ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 7 agosto 2017

“Per amore di Dio”

Per un pugno di monete: la dottrina cattolica sull’elemosina 

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Un’altra prova del vissuto dottrinalmente e pastoralmente vago, imbrogliato: l’amnesia, forse l’ignoranza, sul corretto esercizio, significato e valore dell’elemosina. Suscita scalpore la suora che, per strada, non versa un obolo al mendicante. Davvero? A me, francamente, ha indignato di più il racconto schietto di una monaca padovana. Uscita a piedi, una mattina, per recarsi non so dove, aveva la tasca dell’abito bianco pesante di monete. Vicino alla stazione ferroviaria ha incontrato una zingarella. Mossa a compassione, le ha dato un euro. Davanti alla basilica del Carmine stava seduta una signora sporca, vestita di stracci, con il piattino e la corona del Rosario in mano: altro euro. In piazza del Duomo passeggiava un africano che si lamentava: “Ho fame”. Terzo euro. In via Roma ne ha incrociati altri due. Giunta al Prato della Valle, è stata fermata da una giovane coppia dell’Est con un bimbetto nato da poco. “Suora! Suora! Aiuto! Lavoro!”. E dove andava a trovargliela a quelli, lei, un’occupazione? Tre euro per non averli più intorno. Poi, verso Santa Giustina, un barbone in bicicletta. In via Belludi altri due rom e una zingara. In piazza del Santo… A mezzogiorno, povera sorella, nel suo modesto portafogli c’erano quasi venti euro in meno. Nel suo cuore, sotto il crocifisso metallico appeso al collo, la triste consapevolezza di non aver risolto alcun problema, né di povertà né di sopravvivenza.


Aetas accà

LE PREDICHE DELLA CEI

Monsignor Nunzio Galantino e nostri migranti: la Cei predica accoglienza (ma la fa a spese dello Stato). Oltre 23mila migranti ospitati dalla Chiesa ma solo 4 mila sono pagati con fondi ecclesiastici. Il 79% lo paga il governo 
di Giuseppe De Lorenzo  



Oltre 23mila migranti ospitati dalla Chiesa. Ma solo 4mila sono pagati con fondi ecclesiastici. Il 79% lo paga il governo



 Il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, lo ha detto in tutte le salse: bisogna accogliere i migranti. Posizione legittima, per carità. Ma a spese di chi? Già, perché a conti fatti lo slancio caritatevole della Chiesa non lo sostengono le casse del Vaticano.
Ma gli italiani.
A documentarlo sono i dati dell’ultimo rapporto della Caritas sulla "Protezione internazionale in Italia": a giugno 2016, il 17% degli stranieri accolti nel Belpaese erano presi in carico dalla Cei. Mica male. Anche perché di questi 23.201 immigrati che risultano nelle strutture religiose, solo 4.929 mangiano grazie a fondi ecclesiastici o donazioni. I restanti 18.272 (il 79%) la Chiesa li accoglie sì, ma usando i soldi dello Stato.

Eorum aetas

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Crisi della Chiesa: l'art. 1 della Dichiar. Conc. Nostra Aetate sulle religioni non-cristiane


Crisi della Chiesa:  Commento all’art. 1 della Dichiar. Conc. Nostra Aetate , sulle religioni non-cristiane

Sommario: 1. La considerazione ora “più attenta” delle religioni non-cristiane: una nozione ambigua.  2. La supposta “unificazione del genere umano”, artificiosa giustificazione della nuova considerazione per le religioni non-cristiane.  3. Un nuovo “dovere” della Chiesa:  promuovere l’unità tra i popoli ed “esaminare” ciò che essi hanno in comune e li spinge a “vivere insieme il loro comune destino”.  4. Il genere umano inteso arbitrariamente come “una sola comunità”, gratificato di un’unità vista nella prospettiva di una salvezza che non distingue più tra Eletti e Reprobi.  5. Non chiara la posizione del Cattolicesimo rispetto alle “varie religioni”. 


L’art. 1 di questa Dichiarazione, etichettato Introduzione, sembra riproporre l’insegnamento tradizionale della Chiesa, consistente nella conversione dei popoli e quindi del genere umano a Cristo, nell’opera missionaria per la salvezza delle anime.  Ma lo ripropone, sin dal primo capoverso, con una sfumatura nuova, che, ad un’attenta analisi, appare ambigua e gravida di possibili errori dottrinali.

I parenti sono come gli stivali


God Save the Queen


Una scelta tragicomica nella riforma liturgica ambrosiana


Ho letto con molto gusto in questi giorni di calura estiva tante “cose”, ma un paio di articoli mi si sono appiccicati addosso come i vestiti al corpo sudato per l’afa. Il primo è di Samuele Pinna, apparso proprio su questo sito il 24 luglio ( Ci salverà una reale spiritualità cattolica! L’Isola di San Giulio, madre Cànopi e le domande ineludibili ), dove ho potuto riprendere, mediante un ampio respiro, la bellezza e la necessità della spiritualità cristiana o, meglio – come afferma l’autore –, cattolica. Poi ho letto con gusto anche un pezzo di Aldo Maria Valli del 7 luglio (www.aldomariavalli.it).

In quelle righe si trattava del “caso” del “cattolico errante” costretto a spostarsi di chiesa in chiesa fino a trovarne una in cui la liturgia possa dirsi “decente” e, divenendo ormai stanziale per la partecipazione del rito (benché distante da casa), proporre ad altri la sua “scoperta”. Verso la fine si legge che «il cattolico errante ha tutto il diritto di mettersi alla ricerca di liturgie pulite, sobrie, essenziali, belle, efficaci». Come non essere d’accordo? Tuttavia, in questi giorni, mi ronzava intorno un pensiero fastidioso come le zanzare che non danno pace nelle caldi notti estive, nonostante fornellini e zampironi. Siccome è un pensiero “vero” e “verificato” ho dovuto indagare anche sulla sua bontà. Se, infatti, il battezzato “laico” (come si dice con orrido termine) può girovagare alla ricerca di luoghi di culto atti a permettere celebrazioni liturgiche se non ineccepibili almeno “sopportabili”, per alcuni sventurati preti questa possibilità è esclusa. Certo la famiglia del presbitero diocesano sono i propri parrocchiani, ma si sa, a volte, i parenti sono come gli stivali: più sono stretti e più ti fanno male… E magari c’è qualche povero sacerdote che non può celebrare bene a motivo non solo della scarsità d’aiuto nel fare un rito decoroso o perché il suo parroco (se non è parroco) è attento a tutto tranne che a “quello” (benché decida anche su “quello”), ma proprio a causa del rito stesso.

Una pietra scartata nella costruzione della Chiesa?


IL PERFIDO "ERRORE"
L’errore si diffonde con la perfidia. La commemorazione congiunta cattolica e protestante della sciagurata Riforma di Lutero. In questa babele di confusione dottrinale chi parla chiaro passa per reazionario oscurantista 
di Francesco Lamendola  






 Una volta si chiamava Apostolato della Preghiera e fu lo strumento con cui i gesuiti diffusero fra i cattolici la devozione al Sacro Cuore di Gesù. Poi questa creatura è venuta loro a noia e hanno fatto del loro meglio per depotenziarla, minimizzarla, emarginarla. Hanno cominciato col cambiarle il nome: Rete Mondiale di Preghiera del Papa. È  perché proprio del Papa? Per sfruttare la popolarità mediatica di questo papa, Francesco: così la gente pensa subito a lui e non a cose del passato come il Sacro Cuore di Gesù, devozioni per vecchie zitelle ammuffite. Inoltre l’aggettivo “mondiale” fa subito pensare all’ecumenismo, al dialogo inter-religioso e a padre Sosa Abascal, il generale dei gesuiti, che si fa buddista fra i buddisti, e così via. Inoltre, come segnalato recentemente dal blog Chiesa e post concilio, ormai non si parla quasi più di consacrazione al Sacro Cuore, per la buona ragione che gli stessi responsabili del movimento invitano i suoi aderenti a servirsi di un altro linguaggio e, possibilmente, ad entrare in un altro “spirito”: più moderno, evidentemente, più aperto, più dialogante e bla, bla, bla. E ciò nonostante l’esplicita richiesta fatta da Gesù a santa Margherita Maria Alacoque.

Calunnia..calunnia..qualcosa resterà?

LE OSTINATE CALUNNIE DEL GENERALE
Foto: Arhivski snimak
Siamo veramente spiacenti di dover nuovamente inserire nel titolo di un'altra dichiarazione la parola “calunnia” e davvero ce ne scusiamo con gli stimati lettori. Ma come altrimenti potremmo definire questo ripetuto attacco nefando contro i Vescovi di Mostar, il precedente vescovo Pavao Žanić e l'attuale vescovo Ratko Perić? Ma, dopo la nostra - non solo secondo noi, ma secondo molti che hanno letto le nostre risposte – argomentata confutazione di tutte le calunniose menzogne, i protagonisti e i loro creatori non cedono. In questi giorni, senza i famosi 4,99 dollari, attraverso i social media e alcuni siti web locali e "nazionali", è stata offerta al pubblico un'altra insinuazione diffamatoria che calunnia i Pastori della Chiesa di Mostar. A differenza del primo "film", di cui gli autori sono un certo Drozd e un certo Bezael,  dietro ai quali c’è la casa di produzioni Nazareth, in quest’ultimo video appaiono solo il protagonista del film "Da Fatima a Medjugorje", il generale Maksimov, e un "giornalista" senza nome. Senza nemmeno un documento di prova, in una mezz'ora di conversazione, si ripropone tutto il fango del precedente "film". E senza la firma degli autori e delle menti, è evidente "da dove soffia il vento" e qual è l’obiettivo: mancando gli argomenti per contestare lo Spirito da cui i Pastori spirituali di Mostar sono stati guidati nella difesa della verità di Dio, della dignità della Madonna e dell'onore della Chiesa, i protagonisti ricorrono ad un malefico attacco  ad hominem che non ha alcun legame con la verità e la giustizia.

Ognuno ha i suoi Mosé..

I vescovi assolvono padre Zerai, ma dimenticano i favori agli scafisti

"Avvenire" blinda il prete eritreo coinvolto nelle chat segrete delle Ong. Eppure avrebbe fornito le coordinate dei barconi ai soccorritori

Guai a toccare le icone «buoniste» dell'immigrazione ad oltranza, che non fanno distinzioni fra veri profughi e clandestini.

Padre Mussie Zerai viene difeso a spada tratta dal quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, a tal punto che lo chiama don Mosè per avere aperto le porte del Mediterraneo ad un flusso di migranti giudicato insostenibile da gran parte degli italiani e dallo stesso governo.

Mira el dito!

Chiesa povera, tasche gonfie: anche la Cei finanzia la Scuola di Bologna (che fa finta di non saperlo)

Non solo Miur e Emilia Romagna. A sostenere le catto-progressista Scuola di Bologna c'è anche la Cei, che ha erogato nel 2016 35mila euro per uno studio sulle Chiese non in comunione con Roma. Soldi dell'8 per mille giustificati con il Progetto culturale, che, nonostante fosse già chiuso nel 2015, Melloni & co hanno sempre disprezzato sotto Ruini. Infatti di questo finanziamento non fanno cenno nelle richieste. Perché? Il sospetto di una gestione opaca e di una mancanza di trasparenza da parte dei ricchi cantori della Chiesa povera. La nostra inchiesta.

domenica 6 agosto 2017

Semper longa adhuc restat via


IL PAPA DELL’ASSUNZIONE DI FATIMA (2)

[Card. F. Tedeschini, da: Attualità di Fatima, Città della pieve, 1954 –impr.-] 
IL PAPA DEL SANTO ROSARIO
Nell’illustrare le mirabili e, a prima vista, non immaginabili, incredibili coincidenze tra il Papa e Fatima, longa adhuc restat via; e quando uno creda di averla percorsa, sempre longa adhuc restat via; onde correre è d’uopo, e contentarsi di prelibare, e di scegliere fior da fiore. Coincidenza sesta. Quale è la sesta? Dicemmo, raccolta dalle labbra Mariane, la necessità d ella preghiera; l’urgenza della penitenza; l’invito ai peccatori: convertitevi! e quello che or ora abbiamo visto come contenuto dell’Anno Ma due cose altresì, vogliamo raccogliere  dagli accenti Mariani: le più belle e le più salutari. L’una, conosciuta da sette secoli e rimasta nella pia costumanza cristiana alla guisa di un  sacramentale; l’altra, non nuova essa pure, ma di tarda cognizione; e per i1 costante ed universale ed imperdonabile oblìo in cui era caduta, quasi sconosciuta, e certamente negletta!
Il Rosario, la prima cosa; il Cuore Immacolato di Maria, la seconda. Con l’una un ricordo volle ridestarci Maria, quasi ad immemori e non adeguati estimatori. Il Rosario è qua e là praticato, ma non sempre come preghiera familiare; e meno ancora quotidiana, essendo questa una caratteristica di ben poche, e sempre più poche famiglie. – Col ricordo, uno sprone; e con lo sprone, un velato, tenero, materno rimprovero. Con l’altra, Maria ci dà un annunzio: ci porta, da parte del Figlio, un messaggio, e sempre da parte del Figlio, ci svela, sì, un segreto, e  ci trasmette un desiderio. Desiderio di un Dio, manifestatoci dalla sua Madre; qual comando maggiore?

“I nemici della Chiesa sono nostri amici!”

Uno dei casi più forti di possessione della storia - Annalise durante gli esorcismi si arrampicava sui muri


La possessione diabolica e di conseguenza il sacramento dell’esorcismo sono argomenti che trovano posizioni opposte all’interno della Chiesa. Il caso emblematico del conflitto vissuto all’interno degli ambienti della Chiesa è rappresentato dall’esorcismo di Anneliese Michel, una ragazza tedesca morta a 24 anni tra atroci sofferenze.

E per causa loro, la verità sarà degradata


VERRANNO DEI FALSI MAESTRI

«Anche tra voi ci saranno dei falsi maestri». Oggi stiamo vivendo in una società neopagana, in cui ritornano puntualmente i vizi e i peccati descritti dalla Bibbia: i disordini sessuali, l’abbandono di Dio da parte degli uomini 
di Francesco Lamendola  



 

 Verranno dei falsi maestri; molti li seguiranno e, per causa loro, la verità sarà degradata. È un passo, abbastanza noto, del Nuovo Testamento; sono parole tradizionalmente attribuite al primo degli Apostoli di Gesù, al primo capo della Chiesa. Le abbiamo sentite, le abbiamo lette, ma ce ne sfugge il significato. Abbiamo la tendenza a pensare che quanto è scritto in quei libri non riguarda noi e il nostro presente; che le profezie non si riferiscono al nostro tempo, ma ad un tempo imprecisato, forse passato, forse futuro; comunque, non il nostro. Questo accade perché la nostra fede si è indebolita, si è razionalizzata; il veleno della modernità ci è entrato nel sangue, e siamo incapaci di calare nel nostro presente, nella nostra situazione, nella nostra vita, quel che dice la Bibbia. Pensiamo che quelle cose si debbano riferire sempre a qualcun altro; oppure che abbiano un senso generico, buono un po’ per tutti e, in fondo, per nessuno. Noi uomini moderni abbiamo smarrito la  certezza che Dio ci parla per mezzo di quegli autori: a noi, proprio a noi, a ciascuno di noi, in ogni epoca della storia, e che continuerà a farlo sino alla fine del mondo. Un poco alla volta, abbiamo preso a credere in altre parole, in altri messaggi: quelli del mondo, che giustificano ogni sorta di abusi morali e di sconcezze. Ci fidiamo di più degli economisti, degli scienziati, dei tecnici: calcoliamo le probabilità, soppesiamo i pro e i contro, pervasi da un robusto scetticismo da persone pratiche, che sanno vivere coi piedi ben piantati a terra.

Quali disastri ci vorranno ancora?

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Quando gli uomini moderni da Dio si sono allontanati,
La Madonna ha cercato di aiutarli, ma essi si sono rifiutati.


Consacrazione di Fatima - I
Quando lo scorso maggio quattro vescovi a Vienna, Virginia, negli Stati Uniti, hanno fatto quello che potevano per consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria, essi hanno usato una formula per la Consacrazione mai usata prima, che era un po’ diversa dalle formule conosciute. Essa comprendeva una breve storia della richiesta della Madonna per la Consacrazione, la quale indicava anche come i capi della Chiesa abbiano mancato, e continuino a mancare, nel rispondere adeguatamente alla semplice soluzione celeste dei problemi senza precedenti della Chiesa e del mondo di oggi. Lo scopo di tale formula era quello di aiutare tutti a rendersi conto che questi problemi altrimenti insolubili sono causati non da Dio Onnipotente, ma dalla mancanza di fede dei Suoi uomini di chiesa. Costoro devono fare quello che la Madonna ha chiesto loro, nonostante qualunque cosa il Vaticano II li induca a volere. Quali disastri ci vorranno ancora perché essi facciano finalmente ciò che vuole la Madonna per salvare tutti noi?

Fra illusioni e frustrazioni

Dall’illusione alla frustrazione
Per non pensare che Mons. Fellay abbia cattive intenzioni, diremo semplicemente che sembra un uomo in preda alle emozioni, alle impressioni, in definitiva alle illusioni. Basta vedere cosa ebbe a dire solo quattro mesi fa: nella predica in Polonia del 3 marzo 2017:
«E c’è anche qualcosa di molto interessante. Da, possiamo dire, due anni e qualcosa, c’è un cambio molto importante, non dovunque, ma nella Congregazione della fede. Questa Congregazione della fede con la quale parliamo. E ora ci dicono “Non siete obbligati ad accettare la libertà religiosa, l’ecumenismo, la nuova Messa; potete mantenere la vostra posizione, perché questi punti del Concilio non sono così importanti per cui chi li rifiuta non sarebbe cattolico. Si può non essere d’accordo col Concilio e rimanere cattolici”. Questo è molto importante, fino ad ora si è sempre detto “dovete accettare tutto”. E negli ultimi anni, nelle discussioni che abbiamo avuto con i Vescovi inviati da Roma, ci è stato detto “queste questioni, sono questioni aperte”.


«C’è da chiedersi: perché sono cambiati? Do la mia opinione: mi sembra che la ragione di questo cambiamento di attitudine derivi dalla gravità della situazione attuale della Chiesa. C’è un contrasto. Allora ci trattano meglio perché la Chiesa va male. Vedono brutte cose nella Chiesa. E sono costretti a riconoscere ciò che noi facciamo e che a loro non piace, ma che non è allo stesso livello delle altre cose e che ciò che noi difendiamo è cattolico.


«Per esempio: l’ultima volta che ho incontrato il cardinale Müller, che è il Prefetto della Commissione per la fede, mi ha detto: “noi – della commissione della fede – speriamo che voi entriate nella Chiesa – noi siamo già nella Chiesa – lo speriamo perché ci aiutiate a combattere i modernisti”. Sono molto turbati da tutte le eresie che accadono oggi e ci guardano come un aiuto per combattere queste eresie.»

Splende il sol dell'avvenire!

L’ Avvenire non è roseo



Tutti i giornali hanno parlato, in questi giorni, del fatto che un milione di italiani ha tolto la sua fiducia alla CEI, negli ultimi anni, negandole l’8 per 1000. Non si tratta solo di soldi in meno, ma soprattutto di fiducia in meno. Nessuno o quasi ha messo in luce un altro fatto: anche il quotodiano della Cei, Avvenirevede calare il suo consenso
in edicola (dove è possibile certificare il vero numero delle vendite).
Nel novembre 2016 si piazza infatti come penultimo quotidiano nazionale, e perde circa 3400 lettori, rispetto al novembre 2015.

sabato 5 agosto 2017

A bocca aperta

Un’antica sapienza


Dopo aver pubblicato l’edizione italiana delle Costituzioni dei Barnabiti del 1579 (Barnabiti Studi, n. 31/2014), sono ora alle prese con la traduzione delle Regulae officiorum, vale a dire le norme pratiche che regolavano la vita di ogni giorno di una comunità dei Chierici Regolari di San Paolo. Anch’esse si sono andate formando fra Cinque- e Seicento, per essere poi riviste e adattate piú volte nei secoli successivi (la loro ultima edizione risale al 1950).

Se il lavoro sulle Costituzioni era risultato estremamente interessante, perché mi aveva dischiuso le ricchezze di quello che era stato il codice fondamentale dei Barnabiti per quattrocento anni (1579-1976), il lavoro sulle Regulae officiorum si annuncia ancora piú appassionante, giacché, oltre a ritrovarvi lo spirito della Congregazione, ci si trova di fronte alla vita concreta di ogni giorno, con i suoi risvolti positivi e negativi e con precise indicazioni su come comportarsi.

Io rimango a bocca aperta dinanzi a tanta saggezza, che non è certamente improvvisata, ma il risultato di una lunga e sofferta esperienza. Ed è proprio questo che colpisce di piú: i nostri maggiori non avevano la pretesa di “inventare” la propria vita ogni giorno, come siamo portati — e spesso invitati anche dall’alto — a fare noi oggi; essi facevano tesoro degli ammaestramenti di una tradizione precedente (il magistero dei Padri del deserto), ad essi aggiungevano la loro esperienza vissuta e tutto ciò trasformavano in preziose direttive per sé e per i propri successori.


Le tre cose più grandi che la storia della Chiesa abbia tramandato!


IL PAPA DELL’ASSUNZIONE DI FATIMA (1)       


[Card. Tedeschini, da: Attualità di Fatima, Città della pieve, 1954 –impr.-]
Gran cosa parlare del Papa! Più grande, parlare del Papa nostro, Pio XII; ancor più grande, parlare del Papa e dell’Assunta! E più grande ancora, parlare del Papa, dell’Assunta e di Fatima: le tre cose più grandi che, non separate né lontane, ma unite insieme, i secoli abbiano visto, e che la storia della Chiesa abbia tramandato! Il vivere le cose, al di fuori della diretta impressione, le rende piccole; il guardarle nella storia, le ingigantisce nella luce dei secoli, ma in una statura anch’essa piccola, perché lontana. Solo il tornare a viverle da vicino, il meditarle e il tornare a meditarle, le pone nella vera grandezza. – Così è di questi tre temi: da una parte il Papa! Pilastro principale e pietra angolare dei disegni di Dio, sulla Chiesa; fonte inesauribile di vita e di sviluppo per la Chiesa. E dall’altra, i due aspetti, che ai nostri giorni ci hanno rappresentato Maria: Maria nell’Assunzione e Maria in Fatima. Ma fra i tre, Papa, Assunzione e Fatima, questa sta nel centro: Fatima, il nome più piccolo della geografia, tanto da essere stato sempre, fino a noi, trascurabile ed anche sconosciuto; ma ora scelto ed innalzato a fastigi mondiali da Colei che sempre « respexit humilitatem » .

Soltanto l'obbedienza a Lei può salvarci

Avanzano le 2 Bestie Apocalittiche: Mondo e Chiesa

Benjamin West  (1738-1820)

I due articoli quasi completi che ho deciso di pubblicare e che sono sostanzialmente affini nel loro contenuto, provengono l'uno dal sito americano "Fatima.org" e l'altro da Padre Alfonso Gálvez che ha espresso il suo acuto pensiero sul prestigioso portale spagnolo "adelantelafe.com".

In essi viene presentato un quadro reale del mondo d'oggi, sia sotto l'aspetto socio-politico quanto cultural-religioso della "Nuova Chiesa Modernista" che sta prendendo il posto di quella tradizionale.

I frutti sono devastanti in entrambi i lati e richiamano alla mente, senza ombra di dubbio, le due bestie apocalittiche descritte così bene da Giovanni per la fine dei tempi: una che sale dal mare, e l'altra dalla terra...

Arrieccoli

In Vaticano un'altra conferenza sul clima che promuoverà il controllo delle nascite 
Ci risiamo. Dal 2 al 4 novembre ci sarà un’altra conferenza internazionale “ambientalista” in Vaticano dove a farla da padroni saranno ancora una volta i più radicali sostenitori del controllo delle nascite, con la regia del solito monsignor Sorondo. Rovesciata in pochi anni la posizione della Santa Sede sui temi fondamentali discussi alle Nazioni Unite e che mettono in discussione la dignità dell'uomo. Le contraddizioni della Laudato Sì.

Ci risiamo. Dal 2 al 4 novembre ci sarà un’altra conferenza internazionale “ambientalista” in Vaticano dove a farla da padroni saranno ancora una volta i più radicali sostenitori del controllo delle nascite.

Inutile dire che gran maestro per questo genere di evento è monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, in qualità di cancelliere delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze sociali. Titolo della conferenza è “Health of People, health of planet and our responsibility – Climate Change, air pollution and health” (Salute delle persone, salute del pianeta e la nostra responsabilità – Cambiamenti climatici, inquinamento atmosferico e salute). È la prosecuzione ideale della conferenza già tenuta in febbraio su “come salvare l’ambiente naturale” e come allora anche per l’appuntamento di novembre l’approccio all’argomento è figlio dell’estremismo ecologista.


Andava male quando andava meglio..


Quando tutto andava bene…


Se non ci rendiamo conto una buona volta della realtà, non saremo neanche in grado di arrestare la parabola discendente. E se tale è la situazione, è dunque fallita la testimonianza che noi Sacerdoti e Religiosi dobbiamo rendere al nostro Cristo? La domanda è di quelle che fanno paura; ma sarebbe colpevole pusillanimità il non affrontarla in pieno con spirito di indagine serena, obiettiva e coraggiosa, se il caso lo richieda. Tanti fattori hanno certo contribuito a creare la presente situazione [Lutero, gli errori filosofici, le persecuzioni, i cambiamenti politici, economici e sociali]; ma anche ammesso tutto questo, se siamo arrivati ai punti accennati, come non riconoscere che anche in casa nostra ci deve essere qualche cosa che non funziona a dovere? Si sarebbe, comunque, arrivati ad una situazione così lacrimevole se da parte dei Sacerdoti e dei Religiosi si fosse resa al Cristo la testimonianza della loro santità?

Non è un testo scritto ai nostri giorni e nemmeno negli anni dell’immediato postconcilio. Il suo autore è un prete, canonizzato il 18 aprile 1999, che il venerabile Pio XII definì nel telegramma di condoglianze campione di evangelica carità. San Giovanni Calabria (1873-1954), senza che egli lo sapesse, alla vigilia della propria morte aveva offerto la vita per il Pontefice agonizzante, il quale, nel momento in cui il Santo moriva, ricuperò improvvisamente la salute, tanto da vivere poi ancora per quattro anni. La prima edizione del suo libro più noto, Ora decisiva. Apostolica vivendi forma, fu data alle stampe nel 1946, ma sembrano pagine scritte oggi. Non vi si deplorano le immense rovine materiali lasciate dall’ultima guerra mondiale, ma quelle morali e spirituali provocate dalla tiepidezza di clero e religiosi. Fin dalle prime righe ci si deve inevitabilmente rendere conto che i mali della Chiesa e della società non sono cominciati con il Concilio Vaticano II.


venerdì 4 agosto 2017

Senza suore, preti..e vescovi

SUORA BRUTTA E CATTIVA?
Brutta e cattiva la suora che non fa l’elemosina. Imperversa più che mai il buonismo idiota, è diventato la divisa obbligatoria del politically correct e segna l’ultimo stadio irreversibile dell’incretinimento dell’essere umano 
di Francesco Lamendola  




  
Imperversa più che mai il buonismo idiota, è diventato la divisa obbligatoria del politically correct e segna l’ultimo stadio, probabilmente irreversibile, dell’incretinimento dell’essere umano e della sua degradazione da persona, capace di sentimenti e di pensieri propri, a tubo digerente - per dirla con Maurizio Blondet -, capace solo di replicare e imitare i pensieri e i sentimenti altrui: quelli veicolati, diffusi e imposti dai grandi mezzi di (dis)informazione di massa.
Il buonismo, naturalmente, si sposa con il progressismo e con il modernismo: sono tre cose che vanno sempre di pari passo, specialmente nella neochiesa gnostico-massonica dei tempi di papa Bergoglio. Il buonismo, per essere dalla parte “della gente”, meglio ancora “dei poveri” (quelli politicamente e sindacalmente riconosciuti, protetti e garantiti: i cosiddetti migranti e i falsi profughi, per esempio, non i pensionati italiani che devono sopravvivere con trecento euro al mese); il progressismo, per essere dalla parte della modernità, o, quanto meno, per essere sempre in dialogo con essa, sincero e costruttivo, ci mancherebbe; il modernismo, per sostituire al vangelo dell’amore il vangelo del buonismo e della modernità, vale a dire un anti-vangelo il cui scopo è la totale sovversione, lo stravolgimento e il capovolgimento del vero Vangelo di Gesù Cristo, per sostituirlo con una contro-religione puramente umana, mirante all’autocelebrazione dell’uomo, dopo aver annacquato e dissolto tutte le religioni oggi esistenti, ma specialmente il cristianesimo, che, ad un tale obiettivo, fa problema più di tutte.

Dai cattoanestesisti ci salvi ddio


#Charlie: terrificante lettera di un medico cattolico ad Avvenire

La distinzione tra accanimento terapeutico ed eutanasia si delineerà quindi caso
per caso a partire dalla valutazione medica circa la prognosi e la proporzionalità 
delle cure rispetto alla qualità di vita (in questo contesto l’espressione non è 
strumento della «cultura dello scarto» [QUESTA AFFERMAZIONE E’ APODITTICA,
OSSIA NON DIMOSTRATA NDR]) realisticamente ottenibile

La lettera ad Avvenire del medico cattolico Mattia Baldini (QUI), che sta specializzandosi in rianimazione in Inghilterra, fa venire i brividi. Secondo lui, la ventilazione di Charlie era “accanimento terapeutico” (presumo che per lui lo sia anche quella del piccolo Alfie).
Notevole anche come Baldini utilizzi parole rasentanti il disprezzo per gli esperti italiani come il Card. Sgreccia, che hanno spiegato che per Charlie non era accanimento, ma eutanasia. Baldini dice che non si può generalizzare il caso di Charlie, invece la questione vera, che impedisce allo specializzando di comprendere la situazione, è prettamente di natura filosofica. 

Chi bussa in vaticano ci abita..?

La massoneria vuole abbattere la Chiesa Cattolica

Riporto alcuni brani tratti dall'Enciclica "Humanum genus", del Sommo Pontefice Leone XIII.

Il genere umano [...] si scisse in due campi diversi e nemici fra loro; di essi, uno combatte senza posa per il trionfo della verità e del bene, l’altro per tutto ciò che è contrario alla virtù e alla verità. Il primo è il regno di Dio sulla terra, cioè la vera Chiesa di Gesù Cristo, e coloro che vogliono aderire ad essa sinceramente, e in modo che giovi alla salvezza, devono servire con tutta la mente e con il massimo zelo Dio e l’Unigenito suo Figlio; l’altro è il regno di Satana, e sono sotto il suo superbo dominio coloro che, seguendo i funesti esempi del loro capo e dei progenitori, ricusano di ubbidire all’eterna e divina legge e cercano di ottenere i loro scopi senza curarsi di Dio e spesso contro Dio.

Quanti volti ha il gesuita?


PERO’, COME SONO CAMBIATI I GESUITI….


A San Giorgio in Salici (Verona)  i comboniani hanno celebrato la prima “messa di rito luterano”. Qui sotto la “liturgia”  eucaristica . vi si parla di Dio dai mille  volti …

U golpe et lione


La Chiesa post-sessuale (I parte)


Sappiamo tutti che gli attuali vertici cattolici sono uso stupire con dichiarazioni fuori dalle righe, apparentemente politicamente scorrette in quanto innovative rispetto a una tradizione di pensiero cattolico. Ciò riguarda una molteplicità di temi dai rapporti con l’islam, ai principi non negoziabili, alle questioni legate alla bioetica.
Ormai sui “pronunciamenti” dei leaders cattolici e sul vescovo di Roma sono state formulate le ipotesi più diverse riassumibili schematicamente nelle seguenti correnti di pensiero:

Via trucis


Chiese dell'Est, una spina nel fianco del papa                     

Pew

L'Europa orientale è una spina nel fianco del pontificato di Francesco e sono numerosi e vari gli elementi che lo provano.
Nel doppio sinodo sulla famiglia, i vescovi dell'Europa dell'Est sono stati tra i più risoluti difensori della tradizione, a cominciare dal relatore generale della prima sessione, il cardinale ungherese Péter Erdõ, autore tra l'altro di una clamorosa denuncia pubblica delle scorrettezze compiute dalla fazione riformista, quest'ultima palesemente appoggiata dal papa.
A sinodo concluso, di nuovo sono venute dall'Europa orientale le interpretazioni più restrittive del documento papale "Amoris laetitia". In particolare i vescovi della Polonia si sono espressi coralmente per una applicazione del documento in perfetta continuità con l'insegnamento secolare della Chiesa dalle origini a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.