Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
“Non ci vuole un dottorato per evidenziare le ambiguità di Amoris laetitia”
L’esortazione apostolica Amoris laetitia, scrive Jessica M. Murdoch sulla rivista Usa First Thing, «ha suscitato più polemiche di ogni altro documento papale». Il campo è diviso tra coloro che «sono a favore di un cambiamento nella visione della Chiesa», e accolgono con favore le aperture dell’esortazione, e quelli che, invece, «cercano di sostenere la tradizionale disciplina circa l’indissolubilità del matrimonio» e mettono in evidenza le ambiguità del testo.
Vescovo Forlì-Bertinoro: “non concedo chiese per il rito di San Pio V”
di Gabriele Colosimo
Nell’attuale desolazione, tra seminari vuoti e chiese abbandonate, un giorno vilipese, un giorno distrutte da sedicenti profughi,
il vescovo della diocesi di Forlì-Bertinoro, mons. Lino Pizzi, pensa
bene di lasciare abbandonata a sé stessa una bella chiesa, eretta per il
culto a Dio e non come orpello immobiliare od arredamento urbano, pur
di non assegnarla ad un’associazione vicina alla Fraternità San Pio X,
che vi avrebbe fatto celebrare la messa di sempre.
Una decisione che oggi più che mai lascia sgomenti, dal momento che
si va a pregare coi maomettani, si è sempre alla ricerca delle cosidette
periferie esistenziali e poi ci si dimentica delle proprie radici, del
rito che ha santificato generazioni, di preghiere consacrate da secoli.
Copio qui di seguito, per chi vorrà leggerla, la querelle tra il
rappresentante dell’associazione, Daniele Casi, e il vescovo di
Forlì-Bertinoro:
Attraverso la preghiera costante il credente si pone in comunicazione con Dio: non esiste una maniera più pronta ed efficace per gli effetti che produce di vivere la fede di affrontare le difficoltà e cercare sostegno
di Francesco Lamendola
Il Vangelo di Luca introduce con la seguente frase la parabola del giudice che non temeva Dio e della vedova importuna: [Gesù] disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi (18, 1).
Questo è il segreto della forza di Gesù come uomo (come Dio, il discorso, evidentemente, è diverso): la preghiera, la preghiera continua, incessante, che è come la finestra aperta per la quale entrano l’aria e la luce in un ambiente chiuso; come la pioggia e come l’acqua del torrente, che vengono a bagnare la terra inaridita e a ridare vita alle piante assetate.
Attraverso la preghiera costante, il credente si pone in comunicazione con Dio: non esiste una maniera più pronta, più efficace, più straordinaria – per gli effetti che produce – di vivere la fede, di affrontare le difficoltà, di cercare sostegno nei passaggi difficili. Un credente che prega poco è un povero credente, che la prima raffica di vento ostile metterà in crisi e, forse, allontanerà da Dio. La preghiera costante è la linfa stessa del rapporto fra uomo e Dio.
Chi prega poco, crede poco, spera poco, ama poco. Il credente, e magari il religioso, che si adopera e s’immerge in mille cose, s’impegna, si sfinisce – magari – in innumerevoli opere di carità, ma non trova il tempo di pregare, non è un vero credente: perché trascura l’essenziale e si disperde in ciò che potrebbe essere fatto anche da altri. Tutti possono compiere le opere, ma nessuno può sostituirsi a noi nella fede e, quindi, nella preghiera. Un credente che non prega è come un figlio che non rivolge mai la parola a suo padre; come un figlio che, se vive in un paese lontano, non gli scrive mai, non gli fa neppure uno straccio di telefonata.
Perché Francesco chiede di “accompagnare i gay” ma attacca la teoria del gender
Un Papa poco politicamente corretto critica le colonizzazioni ideologiche del pensiero unico sulla sessualità, ma ricorda che gli omosessuali non vanno demonizzati, anzi. Analisi delle parole di Bergoglio dopo il suo viaggio nel Caucaso.
Papa Francesco (foto LaPresse)
Roma. L’ultima volta che aveva parlato in modo esplicito di gender, Francesco l’aveva definito come “l’espressione di una frustrazione”. Poco prima – parlando con i giovani riuniti a Napoli, nel marzo d’un anno fa – parlò di “uno sbaglio della mente umana che fa tanta confusione”. A Tbilisi, sabato, aveva usato una delle metafore più gravi nel registro che è solito usare: guerra mondiale contro il matrimonio. Ieri, conversando con i giornalisti sull’aereo che lo riportava a Roma dopo i tre giorni trascorsi nel Caucaso, ha chiarito che si riferiva “a quella cattiveria che oggi si fa con l’indottrinamento”. Il Papa ha raccontato quanto gli disse un padre francese con un figlio di dieci anni: “Alla domanda ‘cosa vuoi fare da grande’ ha risposto: la ragazza! Il padre si è accorto che nei libri di scuola si insegnava la teoria gender, e questo è contro le cose naturali. Una cosa è la persona che ha questa tendenza, o anche che cambia sesso. Un’altra – ha aggiunto – è fare insegnamenti nelle scuole su questa linea, per cambiare la mentalità: io chiamo questo colonizzazione ideologica”.
Introduzione al problema ebraico secondo la Tradizione cattolica
Invito alla lettura
Copertina dell'edizione 2002
L’editore EFFEDIEFFE (Proceno di Viterbo) (1) ristampa per l’ottobre del 2016 il libro di Curzio Nitoglia Per padre il diavolo. Introduzione al problema ebraico secondo la Tradizione cattolica, che ha avuto la sua prima edizione nel 2002 con la Società Editrice Barbarossa di Cusano Milanino.
Il libro dopo 14 anni è ancora più attuale dato il progresso della preponderanza ebraica nella costruzione del “Nuovo Ordine Mondiale” a partire dalla guerra contro l’Iraq nel 2003 sino alle cosiddette “primavere arabe” del 2011, che in Siria ci stanno portando verso una probabile terza guerra mondiale atomica, data la contrapposizione frontale creatasi in loco tra gli Usa e la Russia di Putin (2015/2016).
Per padre il diavolo è una sorta di Summa della dottrina cattolica tradizionale, anteriore alle deformazioni conciliari (2) e postconciliari (3), sulla questione ebraica, studiata da un punto di vista teologico, politico, economico ed etnico alla luce della S. Scrittura, della Tradizione patristica e scolastica, del Magistero tradizionale e degli autori controrivoluzionari, che hanno scritto sul complotto ebraico/massonico contro la Chiesa romana.
"Europa musulmana in 10 anni. Impugniamo la spada della fede"
L'arcivescovo emerito di Pompei, Monisgnor Carlo Liberati, non usa mezzi termini per sferzare un'Europa presto "musulmana" attraverso l'immigrazione
Dieci anni. Una decade, o forse meno, e l'Europa sarà musulmana. A dirlo è monsignor Carlo Liberati, arcivescovo emerito di Pompei.
Il timore del prelato è che la sostituzione demografica in atto in Europa porti direttamente all'islamizzazione del Vecchio Continente. Lì dove nulla hanno potuto le armi degli eserciti dei califfati islamici stanno riuscendo i "ventri delle donne".
Teologia di strada: Un avvincente saggio di Enrico Maria Radaelli
Dicono che oggi alla civiltà serve <un'idea forte di umanità per ridare sacralità alla persona> (Marc Augé). Proprio così: idea forte di umanità,sacralitàdella persona:
Marc Augé ha dipinto il cristianesimo aureo.
Enrico Maria Radaelli
Felice interprete ed originale continuatore dell'opera di padre Antonio Livi e dei professori Romano Amerio e Paolo Pasqualucci, Enrico Maria Radaelli è instancabile indagatore e critico puntuale delle alte illusioni, amonte della slavina neoterica, vettrice dei fumosi deliri che scendono in folle e sfrenata corsa sulle piste della teologia modernizzante, prima di rovesciarsi nella liquide e quasi surreali esternazioni di Bergoglio.
Radaelli ha pubblicato, in questi giorni, un magnifico saggio controcorrente, “Teologia di strada”, un testo la cuiletturaè suggerita ai cattolici in cerca della bussola necessaria alla navigazione nei bifidi e trifidi mari della nuova e squillante teologia.
Aleppo che
soffre. Di questa tragedia sono pieni i quotidiani e le radio. Monsignor Joseph
Tobji, arcivescovo di Aleppo dei maroniti, è testimone diretto di tali
sofferenze. E ce ne parla a Roma, dov’è riuscito ad approdare
momentaneamente in questi giorni.
Sui giornali si legge di Aleppo assediata, la zona
orientale, quella in mano ai ribelli, e si condannano i bombardamenti
russi su quella zona della città.
Certo, le bombe di aereo uccidono. Ma uccidono anche i
missili e i proiettili di artiglieria. Come anche le cosiddette armi leggere. E
se Aleppo Est è sottoposta ai bombardamenti, anche nella parte occidentale,
quella dove mi trovo io, si muore. Ogni giorno da quattro anni. Da quando i
terroristi hanno preso una parte di Aleppo e hanno iniziato a tirare sui civili
che vivono nelle zone libere i loro ordigni di morte. Ne hanno in abbondanza,
Quelli fatti artigianalmente e quelli più che
sofisticati forniti loro dall’Occidente e dall’Arabia Saudita.
«Benedetto è semicieco dal ‘94 Il giorno dell’addio non
pianse»
Il racconto di padre Georg Gänswein: «Ama fare le imitazioni
delle voci. I suoi passi sono sempre più brevi»
Georg Gänswein
Vorrei iniziare con una precisazione che forse potrà
comunque essere molto utile. Queste «ultime conversazioni» non sono un «hard
talk» bellicoso, alla maniera del famoso programma televisivo della BBC, e
Peter Seewald non ha assolutamente cercato di mettere Benedetto XVI «sulla
graticola». Il libro contiene piuttosto la registrazione di una serie di
incontri «cuore a cuore» svoltisi prima e dopo le dimissioni del Papa, tra due
anime molto diverse tra loro ma bavaresi fino al midollo (questo lo posso dire
io che non sono bavarese e vengo dalla Foresta Nera) che interrogando intensamente
la memoria entrano in confidenza. Le risposte del Papa emerito sorprendono qui
per un’intimità del tutto particolare e nuova in cui il libro coinvolge il
lettore, e per una lingua diretta. Apprendiamo, per esempio, dalla bocca del
Papa dopo le dimissioni che il suo oppositore Hans Küng «parlava troppo».
Amoris laetitia: la "misericordiosa" repressione del dissenso
Offriamo la traduzione di un interessante articolo comparso su LifeSiteNews, che ci racconta della misericordiosa repressione dei 45 firmatari dell'Appello ai Cardinali e Patriarchi, circa i problemi posti da Amoris laetitia.
29 settembre 2016 (LifeSiteNews).
Alcuni degli studiosi che hanno un appello ai 218 Cardinali e
Patriarchi, sono sotto tiro per per avere richiesto misure correttive
utili a chiarificare "un numero di asserzioni che possono essere capite
in un senso che è contrario alla fede cattolica e principi morale" in Amoris laetitia.
Alcune settimane fa è comparsa una
lettera di Papa Francesco, che ha espresso l'appoggio dello stesso Santo
Padre ai vescovi della regione pastorale di Buenos Aires in questi
termini: "Nessuna altra interpretazione" di Amoris Laetitia è valida,
permettendo di conseguenza la distribuzione, in certi casi, della S.
Comunione ai divorziati risposati cattolici. Certamente uno dei temi
caldi in questione.
Con viva preoccupazione: Noi accusiamo Papa Francesco/3
Riprendiamo nella nostra traduzione il Libellus di accusa - Parte III formulato nei confronti del papa in una Dichiarazione congiunta di due testate cattoliche U.S.A. [qui]: The Remnant e Catholic Family News. Qui la Parte I e la Parte II.
“Non Si sente allarmato da tutte le divisioni che ha generato all’interno della Chiesa, nella quale alcuni vescovi si stanno allontanando dall’insegnamento dei Suoi predecessori sulle persone divorziate e ‘risposate’, basandosi solamente sulla Sua presunta autorità, mentre altri di loro cercano di difendere la dottrina e la pratica bimillenarie che Lei si è sforzato incessantemente di rovesciare?”
Dichiarazione congiunta di The Remnant e di Catholic Family News Michael J. Matt, Christopher Ferrara e John Vennari
TERZA PARTE
Una “Prassi pastorale” in guerra contro la Dottrina
Lei ha approvato come unica corretta interpretazione dell’Amoris una speculazione morale che in pratica minerebbe non solo le norme di morale sessuale che Lei sta cercando palesemente di sovvertire, ma l’intero ordine morale. Infatti, l’invocazione – come una sorta di talismano – di “circostanze complesse” che un sacerdote o un vescovo deve “discernere” nell’ambito di una “prassi pastorale” – pur mantenendo piamente invariata e invariabile la norma in qualità di “regola generale” –, fa praticamente sì che l’applicazione di qualsiasi norma morale possa essere considerata “impraticabile”.
Gli oscuri criteri che definiscono i “limiti che diminuiscono la responsabilità e la colpa” potranno essere applicati a ogni sorta di peccato mortale abituale, ivi comprese la convivenza – che Lei ha già comparato al “vero matrimonio”; le “unioni omosessuali”, alla cui legalizzazione Lei si è rifiutato di opporsi; la contraccezione, che Lei – in modo sconvolgente – ha dichiarato essere moralmente permissibile nel caso in cui serva a prevenire la trasmissione di malattie, dichiarazione che il Vaticano ha successivamente confermato essere in realtà solo la Sua opinione personale.
I farisei di Molfetta e lo tsunami catto-gayContrariamente a quanto dichiarato alla Nuova BQ, alla fine il vescovo di Molfetta ha "battezzato" il corso gender della propria diocesi. Un vero scandalo che però è soltanto la punta dell'iceberg in una Chiesa sempre più indirizzata dalla lobby gay. Ormai le condanne del gender non bastano più...
«Evitare il confronto è da vili», ha detto monsignor Domenico Cornacchia, vescovo di Molfetta, introducendo il 30 settembre il dibattito che ha dato inizio al corso di formazione per insegnanti ed educatori sulla “Educazione di genere”, organizzato dalla diocesi di Molfetta e dalla locale Azione Cattolica. Oddio, chiamarlo dibattito sembra azzardato, visto che i sei che sedevano dietro al tavolo degli oratori raccontavano in modi diversi la stessa storia: che l’omosessualità, cioè, è una variante della natura, che l’educazione di genere è compito fondamentale della scuola, che compito dell’educatore è accompagnare ogni persona nel crearsi una identità sessuale forte, qualsiasi essa sia.
Senza la preghiera e la Grazia scivoliamo in un nuovo rovinoso paganesimo. L’essenza del paganesimo è il naturalismo, prospettiva corretta dal Cristianesimo che ci ricorda che non tutto nella natura è buono
di Francesco Lamendola
Scriveva la poetessa Saffo, in una delle sue composizioni più sofferte e più belle (24 D; traduzione di Salvatore Quasimodo):
Tramontata è la luna
E le Pleiadi a mezzo della notte;
anche giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l’anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.
Ecco: qui è veramente racchiusa l’anima dell’uomo antico, dell’uomo pagano (e della donna, ovviamente, come in questo caso). Sola di fronte al mistero di Eros, dell’amore-passione, del desiderio indomabile, che persiste e cresce nonostante l’avanzar degli anni, e irrompe come un vento impetuoso d’inverno, scuotendo il fogliame in un bosco di querce: l’anima è come sorpresa, sbigottita, trema e ha paura, non sa che dire, non sa che fare, rabbrividisce e resta come folgorata. L’amore passionale è una forza spaventosa, davanti alla quale l’uomo non possiede alcuna risorsa, alcuno strumento per resistere: è lì, inerme, avvinto, schiavo della bellezza, torturato dal desiderio anche quando sa di non esser più desiderabile; si agita e si contorce nel letto vuoto, agitato da fantasmi erotici, davanti ai quali è più inerme di un bambino. Brama e soffre, e non sa darsi pace, e rabbrividisce di vergogna e desiderio: ma non può fare a meno di bramare.
Le cronache in questi giorni si sono occupate del Belgio per
essere stata l’unica Nazione al mondo ad autorizzare l’eutanasia ad un
bambino. La legge, varata nel 2014 ed applicata senza limiti d’età, impone
l’autorizzazione dei genitori, della Commissione di controllo ed una
forma di consenso del minore.
L’offensiva, scatenata anche contro l’infanzia handicappata, non solo contraddice la morale di base di uno Stato di diritto, ma è destinata ad
aprire stagioni cariche di disordini e di orrori. Con la trasgressione del
quinto Comandamento (non uccidere) il ricorso all’atto omicida potrà
consolidarsi sopprimendo o privando di cure necessarie anche il neonato
dopo la nascita, se affetto da infermità giudicata incurabile. Mettere
fine, in certe condizioni, all’esistenza di un malato è cosa nota ormai da
tempo. L’esperienza riconduce alla mentalità delle masse, alla banalità
della vita, ma anche al ruolo degli ambienti ospedalieri decisamente inclini
ad applicare la “cura” risolutrice all’insegna di “benefici” (per gli
eredi e la società) con la rapida liquidazione del moribondo. Il quinto
Comandamento, ergendosi come barriera invalicabile, ricorda che solo
Dio è Padrone della vita mentre l’uomo è il custode, il depositario, l’amministratore
della propria esistenza. Perdita della Fede, indifferenza del
Giudizio di Dio, insofferenza per i moniti riguardanti la pena eterna hanno
concorso all’ instaurazione di quella sorta di culto per la morte dolce.
IL PAPA TUONA CONTRO IL GENDER. HO UNA DOMANDA – PER ORA – SENZA RISPOSTA.
Il Pontefice oggi ha detto cose importanti. Riprendiamo dall’ANSA: “C’è ‘un grande nemico oggi del matrimonio: la teoria del gender’, ha detto Papa Francesco nel suo discorso durante l’incontro con il clero a Tbilisi. ‘Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio – ha affermato rispondendo a una delle testimonianze, quella di una madre di famiglia -. Ma
non si distrugge con le armi, si distrugge con le idee: ci sono
colonizzazioni ideologiche che distruggono. Pertanto difendersi dalle
colonizzazioni ideologiche’. ‘Il matrimonio è la cosa
più bella che Dio ha creato. La Bibbia ci dice che Dio ha creato uomo e
donna e li ha creati a sua immagine: cioè l’uomo e la donna che si fanno
una sola carne sono l’immagine di Dio’, ha detto ancora il Papa”. Lasciando intendere chiaramente che solo fra uomo e donna si può avere matrimonio. Molto chiaro, no? Però nella mia povertà ho una domanda. Se è
convinto, come certamente è convinto, di tutto questo, perché picchia in
testa a vescovi, cardinali e laici che si battono proprio contro i mali
che ha denunciato oggi, e predilige e sceglie quelli che certe
questioni e battaglie preferiscono schivarle? Non ho una risposta. E mi dispiace. Marco Tosatti http://www.marcotosatti.com/2016/10/01/il-papa-tuona-contro-il-gender-ho-una-domanda-per-ora-senza-risposta/
Il patriarca di Baghdad lo invita in Iraq. Il Papa risponde: "Inshallah"
Papa Franesco è stato invitato dal patriarca di Baghdad Louis Raphael I Sako ad andare in Iraq. La risposta del pontefice che ha recitato una preghiera"Una visita in Iraq? "Inshallah", se Dio vuole".Papa Francescoha risposto così al patriarca caldeo di Baghdad,Louis Raphael I Sako.
Il papa, l’annuncio, la verità. Due chiacchiere con Chesterton
Domenica 25 settembre, mentre il papa in piazza San Pietro pronuncia l’omelia nella messa per il giubileo dei catechisti, a un certo punto mi sento tirare per la giacca.
Mi volto di qua, mi volto di là, ma non vedo nessuno. Mistero. Poi di nuovo quella tirata. Ed ecco lì, accanto a me, l’anima di Gilbert Keith Chesterton!
Non c’è dubbio. È proprio lui: il buon vecchio Gilbert, con tanto di baffoni spioventi e occhialetti in bilico sul naso!
«Scusa Gilbert – gli dico – non vedi che sono in diretta tv? Che vuoi?».
L’anima di Chesterton mi guarda e poi indica il testo del papa. Mi invita a dare un’occhiata ai primi paragrafi, ma io proprio non posso: sto lavorando, che diamine!
Dico a Chesterton di portare pazienza. Gli risponderò quando avrò un minuto di calma, cosa assai difficile, per la verità, per un povero cronista.
Oggi comunque un minuto ce l’ho, e dunque vediamo: cos’è che voleva farmi notare l’amico Gilbert?
Hanno umanizzato la Messa e poi l'hanno resa facoltativa: potremmo sintetizzare così la tragica parabola discendente del cattolicesimo ammodernato.
Intanto urge ricordare che la Messa cattolica, quella vera, poggia tutta sulla realtà e non su moti spirituali soggettivi.
È reale il mondo che non si è fatto da sé; è reale Dio, Creatore e Signore di tutto ciò che esiste. È reale, realissimo, che il mondo, dopo la caduta del Peccato Originale, è salvato da Gesù Cristo. Attenti però: il mondo è salvato da Cristo in modo reale, non retorico cioè per modo di dire; è salvato con una azione storica redentiva: la sua Incarnazione Passione e Morte al Calvario.
Lucia, una dei tre veggenti delle apparizioni di Fatima racconta:
“Il 10 dicembre 1925 mi apparve in camera la Vergine Santissima e al suo fianco un Bambino, come sospeso su una nube. La Madonna gli teneva la mano sulle spalle e, contemporaneamente, nell’altra mano reggeva un Cuore circondato di spine. In quel momento il Bambino disse:
- Abbi compassione del Cuore della Tua Madre Santissima avvolto nelle spine che gli uomini ingrati gli configgono continuamente, mentre non v’è chi faccia atti di riparazione per strapparglieLe.
Quel che è venuto a mancare è stata l’educazione alla santità. Santità
non significa altro che vivere nel pieno esercizio delle virtù umane e
cristiane: la generosità la fratellanza la capacità di perdonare l’amore
e il timor di Dio
di F. Lamendola
Uomini
e donne rattrappiti, narcisisti, fragili, volubili, incapaci di
assumersi impegni, di portare responsabilità, perennemente proiettati
verso l’effimero, il caduco, il contingente, e del tutto dimentichi di
ciò che è essenziale, permanente, assoluto. Cristiani parimenti
rattrappiti, immiseriti, banalizzati, senza radici, senza sostanza,
senza volontà, senza spirito di sacrificio, incapaci di lottare per
qualcosa di grande, più che mai bramosi di auto-giustificare la propria
piccolezza, di auto-glorificare la propria inadeguatezza. Questa è la
situazione attuale: uomini e donne che fanno fatica a svolgere
degnamente le normali funzioni della vita sociale, a creare una
famiglia, ad allevare dei figli, a prendersi cura dei vecchi, a svolgere
onorevolmente una professione o un mestiere; cristiani all’acqua di
rose che non cercano la croce, anzi, la scansano con orrore, e che si
stanno costruendo un cattolicesimo su misura, fatto apposta per essere
indulgente con le loro umane debolezze, con la loro propensione a
peccare. Uomini e donne sui quali non si può più fare affidamento; padri
e madri che non sanno più crescere ed educare convenientemente i loro
figli, che li sanno solo viziare, scusare, giustificare, che sanno solo
litigare con le maestre o rimproverare i professori quando vengono messi
di fronte alla pigrizia e alla furberia dei loro pargoli; lavoratori
mediocri, che non sanno mandare avanti l’azienda creata dai loro
genitori con infinita passione e con mille sacrifici; e cristiani che
non sono più d’esempio a nessuno, che non guardano più in Alto, che non
hanno più la vera fede, ma che, in compenso, si riempiono la bocca –
loro e i loro pessimi teologi e i loro prelati cialtroni – di paroloni
progressisti e modernisti, per spacciarsi per quello che non sono, per
vestire abiti dei quali non son degni.
Tu es qui restitues haereditatem meam mihi (Sal 15, 5).
I salmi, tradotti da san Girolamo, sprigionano un’inesauribile carica profetica. Dio ci sta restituendo quell’eredità di infinito valore che ci era stata tolta con il pretesto dell’aggiornamento e del rinnovamento. Il diavolo dispone al suo servizio di buoni parolai; ma i parolai sono solo parolai. Chi crede nel Verbo e lo ascolta seriamente prima o poi li smaschera, perché le loro ciarle non resistono al fuoco che divampa dalla Parola eterna. Ve lo garantisce qualcuno che, durante la sua “formazione” al sacerdozio, è stato ossessionato dai suoi superiori con i mantra della manipolazione mentale: l’ascolto dello Spirito, la Parola scrutata e ruminata, il lasciarsi trafiggere e giudicare, e via di questo passo… Un giovane si fida spontaneamente delle sue guide e si accende facilmente con discorsi ammalianti che non hanno immediata incidenza sulla sua condotta.
Dato che la meditazione della Bibbia, con un metodo sostanzialmente protestante, si praticava solo con i rimandi a margine, facendo raramente ricorso ai Padri e al Magistero, un suo risultato non infrequente erano i voli spirituali ad altezze da cui difficilmente si scorgevano difetti e trasgressioni concrete, ciò che rendeva la loro correzione estremamente improbabile. A questo, del resto, si era fortemente incoraggiati dalle mensili Messe di classe con il rettore, nel corso delle quali ognuno doveva prender la parola dopo l’omelia per condividere i frutti della sua scrutatio. Il grave abuso liturgico, regolarmente perpetrato nel vivaio dei futuri sacerdoti, era praticamente obbligatorio: tacere in quel momento, infatti, era mal visto, mentre chi si effondeva in considerazioni altamente edificanti godeva di grande stima, a prescindere dalle sue segrete tendenze…
Come la desidera signore? Ben cotta o al sangue? Gastronomia e marketing del teologo-cameriere. Il teologo-cameriere sta operando una trasmutazione del cattolicesimo: da religione della Trinità a culto dell’uomo
di Francesco Lamendola
Come la desidera, signore? Ben cotta, o al sangue?, domanda premuroso il cameriere, dopo che il cliente ha ordinato, come secondo piatto, una bistecca svizzera.
Fa il suo mestiere; e lo fa bene. Bisogna sforzarsi di far contento il cliente, specie in questi tempi di crisi; un cliente soddisfatto, è un cliente che paga senza discutere e che ritornerà alla prossima occasione.
Oggi, però, questo stile, diciamo così, di marketing, è passato dai camerieri ai teologi: Che genere di Dio le piace di più, signore? Come lo preferisce: misericordioso, vero? Qui, infatti, si va sul sicuro: chi, potendo scegliersi un dio, lo vorrebbe troppo severo, troppo esigente, o anche solamente - diciamo la verità - giusto? Nessuno, tranne un masochista.
E come vorrebbe la vita eterna, signore? Paradiso per tutti e niente Inferno, vero?