ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 17 febbraio 2017

Prenderemo finalmente sul serio il grande dono di Gesù?

Teresa Neumann. L’ascesi, le stigmate e le visioni profetiche” è il titolo del nuovo libro di Don Marcello Stanzione, edito da Gribaudi.
Teresa nasce  in  Baviera  nel  1898.   Nasce,  cioè in  quella  regione  tedesca  che,  per  la  sua  fedeltà  al  cattolicesimo  si  contrappone  idealmente  al  profilo  culturale  dettato  dalla  Prussia protestante,  maggiormente  interessata  dallo  scisma   luterano.  Come  sovente  accade  nell’ampia casistica  di  santi  e beati,  Teresa  trae  le  sue  origini  da  umile  famiglia  ed   è  la  prima  di  undici  figli. Il  padre  Ferdinand  è  sarto  e  la  madre,  Anna  Grillmeier,  coltivatrice.  La  piccola  Teresa  è  alunna  diligente  alla  scuola  primaria.  Riceve  la  Cresima  a  10  anni  e  la  Prima  Comunione  a 11.  A  14  anni,  la  situazione  familiare  le  impone  di  iniziare  a  lavorare  come  domestica,  ma  la  ragazza  insiste  comunque  a  frequentare  con  zelo  la   scuola  domenicale  del  catechismo.  Aspira  sinceramente  alla  consacrazione religiosa  e  all’impegno  nelle  Missioni estere,  ma  il  suo  sogno  è  stroncato  dal primo   conflitto  mondiale.

Si passa per retrogradi o intolleranti




Professor Perrella, secondo la suora spagnola, non è poi tanto certa la maternità verginale di Maria che potrebbe anche aver avuto relazioni sessuali con Giuseppe, come la mettiamo?

Francesco aveva da risolvere un problema logistico

Gente che va… gente che viene…

Cloaca vaticana?





Un caro amico ci ha appena amabilmente rimproverato che “scriviamo troppo”, e forse è vero, forse dovremmo pregare di più e scrivere di meno, se non altro per cercare di ripararci dalla maleodorante marea che rischia di sommergerci.
E tuttavia, non abbiamo fatto in tempo a posare la penna, che ecco giungere la notizia che il Cardinale Burke ha dovuto cambiare isola… da Malta – che non è certo tanto male – a Guam – che subito uno si chiede “cos’è?”.

Troppa grazia Sant’Antonio?


Medjugorje, cosa farà l’arcivescovo Hoser nominato da Papa Francesco 
          

Commissariamento, politica dell’annuncio o restrizioni in arrivo? La decisione presa nei giorni scorsi da Papa Francesco, e cioè di nominare l’arcivescovo di Varsavia Henryk Hoser (nella foto) come “inviato speciale” in quel di Medjugorje, ha suscitato la solita divisione (perfettamente al 50%) tra chi, nella Chiesa, è a favore e chi contro le presunte apparizioni che dal lontano giugno 1981 si verificherebbero in questo paesino della Bosnia-Erzegovina e coinvolgerebbero sei veggenti.
Nessuno di essi ha scelto la vita religiosa, a differenza delle veggenti di Lourdes e Fatima (Bernadette Soubirous, poi santa, e Lucia Dos Santos): sono tutti sposati e con figli, e alcuni di essi hanno case di accoglienza o hotel in quel di Medjugorje dove spesso li si può vedere servire ai tavoli.

Pasquin's That’s Amoris

DIO, CHE PARODIA! - GLI ANTI-BERGOGLIONI PUBBLICANO VIDEO SATIRICI CONTRO IL PAPA E LA SUA ‘AMORIS LAETITIA’: ‘THAT’S AMORIS’, SULLE NOTE DI DEAN MARTIN, PIENA DI COLPI BASSI SUL PONTEFICE, I SUOI COLLABORATORI PIÙ STRETTI (IVEREIGH, SPADARO, DI KASPER DICONO CHE È APOSTATA), TRA COPROFAGIA E PREGHIERE ALLA MADONNA DOPO ‘4 ANNI DI REGIME DI PAURA’ - VIDEO



«Sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare»


Se Famiglia Cristiana aprisse gli occhi


Chi segue il sito di Famiglia Cristiana, probabilmente conosce la rubrica delle lettere, nella quale i lettori pongono domande abbastanza assurde, ricevendo alle volte delle risposte ancora più assurde. Recentemente, ad esempio, un lettore vittima dell'ignoranza religiosa imposta dal clero sbragato e mollaccione, ha posto il seguente quesito: «Ho avuto fra le mani un foglio dove un bambino davanti al Santissimo esposto chiede alla mamma: “Perché stiamo a guardare un pezzo di pane chiuso in una teca d’oro?”. Risposta: “Non hai tutti i torti; Gesù ha detto: Prendete e mangiate. Non guardate”. Non sono per niente d’accordo».

La cerimonia del “timbro”?

IL CORAGGIO DI VILLA E LEFEBVRE

    Contro il progressismo massonico. Corre l'obbligo di ricordare anche il buono che esiste in quella parte di Chiesa ancora saldamente ancorata alla Tradizione. Don Luigi Villa e Monsignor Lefebvre rappresentano due mirabili esempi 
di Cinzia Palmacci  



In un periodo in cui si sente parlare solo di quello che non funziona nella Chiesa progressista post conciliare tra pedofilia e scandali vari, corre l'obbligo di ricordare anche il buono che esiste in quella parte di Chiesa ancora saldamente ancorata alla Tradizione. Don Luigi Villa e Monsignor Lefebvre, purtroppo scomparsi, rappresentano due mirabili esempi di coraggio e statura morale contro il progressismo massonico nella Chiesa sfociato poi nel Concilio Vaticano II. Inutile dire che entrambi furono molto perseguitati dalle forze avverse, fino all'esilio, alla diffamazione e all'umiliazione.


giovedì 16 febbraio 2017

La protettrice di tutti i credenti

LA PRIMIZIA DELLA PENTECOSTE

    Maria, primizia della Pentecoste. Maria è colei che per prima è stata riempita dallo Spirito Santo. La maternità di Maria va molto oltre il concepimento di Cristo: lei è madre dell’umanità redenta, è la nuova Eva 
di Francesco Lamendola  




L’atto di nascita della Chiesa è riconoscibile nella discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, nel cenacolo, il giorno della Pentecoste. Ma c’è qualcuno che già aveva ricevuto il dono dello Spirito Santo, e che ne era stato colmato: Maria Vergine, la futura madre di Cristo, allorché l’arcangelo Gabriele le era apparso e le aveva annunziato il concepimento miracoloso del Figlio di Dio, salutandola con le parole che generazioni di cristiani ripetono, da secoli e secoli, quando recitano la preghiera dell’Ave Maria: Ti saluto, o Maria, il Signore è con te; egli ti ha colmata di grazia. Maria, quindi, è colei che per prima è stata riempita dallo Spirito Santo; ella è la primizia del Paraclito, del Consolatore, che Gesù avrebbe poi mandato ai discepoli, e che continua ad effondersi sui suoi fedeli e sulla sua Chiesa, attraverso l’azione dei Sacramenti.
Vi sono pertanto una stretta relazione e un evidente parallelismo fra Maria e la Chiesa.

Si dicevano gli imbecilli..

BERNANOS CONTRO I ROBOT. OSSIA IL PROGRESSO COME APOCALISSE. 

Nel 1944 Georges Bernanos, il tormentato scrittore cattolico (il suo capolavoro è il Diario di un curato di campagna) pubblica una  furibonda raccolta di invettive contro la società industriale.  Vista la data, è  dir  poco definirlo profetico fin dal titolo: La France contre le robots”.  Gridava ai contemporanei di diffidare del benessere  promesso dalle industrie di massa, liberatrici dei poveri: “Ci sarà sempre più da guadagnare a soddisfare i vizi dell’uomo che i suoi bisogni”.  E’ un’agghiacciante verità che  possiamo comprendere noi,  70 anni dopo, nell’epoca del Viagra, delle droghe “ricreative”, dei gay pride, del diritto al piacere,  e della pornografia di massa.



‘Il santuario sarà desolato’...

« Ecco l'Agnello d Dio, colui che toglie il peccato del mondo! »
https://www.pinomiscione.it/theologica/saggi/agnello-di-dio/



Una volta innescato, il meccanismo della rivoluzione del culto procede inesorabilmente e non può stupire il progetto di ulteriori varianti al messale della riforma… L’accelerazione verso il baratro impressa dal pontificato bergogliano mira alla distruzione della fede cattolica, dunque deve necessariamente istituire una liturgia che ne sia lo strumento e la celebrazione. Nell’uomo, che è una creatura liturgica, la radice della fede può essere pervertita solo pervertendo l’atto supremo di culto stabilito da Dio una volta per sempre. Ecco perché l’opera iniziata con il Novus Ordo Missae di Paolo VI viene ora perfezionata e forse portata a compimento con quello che potremmo chiamare il Novissimus Ordo Missae di Bergoglio.
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E’ pervenuta in redazione:
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Carissimo Alessandro Gnocchi,
in questi giorni si fa un gran parlare di ulteriori cambiamenti nella Messa. Ma che cosa sta accadendo? Dopo tutto quello che hanno già fatto, che cosa possono ancora fare? Cosa c’è dietro tutto questo? Non le nascondo che sono veramente angosciata perché continuo a pensare a quella frase di padre Pio che lei ha citato varie volte: il mondo potrebbe reggersi anche senza il sole, ma non senza la Santa Messa. Mi chiedo, si reggerà ancora questo povero mondo?
Un carissimo saluto e grazie per tutto quello che fate. Riscossa Cristiana è rimasto l’unico posto in cui si ha il coraggio di chiamare le cose con il loro nome.
Fernanda Casassa
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A quando in Alaska a celebrare messa sotto la neve?

Il tradizionalista Burke spedito dal Papa in un'isola sperduta
Raymond Leo Burke, il cardinale tradizionalista, il porporato che ha messo nero su bianco i "dubia" contro l'esortazione di papa Francesco, il patrono dell'Ordine di Malta commissariato da Bergoglio, è atterrato ieri sull'isola di Guam, un minuscolo puntino di terra nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico.
Ufficialmente dovrà investigare su un brutto caso di preti e pedofilia, anche se la decisione di affidare proprio a Burke questo incarico ha fatto pensare ai più che si tratti di un modo per allontanare uno dei maggiori oppositori del nuovo corso bergogliano.

Scegliere il grigio

L’“effetto Francesco”


(di Fabio Cancelli) Si era agli inizi del Pontificato del Papa latino-americano e sociologi, psicologi e operatori pastorali vari si affaccendavano a spiegare, statistiche alla mano, quello che si impose come «effetto Francesco». Cioè, si tentava di dimostrare che non solo il cambio di pontificato era completamente in continuità con quello di Benedetto XVI, ma che addirittura cresceva la domanda circa i sacramenti e la partecipazione alle Messe domenicali.
Si poteva star sereni perché la Chiesa andava a gonfie vele. Non sappiamo quanto gonfie fossero già allora quelle vele, ma sta di fatto che quel cosiddetto «effetto Francesco» finì presto col significare tutt’altro. Gli analisti della prima ora ci dicevano che Francesco era un gesuita conservatore e che nella sua Argentina peronista aveva alzato più volte la voce per domare sentimenti e aperture da teologia della liberazione. Fu certamente anche così, ma sicuramente non per dire che la teologia della liberazione fosse intrinsecamente sbagliata e fuorviante, ma per riportare quegli sconsiderati gesuiti ribelli a un pensiero più moderato, meno progressista.

Roma locuta, cusa infinita

Il ricatto dell’obbedienza


(di Cristiana de Magistris) In tempi più felici di quelli in cui viviamo, si soleva dire che Roma locuta est, causa finita est, Roma ha parlato, dunque la causa è conclusa. Da un cinquantennio a questa parte, questo lemma, degno dei migliori spiriti cattolici, non tiene più. Spesso pare addirittura rovesciato: se Roma parla, la causa inizia, in una voragine di confusione indescrivibile, che getta i fedeli in atroci dubbi di coscienza. Da cui nasce il problema dell’obbedienza.
Il nuovo magistero inaugurato col Vaticano II, col pretesto di una mai abbastanza decantata pastoralità, ha introdotto una legislazione rivoluzionaria che ha la caratteristica di essere sfuggente, ondeggiante e, soprattutto, abilissima nel tacere e sfuggire quella verità che dovrebbe proclamare. Questa legislazione fatta, oltre che di norme, di fatti, veicolati opportunamente ed importunamente dai media, non contenendo in genere in sé alcun aggancio alla Tradizione precedente, è stata – ed è – imposta in nome dell’obbedienza. È sempre l’argomento di autorità che viene adoperato per imporre una legislazione rivoluzionaria. Per orientarsi in questo dilemma che attanaglia i cristiani, occorre rispolverare il principio e la virtù dell’obbedienza secondo il perenne insegnamento della Chiesa.

Rifondazione migrantes

Burke a Guam, Negri a casa: il messaggio è chiaro
L'invio (non si sa per quanto tempo) del cardinale Burke in Micronesia per gestire un caso di pedofilia; la rapida sostituzione di monsignor Negri alla guida dell'arcidiocesi di Ferrara con un monsignor Perego dipinto come il suo opposto. Le scelte di Roma sono un messaggio ben preciso.
Il cardinale Raymond Burke spedito nell’isola di Guam, monsignor Luigi Negri a casa per limiti di età ma sostituito da un monsignor Giancarlo Perego che viene da tutti descritto come il suo opposto.

"Chiarissimo"

Comunione per tutti, cattolici e protestanti. Parola di Kasper, anzi, del papa



L'oscurità con cui papa Francesco ama parlare e scrivere sulle questioni più controverse è una costante del suo magistero, un'oscurità che ha toccato il vertice nella risposta che diede il 15 novembre del 2015 a una luterana sposata a un cattolico, che gli chiedeva se poteva fare anche lei la comunione a messa:
Ma a fugare i dubbi sul suo reale pensiero provvedono puntualmente i personaggi ed interpreti a lui più vicini, cardinali, vescovi, teologi, gesuiti, giornalisti.
Ecco infatti che cosa ha detto pochi giorni fa, a proposito dell'intercomunione tra cattolici e protestanti, il cardinale prediletto dal papa, il tedesco Walter Kasper, in un'intervista trasmessa dalla tv italiana di Stato:

Le patologie dell’età?

Il cardinale obbediente,
Francesco
e quegli imbecilli dei cattolici “rigoristi” 




Il 14 febbraio è stato presentato alla Radio Vaticana un libretto del cardinale Coccopalmerio sulla corretta lettura dell’VIII capitolo di Amoris Laetitia, agile libretto, edito dalla LEV (naturalmente!) - 51 pagine, 8 Euri -, che ovviamente è stato commissionato e comunque concordato tra Francesco e il Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi; e che altrettanto ovviamente costituisce la risposta ufficiale agli ormai famosi “dubia” dei quattro cardinali, ai quali Francesco, ovviamente, non può rispondere per il semplice motivo che, come si evince da questo libretto, non v’è dubbio alcuno che Amoris Laetitia è una conferma della dottrina cattolica di sempre sulla Comunione ai divorziati risposati, arricchita da una magistrale novità pastorale nella continuità della tradizione dottrinale della Chiesa.
Chi non capisse questa lapalissiana verità, per ciò stesso dimostrerebbe di soffrire di una patologica sclerosi, che potrà pure partorire dubbi, ma non può certo aspettarsi che essi vengano presi sul serio, se non per essere cestinati tra le stranezze generate dalle patologie dell’età.

mercoledì 15 febbraio 2017

Che cosa si insegna, oggi, nei seminari cattolici?

CI VOGLIONO PRETI "SANTI"

    Ci vogliono preti santi per santificare la Chiesa. Non di sacerdoti modernisti progressisti sindacalisti saccenti che ostentano virtù che non possiedono. Il sacerdote deve puntare in alto molto in alto al cielo dove troverà Dio 
di Francesco Lamendola  




La Chiesa ha bisogno di sacerdoti santi, non di sacerdoti progressisti e modernisti, non di sacerdoti colti e saccenti, non di sacerdoti che ostentano virtù che non possiedono; non ha bisogno di sacerdoti sindacalisti o di sacerdoti assistenti sociali, non ha bisogno di preti di strada, se con questo termine s'intende un sacerdote che non vive la dimensione della spiritualità, ma solo quella della partecipazione ai problemi  immediati delle persone. Il sacerdote deve puntare in alto, molto in alto, e deve mostrare ai suoi parrocchiani la via delle altezze; il suo sguardo deve essere rivolto al cielo, deve pregare molto, deve pregare sempre, senza stancarsi mai: perché pregando e alzando lo sguardo al cielo troverà da Dio l'aiuto, il sostegno, il conforto per svolgere bene la sua missione, mentre se guarda in basso finirà per perdersi, per lasciarsi travolgere, per essere contaminato dallo spirito del mondo. Ci sono due modi, infatti, di essere contaminati dallo spirito del mondo: chiudersi nel proprio egoismo o gettarsi a testa bassa nel cuore dei problemi di tutti. Sembrano due maniere opposte di lasciarsi contaminare, ma in realtà sono simili e complementari: nel primo caso si fugge dalla realtà concreta, nel secondo ci si sprofonda senza discernimento, quasi per tacitare qualche oscuro senso di colpa; il risultato, però, è lo stesso: la perdita della prospettiva trascendente, la perdita della verticalità della fede.

Il re è nudo

UNA PRECISAZIONE SUL POST DELL’8 FEBBRAIO. MA QUALE MARCIA INDIETRO? AL CONTRARIO UN PASSO AVANTI, MA BISOGNA CAPIRE VERSO DOVE.



Il mio post dell’8 febbraio ha provocato confusione in alcuni di voi. Molti hanno frainteso. Sicuramente perché io non sono stato chiaro, ma forse anche perché c’è una forma mentis sbagliata che alcuni di voi fanno fatica a superare.


Lasciatemi dire: come tanti di voi ci hanno messo del tempo a capire la gravità del “caso Bergoglio” e – all’inizio – mi hanno preso a male parole, così oggi tanti di voi fanno fatica a capire la nuova situazione che si è creata e la responsabilità che ci è chiesta, in questo grave momento storico, come cattolici.
Cercherò allora di dirvi alcune cose che mi hanno indotto a scrivere quel post. Sono le riflessioni che vado facendo in questi giorni. Prendetele come appunti provvisori di viaggio. Pronti ad essere approfonditi o corretti.

Migrans..

“ULTIM’ORA: BURKE SPEDITO IN MISSIONE”

Bergoglio con una scusa spedisce in missione Burke. A  12.500 Km da Roma. Le purghe…sono solo all’inizio. E questo lo dedico a tutti quelli che magari pensano che racconto barzellette. Leggete qui (https://twitter.com/ProtectthePope/status/831940535334141952).     
 
Clearly sending him to Malta didn't work, so now Cardinal Burke is sent to Guam, 12,155 km from Rome.

di Fra Cristoforo

Migrato

Il Papa sostituisce il vescovo tradizionalista con il "prelato dei migranti"

Al posto di Monsignor Luigi Negri, vescovo di Ferrara e critico in tema di islam e accoglienza, arriverà Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes
Il vescovo tradizionalista e conservatore, più volte critico contro l'accoglienza indiscriminata, verrà sostituito dal direttore di Migrantes, la fondazione della Chiesa che si occupa di immigrati.
Manca ancora l'ufficialità, ma la decisione di papa Francesco sembra ormai chiara: a guidare l'Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio verrà chiamato monsignor Giancarlo Perego, 56enne cremonese conosciuto soprattutto per la sua militanza in associazioni caritative e assistenzialistiche. Prima la Caritas, poi il ruolo di direttore di Migrantes.

Ma che i Vangeli abbiano molta confusione?

Il cardinale risponde ai Dubia? Per il suo editore no                                          La presentazione del libro del cardinal Coccopalmerio sul capitolo VIII di AL doveva esser la risposta "definitiva" ai dubia. O almeno così l'aveva presentata qualcuno forse eccessivamente frettoloso nel risolvere la questione. Invece ieri non si è presentato il porporato, ma il suo editore. Il quale ha presentato il laovoro come un semplice contributo. Quindi la questione rimane aperta.
Doveva essere la risposta – non ufficiale, ma pur sempre autorevole – ai Dubia sull’Amoris Laetitia presentati dai quattro cardinali e sostenuti da molti altri cardinali, vescovi preti e fedeli, e invece non lo era. Dalle anticipazioni dei giorni passati sembrava che il testo del porporato fosse stato ispirato, o quantomeno richiesto, dal Pontefice stesso. Parliamo del libro di trenta pagine del cardinale Francesco Coccopalmerio pubblicizzato, forse con una fretta eccessiva, da qualcuno come la risposta ai Dubia. Il cardinale alla fine ha deciso addirittura di non presentarsi alla conferenza stampa di presentazione. Qualcuno dice perché aveva in concomitanza una riunione alla Congregazione per le Cause dei Santi; altri, maligni, perché voleva evitare l'assalto dei cronisti. Sembra che darà interviste nei prossimi giorni.

Designer Religion?

Perché il Papa anti-Medjugorje rischia lo scisma

È inutile girare intorno a ciò che è chiaro: questo Papa non ama Medjugorje. La Madonna «capufficio postale» che manda ogni giorno messaggi cui si riferisce è proprio quella bosniaca (anche se di etnia croata).
E forse ha proprio deciso che il tempo è maturo per prendere in mano la patata bollente. «Questa moda della Madonna superstar, come una protagonista che mette se stessa al centro, non è cattolica». È l'ultima sua tirata. Questo Papa, si sa, ama parlare a braccio e obbliga perciò all'esegesi del suo pensiero.

La Chiesa "minata" dalle basi

Il violento attacco al card. #Burke

Il dibattito su alcuni temi è oramai scaduto ad un livello veramente infimo, infarcito di attacchi personali degni delle epoche peggiori.

Martedì 7 febbraio è apparso un articolo di JASON HOROWITZ sul New York Times (NYT). Il giornalista scrive che Stephen K. Bannon, attuale consigliere responsabile della strategia del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in precedenza direttore esecutivo di Breitbart News, era presente a Roma nell’aprile 2014 in occasione della canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II. In quella occasione avrebbe incontrato il card. Burke per “saldare la loro visione del mondo”. Secondo il giornalista, “essi [Bannon e Burke] vedono l’Islam come una minaccia che potrebbe schiacciare l’Occidente prostrato a causa della erosione dei tradizionali valori cristiani, e vedono loro stessi come ingiustamente ostracizzati dalle élites politiche che hanno perso il contatto con il mondo”. 


Il puzzo di bruciato

CHE COSA STA SUCCEDENDO ?

C’è puzzo di tradimento i cittadini e i fedeli si sentono sempre più soli, lo Stato e la Chiesa non li difendono più, non indicano più la via da seguire c’è aria di smobilitazione di rompete le righe, tutto questo non è normale 
di Francesco Lamendola  





Non è un fenomeno solo italiano, ma europeo; e non solamente europeo, è un fenomeno mondiale. Dovunque si assiste al medesimo spettacolo: una intellighenzia che non rappresenta nessuno, se non se stessa, e, naturalmente, i propri privilegi; una classe dirigente che non lavora nell’interesse del proprio Paese, ma solo e unicamente per sé, al servizio di altri poteri, di regie occulte; perfino un clero che non lavora più per la Chiesa, né per la ragion d’essere della Chiesa, la salvezza delle anime, ma per diffondere una nuova versione della religione, e, nel frattempo, per distruggere tutto: dogmi, dottrina, magistero, pastorale, etica, tradizione, liturgia.
Che cosa sta dunque succedendo? Le persone comuni, anche di mediocre intelligenza, anche di nessuna cultura, incominciano a percepire un certo qual puzzo di bruciato: Palo VI diceva: il fumo di Satana è penetrato in Vaticano. C’è puzzo di tradimento; c’è aria di losche manovre, di accordi col nemico; i cittadini e i fedeli si sentono sempre più soli, sempre più abbandonati. Lo Stato e la Chiesa non li difendono più, non indicano più la via da seguire. C’è aria di smobilitazione, di rompete le righe, si salvi chi può e meglio che può. Tutto questo non è normale: qualcosa sta bollendo in pentola, qualcosa di torbido, di brutto, d’inconfessabile.

La storia si ripete

La tempesta che scuote la Chiesa




La Chiesa, Corpo mistico di Cristo, lo sappiamo, vivrà fino all’ultimo istante, fino a quanto passerà l’immagine di questo mondo, fino a quando il tempo non sarà più.

E’ così che appare e risplende l’unità della storia. Fino a Gesù Cristo c’è stata la preparazione alla Redenzione; con Gesù Cristo c’è stata la sua realizzazione; e dopo Gesù Cristo c’è il completamento della Redenzione, cioè l’applicazione a ciascuno degli uomini dei meriti della Redenzione.
La Chiesa continua Gesù Cristo e Lo completa, non perché manchi qualcosa alla Sua opera, ma perché Dio ha voluto che sia l’uomo a completare col suo sforzo l’opera di Gesù Cristo, a completare con le sue sofferenze la Passione di Gesù Cristo, fino alla fine dei tempi, come Simone di Cirene aiutò Gesù a portare la croce.

Dopo anni o secoli, che resta degli Stati, degli imperi e delle civiltà?

La Chiesa, che nasce sotto le fiamme della Pentecoste, è invece sempre qua, ancora vivente, anche se, come oggi, sembra eclissata, moribonda. Ma siccome la storia è il racconto della continua lotta e del continuo trionfo di Dio su Satana, il nemico, non potendo attaccare il corpo fisico della Chiesa facendone morire i battezzati – anche se l’ha fatto per milioni – attacca la Verità.

martedì 14 febbraio 2017

Martedì dopo la Domenica di Settuagesima

La preghiera di Cristo
 (Martedì dopo la Domenica di Settuagesima)
“Abbà, Padre, se è possibile, passi da me questo calice! Padre mio! Tutto è possibile a Te! Prendi da me questo calice! … Tuttavia, non come voglio io, ma come vuoi Tu”.
Questa festa cade il Martedì dopo Settuagesima (Doppio maggiore). Il suo scopo è quello di ricordare la preghiera prolungata che Cristo ha offerto nel Getsemani a nostro favore, in preparazione per la sua Sacra Passione. L’Ufficio insiste sulla grande importanza della preghiera.
La festa è posta all’inizio della Quaresima per ricordarci che la stagione penitenziale è soprattutto un momento di preghiera.

La pretesa di fare a meno di Dio

CHIESA VERSUS MODERNITA'   Come deve porsi la Chiesa rispetto alla modernità? L'essenza del mondo moderno per Papa Ratzinger. Una civiltà degna di tale nome affonda le radici 
nel più remoto passato e ha l’ardire di protendere i suoi rami verso il futuro 

di Francesco Lamendola  


Gira e rigira, il problema di fondo, per la Chiesa, è sempre lo stesso: come essa deve porsi nei confronti del mondo moderno.
Nella costituzione pastorale Gaudium et Spes, sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, pubblicata il 7 dicembre 1965, a conclusione dei lavori del Concilio Vaticano II, il Magistero si pone, per la prima volta, in un  atteggiamento di apertura, di benevolenza, di collaborazione con le forze della società contemporanea, offrendo il suo contributo per la costruzione dell’uomo nuovo, secondo il modello di Cristo, e riconoscendo, a sua volta, di aver bisogno dell’apporto degli uomini che vivono nel mondo moderno, per sviluppare la sua missione universale. Curioso: era passato quasi esattamene un secolo dalla pubblicazione del Sillabo da parte di Pio X (8 dicembre 1864), e la prospettiva della Chiesa rispetto al mondo contemporaneo era stata letteralmente capovolta: dalla condanna e dal rifiuto di tutti gli aspetti caratterizzanti della società e della cultura moderne (liberalismo, socialismo, comunismo, ateismo, indifferentismo, libertà di coscienza, libertà di stampa, matrimonio civile) si era passati a una valutazione serena e ottimistica, piena di fiducia nella possibilità d’instaurare un rapporto aperto e collaborativo. Che cosa era successo, dunque? Chi aveva ragione e chi aveva torto: la Chiesa di Giovanni XXIIII o quella di Pio IX?

Dobbiamo aspettarci un Vaticano III?

La Chiesa “costantiniana”, Lutero, la Riforma e il concilio Vaticano II




Questa immagine composita è un ricordo della
liturgia ecumenica della parola secondo il formulario approvato dalla Commissione mista cattolico-luterana
che è stata celebrata il 21 gennaio 2017 nella cattedrale di Monreale (PA).

Al di là delle considerazioni critiche che si possono legittimamente fare su questa anticattolica iniziativa, resta il fatto che questa immagine illustra in maniera evidentissima l'opera di demolizione della Chiesa di Cristo che stanno portando avanti i nuovi preti della Neochiesa abortita dal concilio Vaticano II…
basta guardare il Pantocrator che troneggia nell'abside da più di 800 anni.


La Chiesa nata con il concilio Vaticano II sorse al grido della fine della Chiesa “costantiniana”. Questa impostazione dei progressisti è fin troppo attuale, eppure ancora oggi il mondo cattolico tradizionale non l’ha presa sul serio.

Gli ex non gli sono mai piaciuti..


Gli ex anglicani d'America dicono no alla comunione ai divorziati risposati           
Lettera
A papa Francesco non sono mai piaciuti gli anglicani che si fanno cattolici. Preferisce che restino dove sono, e l'ha detto. Intanto però ha ricevuto in eredità dal suo predecessore Benedetto XVI un ordinariato speciale, eretto nel 2012, che ha in cura proprio i fedeli degli Stati Uniti e del Canada convertiti dall'anglicanesimo.
Questo ordinariato ha il nome della Cattedra di San Pietro e opera come un'immensa diocesi con sede centrale a Houston, nel Texas. Ad essa fanno capo più di quaranta parrocchie. Le sue liturgie fanno tesoro della tradizione anglicana, che non è molto diversa da quella cattolica più attaccata alla tradizione. Il suo vescovo è Steven J. Lopes, 42 anni, nato in California da padre portoghese e madre polacca, per dieci anni, dal 2005, ufficiale della congregazione vaticana per la dottrina della fede, e promosso a questo ruolo da papa Francesco il 24 novembre 2015.
Ebbene, in gennaio il vescovo Lopes ha offerto ai suoi sacerdoti e fedeli una lettera pastorale con le istruzioni su come interpretare e mettere in pratica "Amoris laetitia".