ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 13 novembre 2017

L'arcano linguaggio delle lacrime materne di Maria

« L’appello muto » delle lacrime della Madre: “figlio, non disprezzare quel dolore”!



Maria ha parlato tante volte invitando alla penitenza, alla conversione del cuore: ora Ella piange. Le sue lacrime sono un messaggio rivolto agli uomini del nostro tempo. Il suo pianto è la continuazione del messaggio materno di Maria che chiama gli uomini alla penitenza, alla conversione. Ma qual è il significato più profondo di questo eclatante fenomeno

La strategia della "rana bollita"


LA RANA BOLLITA DI BERGOGLIO


La rana comincia a fumare? La strategia dei piccoli passi è quella con cui la neochiesa si sta sostituendo un pezzo alla volta alla vera Chiesa cattolica da quell'11 febbraio del 2013 in cui Benedetto XVI annunciò le dimissionI 
di Francesco Lamendola   


 
   
Potremmo chiamarla, e alcuni l'hanno chiamata, la strategia dei piccoli passi: è quella con cui la neochiesa si sta sostituendo, un poco alla volta, un pezzetto alla volta, una parola o un gesto alla volta, alla vera Chiesa cattolica, quella che va scritta con la maiuscola, perché è la Chiesa dei Santi, fondata da Gesù Cristo e poggiante con la base sulla terra, ma protesa nel mondo ultraterreno, assistita dagli Angeli e dagli Arcangeli e da Maria sempre Vergine, passando per le anime sante del Purgatorio e del Paradiso, fino al trono di Dio.
Piccoli passi, ma quotidiani, metodici, implacabili: e un piccolo passo al giorno, ciò significa un enorme cambiamento nell'arco di quattro anni e mezzo. Quello che il papa Francesco voleva, ciò che aveva annunciato fin dall'inizio: cambiare la Chiesa. Non erano parole al vento: voleva farlo, lo sta facendo, lo ha fatto, insieme al neoclero animato dalle sue stesse intenzioni e finalità: i vari monsignori Paglia, Galantino, Lorefice, Perego, D'Ercole, Cipolla, Castellucci,  e i vari religiosi come Sosa Abascal, o i vari teologi come Andrea Grillo. Così, un piccolo passo al giorno, da quell'11 febbraio del 2013 in cui Benedetto XVI, a sorpresa, annunciò la sua intenzione di rassegnare le "dimissioni", divenute poi effettive il 28 febbraio (ma egli è tutt'ora vivo, vegeto e relativamente in buona salute, per cui vi sono contemporaneamente due papi: situazione a dir poco anomala) fino a oggi, il cambiamento appare enorme, radicale e, forse, irreversibile: questa non è più la Chiesa di appena cinque anni fa. Alcuni la chiamano anche la strategia della "rana bollita": alzando la fiamma a poco a poco,quasi insensibilmente, la rana non si accorge che la stanno bollendo ancor viva, e, quando se ne accorgerà, sarà ormai troppo tardi per salvarsi. Ad altri fa venire in mente la cosiddetta “finestra di Overton”, ovvero l'arte (scientifica) di cambiare radicalmente le opinioni della gente, senza che questa si renda conto in alcun modo di essere stata sapientemente e capillarmente manipolata, fino a sentire e pensare l’esatto contrario di quel che sentiva e pensava solo poco tempo prima.

Nelle mani dei Gesuiti..

A proposito di Apostolato della preghiera



I Barnabiti sono indissolubilmente legati all’Apostolato della preghiera. Il movimento nacque in Francia nel 1844, a opera dei Gesuiti (Padri Gautrelet e Ramière), ma in Italia fu diffuso dai Barnabiti. A partire dal 1864, ne assunsero la direzione il Padre Antonio Maresca (1831-1891) prima e il Padre Giovanni Battista Vitale (1849-1916) poi. Furono loro a curare anche l’edizione italiana del Messaggero del Sacro Cuore. Si deve al Padre Maresca inoltre l’iniziativa di costruire a Roma un santuario in onore del Sacro Cuore (l’attuale basilica nei pressi della Stazione Termini), iniziativa che presto però si arenò a causa della mancanza di fondi e fu poi portata a termine grazie all’intervento di Don Bosco. Dopo la morte del Padre Vitale (1916), la direzione dell’Apostolato della preghiera passò, anche per l’Italia, non senza resistenze, nelle mani dei Gesuiti.


Dà perciò un certo dispiacere assistere al progressivo declino di un movimento spirituale che tanto ha dato alla Chiesa tra Otto- e Novecento. L’opera di aggiornamento dell’Apostolato della preghiera iniziò in epoca conciliare (a quei tempi sembrava che tutto dovesse essere sottoposto a revisione secondo i nuovi canoni): allora ci si limitò a qualche ritocco dell’Offerta quotidiana (l’inserimento delle espressioni “madre della Chiesa”; “le gioie”; “nella grazia dello Spirito Santo”). Poco male, la preghiera si arricchí senza perdere nulla del suo contenuto.

Inutili e dannosi?

L'ORDINAZIONE SACERDOTALE DA RISERVARSI SOLTANTO AGLI UOMINI

Risultati immagini per il sacerdozio è per soli uomini

L'ordinazione sacerdotale, mediante la quale si trasmette l'ufficio che Cristo ha affidato ai suoi Apostoli di insegnare, santificare e governare i fedeli, è stata nella Chiesa cattolica sin dall'inizio sempre esclusivamente riservata agli uomini. Tale tradizione è stata fedelmente mantenuta anche dalle Chiese Orientali.
Esiste un pronunciamento dogmatico in merito, quindi la Chiesa cattolica fino a che sarà tale non avrà sacerdotesse. Nessun Papa potrà mutarlo.

I pericolosi..

l Riassunto del lunedì. È tornata la lobby gay


A che gioco gioca Nuzzi? Ad 8 e Mezzo, Nuzzi ha presentato il suo nuovo libro, Peccato Originale. Riportiamo alcune frasi interessanti pronunciate dal giornalista: "Esiste una lobby gay così potente da essere pericolosa per la sicurezza di Papa Francesco", "Eravamo partiti da una speranza alimentata da Benedetto XVI che aveva detto di aver sciolto la lobby gay", "E' stato Ratzinger a fare la lotta contro la pedofilia nella Chiesa", "Francesco ha fatto una commissione sui pedofili dove i membri se ne sono andati tutti", "Non cambi le cose andando a comprare un paio d'occhiali, quello è marketing, i festini nel Sant'Uffizio non si erano mai visti". Secondo Nuzzi, in pratica, il grande spazzino della situazione sarebbe stato Benedetto XVI, che però è stato messo fuori dalla lobby dei sodomiti. Francesco avrebbe dovuto continuare il lavoro, ma non lo fa (è sotto minaccia? non vuole farlo? non è capace?). In più, aggiungiamo noi, continua a fare (volutamente?) caos su questioni dottrinali.
Dunque la domanda è: Nuzzi, che ha contribuito alla fine del pontificato di Benedetto XVI e ora lo descrive (giustamente) come un santo, a che gioco sta giocando? Cosa è cambiato? Sicuramente la capacità di Nuzzi di fare soldi non è cambiata... ne renderà conto a chi di dovere un giorno.

L’adesione all’apologetica dell’Anticristo

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L’ANESTETICO MORALE

         Chi ha buona volontà non ha difficoltà ad esprimere i veri sentimenti sulla dignità dei Papi considerati al di sopra dei comuni mortali per la missione di condurre alla salvezza eterna le anime. Non avrà difficoltà nemmeno a constatare l’efficacia del Magistero Apostolico se caratterizzato dall’ortodossia e dalla fedeltà ai princìpi soprannaturali con l’opera di evangelizzazione. Talune innovazioni, che già mezzo secolo fa avevano suscitato le recriminazioni di Montini (il fumo di satana è entrato nel Tempo di Dio), sono oggi sfociate nel totale rovesciamento del Vangelo e nel sovvertimento della vita religiosa. Brividi di leggerezza, si direbbe! Assolutamente. I fatti storici hanno sempre i loro perché. Tutti i tradimenti nascono dal tentativo, poi concretato, di modellare il cristianesimo alle esigenze dell’uomo. Le iniziative recenti di svuotare del suo vero significato la parola di Cristo chiamano in causa la responsabilità del Magistero su cui non grava la Verità proclamata secondo l’accettazione della Dottrina cristiana. L’abbattimento del sacro, la gestione del potere irenico, il compromesso con i valori mondani esigerebbero una contro-elaborazione: l’emarginazione della Cattedra. La nostra è solo una provocazione perché emarginare la Cattedra, ammesso che qualche don Abbondio osasse farlo, equivale ad occultare quel riferimento capitale che permette di decifrare le implicazioni spirituali attinenti al panorama ed al carisma della Chiesa nel suo governo temporale e mistico. É lecito, tuttavia, segnalare il passaggio nel campo avverso dell’iniquo ponendoci in linea con quanto affermato da Gesù: «Ciò che udite bisbigliato alle orecchie proclamatelo sui tetti» (Mt.10,27). La luce si espande affermando la Verità con l’opera di quanti elevano la voce per arginare il male.

Non sono in buona fede


NON HANNO IL DIRITTO A RESTARE


Perchè? Il gregge ha i pastori che si merita e la prova ne è, che le eresie che i pastori non cessano di seminare non suscitano indignazione e rivolta, non spingono i fedeli a cacciar fuori a pedate codesti sfrontati impostori 
di Francesco Lamendola  

 

Abbiamo sostenuto che certi vescovi e cardinali, di alcuni dei quali abbiamo fatto i nomi, esponenti qualificati – si fa per dire - della neochiesa gnostico-massonica, dovrebbero essere cacciati a pedate nel sedere fuori dalla vera Chiesa cattolica; vogliamo spiegare il perché a quei cattolici i quali, pur essendo in buona fede, non vedono, o non vogliono vedere, i danni morali incalcolabili e, forse, irreparabili, che i suddetti monsignori e porporati stanno infliggendo alla Sposa di Cristo e, in particolare, al popolo dei fedeli, a quei “piccoli” e a quegli “umili” che erano tanto cari al cuore di Gesù Cristo, al punto da essere sempre in cima alle sue preoccupazioni.
Qualcuno potrebbe obiettare, fin dall’inizio, che i “piccoli” e i “semplici” non ci sono più; che il popolo dei fedeli è degenerato; che esso va dietro ai falsi pastori e ai cattivi maestri non perché non si renda conto della sporca manovra che costoro stanno attuando, ma perché trova comodo seguire coloro i quali hanno talmente abbassato e svuotato di contenuto il cristianesimo, da ridurlo a una comodissima religione usa-e-getta, adatta alla loro pigrizia, alla loro concupiscenza, alla loro cattiva coscienza, e, soprattutto, a una religione che scusa e giustifica tutti i loro peccati, non li rimprovera, non li esorta a pentirsi, non li stimola a cambiar vita, non li richiama alla urgente e severa necessità della conversione. E in questa obiezione – che ci è stata fatta, cortesemente, da un lettore di nome Paolo D., che qui desideriamo ringraziare - certamente, c’è una parte di verità, di amarissima verità. 

Ad mentem Bergollei

FAVENS HÆRESIM - L’equivocità magisteriale come deliberata premessa dell’errore.


Ormai è chiaro: l’equivocità del «magistero» di Bergoglio è voluta, ed è premessa alla sua lettura in chiave eretica da parte di coloro che egli considera come veri interpreti del proprio pensiero. 

Scrive a tal proposito Sandro Magister, su Settimo cielo:

«Le novità [Bergoglio] le introduce sempre a piccole dosi, seminascoste, magari in un’allusiva nota a piè di pagina, come ha fatto con l'ormai famosa nota 351 dell’Esortazione postsinodale Amoris lætitia, salvo poi dire con candore, interpellato in una delle sue altrettanto famose conferenze stampa in aereo, che quella nota nemmeno se la ricorda» (qui).

E ancora:

«Ma questo è appunto ciò che fa oggi il primo papa gesuita della storia: mette in moto “processi” dentro i quali semina le novità che vuole prima o poi vittoriose, nei campi più diversi, come ad esempio nel giudizio sul protestantesimo. […] Lascia che corrano le interpretazioni più disparate, sia conservatrici che di progressismo estremo, senza mai condannarne esplicitamente nessuna. L’importante per lui è “gettare il seme perché la forza si scateni”, è “mescolare il lievito perché la forza faccia crescere”, sono parole di una sua omelia di pochi giorni fa a Santa Marta» (qui).

Questo procedimento eversivo si compone di tre fasi: preparazione dolosa, enunciazione equivoca edinterpretazione tendenziosa. 

domenica 12 novembre 2017

Il ‘cattolico convenzionale’..

NOVUS ORDO for dummies

Otto secoli di ritardo.

Ad un anno da Dubia, il perchè ce lo spiega Andrea Tornielli



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Nel novembre 2016 divengono pubblici i cosiddetti Dubia, firmati da 4 cardinali (Caffara, Burke, Meisner e Brandmuller, più uno che non ha voluto apparire), ma poi condivisi e appoggiati in vario modo, attraverso interviste, scritti ecc., da molti altri.
Lo stesso vaticanista che ogni giorno si sforza con molta buona volontà di spiegare che nella Chiesa non sta succedendo nulla di nuovo, e che se qualcosa accade è nella continuità, può aiutarci a comprendere, purtroppo, come le cose non stiano affatto così.

Church-exit


FUORI A PEDATE NEL SEDERE         


Non viviamo nel monto utopistico di Rousseau, tutti hanno un lato oscuro legato alla concupiscenza? La neochiesa e i Vescovi massoni avidi di potere, folli di superbia tra tentazioni, debolezze e perverso compiacimento del male
 di Francesco Lamendola  

 

Sarebbe una cosa bella, bellissima, se ciascun essere umano fosse dotato di un così alto senso di responsabilità, da sapersi tenere da se stesso entro i limiti del giusto, del lecito e del conveniente; da saper rispettare i suoi doveri, e assumersi tutte le sue responsabilità; da non aver bisogno di essere controllato da alcuno, perché sa già quel che deve fare, e lo fa nel migliore dei modi, o almeno fa del suo meglio per riuscirci. Sì, sarebbe meraviglioso. Purtroppo, non viviamo nel monto utopistico di Rousseau, non esiste il buon selvaggio, ed Emilio, anche se educato lontano dalla società cattiva e corruttrice, se viene lasciato a se stesso, non tarderà a tirar fuori il suo lato oscuro: perché tutti gli esseri umani hanno un lato oscuro. Se non lo credessimo, non saremmo cattolici. Il lato oscuro è l’eredità del peccato di Adamo e di Eva, e si chiama concupiscenza. A causa della concupiscenza, anche la persona più buona, più giusta, più leale, se viene a trovarsi in determinate circostanze, se viene esposta più volte alla tentazione, oppure semplicemente, se le scatta un qualcosa dentro, così, all’improvviso, è capace di trasformarsi e di abbandonarsi ad azioni disdicevoli, vergognose, perfino criminali. Nessuno nasce santo; la santità è una diuturna, pazientissima conquista; e nessuno, neppure i santi, sono mai totalmente al riparo della tentazione. Ogni giorno deve essere conquistato: la virtù è una pianta che deve essere coltivata assiduamente, con infinita attenzione, con amore inesausto. Non solo: la virtù umana è insufficiente, non esiste virtù umana che possa mettere alcuno al riparo dalla tentazione, dal farsi prendere la mano dalla concupiscenza. 

È un affronto al cardinale?

L'INTERPRETAZIONE DI MAGNUM PRINCIPIUM


Traduzioni liturgiche, Muller in campo con Sarah


Il cardinale Gerhard Mūller in un’intervista al Neue Passauer Presse ha preso decisamente posizione in appoggio al cardinale Robert Sarah nella questione della traduzione dei testi liturgici, e del motu proprio Magnum Principium. Come è noto, il documento pontificio dava più ampi poteri alle Conferenze episcopali per quanto riguarda la traduzione dei testi liturgici. Il cardinale Robert Sarah ha cercato di interpretare il documento in maniera da garantire un maggio ruolo a Roma nell’approvazione dei testi tradotti localmente. Ma è stato corretto dal Pontefice regnante con una lettera che confermava la volontà di ridurre il controllo della Congregazione per il Culto Divino.

Omeopatica

La rivoluzione di Bergoglio. A piccole dosi ma irreversibile



Sul teatro del mondo la stella di papa Francesco brilla più che mai, ora persino da pacificatore atomico tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord. Ma anche dentro la Chiesa egli si trova alle prese con una guerra mondiale a pezzi, una strana guerra che ha contribuito lui stesso a scatenare, arciconvinto che andrà a buon fine.
Jorge Mario Bergoglio è indiscutibilmente un innovatore. Ma lo è nel metodo prima che nei risultati.
Le novità le introduce sempre a piccole dosi, seminascoste, magari in un'allusiva nota a piè di pagina, come ha fatto con l'ormai famosa nota 351 dell'esortazione postsinodale "Amoris laetitia", salvo poi dire con candore, interpellato in una delle sue altrettanto famose conferenze stampa in aereo, che quella nota nemmeno se la ricorda.

Proprio il giorno di san Martino..?

La Chiesa dei tre papi     
   

Seicento anni fa l’elezione “miracolosa” di Martino V pose fine allo scisma d’occidente. Tra divisioni e lotte, una soluzione sembrava impossibile. Lezioni utili per l’oggi


Il conclave dal quale l’11 novembre 1417 il cardinale Odo Colonna uscì come Papa Martino V, rappresenta un evento straordinario nella storia della Chiesa. Sia la situazione di partenza e le circostanze dell’elezione, sia il collegio degli elettori e la procedura stessa non avevano precedenti nella storia dei Papi. Diamo anzitutto uno sguardo alla situazione in cui si trovava la Chiesa quando gli elettori entrarono in conclave a Costanza. La Chiesa, a quel tempo, stava vivendo ormai da quarant’anni in una situazione di scisma. O meglio: dopo l’elezione dell’antipapa Clemente VII, avvenuta a Fondi il 20 settembre 1378, c’erano prima due e poi, dopo il fallito tentativo di composizione a Pisa nel 1409, addirittura tre “Papi”, ognuno dei quali rivendicava la propria legittimità come successore dell’apostolo Pietro.

I nuovi paradigmi

Il prete coraggio e un Avvenire senza pudore I


C’è molto di simbolico nella vicenda di Staranzano, dove il parroco si preoccupa dell’educazione cristiana dei suoi giovani, e si trova costretto ad affrontare da solo una grande macchina propagandistica che vede alleati un’associazione cattolica come l’Agesci, il suo vice-parroco, il quotidiano ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana e l’ignavia del suo vescovo, che rinuncia ad esercitare il proprio magistero.

Una doppia falsificazione


MANCAVA SOLO IL SIGILLO           


Il marchio della Bestia. Quando un gruppo occulto di potere ritiene di essere giunto nella fase decisiva della sua azione, pone un sigillo su di essa e che sia visibile, anche se non tutti arrivano a capire di cosa si tratta 
di Francesco Lamendola  

 

Quando una società segreta o un gruppo occulto di potere, che persegue un vasto disegno d'infiltrazione e di condizionamento della società, finalizzato a rovesciare il paradigma esistente e a stravolgere il modo di essere degli uomini, ritiene di essere giunto nella fase decisiva della sua azione, pone un sigillo su di essa, che sia visibile a tutti - anche se non tutti, ovviamente, anzi, pochissimi, arrivano a capire di che cosa si tratta - come il marchio della Bestia di cui parla il Libro dell'Apocalisse (11-16):
Dopo il mostro vidi unì’altra bestia che saliva su dalla terra. Aveva due corna come quelle d’un agnello, e una voce come quella d’un drago. Essa esercitò tutto il potere del mostro in sua presenza, e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare come un dio il mostro guarito dalla sua ferita mortale..
La bestia fa grandi miracoli: fa persino scendere il fuoco dal cielo sulla terra davanti agli occhi della gente.
Con i miracoli che ha il potere di fare alla presenza del mostro, ingannagli abitanti della terra, ordinando loro di fare una statua al mostro, che vive nonostante la ferita di spada.
La bestia fece mettere un marchio sulla mano destra e sulla fronte di tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome del mostro o il numero che corrisponde al suo nome.
Qui ci vuole saggezza.
Chi è intelligente calcoli il significato  del numero del mostro, che corrisponde a un uomo. Il numero è seicentosessantasei.

In pratica, è come se la maschera venisse gettata e la strategia di conquista si spostasse su un piano più esplicito e totalizzante. 

sabato 11 novembre 2017

Per sconfiggere le guerre e convertire il cuore

Il Vaticano scorda Fatima: vero disarmo è la conversione


Una conferenza internazionale in Vaticano accende i riflettori sul disarmo nucleare. Tema di primaria importanza e certamente sottovalutato. Eppure la Chiesa non dovrebbe rincorrere una strategia politica o militare, ma seguire una via assai più vincente. Quella che indicò la Madonna a Fatima cento anni fa: Rosario e digiuno per sconfiggere le guerre e convertire il cuore.




Quando non si conosce il giudizio di Dio..

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Il giudizio di Dio, l’inferno, il paradiso, il purgatorio. Le attualissime lezioni di san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI

    Oggi, 11 novembre, la Chiesa ricorda un grande santo, Martino di Tours (316-397), noto per il gesto riprodotto in tanti dipinti: Martino, soldato romano, che durante una ronda, alle porte di Amiens, vede un medicante seminudo, infreddolito, e taglia in due il suo mantello per condividerlo con il povero. Il cielo si schiarisce, la temperatura si fa più mite, e quella stessa notte Martino ha un sogno: Gesù, avvolto dalla metà di mantello donata al povero, si presenta a lui e gliela restituisce. Poi, l’indomani, il soldato trova il suo mantello di nuovo intero.
Martino, che all’epoca ha diciotto anni e si sta preparando per ricevere il battesimo, compie così un gesto che diventerà centralissimo nell’iconografia cristiana (oltre che dai cattolici, Martino di Tours è venerato come santo anche da ortodossi e copti), entrerà nella cultura popolare con «l’estate di san Martino» (un periodo di tepore a inizio novembre, dopo i primi freddi autunnali) e avrà importanti conseguenze anche sulla lingua della Chiesa. Mantello, infatti, in latino si dice cappa. La cappa corta dei soldati romani era detta cappella, e questo divenne il nome assunto non soltanto dal luogo in cui i re merovingi conservarono il corto mantello del soldato Martino, ma, per estensione, da tutti i luoghi di preghiera in cui sono custodite reliquie, sotto la cura dei cappellani.

Una nuova e ambigua teologia

Lutero, Bergoglio e la Riforma

L'ostilità nei confronti del magistero romano e delle correnti mistiche non è il solo punto in comune tra l'attuale vescovo di Roma e il monaco di Erfurt: entrambi antepongono le questioni politiche e sociali del proprio tempo alla vita interiore. Il gesuita argentino e l'agostiniano tedesco, infatti, più che riformatori sono de facto dei rivoluzionari anti-romani. 

In tutto il mondo si stanno celebrando i cinquecento anni della Riforma protestante e, come già accaduto dopo l’elezione di Bergoglio, l’ambiente laico è in festa. L’occasione è di quelle uniche: Lutero, padre della Riforma, è infatti il fondatore di quell’individualismo che pervade il mondo contemporaneo, in cui la società laica detta la sua legge. D’altronde la stessa chiesa bergogliana, orizzontale e riformatrice, non può che ammiccare al carattere antigerarchico e antisacramentale del protestantesimo, così dopo il Papa argentino non credenti e credenti hanno riscoperto in Lutero un’altra utile figura per l’affermazione di una nuova e ambigua teologia.

La dittatura della misericordia verso il baratro


Conflitto di interessi. Io non lo chiamerei in altro modo. Un clamoroso, indecoroso conflitto di interessi che vede politica (di sinistra) e religione (progressista) andare a braccetto nel perseguimento di scopi che non hanno come scopo né il bonum commune nella cosa pubblica, né tantomeno la salus animarum nella neo-chiesa. 

Eterogenesi dei fini, certo. Ma in fondo, a ben vedere, il motore delle masse intermedie della burocrazia e del potere è sempre banalmente economico. Ad alti livelli non v’è dubbio che gli scopi siano deliberatamente perversi, e che i pochi che prestano il proprio contributo alla distruzione della società lo facciano con cognizione di causa e condividendo coi loro sodali mezzi iniqui per il conseguimento di fini diabolici. Ma sotto di loro, e al loro servizio, vi è una vasta categoria di persone che pensa solo a trarre un profitto personale immediato in termini economici, di carriera, di prestigio sociale, di visibilità mediatica, di approvazione da parte del mondo. E sotto questa pletora di cortigiani e burocrati, quella massa che ha rinunciato alle sue prerogative di populus per farsi trattare come vulgus, nel nome di una democrazia che non è mai stata così tirannica. Quel paternalismo che nel Sessantotto i sindacalisti rimproveravano allo Stato ed i preti conciliari criticavano nella Gerarchia è stato sostituito da una visione orwelliana, in cui chi comanda controlla il cittadino o il fedele, lo istruisce, lo obbliga a subire decisioni volte a renderlo schiavo.  

Troppi spunti?

BESTIARIO CLERICALE. ANTIPATIA PER BENEDETTO? – FERRARA, VESCOVO CONTRO POPOLO DELLA FAMIGLIA. – CUPICH: FEDE, TEXAS, E LGBT. – ROSARIO BLOCCATO DA FB. – NIENTE DIALOGO A GROTTAGLIE. – SAGGEZZA DI ARINZE.


Il problema, con Bestiario Clericale, è che ci sono ogni settimana troppi spunti, ahimè, da offrire allo sguardo dei lettori di Stilum Curiae.
Antipatia per Benedetto?
Cominciamo con un tweet di Rorate Coeli, che dà conto e critica il commento di Pope_News. C’è una foto di Benedetto XVI, e la didascalia: “Benedetto riceve il vescovo Rudolf Voderholzer e una delegazione di Ratisbona lunedì 6 novembre. Per qualcuno “nascosto dal mondo” ci sono un sacco di foto-opportunity”. E Rorate Coeli commenta, non a torto: “Questo odio di papa Benedetto da parte di un account chiamato ‘Pope News’ è davvero realmente bizzarro. Non c’è bisogno di deridere Benedetto per proteggere Francesco!”.

Abbandoniamoci alla Provvidenza

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Kit di sopravvivenza per pecore senza pastore



Cum scorpionibus habitas (Ez 2, 6).

I tradizionalisti puri e duri mi sospettano di eresia. I sedicenti conservatori mi danno addosso per la comunione sulla lingua. I progressisti mi farebbero la pelle non fosse che per la talare. C’è proprio di che stare allegri, in un Paese dove anche le pugnalate alle spalle si danno in modo cortese, pulito e ordinato. Ma, lungi dal cadere in quella misera forma di egocentrismo che è l’autocommiserazione vittimistica, faccio tesoro dell’esperienza per dare qualche indicazione che possa risultare utile alla sopravvivenza in tempi tanto calamitosi. La confusione è tale che non basta guardarsi da un tipo di nemico, ma bisogna vigilare su fronti diversi. Soprattutto, per evitare un sentiero pericoloso, non buttatevi a occhi chiusi su quello opposto. Il nemico dell’umana natura ha infatti inventato tutto un ventaglio di proposte contrastanti per attirare il maggior numero di pecorelle nelle sue trappole, scegliendo la rete da usare a seconda dei gusti e dell’inclinazione di ciascuna.

venerdì 10 novembre 2017

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi?



Il 31 ottobre scorso, a distanza d'un anno, allorché l'anno venne dedicato dal Vaticano (usurpato) alla commemorazione della Riforma luterana, lo stesso Stato della Chiesa (sotto occupazione profanatrice) ha emesso un francobollo intitolato il V Centenario della Riforma Protestante. Ai piedi di un Crocifisso di maniera stanno, da un lato, Filippo Melantone che mostra la Confessione di Augusta (testo ufficiale del protestantesimo al suo inizio) e, dall'altro lato, Martin Lutero che regge la Bibbia. Sullo sfondo: il profilo della città di Wittenberg. Il quadro commemorativo è completo. E carta canta, a dispetto della malizia dei prelati che non vogliono definire per iscritto la loro dottrina e concilierebbero, rendendola elastica, la vera dottrina con i loro detti e atti di manipolazione e di impostura. Quale più definitiva qualificazione dell'insegnamento bergogliano di questo soggetto filatelico?  

Cari ragazzi:non lasciatevi ingannare!


UNA SOSTITUZIONE DI CIVILTA'


I giovani e il diritto di sapere:cosa ne sanno della società prima del diluvio e Grande Mutazione? Questa non è la Chiesa di Gesù Cristo e il destino del maschio non è di farsi sodomizzare da un altro maschio ma amare una donna 
di Francesco Lamendola  

  

Viviamo nella cultura dei diritti: tutti sventolano, rivendicano, pretendono il riconoscimento di una serie infinita di diritti; nessuno parla mai dei doveri, meno ancora dei sacrifici, delle rinunce, della conquista lenta, paziente e meritata di ciò cui onestamente e legittimamente si aspira; tutti si aspettano il successo dietro l’angolo, insieme ai soldi, al sesso, alla gloria e al potere, ma non per una qualche abilità, coltivata con serietà e diligenza, bensì sulla base del nulla, del narcisismo più sfrontato e della pura e semplice faccia tosta.
In questa ubriacatura, in quest’orgia dei diritti e delle rivendicazioni, in questo parossismo di sedicente impegno civile, di sacrosante “lotte”, “battaglie” e “campagne” per la giustizia, la libertà e la pace, nonché di militanza ideologica (altro che tramonto delle ideologie: ma se tutto, ormai, è diventato ideologico, anche andare al cesso!), quel che più colpisce le persone che hanno passato gli anta è la sistematica, furbesca, pianificata rimozione del passato, affinché i giovani non solo non possano fare confronti, ma non sappiano affatto che cos’era la nostra società, che cos’era la famiglia, che cos’era la scuola, che cos’era la Chiesa, che cos’era l’esercito, che cos’era la Patria, che cos’erano il lavoro, il risparmio, e quindi anche le banche, e cos’erano la televisione e lo sport, prima del diluvio: prima della Grande Mutazione che, a partire dalla seconda metà del Novecento, e oggi con ritmo sempre più serrato, addirittura frenetico, ha letteralmente cambiato il volto del mondo in cui viviamo, dai particolari più secondari fino alle cose più importanti, e ciò tanto nell’ambito della vita privata (o di quel che ne rimane), quanto in quello della vita pubblica. Infatti, se il mondo ha totalmente cambiato aspetto, ma i giovani non lo sanno, né lo devono sapere; se questa sostituzione di civiltà, da una civiltà dei valori a una civiltà dei diritti unilaterali (e quindi del nulla), da una civiltà della vita, con tante nascite e fiducia nel domani, a una civiltà della morte, ricca solo di contraccezione, aborti, eutanasia, droga libera e matrimonio omosessuale, avviene senza che i giovani sappiano che è avvenuta, e si riesce a far loro credere che tale è la civiltà, che qualunque vera civiltà è simile a questa in cui ora stiamo vivendo, cioè che in qualunque vera civiltà dominano i diritti a senso unico, l’aborto (diritto di sopprimere il nascituro), l’eutanasia (diritto di sopprimere gli anziani e i malati, o di auto-sopprimersi), la droga libera (diritto di autodistruggersi più o meno lentamente, e di distruggere i propri familiari), il matrimonio omosessuale (diritto, da parte del maschio, di farsi femmina per un altro maschio; e, per la femmina, di farsi maschio per un’altra femmina), allora il gioco è fatto.