ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 8 agosto 2017

Dieci strade per cinque dubia?


Le dieci strade del cardinale Burke per superare la confusione e le divisioni nella Chiesa


Parlando al "Church Teaches Forum", un incontro che si è tenuto a Louisville (Kentucky) lo scorso 22 luglio, il cardinale patrono del Sovrano Ordine Militare di Malta, SER Raymond Leo Burke ha cercato di spiegare l'essenza della profonda crisi spirituale che Affronta la Chiesa e il mondo e ha offerto in particolare 10 suggerimenti pastorali per incoraggiare i fedeli ad affrontare le confusioni e le divisioni all'interno della Chiesa.

La loro fortuna

Per fortuna che i cristiani sono pigri e formalisti

Se fossimo invece fervorosi, attivi, attenti alla sostanza del messaggio cristiano, certi preti dovrebbero cominciare a preoccuparsi

Papa Francesco (foto LaPresse)
I preti che nelle prediche sempre ci accusano di essere cristiani abitudinari, pigri, formalisti, ringrazino il fatto che noi cattolici praticanti siamo davvero abitudinari, pigri e formalisti. Se non fossimo così, se fossimo invece fervorosi, attivi, attenti alla sostanza del messaggio cristiano, dovrebbero cominciare a preoccuparsi. Domenica scorsa nel santuario mariano della Steccata, a Parma, il celebrante, un prete di passaggio siccome di stanza in Brasile, dopo averci informato che nel paese sudamericano ci sono milioni di disoccupati per colpa dei ricchi al governo, ha detto che laggiù Papa Francesco risulta simpatico a tutti, sia ai cattolici sia ai protestanti sia agli spiritisti (ripeto: agli spiritisti), e che questo è buono perché la salvezza non si trova soltanto nella Chiesa, anzi, si può benissimo trovare nel protestantesimo e nello spiritismo (ripeto: nello spiritismo). 

Una valenza profetica


ATTUALITA' DI MONS. LEFEBVRE

La straordinaria attualità di un’omelia di oltre quarant’anni fa. La storica S. Messa celebrata a Lille il 29 Agosto 1976. Chissà cosa direbbe oggi Mons. Marcel Lefebvre di fronte ai Bergoglio e ai Galantino che impazzano a più non posso !  



Omelia di S. Ecc. Mons. Marcel Lefebvre, fondatore della Fraternità San Pio X, nella S. Messa celebrata a Lille, in Francia, il 29 agosto 1976

Pubblichiamo l’omelia pronunciata da Monsignore nel corso della storica S. Messa celebrata a Lille, in Francia, alla presenza di seimila fedeli. Questa omelia, con i suoi quarant’anni, oltre al valore simbolico e storico che riveste, mantiene una straordinaria attualità, se non addirittura una valenza profetica, poiché, nonostante il diffuso riduzionismo imperante negli attuali ambienti tradizionali preoccupati di collocare “temporalmente” le parole di Mons. Lefebvre, essa presenta uno spaccato della situazione di allora nella Chiesa che riesce a descrivere la situazione di ora, seppure lo faccia, senza volerlo, in maniera parziale, visto che la situazione di oggi è di gran lunga più grave di quella di allora. Chissà cosa direbbe oggi Mons. Lefebvre di fronte ai Bergoglio e ai Galantino che impazzano a più non posso!


Pubblicata sul sito francese della Fraternità San Pio X: La Porte Latine
Adveniat regnum tuum, venga il tuo regno!

“Gruess Gott”?

Chiuso un quarto delle parrocchie. Il seminarista a Monaco
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Oberammergau, Bavaria

Roma
. “E’ tutta l’Europa che vive ormai un processo di decristianizzazione forzata, che va ben oltre la semplice secolarizzazione”, aveva detto a Matteo Matzuzzi del Foglio il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione della dottrina della Fede, nominato da Benedetto XVI, e “dimissionato” da Papa Francesco lo scorso 30 giugno. Non c’era bisogno di volgere lo sguardo su tutta l’Europa. Müller ha nella sua Germania un laboratorio privilegiato di quella scristianizzazione. Anzi, di quella che Jan Fleischhauer, firma del settimanale Spiegel, a metà giugno ha definito “selbstsäkularisierung”, ovvero autosecolarizzazione.


Il buonismo è anche un’industria

Immigrati e Ong, le bugie dell'accoglienza indiscriminata



L'ennesimo intervento Cei che difende a spada tratta le attività delle Ong nel Mediterraneo, si appoggia su una confusione di concetti e su dati errati riguardo il fenomeno dell'immigrazione. Ma soprattutto non ci comprende come si concilia la condanna del traffico di esseri umani con atteggiamenti che aiutano oggettivamente i criminali che gestiscono il traffico di migranti. 

Le Organizzazioni non governative (Ong) che operano nel Mediterraneo «non solo vanno difese, vanno anche lodate» perché oggi la prima priorità è salvare vite nel Mediterraneo e loro lo fanno. È poi «sbagliato mettere in relazione le Ong all’azione degli scafisti». Questa è la posizione espressa in una intervista pubblicata ieri da Repubblica (clicca qui) da monsignor Giancarlo Perego, arcivescovo di Ferrara ed ex direttore della Fondazione Migrantes (Cei). Il quale Perego ritiene anche giusta la ribellione delle Ong alla presenza di militari a bordo delle loro navi richiesta dal governo italiano.

Doveri di resistenza all'«eresia al potere».

Quando nella Chiesa l'eresia dilaga
ogni cattolico ha il dovere della resistenza



Di fronte alla confusione e al disorientamento provocati nei cattolici dal moltiplicarsi di interventi di pastori che svuotano di senso la fede che la Chiesa ha professato per venti secoli, cresce la domanda sul compito di quanti vogliono mantenersi fedeli alla Tradizione. Per questo ospitiamo volentieri la lettera inviataci da monsignor Antonio Livi, che indica una strada e un compito per i cattolici e avvia un dibattito..

lunedì 7 agosto 2017

“Per amore di Dio”

Per un pugno di monete: la dottrina cattolica sull’elemosina 

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Un’altra prova del vissuto dottrinalmente e pastoralmente vago, imbrogliato: l’amnesia, forse l’ignoranza, sul corretto esercizio, significato e valore dell’elemosina. Suscita scalpore la suora che, per strada, non versa un obolo al mendicante. Davvero? A me, francamente, ha indignato di più il racconto schietto di una monaca padovana. Uscita a piedi, una mattina, per recarsi non so dove, aveva la tasca dell’abito bianco pesante di monete. Vicino alla stazione ferroviaria ha incontrato una zingarella. Mossa a compassione, le ha dato un euro. Davanti alla basilica del Carmine stava seduta una signora sporca, vestita di stracci, con il piattino e la corona del Rosario in mano: altro euro. In piazza del Duomo passeggiava un africano che si lamentava: “Ho fame”. Terzo euro. In via Roma ne ha incrociati altri due. Giunta al Prato della Valle, è stata fermata da una giovane coppia dell’Est con un bimbetto nato da poco. “Suora! Suora! Aiuto! Lavoro!”. E dove andava a trovargliela a quelli, lei, un’occupazione? Tre euro per non averli più intorno. Poi, verso Santa Giustina, un barbone in bicicletta. In via Belludi altri due rom e una zingara. In piazza del Santo… A mezzogiorno, povera sorella, nel suo modesto portafogli c’erano quasi venti euro in meno. Nel suo cuore, sotto il crocifisso metallico appeso al collo, la triste consapevolezza di non aver risolto alcun problema, né di povertà né di sopravvivenza.


Aetas accà

LE PREDICHE DELLA CEI

Monsignor Nunzio Galantino e nostri migranti: la Cei predica accoglienza (ma la fa a spese dello Stato). Oltre 23mila migranti ospitati dalla Chiesa ma solo 4 mila sono pagati con fondi ecclesiastici. Il 79% lo paga il governo 
di Giuseppe De Lorenzo  



Oltre 23mila migranti ospitati dalla Chiesa. Ma solo 4mila sono pagati con fondi ecclesiastici. Il 79% lo paga il governo



 Il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, lo ha detto in tutte le salse: bisogna accogliere i migranti. Posizione legittima, per carità. Ma a spese di chi? Già, perché a conti fatti lo slancio caritatevole della Chiesa non lo sostengono le casse del Vaticano.
Ma gli italiani.
A documentarlo sono i dati dell’ultimo rapporto della Caritas sulla "Protezione internazionale in Italia": a giugno 2016, il 17% degli stranieri accolti nel Belpaese erano presi in carico dalla Cei. Mica male. Anche perché di questi 23.201 immigrati che risultano nelle strutture religiose, solo 4.929 mangiano grazie a fondi ecclesiastici o donazioni. I restanti 18.272 (il 79%) la Chiesa li accoglie sì, ma usando i soldi dello Stato.

Eorum aetas

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Crisi della Chiesa: l'art. 1 della Dichiar. Conc. Nostra Aetate sulle religioni non-cristiane


Crisi della Chiesa:  Commento all’art. 1 della Dichiar. Conc. Nostra Aetate , sulle religioni non-cristiane

Sommario: 1. La considerazione ora “più attenta” delle religioni non-cristiane: una nozione ambigua.  2. La supposta “unificazione del genere umano”, artificiosa giustificazione della nuova considerazione per le religioni non-cristiane.  3. Un nuovo “dovere” della Chiesa:  promuovere l’unità tra i popoli ed “esaminare” ciò che essi hanno in comune e li spinge a “vivere insieme il loro comune destino”.  4. Il genere umano inteso arbitrariamente come “una sola comunità”, gratificato di un’unità vista nella prospettiva di una salvezza che non distingue più tra Eletti e Reprobi.  5. Non chiara la posizione del Cattolicesimo rispetto alle “varie religioni”. 


L’art. 1 di questa Dichiarazione, etichettato Introduzione, sembra riproporre l’insegnamento tradizionale della Chiesa, consistente nella conversione dei popoli e quindi del genere umano a Cristo, nell’opera missionaria per la salvezza delle anime.  Ma lo ripropone, sin dal primo capoverso, con una sfumatura nuova, che, ad un’attenta analisi, appare ambigua e gravida di possibili errori dottrinali.

I parenti sono come gli stivali


God Save the Queen


Una scelta tragicomica nella riforma liturgica ambrosiana


Ho letto con molto gusto in questi giorni di calura estiva tante “cose”, ma un paio di articoli mi si sono appiccicati addosso come i vestiti al corpo sudato per l’afa. Il primo è di Samuele Pinna, apparso proprio su questo sito il 24 luglio ( Ci salverà una reale spiritualità cattolica! L’Isola di San Giulio, madre Cànopi e le domande ineludibili ), dove ho potuto riprendere, mediante un ampio respiro, la bellezza e la necessità della spiritualità cristiana o, meglio – come afferma l’autore –, cattolica. Poi ho letto con gusto anche un pezzo di Aldo Maria Valli del 7 luglio (www.aldomariavalli.it).

In quelle righe si trattava del “caso” del “cattolico errante” costretto a spostarsi di chiesa in chiesa fino a trovarne una in cui la liturgia possa dirsi “decente” e, divenendo ormai stanziale per la partecipazione del rito (benché distante da casa), proporre ad altri la sua “scoperta”. Verso la fine si legge che «il cattolico errante ha tutto il diritto di mettersi alla ricerca di liturgie pulite, sobrie, essenziali, belle, efficaci». Come non essere d’accordo? Tuttavia, in questi giorni, mi ronzava intorno un pensiero fastidioso come le zanzare che non danno pace nelle caldi notti estive, nonostante fornellini e zampironi. Siccome è un pensiero “vero” e “verificato” ho dovuto indagare anche sulla sua bontà. Se, infatti, il battezzato “laico” (come si dice con orrido termine) può girovagare alla ricerca di luoghi di culto atti a permettere celebrazioni liturgiche se non ineccepibili almeno “sopportabili”, per alcuni sventurati preti questa possibilità è esclusa. Certo la famiglia del presbitero diocesano sono i propri parrocchiani, ma si sa, a volte, i parenti sono come gli stivali: più sono stretti e più ti fanno male… E magari c’è qualche povero sacerdote che non può celebrare bene a motivo non solo della scarsità d’aiuto nel fare un rito decoroso o perché il suo parroco (se non è parroco) è attento a tutto tranne che a “quello” (benché decida anche su “quello”), ma proprio a causa del rito stesso.

Una pietra scartata nella costruzione della Chiesa?


IL PERFIDO "ERRORE"
L’errore si diffonde con la perfidia. La commemorazione congiunta cattolica e protestante della sciagurata Riforma di Lutero. In questa babele di confusione dottrinale chi parla chiaro passa per reazionario oscurantista 
di Francesco Lamendola  






 Una volta si chiamava Apostolato della Preghiera e fu lo strumento con cui i gesuiti diffusero fra i cattolici la devozione al Sacro Cuore di Gesù. Poi questa creatura è venuta loro a noia e hanno fatto del loro meglio per depotenziarla, minimizzarla, emarginarla. Hanno cominciato col cambiarle il nome: Rete Mondiale di Preghiera del Papa. È  perché proprio del Papa? Per sfruttare la popolarità mediatica di questo papa, Francesco: così la gente pensa subito a lui e non a cose del passato come il Sacro Cuore di Gesù, devozioni per vecchie zitelle ammuffite. Inoltre l’aggettivo “mondiale” fa subito pensare all’ecumenismo, al dialogo inter-religioso e a padre Sosa Abascal, il generale dei gesuiti, che si fa buddista fra i buddisti, e così via. Inoltre, come segnalato recentemente dal blog Chiesa e post concilio, ormai non si parla quasi più di consacrazione al Sacro Cuore, per la buona ragione che gli stessi responsabili del movimento invitano i suoi aderenti a servirsi di un altro linguaggio e, possibilmente, ad entrare in un altro “spirito”: più moderno, evidentemente, più aperto, più dialogante e bla, bla, bla. E ciò nonostante l’esplicita richiesta fatta da Gesù a santa Margherita Maria Alacoque.

Calunnia..calunnia..qualcosa resterà?

LE OSTINATE CALUNNIE DEL GENERALE
Foto: Arhivski snimak
Siamo veramente spiacenti di dover nuovamente inserire nel titolo di un'altra dichiarazione la parola “calunnia” e davvero ce ne scusiamo con gli stimati lettori. Ma come altrimenti potremmo definire questo ripetuto attacco nefando contro i Vescovi di Mostar, il precedente vescovo Pavao Žanić e l'attuale vescovo Ratko Perić? Ma, dopo la nostra - non solo secondo noi, ma secondo molti che hanno letto le nostre risposte – argomentata confutazione di tutte le calunniose menzogne, i protagonisti e i loro creatori non cedono. In questi giorni, senza i famosi 4,99 dollari, attraverso i social media e alcuni siti web locali e "nazionali", è stata offerta al pubblico un'altra insinuazione diffamatoria che calunnia i Pastori della Chiesa di Mostar. A differenza del primo "film", di cui gli autori sono un certo Drozd e un certo Bezael,  dietro ai quali c’è la casa di produzioni Nazareth, in quest’ultimo video appaiono solo il protagonista del film "Da Fatima a Medjugorje", il generale Maksimov, e un "giornalista" senza nome. Senza nemmeno un documento di prova, in una mezz'ora di conversazione, si ripropone tutto il fango del precedente "film". E senza la firma degli autori e delle menti, è evidente "da dove soffia il vento" e qual è l’obiettivo: mancando gli argomenti per contestare lo Spirito da cui i Pastori spirituali di Mostar sono stati guidati nella difesa della verità di Dio, della dignità della Madonna e dell'onore della Chiesa, i protagonisti ricorrono ad un malefico attacco  ad hominem che non ha alcun legame con la verità e la giustizia.

Ognuno ha i suoi Mosé..

I vescovi assolvono padre Zerai, ma dimenticano i favori agli scafisti

"Avvenire" blinda il prete eritreo coinvolto nelle chat segrete delle Ong. Eppure avrebbe fornito le coordinate dei barconi ai soccorritori

Guai a toccare le icone «buoniste» dell'immigrazione ad oltranza, che non fanno distinzioni fra veri profughi e clandestini.

Padre Mussie Zerai viene difeso a spada tratta dal quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, a tal punto che lo chiama don Mosè per avere aperto le porte del Mediterraneo ad un flusso di migranti giudicato insostenibile da gran parte degli italiani e dallo stesso governo.

Mira el dito!

Chiesa povera, tasche gonfie: anche la Cei finanzia la Scuola di Bologna (che fa finta di non saperlo)

Non solo Miur e Emilia Romagna. A sostenere le catto-progressista Scuola di Bologna c'è anche la Cei, che ha erogato nel 2016 35mila euro per uno studio sulle Chiese non in comunione con Roma. Soldi dell'8 per mille giustificati con il Progetto culturale, che, nonostante fosse già chiuso nel 2015, Melloni & co hanno sempre disprezzato sotto Ruini. Infatti di questo finanziamento non fanno cenno nelle richieste. Perché? Il sospetto di una gestione opaca e di una mancanza di trasparenza da parte dei ricchi cantori della Chiesa povera. La nostra inchiesta.

domenica 6 agosto 2017

Semper longa adhuc restat via


IL PAPA DELL’ASSUNZIONE DI FATIMA (2)

[Card. F. Tedeschini, da: Attualità di Fatima, Città della pieve, 1954 –impr.-] 
IL PAPA DEL SANTO ROSARIO
Nell’illustrare le mirabili e, a prima vista, non immaginabili, incredibili coincidenze tra il Papa e Fatima, longa adhuc restat via; e quando uno creda di averla percorsa, sempre longa adhuc restat via; onde correre è d’uopo, e contentarsi di prelibare, e di scegliere fior da fiore. Coincidenza sesta. Quale è la sesta? Dicemmo, raccolta dalle labbra Mariane, la necessità d ella preghiera; l’urgenza della penitenza; l’invito ai peccatori: convertitevi! e quello che or ora abbiamo visto come contenuto dell’Anno Ma due cose altresì, vogliamo raccogliere  dagli accenti Mariani: le più belle e le più salutari. L’una, conosciuta da sette secoli e rimasta nella pia costumanza cristiana alla guisa di un  sacramentale; l’altra, non nuova essa pure, ma di tarda cognizione; e per i1 costante ed universale ed imperdonabile oblìo in cui era caduta, quasi sconosciuta, e certamente negletta!
Il Rosario, la prima cosa; il Cuore Immacolato di Maria, la seconda. Con l’una un ricordo volle ridestarci Maria, quasi ad immemori e non adeguati estimatori. Il Rosario è qua e là praticato, ma non sempre come preghiera familiare; e meno ancora quotidiana, essendo questa una caratteristica di ben poche, e sempre più poche famiglie. – Col ricordo, uno sprone; e con lo sprone, un velato, tenero, materno rimprovero. Con l’altra, Maria ci dà un annunzio: ci porta, da parte del Figlio, un messaggio, e sempre da parte del Figlio, ci svela, sì, un segreto, e  ci trasmette un desiderio. Desiderio di un Dio, manifestatoci dalla sua Madre; qual comando maggiore?

“I nemici della Chiesa sono nostri amici!”

Uno dei casi più forti di possessione della storia - Annalise durante gli esorcismi si arrampicava sui muri


La possessione diabolica e di conseguenza il sacramento dell’esorcismo sono argomenti che trovano posizioni opposte all’interno della Chiesa. Il caso emblematico del conflitto vissuto all’interno degli ambienti della Chiesa è rappresentato dall’esorcismo di Anneliese Michel, una ragazza tedesca morta a 24 anni tra atroci sofferenze.

E per causa loro, la verità sarà degradata


VERRANNO DEI FALSI MAESTRI

«Anche tra voi ci saranno dei falsi maestri». Oggi stiamo vivendo in una società neopagana, in cui ritornano puntualmente i vizi e i peccati descritti dalla Bibbia: i disordini sessuali, l’abbandono di Dio da parte degli uomini 
di Francesco Lamendola  



 

 Verranno dei falsi maestri; molti li seguiranno e, per causa loro, la verità sarà degradata. È un passo, abbastanza noto, del Nuovo Testamento; sono parole tradizionalmente attribuite al primo degli Apostoli di Gesù, al primo capo della Chiesa. Le abbiamo sentite, le abbiamo lette, ma ce ne sfugge il significato. Abbiamo la tendenza a pensare che quanto è scritto in quei libri non riguarda noi e il nostro presente; che le profezie non si riferiscono al nostro tempo, ma ad un tempo imprecisato, forse passato, forse futuro; comunque, non il nostro. Questo accade perché la nostra fede si è indebolita, si è razionalizzata; il veleno della modernità ci è entrato nel sangue, e siamo incapaci di calare nel nostro presente, nella nostra situazione, nella nostra vita, quel che dice la Bibbia. Pensiamo che quelle cose si debbano riferire sempre a qualcun altro; oppure che abbiano un senso generico, buono un po’ per tutti e, in fondo, per nessuno. Noi uomini moderni abbiamo smarrito la  certezza che Dio ci parla per mezzo di quegli autori: a noi, proprio a noi, a ciascuno di noi, in ogni epoca della storia, e che continuerà a farlo sino alla fine del mondo. Un poco alla volta, abbiamo preso a credere in altre parole, in altri messaggi: quelli del mondo, che giustificano ogni sorta di abusi morali e di sconcezze. Ci fidiamo di più degli economisti, degli scienziati, dei tecnici: calcoliamo le probabilità, soppesiamo i pro e i contro, pervasi da un robusto scetticismo da persone pratiche, che sanno vivere coi piedi ben piantati a terra.

Quali disastri ci vorranno ancora?

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Quando gli uomini moderni da Dio si sono allontanati,
La Madonna ha cercato di aiutarli, ma essi si sono rifiutati.


Consacrazione di Fatima - I
Quando lo scorso maggio quattro vescovi a Vienna, Virginia, negli Stati Uniti, hanno fatto quello che potevano per consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria, essi hanno usato una formula per la Consacrazione mai usata prima, che era un po’ diversa dalle formule conosciute. Essa comprendeva una breve storia della richiesta della Madonna per la Consacrazione, la quale indicava anche come i capi della Chiesa abbiano mancato, e continuino a mancare, nel rispondere adeguatamente alla semplice soluzione celeste dei problemi senza precedenti della Chiesa e del mondo di oggi. Lo scopo di tale formula era quello di aiutare tutti a rendersi conto che questi problemi altrimenti insolubili sono causati non da Dio Onnipotente, ma dalla mancanza di fede dei Suoi uomini di chiesa. Costoro devono fare quello che la Madonna ha chiesto loro, nonostante qualunque cosa il Vaticano II li induca a volere. Quali disastri ci vorranno ancora perché essi facciano finalmente ciò che vuole la Madonna per salvare tutti noi?

Fra illusioni e frustrazioni

Dall’illusione alla frustrazione
Per non pensare che Mons. Fellay abbia cattive intenzioni, diremo semplicemente che sembra un uomo in preda alle emozioni, alle impressioni, in definitiva alle illusioni. Basta vedere cosa ebbe a dire solo quattro mesi fa: nella predica in Polonia del 3 marzo 2017:
«E c’è anche qualcosa di molto interessante. Da, possiamo dire, due anni e qualcosa, c’è un cambio molto importante, non dovunque, ma nella Congregazione della fede. Questa Congregazione della fede con la quale parliamo. E ora ci dicono “Non siete obbligati ad accettare la libertà religiosa, l’ecumenismo, la nuova Messa; potete mantenere la vostra posizione, perché questi punti del Concilio non sono così importanti per cui chi li rifiuta non sarebbe cattolico. Si può non essere d’accordo col Concilio e rimanere cattolici”. Questo è molto importante, fino ad ora si è sempre detto “dovete accettare tutto”. E negli ultimi anni, nelle discussioni che abbiamo avuto con i Vescovi inviati da Roma, ci è stato detto “queste questioni, sono questioni aperte”.


«C’è da chiedersi: perché sono cambiati? Do la mia opinione: mi sembra che la ragione di questo cambiamento di attitudine derivi dalla gravità della situazione attuale della Chiesa. C’è un contrasto. Allora ci trattano meglio perché la Chiesa va male. Vedono brutte cose nella Chiesa. E sono costretti a riconoscere ciò che noi facciamo e che a loro non piace, ma che non è allo stesso livello delle altre cose e che ciò che noi difendiamo è cattolico.


«Per esempio: l’ultima volta che ho incontrato il cardinale Müller, che è il Prefetto della Commissione per la fede, mi ha detto: “noi – della commissione della fede – speriamo che voi entriate nella Chiesa – noi siamo già nella Chiesa – lo speriamo perché ci aiutiate a combattere i modernisti”. Sono molto turbati da tutte le eresie che accadono oggi e ci guardano come un aiuto per combattere queste eresie.»

Splende il sol dell'avvenire!

L’ Avvenire non è roseo



Tutti i giornali hanno parlato, in questi giorni, del fatto che un milione di italiani ha tolto la sua fiducia alla CEI, negli ultimi anni, negandole l’8 per 1000. Non si tratta solo di soldi in meno, ma soprattutto di fiducia in meno. Nessuno o quasi ha messo in luce un altro fatto: anche il quotodiano della Cei, Avvenirevede calare il suo consenso
in edicola (dove è possibile certificare il vero numero delle vendite).
Nel novembre 2016 si piazza infatti come penultimo quotidiano nazionale, e perde circa 3400 lettori, rispetto al novembre 2015.

sabato 5 agosto 2017

A bocca aperta

Un’antica sapienza


Dopo aver pubblicato l’edizione italiana delle Costituzioni dei Barnabiti del 1579 (Barnabiti Studi, n. 31/2014), sono ora alle prese con la traduzione delle Regulae officiorum, vale a dire le norme pratiche che regolavano la vita di ogni giorno di una comunità dei Chierici Regolari di San Paolo. Anch’esse si sono andate formando fra Cinque- e Seicento, per essere poi riviste e adattate piú volte nei secoli successivi (la loro ultima edizione risale al 1950).

Se il lavoro sulle Costituzioni era risultato estremamente interessante, perché mi aveva dischiuso le ricchezze di quello che era stato il codice fondamentale dei Barnabiti per quattrocento anni (1579-1976), il lavoro sulle Regulae officiorum si annuncia ancora piú appassionante, giacché, oltre a ritrovarvi lo spirito della Congregazione, ci si trova di fronte alla vita concreta di ogni giorno, con i suoi risvolti positivi e negativi e con precise indicazioni su come comportarsi.

Io rimango a bocca aperta dinanzi a tanta saggezza, che non è certamente improvvisata, ma il risultato di una lunga e sofferta esperienza. Ed è proprio questo che colpisce di piú: i nostri maggiori non avevano la pretesa di “inventare” la propria vita ogni giorno, come siamo portati — e spesso invitati anche dall’alto — a fare noi oggi; essi facevano tesoro degli ammaestramenti di una tradizione precedente (il magistero dei Padri del deserto), ad essi aggiungevano la loro esperienza vissuta e tutto ciò trasformavano in preziose direttive per sé e per i propri successori.


Le tre cose più grandi che la storia della Chiesa abbia tramandato!


IL PAPA DELL’ASSUNZIONE DI FATIMA (1)       


[Card. Tedeschini, da: Attualità di Fatima, Città della pieve, 1954 –impr.-]
Gran cosa parlare del Papa! Più grande, parlare del Papa nostro, Pio XII; ancor più grande, parlare del Papa e dell’Assunta! E più grande ancora, parlare del Papa, dell’Assunta e di Fatima: le tre cose più grandi che, non separate né lontane, ma unite insieme, i secoli abbiano visto, e che la storia della Chiesa abbia tramandato! Il vivere le cose, al di fuori della diretta impressione, le rende piccole; il guardarle nella storia, le ingigantisce nella luce dei secoli, ma in una statura anch’essa piccola, perché lontana. Solo il tornare a viverle da vicino, il meditarle e il tornare a meditarle, le pone nella vera grandezza. – Così è di questi tre temi: da una parte il Papa! Pilastro principale e pietra angolare dei disegni di Dio, sulla Chiesa; fonte inesauribile di vita e di sviluppo per la Chiesa. E dall’altra, i due aspetti, che ai nostri giorni ci hanno rappresentato Maria: Maria nell’Assunzione e Maria in Fatima. Ma fra i tre, Papa, Assunzione e Fatima, questa sta nel centro: Fatima, il nome più piccolo della geografia, tanto da essere stato sempre, fino a noi, trascurabile ed anche sconosciuto; ma ora scelto ed innalzato a fastigi mondiali da Colei che sempre « respexit humilitatem » .

Soltanto l'obbedienza a Lei può salvarci

Avanzano le 2 Bestie Apocalittiche: Mondo e Chiesa

Benjamin West  (1738-1820)

I due articoli quasi completi che ho deciso di pubblicare e che sono sostanzialmente affini nel loro contenuto, provengono l'uno dal sito americano "Fatima.org" e l'altro da Padre Alfonso Gálvez che ha espresso il suo acuto pensiero sul prestigioso portale spagnolo "adelantelafe.com".

In essi viene presentato un quadro reale del mondo d'oggi, sia sotto l'aspetto socio-politico quanto cultural-religioso della "Nuova Chiesa Modernista" che sta prendendo il posto di quella tradizionale.

I frutti sono devastanti in entrambi i lati e richiamano alla mente, senza ombra di dubbio, le due bestie apocalittiche descritte così bene da Giovanni per la fine dei tempi: una che sale dal mare, e l'altra dalla terra...

Arrieccoli

In Vaticano un'altra conferenza sul clima che promuoverà il controllo delle nascite 
Ci risiamo. Dal 2 al 4 novembre ci sarà un’altra conferenza internazionale “ambientalista” in Vaticano dove a farla da padroni saranno ancora una volta i più radicali sostenitori del controllo delle nascite, con la regia del solito monsignor Sorondo. Rovesciata in pochi anni la posizione della Santa Sede sui temi fondamentali discussi alle Nazioni Unite e che mettono in discussione la dignità dell'uomo. Le contraddizioni della Laudato Sì.

Ci risiamo. Dal 2 al 4 novembre ci sarà un’altra conferenza internazionale “ambientalista” in Vaticano dove a farla da padroni saranno ancora una volta i più radicali sostenitori del controllo delle nascite.

Inutile dire che gran maestro per questo genere di evento è monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, in qualità di cancelliere delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze sociali. Titolo della conferenza è “Health of People, health of planet and our responsibility – Climate Change, air pollution and health” (Salute delle persone, salute del pianeta e la nostra responsabilità – Cambiamenti climatici, inquinamento atmosferico e salute). È la prosecuzione ideale della conferenza già tenuta in febbraio su “come salvare l’ambiente naturale” e come allora anche per l’appuntamento di novembre l’approccio all’argomento è figlio dell’estremismo ecologista.


Andava male quando andava meglio..


Quando tutto andava bene…


Se non ci rendiamo conto una buona volta della realtà, non saremo neanche in grado di arrestare la parabola discendente. E se tale è la situazione, è dunque fallita la testimonianza che noi Sacerdoti e Religiosi dobbiamo rendere al nostro Cristo? La domanda è di quelle che fanno paura; ma sarebbe colpevole pusillanimità il non affrontarla in pieno con spirito di indagine serena, obiettiva e coraggiosa, se il caso lo richieda. Tanti fattori hanno certo contribuito a creare la presente situazione [Lutero, gli errori filosofici, le persecuzioni, i cambiamenti politici, economici e sociali]; ma anche ammesso tutto questo, se siamo arrivati ai punti accennati, come non riconoscere che anche in casa nostra ci deve essere qualche cosa che non funziona a dovere? Si sarebbe, comunque, arrivati ad una situazione così lacrimevole se da parte dei Sacerdoti e dei Religiosi si fosse resa al Cristo la testimonianza della loro santità?

Non è un testo scritto ai nostri giorni e nemmeno negli anni dell’immediato postconcilio. Il suo autore è un prete, canonizzato il 18 aprile 1999, che il venerabile Pio XII definì nel telegramma di condoglianze campione di evangelica carità. San Giovanni Calabria (1873-1954), senza che egli lo sapesse, alla vigilia della propria morte aveva offerto la vita per il Pontefice agonizzante, il quale, nel momento in cui il Santo moriva, ricuperò improvvisamente la salute, tanto da vivere poi ancora per quattro anni. La prima edizione del suo libro più noto, Ora decisiva. Apostolica vivendi forma, fu data alle stampe nel 1946, ma sembrano pagine scritte oggi. Non vi si deplorano le immense rovine materiali lasciate dall’ultima guerra mondiale, ma quelle morali e spirituali provocate dalla tiepidezza di clero e religiosi. Fin dalle prime righe ci si deve inevitabilmente rendere conto che i mali della Chiesa e della società non sono cominciati con il Concilio Vaticano II.