ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 26 marzo 2017

Le nostre liturgie appaiono stanche

La liturgia c.d. tradizionale ed i gruppi Summorum Pontificum. Il senso di una presenza

Testo dell’intervento tenuto a Brindisi presso l’hotel Virgilio, giovedì 9 marzo 2017 dal dott. Antonio Alò, moderatore della sezione Liturgia della Scuola Ecclesia Mater.

La Scuola Ecclesia Mater è una realtà regionale e nasce dalla volontà dell’ecclesiologo e compianto p. Garuti, del canonista p. Jaeger e del teologo don Nicola Bux, per dare visibilità e attuazione alle scelte di Benedetto XVI in campo liturgico.
Mi permetterete di dire che chi aderisce alla Scuola Ecclesia Mater non è seguace dei fondatori, come qualcuno può pensare, ma vuole essere cooperatore della Verità, per la cui diffusione non disdegna il dialogo, ma anzi lo cerca: ad intra ad extra della Chiesa.
Ad intra: soprattutto con chi non comprende le ragioni del Motu proprio Summorum Pontificum cura di Benedetto XVI;ad extra: con chi, pur non essendo cattolico, è affascinato dal linguaggio del bello della Chiesa.
Il Beato Schuster scriveva: «Spesso nelle chiese, infatti assistono dei protestanti, degli ebrei, delle persone senza alcuna religione. L’esperienza dimostra che un coro ben eseguito, delle funzioni celebrate con ordine, con maestà e con devota pompa possono fare su quelle anime una profonda impressione».

Era tutto troppo prevedibile?

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Eleison Comments DVI
DECLINING  SLOWLY  –  I

Lento declino - I
Qui di seguito una testimonianza, abbreviata, giunta dagli Stati Uniti, che centra bene diversi problemi: -

Alla Fraternità San Pio X è stata data una nuova immagine, non è più com’era prima. Come la FSSPX originaria apparteneva alla Chiesa cattolica, così la Neofraternità appartiene alla Neochiesa. Per coloro che sono abbastanza vecchi da ricordare, è come se il Vaticano II tornasse di nuovo, solo in peggio, perché questa volta non vi è alcun attacco dottrinale diretto, né un Concilio generale, questa volta la rivoluzione si sta diffondendo lentamente, con un’impercettibile trasformazione sociale.

Mentre le apparenze della Tradizione vengono mantenute, il movimento tradizionalista sta lentamente cambiando da dentro. Esteriormente e materialmente le cose sembrano avere più successo che mai, con l’aumento della mole di denaro e degli edifici, ma interiormente e spiritualmente vi è decadenza, perché la malattia del modernismo ne ha impercettibilmente infettato i ranghi. Diversi sintomi indicano che si tratta dello stesso modernismo: per esempio, i nuovi giovani sacerdoti dalla faccia felice della Fraternità, sono esattamente come i “preti di pace” degli anni ‘60 e ‘70, come li chiamava il grande cardinale Mindszenty. A molti manca la mascolinità, a differenza della precedente generazione di sacerdoti, e sono fin troppo simili ad alcuni dei più importanti insegnanti laici della Neofraternità.

Nuovi tradizionalisti*?

Don Luca confessa dal pulpito: «L’infiltrato che fa le corna? Sono io»

Il personaggio immortalato dai fotografi al parco di Monza, prima della messa del Papa, è un parroco «di frontiera» brianzolo, don Luca Raimondi, 50 anni. Domenica mattina durante l’omelia ha spiegato il motivo del suo gesto scherzoso


Braccio sinistro alzato, la mano che mostra indice e mignolo. E lo sguardo a prima vista truce. Per chi ha visto le foto della messa di papa Francesco, il tizio con la veste bianca e il berretto variopinto che fa le corna nel pratone del parco di Monza appariva decisamente «fuori dal coro» nel gruppo dei sacerdoti in attesa dell’arrivo del Santo Padre. Tanto che è diventato «l’infiltrato». Ma infiltrato non è. Ha tutto il diritto di starci, quell’uomo con la coppola a scacchi. È un sacerdote a tutti gli effetti: don Luca Raimondi, responsabile di quattro parrocchie di una Comunità pastorale che comprende tre paesi della Brianza. Parroco di frontiera, di quelli che la Curia manda quando c’è da fare il lavoro duro, come risollevare una parrocchia e avviare nuovi progetti.

Io speriamo che..

BURKE: SPERO ANCORA CHE IL PAPA RISPONDA AI DUBIA. LA CONFUSIONE È DANNOSA PER LA CHIESA. INSISTEREMO.


La sera del 24 marzo il cardinale Raymond Burke parlava nella parrocchia di Saint Raymond di Peñafort a Springfield, Virginia, e ha risposto ad alcune domande relative ai “Dubia” presentati da quattro cardinali, e alla possibile correzione formale che un’eventuale mancanza di risposte da parte del Pontefice potrebbe rendere necessaria.
Il parroco di Saint Raymond, padre John De Celles, ha posto alcune domande al cardinale. Ecco qualche brano de colloquio.

Cuori spenti

Verità e Amore, un linguaggio da ritrovare

Dio è Verità e Amore, ma prima di tutto Verità. Si insegna giustamente che la Verità può dirci cos’è l’Amore, ma l’Amore, da solo, non può dirci cos’è la Verità.
C’è una profezia di Nostro Signore Gesù Cristo che vale per gli ultimi tempi (Lc 18, 8): «Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Guardiamo adesso l’umanità che abita sulla terra. La fede è quasi scomparsa, perché nella Chiesa Cattolica, la Chiesa universale, si crede in un dio inventato dall’uomo, un dio che giustificherebbe il peccato.
Molti di più non credono affatto, oppure adorano un dio che non è Padre (i non cristiani) o satana stesso (gli occultisti).

Ormai sicuri di aver vinto la partita

IL DIAVOLO COMINCIA A MOSTRARSI

    Il diavolo comincia a mostrarsi apertamente. Stiamo parlando dei suoi seguaci dei suoi servi sciocchi ormai sicuri di aver vinto la partita: che cosa significa il nuovo aeroporto internazione di Denver? È un tempio del Male? 
di Francesco Lamendola  





La beata Katharina Emmerich (1774-1824) riteneva, in base alle sue visioni, che l’umanità stesse entrando nell’era del diavolo; a lungo, però, il diavolo ha giocato a nascondino con gli uomini, seguendo la strategia intuita da Baudelaire, quella di far credere ad essi che egli non esiste: ora, però, qualcosa è cambiato e i tempi, evidentemente, sono maturi perché egli getti l’ultima maschera e cominci a mostrarsi apertamente, beffardamente, senza più nascondersi, anzi, ostentando con protervia la sua presenza inquietante.
Non stiamo parlando, è ovvio, del diavolo in se stesso, il cui vero volto nessuno conosce, anche perché, se qualcuno lo conoscesse, ne morrebbe di spavento; stiamo parlando delle azioni dei suoi seguaci, quelli consapevoli e quelli inconsapevoli, dei suoi servi sciocchi (sono tutti sciocchi, perché chiunque si mette a servire il grande ingannatore, non può che restare beffato, oltre a perdere la propria anima) e della loro recente sfacciataggine, palese nella sicumera che li spinge a mostrare alla luce del sole quel che stanno facendo, e per conto di chi. Sono ormai talmente sicuri di aver vinto la partita (poveri sciocchi: non sanno di averla persa comunque, loro, e fin dall’inizio) che non temono le conseguenze di una simile audacia; non hanno più paura di niente di nessuno. In parte, contano sul processo di assuefazione degli uomini alle cose più turpi e più inverosimili, processo che è stato scientificamente studiato e calcolato, poi messo in atto mediante l’azione congiunta e concentrica di tutti i mass media del pianeta, asserviti, in un modo nell’altro, al grande disegno diabolico (vedi la “finestra di Overton”); in parte ritengono che ben poche persone possiedano sufficiente autonomia di giudizio e spirito critico, e sufficiente senso morale, per capire davvero quel che significano le loro opere. Tuttavia ritengono di non correre alcun rischio, perché quei pochi non verrebbero creduti, mentre loro godono di aderenze, sostegni e protezioni a tutti i livelli del potere: politico, economico, finanziario, giudiziario, militare e poliziesco.

Il Papa della porta accanto

Papa Francesco usa un bagno chimico e la gente lo fotografa

Fuori programma durante la prima tappa della visita di papa Francesco a Milano, al complesso delle Case Bianche di Via Salomone. Il Pontefice si è fermato qualche minuto a una toilette chimica ai lati della strada: decine i fedeli che hanno voluto immortalare la scena con i loro smartphone.


Selfie, baci e scherzi: ecco a voi il Papa della porta accanto

Fa battute sulle suocere, usa i bagni chimici e telefona in ospedale a chi non è potuto esserci

sabato 25 marzo 2017

L'ira di Dio viene, e "queste sono le cose" per le quali essa viene

L'IRA DI DIO E' VICINA

    «Che nessuno v’inganni! Poiché per queste cose piomba l’ira di Dio». Chi illude i cattolici con una falsa dottrina porta su di sé una responsabilità immensa: quella di tutte le anime che si perdono per causa sua 
di Francesco Lamendola  





Qualcuno sta ingannando il popolo dei fedeli? Qualcuno sta illudendo i cattolici con una dottrina falsa ed eretica, secondo la quale la salvezza è assicurata a tutte le anime, indipendentemente dai meriti e anche senza il pentimento dei peccati? Se è così, la cosa è gravissima, perché la Chiesa, per la prima volta nella sua storia due volte millenaria, starebbe guidando le pecorelle non verso i pascoli del Signore, ma verso il baratro spalancato sulle fiamme dell’inferno.
Ammoniva san Paolo circa il peccato e le sue conseguenze, nella Lettera agli Efesini (5, 1-17):

Siate dunque imitatori di Dio come si conviene a figli diletti; e camminate nella carità, a esempio di Cristo che ci ha amati, e per noi ha dato se stesso, quale oblazione e sacrificio di soave odore a Dio. Fornicazione e qualsiasi altra impurità o avidità, neppure si nominino tra voi, come si addice a santi; né oscenità e discorsi vani, o facezie ambigue, tutte cose indecenti, ma piuttosto ringraziamenti a Dio. 
Poiché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impudico, o avido, che val quanto idolatra [perché la cupidigia è una forma di idolatria delle cose, come il paganesimo: nota nostra], sarà erede del regno di Cristo e di Dio.
nessuno vi inganni con vani ragionamenti, poiché per queste cose piomba l'ira di Dio sui figli della disobbedienza; non vogliate dunque avere a che fare con costoro.

Annunciazione di preghiera




ANNUNCIO DI DON MINUTELLA DEL RADUNO DI PREGHIERA CHE SI TERRA' SABATO 22 APRILE DALLE 13.30 ALLE 17.30 PRESSO IL PALAZZETTO DELLO SPORT IN SAN BONIFACIO (VERONA).

L’aria che tira in Vaticano



I nemici del Papa 

Piccolo atlante delle persone che dentro la Chiesa si oppongono alle riforme e allo stile di Papa Francesco, e con quali argomenti

 ( VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images)
Nel giro di un mese, due cose – quasi certamente slegate fra loro, ma rilevanti dal punto di vista simbolico – hanno fatto riparlare dell’aria che tira in Vaticano intorno a papa Francesco, eletto papa ormai da più di quattro anni. Il primo marzo Marie Collins, l’unica donna che faceva parte della Pontificia Commissione per la protezione dell’infanzia – un organo consultivo istituito dal Papa nel 2014 per affrontare il problema degli abusi sessuali nella chiesa – si è dimessa citando la «resistenza di alcuni membri della Curia vaticana al lavoro della Commissione», e parlando più in generale di «ostacoli costanti» al suo lavoro. Qualche settimana prima, la mattina del 4 febbraio, nel centro di Roma erano comparsi alcuni manifesti abusivi che accusavano il Papa di avere trascurato o danneggiato alcune istituzioni della Chiesa, come cardinali e sacerdoti, le Congregazioni del Vaticano – cioè i “ministeri” della Chiesa – e persino i Cavalieri di Malta, un antichissimo ordine cristiano fondato mille anni fa.

Un buon motivo per lasciarlo solo


ROMA-FATIMA-ROMA COL PAPA: 1738€ DI BIGLIETTO AEREO. UNA LETTERA DI PROTESTA DEI GIORNALISTI.

E’ antica la polemica su quanto costa – per i giornalisti – viaggiare sull’aereo del Papa. Che poi del Papa non è, ma è preso in affitto dalle compagnie di bandiera. L’Alitalia all’andata, e un’altra compagnia al ritorno. In generale il costo del biglietto era almeno pari a quello di una prima classe, anche se la settantina di giornalisti, fotografi e operatori erano stivati in economica.
In certi tipi di viaggi – si toccavano diverse città e Paesi, magari mal collegati, in Africa, Asia e America Latina – se si volevano coprire tutti gli avvenimenti era giocoforza cercare di ottenere un posto sul Papal Flight, soffocando il mugugno e le proteste delle amministrazioni dei giornali. Da sempre è esistito il sospetto che i prezzi gonfiati del biglietto dei giornalisti serva in realtà a pagare il viaggio del Papa e della trentina e più di persone del seguito. Addirittura qualcuno ha sostenuto che il Vaticano ci guadagni.

Dio li inflisse, quando li toglierà?

Bergoglio a casa Scola: lo strano faccia a faccia tra due pontefici

L'argentino batté a sorpresa il super favorito prelato di Milano. E poi non si sono più visti


Da un lato c'è Papa Francesco, l'arcivescovo di Buenos Aires entrato cardinale nel conclave del 2013 ed eletto Papa.
Dall'altro c'è Angelo Scola, l'arcivescovo di Milano, entrato Papa nello stesso conclave ma uscito cardinale. Qualcuno li ha chiamati con un pizzico di malignità «il Papa e l'antipapa» ricordando i fatti del marzo 2013 quando persino l'allora segreteria generale della Conferenza Episcopale Italiana, subito dopo la fumata bianca e l'«Habemus Papam», si era rallegrata per l'elezione del nuovo Pontefice, Angelo Scola. Una gaffe. In tanti erano convinti, infatti, che Scola sarebbe uscito dalla Sistina vestito di bianco, presentato dalla stampa di mezzo mondo come il naturale successore di Ratzinger, di cui era discepolo e fedelissimo, voluto proprio da Benedetto XVI, nel 2011, alla guida della diocesi ambrosiana.

Nessuno sa spiegare?




La scala del Cielo


Nella città di Santa Fe, nel New Mexico, da quasi un secolo e mezzo si ammira un prodigio di falegnameria che attira ogni anno un quarto di milione di visitatori. La cappella di Loreto fu eretta nella seconda metà del XIX secolo per un gruppo di religiose francesi giunte sul luogo per aprirvi un collegio femminile. Una volta terminata la costruzione, ci si accorse però con disappunto che l’architetto (lo stesso che aveva progettato la cattedrale) aveva omesso un passaggio per accedere alla cantoria. Dopo una vana ricerca di soluzioni, la comunità decise di affidarsi a san Giuseppe con una novena. L’ultimo giorno, ecco presentarsi un uomo anziano, accompagnato da un asinello, che propone di costruire una scala in legno. I suoi soli attrezzi, una sega, un martello e una squadra. In capo a sei mesi, una magnifica scala a chiocciola era pronta e lo sconosciuto sparì senza chiedere un soldo e senza lasciare traccia di sé.

L'azione malefica di un essere personale

DIAVOLO: CREDENZA OBSOLETA ?

    Credenze divenute obsolete. Si crede a ciò che si è disposti a vedere: e noi moderni non siamo disposti a vedere il diavolo. La cultura moderna è giunta alla conclusione che il diavolo non esiste e non è mai esistito 
di Francesco Lamendola  




Non solo ogni individuo, ma ogni società, sono disposti a vedere e a considerare solamente ciò che ritengono compatibile con le loro idee e credenze: una tribù africana è disposta a credere al mondo degli spiriti, la nostra cultura non lo è; e noi, frettolosamente e presuntuosamente, ne traiamo la conclusione che una civiltà “inferiore” vede cose che una civiltà “superiore” esclude che esistano, e dunque a fare testo su ciò che è reale è sempre quello che crede la seconda, non la prima. Siamo poco coerenti e poco conseguenti, tuttavia, nel nostro modo di ragionare: perché non ci vuol molto a sviluppare ulteriormente queste premesse e trarne la conclusione, altrettanto legittima, ma di portata ancor più generale, che tutte le civiltà hanno delle credenze destinate a tramontare nel corso dei secoli, e che tutte quelle che vengono dopo, e sono, o si ritengono, più evolute, getteranno nel cestino della carta straccia le credenze di quelle che le hanno precedute. Un destino che toccherà, col passare del tempo, anche alle credenze della nostra cultura.
Una delle credenze divenute obsolete nella nostra cultura, figlia della civiltà moderna, è quella nell’esistenza e nell’azione malefica di un essere personale, di natura spirituale, che si adopera per la nostra rovina morale e materiale e per precluderci la salvezza nella vita eterna, allontanandoci da Dio e spingendoci a infrangere le sue leggi: il diavolo.

venerdì 24 marzo 2017

Agenti dell’inferno.

Persino il Paradiso ha i muri
La ricetta di chi non vuole barriere mette a rischio l'Europa
Foto LaPresse/Xinhua

No ai muri. Qualsiasi cosa accada: no ai muri. Una strage? No ai muri. Uno stupro di massa? No ai muri. Un’ondata di rapine? No ai muri. Un’invasione? No ai muri. Ci sono persone che affermano di possedere un rimedio universale e questo rimedio è: No ai muri. Un campione degli antimuri è il vescovo Galantino: no ai muri sempre e comunque. C’era una volta il Decalogo, adesso c’è un solo comandamento: “Non alzerai un muro”.

Controriforma contro il nuovo paganesimo

“Miracolo della Russia” Genera il panico nelle élite americane ed europee

Una relazione del ( Ministero delle Finanze )  avverte il Consiglio di Sicurezza ( SC ) di aspettarsi “ una rapida punizione ” dall’Occidente dopo l’ultimo “ Miracolo della Russia ”  pagherà l’intero e ultimo debito dovuto dalla ex Unione Sovietica entro 45 giorni -questo ha gettato l’intera struttura d’elite di  europei, americani e occidentali nel “ panico totale ” ora che i loro cittadini scoprono cosa è stata capace di raggiungere la Federazione con politiche monetarie nazionaliste .
Secondo questo rapporto, il “ Miracolo della Russia ” è un termine usato per descrivere le politiche monetarie nazionaliste di ispirazione cristiana promulgate nella Federazione dopo il giogo crudele gettato sul popolo russo dal “ demoniaco anti-Cristo e la globalizzazione  ” a seguito del crollo catastrofico dell’economia nel 2008-2009 -e che molti in Occidente predissero che avrebbe portato alla completa distruzione dell’economia russa .
Come le “ leggi occidentali si scontrano con la natura morale dell’uomo ”,  ilPresidente Putin ha stigmatizzato l’eresia della nuova religione globalista  che ha colpito  l’Occidente e  ha dichiarato criticando il relativismo occidentale che “le politiche perseguite chemettono sullo stesso piano le famiglia numerose  e l’associazione tra omossessuali, la fede in Dio e le credenze di Satana … questo è  percorso di degrado “ e fa intendere che “Mosca oggi è la città divina e il posto di comando della controriforma contro il nuovo paganesimo”  – Mentre a quasi allo stesso tempo, il presidente Barack Obama ha dichiarato  sull’America:“Non siamo più una nazione cristiana ”.

Tanti Giuda e i loro fratelli

Sala stampa della Santa Sede
Oggi pomeriggio, alle ore 18.00, presso la Sala Regia del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco riceve in udienza 27 Capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea, accompagnati dalle loro Delegazioni, in occasione del 60.mo anniversario della firma dei Trattati di Roma.http://ilsismografo.blogspot.com/2017/03/vaticano-udienza-di-papa-francesco-ai_24.html

Da Bergoglio lo slancio europeista che l'Unione sta cercando


Quando parlò a Strasburgo, nel 2014, nello storico discorso al Parlamento Europeo, Francesco parlò dell'Europa un po' come ad un nonna, visto che i vecchi ideali che hanno ispirato i padri fondatori, sembravano aver perso la forza iniziale. Oggi, in Vaticano, nella solenne Sala Regia, il Papa venuto da lontano ma con radici europee nel sangue, dice che l'Unione, quella che prese forma a Roma nel 1957, «non ha davanti a sé un'inevitabile vecchiaia, ma la possibilità di una nuova giovinezza». Le parole sono forti e Bergoglio conosce bene i tasti della politica, nulla del lungo discorso sull'Europa – il terzo di questa portata, dopo Strasburgo e Roma nel maggio di un anno fa, per il premio Carlo Magno – è una concessione alla retorica vuota che in campo europeo è spesso il filo conduttore.
E torna come ha già fatto più volte nell'ultimo anno sulle derive populiste. Parla lento, scandisce bene le parole quando ripropone di nuovo l'allarme contro il populismo dilagante, malattia infettiva delle democrazie. Solidarietà europea contro l'egoismo nazionale, apertura all'immigrazione, abbattimento di quei muri che stanno risorgendo, coraggio della classe politica: ai leader europei chiede di «non avere paura di assumere decisioni efficaci, in grado di rispondere ai problemi reali delle persone e di resistere alla prova del tempo».
Le necessità economiche (“i parametri”) non devono piegare ogni decisione, anche il lavoro è la priorità: «Non c'è pace laddove manca lavoro o la prospettiva di un salario dignitoso. Non c'è pace nelle periferie delle nostre città, nelle quali dilagano droga e violenza». Il tema dei migranti entra di forza nel lungo e articolato discorso del Papa. L'Europa, dice, «ritrova speranza quando non si chiude nella paura di false sicurezze». Del resto la sua storia «è fortemente determinata dall'incontro con altri popoli e culture e la sua identità è, ed è sempre stata, un'identità dinamica e multiculturale».
Insomma, «non ci si può limitare a gestire la grave crisi migratoria di questi anni come fosse solo un problema numerico, economico o di sicurezza. La questione migratoria pone una domanda più profonda, che è anzitutto culturale», e la paura spesso avvertita trova «nella perdita d'ideali la sua causa più radicale». Quindi in assenza di una vera prospettiva ideale si finisce per essere dominati dal timore che l'altro ci strappi dalle abitudini consolidate, ci privi dei confort acquisiti, metta in qualche modo in discussione uno stile di vita fatto troppo spesso solo di benessere materiale. Questo tema è una costante nella pastorale del Papa, che la riproporrà anche nella visita a Milano, dove incontrerà dei migranti in un quartiere periferico del capoluogo. Al termine del discorso una foto con i leader europei nella adiacente Cappella Sistina, dove ha conversato un po' con la Cancelliera Angela Merkel e con il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, mentre con il presidente francese Francois Hollande il saluto ha visto anche un abbraccio, unico tra tutti i capi di Stato e di governo, in ricordo della vicinanza nata con la strage di Nizza.   di  http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-03-24/da-bergoglio-slancio-europeista-che-unione-sta-cercando-193128.shtml?uuid=AEYay7s&refresh_ce=1

“La Chiesa è convinta che ci sia bisogno di più Europa”, dice Angelo Bagnasco. Ma di che “chiesa” parla? 


Perdendo l’ennesima occasione per tacere, il presidente della CEI fa un bel discorso europeista nel quale scrupolosamente non nomina mai Gesù Cristo. Nomina con molta discrezione il Vangelo, ricordando che la “chiesa cattolica” è sempre disponibile a dare il suo contributo all’Europa con “grande rispetto e cordialità”. Qui non si tratta più di chiedersi “Dove va la Chiesa cattolica?”, ma piuttosto: “Dov’è la Chiesa cattolica?”.
di Paolo Deotto

55 anni di successi

I PROFETI DI SVENTURA AVEVANO RAGIONE



Son trascorsi oltre 50 anni dall’indizione e dalla conclusione del “Latrocinium Vaticanum II”, durante i quali doveva verificarsi l’attesa “nuova Pentecoste” e un folata di “aria fresca” nella Chiesa e nel mondo; una palingenesi, cioè, delle menti, dei cuori, della politica, della cultura, dell’economìa, a fulgido coronamento delle magnifiche sorti e progressive della società umana.  
<>Almeno questa era la finalità del Concilio che Giovanni XXIII intravedeva, con un senso antistorico dell’ottimismo talmente astratto, vuoto, candido, tracimante e tanto generoso quanto incauto, da indurlo a polemizzare, con documento ufficiale, con quanti andavano predicendo tempi oscuri, danni, lesioni, devianze dogmatiche e scollamento della comunità cattolica quali nefaste conseguenze del Concilio.

Non illudetevi

IL TEMPO DEL GIUDIZIO

    Allegorizzare la Bibbia? «Poiché è giunto il tempo che il giudizio cominci dalla casa di Dio». Chi non crede nel Giudizio non crede nemmeno che esso prima o poi arriverà tanto meno crede che possa essere imminente 
di Francesco Lamendola




  
Chi non crede nel Giudizio, non crede nemmeno che esso, prima o poi, arriverà; tanto meno crede che possa essere imminente, nonostante i numerosi passi del Nuovo Testamento che suggeriscono esattamente il contrario. Ma in fondo, è da duemila anni che i cristiani attendono questo famoso giorno del Giudizio, e ancora non è arrivato: evidentemente – dicono i cattolici modernisti, specialisti del “vangelo secondo me” – non bisogna prendere la cosa troppo alla lettera; deve trattarsi piuttosto di un’allegoria, di una specie di simbolo. Infatti: a forza di allegorizzare la Bibbia, a forza di leggere ogni cosa che vi è scritta in chiave puramente allegorica e figurata, costoro hanno smontato la Scrittura pezzo a pezzo, come un orologiaio smonta un orologio, una vite dopo l’altra, una molla dopo l’altra. Peccato che, alla fine, non siano più capaci di ricomporla: ciò che si trovano fra le mani è uno scritto inerte, uno strumento inservibile, o meglio (ciò che in effetti desiderano) utile per tutti i gusti e indossabile in qualsiasi stagione, estate o inverno, tanto va sempre ugualmente bene.

Cattomassi

Uno strano dialogo: «Noi cattolici noi massoni»          

Uno strano dialogo: «Noi cattolici noi massoni» (Atanòr, Roma 1980)
Da diversi decenni fino al presente, in Italia e all’estero, vari dignitari della Massoneria tentano di intrattenere con la Chiesa dialoghi miranti sia a una qualche forma di cooperazione filantropica e culturale, e sia ad una dichiarazione di compatibilità o di doppia appartenenza cattolico-massonica. Ovviamente i massoni cercano per lo più di agganciare ecclesiastici colti e “aggiornati” come quelli che ora vengo a presentare.
Nel 1980 l’editrice massonica Atanòr di Roma pubblica il libro «Noi cattolici noi massoni», a cura di P. Giovanni Caprile S.J. (1917-1993), Don Rosario Francesco Esposito S.S.P. (1921-2007), P. Michel Riquet S.J. (1898-1993),  tre sacerdoti protagonisti, dopo il Concilio Vaticano II, di dialoghi catto-massonici ambigui e fuorvianti. Tutti e tre hanno sostenuto la perfetta compatibilità tra la Chiesa Cattolica e la Massoneria sedicente regolare e tradizionale. Purtroppo quei tre studiosi non hanno condotto un’analisi critica di riti, rituali e scritti massonici di natura iniziatica, limitandosi invece ad accogliere acriticamente dichiarazioni e rassicurazioni di parte massonica.

L’eterno sconfitto

                     

È da tempo che desideravo scrivervi, illustri assassini della nostra santa Liturgia. Non già perché io speri che le mie parole possano avere un qualche effetto su di voi, da troppo tempo caduti negli artigli di Satana e divenuti suoi obbedientissimi servi, ma affinché tutti coloro che soffrono per gli innumerevoli delitti da voi commessi possano ritrovare la loro voce. Non illudetevi, signori. Le piaghe atroci che voi avete aperto nel corpo della Chiesa gridano vendetta al cospetto di Dio, giusto Vendicatore.

Il vostro piano di sovversione della Chiesa, attraverso la liturgia, è antichissimo. Ne tentarono la realizzazione tanti vostri predecessori, molto più intelligenti di voi, che il Padre delle Tenebre ha già accolto nel suo regno. Ed io ricordo il vostro livore, il vostro ghigno beffardo, quando auguravate la morte, una quindicina d’anni fa, a quel grandissimo Pontefice che fu il servo di Dio Eugenio Pacelli, poiché questi aveva compreso i vostri disegni e vi si era opposto con l’autorità del Triregno. Dopo quel famoso convegno di “liturgia pastorale”, sul quale erano cadute come una spada le chiarissime parole di Papa Pio XII, voi lasciaste la mistica Assisi schiumando rabbia e veleno.

Ora ci siete riusciti. Per adesso, almeno. Avete creato il vostro “capolavoro”: la nuova liturgia.

Pesce d’aprile?

Nuovo testo apocrifo su Fatima. Ma intanto quelli autentici sono sconvolgenti e sono ignorati 

apocalisseE’ appena uscito, in Spagna, un libro dello scrittore cattolico José Maria Zavala che sta già facendo rumore anche da noi. E’ intitolato “El secreto mejor guardado de Fatima”, il Segreto meglio custodito di Fatima, perché indaga sulla possibilità che il famoso “Terzo segreto di Fatima” non sia stato tutto rivelato nel 2000, quando il Vaticano lo pubblicò.
Per la verità l’autore propone addirittura lo scoop (presunto) del testo autografo di suor Lucia che sarebbe stato nascosto da anni.
Premetto subito, però, che a me, per molti motivi, non sembra un testo autentico della veggente di Fatima.Per questo, pur avendo ricevuto il Pdf del libro dall’autore, diversi giorni fa, non ne avevo scritto. Sennonché ieri il caso mediatico è scoppiato ed allora è necessario chiarire alcune cose.
Il testo pubblicato da Zavala – se fosse autentico – andrebbe insieme alla famosa visione del “vescovo vestito di bianco” pubblicata dal Vaticano nel 2000, quella che si conclude col martirio del vecchio “Santo Padre”, di ecclesiastici e fedeli, sotto una grande croce.
Ma già qui i conti non tornano perché il testo di quella visione fu scritto da suor Lucia il 3 gennaio del 1944 e il 9 gennaio fu informato il suo vescovo. Mentre il testo di Zavala porta la data 1 aprile 1944 (pesce d’aprile?) e commenta un’altra presunta visione che in realtà non è mai stata descritta in precedenza dalla veggente (oltretutto si tratterebbe di un commento della stessa suor Lucia, non della Madonna). Per cui presupporrebbe comunque un pezzo (il vero “quarto segreto”) mancante.

giovedì 23 marzo 2017

E sente puzza di trappola

“L’effetto Fra Cristoforo (articolo di OnePeterFive) e riflessioni sullo scopo del nostro blog” di Finan Di Lindisfarne



Un articolo di Steve Skojec su OnePeterFive è intitolato “Anonimato, disinformazione e fiducia: L’effetto Fra Cristoforo”.
Questo è il link: http://www.onepeterfive.com/anonymity-disinformation-trust-fra-cristoforo-effect/
L’articolo è in inglese ma potete tradurlo su Google Traduttore per comprenderne il contenuto.
Farò una sintesi con una mia personale riflessione.
Sarò sincero.
Questo giornalista è un serio cattolico e ha una posizione -dal suo punto di vista- onesta e ineccepibile.
Si domanda infatti come Anonimi della Croce abbia potuto raggiungere la notorietà e fare 700 mila visualizzazioni in due mesi (ce lo domandiamo anche noi…).
E sente puzza di trappola. Come se gli spifferi che riporta Fra Cristoforo fossero soggetti al “troppo bello per essere vero”.

L’ultima prova della Chiesa?

L’apostasia nella Chiesa secondo sant’Agostino: l’anticristo siederà nel tempio di Dio

L’apostasia nella Chiesa è stata predetta da san Paolo nella II lettera ai Tessalonicesi. I padri della Chiesa ne hanno spesso parlato, per cercare di capire.

Tra questi sant’Agostino, nel libro XX del De civitate dei.
Di seguito alcuni passi:
Noto che si devono tralasciare molti brani del Vangelo e degli Apostoli sull’ultimo giudizio di Dio, affinché questo libro non si estenda in un’eccessiva lunghezza, ma non si deve tralasciare affatto l’apostolo Paolo. Egli, scrivendo ai fedeli di Tessalonica, dice: Vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e della nostra comunione con lui
di non lasciarvi così facilmente confondere nel pensiero e turbare né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente, affinché nessuno v’inganni in qualche modo. Prima infatti dovrà venire l’apostata e dovrà essere rivelato l’uomo iniquo, il figlio della rovina, colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto fino a sedere nel tempio di Dio, ostentandosi come Dio. Non ricordate che, mentre ero ancora tra voi, venivano dette queste cose?