Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
Il gregoriano cantato da una dozzina di monaci attorno ai 30 anni di età è acqua di sorgente fresca e vitale, solennità che non diventa mai pomposa, armonia che ha risolto un combattimento dell’anima intenso e protratto. Perché gli anni della giovinezza sono per lunghezza secondi solo a quelli dell’infanzia. L’esperienza è alla portata di tutti coloro che varcano la soglia della basilica di san Benedetto a Norcia per prendere parte alla Messa conventuale che ogni mattina viene celebrata alle ore 10 dalla comunità benedettina nella forma straordinaria. Per intenderci: la Messa tridentina, che il Summorum Pontificum di Benedetto XVI ha riportato di attualità, e che i monaci celebrano pubblicamente perché, dicono a Tempi, «questa forma è più consona allo stile contemplativo della nostra preghiera.
Aleppo ancora sotto le bombe. Il Vescovo Audo: viviamo tra la desolazione della guerra e la consolazione di Dio
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Aleppo (Agenzia Fides) - “Siamo di nuovo da giorni sotto le bombe. Non si sa cosa sta per succedere. Anche stanotte non abbiamo chiuso occhio, e stamattina un proiettile d'artiglieria è caduto anche nella strada della nostra cattedrale, provocando un morto e tre feriti. Anche per questo abbiamo deciso di non riaprire nemmeno gli uffici della Caritas, che erano rimasti chiusi per qualche giorno durante la festa musulmana per la fine del Ramadan”. Il vescovo Antoine Audo SJ, alla guida della diocesi caldea di Aleppo, spiega con voce calma all'Agenzia Fides l'orrore quotidiano che continua a sconvolgere la città martire logorata da cinque anni di guerra.
Padre Ernesto Balducci, teologo dell’ecumenica confusione
“Dato per scontato che la presenza dei gruppi etnici diversi dal nostro si farà più massiccia, si aprono due vie: quella della lenta assimilazione di modo che in una o due generazioni gli immigrati diventino in tutto come noi, o quella della convivenza tra gruppi etnicamente e culturalmente diversi. Io credo che la via giusta sia quella della convivenza. Ma se questo è vero dobbiamo affrettarci a predisporre gli strumenti necessari – a cominciare dalla scuola – perché questo futuro si avveri senza traumi. Quel che occorre è una rapida instaurazione della cultura della diversità. Le culture che si chiudono in se stesse sono destinate a morire. La nostra non fa eccezione.” (Ernesto Balducci).
di Piero Vassallo
. Insieme con Giorgio La Pira e don Lorenzo Milani, padre Ernesto Balducci (1922-1992) ha rappresentato la rumorosa avanguardia teologica intesa alla maturazione ecumenica/sincretista – “aprirsi al diverso” – della teologia cattolica.
Occasione o pretesto della riforma auspicata dai nuovi teologi e in special modo dal padre scolopio Balducci era la vastità del fenomeno migratorio: “esso viene verso di noi scatenando contraddizioni che mettono a dura prova i nostri strumenti di analisi e di progettazione e chiedono perciò un più alto livello di razionalità e di lungimiranza politica” (testo citato da Andrea Cecconi nella presentazione all’antologia di scritti di padre Balducci, intitolata Dobbiamo vivere insieme, e riedita nel gennaio del corrente 2016 da Marco Pagliai, editore in Firenze).
Padre Balducci fu un fervente e disinvolto ecumenista, ardito al punto di affermare che “i musulmani hanno normalmente dimostrato grande tolleranza per quanto riguarda i credenti di altre religioni (purché non politeistiche).
A sostegno della sua tesi, p. Balducci cita Erasmo da Rotterdam (“lo spirito aggressivo della chiesa era dovuto alla subordinazione del vangelo all’aristotelismo) e Pierre Bayle, “che fece di Maometto un modello di tolleranza”.
Il cardinale Vincent Nichols, ha scritto ai sacerdoti di Westminster scoraggiandoli dal celebrare la messa rivolti a Est, come ha suggerito di recente il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino.
Certe affermazioni sono di una tale gravità da richiedere ponderata
riflessione prima che se ne possa tentare una valutazione equilibrata.
Serve a poco che il loro autore cerchi poi di attenuarne la portata
esplosiva con dichiarazioni successive. Un testo scritto, formulato in
un italiano elegante e con un lessico appropriato che sono certamente
frutto di attenta revisione, letto in un ambiente accademico dei più
qualificati e in un’occasione dalle risonanze planetarie, non può non
essere frutto di un’intenzione deliberata e di lucida determinazione. Mi
riferisco all’inedita teologia del papato esposta, il 20 maggio scorso [qui e, nel blog commentata qui],
da monsignor Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia nonché
segretario particolare di Benedetto XVI, personaggio familiare alle élite
politico-finanziarie come ai rotocalchi scandalistici, che con perfetta
disinvoltura passa da una partita a tennis a una festa in discoteca e
non dà certo l’impressione di un severo e discreto curiale.
FONDATA NEL 1968 DAL PROFESSOR DIETRICH VON HILDEBRAND
"Anche se le ferite di questo mondo in frantumi voi avviluppate, e il mare in fermento si reca insieme in una sola nave superstite, sarebbe comunque addicono di mantenere il vostro entusiasmo per gli studi inalterata. Perché dovrebbe durata valori tremano se le cose transitorie cadono? "
- Prospero di Aquitania
Dichiarazione del Lago di Garda circa la “cattolica” apoteosi di Lutero Sessione finale del XXIV Simposio annuale estivo del Roman Forum
Riportiamo la dichiarazione finale, preceduta da un breve resoconto dei lavori
Breve resoconto dei lavori
Il XXIV Simposio annuale estivo, “Mezzo millennio di totale depravazione (1517-2017): Una critica dell’impatto di Lutero alla vigilia della sua “cattolica” apoteosi”
è stato sicuramente il miglior programma che abbiamo promosso fino ad oggi.
Cinquantacinque partecipanti provenienti da almeno una dozzina di paesi hanno ascoltato sedici interventi, che hanno ben riassunto lo sfondo, la natura e le conseguenze della Riforma protestante.
Il programma del prossimo anno, il cui tema non è ancora stato deciso, si svolgerà tra il 3 e il 14 luglio 2017. Segnatevi la data perché si tratterà di un evento speciale per festeggiare il nostro XXV anniversario a Gardone Riviera!
A Dio si deve obbedienza, non all'uomo Non si può usare la coscienza per ignorare la verità Un anno fa, l'11 luglio 2015, moriva il cardinale Giacomo Biffi, che è stato «uno dei cristiani più grandi di questo secolo». Soprattutto le sue riflessioni teologiche e pastorali restano come punti di riferimento sempre attuali. Proprio per ricordarlo vogliamo proporre una selezione di suoi interventi sul rapporto tra coscienza e verità, tema che ha tenuto banco nel recente dibattito sinodale e continua tuttora.
Un anno fa, l'11 luglio 2015, moriva il cardinale Giacomo Biffi, che - come lo ha definito recentemente su queste colonne monsignor Luigi Negri - è stato «uno dei cristiani più grandi di questo secolo». Soprattutto le sue riflessioni teologiche e pastorali restano come punti di riferimento sempre attuali. Proprio per ricordarlo vogliamo proporre una selezione di suoi interventi sul rapporto tra coscienza e verità, tema che ha tenuto banco nel recente dibattito sinodale e continua tuttora.Certi che saranno ancora di edificazione per quanti desiderano sinceramente seguire Cristo. (Selezione a cura di Alessandro Martinetti)
Schonborn, l'Amoris Laetitia e La Nuova BQ L'editoriale di Stefano Fontanasulla Amoris Laetitia e l'interpretazione del cardinale Schonborn ha provocato delle reazioni. Robi Ronza contesta metodo e contenuti di quello che considera un attacco al Papa. Il direttore risponde sui problemi oggettivi sollevati dalla Amoris Laetitia e sui presunti interpreti autentici del Papa.
Caro Direttore,
Vedo nell’intervento dell’altro ieri di Stefano Fontana a proposito di una recente intervista del cardinale Schönborn sulla corretta interpretazione della esortazione apostolica Amoris Laetitia (clicca qui) un provvidenziale spunto per risottolineare a noi stessi e ai nostri lettori che cosa è La Nuova Bussola Quotidiana.
Come si legge in “Chi siamo”, la dichiarazione programmatica raggiungibile dalla sua prima pagina, il giornale è opera di un “gruppo di giornalisti cattolici, accomunati dalla passione per la fede, che vogliono offrire una Bussola «per orientarsi tra le notizie del giorno», tentando di offrire una prospettiva cattolica nel giudicare i fatti: certi che l’esperienza cristiana è in grado di abbracciare e rispettare pienamente la dignità dell’uomo.
Non abbiamo posizioni ideologiche da difendere, fossero anche cattoliche: nel fluire quotidiano delle notizie vogliamo difendere e promuovere una concezione dell’uomo adeguata alla sua dignità.
La povertà secondo Francesco. Virtù e vizio insieme
È caposaldo del magistero del papa. Che la esalta come valore salvifico ma nello stesso tempo la condanna come nemico da combattere. Un filosofo analizza questa non risolta contraddizione del pontificato
di Sandro Magister
La ricezione dei maggiori atti magisteriali di papa Francesco spazia tra due estremi.
Da un lato c'è il coro quasi universale di plauso di cui gode la sua enciclica ecologista "Laudato si'", specie al di fuori del cattolicesimo.
Sul lato opposto c'è la disputa sempre più conflittuale, in questo caso soprattutto dentro la Chiesa, attizzata dall'esortazione apostolica postsinodale "Amoris laetitia".
Mentre nel mezzo c'è la tranquilla accoglienza, senza eccessi né pro né contro, di quell'altro caposaldo del pontificato di Francesco che è esplicitato soprattutto nell'esortazione "Evangelii gaudium" ed è condensato nella formula della "Chiesa povera per i poveri".
Da un paio di mesi, però, è uscito un libro che, senza fare rumore ma riscuotendo un'attenzione crescente per la chiarezza e l'acume della sua analisi, mette a fuoco proprio tale questione:
Come ascoltare la Santa Messa Nessuna preghiera ha maggior valore e maggior efficacia di quella offerta al Padre in unione al Sacrificio eucaristico di Gesù nella Santa Messa. È dunque necessario conoscere e vivere al meglio l’augusto mistero che si celebra sui nostri altari per non sprecare neanche una particella di un tesoro così prezioso.
Non ti ho ancora parlato del sole degli esercizi spirituali: il santissimo e sommo Sacrificio e Sacramento della Messa, centro della Religione cristiana, cuore della devozione, anima della pietà, mistero ineffabile che manifesta l’abisso della carità divina; per suo mezzo Dio si unisce realmente a noi e ci comunica, in modo meraviglioso, le sue grazie e i suoi doni.
L’orazione innalzata in unione a questo Sacrificio divino possiede una forza da non potersi esprimere a parole, o Filotea. Per mezzo suo l’anima abbonda di doni celesti, perché abbraccia l’Amato, che la ricolma talmente di profumi e di soavità spirituali, che essa assomiglia a una colonna di fumo di legni aromatici, di mirra, di incenso e di tutte le essenze che usa il profumiere, secondo quanto dice il Cantico.
Comunque li si voglia giudicare, gli ultimi avvenimenti vaticani (conclusione del processo Vatileaks2 e il Motu Proprio del Papa su "I beni temporali"), segnano la parabola discendente del cardinale George Pell: da zar delle finanze vaticane a ministro senza portafoglio.
Nell'arco esatto di due anni.Dal 9 luglio 2014 ( giorno in cui venne presentato insieme al nuovo presidente dello IOR, Jean Baptiste De Franssu, il nuovo quadro economico della Santa Sede in cui alla Segreteria dell'economia veniva assegnata la gestione dell'immenso patrimonio immobiliare dell'APSA) al 8 luglio 2016 (data in cui l'Osservatore romano ha pubblicato il nuovo Motu proprio, in cui questa gestione è stata definitivamente tolta dal Papa alle competenze di Pell).
Maxi-sbronze Vaticane. Vino, un dato sconvolgente. E Papa Francesco che dice?
Sbronze Vaticane. Già, perché gli 842 abitanti dello Stato Pontificio, la nazione sovrana con la più esigua popolazione mondiale, detengono un record...etilico. Secondo uno studio del California Wine Institute ripreso da Il Giornale, bevono più vino di qualsiasi altro Paese al mondo. Per intendersi, nel 2012 hanno consumato 62mila litri di vino, che fanno 74 litri pro-capite. Per avere un metro di paragone, in Italia se ne bevono circa 37 a persona e in Francia 45. Negli Stati Uniti la media per persona si ferma a meno di 10 litri. Certo, ad incidere sul dato relativo il Vaticano c'è la tradizione: il vino è da sempre legato ai riti e all'iconografia cattolica.
P adre, figlio e spirito santo. Tanto spirito. Anche non santo. Il vaticano è lo Stato al mondo dove si consuma più vino.
I suoi 842 abitanti, che ne fanno la nazione sovrana con la popolazione più esigua (davanti ci sono Tuvalu e Nauru, due isole pacifiche che hanno circa 10mila abitanti l'una) secondo uno studio del California Wine Institute, tracannano più che in ogni altro paese. Per dire, nel 2012 hanno consumato 62mila litri, in pratica 74 litri pro capite. Per dire in Italia nello stesso anno ne bevemmo circa 37 a persona, e in Francia arrivarono a 45. Negli Stati Uniti, primo consumatore mondiale per volume ma con una popolazione di molto superiore, si fermarono a poco meno di 10. Per non dire della Cina, dove il vino è ancora una specie di oggetto misterioso: poco più di un litro per persona. Sei o sette bicchieri e l'anno enologico è finito.
La cosa fa ridere, ma in fondo non sorprende. E non solo per il Vin Santo e il Sangiovese. Il vino è da sempre legato alla tradizione e all'iconografia cattolica. Ricorda The Daily Beast, che dà grande risalto alla notizia, che qualche tempo fa papa Francesco, riprendendo i passi del Vangelo dedicate alle nozze di Cana in cui Gesù secondo la dottrina cristiana compì il suo primo miracolo tramutando l'acqua in vino durante un matrimonio (quante coppie sarebbero felici oggi di un simile prodigio vedendovi un modo per abbassare il budget dell'evento), così chiosò l'episodio: «L'acqua è necessaria per vivere, ma il vino esprime l'abbondanza del banchetto e la gioia della festa. Ma immaginatevi di finire una festa bevendo tè; sarebbe una vergogna. Senza vino non c'è festa».
Qualcuno opinerà che a gonfiare le statistiche avrà contribuito l'utilizzo rituale del vino. Errore: il vino da messa, prodotto spesso da aziende vitivinicole tradizionali che si specializzano anche in questa fornitura sicura, è tenuto fuori dal computo dell'istituto californiano. E allora? per quale motivo il Vaticano è il luogo al mondo dove si svuotano più calici? Secondo gli americani la spiegazione starebbe tutta nella particolarissima popolazione del microstato, composta «per lo più da anziani prelati e suore, molti dei quali vivono in comunità e cenano in spazi comuni dove il vino scorre libero». Insomma, il vino come elemento conviviale e forse anche compensativo di altre presumibili privazioni della vita religiosa. E che data l'età avanzata e il minor uso di mondo dei «vaticanesi» soffre meno la concorrenza di altre bevande alcoliche come la birra, il Gin Tonic e lo Spritz. E poi il vino è anche uno dei classici omaggi ricevuti dal pontefice, che riceve spesso «tirature limitate» e personalizzate di bottiglie di grandi aziende non solo italiane. E forse le «gira» ai suoi concittadini. Che gradiscono. Eccome.
Servono missione e visione strategica. Consigli a Francesco per riconvertire un occidente spiritualmente annoiato e affrontare la sfida dell’islam jihadista
Papa Francesco, di spalle, lascia la finestra su Piazza San Pietro dopo la recita dell’Angelus (foto LaPresse)
Pubblichiamo una anticipazione del libro di George Weigel, “Cattolicesimo evangelico”, in uscita oggi per le edizioni Cantagalli (359 pp., 24 euro). Weigel è uno dei più noti intellettuali cattolici americani e biografo di Giovanni Paolo II.
Deus meus misit angelum suum et conclusit ora leonum. La nostra vita è
fatta anche di numerosi miracoli quotidiani l’aiuto divino arriva,
immancabilmente; ma non è detto che si manifesti così come vorremmo
di
Francesco Lamendola
La nostra vita è fatta anche di numerosi miracoli quotidiani, sebbene noi non ce ne accorgiamo.
È
paradossale; eppure, non ce ne accorgiamo per due buone ragioni: la
prima, perché non sono miracoli spettacolari, come noi pensiamo che
debbano esserlo; la seconda, perché il nostro orizzonte mentale e
culturale è talmente impregnato d’immanentismo, che non li
riconosceremmo neppure se andassimo a sbatterci contro, tanto è vero che
nella nostra mente formuliamo mille altre possibili spiegazioni, tranne
quella soprannaturale. Fino a tal punto è penetrata in noi la mentalità
moderna, subalterna allo scientismo: non crediamo più ai nostri occhi,
quando ciò contrasta con i nostri pregiudizi; crediamo piuttosto a quei
pregiudizi. Abbiamo già deciso in anticipo che cosa sia possibile e che
cosa non lo sia: ci crediamo tanto intelligenti e razionali, ma il fatto
è che non viviamo a contatto con la realtà, bensì avvolti in un denso
strato di condizionamenti ideologici.
Bux: riportare Dio al centro della liturgiaCelebrazione ad Orientem, recupero del latino, il carattere sacrificale della messa, fine all'anarchia liturgica, valorizzazione di musica sacra e arta sacra: sono questi i principali aspetti della "riforma della riforma" che il cardinale Sarah ha annunciato di stare studiando, anche su espressa richiesta di papa Francesco. Parla don Nicola Bux
Ha recentemente dato alle stampe un libro con Batman e Wonder Woman in copertina, anche se il titolo sembra alludere ad altro: “Con i sacramenti non si scherza” (Ed. Cantagalli). Don Nicola Bux, già consultore dell'Ufficio delle Celebrazioni liturgiche di Benedetto XVI, ancora consultore della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, professore di Liturgia Orientale e Teologia Sacramentaria nella Facoltà Teologica Pugliese, può essere considerato un conoscitore di quella “riforma della riforma” liturgica di cui si è parlato nel recente intervento del cardinale Robert Sarah al convegno Sacra liturgia di Londra (clicca qui). Il Prefetto della congregazione vaticana per il Culto Divino ha affermato che occorrerebbe tornare «al più presto possibile» ad un orientamento comune tra sacerdote e fedeli nella celebrazione liturgica, e poi ha detto che Papa Francesco gli ha chiesto di studiare la “riforma della riforma” liturgica promossa da Benedetto XVI.
La campana suona per noi. Siamo il popolo meno fertile del mondo: triste
record a certificare che la nostra nazione è una grande malata mentre
cardinali e vescovi fanno a gara per pronunciare commossi elogi alla
fine del Ramadan
di Roberto Pecchioli
Come
il postino del libro di James Cain e del film con Jack Nicholson che
suona sempre due volte, la statistica ha suonato un nuovo allarme a
distanza di pochi giorni. Dopo che l’Istat ha segnalato la diminuzione
della popolazione di cittadinanza italiana dopo oltre un secolo e mezzo
(147 mila connazionali in meno in un anno), il secondo rintocco della
campana proviene dall’Eurostat: gli italiani sono il popolo meno fertile
dell’Unione Europea, dunque del mondo. Triste record, a certificare che
la nostra nazione è una grande malata. La diminuzione delle nascite, e
conseguentemente della popolazione, si verifica nella storia in
tre/quattro circostanze: guerre, carestie, grandi emigrazioni, fasi
finali delle civiltà.
Non
c’è dubbio che la fase che viviamo appartenga all’ultima categoria
citata; ci si aspetterebbe un dibattito politico, una presa di coscienza
degli intellettuali, un impegno di tutte le classi dirigenti e,
naturalmente, una seria preoccupazione popolare. Nulla, o quasi. Nella
bulimia da notizie , facciamo indigestione di cronaca, ma ci sfugge la
storia, e non distinguiamo più ciò che è importante davvero da tutto il
resto. Le quadrate legioni dell’informazione, all’unisono, ci hanno
intrattenuto sul mancato arrivo dell’allenatore della Lazio, sulle
interessanti opinioni dell’oligarca Juncker in materia di uscita del
Regno Unito dall’Unione Europea, sul fatto che (è luglio …) le
temperature sono molto alte, oltre all’immancabile chiacchiericcio
politicamente corretto, incentrato adesso su una rissa di paese nella
quale (orrore degli orrori !) ha avuto la peggio un nero.
Della
nostra stessa fine sembra non importare nulla a nessuno di coloro che
contano, e, di riflesso, all’immensa maggioranza del popolo italiano,
sudato per la stagione, triste per l’eliminazione dell’amata nazionale
di calcio, massimo collante del patriottismo italiota, e incerto sulla
meta delle vacanze, per chi può permettersele. Mia madre mi raccontava
dei bombardamenti della nostra città in guerra, e dei calcoli
precisissimi che la gente aveva imparato a fare sui pochi minuti entro
cui, dal suono della sirena, si doveva raggiungere il rifugio, con il
cuore in gola nella speranza di ritrovare, oltre la vita, la propria
casa intatta.
La
sirena suona, a tempi sempre più ravvicinati, ricorda questioni
decisive, ma il nostro sonno è molto pesante.
È da un po’ che nella vita della Chiesa accadono cose preoccupanti. Ma non pare che siano in molti a preoccuparsi. E questo merita una riflessione.[...]
Un pensiero non cattolico si è fatto strada ed è diventato predominante in molti ambienti della Chiesa cattolica, in molte facoltà teologiche, seminari, ordini religiosi, e, attraverso una capillare divulgazione, in molte comunità di fedeli; poi i rappresentanti di queste componenti ecclesiali si ritrovano nelle migliaia di convegni, assemblee, consigli pastorali dell’orbe cattolico, e così questo pensiero diviene predominante e maggioritario nella Chiesa intera. E a poco è servito il proliferare degli interventi magisteriali in contrario, visto che ormai da decenni essi, nella gran parte dei casi, rimbalzano sul corpo ecclesiale come su un muro di gomma.
Amoris laetitia resta il dibattito. Il card. Schönborn e altri vescovi si confrontano
(di Lorenzo Bertocchi) «Possono i divorziati risposati civilmente ricevere i sacramenti?», con questa domanda si apre un passaggio chiave delle linee guida che l’Arcivescovo di Philadelphia, Mons. Charles Chaput, ha diffuso nella propria diocesi per recepire l’esortazione Amoris laetitia. Su questa domanda, ormai a tre mesi di distanza dalla pubblicazione del documento, continuano a verificarsi risposte varie nell’orbe cattolico. Non ultime le autorevoli interpretazioni del cardinale Schonborn contenute in un’intervista che il porporato austriaco ha concesso al direttore della Civiltà Cattolica.
L’aggressione contro l’infanzia prepara l’assalto finale del Male. Ogni anno le frontiere della morale tradizionale arretrano, si sfaldano, si disintegrano ogni anno aumenta il numero delle famiglie che si sfasciano
di Francesco Lamendola
Distratti, frastornati e manipolati da una informazione fasulla e menzognera, crediamo, andando ad acquistare il giornale tutte le mattine, o ascoltando ogni giorno un paio di telegiornali, di sapere quanto basta per capire cosa stia succedendo nel mondo; invece siamo sprovvisti perfino delle conoscenze più importanti a livello planetario. Ciò si spiega in parte con il fatto che i mezzi d’informazione sono praticamente tutti, sia pubblici che privati, sotto il controllo diretto o sotto la sorveglianza indiretta della élite mondialista occulta, la quale, annidata nel cuore dell’alta finanza, pianifica il nostro futuro senza che ci sia data la possibilità anche solo d’intuire quel che bolle in pentola, e quali sono le reali forze in gioco sullo scacchiere mondiale.
Pio XII aveva ben previsto: “Oggi quasi tutta l’umanità va rapidamente dividendosi in due schiere opposte: con Cristo o contro Cristo. Il genere umano al presente attraversa una formidabile crisi che si risolverà in salvezza con Cristo o in funestissime rovine” (Enciclica Evangelii praecones, 2 giugno 1951).
Ci troviamo allo scontro finale tra la Chiesa e la contro-chiesa. La situazione odierna è peggiore di quella che precedette l’abbattimento della Torre di Babele, il diluvio universale, la distruzione di Sodoma e Gomorra.
Il 13 maggio 2010 Benedetto XVI a Fatima disse: “Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria”. Ma il trionfo del Cuore di Maria, secondo ciò che la Madonna disse ai pastorelli in Cova di Iria sarà preceduto da una terribile prova: “martirio dei buoni, nazioni annichilite, il Papa martirizzato”.
Nel 1994 Giovanni Paolo II dichiarò a Vittorio Messori che le parole della Madonna a Fatima “sembrano avvicinarsi al loro compimento”.
Baghdad (Agenzia Fides) – L'intervento armato a guida occidentale contro Saddam Hiussein del 2003 “ha scatenato la spirale infernale in cui oggi siamo immersi”. Per questo il 'Rapporto Chilcot', pubblicato nei giorni scorsi e mirante a ricostruire gli scenari e l’origine del coinvolgimento dell’esercito di Londra in quella guerra “rappresenta un passo positivo, perchè è importante riconoscere gli errori del passato, per non commetterli di nuovo”. E' quanto afferma all'Agenzia Fides il Patriarca Caldeo Louis Raphael I in merito al documento prodotto dalla Commissione d'inchiesta presieduta da sir John Chilcot, che nei giorni scorsi ha documentato l'inopportunità e la illegittimità dell'azione militare contro il regime iracheno decisa in quell'occasione dal governo britannico guidato da Tony Blair.
LA LIBERTÀ RELIGIOSA NEL MONDO A RISCHIO A CAUSA DELL’ISLAM. UN RAPPORTO
Un capitolo assai esteso riguarda la violenza contro i luoghi di culto, se non altro per cercare di “attirare l’attenzione su quanto fanno gruppi totalitari ed estremisti per sradicare comunità religiose in alcuni paesi”
Un monastero poco distante da Mosul (foto LaPresse)
Strasburgo. Rileggere ora, dopo la strage islamista di Dacca, quel che c’è scritto sul corposo rapporto annuale sulla libertà di religione e di credo presentato pochi giorni fa al Parlamento europeo, rende meno sorprendente l’attacco al ristorante frequentato dalla comunità occidentale presente in quella che – a dire dell’unico sopravvissuto italiano – era la più tranquilla città d’oriente . “La crescita delle denominazioni politiche islamiste, come Jamaat e islami (il principale partito politico islamico in Bangladesh) e Hefazat e islam (un’associazione fondamentalista che si oppone alla concessione di pari diritti alle donne e all’istruzione secolare) e la loro alleanza con il Bangladesh nationalist party, hanno esacerbato le tensioni in un contesto socio-politico dove l’islam è già privilegiato in quanto religione di stato”, si sottolinea nel dossier.
Anche
senza volerlo e a sua insaputa, un papa può diventare fine del vecchio e inizio del nuovo. Che Benedetto XVI, rispondendo
a una domanda di Peter Seewald, si sia definito così, in realtà non è
documentabile se non dalla parola di un testimone, il suo segretario Georg
Gänswein, unica fonte (quanto attendibile?) dell’episodio citato. E se invece,
amplificando la sua rinuncia come una svolta
storica che avrebbe aperto una nuova
fase nella storia del papato, la si stesse sfruttando per varare l’idea –
di stampo storicistico e gnostico – di un cambiamento epocale nella Chiesa,
ovvero di una sua trasformazione verso un compimento “spirituale” ancora ignoto
alle masse, ma conosciuto dagli iniziati? Se il vecchio di cui si celebra la fine è la Chiesa di sempre, che cos’è
il nuovo annunciato? In quale realtà
intendono traghettarci certi innominati, se non nel surrogato di una
pseudo-chiesa secolarizzata i cui dirigenti, anche ai più alti livelli, a una
certa età vanno in pensione, così che li si possa sostituire facilmente quando
non servano più a determinati scopi?
Dell’intervista rilasciata dal cardinale Schönborn a padre Antonio Spadaro (Civiltà Cattolica) sulla corretta interpretazione della Amoris Laetitia (AL) molti sono già intervenuti, come documentato da La Nuova Bussola Quotidiana (clicca qui).
Desidero qui soffermarmi su un solo aspetto, che mi sembra tra i più
importanti. Il cardinale dice che l’Esortazione apostolica di Papa
Francesco non contiene mutamenti della dottrina. Contiene piuttosto
degli sviluppi, da cui bisogna partire per leggere anche i precedenti
interventi del magistero, come dopo il Vaticano II si è partiti da esso
per rileggere il precedente magistero.
I globalisti che finanziano i “No Global”: breve storia di un Dracula moderno
1° Un terrorista a piede libero- 2° L’ex nazista non condannato- 3°Le università italiote premiano il nuovo Dracula- 4° Al fianco di Hillary: la dura lotta “anti-fascita”- 5° La manona di Soros dietro l’immigrazione di massa- 6° La battaglia “progressista” per i matrimoni omosessuali- 7° La legalizzazione della comunione di Satana- 8° Abusi rituali satanici- 9° I sicari potrebbero essere fermati
Editoriale di Le Sel de la terre, n° 96, primavera 2016L'impaginazione e le immagini sono nostre
Nostro Signore Gesù Cristo
Pilato chiede a Gesù: «Dunque tu sei re?». E Nostro Signore gli risponde: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità.» (Gv. 18, 37).
Il prezzo da pagare per aver risposto a questa domanda scottante, confessando che Egli era re, fu per Nostro Signore il supplizio della Passione.
Alla sua sequela, anche tutti i cristiani, membri del Suo Corpo Mistico, devono confessare la verità rispondendo ad una domanda scottante, e per questo essere pronti a pagarne il prezzo.
Là dove la bellezza spazza via la dittatura del relativismo
Cosa cercava quel milione e mezzo di persone che ha percorso la passerella allestita sul lago d’Iseo dal bulgaro Christo Vladimirov Javacheff? L’emozione di uno spaesamento, di un’illusionistica abolizione delle consuete leggi fisiche. Qualcosa che provoca sensazioni analoghe al volo in aereo o alle montagne russe.
Ma che c’entra “l’arte”? Era un luna park – presentato come “opera d’arte” – che consentiva di giocare, cioè di (virtualmente) camminare sulle acque come Gesù fece realmente, essendo il sogno inconscio di tutti un tale dominio divino della materia, del tempo e dello spazio.
Una sorta di videogioco 2.0, di quelli a tre dimensioni. La trovata poteva essere adeguata agli Stati Uniti, dove quasi non c’è storia: una perfetta appendice di Disneyland in California.
E’ singolare che sia stata invece realizzata in Italia, a un tiro di schioppo da una vera e incomparabile opera d’arte che da più di mille anni sorge sulle acque e permette di “camminare sulle acque”: Venezia.
Perché il “Mattino” di Padova continua a scrivere bugie su Don Giovanni Ferrara?
Evidentemente chi voleva a tutti i costi la testa del parroco di Sant’Ignazio di Loyola non si accontenta della triste “vittoria” riportata. E così si tornano a pubblicare notizie false, che servono solo a mettere in cattiva luce Don Ferrara, mentre non si dà spazio a una lettera “non allineata” di un gruppo di fedeli.
di Paolo Deotto
. Venerdì 24 giugno, due settimane fa, pubblicavamo su Riscossa Cristiana l’articolo Don Giovanni Ferrara, sacerdote cattolico di Padova, diffamato dal “Mattino. Era fresca la notizia del trasferimento di don Giovanni Ferrara, parroco di Sant’Ignazio di Loyola (Padova) a Roma. Il settimanale diocesanoLa difesa del Popolo si limitava a dare una scarna notizia: “Don Giovanni Ferrara lascia la comunità di Sant’Ignazio per andare a Roma per gli studi di pastorale della salute”.
Parlammo in quell’occasione di diffamazione e torniamo a parlarne oggi, dopo la lettura dell’articolo pubblicato oggi dal Mattino (vedi in calce) in occasione della nomina del nuovo parroco di Sant’Ignazio di Loyola a Padova.
Oggi, come due settimane fa, Don Giovanni Ferrara viene presentato come il “colpevole” della chiusura della scuola materna parrocchiale.