ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 30 novembre 2017

Domande a cui non potremo mai rispondere?

Cronologia di quattro campagne d’occultamento: Lo scopo? Far tacere suor Lucia!


Le visioni ed i Segreti
Malgrado all’epoca avesse solamente 10 anni, Lucia dos Santos era la più grande dei tre pastorelli che ricevettero le visioni di Fatima, nel 1917. Ella fu l’unica dei tre che parlò in realtà con la Vergine, ponendole alcune sue domande e rispondendo a quelle della Madonna. Dopo la visione del 13 maggio, Lucia ed i suoi cugini più piccoli, Francesco e Giacinta Marto, concordarono di non rivelarlo a nessuno.

Tornare a Dio


DIO E IL PESSIMISMO CRONICO



Ottimismo o pessimismo cronico ? Tornare a Dio per poter amare la vita. La vita ha bisogno dell’ottimismo per potersi propagare; se le creature viventi non ne fossero dotate in misura sufficiente, la vita si estinguerebbe 
di Francesco Lamendola  


Se ci troviamo in presenza di una persona veramente pessimista, di un pessimista cronico e non di un pessimista occasionale, la sensazione che proviamo è un misto di tristezza, abbattimento e indefinibile disagio, e non desideriamo altro che di liberarci della sua presenza, aspettando con impazienza che se ne vada, oppure andandocene noi, magari con la prima scusa plausibile. C’è una ragione precisa per tutto ciò: il pessimismo cronico – che è cosa diversa, ovviamente, dalla depressione, essendo uno stato d’animo che si sovrappone permanentemente al carattere, e non una patologia specifica – è, puramente e semplicemente, contro natura; e tutto ciò che è contro natura suscita, nelle persone normali, una reazione di orrore, disgusto, rifiuto, per quanto la nostra parte razionale possa tentare di sdrammatizzare la situazione e per quanto la nostra pare affettiva possa provare un certo grado di compassione nei confronti di quella persona. Sì, lo sappiamo bene: sia l’espressione “contro natura” (che implica il concetto opposto, “secondo natura”), sia la parola “normale” (che evoca immediatamente l’aborrita parola “anormale”), suscita il prurito in tutte le persone politicamente corrette: pazienza. A loro non ci rivolgiamo, perché è inutile discutere con una persona che ha venduto il proprio cervello all’ammasso e che si crede intelligente solo perché riflette il pensiero dominante, credendosi, però una persona autentica, come il cane di Pavlov potrebbe credere di aver fame veramente allorché gli viene la saliva in bocca, anche se noi sappiamo che è solo un riflesso condizionato, prodotto dall’accostamento del suono di un campanello con l’arrivo puntuale della sua razione di cibo.

PP2?

PIROMANE E POMPIERE

Ovvero, come un ‘santo’ recita due parti.




Giorni or sono è apparso, sul quotidiano ‘La Verità’, e precisamente il 19 novembre, un servizio a firma di Francesco Borgonovo riportante, in esclusiva, un’intervista a Monsignor Mauro Longhi il quale narra di una visione notturna, manifestatasi a Papa Giovanni Paolo II, in vacanza nei giorni di marzo/aprile del 1993, sulle montagne del Gran Sasso nella zona di Montecristo.

Il Monsignore non racconta de relato ma assicura di averne avuta notizia, come confidenza, direttamente dallo stesso GP II durante una sosta della passeggiata mattutina. Diamo il nucleo più pregnante e significativo della visione così come Monsignor Longhi assicura di averla ricevuta e rammentata.
Giovanni Paolo II narra:
   “Ricordati queste parole, perché sono parole di un Papa. Ricordalo a coloro che tu incontrerai nella Chiesa del terzo millennio. Vedo la Chiesa afflitta da una piaga mortale. Più profonda, più dolorosa, più mortale rispetto a quelle di questo millennio. Si chiama islamismo. Invaderanno l’Europa. Ho visto le orde provenire dall’occidente all’oriente. Invaderanno  l’Europa, l’Europa sarà una cantina, vecchî cimeli, penombra, ragnatele. Ricordi di famiglia. Voi, Chiesa del terzo millennio, dovrete contenere l’invasione. Ma non con le armi, le armi non basteranno, con la vostra fede vissuta con integrità”. 

Pizzini?

UNA MADRE SCRIVE AL PAPA. DA TANTI MESI. È ANCORA IN ATTESA DI RISPOSTA, E MOLTI ALTRI COME LEI….




Non sono solo i cardinali, o i professori di università, o i teologi e comunque gli addetti ai lavori che scrivono al papa per esprimere perplessità e disagio, di fronte all’apparente scardinamento di principi basilari e consolidati. Anche semplici fedeli si sono fatti coraggio, e hanno indirizzato al papa i loro messaggi. Qualcuno di loro, non avendo risposta, si è rivolto a chi scrive queste righe, pensando che fosse possibile trovare in questo modo una via privilegiata. Gli ultimi due, nei giorni scorsi, dagli Stati Uniti e dall’Italia. Ma certamente sono numerosi quelli che hanno scritto e non se ne sa nulla.

Gesù Cristo? Non pervenuto.


Le parole del Buddha offrono a ciascuno di noi una guida. Parola di Francesco.


«Le parole del Buddha offrono a ciascuno di noi una guida». C’è qualcosa di stranamente inquietante in questa breve affermazione; ed è che ad averla pronunciata sia stata non un intellettuale o un qualunque uomo della strada, bensì il pontefice regnante, durante il viaggio “apostolico” nell’ex Birmania. L’occasione era quella dell’incontro, il 29 novembre, con i monaci buddhisti riuniti nel supremo “Shanga”: ebbene, il lungo discorso è doppiamente inquietante perché, pur citando Buddha e i suoi insegnamenti, Bergoglio omette totalmente di pronunciare il nome di Cristo. In tutto il discorso il nome di Gesù non compare nemmeno una volta.

La responsabilità di chi ha tramato la manipolazione


LA NUOVA BIBBIA PROTESTANTE



Una Bibbia "farlocca"? Come la neochiesa manipola anche le Scritture. Alcuni passaggi in cui è particolarmente evidente se solo si ha la pazienza di fare l'operazione di confrontare il testo originale con la traduzione italiana 
di Francesco Lamendola  

 

Già lo sapevamo e abbiamo sempre tentato, nei limiti del possibile, di difenderci, ma la cosa non è sempre facile, anche perché, a chi usa parecchio la Bibbia, pur sapendola quasi a memoria, succede di dare più importanza al contenuto che alla forma e di tralasciare il doveroso confronto fra il testo originale e le traduzioni. Un dotto e intelligente amico, Ruggero, ci ha segnalato alcuni passaggi in cui la manipolazione è particolarmente chiara ed evidente, se solo si ha la pazienza di fare questa operazione: confrontare il testo originale con la traduzione italiana. No, non stiamo parlando di una questione puramente filologica; non stiamo facendo un discorso che riguarda solo i palati fini e i biblisti più o meno specializzati: riguarda tutti i fedeli cattolici. Stiamo parlando di come la neochiesa sta manipolando, sotto il nostro naso, il testo della Bibbia, che è la Parola di Dio, per trasformarla, pian pianino, un po’ alla volta, ritoccando qua e modificando là, in una parola puramente umana, secondo le intenzioni e gli obiettivi di chi vuole togliere al popolo dei fedeli il suo bene più prezioso, per sostituirlo con un libro umano, troppo umano, che, alla fine di questa lenta e sistematica strategia, di “divino” conserverà poco, e di cristiano, nulla o quasi nulla.

Che Dio ci aiuti..!


I cardinali Burke, Brandmüller e Müller e il “Papa dittatore”


(di Roberto de Mattei) Nelle ultime settimane, sono apparse tre interviste di altrettanti eminenti cardinali. La prima è stata rilasciata il 28 ottobre 2017 dal cardinale Walter Brandmüller a Christian Geyer e Hannes Hintermeier del Frankfurter Allgmeine Zeitung; la seconda è stata accordata il 14 novembre dal cardinale Raymond Leo Burke ad Edward Pentin del National Catholic Register; la terza, del cardinale Gerhard Müller, è apparsa il 26 novembre sulle colonne del Corriere della Sera, a cura di Massimo Franco.
Il cardinale Brandmüller ha manifestato la sua inquietitudine davanti alla possibilità che si apra una divisione nella Chiesa. «Il solo fatto che una petizione con 870.000 firme rivolte al Papa per chiedergli una chiarificazione resti senza risposta – come non ottengono risposta 50 studiosi di rango internazionale – suscita delle questioni. È veramente difficile da capire». «Rivolgere al Papa dei dubia, dei dubbi, delle questioni, è sempre stato un modo per dissipare le ambiguità assolutamente normale. Per dirlo semplicemente, la questione è la seguente: qualcosa che ieri era un peccato può essere oggi buono? Ci si chiede inoltre se ci sono realmente degli atti – è la dottrina costante della Chiesa – che sono sempre e in tutte le circostanze moralmente riprovevoli? Come, per esempio, il fatto di uccidere l’innocente o l’adulterio? È questo il punto. Se si dovesse rispondere effettivamente con un “sì” alla prima questione e con un “no” alla seconda, ciò sarebbe di fatto un’eresia, e quindi uno scisma. Una scissione nella Chiesa».

Con l’aiuto di Dio

PER I PRETI PERSEGUITATI DALLA GERARCHIA

Società di San Martino di Tours e di San Pio da Pietrelcina. Continua l’aiuto ai sacerdoti in difficoltà
By Redazione On 28 novembre 2017 · Add Comment
Un’iniziativa che, con l’aiuto di Dio, sta mettendo radici e sta dando frutto, sia per i sacerdoti, sia per i molti laici che hanno trovato un saldo punto di riferimento. Abbiamo visto crescere il bene e ora chiediamo a tutti coloro che ritengono importante un lavoro come questo di continuare con lo sforzo generoso di sostenere un’iniziativa tanto fruttuosa.
Cari amici,
è trascorso un anno da quando abbiamo chiesto il vostro aiuto per sostenere i sacerdoti in difficoltà dentro la Chiesa a causa della loro manifesta e pervicace fedeltà alla fede cattolica. Molti di voi hanno contribuito subito, altri lo hanno fatto inseguito e tutti generosamente. Così generosamente che abbiamo potuto contribuire alla nascita di un’iniziativa che, con l’aiuto di Dio, sta mettendo radici e sta dando frutto. Ma, oltre a questo, è stato possibile aiutare altri sacerdoti in diverse parti d’Italia e, cosa non meno importante, metterli in contatto tra di loro.

mercoledì 29 novembre 2017

Recitano una macabra sceneggiata..


LA MANIPOLAZIONE DI DIO


La Chiesa vuole innalzare l’uomo fino a Dio, la neochiesa vuole abbassare Dio e l’uomo. Dentro la vera Chiesa si è insediata una chiesa falsa, eretica e apostatica che ha tuttavia l’ardire di spacciarsi per quella vera 
di Francesco Lamendola   



Ormai è divenuto evidente, purtroppo, che dentro la vera Chiesa si è insediata una chiesa falsa, eretica e apostatica, la quale tuttavia ha l’ardire di spacciarsi per quella vera: una neochiesa che è fonte di errori e che spinge i cattolici nella direzione opposta a quella che conduce al vero Dio. E il pericolo per le anime, oltre che lo scandalo continuo e la confusione sempre più dilagante, è divenuto gravissimo. Se volessimo sintetizzare in una formula breve, ma chiara ed incisiva, ciò che permette di riconoscere la vera Chiesa cattolica da quella falsa, potremmo dire così: lo scopo della vera Chiesa è quello d’innalzare gli uomini fino a Dio, il nostro Signore Gesù Cristo; l’obiettivo della neochiesa, invece, è esattamente l’opposto: degradare il sacro e abbassare Dio al livello dell’uomo, non per redimerlo, ma per scusarlo nei suoi peccati – ovvero, naturalmente, per dargli l’illusione che i suoi peccati siano scusati e giustificati - senza bisogno né di un vero pentimento, né di un cammino di conversione. Il che significa abbassare anche l’uomo. La neochiesa, davanti al peccatore, dice, con un sorriso furbo: Chi sono io per giudicare?, e intanto se ne lava le mani. Ma Gesù non agiva in tal modo; Gesù giudicava, eccome, non per durezza o per il gusto di affaticare e umiliare l’uomo, ma per salvarlo. Alla donna adultera, sorpresa in flagrante adulterio e minacciata di lapidazione dalla folla, Egli rivolge queste semplici, ma chiarissime parole:Nemmeno io ti giudico; ora vai, ma non peccare più! Gesù chiama l’adulterio “peccato”, e le raccomanda di non ricadervi. Ma non peccare più: questa seconda frase della sua raccomandazione, nel linguaggio della neochiesa, chi sa come, sparisce, forse dentro qualche cappello di prestigiatore, o in qualche doppio fondo della valigia; e resta solo la prima: Io non ti giudico.

Due pesi e due misure


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I “SILENZI” DI PIO XII ED I “SILENZI” DI FRANCESCO I 


I “SILENZI” DI PIO XII ED I “SILENZI” DI FRANCESCO I
Nota sul diverso destino di Papa Pacelli e Papa Bergoglio
Ieri – è notizia data da tutti i tg – Papa Francesco in Birmania ha fatto un discorso contro le persecuzioni etniche e religiose, senza nominare la minoranza islamica perseguitata in quel Paese, attualmente governato in condominio dalla sua Premier, nobel per la Pace, e dai militari al potere da sessant’anni. I tg hanno commento il “silenzio” del Papa regnante – ossia il fatto che non ha menzionato esplicitamente la minoranza mussulmana perseguita – osservando che ragioni diplomatiche e di opportunità, per non inasprire la situazione già difficile, hanno consigliato Papa Bergoglio a dire sottendendo. Tanto – hanno affermato i giornalisti di commento – tutti hanno capito lo stesso a cosa ed a chi si riferiva il Papa.
Ebbene, nel 1943, nel suo radiomessaggio natalizio, Papa Pio XII deplorò “la persecuzione di tanti per la sola ragione della loro appartenenza ad un stirpe“. Le notizie che si avevano di quanto stava accadendo in Germania erano del tutto frammentarie e nessuno, neanche le diplomazie occidentali, avevano sicuri riscontri del genocidio in atto. Si avevano solo notizie di massacri, di imprecisata consistenza, e di deportazioni. Era già accaduto, un anno prima, che i vescovi olandesi avevano pubblicamente criticato i metodi della Gestapo contro gli ebrei con il risultato che i nazisti, penetrando nei conventi, deportarono, per rappresaglia , anche gli ebrei convertiti al Cattolicesimo. Tra i quali la nota mistica e filosofa Edith Stein che si era fatta monaca. Fu per questo che i vescovi polacchi sconsigliarono a Papa Pacelli di fare una denuncia pubblica troppo esplicita.

Nei momenti più critici della storia

Il significato straordinario del messaggio profetico di Fatima



Il 7 ottobre 2017, nel Santuario della Madonna delle Grazie di Montenero, Livorno, in occasione del decimo pellegrinaggio del Coordinamento toscano Summorum Pontificum, il vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana S.E.R. Monsignor Schneider ha dato una conferenza dal titolo: Il significato straordinario del messaggio profetico di Fatima.
di S.E. Mons. Athanasius Schneider ORC*
L’ineffabile sapienza e misericordia della provvidenza divina dona ad ogni epoca della storia umana e della storia della Chiesa quei mezzi d’aiuto, che sono più necessari per sanare le piaghe spirituali e salvare gli uomini da grandi disastri spirituali e materiali. Di solito Dio interviene nei momenti più critici della storia umana e sacra per mezzo di quelle profezie autentiche che sono esaminate ed accettate dalla Chiesa. Tali interventi divini sono avvenuti nel corso della storia della Chiesa e avverranno fino alla fine del tempo.

Le grandezze del Signore

NOVENA ALL'IMMACOLATA CONCEZIONE (29 novembre - 7 dicembre) IN PREPARAZIONE ALLA SOLENNITA'

        

Immacolata Concezione della beata Vergine Maria, che veramente piena di grazia e benedetta tra le donne, in vista della nascita e della morte salvifica del Figlio di Dio, fu sin dal primo momento della sua concezione, per singolare privilegio di Dio, preservata immune da ogni macchia della colpa originale, come solennemente definito da papa Pio IX, sulla base di una dottrina di antica tradizione, come dogma di fede, proprio nel giorno che oggi ricorre.

I° GIORNO: INVOCAZIONE D'AIUTO A MARIA

O Vergine Immacolata, primo e soave frutto di salvezza, noi ti ammiriamo e con Te celebriamo le grandezze del Signore che ha fatto in Te mirabili prodigi. Guardando Te, noi possiamo capire ed apprezzare l'opera sublime della Redenzione e possiamo vedere nel loro risultato esemplare le ricchezze infinite che Cristo, con il suo Sangue, ci ha donato. Aiutaci, o Maria, ad essere, come Te, salvatori insieme con Gesù di tutti i nostri fratelli. Aiutaci a portare agli altri il dono ricevuto, ad essere "segni" di Cristo sulle strade di questo nostro mondo assetato di verità e di gloria, bisognoso di redenzione e di salvezza. Amen. 3 Ave Maria

La stoffa di un Vicario di Cristo?

IL PAPA DITTATORE: UN LIBRO SUL PONTIFICATO DI JORGE MARIO BERGOGLIO. UNA LUCIDA SCALATA AL POTERE.


 Da qualche giorno è presente su Amazon un libro il cui titolo dice già tutto: “Il Papa dittatore”. L’autore è Marcantonio Colonna, che viene descritto come un laureato a Oxford, con una profonda esperienza nel campo della ricerca storica, e in altri campi. Vive a Roma dall’inizio del pontificato di papa Bergoglio, e ha – dice la breve biografia che accompagna l’opera – “stretti contatti con molte persone che lavorano in Vaticano”. 

Essi stanno mentendo


LA NUOVA RELIGIONE DEL DIALOGO

È un non senso il “dialogo” fra Cristo e mondo. Oggi pare che dialogare sia il supremo dovere, anzi, la naturale ragion d’essere di quanti si dicono seguaci di Gesù Cristo: Lui però "il Maestro" non dialogava bensì insegnava 
di Francesco Lamendola  





Da molto, troppo tempo, i teologi neomodernisti ci rintronano gli orecchi con la parola “dialogo”, e il clero della neochiesa dietro ad essi, ripetendolo sempre più forte, come un mantra, martellandocela a un punto tale che molti fedeli, in buona fede, avendola sentita ripetere un milione di volte, fin da quand’erano bambini, hanno finito per crederci, anzi, per ritenerla una delle cose più normali, nonché più belle e buone, che un cattolico possa fare: “dialogare” col mondo. Pare infatti che il cattolicesimo, grazie a questo coro assordante, ma sempre più stonato, sia, per definizione, la “religione del dialogo”; e pare che “dialogare” sia il supremo dovere, anzi, la naturale ragion d’essere di quanti si dicono seguaci di Gesù Cristo. Strano, perché nei quattro Vangeli e in tutto il Nuovo Testamento la parola e il concetto del dialogare non ricorrono affatto. Gesù non era un Socrate della Palestina e non si dilettava per niente a dialogare con la gente. Nossignore: Gesù era un maestro spirituale, era – per chi crede in Lui – il Maestro; e quel che faceva con la gente, non era affatto dialogare, bensì insegnare, il che è una cosa molto, ma molto diversa.

La chiesa universale prega per bocca dei suoi figli

 Le ragioni del ritorno del latino in chiesa

Da milleseicento anni la lingua ufficiale della Chiesa cattolica romana è il latino, come della Chiesa di Costantinopoli è il greco antico, di quella di Mosca lo slavo ecclesiastico, dei luterani il tedesco medievale. Il latino è quindi anche la lingua della liturgia romana, come di altre liturgie occidentali: segno di unità ecclesiale che travalica tempo e spazio, perché collega le generazioni cristiane dai primi secoli sino ad oggi, e perché permette a tutti i cattolici di unirsi in una sola voce; è la chiesa universale che prega per bocca dei suoi figli senza distinzione di razza e cultura.

Che cosa è successo con la riforma liturgica? Per quanto siano stati tradotti nelle lingue parlate, molti testi liturgici non si potevano rendere con la stessa efficacia; per non parlare del canto gregoriano e polifonico legato ad esso. Inoltre, la tesi in sé positiva dell’inculturazione della liturgia in un luogo e cultura - per la quale fu promulgata l'Istruzione Varietates legitimae, da leggere complementariamente a Liturgiam authenticam - non può offuscar l’altra che la precede e la segue: la liturgia deve esprimere l’unità e la cattolicità della Chiesa. Joseph Ratzinger osservava che tradurre la liturgia nelle lingue parlate sia stata una cosa buona, perché dobbiamo capirla, dobbiamo prendervi parte anche con il nostro pensiero, ma una presenza più marcata di alcuni elementi latini aiuterebbe a dare una dimensione universale, a far sì che in tutte le parti del mondo si possa dire: "io sono nella stessa Chiesa" …per avere una maggiore esperienza di universalità, per non precludersi la possibilità di comunicare tra parlanti di lingue diverse, che è così preziosa in territori misti. Col latino i sacerdoti possono dire messa per qualsiasi comunità nel mondo ed essere compresi.

Gran Maetro dell'Oriente

Discorso del Gran Maetro dell'Oriente di Roma
in occasione della sua visita a Nay Pyi Taw,capitale del Myanmar 28 novembre 2017


Pubblichiamo il discorso pronunciato dal Dott. Jorge Mario Bergoglio,
nell'incontro di benvenuto con le Autorità del Myanmar
svoltosi all'“International Convention Centre” della capitale Nay Pyi Taw

martedì, 28 novembre 2017
I lettori ci perdoneranno la licenza di un titolo tanto ironico, ma la nostra intenzione è di mettere in risalto la totale acattolicità di questo intervento del vescovo di Roma, nel quale il Dott. Bergoglio, biancovestito, non solo non parla di Dio, limitandosi a parlare genericamente di “religioni”, ma elenca una serie di obiettivi, non tutti lodevoli, che sono propri della Massoneria universale e del suo relativo strumento: il Nuovo Ordine Mondiale; nei cui confronti  il cattolicesimo avrebbe solo il ruolo di collaboratore.


Signora Consigliere di Stato,
Onorevoli Membri del Governo … bla, bla, bla…

martedì 28 novembre 2017

Se le parole hanno un senso


EPPURE LO AVEVANO DETTO


L'intervista sul Concilio e le affermazioni sempre più ambigue o scioccanti di altissimi esponenti del clero, sedicente cattolico: "Si direbbe che costoro si ritengano degli iniziati, membri di una chiesa che non è la nostra" 
di Francesco Lamendola   


  

Nel libro-intervista che Jean Guitton ha pubblicato con il titolo Il secolo che verrà (Le siècle qui s'annonce; traduzione di Antonietta Francavilla, Milano, Bompiani, 1997, pp. 141 sgg.), in cui risponde alle domande di Philippe Guyard, parlando del Concilio Vaticano II e del cardinale Newman, di cui era un grande ammiratore e che considerava come il precursore di quell'evento, il filosofo francese, fra l'altro, diceva: 
Penso che il Concilio attuale, nei tempi futuri, considererà con ragione che il personaggio che lo ha più ispirato e meglio spiegato a quelli che non lo comprendono sia il cardinale Newman. Perché? Perché un Concilio ha due aspetti: è un agente della verità, e la verità è che "due più due fanno quattro". Di conseguenza il Concilio è newmaniano nella misura in cui si dedica alla ricerca della verità. Però nel XX secolo la verità è cambiata. E la difficoltà di questo Concilio consiste nell'armonizzare l'identità col cambiamento, cioè nell'adattamento; quello che il papa Giovanni XXIII chiamava l'aggiornamento. [...]
[Alla domanda se la santa Messa esprima il ministro dell'eternità nel tempo] Sì, però penso che la messa attuale sia una messa di decadenza, e che la formula "wonderful solemnity" [di Newman] non possa applicarsi alle messe sconsacrate che ci hanno presentato talvolta dopo la fine del Concilio. [...]

Per significare lo straordinario


L’Antico Rito della Messa è incomprensibile! Ti diciamo come rispondere a chi afferma questo  


Quando si parla dell’Antico Rito della Messa l’attenzione va senz’altro alla questione della lingua, cioè del latino. Tant’è che questo Rito è da tutti ricordato come “Messa in latino”.
Prima di tutto va detto che questa questione della lingua è secondaria e non primaria. Come abbiamo avuto modo di dire, la differenza tra Antico e Nuovo Rito non sta essenzialmente nella lingua ma in ben altro. Visto però che dobbiamo trattare questa questione, è bene che la capiamo nella maniera più corretta.

PravdaFake

Le Fake News e la Pravda



La Repubblica di oggi annuncia trionfante la prossima nuova legge sulla Fake News. Non ci sarebbe che da felicitarsi per la realizzazione di una norma riguardante il selvaggio web, luogo in cui dilaga la diffamazione e la violenza verbale grazie all’anonimato e all’immunità garantita.
Però, a questa giusta opera di legiferare sull’odio via etere, si affianca un’opera di contrasto alle notizie false, le cosiddette Fake News, le cui finalità restano dubbie. Anzi pare siano proprio queste ultime il punto cruciale della questione.
I media spiegano che l’esigenza di avere una regolamentazione di internet nasce proprio dalla necessità di porre un freno a tali Fake news.
Un’esigenza, spiegano tanti analisti, nata dopo la vittoria della Brexit, di Trump e in parte dalla vittoria del No al referendum italiano sulla riforma costituzionale.

Il gomitolo


Le storie di San Randazio: la misura dell’amore
Si racconta che il santo monaco Randazio un giorno fu invitato a predicare dal Conte Guiberto davanti alla sua corte. Il conte era uomo giusto e severo, ma tra i presenti ve ne erano alcuni che erano soliti farsi beffe della religione, lodando le virtù dell’amore terreno su quello celeste. Il sant’uomo, sapendo questo, si presentò davanti a quel consesso con un gomitolo di spago. “Questo gomitolo, vedete”, disse agli astanti, “è di una corda speciale benedetta, intrecciata dalle vergini del monastero. Serve a misurare l’amore”.
Gli ascoltatori mormoravano: “Ma cosa intende dire?”
“Ve lo spiego subito”, replicò quello.

Viva il Papa!

PEZZO GROSSO SI DIVERTE CON MŪLLER E -AHIMÈ – ANCHE CON TOSATTI. LO FA INTERVISTARE DAL CORSERA…





L’intervista del cardinale Mūller al Corriere della Sera, in cui si rifiuta di farsi attribuire la leadership del partito anti-Bergoglio, chiede – che stranezza, vero? -che invece di insultare perplessità e dubbiosi si dialoghi con loro – e rivela alcune cose dell’uomo Bergoglio che ahimè ne danno la misura, ha scatenato i peggiori istinti di Pezzo Grosso. Che come vedete non risparmia neanche il suo povero anfitrione…Grazie a Pezzo Grosso, un sorriso di questi tempi è un dono raro.

Una tristezza senza fine..


NEOCHIESA E RIFIUTO DI CRISTO


La neochiesa rifiuta la croce perché rifiuta Cristo. Quando il papa Francesco alla domanda angosciata di un ragazzino rimasto orfano risponde a sua volta con una domanda ancor più "angosciata", ma costui è degno di essere papa?
di Francesco Lamendola

 


Il 2 giugno 2017 il papa Francesco ha incontrato i ragazzi del Gruppo “Cavalieri”, nell’aula dedicata a Paolo VI, e ha risposto ad alcune domande poste da loro. Di particolare interesse è stato quanto ha detto sul tema della sofferenza, specialmente la sofferenza dei bambini, allorché è stato sollecitato da un giovane studente di origine bulgara, Tanio, raccolto dall’orfanotrofio a cinque anni e adottato da una famiglia italiana, il quale aveva perso, di recente, sia la mamma adottiva, sia i nonni con i quali viveva, e che ora gli domandava lumi, appunto, sul mistero della sofferenza. Non possiamo riportare tutto il discorso; chi lo desiderasse, lo troverà facilmente in rete; ne riportiamo il passaggio in questione, che ci è sembrato particolarmente significativo:

lunedì 27 novembre 2017

Perché mi fai vedere iniquità e dolori?


Feria Tertia infra Hebdomadam XXIV post Octavam Pentecostes V. Novembris ~ IV. classis
Ad Matutinum
Lettura 1
Incomincia il Profeta Abacuc
Hab 1:1-4
1 Profezia su ciò che vide il profeta Abacuc.
2 Fino a quando, o Signore griderò io, e tu non mi esaudirai? alzerò la voce a te per la violenza che patisco, e tu non mi salverai?
3 Perché mi fai vedere iniquità e dolori, vedere la rapina e l'ingiustizia di fronte a me, si fa lite e la soverchieria prevale?
4 Per questo è straziata la legge e senza corso la giustizia; perché l'empio prevale contro il giusto, perciò ne riesce pervertita la giustizia.

Dio vuole che nessuno si perda

I tre pellegrinaggi di Giovanni Paolo II a Fatima. Il messaggio nella sua urgenza


Tra i discorsi tenuti a Fatima da Giovanni Paolo II in occasione dei suoi tre pellegrinaggi, due meritano maggiore attenzione: l’Omelia del 13 maggio 1982 e quella del 13 maggio 2000. Entrambe pronunciate in due momenti di grandissima importanza per la vita del Pontefice e della Chiesa:la prima a ridosso di quell’attentato che gli avrebbe tolto prematuramente la vita se una “mano” misteriosa non avesse deviato la pallottola che lo ferì (il Papa diceva a proposito: “una mano ha sparato e un’altra ha guidato la pallottola”); la seconda a qualche mese di distanza da un avvenimento di interesse mondiale: l’inizio del Terzo Millennio, che vedeva il Papa Giovanni Paolo II alla guida della Barca di Pietro e che non iniziava certo sotto i “migliori auspici” (solo un anno dopo ci fu il tragico attentato alle Torri Gemelle, l’11 settembre 2001).

L’inferno è causato dal nostro rifiuto

TRA FATIMA E LE SCRITTURE
La visione dell'Inferno mette in moto la preghiera





Stando al resoconto di Lucia, il 13 luglio 2017 a Fatima la Madonna mostrò ai veggenti «un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri» (Suor Lucia Dos Santos, IV Memoria: EV 19/987).

E chi cambia la liturgia, cambia tutto


BELLEZZA DELLA LITURGIA
  

È la bellezza della liturgia a educare il cuore. Il cattolicesimo aveva una tradizione straordinaria invidiata da tutti: la Chiesa ha sempre saputo che la liturgia non è solo la forma ma la anche sostanza del servizio divino
di Francesco Lamendola   


 
  
 Anche il cuore deve essere educato, non solo la mente; anche e soprattutto per quanto riguarda la sfera religiosa. I nostri nonni, i nostri antenati, lo sapevano benissimo; noi, non più. Il cattolicesimo aveva una tradizione straordinaria, ricchissima, invidiata da tutti: la Chiesa ha sempre saputo che la liturgia non è solo la forma, ma la anche sostanza del servizio divino. Poi è arrivata la conclamata “stagione” del Concilio, i modernisti hanno rimesso fuori la testa dalle fogne nelle quali s’erano rintanati per una sessantina d’anni, si sono silenziosamente impadroniti, con un colpo di mano, del timone della Chiesa, non senza inconfessabili, ma potenti spinte, “suggerimenti” e connivenze da parte dei grembiulini e dei circoncisi, ed è iniziato lo smantellamento sistematico, anche dal punto di vista architettonico, della sacra liturgia. E chi cambia la liturgia, cambia tutto, cambia la sostanza stessa di una religione. Si sono spezzati e rovesciati gli altari, venduti all’ingrosso i secolari arredi sacri, e si sono costruite chiese nuove secondo lo spirito nuovo, che non paiono luoghi sacri, ma brutte scatole di cemento, paiono fabbriche, o palazzi amministrativi, o spelonche da quanto sono buie; si è gettato via il latino dopo duemila anni, e chi si ostina a usarlo viene discriminato, guardato con estremo sospetto, perseguitato (vedi i Francescani dell’Immacolata); è stata radicalmente riformata la liturgia della Parola, che è diventata liturgia della parola, cioè di una parola puramente umana, non più della Parola divina; alla musica d’organo, in molte chiese, si sono sostituite le chitarre, al canto gregoriano, le danze e i balletti moderni, magari in versione multietnica; le omelie sono diventate improvvisazioni neomarxiste e neomoderniste, senza un’ombra di spiritualità, le “preghiere dei fedeli” sono diventate delle banali e ripetitive giaculatorie laiciste e progressiste; e, da ultimo, si è iniziato a modificare perfino la traduzione delle Sacre Scritture, sulla base di nuovissimi criteri filologici il cui scopo è, come direbbe padre Sosa Abascal, “contestualizzare”, cioè individuare l’ambito preciso, il destinatario preciso, in cui quella certa frase di Gesù, o di san Paolo, è stata pronunciata, in modo da evitare “l’errore” di assolutizzarla: errore, evidentemente, in cui per duemila anni la chiesa pre-conciliare si era attardata, per sua colpevole ignoranza.