ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 23 aprile 2017

Miles Christi



San Giorgio e la militanza in Cristo


Il 23 aprile, da antichissima tradizione, è dedicato a San Giorgio, prototipo del soldato cristiano e uno dei santi più venerati fin dalla prima antichità; le solite gerarchie moderne, prive di fede, hanno voluto declassare la sua festa e decanonizzarlo, con peraltro giusto sdegno degli ortodossi, alla faccia poi tanto dell’archeologismo liturgico quanto dell’ecumenismo! Ma innumerevoli paesi, città, chiese, santuari e feste patronali sono a lui dedicati, nella sola Italia, e figuriamoci nel mondo intero; non si può quindi schivare o ignorare questo santo.


Corrente alternata




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Immigrazionismo e misericordia a corrente alternata: ecco la Chiesa di Francesco e Galantino


Dopo la sparata del direttore di Avvenire sui «tre quarti dei casi» nei quali cattolici e grillini avrebbero «la stessa sensibilità», non poteva non arrivare monsignor Galantino, segretario generale della Cei, a correggere il tiro. È questo uno dei tratti distintivi del pontificato di Francesco: fare e disfare, dire e disdire, dichiarare e smentire.
Si sarebbe potuta persino accogliere con giubilo l’inversione di rotta di Galantino, affidata a una breve intervista al Corriere della Sera.

Però l’importante è dialogare …?


L’antica menzogna dei Giudei sulla risurrezione di Cristo. Una riflessione contro il falso dialogo …

Chi non crede alla risurrezione di Cristo, in modo coerente considera noi cristiani figli di una menzogna. Però l’importante è dialogare … dialogare … Sì, va bene: ma dialogare su che cosa? Perché se queste sono le premesse, sarebbe più coerente che certi dialoghi, anziché essere chiamati dialoghi interreligiosi, fossero chiamati dialoghi interpolitici, destinati solo a fare la gioia dei capocomici del sincretismo e del relativismo religioso.

Narrato che i capi dei Sacerdoti hanno corrotto le guardie poste a custodia del sepolcro con «una buona somma di danaro» affinché riferissero il falso [cf. Mt 28, 12-14], l’Evangelista Matteo conclude il racconto con una frase su cui non si può sorvolare: «Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi» [Mt 28, 15].


"Impero della menzogna e menzogne dell’impero "

Testo della preghiera blasfema di Lund - prof. M. d'Amico †



04:19



Per caso?

Il “caso gesuiti”. Giovanni Paolo II convoca una riunione segreta in Vaticano



Giovanni Paolo II si rese conto fin dai primi anni del suo pontificato della deriva catto-comunista della Compagna di Gesù guidata dal basco Pedro Arrupe. Nel 1981 convocò una riunione segreta in Vaticano con i cardinali più importanti della Curia. All’ordine del giorno vi era una non remota ipotesi: sopprimere ancora una volta la Compagnia come fece Clemente XIV. Perché ciò non avvenne? Leggete queste pagine e lo scoprirete.
Estratto del libro “I gesuiti e il tradimento della Chiesa di Roma” di padre Malachi Martin (Sugardo Edizioni, 1988)

Gli orchi di Saruman

Il piano del cardinale per far dirigere le parrocchie ai laici

L’accorpamento delle parrocchie non è una risposta alla carenza di preti, dice il Cardinale tedesco Reinard Marx, braccio destro e consigliere di Papa Francesco.



Il cardinale Reinhard Marx ha annunciato un piano per permettere ai laici della sua Arcidiocesi di Monaco di condurre le parrocchie dove non ci sono preti.

Egli ha respinto con forza l’opzione sempre più diffusa di far fronte alla diminuzione del numero dei ministri ordinati accorpando le parrocchie.

Il 63enne cardinale è il braccio destro e consigliere di Papa Francesco.

Recentemente ha detto ai 180 membri del Consiglio diocesano di Monaco - il più importante corpo laico - che era importante preservare le singole parrocchie come un modo per garantire la presenza della Chiesa a livello locale.


Da "hobbit"

Laici, liberi e innamorati della Chiesa: da "hobbit" chiediamo verità sui Sacramenti, non rivolte
Il successo del convegno internazionale al Columbus promosso in Vaticano da Bussola e Timone "A un anno da Amoris Laetitia, fare chiarezza". Giornalisti, esperti, curiosi, semplici fedeli. Laici da tutto il mondo per la prima volta escono allo scoperto nel dibattito post sinodale con franchezza e amore per la Chiesa.

«Non siamo qui per una battaglia ideologica», ha detto il direttore Riccardo Cascioli, «ma perchè ci sentiamo chiamati a una responsabilità». Con questa affermazione si è chiuso ieri il convegno “A un anno da Amoris laetitia. Fare chiarezza”, tenutosi in una sala dell'Hotel Columbus a due passi da piazza S. Pietro organizzato e promosso da La Nuova BQ e il Timone.

I profeti di sventura avevano ragione

La lettura ameriana del Concilio Vaticano II (I parte) 


Nato da padre piemontese e madre elvetica, laureato in filosofia e in filologia classica e docente presso il liceo cantonale di Lugano e presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Romano Amerio contribuì anche alla fondazione dell’Istituto Ticinese Alti Studi e della federazione di fedeli legati al rito tridentino Una Voce; egli costituisce un gigante del cattolicesimo novecentesco e riveste un ruolo ancor più rilevante nel novero delle personalità legate ad un’impostazione conservatrice nella Chiesa del XX secolo.

La sua opera più celebre, Iota Unum, è stata tradotta in molteplici lingue, ma rimane poco conosciuta ai più, verosimilmente per una sorta di ottenebrazione posta in essere a cagione della consapevolezza della straordinaria potenza delle argomentazioni che vengono scagliate contro i traviamenti che ampie fasce della Chiesa hanno cavalcato nella fase post-conciliare; particolarmente significativa è la scelta del nome, tratto dal noto passo evangelico in cui Cristo sottolinea come la sua Incarnazione non comporti alcun annullamento della Legge, bensì il compimento della stessa.

sabato 22 aprile 2017

Teologia fuori controllo

VeritàSenza Cristo, è inevitabile lo scontro fra libertà e verità
Dal nord della Svezia al sud dell’Egitto, dall’ovest degli USA all’est della Siria, l’intero globo è ormai dilacerato da un unico grande conflitto che anima sia il terrorismo che la guerra vera e propria. Fuor da ogni semplificazione, la guerra è fra una Libertà assoluta occidentale e una Verità assoluta orientale, entrambe separate dal fatto di Cristo.

Filantropi..call me Jorge!

Ong, la milionaria finanziata da Soros che porta 33mila migranti in Italia

Regina Catrambone, moglie del milionario Christopher, è la direttrice di Moas, l'Ong più attiva nel recupero migranti nel mediterraneo

"Siamo un’organizzazione umanitaria. Questa campagna di discredito non ci aiuta". A parlare è Regina Catrambone, direttrice della Ong tra le più attive nel recuperi di migranti nel Mediterraneo e finita nell'occhio del ciclone per le "ombre" nella gestione dei salvataggi.



Il "gioiello" di beneficienza di cui è direttrice si chiama Migrant Offshore Aid Station (Moas), ed è una associazione con sede a Malta che vanta nel suo arsenale due imbarcazioni (Phoenix e Topaz responder), diversi gommoni Rhib e alcuni droni. Una vera e propria flotta per recupero clandestini. A fondare l'associazione sono stati lei e suo marito Christopher, abbracciati nella foto qui sopra. Lui non è un uomo qualunque, ma è il milionario americano arricchitosi grazie ad una agenzia di assicurazioni specializzata nelle zone ad alto rischio.

Moas e le accuse di illegalità

Dalle assicurazioni alla filantropia, il passo è stato breve. In fondo aiutare gli stranieri è molto chic. Dopo aver fatto un viaggio a Lampedusa, nel 2013 la coppia d'oro ha deciso di creare Moas e stabilirne la base operativa a Malta (La Valletta), dove i due milionari vivono e fanno affari.
Fino ad oggi, si legge nel sito, Moas ha salvato 33.455 stranieri dalle onde del mare lasciandoli in carico all'Italia. Che ora li ospita, accoglie e paga. Il fatto è che sue attività di salvataggio delle Ong ci sono più ombre che luci. Per dirne una, Frontex le ha accusate di essere "colluse con gli scafisti", di caricare i migranti non in acque internazionali ma in mare libico e di accendere grossi fari per attirare i barconi. Accuse che oggi Regina Catrambone ha provato a respingere con una breve intervista al Corriere. "Tutte le nostre operazioni - dice - si sono sempre svolte sotto il coordinamento della Guardia costiera italiana e nel rispetto delle convenzioni e del diritto internazionale del mare, pertanto nel pieno della legalità". Peccato però, che la Guardia Costera neghi di aver mai autorizzato le navi umanitarie a sconfinare in acque libiche. Non solo. Sulle attività di Moas ha messo gli occhi anche la procura di Catania, che sta cercando di capire perché e in che modo queste organizzazioni riescano ad ottenere così tanti soldi da permettersi droni, navi e attrezzature per il salvataggio. "Ben vengano le indagini della magistratura", afferma la Catrambrone, dicendosi pronta a "collaborare".

Finanziamenti "opachi"

Alle domande sui finanziamenti, però, la milionaria non risponde, invitando tutti a guardare il internet. "Ci sono tutti i conti pubblicati - dice - Moas è finanziata privatamente. In primo luogo da mio marito e da me. Ma anche e soprattutto da moltissimi donatori che credono in quello che facciamo, nella nostra professionalità e correttezza, e che per questo decidono di contribuire alla nostra missione". I conti ci sono, ma non nello specifico i donatori. Perché è proprio qui che casca l'asino. Moas infatti ha ricevuto 500mila euro da Avaaz.org, cioè la comunità riconducibile a Moveon.org, che a sua volta fa capo al "filantropo" milionario George Soros. Come se non bastasse, Christopher appare anche tra i finanziatori della campagna elettorale di Hillary Clinton con la generosa cifra di 416mila euro. Infine, tra i suoi più stretti collaboratori ci sono personaggi del calibro di Ian Ruggier, ex ufficiale maltese famoso per aver represso con la violenza le proteste dei migranti ospitati sull’isola. Prima soffoca le rivolte dei migranti a Malta, poi si pente e li aiuta trasportandoli - guarda caso - in Italia. Come mai Ruggier e la coppia Catrambone non li fa sbarcare a Malta? Forse perché loro non sono disposti ad accettare traghettatori, mentre l'Italia sì.

"Ong colluse con gli scafisti"

Di certo c'è che da quando le navi umanitarie si sono moltiplicate nel Mediterraneo e si sono spinte sempre più vicine alla costa libica, hanno sì aumentato il numero degli interventi (passati da 5% al 50% dei salvataggi totali), ma hanno anche incrementato i numeri dei morti. Perché? Semplice: gli scafisti mettono i disperati su navi sempre più vecchie con sempre meno carburante, "tanto ci sono le Ong che le recuperano".

Filantropi per Papa Francesco

"Questa campagna di discredito certo non ci aiuta - replica la Catambrone - l’ha detto anche il premier Gentiloni. Siamo un’organizzazione umanitaria". Perché lo fanno? Semplice: "Per rispondere alla chiamata di Papa Francesco da Lampedusa contro la 'globalizzazione dell’indifferenza'". "La mia famiglia e io - conclude la milionaria - ci siamo sentiti costretti ad agire. Non potevo sopportare che così tante persone morissero nello stesso posto dove sono cresciuta e dove in tantissimi vanno per le vacanze".

"Ricatti e costi gonfiati: vi racconto la verità sulla flotta buonista"

Un ex ammiraglio: «Una ong dichiara spese anormali per i droni. C'è odore di business»


Ong che «salvano» i migranti in mare gonfiando i costi delle operazioni, preti che ricattano la Marina militare per far recuperare i passeggeri dei barconi, per non parlare di profughi e clandestini portati a forza dai trafficanti sulle navi delle organizzazioni umanitarie vicine alle coste libiche.
«Su alcune Ong ho forti dubbi», spiega al Giornale un ammiraglio, che fino allo scorso anno era in prima linea sul fronte dell'immigrazione via barconi nel Mediterraneo centrale. Un atto di accusa in cambio dell'anonimato, che riguarda le organizzazioni umanitarie più ambigue come la Moas (Migrant offshore aid station) con base a Malta e fondata da una coppia di miliardari italo americana Chris Catrambone e sua moglie Regina. «Il bilancio della Moas è gonfiato. Avevano riportato il costo di un milione di euro al mese per un drone ad ala rotante quando a noi della Marina militare un elicottero costava la metà - spiega l'alto ufficiale che ha concluso il servizio da poco - I loro migliaia di sostenitori saranno pure in buona fede, ma secondo me l'operazione è diventata un business. E c'è chi spera che il flusso dei migranti non si fermi».
All'inizio dell'ondata dei barconi verso l'Italia la Moas aveva assoldato Martin Xuereb, ex capo di stato maggiore maltese, che presentò l'Ong anche alla Difesa a Roma. «E sono stati contattati pure alti ufficiali di Marina italiani in pensione per collaborare» rivela l'ammiraglio.
L'agenzia europea Frontex ha rivelato che nei primi mesi di quest'anno le Ong con la loro flotta di una quindicina di navi starebbero superando il 50% dei recuperi in mare dei migranti. «Gli scafisti chiamano con il satellitare Thuraya il centro di Roma della Capitaneria di porto, che poi controlla quali sono le navi nell'area - spiega l'ex alto ufficiale - Se la più vicina è delle Ong la allertano per il soccorso».
I trafficanti di uomini non solo mandano i barconi verso la flottiglia buonista, ma talvolta li fanno salire a bordo a forza. «Con la Marina non osano perché siamo armati. Le navi delle Ong no - spiega la fonte del Giornale - I trafficanti arrivano sotto bordo e fanno salire i migranti. E poi si portano via i barconi vuoti per riutilizzarli».
Un altro aspetto, che nessuno osa scandagliare, è se la spinta solidale di determinati personaggi eletti a simbolo buonista dell'immigrazione nasconda interessi politici o altro. «Abbiamo sempre avuto sospetti che pure gente con l'abito talare non si prodigasse così tanto solo per missione caritatevole - racconta l'ammiraglio non più in servizio attivo - Ci chiamavano segnalando l'arrivo dei barconi sottolineando che stavano registrando la telefonata. Una specie di ricatto. Penso che per certi personaggi salvare i migranti sia diventata una professione».
Il riferimento riguarda casi emblematici come quello di padre Mussie Zerai, che si crede Mosè. A tal punto che ha intitolato il suo libro uscito in gennaio Padre Mosè - Nel viaggio della disperazione il suo numero di telefono è l'ultima speranza. Don Zerai si vanta di aiutare i migranti ad arrivare in Italia da 15 anni. Però, recentemente, è stato trasferito da Roma nella parrocchia svizzera di Friburgo. Eritreo, di origine, è diventato sacerdote nel 2010. Grazie alla sua onlus Habeshia ha fondato Watch the Med, portale telefonico europeo attivo via web per aiutare chi vuole arrivare da noi sui barconi. Guarda caso il portale è nato grazie alla campagna internazionale Boat4people, che ha come aderenti l'Arci, l'associazione della sinistra italiana.

Massimo M.I.

Rifugiati, clandestini,


06:45

Denuncia documentata della realtà dell'immigrazione

Di migranti e ong

«L’impennata di sbarchi nei giorni di Pasqua ha avuto l’effetto di un’onda tellurica nelle stanze del governo. Non è normale che dai porticcioli libici partano 8500 migranti in poche ore. Un pullulare di barconi tutt’insieme ha preso il mare ed è andato incontro alle navi umanitarie». Così Francesco Grignetti per la Stampa del 20 aprile, che accenna al sospetto che questa escalation «non sia stata casuale».

«Un’azione logistica fuori dal comune, quasi di stampo militare», spiega una fonte che ha interpellato. Dietro questa escalation potrebbe esserci la «criminalità organizzata della Libia».

Ma il problema vero riguarda le attività delle ong che con navi, droni e aerei si piazzano «al limite delle acque territoriali libiche ed esercitando una “ricerca attiva”» recuperano i disperati del mare per poi consegnarli «nei porti italiani».

Un’attività, quella delle ong, che costa. E tanto: «Chi sono i veri finanziatori, da dove giungono le loro navi, quali inconfessabili accordi potrebbero avere alcune organizzazioni», sono le domande che interpellano le autorità e gli inquirenti italiani, accenna infine Grignetti.

In realtà l’ipotesi che esista una concertazione tra scafisti e alcune ong non è nuova, né lo sono le domande relative a tale connection, che non può ovviamente essersi generata solo in occasione delle feste pasquali.

La tratta dei disperati è un business di rilevanza primaria, dal momento che rende più o meno quanto il commercio della droga.

Val la pena accennare che è più che probabile un’ulteriore connection tra scafisti e bande armane consegnate allo jihadismo radicale, per le quali tale traffico è fonte non trascurabile di finanziamento.

Peraltro proprio l’attivismo incontrollato dello jihadismo alimenta la destabilizzazione nel mondo arabo e in Africa, incrementando a sua volta il flusso migratorio.

Né si possono ignorare i legami, più o meno diversificati, tra jihadismo e Agenzie del Terrore, quelle per intenderci che flagellano le terre d’arabia e a volte fanno strame in Occidente.


Imprescindibili ragioni umanitarie sottendono l’accoglienza dei disperati. Ma senza il necessario discernimento e un’altrettanto necessario contrasto del meccanismo perverso che alimenta i flussi migratori si rischia solo di far dilagare ancor più il caos.
LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI
(Gv. 8, 32)
Necessaria la citazione giovannea messa a titolo del presente mio intervento, necessaria perché tacerla rende asserviti all’ignavia e impediti nella missione di predicarla. E ciò non vale soltanto per le grandi verità ma anche per quelle che si pongono come minuscole.

Di verità voglio allora parlare e, nello specifico di verità biblica, una delle tante su cui anche i più agguerriti apologeti scivolano via con sorprendente disinvoltura. Ma per fare debita ricognizione è necessario che esponga l’argomento dal quale si dirama la mia osservazione.




Recentemente, Silvio Berlusconi e la presidente della Camera dei Deputati sono apparsi sui massmedia nella posa di abbracciare un agnello. Correndo prossima la Pasqua, siffatta iconografia è parsa, oggettivamente, come un invito a dismettere la tradizione del pranzo pasquale a base di agnello. Un messaggio di innegabile filosofìa animalista e vegetariana che ha suscitato consensi da una parte, indifferenza al centro, polemiche dall’altra. E su alcuni siti sono apparsi interventi di netta posizione a favore della tradizione ‘cattolica’ con inevitabili commenti sui citati personaggi sviluppandosi, la discussione, nel versante antropologico a sostegno della tèsi che predica l’uomo, come qualche autore ha affermato, di natura ‘onnivora’, creato tale da Dio stesso.

Nei commenti e nelle riflessioni che mi premurai di postare, dichiarando in premessa la mia omnivoracità - escluso l’agnello – condividevo, e condivido, l’opinione dei molti che ritenevano, e ritengono, lecito mangiar carne così come confutavo, e confuto, opposte opinioni dichiarando tuttavìa di amare gli animali, di rispettarli riconoscendo nella loro presenza e nella molteplice varietà l’impronta di Dio. Ma non accettavo, come non accetto, che si definisse l’uomo “essere omnivoro per natura”, non tanto per mia intima convinzione criptoanimalista, quanto per ben altra  e più forte testimonianza.

Asserire essere, l’uomo omnivoro per natura significa dimenticare le conseguenze del peccato originale che, per come è noto, ha ribaltato in senso opposto l’ordine e l’armonìa che governavano il creato uscito puro e perfetto dalla volontà divina. Sicché l’uomo s’è trovata nemica una natura in che, prima, si muoveva senza timore, ha contratto la morte e la terra gli è diventata avara di frutti e le stesse creature viventi hanno mutato istinto conoscendo e portando ferocia e timore reciproci col divorarsi a vicenda.




Lucas Cranach il Vecchio, Adamo ed Eva nel giardino dell'Eden, 1530,
Kunsthistorisches Museum, Vienna.



Che tutto ciò non fosse nello stato primario è reso certo dalle stesse parole di Dio che, al termine del sesto giorno, creati animali, piante e uomo così dice:
Ecco, io vi do ogni pianta che fa seme su tutta la superficie della terra, e ogni albero fruttifero che fa seme: questi vi serviranno per cibo. E a tutti gli animali della terra e a tutti gli uccelli del cielo e a tutto ciò che sulla terra si muove e che ha in sé anima vivente, io do l’erba verde per cibo. . . E Iddio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono” (Gen. 1, 29/30 -31).

Dal che appare una verità inoppugnabile: l’uomo edenico, Adamo, è creato quale essere vivente, inserito nella conciliazione degli elementi, nell’amicizia e vegetariano.
Contra verbum Dei non valet argumentum.



Si può allora e senza ombra di dubbio, indicare l’omnivoracità degli animali e dell’uomo quale diretta conseguenza del peccato originale, così come si può, legittimamente, opinare che la dieta vegetariana sia stata regola per l’uomo sino al diluvio universale al termine del quale il Signore dice a Noè e ai suoi figli:
“ Siate fecondi, moltiplicatevi e riempite la terra, e incutete paura e terrore a tutti gli animali della terra e a tutti gli uccelli del cielo. Essi sono dati in vostro potere con tutto ciò che striscia sulla terra e con tutti i pesci del mare. Tutto ciò che si muove e che ha vita vi sarà di cibo. Io vi do tutto questo come vi detti l’erba verde; solo, non mangiate carne che abbia ancora la vita sua, cioè il sangue” (Gen. 9, 1/4).

È questo il passo in cui esplicitamente Dio rende l’uomo carnivoro.

Come si faccia a sostenere l’omnivoracità dell’uomo, o degli animali, essere un dato sostanziale, innato alla natura, è cosa che resta incomprensibile a meno che, chi lo sostiene, non ritenga la Sacra Scrittura un apologo scritto per persone stupide o in malafede.


di Luciano Pranzetti

21 aprile 2017


http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1959_Pranzetti_Verita_vi_fara_liberi.html


Non lo farà e non può farlo??

Dopo i quattro cardinali, parlano sei laici. Chissà che il papa ascolti almeno loro       

papa
I quattro cardinali non sono mai stati da soli con i loro "dubia". Ne è prova ciò che è accaduto a Roma sabato 22 aprile in una sala dell'Hotel Columbus, a pochi passi da piazza San Pietro, dove sei rinomati studiosi laici sono convenuti da altrettanti paesi del mondo per dare voce all'appello che si leva da larga parte del "popolo di Dio" perché sia fatta chiarezza nella confusione suscitata da "Amoris laetitia".

Non lo farebbe e non potrebbe farlo?

Intervista esclusiva al cardinale Müller su Medjugorje, Amoris Laetitia e Islam radicale
© Katharina EBEL / KNA-Bild / CIRIC
© Katharina EBEL / KNA-Bild / CIRIC
© Katharina EBEL / KNA-Bild / CIRIC


Colloquio a 360° con il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in esclusiva per i lettori di Aleteia

Il cardinale Gerhard Müller si è recato in Polonia il 19 aprile per una conferenza organizzata per celebrare il 90esimo compleanno del papa emerito Benedetto XVI. La conferenza si è concentrata sul seguente tema: “Il concetto dello Stato nell’insegnamento del cardinale Joseph Ratzinger – Benedetto XVI“. Ho incontrato il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede nella sede della Conferenza episcopale polacca, dove l’ospite dal Vaticano ha risposto a cinque domande esclusivamente per i lettori di Aleteia.

«Qua ognuno se fa la Chiesa pe’ cconto suo».


Uomini di Dio

Viam veritatis elegi (Sal 118, 30).

Cercasi uomini di Dio. No burocrati, gestori, assistenti sociali, ideologi, opinionisti, animatori, intrattenitori… ma nemmeno sofisti in tonaca, pedanti eruditi, saccenti sputasentenze, pedissequi rubricisti, infallibili censori, astiosi restauratori… Uomini che non solo posseggano la retta dottrina  e una sana teologia, ma ne vivano, le incarnino e le facciano risplendere agli occhi di quanti cercano la verità, ardere nei cuori che la amano e fruttificare nella vita dei fedeli. Uomini che non offrano solo idee chiare e argomentazioni (apparentemente) incontrovertibili, ma che guidino le anime nelle vie di Dio, siano di casa nel Suo cuore, trabocchino di unzione spirituale, gustino e facciano gustare le Sue incomparabili dolcezze, comunichino la Sua compassione e tenerezza, risplendano di luce soprannaturale, rendano “tangibile” la grazia.


Dio salverà la barca di Pietro


   

Tutto nell’orizzonte della Chiesa è buio e tetro.
Ma non c’è dubbio - Dio salverà la barca di Pietro.


Previsioni sulla Chiesa

Come ci si poteva aspettare, non è stata piccola la reazione dei lettori alla descrizione del “lento declino” della Fraternità San Pio X, come presentato nei due recenti numeri [506 e 507] di questi “Commenti”. La reazione dimostra che non tutti i cattolici sono ciechi o non pensano. Ecco qui due lettori che argomentano, uno sul prossimo futuro della Fraternità, l’altro sul più lontano futuro della Chiesa. Ecco il primo: -

La destabilizzazione, la confusione e l’ammorbidimento delle menti dei sacerdoti e dei laici della Fraternità, ahimè, continuerà, e per molti diventerà ancora più penosa, perché gli attuali capi della Fraternità persevereranno e porteranno avanti il gioco che hanno impostato con i semi-conservatori. Dell’“urgente bisogno” (Mons. Tissier) di consacrare dei vescovi non si parlerà più. E quando l'elezione dei dirigenti della Fraternità non potrà più essere evitata, al Capitolo Generale che si volgerà normalmente nel luglio del 2018, gli attuali capi della Fraternità faranno preventivamente tutto quanto è in loro potere per assicurarsi che il loro perseguire un riconoscimento da parte di Roma continui senza interruzioni.


Dubito ergo?


NON E' QUESTO IL PECCATO   

 Non è questo, Marisa, il peccato contro lo Spirito. Ciò che ti angoscia è il pensiero che dubitare della presenza dello Spirito Santo nella Chiesa odierna possa essere il peccato contro lo Spirito Santo, di cui parla Gesù nel Vangelo 

                                                                              di F.Lamendola  
 
 
 
Cara Marisa, comprendo. Ciò che ti angoscia è il pensiero che dubitare della presenza dello Spirito Santo nella Chiesa odierna, e specialmente nelle parole e nelle azioni del papa Francesco, possa essere il peccato contro lo Spirito Santo, di cui parla Gesù nel Vangelo, usando espressioni molto forti.  Rileggiamo il brano in questione (Marco 3, 28-29):
 
In verità, in verità vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna.
 
Ma per comprendere questa tremenda affermazione di Gesù Cristo, bisogna inserirla correttamente nell’episodio evangelico di cui fa parte, e che la spiega, e non isolarla e prenderla a sé, come un qualcosa di assoluto. Ebbene, l’evangelista dice chiaramente che Gesù, in quel, momento, stava parlando di certi giudei che lo avevamo accusato, niente di meno, di essere un indemoniato, e di parlare e agire non in nome di Dio, ma a nome del diavolo.

I nuovi mosé e le loro leggi


"Noi possumus", il cuore delle aperture di Amoris laetitia era già scritto. Rimangono i Dubia
Era tutto già scritto. Alcune interpretazioni del capitolo VIII di Amoris laetitia riprendono vecchie teorie. Lo dimostra un libro scritto della San Paolo nel 2005 dai cardinali Kasper e Martini. In punta di penna si sono battute linee precise su liturgia, ecumenismo, morale. Tra le pieghe del libro un imperativo che rischia di affermarsi ora: «La Chiesa non ha nessuna competenza dottrinale per un giudizio definitivo sulle situazioni concrete».  

venerdì 21 aprile 2017

Perciò nostra Madre e Regina è intervenuta

                  ECCO VOSTRA MADRE 

Risultati immagini per la vergine ci viene data come madre

...Donna ecco i vostri figli, affinché otteniate loro la santità; affinché si lascino condurre da voi verso la mia carità perfetta che brucia come un fuoco inestinguibile. Saremo tanto più attenti alla parola di Gesù che (dice che) sua madre e nostra madre, a diverse riprese da un secolo, ci è apparsa per avvertirci solennemente della gravità dell’ora e della posta in gioco della Redenzione. La Vergine Immacolata, presente in mezzo al popolo di Dio lungo la suo storia, dal Fiat dell’Annunciazione e soprattutto dal Stabat del Calvario, si è resa ancora più presente in questi ultimi tempi. Per lo meno Ella ha manifestato la sua presenza in modo molto nuovo, più tenero e più patetico. Ricordatevi quelle apparizioni dalla Rivoluzione Francese; quelle apparizioni che non sono più circoscritti ad una anima o una congregazione, ma di cui la portata è veramente mondiale, quelle apparizioni nelle quali la Regina del cielo e della terra visita il suo popolo distratto, dimentico e ingrato, in balìa più che mai ai furori e alle manipolazioni del Nemico. Se la Fede ci permette di intravvedere lo strazio del Cuore di Nostra Signora alla sesta ora del Venerdì Santo, quando le tenebre spargono il loro tragico velo su Gerusalemme e su tutta la superficie della terra, questa stessa Fede ci rende attenti alla pena e alla sollecitudine della Vergine Maria quando si manifesta alla Rue du Bac o alla Salette, a Lourdes o a Fatima.


Imprevedibili?

Perché Trump ora è ansioso di incontrare Papa Francesco


Tanto cincischiò che si decise: Donald Trump chiederà udienza a Papa Francesco. Ecco come nel giro di ventiquattro ore il presidente Usa cerca di sistemarsi il maquillage dopo due anni di scaramucce col Papa argentino.
Retroscenismi, rumors e, soprattuto, agenda alla mano, negli ultimi giorni non si poteva che dare per definitivamente tramontata l’ipotesi di un incontro a fine maggio, quando Trump sarà in Italia per il G7. A un atterraggio romano dell’Air Force One credevano ormai in pochi. Qualcuno gongolando, qualcuno disperando: sarebbe stato il primo presidente Usa a volare in Italia evitando il Papa. Pareva tutto rinviato. Tanto che persino il portavoce presidenziale è rimasto spiazzato dall’impegno improvviso preso dal suo capo. Del quale non era informato. E ieri sera intorno alle 22 (ora di Roma) la conferma è arrivata direttamente dalla voce del miliardario newyorchese nella conferenza stampa alla Casa Bianca a conclusione del meeting col premier italiano Paolo Gentiloni.