, il Senato nei giorni scorsi ha fatto tenere la suddetta prolusione al comico di Vergaio, Roberto Benigni. E’ lui il nuovo vate della nazione?

domenica 10 maggio 2015

Medjuwood: me li faccio io i segni smarriti dai sedicenti veggenti*..!

Reportage da Medjugorje, ecco i segni di Maria

Medjugorje. Una grande chiesa bianca che si staglia verso il Cielo azzurro. Monti aspri e brulli che salgono fino in Paradiso. Paradiso che scende sulla Terra. E ci parla. E ci salva. Medjugorje è chi batte le mani, chi sta in silenzio durante l’Adorazione, chi fa la Comunione e piange a dirotto, chi guarda in alto verso il sole aspettando un segno; sono i bambini che dicono con voce dolce e stentata, a mo’ di fiaba, il Santo Rosario; sono le canzoni, i fazzoletti variopinti; è l’incrociarsi di pellegrini di tutte le nazioni, con bandiere e cappelli colorati; pellegrini che intonano canti religiosi e pregano. E’ sudore vero, è caldo, è freddo. Stanchezza e felicità. Medjugorje sono i sacerdoti di frontiera e di trincea, sono i tossicodipendenti, gli orfani di guerra, i tanti convertiti e i tanti miracolati. Sono i veggenti e le testimonianze di chi ci è stato, di chi ci è tornato, di chi ci va sempre.

Sogno di una notte di mezzo sinodo

HO SOGNATO. MA ERO SVEGLIO


ho sognato ma ero sveglio
  • Ho sognato un mondo dove l’Europa era tornata ad essere la tribuna dalla quale brillava su tutti i popoli la luce della Cristianità e della civiltà umana;

La posta in gioco

Ma quale misericordia…

Una “fede” puramente volontaristica, sospesa al mero arbitrio dell’individuo, allo stato d’animo del momento, a sogni irreali di un mondo nuovo popolato da un’umanità totalmente buona… Una fede tipicamente protestante fondata unicamente sulla tua volontà di credere, che ti fa vedere la realtà come ti piacerebbe che fosse: io sono sì peccatore, ma Dio mi considera giusto; certe mie azioni sono sì cattive, ma Dio le scusa sempre e comunque; gli uomini fanno sì del male, ma Dio li ama così come sono, e via di seguito.

El Conducător e la estrella emergente

Il teologo argentino più vicino al Papa, monsignor Víctor Manuel Fernández, 52 anni, rettore dell‘Universidad Catòlica Argentina di Buenos Aires. «I nemici non fermeranno Francesco»«I fedeli sono con Francesco. La Curia? Non è essenziale» 


(Massimo Franco) Il Papa isolato? «Per niente. La gente è con lui. I suoi avversari sono più deboli di quanto non credano». La Curia vaticana? «Non è essenziale. Il Papa potrebbe pure andare ad abitare fuori Roma, avere un dicastero a Roma e uno a Bogotà». Un ritorno al passato dopo Francesco? «Indietro non si torna. Se e quando non fosse più Papa, la sua eredità resta». Un Conclave oggi lo rieleggerebbe? «Non lo so, magari no. Ma è accaduto e tutto quello che si può pensare prima o dopo il Conclave non è importante. Crediamo che a guidare il Conclave sia lo Spirito santo, e che non si può contraddire lo Spirito santo. Se poi alcuni si sono pentiti, non cambia nulla». Rischi per il rapporto diretto tra Papa e popolo, saltando la Chiesa? «Ma la Chiesa è il Popolo di Dio guidato dai suoi pastori. Gli stessi cardinali possono sparire, nel senso che non sono essenziali. Essenziali sono il Papa e i vescovi…».
Visti da Buenos Aires, il Vaticano e la Curia continuano a essere un grumo di potere misterioso e tenace.

Parigi non vale una messa


“La Francia è ancora strattonata fra due vecchie correnti, rispettare la religione o combatterla”, aveva detto anni fa il cardinale Barbarin
Questione di metri e di stazza, insomma. Se la statua non fosse stata così “vistosa”, se l’arco a sormontare il volto rotondo di Giovanni Paolo II non fosse stato così largo, se quella croce non fosse stata messa in cima, ecco che allora il monumento non avrebbe infranto le rigorose leggi del 1905 sulla separazione tra stato e religione. Ma visto che l’opera artistica ha una croce e che chiaramente rimanda al culto cattolico, va ridotta in pezzi. Rasa al suolo. Senza alcuna intenzione di darsi, poi, alla meritoria e paziente tecnica dell’anastilosi.

Cosa non si fa per l'ecumenismo..?

La chiesa diventa moschea: l'artista lascia i calzini sporchi nella vasca dell'acqua santa

A Venezia l'installazione della Biennale aveva trasformato una chiesa in moschea: ora si scopre che l'artista ha lasciato due calzini a mollo nell'acquasantiera
Un pugno allo stomaco. L'acquasantiera della chiesa di Santa Maria della Misericordia - la chiesa veneziana trasformata in moschea per la Biennale - trasformata in lavabo, con tanto di calzini (sporchi?) che penzolano dal marmo.


Dopo le polemiche esplose per la trasformazione della chiesa in moschea, la sezione cittadina di Fratelli d'Italia ha organizzato un presidio di protesta davanti a Santa Maria della Misercordia, ottenendo di entrare in visita nel tempio degli islamici.
Ieri pomeriggio, la scoperta che ha lasciato tutti basiti.

Beati i primi?

Bergoglio a Bagnasco: “Il Papa non parla per ultimo”. Scontro per assemblea Cei

Il Pontefice riscrive il programma che era stato presentato ufficialmente dai vertici della Chiesa italiana e aprirà nuovamente l’annuale assemblea dei vescovi che si terrà in Vaticano dal 18 al 21 maggio


Bergoglio a Bagnasco: “Il Papa non parla per ultimo”. Nuovo scacco di Francesco alla Cei. Il Pontefice, infatti, sovvertendo il programma che era stato presentato ufficialmente dai vertici dellaChiesa italiana, aprirà nuovamente l’annuale assemblea della Cei che si terrà in Vaticano dal 18 al 21 maggio 2015.

Esaltare l'inesaltabile

"O reddito di spiritualità e sacralità o tutti a casa ( del diavolo)"


E' Parola di Dio : "Mi prostrai in adorazione ai piedi dell'angelo che me le aveva mostrate. Ma egli mi disse: "Guardati dal farlo! Io sono un servo di Dio come te e i tuoi fratelli, i profeti, e come coloro che custodiscono le parole di questo libro. E' Dio che devi adorare" (Apocalisse 22, 8-9)
La deriva cattolica è iniziata  quando l'uomo è stato messo al centro anche delle attenzioni cultuali. 
Una progressiva degenerazione           
( attualmente acceleratissima )  non solo nelle parole di questo o quel prelato, ma perfino nella liturgia quindi nella simbologia cattolica . 

sabato 9 maggio 2015

Due meglio di uno?

A chi abbraccia il biritualismo


La questione della messa è questione di fede. La difesa del rito tradizionale della messa è difesa della fede cattolica, quella di sempre che non può cambiare. Non si tratta di un problema di gusto personale, di scegliere la messa che mi piace. […]È in gioco la fede, e la fede viene prima di tutto, perché è ciò che ci è chiesto per salvarci. Per questo da mesi continuiamo a riferire ciò che successe nell'Inghilterra del XVI secolo, quando, innanzitutto per una riforma liturgica sbagliata, si perse la fede cattolica. Ci sembra che l'analisi di quei fatti sia un grande aiuto per capire la posta in gioco oggi, nella difesa del rito tradizionale della messa.
Ci spiace che molti ancora non abbiano compreso che è innanzitutto per custodire il Cristianesimo di sempre che ci siamo “accaniti” nel celebrare la messa in rito antico. Siamo sicuri che il Motu proprio del luglio 2007 sia stato voluto dal Papa per sanare le storture pericolosissime che ha preso la liturgia vissuta nelle nostre chiese che ha generato storture nella fede. Avremmo desiderato che si aprisse un dibattito più profondo proprio su questo punto, che almeno i sacerdoti si ponessero qualche interrogativo in più su tutta questa faccenda... in moltissimi casi non è stato così, purtroppo. Ci si è fermati su banalità, sulla libertà o meno dei fedeli di scegliere, su semplici ragioni giuridiche (è lecito o no imporre la messa antica), ma si è evitata la questione centrale: è in gioco la difesa della fede cattolica, minacciata da una “banalizzazione” che può portare fino all'eresia. Ma confidiamo nella Grazia di Dio e non disperiamo, mai. Siamo sicuri che molti, sacerdoti e fedeli, sono preoccupati della situazione del Cattolicesimo nelle nostre terre e che prima o poi vinceranno il timore di esporsi. Molti diranno: non c'è superbia in tutto questo? Chi credete di essere per dire che è in pericolo la fede?

Per una fede sempre più microscopica

Una Bibbia delle dimensioni di un granello di sabbia

Per celebrare il suo 50° anniversario, il museo di Israele a Gerusalemme

 espone la “nanoBibbia”, la versione dell'Antico Testamento più piccola al mondo


Avrà senz'altro molti ammiratori, ma la “nanoBibbia” non si lascia vedere facilmente: misura 0,04 millimetri, le dimensioni di un (piccolo) granello di sabbia.

La sua minuscola superficie contiene tuttavia i 24 libri dell'Antico Testamento scritti in ebraico, ovvero 1,2 milioni di caratteri. Per leggerla servirebbe un microscopio che aumentasse di 10.000 volte.

Secondo Francesco.

Francesco ai nuovi sacerdoti:

Dimenticate ciò che la Chiesa ha sempre praticato!
Battezzare chiunque ne faccia richiesta.

Un altro giorno, un'altra novità dalle labbra di Francesco. Questa volta, in un discorso che é seguito all'ordinazione di nuovi sacerdoti, ha dichiarato: "Non mai rifiutare il battesimo a chiunque ne faccia richiesta (il corsivo è mio)! "
Mai rifiutare il battesimo? In ogni circostanza? Questo non è certo ciò che la Chiesa ha sempre insegnato prima di Francesco.

Chi sì e chi no..

Marcia per la vita, chi partecipa e perché alla quinta edizione


L’anno scorso, sempre nel mese di maggio, sono stati in quasi 40 mila quelli che hanno sfilato a Roma per la quarta “Marcia Nazionale per la vita”. Il corteo si chiuse in piazza San Pietro, dovePapa Francesco scese fra i partecipanti, marciò un po’ con loro e, con parole assolutamente non di circostanza, li incoraggiò a suo modo: «Andate avanti così: la vita va difesa sempre!».

Ora manca solo un giorno alla quinta edizione di questa kermesse che, nata in sordina nel 2011, partirà domani alle ore 14.00 da via della Conciliazione, per concludere il suo percorso nel centro storico di Roma, cioè a piazza della Bocca della Verità.

Uscire da Babilonia

Uscite, popolo mio, da Babilonia, per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli (Ap 18, 4).
Il ricorso a questo testo ispirato, nel discorso che stiamo sviluppando da alcuni mesi, presenta di primo acchito due inconvenienti non trascurabili, ma in realtà facilmente superabili. Innanzitutto, queste parole si riferiscono propriamente al piano socio-politico-economico, non a quello della falsa religione incaricata di legittimare il regime della bestia (cf. Ap 13, 1ss.11ss). In secondo luogo, la loro lettura è distorta, da ben cinque secoli, da un illegittimo filone interpretativo che identifica Babilonia con la Chiesa Cattolica. Chiunque abbia un po’ di buon senso si chiede ovviamente come avrebbe potuto, l’autore sacro, bestemmiare in tal modo la Sposa del suo Signore; ciononostante, tale argomento continua ad essere ampiamente utilizzato da una multinazionale della carta stampata che, mediante il plagio sistematico e un turpe sfruttamento di persone manipolate, strappa alla Chiesa milioni di fedeli per ingabbiarli nelle sue angoscianti menzogne, che ripugnano a qualsiasi intelletto sano e minimamente istruito.

venerdì 8 maggio 2015

Salvati dal naufragio patmosiano


L’Unione Apostolica “Fides et ratio” è lieta di annunciare la prossima uscita di un libro di grande importanza per capire il momento presente in relazioe ai temi del Sinodo del prossimo mese di Ottobre. Uscirà tra circa un mese. Ne anticipiamo qui la copertina.

Contro la cremazione: cosa vi è nel corpo di così importante?

I santi delle catacombe: 

così veneravano i martiri

Sembrano re inca o augusti imperatori, ma sono santi cattolici 

ornati maestosamente dopo essere stati dimenticati per secoli


Sapevate che un giorno il sottosuolo di Roma è stato abitato da scheletri degni dei romanzi più fantastici? Potete crederci guardando queste immagini, che portano alla luce gli ornamenti lussuosi e sontuosi con cui sono stati adornati questi resti di santi cristiani.



Nel 1578 vennero scoperti dei labirinti sotto la capitale italiana. I primi a percorrerli li battezzarono “catacombe dei santi”. Questi corridoi sotterranei erano in realtà gli ultimi resti della vita dei primi cristiani della Chiesa. Per via della repressione subita alla loro epoca, sono ritenuti tra i più grandi santi della storia del cattolicesimo.



Gli scheletri vennero adornati in questo modo dopo che essere stati estratti da terra, o meglio dal sottosuolo. Ornati con le pietre più belle e ricoperti dei tessuti più sontuosi, sostituirono le sacre reliquie distrutte o rubate nelle chiese nell'ondata di saccheggi che accompagnarono la Riforma.



Questi santi delle catacombe di Roma vennero allora esposti all'interno di numerose chiese, non solo per sostituire le reliquie distrutte, ma anche per ricordare a tutti i fedeli la devozione che dovevano professare ai propri martiri.



Questi personaggi sacri suscitarono allora un miscuglio di ammirazione e timore.


Particolarmente affascinato da queste scoperte e dalla storia nascosta di queste “catacombe di santi”, lo storico dell'arte (e cercatore di reliquie) Paul Koudounaris ha viaggiato per tutta l'Europa per seguire le orme di questi santi, ed è l'autore di queste immagini.



Paul Koudounaris ha descritto il suo periplo nel libro Heavenly Bodies: Cult Treasures and Spectacular Saints from the Catacombs (Corpi celestiali: grandi tesori e santi spettacolari delle catacombe), un libro-album che raccoglie tutte le sue ricerche e i suoi risultati.


Quest'opera permette di capire chi erano, come sono morti e perché sono stati dimenticati dalla Chiesa cattolica fino al 1578.


Curiosamente, molti scheletri non sono stati esposti in chiese. Alcuni sono stati sempre conservati in attesa di essere adornati e presentati in pubblico.


Le prime catacombe vennero scavate nel I secolo d.C., fuori dall'antica muraglia. I primi cristiani rispettarono così la legge romana che obbligava a seppellire o incenerire i cadaveri all'esterno della città.


Le descrizioni realizzate da Paul Koudounaris nella sua opera danno un'idea della composizione di questi splendidi ornamenti: “Stupisce lo scheletro di una santa, vestita con un complesso intreccio di seta e di filo d'oro, le dita ornate da rubini colorati e brillanti, smeraldi e di perle marcite”. È una delle reliquie particolarmente fotografate che si può trovare nell'opera Heavenly Bodies.




“La morte non è mai sembrata così bella”, scrive Koudounaris nell'introduzione al testo.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]
http://www.aleteia.org/it/arte/articolo/santi-catacombe-cosi-primi-cristiani-venerare-martiri-5779944089059328

Perché la resurrezione dei corpi? 

Non basta la salvezza dell’anima?

Cosa vi è nel corpo di così importante?


Perché tanta enfasi sulla resurrezione dei corpi quando basta la salvezza dell’anima? Cosa vi è nel corpo di così importante?
Simone Nespolo


Risponde suor Giovanna Cheli, docente di Sacra Scrittura alla Facoltà Teologica dell'Italia Centrale
La domanda posta dal nostro lettore è fondamentalmente una domanda sull’uomo, sul senso del suo corpo e quindi della sua vita. Inoltre pare che la resurrezione dei corpi sia contrapposta alla salvezza dell’anima che è destinata alla salvezza eterna, mentre il corpo si disfa. Il corpo non sembra recettivo della salvezza quanto invece lo è l’anima. Per questo la lettrice afferma: «basta la salvezza dell’anima».

C’è da chiedersi però se è possibile davvero «salvare l’anima» senza il »corpo». Il problema della salvezza è legato a quello della morte, per cui «salvare l’anima» significa comunemente far sì che l’anima raggiunga, grazie ad una vita spesa nella bontà, la visione beatifica mentre il corpo resta sepolto e si dissolve. Ma la prospettiva che la S. Scrittura ci consegna riguardo a queste cose non è proprio questa. Prima di tutto la fede nella resurrezione della carne non è un’enfasi, ma una verità essenziale della vita cristiana. Tutta la nostra fede è fondata sulla resurrezione di Gesù che apparve agli apostoli per quaranta giorni con un corpo vivo, mangiò con loro, si fece toccare, alitò su loro e parlò con loro: «Perché siete turbati e sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le miei mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». (Lc 24,39). Non fu facile per loro riconoscerlo, segno evidente che il suo corpo aveva subito delle trasformazioni, eppure in lui gli apostoli rividero i segni della sua storia e poterono persino toccarli nella persona di Tommaso. Dunque, la resurrezione del corpo del Signore e dei nostri corpi è un elemento essenziale della vita del cristiano e della sua fede.

La morte, che sentenzia la fine di una realtà e vorrebbe gettare una luce d’inutilità su ciò che prima è esistito, non è capace di interrompere la vita dell’uomo e segna solo la fine di un certo tipo di vita, quella fisica e biologica.  Alla luce dei racconti pasquali c’è da chiedersi: i nostri corpi sono solo uno strumento per la vita terrestre, oppure il loro significato va ben oltre il tempo assegnato fisicamente a ciascuno? Se la nostra anima era presente nel nostro corpo prima della morte, perché non si può pensare, in un certo senso, che il nostro corpo dopo la morte sia presente nella nostra anima e che l’uno e l’altro si trasformino al momento del passaggio da questa vita all’altra? Se si obietta, a ragione, che dopo la morte il nostro corpo non è più quello di prima, perché non si può dire  così anche dell’anima: essa con la morte non è più quella di prima perché è privata del suo corpo fisico. Il Risorto ci ricorda che la morte, pur trasformando il corpo biologico e l’anima, non ha il potere di sopprimere la loro relazione, creata da Dio.

È riduttivo dire che con la morte l’anima si separa dal corpo ed è invece più giusto dire che la nostra vita intera si trasforma in una dimensione nuova: la nostra anima e la nostra corporeità (non biologica) continuano a crescere verso la pienezza della vita divina. Il prefazio della Messa dei defunti dice: «la vita non è tolta ma trasformata..». La Parola di Dio afferma con chiarezza che il «corpo», da noi erroneamente ridotto solo a vita fisica, sta al centro di tutta la storia della salvezza: dalla creazione, all’Incarnazione del Verbo, alla sua morte Resurrezione, Ascensione al cielo dal quale attendiamo il ritorno. Se dovessimo pensare che il corpo muore con la fine della vita fisica, tutta la storia della salvezza sarebbe scardinata. Come ci ricorda Terulliano: caro cardo salutis (la carne è il cardine della salvezza).

Dietro questa centralità c’è una precisa idea di uomo che la S. Scrittura ci offre, diversificandosi dalla filosofia greca di cui il nostro pensiero è intriso. Nell’antropologia semitica, propria dell’AT e del NT, l’uomo non si può dire composto dall’unione di due elementi distinti come l’ anima e il corpo, dal principio spirituale e da quello materiale. È vero nella Scrittura non mancano richiami ad una dicotomia antropologica, che prende campo nel momento in cui la fede ebraica o cristiana si è confrontata con il mondo greco, ma l’idea di uomo che la S. Scrittura ci presenta è unitaria. Questo non vuol dire che non si veda nell’uomo una realtà complessa e articolata, costituita da più dimensioni variamente attestate. Quindi, sebbene si parli nella Bibbia di «anima» (nefeš- psiché), di «carne» (basar- sárx), di «spirito» (ruâh-pneûma), di «corpo» (sôma), l’uomo non s’identifica mai solamente con una di queste dimensioni. Non solo, mentre noi diciamo che l’uomo ha l’anima, ha il corpo, nella S. Scrittura si afferma che l’uomo è anima, spirito, corpo e così via. Questa precisazione è essenziale per dire un’unità sostanziale della realtà umana e sebbene essa sia sottoposta alla caducità nel suo corpo, l’aspetto della corporeità non è solo un fatto biologico ed esteriore, ma appartiene alla sua dimensione profonda. Ognuno di noi è il suo corpo, come è la sua anima e la relazione tra queste componenti è intima e indissolubile, così che se l’anima nel tempo terreno è impressa nel corpo, in modo analogico, anche il corpo è impresso nell’anima. Questa relazione è unitaria e non è destinata ad estinguersi. In questo senso la resurrezione riguarda tutta la persona, colta in tutti i suoi aspetti anche quelli più fragili, come la carne. Non basta, quindi, la salvezza dell’anima, perché è semplicemente impossibile: l’anima si porta sempre dietro la reciprocità con il suo corpo, è creata così, per questo nella visione cristiana la resurrezione del corpo è fondamentale. Non si deve, infatti, dimenticare che Dio ha fatto l’uomo «a sua immagine e somiglianza» (Gen 1,26) e che il Figlio di Dio è venuto nel mondo assumendo in tutto la nostra natura umana. Così dice la lettera agli Ebrei (10, 5), dando voce a Gesù: «Tu un corpo mi hai preparato allora ho detto ecco io vengo».

Il «corpo» è il luogo del dono ricevuto e ridonato. La salvezza dell’umanità non avviene attraverso il sacrificio solo spirituale di Gesù, o l’offerta della sua anima, ma attraverso il dono del «suo corpo», come ci ricorda l’Eucarestia. Senza il corpo del Signore e il nostro corpo, Dio non potrebbe rivelare tutto il suo l’amore che, sebbene nella temporaneità, è già eterno.

Nel Verbo fatto carne (Gv1,14), il corpo diventa un bene che è in comune tra Dio e l’uomo; non è quindi una zavorra di cui liberarsi, né un mero strumento che decade con il tempo: è il nostro modo di essere, è la nostra vita.  Anche noi nel nostro corpo siamo invitati a donarci, perché il suo principio e la sua pienezza è il dono.  Infatti, il corpo che noi siamo ci è stato donato dai nostri genitori e da Dio. Il nostro essere a «sua immagine e somiglianza» ci dice anche che la corporeità dell’uomo non solo è l’apice di tutta la creazione, ma il punto di riferimento di tutta la storia della salvezza che trova il suo centro nell’Incarnazione e nella morte e resurrezione del Signore.

Dopo Lui, anche noi risorgiamo nella carne. Quindi decade il «corpo biologico», ma non si esaurisce la sostanza del nostro essere, la nostra corporeità, crocevia del dono ricevuto e del donarsi: essa è destinata a rimanere per sempre, pur essendo trasformata nel passaggio dalla terra all’eternità.

Dopo la morte, la vita così intesa cresce ancora fino alla pienezza. Ecco perché, quando Gesù Risorge mostra le sue piaghe perché sono il segno corporeo della sua opera di amore che ha travalicato il tempo e lo spazio.  Il corpo di Cristo, come il nostro, registra ogni azione di amore. Il corpo non è il rivestimento di un principio spirituale, esso stesso è permeato dallo spirito: quando moriamo, noi continuiamo ad essere vivi e fecondi (per questo i morti e i vivi pregano reciprocamente) e custodendo l’impronta di Dio, veniamo trasfigurati nel nostro corpo.  Dice Paolo: «Dio dà a ciascun seme il proprio corpo.. Così anche nella resurrezione dei corpi è seminato corruzione, risorge nell’incorruttibilità.. è seminato corpo animale risorge corpo spirituale...» (1 Cor 15,35ss). Cosa c’è nel nostro corpo di così importante? L’immagine e somiglianza di Dio che torna a risplendere chiaramente con la Resurrezione.