Per un pugno di monete: la dottrina cattolica sull’elemosina
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Un’altra prova del vissuto dottrinalmente e pastoralmente vago, imbrogliato: l’amnesia, forse l’ignoranza, sul corretto esercizio, significato e valore dell’elemosina. Suscita scalpore la suora che, per strada, non versa un obolo al mendicante. Davvero? A me, francamente, ha indignato di più il racconto schietto di una monaca padovana. Uscita a piedi, una mattina, per recarsi non so dove, aveva la tasca dell’abito bianco pesante di monete. Vicino alla stazione ferroviaria ha incontrato una zingarella. Mossa a compassione, le ha dato un euro. Davanti alla basilica del Carmine stava seduta una signora sporca, vestita di stracci, con il piattino e la corona del Rosario in mano: altro euro. In piazza del Duomo passeggiava un africano che si lamentava: “Ho fame”. Terzo euro. In via Roma ne ha incrociati altri due. Giunta al Prato della Valle, è stata fermata da una giovane coppia dell’Est con un bimbetto nato da poco. “Suora! Suora! Aiuto! Lavoro!”. E dove andava a trovargliela a quelli, lei, un’occupazione? Tre euro per non averli più intorno. Poi, verso Santa Giustina, un barbone in bicicletta. In via Belludi altri due rom e una zingara. In piazza del Santo… A mezzogiorno, povera sorella, nel suo modesto portafogli c’erano quasi venti euro in meno. Nel suo cuore, sotto il crocifisso metallico appeso al collo, la triste consapevolezza di non aver risolto alcun problema, né di povertà né di sopravvivenza.
Un’altra prova del vissuto dottrinalmente e pastoralmente vago, imbrogliato: l’amnesia, forse l’ignoranza, sul corretto esercizio, significato e valore dell’elemosina. Suscita scalpore la suora che, per strada, non versa un obolo al mendicante. Davvero? A me, francamente, ha indignato di più il racconto schietto di una monaca padovana. Uscita a piedi, una mattina, per recarsi non so dove, aveva la tasca dell’abito bianco pesante di monete. Vicino alla stazione ferroviaria ha incontrato una zingarella. Mossa a compassione, le ha dato un euro. Davanti alla basilica del Carmine stava seduta una signora sporca, vestita di stracci, con il piattino e la corona del Rosario in mano: altro euro. In piazza del Duomo passeggiava un africano che si lamentava: “Ho fame”. Terzo euro. In via Roma ne ha incrociati altri due. Giunta al Prato della Valle, è stata fermata da una giovane coppia dell’Est con un bimbetto nato da poco. “Suora! Suora! Aiuto! Lavoro!”. E dove andava a trovargliela a quelli, lei, un’occupazione? Tre euro per non averli più intorno. Poi, verso Santa Giustina, un barbone in bicicletta. In via Belludi altri due rom e una zingara. In piazza del Santo… A mezzogiorno, povera sorella, nel suo modesto portafogli c’erano quasi venti euro in meno. Nel suo cuore, sotto il crocifisso metallico appeso al collo, la triste consapevolezza di non aver risolto alcun problema, né di povertà né di sopravvivenza.