SUORA BRUTTA E CATTIVA?
Brutta e cattiva la suora che non fa l’elemosina. Imperversa più che mai il buonismo idiota, è diventato la divisa obbligatoria del politically correct e segna l’ultimo stadio irreversibile dell’incretinimento dell’essere umano di Francesco Lamendola
Imperversa più che mai il buonismo idiota, è diventato la divisa obbligatoria del politically correct e segna l’ultimo stadio, probabilmente irreversibile, dell’incretinimento dell’essere umano e della sua degradazione da persona, capace di sentimenti e di pensieri propri, a tubo digerente - per dirla con Maurizio Blondet -, capace solo di replicare e imitare i pensieri e i sentimenti altrui: quelli veicolati, diffusi e imposti dai grandi mezzi di (dis)informazione di massa.
Il buonismo, naturalmente, si sposa con il progressismo e con il modernismo: sono tre cose che vanno sempre di pari passo, specialmente nella neochiesa gnostico-massonica dei tempi di papa Bergoglio. Il buonismo, per essere dalla parte “della gente”, meglio ancora “dei poveri” (quelli politicamente e sindacalmente riconosciuti, protetti e garantiti: i cosiddetti migranti e i falsi profughi, per esempio, non i pensionati italiani che devono sopravvivere con trecento euro al mese); il progressismo, per essere dalla parte della modernità, o, quanto meno, per essere sempre in dialogo con essa, sincero e costruttivo, ci mancherebbe; il modernismo, per sostituire al vangelo dell’amore il vangelo del buonismo e della modernità, vale a dire un anti-vangelo il cui scopo è la totale sovversione, lo stravolgimento e il capovolgimento del vero Vangelo di Gesù Cristo, per sostituirlo con una contro-religione puramente umana, mirante all’autocelebrazione dell’uomo, dopo aver annacquato e dissolto tutte le religioni oggi esistenti, ma specialmente il cristianesimo, che, ad un tale obiettivo, fa problema più di tutte.