ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 11 ottobre 2017

Non solo date..

Nostra Signora tra le Rivoluzioni: Fatima ci salva
                                                       13 ottobre 1917: il miracolo del sole

Tantissimo si può scrivere su Fatima, beninteso restando nei limiti delle apparizioni o rivelazioni «permesse come da credere piamente con fede solo umana, secondo la tradizione che veicolano, confermata da idonee testimonianze e documenti» (Congregazione dei Riti 12.5.1877). Va da sé che il sottoscritto “ci crede” e scrive per quelli che “ci credono”.
La ricorrenza quest’anno del centenario della Rivoluzione di Ottobre sollecita a cogliere il fatto che Fatima si incastona tra due rivoluzioni: del Portogallo prima e della Russia poi. Infatti all’inizio delle apparizioni il Portogallo era giunto al culmine di un processo politico che ne prevedeva la scristianizzazione; a sua volta un mese dopo l’apparizione conclusiva ebbe luogo in Russia la Rivoluzione di Ottobre con gli stessi intenti, ma con maggior incidenza internazionale. E forse la Madonna non scelse a caso le date delle apparizioni.

Il Padre Loro


NON C'INDURRE IN TENTAZIONE

Preghiere della neochiesa. Il Padre nostro è l’unica preghiera che sia stata insegnata direttamente da Gesù, ma con l'Ave Maria dal 2008 sono cambiate. Dio non permette che alcuno sia tentato oltre la sua capacità di resistere 
di Francesco Lamendola  

 


Come è noto, il Padre nostro è l’unica preghiera cristiana che sia stata insegnata direttamente da Gesù Cristo, così come ce l’hanno tramandata fedelmente i Vangeli (padre Sosa Abascal non ce ne voglia). Ora, proprio su questa preghiera, oltre che sull’Ave Maria, si è abbattuta la scure della neochiesa modernista: infatti la nuova tradizione della Bibbia del 2008, voluta dalla C.E.I., modifica le parole:e non c’indurre in tentazione, ma liberaci dal male, che i fedeli hanno recitato devotamente per duemila anni, cambiandole in quelle, più politicamente corrette, più innocue e inoffensive: e non abbandonarci alla tentazione. Insomma, la parola d’ordine è sempre la stessa: rassicurare, tranquillizzare, blandire, carezzare, piacere, e, soprattutto, includere: includere tutti, cristiani e non cristiani, cristiani veri e cristiani falsi, cattolici veri e cattolici taroccati, cioè modernisti, cioè eretici. La cosa importante è non scontentare nessuno (tranne i veri cattolici, ma quelli sono ormai una quantité négligeable, e di loro non importa più niente a nessuno, tanto meno al papa), non allontanare nessuno, non disgustare nessuno, riuscire simpatici, attraenti e dialoganti con chiunque, anche e specialmente coi peggiori nemici della Chiesa e di Gesù Cristo: i massoni, i radicali, i neomarxisti e tutto il codazzo degli adoratori dei feticci della modernità: ragione, progresso, scienza, tecnica, e così via. 

La Madre di Dio può tutto

11 Ottobre Divina Maternità di Maria Santissima "Il Dogma cambiò le sorti della riflessione mariana di tutti i secoli successivi. "

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Il primo dogma mariano formulato nella Chiesa fu il dogma della “Madre di Dio”. Nel Concilio di Efeso (431 d.C.), per combattere l’eresia di Nestorio che individuava due persone in Cristo, i Padri dell’assise ecumenica risposero affermando solennemente l’unità e l’unicità della Persona divina di Cristo e di conseguenza la Maternità di Maria estesa a tutta la sua persona non umana ma divina: «Se qualcuno non confessa che l’Emmanuele è Dio nel vero senso della parola e che perciò la Santa Vergine è Madre di Dio perché ha generato secondo la carne il Verbo (logos) che è da Dio, sia anatema» (Concilio di Efeso, Anatem. 1 di San Cirillo d’Alessandria).

Il Dogma cambiò le sorti della riflessione mariana di tutti i secoli successivi. Da allora in poi Maria Santissima entrò di diritto nelle discussioni e predicazioni teologiche di primo pia­no riguardo all’Incarnazione e alla Redenzione. La teologia così detta “bizantina” perché di area greca, legata all’influenza della grande cattedra di Costantinopoli, sarà tutta altamente mariana portando alle estreme conseguenze il valore del primo dogma mariano della Divina Maternità (Theotokos).

Memoria non santa


L’intercomunione e la messa ecumenica in cammino… con la benedizione di Francesco



Partecipanti al seminario



Dal 6 al 9 settembre 2017, presso la comunità ecumenica di Bose, la Taizé italiana, si è tenuto il seminario annuale, quest’anno dedicato al «dono dell’ospitalità» e in particolare all’«ospitalità eucaristica» e all’«accoglienza dello straniero».

I monaci e le monache di Bose, che «appartengono a Chiese cristiane diverse», diretti dal loro fondatore, il super-ecumenista e progressista frate laico Enzo Bianchi, battezzato nella religione cattolica, ma più che cattolico secondo degli Italiani, hanno invitato ortodossi, luterani, anglicani e cattolici a discutere e a riflettere sul tema proposto.

Lo svagato Gesù


I comunisti che piacciono al papa. E viceversa                   


Nei giorni scorsi sono capitate a Roma un paio di cose curiose. E a loro modo istruttive.
La prima è l'inizio della collaborazione ad "Avvenire", il quotidiano della conferenza episcopale italiana, del disegnatore satirico Sergio Staino, con una striscia domenicale dal titolo "Hello, Jesus!".
Qui la sorpresa sta nel fatto che Staino è comunista inossidabile, è stato "figlio dei fiori" e paladino del libero amore, è stato l'ultimo direttore, fino a pochi mesi fa, de "L'Unità", il defunto quotidiano del partito comunista italiano e poi dei partiti che gli sono succeduti, ed è presidente onorario della UAAR, Unione Atei e Agnostici Razionalisti.
Lo svagato Gesù delle sue strisce abita ancora a Nazaret con Giuseppe e Maria, dà una mano al padre in falegnameria, ma ha già la testa altrove, a quando se ne andrà per diventare finalmente – parole di Staino – "il primo dei socialisti, il primo a combattere per i poveri".

E le giravolte son dietro l’angolo

AVVENIRE – Tarquinio snobba Galantino (ma presto Bergoglio caccerà entrambi)

Sorprendono le parole di Marco Tarquinio (Direttore di Avvenire dal 2009 quando  subentrò a Dino Boffo per ragioni mai COMPLETAMENTE chiarite) verso il Segretario della Cei Nunzio Galantino. Rispondendo ad un lettore (un sacerdote sardo) che gli chiedeva conto della Collaborazione al quotidiano cattolico del disegnatore Staino, comunista ed ateo convinto, Tarquinio ha difeso la sua scelta ed ha aggiunto:  “il vescovo Nunzio Galantino, che della Cei è segretario generale, NON È STATO CONSULTATO e non è neppure entusiasta di questa scelta”
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Sorprendono ma fino ad un certo punto: Tarquinio è su quella poltrona quasi per caso. Da vice semisconosciuto di un “ingombrante” Boffo si ritrovò a dirigere il quotidiano della Cei – che allora era molto letto e venduto. Ed anche influente e persino autorevole e soprattutto era un riferimento per tutti i cattolici italiani- dall’oggi al domani.

La contraddizion che nol consente

Attenuanti o situazione? Continua la disputa su AL



Un botta e risposta sulla nota “Correzione filiale” ha visto impegnati in questi giorni il professor Rocco Buttiglione, noto al grande pubblico italiano soprattutto per il suo impegno politico, ma filosofo di rango, e il professor Claudio Pierantoni, uno dei primi 62 firmatari della “correctio” al Papa, professore di Filosofia medioevale all’Università del Cile.

Buttiglione è sceso in campo sul terreno del portale web Vatican insider, dove il vaticanista Andrea Tornielli lo ha intervistato, e dove già era stato schierato all’epoca dei dubia presentati dai quattro cardinali, mentre Pierantoni ha scelto oggi il palcoscenico del sitostatunitense Lifesitenews. Schermaglie a parte, ci sono alcuni punti di questo botta e risposta che meritano di essere conosciuti perché aiutano a comprendere la posta in palio. 

Una malizia veramente diabolica


LA PARABOLA "CAPOVOLTA"          

Un punto fondamentale del Vangelo e della Rivelazione: chiedere scusa al fratello maggiore della parabola? Non si può fare del figlio prodigo un "eroe", Gesù non ha mai inteso dire che il peccatore è migliore di chi non pecca 
di Francesco Lamendola  

 
  
Il primo ad arrivarci, o, quanto meno, ad esplicitare la sua perplessità, è stato il padre domenicano Riccardo Barile, il quale, con un articolo apparso su La Nuova Bussola Quotidiana del 09/10/2017, ha svolto una riflessione intitolata Chiediamo scusa al fratello maggiore della parabola. Invitiamo tutti ad andare a leggerselo: è molto interessante e molto attuale. Egli nota, opportunamente, che il significato della parabola evangelica del padre misericordioso, di solito conosciuta come parabola del figlio prodigo, non può essere separato dal suo contesto; che essa è la terza, dopo quella della moneta perduta dalla massaia e della pecora smarrita dal pastore, sul medesimo argomento: la salvezza di quanti sono “perduti” per il Regno di Dio, ossia dei peccatori; e che Gesù, facendo questi tre esempi, rispondeva a una critica diretta dei farisei e degli scribi, i quali, avendo visto che pubblicani e peccatori si avvicinavano a Lui per ascoltarlo, si erano affrettati a mormorare: Costui accoglie i peccatori e mangia con loro, come riferito dal Vangelo di Luca (15, 2). Ora, se si omette questa circostanza particolarissima, e se si vuole assolutizzare l’elemento polemico che Gesù inserisce nella parabola, diciamo pure la sua deliberata forzatura di una situazione paradigmatica, allo scopo di replicare alle maligne e interessate insinuazioni dei suoi nemici, si finisce per stravolgere il senso della parabola stessa e per capovolgere l’insegnamento che Gesù, con essa, voleva dare ai suoi ascoltatori. Questa è la giusta osservazione di padre Barile: che non si può fare del figlio prodigo un eroe, né del padre misericordioso un padre ingiusto, il quale ignora la fedeltà e la bontà del figlio maggiore; né, soprattutto, fare di quest’ultimo il prototipo dell’invidioso, del subdolo, del meschino che non si rallegra per il ritorno di suo fratello.

Comparátus est iuméntis insipiéntibus, et símilis factus est illis.


C’è qualche riga in più rispetto alle trenta promesse, ma non è roba mia. Per quanto mi riguarda mi limito solo a introdurre e chiosare un florilegio dell’articolessa che Eugenio Scalfari ha dedicato su Repubblica di lunedì 9 ottobre all’ultima fatica editoriale di Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, presidente della Fondazione Biblica Cattolica Internazionale, consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio, nonché noto arcivescovo. Il libro in questione si intitola Il crollo del Noi ed è pubblicato da Laterza. Non compratelo, fatevi bastare quanto segue tratto dall’articolo intitolato “La Chiesa che combatte il narcisismo contemporaneo” (tranne quello di Bergoglio, Paglia e accoliti).

martedì 10 ottobre 2017

Per tutti noi e per le nostre famiglie

Mi piace quando taci, perché sei come assente

Diceva un vecchio motto - tratto da non so dove - “mi piace quando taci, perché sei come assente”. E’ un po’ severo, ma esprime bene il modo di operare dei totalitarismi e delle élite, tra le quali merita un posto di onore Santa Madre Chiesa. Sempre meno santa e madre, ma comunque Chiesa.

L’esempio ultimo e più imbarazzante è quello del silenzio polacco registrato nelle ultime ore. Per silenzio polacco intendiamo il nulla di notizie che Avvenire, Osservatore e compagnia sedicente “cattolica”ha dedicato alla mobilitazione di un milione di polacchi intenti a recitare il rosario a difesa dell’identità culturale e religiosa della nazione.

Fatela diaconessa!,la trinariciuta

Putin, Stone e l’Annunziata: trovate l’intruso


Lo confesso. Per me, la televisione è un curioso pezzo da museo; un oggetto che non uso mai, che tengo addirittura con i cavi staccati per rimarcare il concetto e per non cadere in tentazione. Eppure, giovedì sera, tornato dall’ufficio, ho riattaccato i cavi in fretta e furia, cercato il telecomando che nel mentre era finito in una dimensione parallela e mi sono sintonizzato su Rai Tre. Un canale che, a memoria, ricordavo essere popolato da spettri con il pugno alzato e da mummie con il bavero rosso al collo. Ma, sfidando la mia repulsione per l’horror, ho dovuto farlo: insomma, l’evento era unico. Su Rai Tre davano nientemeno che The Putin Interviews di Oliver Stone.

Il denominatore comune

La distruzione dell’Ordine dei Francescani dell’Immacolata

(Il vero movente, secondo Francesco Lamendola e Pucci Cipriani)






Un sottile filo rosso sembra legare la persecuzione dei Francescani dell’Immacolata (frati e suore) all’oblio in cui è stato relegato San Massimiliano Kolbe, ricordato solo per il suo martirio nei lager nazisti e non anche per la sua grande devozione all’Immacolata (che lui riteneva nemica dell’ecumenismo) e per la sua convinzione dell’esistenza di infiltrazioni massoniche nell’alto clero.

Il denominatore comune che lega queste due vicende sembra essere la posizione critica di questi religiosi nei confronti della massoneria e delle sue infiltrazioni nella Chiesa Cattolica, in netto contrasto con la rivalutazione di questa Setta operata da Bergoglio e dal suo clan ultramodernista (basti pensare alla lettera aperta del cardinal Ravasi ai “cari fratelli massoni”, pubblicata su “Il Sole – 24 ore” il 14 febbraio 2016).

Vediamo cosa ne pensano, rispettivamente, il professor Francesco Lamendola ed il professor Pucci Cipriani.

Il lupo cambia il pelo, ma non il vizio

Per il successore della Chiesa ambrosiana il Verbo si fece carta!



Inutile nascondersi dietro un dito, la Chiesa Cattolica, quella una e santa che professiamo nel Credo, non è più quella che ci sta governando. E’ in atto una battaglia contro la santa Tradizione Cattolica e qui vi diamo la prova.
Vi ricordate la notizia dei Vescovi cileni, ripresi in un mantra pagano per festeggiare la nomina del nuovo vescovo? cliccate qui: La grave apostasia avanza e lo scandalo di alcuni Vescovi. Ebbene, come una epidemia malarica, pestilenziale, un morbo devastatore, così il nuovo vescovo della cattedra ambrosiana, il successore niente meno che del grande san Carlo Borromeo, del cardinale il beato Ildefonso Schuster che sulla liturgia e il valore della Messa ha scritto molto e praticato tanto, l’attuale arcivescovo Delpini sentenzia che la Messa non è più poi così rilevante, ma che si faccia “MENO MESSE E PIU’ PAROLA”, clicca qui la notizia.
Sì, per questi vescovi modernisti il Verbo si è fatto carta! E noi rigettiamo assolutamente questi insegnamenti che non provengono affatto dalla Santa Chiesa di Cristo.
Siamo scandalizzati e senza parole. Le parole che ci vengono a mente, grazie a Dio, sono quelle dei Santi, sono quelle della Sua santa Chiesa che riecheggiano ininterrottamente da duemila anni, quelle che ci dicono che senza l’Eucaristia, senza la Messa “non possiamo vivere“, e ci rammentano ancora una volta che – sotto attacco – è ancora Lui Il Cristo Verbo di Dio “fatto carne”. E a questi signori che vantano di essere i fedeli interpreti del concilio, ricordiamo l’ importanza fondamentale della Messa, sempre riconosciuta in duemila anni di storia, è stata ribadita con forza dal Concilio Vaticano II: « Secondo la tradizione apostolica, che ha origine dal giorno stesso della risurrezione di Cristo, la Chiesa celebra il mistero pasquale ogni otto giorni, in quello che si chiama giustamente giorno del Signore o domenica ». E cosa fanno questi signori pensando di essere più furbi del demonio stesso che ispira le loro scemenze? Non eliminano “la domenica”, no! ma le cambiano i connotati: MENO MESSE E PIU’ PAROLA….

I nuovi barbari del terzo millennio


ANALFABETI DELL'AMORE
Analfabeti dell’amore, dobbiamo ritrovare l’agàpe. Siamo i nuovi barbari del terzo millennio? Abbiamo scordato ciò che un tempo sapevamo, che sapevano i nostri vecchi: che l’amore è dare, a somiglianza di quanto Dio fa con noi 
di Francesco Lamendola  


Uno dei segnali più inequivocabili del ritorno del paganesimo nella società moderna, dopo che essa ha espulso da sé il cristianesimo e la concezione spirituale della vita da esso recata, è il ritorno a una concezione brutale, egoistica, pagana appunto, dell’amore.

E nel Giudizio Dio che cosa dirà?

PEZZO GROSSO COMMENTA IL NUOVO VANGELO DI SCALFARI (E DEL PAPA?). E CHIEDE UNA FORTE SMENTITA VATICANA.  



Questa volta nella lettera che Pezzo Grosso mi ha scritto ieri, dopo aver letto Eugenio Scalfari illustrare il nuovo umanesimo della Chiesa, basato secondo lui, sui pilastri di Martini, Paglia e Bergoglio, colgo un senso di reale smarrimento. leggete e ditemi se condividete questa sensazione. Ancora una volta, in questi tempi in cui chi dovrebbe dire una parola sembra si occupi solo di immigrazioni si rimpiange che siano informatori occasionali a gettare sprazzi di luce sulla “pensée profonde” del N.1. Leggiamo la lettera, a cui ho aggiunto una piccola postilla.

Romics Pope

Superpope:  una maglietta ufficiale per la carità del Papa


Pubblichiamo questa notizia, diffusa oggi, 9 ottobre 2017, da Radio Vaticana, e la riportiamo tra il frastornato e il divertito, a riprova, se ce ne fosse stato bisogno, che al peggio non c'è mai fine.

Questa specie di papa, ne combina ogni giorno sempre una di più, senza il minimo senso del pudore, né alcun senso del ridicolo.

Quello che possiamo sperare è che quanto prima raggiunga il fondo, così da fare la fine che si merita: sfracellarsi al suolo; magari come piace a lui: fragorosamente!
Speriamo!

Per intanto facciamo notare che anche in questa iniziativa “pubblicitaria”, non manca la solita falsità su Gesù e l'usuale blasfemia: “La misericordia è il primo attributo di Dio. E’ il nome di Dio”.
Dio è amore, dice San Giovanni (I Gv 4, 8), non dice “il nome di Dio è amore”… che la misericordia sia “il primo attributo di Dio” è la solita libertà che si prende papa Bergoglio di manipolare il Vangelo.

E facciamo notare anche che in questa trovata “pubblicitaria” si è avuto modo di far passare una delle tante offese che papa Bergoglio non lesina ai cattolici serii e fedeli: sono musoni!

Ed ha ragione Bergoglio, perché, grazie a Dio, i veri fedeli cattolici non sono degli istrioni come lui, né usano le cose sacre per farne strame e dileggio.




E dunque cosa c’è da celebrare?

"Meno messe, più Parola": è la ricetta "ambro-luterana"


                             Il neo vescovo di Milano Mario Delpini

Meno Eucarestia, più Parola. Questa in sintesi la dieta che il neo arcivescovo di Milano Mario Delpini ha prescritto ai fedeli di Busto Arsizio, cittadina del varesotto, quando sabato scorso ha visitato la parrocchia di San Giovanni. Il giorno dopo i fedeli hanno potuto trovare sulle panche un pieghevole in cui a firma di mons. Delpini si indicavano i quattro passi che questa città dovrà compiere in ambito pastorale nel prossimo futuro. Al primo posto si può leggere testuale: «Promuovere decisamente un ritorno alla conoscenza, personale e comunitaria, della Parola di Dio, come forma di evangelizzazione. Dove è necessario si può togliere anche qualche S. Messa, pur di favorire momenti di catechesi e ascolto della Parola».

Meno messe, più Parola, anzi più parole. Una deriva che è schiettamente di matrice luterana. Nell’indicazione di mons. Delpini riverbera il portato teologico di Lutero che con quel suo “sola scriptura” assegnava l’opzione preferenziale alla libera interpretazione dei testi sacri (libero esame) a discapito dell’insegnamento del Magistero: «Un semplice laico armato con le Scritture è più grande del più coraggioso Papa senza essa», aveva una volta dichiarato Lutero. La libertà che rivendicava da Roma però non poteva essere predicata nei suoi confronti. «Io non ammetto che la mia dottrina possa essere giudicata da alcuno – scriveva l’ex agostiniano - neanche dagli angeli. Chi non riceve la mia dottrina non può giungere alla salvezza».

lunedì 9 ottobre 2017

Bisogna intensificare la preghiera e le manifestazioni della fede


LA MISURA E' COLMA CHE FARE?        


Dagli abusi liturgici alle eresie dottrinali passando per lo stravolgimento della pastorale, altro che fumo di Satana in Vaticano: qui non c’è solo il fumo, c’è Satana! La Chiesa non è del papa o dei modernisti è solo di Cristo 
di Francesco Lamendola  
 
  
Una Chiesa che celebra la santa Messa facendo le lodi di Lutero nel foglietto domenicale.
Un giornale semiufficiale della C.E.I.. Avvenire, che sceglie come collaboratore-vignettista Sergio Staino, penna tradizione della stampa di estrema sinistra marxista, ateo dichiarato, per il quale Gesù è stato un uomo meraviglioso, da ammirare in quanto fautore della causa dei poveri, ma, per il resto… nient’altro. Non certo il Figlio di Dio; non certo Risorto.
Un papa che dichiara che Lutero aveva ragione sulla predestinazione; che vola in Svezia a celebrare i 500 anni del luteranesimo, insieme ai pastori della Chiesa luterana; che invita gi islamici alla santa Messa per pregare il loro Dio; che dice che Gesù si è fatto diavolo e serpente; che commissaria, senza spiegazioni, i Francescani e le Francescane del’Immacolata; che dichiara che Dio non è cattolico; che dice di detestare il clericalismo e di considerare l’apostolato “una solenne sciocchezza”; che dichiara nefasta la dottrina se crea divisioni, e buona solo la dottrina che unisce tutti quanti; che non s’inginocchia mai davanti al Santissimo; che non risponde neppure a una richiesta ufficiale di quattro eminenti cardinali per avere dei chiarimenti teologici importanti, né accetta d’incontrarli, e non lesina parole offensive per tutti quanti lo criticano, al punto che si potrebbe compilare un nutrito vocabolario di epiteti ingiuriosi, ironici o sarcastici coi quali egli li apostrofa quotidianamente, non solo nelle interviste, ma anche nelle omelie della santa Messa; che di Maria Vergine sa dire soltanto, perfino nell’anniversario di Fatima, che è la nostra buona Mamma, ma senza spendere una parola sui suoi inviti alla penitenza e alla conversione; che dichiara, poco dopo essere stato eletto, che in ambito morale è sufficiente che una persona si regoli secondo la propria coscienza; che la Morte di Cristo è una certezza storica, la sua Resurrezione un atto di pura fede; che dichiara, più volte, di non sapere perché si soffre, e, in particolare, perché soffrono i bambini; che afferma, in un documento ufficiale del Magistero, come Dio, in certi casi, dagli uomini non si aspetta che escano dal peccato (divorzio e nuova unione), ma anzi si aspetta proprio questo, che restino così come stanno, perché non c’è altro da fare; e che (omelia del 4 ottobre 2017) ringrazia il Padre celeste per il fato che “tollera” i nostri peccati, ma non spende una parola per dire che gli uomini devono evitare il peccato e, se peccano, devono chiedere perdono e cambiar vita.

Il modo di impillolarlo ai fedeli..

Papa Francesco imporrà nuovo lezionario e calendario alla Messa tradizionale


Francesco imporrà il lezionario e il calendario della Nuova Messa sul Rito Tradizionale, hanno detto fonti affidabili vicine alla Santa Sede a Pro Tridentina Malta.

A partire dalla prima domenica di Avvento 2018, un nuovo messale per questa nuova forma del Vecchio Rito dovrebbe essere messo a disposizione. Il Vaticano concederà un periodo di due anni per fare i cambiamenti.

Il “Mondo Nuovo” sotto i nostri nasi

Così la Chiesa si è spaccata sulla Catalogna

Il Vaticano si è dichiarato contrario all'indipendenza, ma sul territorio molti sacerdoti spingono per la secessione. L'ultima grana per Papa Francesco

La Chiesa cattolica non ha una visione unanime sull'indipendenza della Catalogna. Se Papa Francesco, infatti, si è indirettamente dichiarato dalla parte della "legalità costituzionale", la situazione sul territorio catalano è lungi dal rappresentare la posizione che il Vaticano ha espresso.


Trecento, nello specifico, sarebbero i sacerdoti catalani schieratisi a favore del referendum, quindi contro le decisioni della Corte Costituzionale spagnola. Una divisione resa ancor più evidente dall'iniziativa presa dal vescovo di Tarragona, che ha scritto una lettera ai sacerdoti catalani chiedendogli di non prendere posizione e di favorire la mediazione. La Chiesa, insomma, deve scegliere se divenire un ponte all'interno di un processo di pacificazione o se assecondare gli animi di chi sta cercando di dar vita ad una nuova nazione.

Dio non è Idea


BENE E RAGIONE LOGICA DI DIO         
              
Esiste il Bene Assoluto o solo un bene relativo? Sì esiste come esistono il Giusto, il Vero, il Bello tutti attributi dell’Essere e facce del volto di Dio, che è oltre la nostra ragione utile a capirne la sua necessità logica 
di Francesco Lamendola   



 Dio è oltre la nostra ragione: con essa possiamo arrivare a comprendere la sua necessità logica; per andare oltre, ci viene in soccorso l’Incarnazione del Verbo. Ed è proprio qui che noi troviamo la risposta alle domande su cos’è il bene e come lo si può attuare.

 
  
Si può definire il bene per via positiva? 
Abbiamo già riflettuto, a suo tempo, su che cosa sia il bene (cfr. il nostro articolo Che cos’è il bene?, ripubblicato sul sito Nuova Italia. Accademia Adriatica di Filosofia); in questa sede, intendiamo porci il problema se esso sia definibile in via positiva, cioè indicandone la specifica natura, oppure solo per via negativa, ossia indicando ciò esso non è, e dunque giungendo, per esclusione, a riconoscerlo come un’essenza originaria che non sottostà ad alcuna limitazione concettuale ben definita, appunto perché rimanda alla sfera dell’assoluto.
Vi sono alcune correnti di pensiero che hanno quest’ultima posizione, in particolare quelle del panteismo, del monismo, dell’idealismo. Il loro comune denominatore è la convinzione che tutto il reale sia riducibile all’Uno, l’unità assoluta, originaria indistinta e indifferenziata, nel quale è presente ogni singola determinazione, così come il suo contrario: non vi sono più il soggetto e l’oggetto, ma il Tutto, che è sia soggetto che oggetto; e non vi è più nemmeno la tradizionale distinzione fra apparenza e realtà, poiché il Tutto, per definizione, include anche l’apparenza, che però, a quel punto, non  è mera illusione, ma possiede anch’essa lo statuto della realtà, dato che l’Uno comprende ogni cosa e quindi anche l’apparire. L’idealismo, e in particolare, tutte le varie correnti neoidealiste, condividono questa posizione speculativa: l’Assoluto si contrappone a tutto ciò che è apparenza (anche se include l’apparenza) e, d’altra parte, può essere definito solo per via negativa, e ciò vale anche per il bene, che è uno dei suoi aspetti, tuttavia non separabile dagli altri, perché l’Uno comprende contemporaneamente tutte le determinazioni del reale.

Un Rosario per l'Europa

Il Riassunto del Lunedì. Un Rosario per l'Europa


Un Rosario per la Polonia (e per l'Europa). Un evento che (stranamente) non è stato pubblicizzato dai media merita l'apertura della nostra settimana. In Polonia, proprio a pochi giorni dalla fine del centenario delle apparizioni di Fatima, il popolo ha pregato il Rosario, unito e compatto, per chiedere la salvezza della stessa Polonia e dell'Europa. Milioni (non migliaia) di persone si sono posizionate sul confine del Paese, circondandolo in un enorme protettivo abbraccio, chiedendo l'intercessione della Beata Sempre Vergine Maria. Invitiamo tutti a pregare il Rosario: venerdì sarà il 13 ottobre.

Una conversione che non c’è...

Chiediamo scusa al fratello maggiore


Conosciamo tutti la parabola del figliol prodigo, meglio “dei due figli”, meglio ancora “del padre paziente e misericordioso”: Lc 15,11-32.

Sappiamo tutti che fa parte di un trittico e che è preceduta dalle parabole o immagini della moneta perduta e della pecora perduta. Chi è un poco più accorto annota anche che il trittico è preceduto da una precisa contestualizzazione: «Si avvicinarono a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: “Costui accoglie i peccatori e mangia con loro”. Ed egli disse loro questa parabola» (Lc 15,1-3).

Dunque all’accusa o per lo meno all’osservazione critica di accogliere i peccatori - la legge giudaica imponeva un certo distacco prudenziale -, Gesù risponde in tutti e tre i casi proponendo il buon messaggio dell’accoglienza e della misericordia di Dio, il quale si rallegra e fa festa in cielo per la loro conversione (Lc 15,7.10.32).

Tra i personaggi della parabola, il padre ispira una riverente ammirazione nonché confidenza, il figlio minore o prodigo ispira una simpatica condivisione, ma il figlio maggiore rimasto a casa è oggetto di tutte le nostre riserve e di tutto il nostro disprezzo: non è accogliente, è fiscale, non è capace di perdonare, non ha capito nulla ecc. E fin qui vada.

Il guaio è che il figlio maggiore diventa una clava per colpire quanti nella società e nella Chiesa reclamano più giustizia, più rigorosità dottrinale o almeno più prudenza, stigmatizzandoli appunto come i “figli maggiori” di oggi, come lui non accoglienti, fiscali, incapaci di perdonare e di comprendere la divina nonché ecclesiastica misericordia ecc.

domenica 8 ottobre 2017

Seppelliamo i becchini di Fatima col Rosario !!

                                                                                      

                                                     https://www.youtube.com/watch?v=4Ntk8SopAzw
A FATIMA IL 13 OTTOBRE UN CONCERTO SOSTITUIRA’ IL ROSARIO. APPELLI A PREGARE IN TUTTA ITALIA SULL’ESEMPIO DELLA POLONIA.



 Siamo stati appena testimoni dello spettacolo di fede creato da centinaia di migliaia di polacchi – e di altri cristiani, in tutto il mondo – che hanno recitato il rosario ieri in centinaia di chiese della Polonia. Forse non siamo stati i soli a stupirci che un evento di devozione popolare così imponente non abbia trovato nessun eco nelle parole del Pontefice all’Angelus. Che ha salutato sì i polacchi, ma ha citato la “Giornata del Papa” celebrata oggi in Polonia e non l’appello alla pace fatto pregando ieri. Distrazioni.
Nel frattempo si avvicina il 13 ottobre, centenario dell’ultima apparizione della Vergine ai tre pastorelli. E’ una ricorrenza che verrà celebrata in tutto il mondo, e in moltissime chiese e santuari mariani. Appare abbastanza naturale onorare questo giorno con la preghiera legata strettamente alla Vergine da molti secoli, e cioè il rosario.

La chiusura di fronte agli appelli della Madonna.

Don Minutella: Accecamento, Apostasia, Scisma e...       
                               


Non è la prima volta che parlo di don Minutella (ved. QUI e QUI), perseguitato non solo dalla nuova Chiesa modernista  che l'ha cacciato dalla sua parrocchia a Palermo, ma anche da radio e televisione, con le "imboscate" vigliacche delle iene, o col carpirne ‒ fotografandolo ‒ i momenti scherzosi per poi metterlo alla berlina sui social network. (Cfr. anche QUI e QUI).  

Momentaneamente, questo sacerdote coraggioso si è ritirato nel silenzio, ma è ormai per tanti l'alfiere indomito, il potente propugnatore che con la corona del Rosario in mano e l'Anima consacrata a Maria Santissima ha ingaggiato la battaglia ultima contro il Falso Profeta e i suoi ministri traditori. (cfr. QUIQUI, e QUI).

Ma... "le Tenebre non prevarranno"... e il Cielo tramite la Madre, Condottiera del piccolo ma ardentissimo "Resto", rovescerà il Maligno e i suoi accoliti, finalmente.

Ecco dunque il brano scritto e pubblicato da don Minutella sul suo libro "I tempi di Maria":