Perché è eretico il documento
contro il Papa
Da che mondo è mondo, il Magistero vigente di un Papa ha ricevuto critiche e ha generato malumori: questa affermazione perentoria trova, senza dubbio, conferme continue in tutta la storia della Chiesa. Non a caso gli interventi di autorità sono sempre molto rari e hanno comunque una ragione delicata e profonda. I primi Concili ecumenici ne sono un esempio lampante. Al fine di avere una dottrina unica e valida, e di evitare divisioni in materia di fede, la Chiesa chiarì i punti teologici controversi stabilendo l’ortodossia cui è necessario attenersi per rimanere in comunione con gli altri cristiani sotto l’unica e assoluta autorità del Romano Pontefice.
Nel XII secolo, ad esempio, quando Papa Gregorio VII portò avanti quella salutare trasformazione dei rapporti politici tra Chiesa e potere, al secolo definita “riforma gregoriana”, vi furono opposizioni durissime con atti di disobbedienza che culminarono anche in precise scelte scismatiche.
Oggi ci troviamo in una fase estremamente complessa e controversa del cattolicesimo. Per la prima volta dopo il Concilio Vaticano II il Magistero di un Papa sta incontrano un’opposizione conservatrice molto dura, il cui esito ad oggi ha assunto la forma di un documento pubblico, denominato Correctio filialis de haeresibus propagatis, firmato da 62 fedeli.