ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 23 maggio 2017

Benedetti sempre quelli che ti ricostruiranno

"Roma perderà la fede e diverrà la sede dell'Anticristo!" (La Salette, Fatima)

07:17


Gerusalemme, città santa, (Maria)

ti ha castigata per le opere dei tuoi figli,
e avrà ancora pietà per i figli dei giusti.
Dà lode degnamente al Signore
e benedici il re dei secoli;
egli ricostruirà in te il suo tempio con gioia,
per allietare in te tutti i deportati,
per far contenti in te tutti gli sventurati,
per tutte le generazioni dei secoli.

“Voi avete per padre il diavolo”

"Per padre il Diavolo":
introduzione al problema ebraico, secondo la tradizione cattolica
di Don Curzio Nitoglia
Invito alla lettura di Padre Pablo Natalucci
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 Per padre il diavolo – di Don Curzio Nitoglia       
Roma Invito alla lettura di Padre Pablo Natalucci – L’editore EFFEDIEFFE (Proceno di Viterbo) ha recentemente ristampato il libro di Curzio Nitoglia Per padre il diavoloIntroduzione al problema ebraico secondo la Tradizione cattolica, che ha avuto la sua prima edizione nel 2002 con la Società Editrice Barbarossa di Cusano MilaninoIl libro dopo 14 anni è ancora più attuale dato il 
                            progresso della preponderanza ebraica 
                    nella costruzione del “Nuovo Ordine Mondiale” 

Il ritorno del Rimosso

Nell’attuale clima ecclesiastico l’iniziativa del Comitato “Beata Giovanna Scopelli” di Reggio Emilia in occasione del  gay-pride non poteva che risultare urticante, soprattutto per l’insopportabile presunzione (perché di questo si tratta) di sostenere che Dio «E’». E se affermiamo l’Essere di Dio, non possiamo che confrontarci con la nostra creaturalità di uomini e con il primo dei nostri peccati: ‘the pride’, l’orgoglio.

di Giuseppe Fausto Balbo
.
Nel 1514, in un celebre affresco nella stanza di Eliodoro in Vaticano, Raffaello Sanzio dipinse l’incontro tra san Leone Magno e il re Attila.  Si può discutere sulla precisione storica dell’avvenimento, quello che è certo è che c’è stato un tempo in cui, nell’immaginario ecclesiale, si è potuto ritenere possibile che un Vescovo andasse incontro ad un nemico temibile (e letale) con la Croce e le insegne episcopali.


Predica al mondo ma non a casa sua

I MURI VI APPARTENGONO

    I pappagalli mediatici ripetono di abbattere i Muri per aprire le porte agli immigrati: c’è un solo muro che non si può varcare a Roma dove il Regnante predica al mondo ma non a casa sua di abbattere i muri e accogliere tutti 
di Marcello Veneziani  







I pappagalli mediatici e politici ripetono ogni giorno che bisogna abbattere i Muri, per aprire le porte agli immigrati, ai gay, ai trans, ai tossici, ai delinquenti da redimere e reinserire.
A volte marciano contro i muri, come è successo sabato a Milano, più spesso ci marciano, ma il muro è diventata la parola chiave per murare la destra, per discriminare i movimenti e le persone che si ispirano alla tradizione, alla sovranità nazionale, ai principi conservatori, o semplicemente alla civiltà, alla cultura e alla natura dei popoli e delle persone.

Che Dio ci scansi!


S. PIETRO, PAPA OCCULTO?

… Come i primi 40 Papi … secondo i sedevacantisti,  ed i teologi “faidate”!
Dal momento che la presenza del Papa legittimo, Gregorio XVIII, canonizzato validamente dai “veri” cardinali di Gregorio XVII [per i pagani e massonizzati: il Cardinal Siri], costituisce una situazione che di colpo cancella la falsa chiesa del novus ordo, le deliranti e sconce elucubrazioni sacrileghe di eretici sedevacantisti, sedeprivazionisti, fallibilisti e cani sciolti vari in libera uscita, si è cominciata ad insinuare l’idea balzana che il Papa “occulto” non abbia nulla di lontanamente cattolico. Questo è assolutamente vero, e a ben vedere è un’etichetta che ben si addice ed è applicabile esattamente ai papaclown dell’attuale Vaticano, ove il Papa c’è [… secondo loro!] ma non si vede, o meglio: si vede, ma non c’è! Effettivamente trattasi di “papa” occulto, una definizione che solo a sentirla fa accapponare la pelle.

La legittima resistenza dei cattolici all’autorità

Fede e Tradizione 

Risultati immagini per Sant’Agostino che insegna. Dipinto di Benozzo Gozzoli.
 Sant’Agostino che insegna. Dipinto di Benozzo Gozzoli.«Le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri».

“Tradizionalisti”: è così che spesso sono chiamati i cattolici che si oppongono a certe dottrine imposte alla Chiesa dall’ultimo Concilio. Ma cos’è dunque questa Tradizione, punto di riferimento a cui si è così attaccati fino ad opporsi alle più alte autorità della Chiesa?

Che Cos’è la tradizione?

Essa si può definire come l’insegnamento di Gesù Cristo e degli apostoli fatto a viva voce e trasmesso dalla Chiesa fino a noi senza nessuna alterazione. Gesù ha predicato senza scrivere nulla di sua mano e gli apostoli hanno trasmesso di viva voce il suo insegnamento. Unicamente qualche anno dopo l’Ascensione di Gesù hanno scritti i Vangeli, come un riassunto della loro predicazione. Ne risulta che la Tradizione è una fonte della Rivelazione. Essa precede la Sacra Scrittura e ne è all’origine. Gli scrittori sacri, strumenti umani ispirati da Dio, attingono le loro conoscenze da ciò che hanno essi stessi ascoltato da Gesù o dagli apostoli. San Luca comincia così il suo Vangelo:«Poiché molti hanno intrapreso ad esporre ordinatamente la narrazione delle cose che si sono verificate in mezzo a noi, come ce le hanno trasmesse coloro che da principio ne furono testimoni oculari e ministri della parola, è parso bene anche a me, dopo aver indagato ogni cosa accuratamente fin dall’inizio, di scrivertene per ordine, eccellentissimo Teofilo, affinché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate». Gli eventi che si sono verificati e di cui san Luca si accinge a scrivere, sono stati prima trasmessi a viva voce da «testimoni oculari e ministri della parola». La Tradizione è quindi anteriore alla Sacra Scrittura e il suo campo è più vasto. Gesù rimase quaranta giorni con i suoi apostoli, dopo la resurrezione, per parlare con loro «delle cose riguardanti il regno di Dio». San Giovanni termina il suo Vangelo con delle parole molto chiare che indicano che i Vangeli non sono che un riassunto della Rivelazione cristiana: «Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù fece, che se fossero scritte ad una ad una, io penso che non basterebbe il mondo intero a contenere i libri che si potrebbero scrivere».

A volte ritornano?

Antonio Socci: ritorna Ratzinger e vuol decidere chi conta in Vaticano

Il ritorno di Benedetto XVI (che forse non ha mai lasciato il papato): questa è la sensazione di molti cattolici. Sono bastati due suoi sorprendenti interventi per provocare la rabbia dell' attuale establishment bergogliano e - dall'altra parte - l'entusiasmo dei tanti credenti (smarriti e confusi) che ora riconoscono finalmente la voce del vero pastore.
Tre settimane orsono, in un messaggio al convegno sul suo pensiero politico voluto dal Presidente della Repubblica della Polonia e dai vescovi di quel Paese, Benedetto XVI aveva centrato «una questione essenziale per il futuro del nostro Continente», cioè «il confronto fra concezioni radicalmente atee dello Stato e il sorgere di uno Stato radicalmente religioso nei movimenti islamistici». Papa Ratzinger aveva affermato che questa tenaglia fra laicismo (o ateismo marxista) e islamismo, due concezioni sbagliate, «conduce il nostro tempo in una situazione esplosiva, le cui conseguenze sperimentiamo ogni giorno. Questi radicalismi esigono urgentemente che noi sviluppiamo una concezione convincente dello Stato, che sostenga il confronto con queste sfide e possa superarle». Era un evidente richiamo al suo storico discorso di Ratisbona che - non a caso - aveva fatto infuriare un certo laicismo di casa nostra e un certo mondo islamista.

Una manifesta persecuzione.


Quando il silenzio non è quello di Dio


UnknownEsprimiamo il nostro rammarico per il silenzio delle autorità religiose rispetto alle accuse deplorevoli verso le nostre figlie, suore Francescane dell’Immacolata, ad opera del Signor Mario Castellano e pubblichiamo il testo della doverosa petizione, indirizzata a sua Eccellenza Reverendissima Mons J. R. Carballo, Segretario della Congregazione dei Religiosi e a Madre Noris Adriana Calzavara, Commissaria Apostolica del predetto Istituto religioso.
Non resteremo ad assistere passivamente a tutte quelle azioni che ormai, sempre più, sotto gli occhi di tutti, si configurano come una manifesta persecuzione.
Eccellenza Reverendissima,
siamo genitori delle Suore Francescane dell’Immacolata che, con profondo dolore, si accingono a redigere questa lettera.
Già da tempo assistiamo al linciaggio mediatico avverso alla buona reputazione delle nostre figlie, con lo scopo di oscurare primariamente la bontà dell’Istituto religioso cui fanno parte e delle numerose opere di evangelizzazione compiute da quando è sorto. L’opera di denigrazione in corso, tocca l’apice della scelleratezza quando verte sulla presunta corruzione morale delle suore.

lunedì 22 maggio 2017

Salverà il mondo solo per mezzo di Maria


Il “catechismo” di Fatima

Fatima riassume tutti i messaggi mariani degli ultimi due secoli in modo completo, semplice e coerente, presentando una visione tridimensionale della realtà della Fede che può essere divisa in tre aspetti differenti ma comunicanti tra loro: ossia quello catechetico, quello morale e quello profetico.
Alla Cova da Iria la “Bianca Signora” lascia un messaggio insieme semplice ma decisivo: invita fondamentalmente alla preghiera ed alla penitenza, ammonendo il mondo riguardo agli immensi pericoli che lo minacciano e rivelando che Dio ha scelto Lei come arma sicura e mezzo infallibile per il trionfo della Luce sulle tenebre. Chiedendo la consacrazione pubblica della Russia al Cuore Immacolato di Maria come unico mezzo per la sua eventuale conversione, Dio manifesta la volontà che tutti sappiano che userà misericordia e salverà il mondo solo per mezzo di Maria.

Il motivo della loro caduta.

Il mistero di Maria Santissima e la caduta di lucifero
La scuola francescana sostiene che il progetto divino dell’Incarnazione, finalizzato principalmente alla massima glorificazione di Dio, fosse stato mostrato agli Angeli affinché lo abbracciassero con slancio e ossequio, e che in questo sia consistita la prova degli Angeli all’inizio del tempo.
Attestato questo punto della conoscenza degli Angeli del piano dell’Incarnazione sin dalle origini, non ci resta che verificare se è stato questo il motivo della loro caduta.
Anche qui la Scrittura non è chiara. Ci dice soltanto che il diavolo cadde a motivo della superbia e dell’orgoglio e che fu roso dall’invidia nei confronti del genere umano. Tuttavia c’è una tradizione corroborata da diversi Padri che sostiene la tesi secondo cui l’origine della caduta di Lucifero fu proprio il rifiuto del piano divino dell’Incarnazione. L’origine di questa tesi risale ai giudeo-cristiani, che credevano vi fossero tre specie di angeli precipitati nel fuoco: Lucifero, la “stella mattutina” con i suoi seguaci, che si rifiutò di accogliere il piano dell’Incarnazione; i benê ‘Elohim, che sarebbero quelli che trascinarono l’umanità nei peccati della carne causando il diluvio; e infine Beliar con le sue armate, che combattendo alla fine dei tempi contro il Messia e i suoi discepoli verranno infine precipitati nell’inferno. Riguardo il secondo gruppo si tratta evidentemente di una cattiva interpretazione letterale di alcuni passi della Genesi ed è quindi da rigettarsi. L’ultimo gruppo, invece, va ricondotto al primo. Infatti, sono gli stessi angeli ribellatisi agli arbori della creazione a continuare la loro opposizione a Dio fino al loro definitivo scacco alla fine dei tempi.

Piccole frange cattoliche tradizionaliste

Marcia per la vita, un oscuramento che comincia dalla Chiesa
La manifestazione di sabato a Roma è stata snobbata da giornali e tv, tra cui la Rai che paghiamo per il servizio pubblico. Ma la Marcia per la Vita sconta il tabù che anche nella Chiesa si è ormai consolidato a proposito di aborto, eutanasia, ecc. E le nomine di questi anni lo confermano. Il problema non è ideologico, ma semplicemente  di riconoscere che il diritto alla vita è il fondamento di una società umana e giusta.

Snobbata e sostanzialmente oscurata da giornali e tv, salvo qualche rara eccezione. Parliamo della Marcia per la Vita svoltasi sabato a Roma. Un fatto ancora più rilevante se si pensa all’enorme spazio dato alla marcia milanese pro-immigrazione e alle buffonate di Beppe Grillo alla marcia Perugia-Assisi. Eppure tutto questo non ci sorprende, né al proposito ci si può fare illusioni solo perché, ad esempio, il presidente della Rai frequenta certi ambienti cattolici.

Il primo baluardo

 Il dramma della situazione presente. Intervento del card. Carlo Caffarra al Rome Life Forum il 19 maggio 2017

Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” [Gv12, 32]. “Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” [1Gv 5,19].
Accostando queste divine parole, abbiamo la perfetta conoscenza di ciò che sta realmente accadendo nel mondo, dentro la storia umana considerata nella sua profondità. La storia umana è lo scontro fra due forze: la forza di attrazione che ha la sua sorgente nel Cuore trafitto del Crocefisso-Risorto; il potere di Satana che non vuole essere spodestato dal suo regno.
Il campo sul quale avviene lo scontro è il cuore umano, è la libertà umana. E lo scontro ha due dimensioni: una dimensione interiore; una dimensione esteriore. Consideriamo brevemente sia l’una che l’altra.

Quale sorpresa ?

CEI, ASSEMBLEA, NUOVA PRESIDENZA. PERCHÈ MONS. GALANTINO PREFERIREBBE MONS. MARIO MEINI.


Porque esta vez no se trata de cambiar a un presidente… recitava una canzone della mia lontana gioventù che Luis Badilla, grande architetto del sito paravaticano di diffusione di notizie ad usum delphini “Il Sismografo” conosce bene. Parliamo della Presidenza della Cei, e dell’Assemblea che si apre oggi.
Il Presidente uscente, Angelo Bagnasco, non riproporrà la sua candidatura (potrebbe farlo in via eccezionale, avendo già svolto due mandati). I vescovi saranno chiamati a votare una terna di candidati, fra cui il Pontefice regnante sceglierà.
Il presidente, per Statuto, deve essere un vescovo diocesano ordinario, cioè avere la responsabilità di una diocesi. E questo esclude immediatamente l’attuale segretario della Cei, Nunzio Galantino, che avrebbe, qualche tempo fa declinato l’offerta di una importante diocesi meridionale. Certo, questo gli avrebbe permesso di correre per la posta più ambita, e il suo nome era corso con frequenza. Ma lo esponeva anche al rischio di non ricevere abbastanza voti da entrare nella terna; a quanto sembra anche nel suo campo politico i pareri su di lui sono variegati. Se avesse corso per la presidenza, e si fosse trovato fuori della terna, non gli sarebbe rimasto altro che la sua diocesi. Niente più Avvenire, televisione cattolica, contatti politici, scelta dei nuovi vescovi. Troppo rischioso.

Non un frutto del caso

Il seminarista rosso
L’infiltrazione marxista nella Chiesa





Una volta c’erano i preti operai: oggi quegli
stessi preti sono diventati vescovi.
Paolo Ferrante, 1990.

Secondo Stalin, la forza politica più pericolosa 
per i comunisti è la Chiesa cattolica,
e per colpire questo temibile «avversario» 
suggerisce di «non attaccare» direttamente 
la religione, ma le sue organizzazioni. [1]


La deriva modernista della Chiesa è sotto gli occhi di tutti. Ma, nonostante la distruzione dei dogmi, dei princìpi, dei simboli sia costante, nessuno interviene. E nessuno, soprattutto, la denuncia per quello che è: l’imporsi di una dottrina già ufficialmente condannata da San Pio X nell’enciclica Pascendi (1907).
Dal Vaticano II in poi il modernismo, sotto diverso nome, senza mai usare questo termine, perché avrebbe esplicitato l’eresia sottintesa allo strombazzato “spirito del Concilio”, ha imperato nella vita ecclesiastica: introduzione del Novus Ordo, abolizione dei paramenti, introduzione della tavola eucaristica di fronte (ma più spesso al posto) dell’altare principale ed eliminazione (cioè, distruzione) di quelli laterali, eliminazione della balaustra e conseguente banalizzazione dell’eucarestia (comunione nella mano o sotto le due specie), sostituzione dei canti gregoriani con canzonette pop, chitarre al posto dell’organo, etc.
Come tutto questo sia stato possibile in pochi decenni sembra incredibile, ma diventa perfettamente comprensibile se lo si considera non un frutto del caso (o meglio del caos) introdotto dalla voluta ambiguità [2] dei documenti conciliari, bensì come un progetto che parte da lontano (dagli anni Trenta) e che nel Concilio ha visto un fondamentale punto di svolta.

domenica 21 maggio 2017

Vorremmo che accadesse qualche cosa di simile

Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria
Eseguita dai quattro vescovi della “Resistenza” cattolica
a Vienna, Virginia, USA,il giorno dopo la Consacrazione Episcopale di Mons. Gerardo Zendejas

12 maggio 2017
vigilia del centenario della prima apparizione della Santissima Vergine Maria a Fatima





Mons. Thomas Aquinas, O.S.B. - Mons. Richard Williamson
Mons. Gerardo Zendejas - Mons. Jean-Michel Faure



Santissima Madre di Dio, Cuore Immacolato di Maria, Sede della Misericordia, Sede della Bontà, Sede del Perdono, porta sicura per la quale le anime entrano nel Cielo, vedete in ginocchio davanti a voi quattro figli dell’Arcivescovo Lefebvre, quattro vescovi che si sforzano di fare quello che possono per aiutarvi ad ottenere dal Papa e dai vescovi del vostro Divino Figlio una vera Chiesa per la Consacrazione della Russia al vostro Cuore Doloroso e Immacolato, che è il solo che possa ottenere la pace per l’umanità, ora all’ombra di una spaventosa terza Guerra Mondiale.


Certo che no..c’era dentro fino al collo

UN "PAPA BUONO" O NO ?

    E' per le sue simpatie moderniste che Giovanni XXIII ha voluto convocare il Concilio ignorando le perplessità e i pareri negativi di tanti uomini che in Vaticano vedevano il grave pericolo cui la Chiesa andava incontro?
di Francesco Lamendola  





Giovanni XXIII è tuttora rimasto, nell’immaginario di milioni di cattolici, come “il papa buono”: espressione curiosa, a dire poco, visto che par sottintendere che gli altri, i papi che l’hanno preceduto, e specialmente il suo immediato predecessore, tanto buoni non devono essere stati: altrimenti, perché sottolineare la bontà di uno fra i tanti? La bontà non dovrebbe essere una caratteristica irrinunciabile del successore di san Pietro? Oppure qualcuno riesce a immaginarsi che san Pietro non fosse buono, o che non lo fossero gli altri Apostoli che formarono la Chiesa e iniziarono a diffondere il Vangelo presso tutte le genti?
Il giornalista e vaticanista Carlo Falconi (1915-1998), nella sua opera I papi del XX secolo, pubblicata da Feltrinelli nel 1967, per meglio magnificare la cortesia e l’affabilità verso tutti del “papa buono”, riferisce un episodio assai significativo riguardante Angelo Roncalli, giovane segretario del vescovo di Bergamo, monsignor Giacomo Radini-Tedeschi, e papa Pio X, risalente agli anni della crisi modernista, culminata nell’enciclica Pascendi Dominici gregis, del 1907, che comminava la scomunica per i seguaci di quel movimento, definito da papa Sarto ”collettore di tutte le eresie”. L’episodio è questo (e viene riportato anche nella monografia Giovanni XXIII della collana I dossier Mondadori, Milano, Mondadori, 1972, pp. 62-63, dalla quale lo citiamo):

… da giovane, segretario del vescovo Radini-Tedeschi, egli era stato profondamente deluso una volta, durante un’udienza di Pio X, dall’atteggiamento accigliato e distratto di quel pontefice che, ricevendo il prelato insieme ad altre personalità bergamasche, non si era neppure curato di ringraziare per il vistoso obolo consegnatogli. Lamentandosi col suo superiore, egli aveva detto di ritenere che il papa, per quanto addolorato e preoccupato potesse essere, dovesse sempre mostrarsi benevolo e sorridente verso i suoi fedeli. 
Egli dunque non faceva ora che mettere in pratica il criterio formulato tanti anni prima, e se sembrava amare la popolarità, non era già per riscuotere le soddisfazioni , ma per dare più che per ricevere.

Chi marcia e chi marcisce

Due Italie in marcia. Una sola per il futuro
di Giuliano Guzzo

In un primo momento ho pensato si trattasse di una coincidenza fortunata, ma mi sbagliavo: il fatto che ieri, nello stesso giorno, si siano tenute due manifestazioni – a Roma quella per la vita, a Milano quella per l’accoglienza dei migranti – è stato un bene, direi quasi una benedizione. Sì, perché chiunque non abbia i paraocchi è stato così messo nelle condizioni di osservare come oggi convivano, entro gli stessi confini, due Italie distinte e distanti. La prima è l’Italia di famiglie tra famiglie, la seconda quella dei politici tra persone straniere; da una parte mamme, papà e giovani tra mamme, papà e giovani col loro stesso amore per la vita; dall’altra Beppe Sala, Gad Lerner con abbronzatura da yacht club ed Emma Bonino tra gente con la loro stessa diffidenza per gli italiani.


Che anche gli autori di fantascienza abbiano il dono della profezia?


“IL DILEMMA DI BENEDETTO XVI”. LA FANTASCIENZA PUÒ AVERE IL DONO DELLA PROFEZIA?

Questa mattina presto, girovagando a Porta Portese per bancarelle di libri usati, mi sono imbattuto in questo esemplare che mi ha fatto pensare: che anche gli autori di fantascienza abbiano il dono della profezia? Il racconto breve che da’ il titolo alla piccola antologia è stato scritto nel 1977 (sì, avete capito bene, nel 1977), mentre era ancora felicemente regnante Paolo VI, e dovevano venire Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e l’attuale Pontefice in carica.
Ho investito un euro, e ho soddisfatto la curiosità. L’autore, Herbie Brennan è un irlandese , autore di libri per adulti e ragazzi, librogame, giochi di ruolo e saggi di occultismo; ha una passione per psicologia, occultismo, spiritismo, religioni comparate, fisica, paranormale.
Ora se volete comprarvi il libro – credo si trovi ancora online – non leggete oltre.

Il peggio si vede..


Oliviero Toscani e don Milani: “Anch'io mi sento suo allievo”

Un libro con gli scatti del fotografo che lo immortalò a soli 21 anni


                                     Don Lorenzo Milani in uno scatto di Oliviero Toscani

«La scuola di oggi avrebbe urgente bisogno di imparare l'“I care”, il “mi sta a cuore”, di don Milani». Dovrebbe «fare sua la capacità del Priore di Barbiana di voler bene, veramente e profondamente e con tenerezza, ai bambini e ragazzi». Parola di Aldo Bozzolini, uno dei primi sei ragazzi di Barbiana. 

Oggi al Salone internazionale del Libro di Torino (alle 14.30, Spazio Autori, pad. 3) lo ribadirà all'incontro “Don Lorenzo Milani fotografato da Oliviero Toscani - il famoso fotografo racconta i suoi incontri con il priore di Barbiana nel 50° anniversario della sua morte” (promosso da Editrice missionaria italiana, moderato da Francesco Antonioli). 

Aiutati che il Ciel ti aiuta


 Presunto messaggio di Maria SS. ad un mistico friulano

Ricevo e pubblico un presunto messaggio di Maria SS. ad un mistico friulano (pubblicato sulla rivista «Il Segno del soprannaturale»), datato 10 dicembre 2011. Si tratta di rivelazioni private che non appartengono al deposito della Fede. Tuttavia ne riporto il contenuto perché può aiutare la riflessione sui tempi che stiamo vivendo.
p.Elia
Maria: “Sono qui, figlio mio, accanto a te.
Carissimi, forse oggi il mondo chiede purificazione? Io, Maria Madre vostra, Madre addolorata, vi dico che sono molto pochi gli uomini che riconoscono le loro colpe e ne chiedono perdono. Allora Dio, per Amore, purificherà il mondo.
Chi accoglierà la purificazione soffrirà in spirito e corpo, ma salverà l’anima; chi non la accoglierà soffrirà molto di più e non salverà l’anima.