ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 2 aprile 2018

Davanti alla grotta

Le apparizioni di Gesù Risorto nelle visioni della Beata Caterina Emmerick



Le pie donne al sepolcro. Apparizioni del Signore risorto

«Ed ecco che Gesù si fece loro incontro e disse: “Salute a voi!”» (Matteo 28,9).

Le quattro discepole entrarono nel giardino di Giuseppe, ma non sapevano ancora dei prodigi che erano avvenuti nel sepolcro. Esse non sapevano neppure che questo fosse sorvegliato dalle guardie, perché il sabato non vi si erano recate. Adesso si domandavano preoccupate:

«Chi ci aiuterà a rimuovere la pietra che chiude l'ingresso del sepolcro?».

Infatti, nel loro fervente desiderio di onorare Cristo, non avevano affatto pensato a tale difficoltà. Le pie donne desideravano ardentemente completare l'inumazione del corpo di Gesù cospargendolo di aromi e di fiori.

Salomè aveva portato la maggior quantità di oli aromatici. Questa non era la madre di Giovanni, ma una ricca signora di Gerusalemme parente di san Giuseppe.

Dopo essersi consultate fra loro, le pie donne concordarono di aspettare davanti al sepolcro qualche discepolo che venisse ad aprire.

Occorre più fede nel non credere

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Lo sai che che occorre più fede per credere che Cristo non sia risorto, piuttosto che nel contrario?

Con questo scritto vi spieghiamo perché è più facile credere che Cristo sia risorto piuttosto che non lo sia.

Buona lettura.

Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioé Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.

In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta

(1 Corinti 15,3-6)

Introduzione

La Resurrezione è un mistero centrale della nostra fede; senza di essa il Cristianesimo non avrebbe senso. San Paolo lo dice chiaramente: “(…) se Cristo non è resuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la nostra fede.”[1]

Il Cristianesimo è vera risposta alle esigenze dell’uomo, in quanto è risposta e soluzione al male, alla sofferenza, alla morte; ed è risposta alla morte, perché Gesù, il Dio fattosi uomo, è risorto. Se il Cristianesimo si arrestasse alla Croce, si ridurrebbe ad un’opinione e ad una dottrina filosofica; ma il Cristianesimo non è questo perché, attraverso la Resurrezione, è la Verità che manifesta la sua potenza di Vita.

E’ giusto indagare sulla credibilità della Resurrezione

In nome di Dio

Don Camillo santo subito. Nel Terzo millennio ci serve ancora un curato

Il prete della Bassa è un reazionario (come il suo creatore). Ma in nome di Dio
È passato mezzo secolo da quella mattina piovosa del 24 luglio 1968, quando Giovannino Guareschi venne accompagnato al camposanto di Roncole Verdi da un gruppetto di amici. Era, già allora, lo scrittore italiano più tradotto nel mondo: ma il milieu della cultura e il palazzo della politica lo avevano abbandonato da un pezzo.
Dietro al feretro, «non uno d'un rappresentante di quel partito che il 18 aprile 1948 egli contribuì a mettere sul trono», scrisse Giovanni Mosca sul Corriere della Sera del giorno dopo. Era stato lui, Guareschi, a inventare quel formidabile slogan («Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no») che la Dc avrebbe usato contro il Fronte Popolare: «Ma il discorso sulla ingratitudine - scrisse ancora Mosca - è un discorso vecchio che non mette più conto di fare». I democristiani, a Guareschi, gliel'avevano giurata da quando si era messo di traverso a De Gasperi. Quanto al mondo della cultura perbene, aveva sempre odiato Guareschi. Anzi lo aveva sempre disprezzato, che è peggio. Quando si cominciò a cercare un regista per il primo Don Camillo al cinema, si dovette andare in Francia per trovarlo. In Italia tutti gli interpellati si erano chiamati fuori: «Chi perché il film tirava in ballo i comunisti, e chi invece perché il film tirava in ballo i comunisti», spiegò Giovannino.

Si smetterà di dire blasfemie ed eresie?

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“Perché non ci sono pastori che indicano dov’è il lupo”

    «Se in cielo potesse esserci tristezza, san Giuseppe sarebbe molto triste in questi tempi, vedendo la Chiesa decomporsi come se fosse un cadavere. Ma la Chiesa non è un cadavere!».
Sapete di chi è questa riflessione fulminante?  È di un santo: san Josemaría Escrivá de Balaguer, e fa parte di una serie di venticinque testi inediti pubblicati in Spagna da Rialp in un volume, En diálogo con el Señor, datati  tra il 1954 e il 1975: conversazioni e meditazioni che san Josemaría ebbe con fedeli dell’Opus Dei a Roma.
Nella meditazione alla quale appartiene la frase sopra riportata il fondatore dell’Opus Dei prosegue così: «Le persone passeranno, i tempi cambieranno e si smetterà di dire blasfemie ed eresie, che ora si propagano senza alcun ostacolo, perché non ci sono pastori che indicano dov’è il lupo».

Nell’ora della prova

PERSECUZIONE DEI CATTOLICI


I cattolici sono pronti alla persecuzione? Le parole scritte da un ragazzo non ancora quindicenne José Sánchez del Rio che militava nell’esercito dei Cristeros la notte del 7 febbraio 1928 subito dopo essere stato catturato di 
di Francesco Lamendola   

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Mia cara mamma: sono stato preso prigioniero in combattimento quest'oggi. Penso al momento in cui andrò a morire; ma non è importante, mamma. Ti devi rimettere alla volontà di Dio; muoio contento perché sto morendo al fianco di Nostro Signore. Non ti preoccupare per la mia morte, che è ciò che mi mortifica. Invece, di' ai miei altri fratelli di seguire l'esempio del più piccolo e farai la volontà del nostro Dio. Abbi forza e inviarmi la tua benedizione insieme a mio padre. Salutami tutti per l'ultima volta e ricevete il cuore di vostro figlio che vi ama entrambi e vi avrebbe voluto vedere prima di morire.

Queste parole sono state scritte da un ragazzo non ancora quindicenne, José Sánchez del Rio, che militava nell’esercito dei Cristeros, la notte del 7 febbraio 1928, subito dopo essere stato catturato dalle truppe dell’esercito federale messicano, durante la presidenza di Plutarco Elías Calles, autore di leggi ferocemente anticattoliche. Appena dodicenne, José, seguendo l’esempio dei suoi fratelli,  aveva voluto arruolarsi, contro la volontà della madre e, inizialmente, contro il parere del generale cattolico Mendoza, il quale poi, davanti alle sue insistenze, cedette. Dopo che il ragazzo ebbe pronunciato il solenne giuramento davanti a Gesù Eucaristico, ricevette l’incarico di portare in battaglia l’insegna della Vergine di Guadalupe, con la scritta Viva Cristo Rey! Durante la sanguinosa battaglia di Cotua, il 25 gennaio 1928, cedette il suo cavallo al generale Mendoza, la cui cavalcatura era rimasta uccisa, affermando che lui era più necessario alla causa. Durante la marcia a piedi, mentre, insieme ad altri, cercava di coprire la ritirata del grosso, venne catturato e condotto nella chiesa, trasformata in pollaio per disprezzo, del suo villaggio natale di Sahauyo, dove era stato battezzato e davanti alla quale aveva deciso di unirsi ai Cristeros, allorché aveva visto i soldati governativi fucilare il parroco.

“La rivoluzione di papa Francesco“

Papa Francesco e la pericolosa rivoluzione del politicamente corretto

Il vaticanista Americo Mascarucci nel suo libro “La rivoluzione di papa Francesco“ racconta le tante aperture di Bergoglio, i dubbi, le perplessità e il disorientamento di una parte del mondo cattolico e i rischi di un carisma che appare svuotato di riferimenti dottrinali.

Americo Mascarucci è il giornalista che due giorni prima dall’Habemus Papam e dell’elezione di Jorge Mario Bergoglio al soglio di Pietro, predisse la sua elezione.
Ora, cinque anni dopo quel momento, Mascarucci analizza i frutti e gli effetti del suo pontificato in un libro - «La rivoluzione di Papa Francesco - Come cambia la Chiesa da Don Milani a Lutero» (edito da Historica Edizioni) - che è anche un approfondito viaggio tra i tanti dubbi seminati dalle aperture Papa Francesco e in particolare sull’accusa di cedere al sincretismo, al relativismo, all’equiparazione di tutte le religioni, all’idea che tutte le religioni siano uguali e quindi interscambiabili.
Mascarucci nel suo libro evidenzia quanto Bergoglio si concentri su un concetto di santità basato sulla «profezia», ovvero la capacità di saper anticipare i tempi. «Papa Francesco sembra orientato a privilegiare quelle figure che, nella sua ottica, erano dalla parte giusta quando la Chiesa ne contrastava o ne puniva l’irruenza, lo spirito ribelle, il comportamento molto ideologico e poco pastorale».

Tre punti di umiltà

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La Chiesa risorgerà se ogni uomo
nel suo stato di vita, vorrà fare quello che può.

Resurrezione della Chiesa?

E il giorno prima di Pasqua dovrebbe essere un buon momento per pensare a come la Santa Madre Chiesa sortirà dal suo attuale stato di abbattimento. Con la nostra Fede cattolica sappiamo con assoluta certezza che essa risorgerà e che durerà fino alla fine del mondo (Mt. XXVIII, 20). Ma sarebbe un grave errore pensare che questa volta risorgerà con mezzi umani, poiché penso subito a quali mezzi umani potrebbero oggi venire in suo soccorso: come ad esempio le “discussioni teologiche” o le trattative diplomatiche con i suoi attuali maestri in Vaticano.

In effetti, le discussioni teologiche del 2009-2011 non hanno portato da nessuna parte, è questo il motivo per cui non abbiamo sentito quasi nulla di esse da allora: perché hanno dimostrato che l’abisso dottrinale tra la Roma conciliare e la Tradizione cattolica non può essere colmato. E le trattative diplomatiche possono condurre al massimo alla mera apparenza di un salvataggio della Tradizione, perché i Romani di oggi hanno 2000 anni di esperienza diplomatica e non vogliono la Tradizione, perché è un serio ostacolo al loro Nuovo Ordine Mondiale, dove Nostro Signore Gesù Cristo non ha più alcuna possibilità di regnare. Il problema è il rifiuto generalizzato di Dio da parte dell’umanità in generale e da parte dei Suoi stessi uomini di chiesa romani in particolare..

domenica 1 aprile 2018

La stagione della banalizzazione

                        EDUCARE, NON TRADURRE



La Chiesa nei secoli si è preoccupata di spiegare e non di tradurre. E “tradurre” non è spiegare, anzi a volte è sinonimo di “abbandonare”.

  Va di moda da troppi anni, dentro la Chiesa Cattolica, un mea culpa incomprensibile, che nel cinquecentenario dell'eresia protestante è diventato addirittura un mea culpa assordante: la Chiesa ha trascurato la Sacra Scrittura, Lutero ce ne ha ricordato l'importanza, oggi la Chiesa ha rimesso al centro la Bibbia.

  Come si fa a dire che la Chiesa ha trascurato la Sacra Scrittura? Come si fa a negare il lavoro di secoli per commentarla e spiegarla; come si fa a censurare tutto il lavoro educativo svolto dal magistero di secoli a partire dai Padri della Chiesa? E dire che i Padri hanno sempre commentato la Sacra Scrittura in abbondanza, anzi quasi esclusivamente.

Il miracolo dei miracoli

UN RAGIONAMENTO AL GIORNO, TOGLIE L’INCREDULO GNOSTICO DI TORNO: RISURREZIONE DI CRISTO E LA RAGIONE UMANA 

Risurrezione di Cristo e la ragione umana.
Nell’augusta nostra Religione vi è un fatto solenne e strepitoso, che è il vertice della vita di Cristo, che getta una luce sfolgorante sulla sua divina missione, che suggella tutta l’opera sua e fa scintillare sulla sua fronte gli infiniti splendori della sua divinità: voi mi avete già compreso: esso è il fatto della sua Risurrezione, che la Chiesa in questo giorno, con tutta la pompa del sacro rito e con santo tripudio del suo cuore, rammenta e festeggia. Tutta la nostra Religione, tutta la nostra fede poggia, come sulla sua pietra fondamentale, su questa verità: Gesù Cristo è vero Dio! – Ora le prove svariatissime della divinità di Gesù Cristo si legano e si intrecciano tra loro per guisa che, tutte mettono capo e quasi si incentrano nel gran fatto della Risurrezione. È questo il miracolo dei miracoli, la prova delle prove della sua Divinità: se questa non regge agli assalti della ragione umana e della miscredenza, tutto intero si sfascia l’edificio della nostra fede: se questa prova sta salda di fronte agli assalti dei nemici tutti, con essa e per essa sta ritta in piedi la grand’opera di Cristo: la Chiesa e, con la Chiesa e per la Chiesa, la sua dottrina. Ecco perché gli Apostoli, fin dal primo dì che annunziarono il Vangelo, appellarono costantemente al miracolo della Risurrezione: ecco perchè l’Apostolo gridava ai Corinti: “Se Cristo non è risuscitato, è vana la nostra predicazione, vana ancora la nostra fede; noi siamo falsi testimoni di Dio, voi siete ancora nei vostri peccati…. e siamo i più miserabili di tutti gli uomini” (I ai Cor. XV, 14, 15, 17, 19) –

‘Ehi, sister: hai visto che la preghiera funziona?’

La Pasqua di Damasco: “Ora non abbiamo più paura”


“Oggi è il Venerdì di Quaresima e saremmo dovute andare alla chiesa latina di Bab Touma per partecipare alle funzioni religiose. Purtroppo, però, è scoppiata una rivoluzione contro il governo siriano e alcuni uomini armati hanno sparato per le vie della città. Hanno chiuso tutte le strade e ci hanno impedito di uscire. Per questo motivo abbiamo pregato in casa, con un po’ di terrore e tristezza per quello che sta accadendo in Siria”. Così scrivevano, nella loro Cronaca, le suore del memoriale di san Paolo a Damasco il 25 marzo di sette anni fa. Sette anni in cui la capitale siriana ha vissuto sotto l’incubo dei missili e dei colpi di mortaio dei ribelli lanciati dalla Ghouta orientale. 
Oggi, a distanza di sette anni, la situazione è profondamente cambiata e la paura di un attacco dei jihadisti è ormai sparita. Lo scorso 24 marzo, l’esercito di Bashar al Assad è riuscito a prendere il controllo del 90 percento della Ghouta, dopo un mese di battaglia furibonda e di accordi mediati dalla Russia. “È finita, è finita” – ci dice suor Yola – “Adesso non ci attaccheranno più. Siamo pronti a festeggiare la Pasqua. Gli scout sono già usciti per strada con i loro tamburi. Siamo tornati alla vita”. 

La Pasqua degli skripalati


Attacco alla Pasqua!
Una recente inchiesta di The Sun ha svelato che quest’anno in Gran Bretagna circa 70 milioni di uova di cioccolato pasquali, ossia l’equivalente del 90% di quelle presenti sul mercato, siano state commercializzate prive di qualsiasi riferimento nel fronte della confezione che potesse ricollegarle alla Pasqua.

L’inchiesta è stata condotta in numerose città del paese, tra cui Londra, mostrando come nella maggioranza dei casi le uova presenti nei negozi o nelle grandi catene di supermercati, prodotte o distribuite dalle più grandi marche del settore, non menzionino la parola Pasqua. Hotel Chocolat, Marks&Spencer, WHSmith, Green&Black’s, Cadbury, Sainsbury’s, questi sono soltanto alcuni dei produttori e dei distributori che hanno condotto questa campagna di rimozione della Pasqua dalla Pasqua.

La secolarizzazione ha cessato da almeno un ventennio di essere un fenomeno storico partorito dalla separazione tra Stato e Chiesa avvenuta gradualmente nel Vecchio Continente nel corso del Novecento ed è diventata uno strumento con cui le élite liberal-progressiste possono promuovere la loro agenda cristianocida in Occidente.

Vatifakes

Due papi, due Chiese. Le "fake news" di Francesco e il gran rifiuto di Benedetto



Una settimana fa, nell'omelia della domenica delle Palme, papa Francesco ha tuonato contro i falsi resoconti "di chi manipola la realtà e crea una versione a proprio vantaggio e non ha problemi a incastrare altri". Perfetto.
Senonché proprio una di queste “fake news”, e delle più rovinose, gli era appena scoppiata in casa ad opera del suo artificiere prediletto, monsignor Dario Edoardo Viganò, l'uomo che Jorge Mario Bergoglio ha voluto al comando di tutti i media vaticani e non ha smosso da lì neppure dopo lo sbalorditivo passo falso, che per il papa evidentemente non è tale ma è un'opera di bene, anche se ordita a danno del mite suo predecessore di nome Benedetto.
In effetti all'inizio tutto sembrava muoversi nel verso stabilito, come avviene di regola con le "fake news" ben costruite.

We have a dream..

Papa Francesco, il sogno di Marcello Veneziani: un nuovo Pontefice



"Stanotte ho fatto un sogno strano: ho sognato che oggi, nel giorno di Pasqua, si affacciava a sorpresa dal balcone pontificio un nuovo Papa con la testa d'uovo e una grande barba". Esordisce così Marcello Veneziani in un articolo su Il Tempo. Un pezzo in cui dà conto di una sorta di visione e che, non a caso, viene pubblicato proprio a Pasqua. Resta il punto centrale: il Papa non è Francesco. Il Papa è "Pasquale III". E terzo "in virtù della tradizione e non per l'anomalo affollamento di papi viventi in Vaticano".

Il rinnovarsi del sacrificio di Cristo

EUCARISTIA SACRIFICIO DI CRISTO


Perché Gesù s’immola nell’Eucaristia? Vaneggiano in maniera "blasfema" certi preti e certi teologi dei nostri giorni, quelli della “nuova” chiesa di papa Francesco o vaneggiavano i preti, vescovi e papi degli ultimi 1900 anni ? 
di Francesco Lamendola  
  
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Offrire le proprie sofferenze a Dio è bestemmia: parola di teologo, per la precisione di Alberto Maggi. E non è solo teologo e biblista, Alberto Maggi; è anche un sacerdote: è un servo di Maria, come il poeta David Maria Turoldo. Sì, avete capito bene, non è uno scherzo e del resto, su queste cose e di questi tempi, non abbiamo alcuna voglia di scherzare: Offrire le proprie sofferenze a Dio è bestemmia. Si vede che avevano voglia di scherzare tutti quei sacerdoti e quei teologi i quali, per millenovecento anni, hanno insegnato e ripetuto che offrire le proprie sofferenze a Dio è la cosa più bella che un’anima cristiana possa fare; è il segreto per vincere la sofferenza e per realizzare l’unione con Cristo; è il vertice della vita mistica del cristianoChi ha più di cinquant’anni, sa che questi erano gli insegnamenti del clero, queste erano le posizioni dei teologi cattolici; e ora siamo arrivati al punto che, se non avessimo più di cinquant’anni, potremo anche pensare di esserci sognati tutto quanto. Oppure, ripetiamo, potremmo e dovremmo pensare che quei teologi e quei sacerdoti erano in vena di scherzi: scherzi di pessimo gusto, vere e proprie blasfemie, dato che ci hanno insegnato delle bestemmie, facendoci però credere che erano cose sublimi, offerte d’amore al nostro Signore e Redentore. Perciò, delle due, l’una: o vaneggiavano e scherzavano in maniera blasfema i preti, i vescovi, i papi degli ultimi millenovecento anni; oppure vaneggiano e scherzano in maniera blasfema certi preti e certi teologi dei nostri giorniquelli della “nuova” chiesa di papa Francesco, e lui prima di tutti gli altri. Lui che dice che l’inferno non esiste, che il Giudizio non ci sarà e che le anime dei malvagi saranno annichilite, cesseranno di esistere, dato che non esiste un luogo come l’inferno, tanto meno eterno.

sabato 31 marzo 2018

L’attesa della Vergine Maria

Sabato Santo, ore 23. 00: Il Redentore, apparendo alla Divina Madre sul Calvario, le preannuncia la sua prossima Risurrezione


Dalle Visioni della Beata Caterina Emmerick

"Alle undici di notte la santa Vergine fu presa dall'irresistibile desiderio di ripercorrere la Via Crucis.
Si alzò dal letto, si avvolse in un mantello grigio e lasciò il cenacolo.
Attraversò gran parte della città, percorrendone le vie deserte e fermandosi nei luoghi dove il Salvatore aveva sof ferto i più gravi oltraggi.

Di’ un po’ a quella Signora..

“Ma perché la Madonna non fa vedere l’inferno al Papa?”



Se si ammette che Dio annichila un’anima, le conclusioni che logicamente si traggono sono devastanti.
di Don Alfredo Maria Morselli
  1. Non solo eresie.
Quest’anno la Via Crucis del venerdì santo ha una stazione in più: Scalfari riporta le parole del Santo Padre sull’inferno per la seconda volta [1]. Mi limito a commentare le parole riportate nell’intervista, evitando di dilungarmi sul comunicato della Sala stampa vaticana, in cui il tutto è negato… senza essere chiaramente smentito.

L’esatto contrario di una eresia

TRADIZIONALISTI "VERI CATTOLICI"



Tradizionalisti o semplicemente "veri cattolici"? i timori di padre Gioacchino Ventura non erano esagerati: il pelagianesimo sta rientrando in grande stile nella Chiesa cattolica è "l’eresia" che compendia tutte le altre eresie 
di Francesco Lamendola  

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I cattolici progressisti e modernisti, vale a dire gli eretici progressisti e modernisti che si nascondono dietro la maschera del cattolicesimo, hanno creato una parola con la quale bollare a fuoco i cattolici veri, i quali, naturalmente, hanno il torto di opporsi ai loro disegni e, in particolare, al loro tentativo di modificare la dottrina, rivoluzionare la liturgia e impadronirsi del vertice della Chiesa: questa parola è tradizionalismo.
Specialmente a partire dal Concilio Vaticano II, l’evento che fa da discrimine fra la vera Chiesa cattolica e la neochiesa massonica e gnostica, l’espressione “cattolici tradizionalisti” acquista sempre più un significato inequivocabilmente negativo; e, a partire dalla scomunica di monsignor Lefebvre, nel 1988, si carica ancor più di valenze negative, perché indica la prossimità con un movimento di scomunicati; e poco importa che Lefebvre e gli altri quattro vescovi da lui ordinati siano stati scomunicati per ragioni meramente disciplinari e non dottrinali: né avrebbe potuto essere altrimenti, visto che nessuno ha potuto trovare la benché minima parola o azione eretica da parte loro, ma, al contrario, una fedeltà assoluta alla Chiesa e ai suoi insegnamenti di sempre. Quanto ai vertici della Chiesa, alle Conferenze Episcopali, al Collegio dei cardinali e ai sommi pontefici, sia prima che dopo il 1988, hanno giocato d’astuzia, ponendosi, sul modello politico della vecchia Democrazia Cristiana, in una posizione centrista fra “modernisti” e “tradizionalisti”, come se i due opposti “estremismi” fossero equivalenti, mentre il modernismo è una eresia, condannata formalmente come tale da san Pio X nel 1907, mentre il tradizionalismo, nell’accezione comune del termine è, semplicemente, una posizione di fermezza e intransigenza nella dottrina e nella fede cattolica, dunque l’esatto contrario di una eresia.

“Continuità” fra due pontificati.

PEZZO GROSSO, BERGOGLIO E RONCALLI. UN CONSIGLIO AI TANTI CATTOLICI CONFUSI.

Carissimi amici e nemici di Stilum Curiae, troll e frombolieri vari, che vedo stanno intensificando la loro attività (ed è un buon segno: significa che il lavoro che stiamo compiendo ha un senso) ho avuto da fare fuori Roma nei giorni scorsi e a parte la moderazione dei commenti come avete visto non sono riuscito a rinfrescare la vetrina del blog.
Nel frattempo mi ha scritto Pezzo Grosso. Ve lo offro subito, e dopo mi permetto di fare qualche riflessione sulle ultime attività del Pontefice regnante.

Ascolta..Omissis

https://gloria.tv/photo/yMaxY8SMS8nD1hCrVFxaizvbS

Sinodo dei giovani. Quelle voci ignorate

    Abbiamo già parlato del documento prodotto dai giovani in vista del sinodo dei vescovi in programma il prossimo ottobre. Un testo che più che fornire stimoli ricalca quasi alla lettera le convinzioni al centro del pontificato di Francesco e propone una visione tutta orizzontale della Chiesa, secondo schemi di sapore sessantottino.
Com’è nato il documento? Il Vaticano ha spiegato che è stato il frutto di un’ampia consultazione condotta in tutto il mondo, ma il tono generale fa supporre che ci sia stata una regia tesa a privilegiare alcuni aspetti a danno di altri e una conferma in tal senso viene dalla testimonianza di un membro del gruppo Facebook di lingua inglese, John Monaco, laureato alla Boston College School of Theology and Ministry, che sul Catholic Herald  (http://catholicherald.co.uk/commentandblogs/2018/03/30/on-liturgy-and-orthodoxy-the-synod-document-forgot-our-voices/) denuncia che in sede di consuntivo finale è stata del tutto ignorata l’attenzione dimostrata da alcuni giovani nei confronti di temi come la forma straordinaria della messa, in base al motu proprio di Benedetto XVI Summorum pontificum del 7 luglio 2007, e gli insegnamenti più impegnativi della Chiesa.

Non dimenticare l’uomo oggi chiuso nel sepolcro

Non approfittate del triste spettacolo offerto dalla Chiesa per dimenticare Cristo

Potete non credere che sia il figlio di Dio ma non potete non credere che si sia fatto uccidere per sollevare la vostra condizione

Cristo deriso da un soldato. Carl Heinrich Bloch (1835-1890)
Molte persone non vanno in chiesa per via di questo Papa straparlante, Giovedì Santo forse pure stralavante (lavanda dei piedi a detenuti maomettani), e nei giorni precedenti certo stracoprente i monsignori che hanno mancato di rispetto, platealmente, ignobilmente, impunemente, al vecchissimo e malatissimo Papa emerito. Molte persone enfatizzano la rottura bergogliana dimenticando un Papa strabaciante (Giovanni Paolo II nel 1999 baciò il Corano, gettando nella costernazione i cristiani orientali perseguitati dai seguaci di quel libro), un Papa profanatore di cadaveri (Stefano VI), un Papa eretizzante (Liberio), un Papa spergiurante (Pietro) e chissà quanti altri Papi disdicevoli, laggiù nei secoli felicemente bui in cui il mistero proteggeva i pontefici da sé stessi e dal mondo.

Tunc exspuerunt in faciem eius

Verona, prete si fa crocifiggere: "Per i migranti e i disoccupati"

Don Diego Castagna, 41 anni, parroco di Arcole, si fa crocifiggere in piazza ad Arcole (Verona): "L’idea partita dalla presenza di migranti nella nostra comunità"


Don Diego Castagna, 41 anni, parroco di Arcole, a Gesù dice di assomigliargli "nell'aspetto, non per essere adorato come lui".
Eppure quella sua somiglianza l'ha fatta fruttare in questi giorni di Settimana Santa. Ieri sera, infatti, nella sua parrocchia si è svolta - come in diverse parti del mondo - la Via Crucis, ricordo della passione del Figlio di Dio. Ebbene: don Diego non si è limitato a ripercorrere il viaggio del Nazareno al Golgota solo idealmente, lo ha fatto nella pratica: trasportando la croce in giro per la città. Infine: arrivato sul "luogo del cranio", si è fatto pure crocifiggere. Fingendo di morire.

La fede cristiana è ricca di paradossi

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Santa novità


Riceve inutilmente la grazia di Dio chi non vive secondo la grazia che gli è stata data; riceve inutilmente la grazia di Dio anche chi crede di aver ricevuto per suo merito quella grazia che invece gli è stata elargita gratuitamente; la riceve inutilmente anche colui che, dopo la confessione dei suoi peccati, si rifiuta di farne la penitenza «nel momento favorevole, nel giorno della salvezza» (cf. 2 Cor 6, 2). Ecco dunque ora il tempo favorevole, ecco il giorno della salvezza, che ci è dato appunto perché conquistiamo questa salvezza (sant’Antonio di Padova, Sermone per la I Domenica di Quaresima, 20).

La fede cristiana è ricca di paradossi (indizio, questo, del fatto che non è frutto di elaborazione umana, ma di una rivelazione divina: non si inventa una dottrina paradossale). Uno dei più alti è proprio quello riguardante il rapporto tra la grazia di Dio e la libertà dell’uomo: come ci ricorda sant’Antonio, uno dei maggiori predicatori cattolici di tutti i tempi, da un lato la grazia – come dice il termine stesso – ci è concessa gratuitamente, dall’altro la salvezza va conquistata con l’impegno personale di penitenza e di lotta contro il peccato. Il delicato equilibrio tra queste due forze, che caratterizza il mistero del loro rapporto, è stato più volte infranto per uno sbilanciamento in un senso o nell’altro, cosa che ha dato origine a diverse eresie. Le più famose sono quella pelagiana, quella luterana e quella giansenista, che hanno causato alla Chiesa danni molto gravi e duraturi.

venerdì 30 marzo 2018

Primus inter pares

IL DIAVOLO E GIUDA


"Il diavolo aveva messo in cuore a Giuda di tradirlo" l'incredulità è una forma di eresia signor Bergoglio il diavolo esiste lo dicono i Vangeli, lo dice Gesù in persona, lo dicono molti passi dell’Antico e del Nuovo Testamento 
di Francesco Lamendola  

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Siamo in tempo di Pasqua; andiamo allora a rileggerci quel passo Vangelo di Giovanni in cui viene preannunciato il tradimento di Giuda (13, 1-5):
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. 
Con buona pace del gesuita Sosa Abascal, il diavolo esistelo dicono i Vangeli, lo dice Gesù in persona, lo dicono molti passi dell’Antico e del Nuovo Testamento, lo dice la Tradizione e così pure il Magistero millenario della Chiesa. Crederlo è conforme alla dottrina cattolica; negarlo è difforme da essa. Si chiama incredulità, ed è una forma di eresia. È anche una espressione di superbia intellettuale, perché nasce dalla pretesa di aver capito di più e meglio di quel che hanno sempre compreso e accettato generazioni e generazioni di cristiani, comprese le più grandi menti filosofiche degli ultimi venti secoli. È un credersi più intelligenti, più furbi, più maturi, più evoluti, più progrediti, e, naturalmente più “moderni”, qualsiasi cosa ciò voglia dire. E non solo il diavolo esiste, ma ha anche la capacità di entrare nel cuore delle persone, di penetrare nell’intimità dei loro pensieri, di avvelenare la loro anima immortale. 

Lo spettro di uno scisma


Chiesa, sulla Cina si alza lo spettro dello scisma

Il dialogo col Vaticano riguarda la nomina dei vescovi per le diocesi del Dragone, che Pechino vorrebbe avocare a sé. Un accordo che rischia di mettere in crisi il concetto teologico di successione apostolica.

Tra Cina e Vaticano è ancora presto per proclamare un vincitore
Cina e Vaticano, alle radici delle ultime tensioni

Sottoscala Santa Marta

Conciliabolo tenuto all'inferno da Lucifero e dai suoi demoni dopo la morte di Cristo, nostro Signore



Tratto da "La Mistica Città di Dio", vita della Madonna rivelata dalla Vergine SS. alla Venerabile Madre Maria de Jesus d'Agreda, suora Concezionista spagnola († 1665).

CAPITOLO 23


1424. Lucifero e i suoi ministri caddero dal monte Calvario fin negli abissi con più furia e turbolenza di quando erano stati precipitati dalle altezze. Il loro regno è sempre terra tenebrosa e coperta dalle ombre della morte, piena di caliginosa confusione, di miserie, angustie e disordine, come afferma Giobbe; eppure, in tale occasione la sua infelicità e il suo scompiglio furono più grandi, perché i dannati ricevettero ulteriore orrore e tormento dalla ferocia con cui i demoni vi discesero e dal dispetto che nella loro rabbia mostrarono. Certamente, questi non hanno l'autorità di porli a loro arbitrio in zone di maggiore o minore tribolazione, poiché ciò è deciso dall'equità divina, secondo i misfatti di ciascuno; tuttavia, il giusto giudice stabilisce che, oltre alla pena "essenziale", in alcune circostanze ce ne possano essere altre "accidentali". Quanto è stato commesso, infatti, ha lasciato radici e molti mali per altri, che per questo si smarriscono; così, i durevoli effetti di tali peccati non ritrattati le motivano. Giuda fu straziato con altre torture per aver venduto sua Maestà, procurandone l'uccisione. I diavoli scoprirono in quel momento che il luogo di punizioni terribili dove lo avevano collocato era destinato a coloro che si sarebbero smarriti con la fede e senza le opere, e a quelli che avrebbero rifiutato di proposito la virtù e il frutto della redenzione, contro i quali essi manifestano più collera.

In Passione et Morte Domini

La passione di Gesù secondo le rivelazioni della beata Anna Caterina Emmerick: la passione e morte in croce

 L’orribile flagellazione  
Per calmare la plebaglia con una punizione che la impietosisse, Pilato diede ordine di flagellare Gesù, secondo l’uso romano.. Fra il tumulto e il furore popolare Gesù fu condotto dagli sgherri sul piazzale. Il Signore venne trascinato bruscamente vicino al corpo di guardia del pretorio, dove si trovava la colonna di marmo munita di anelli e ganci; essa era destinata esclusivamente alla flagellazione dei condannati. I sei flagellatori, che svolgevano la funzione di carnefici nel pretorio, provenivano dalle frontiere egiziane, erano bruni, bassi e tarchiati; seminudi e mezzo ebbri, sembravano bestie assetate di sangue. Essi avevano nello sguardo qualcosa di diabolico; vicino a quella colonna avevano fustigato a morte molti altri condannati. Benché il Salvatore non avesse opposto alcuna resistenza, venne trascinato con le funi, mentre i flagellatori gli assestavano pugni e calci. Gli strapparono di dosso il manto derisorio di Erode e fecero quasi cadere il Signore a terra. Vidi Gesù tremare e rabbrividire davanti alla colonna. Egli stesso si tolse la veste con le mani gonfie e sanguinanti. Poi pregò e volse per un attimo lo sguardo verso la sua santa Madre immersa nel dolore… I carnefici, senza cessare le loro orrende imprecazioni, legarono le mani di Gesù a un grande anello fissato alla sommità della colonna dell’infamia. Così facendo, gli tesero talmente le braccia al di sopra della testa che i piedi legati fortemente alla colonna non toccavano completa mente il suolo. Due di quei bruti, assetati di sangue, iniziarono a flagellare il corpo immacolato di Gesù provocandogli i più atroci tormenti. Non mi è possibile descrivere le tremende atrocità inflitte a nostro Signore.  Le prime verghe di cui si servirono gli aguzzini erano strisce di color bianco, sembravano fatte di legno durissimo o nervi di bue. Dorso, gambe e braccia venivano lacerati sotto i pesanti colpi del flagello, finché la pelle a brandelli col sangue schizzò al suolo. I gemiti dolorosi di Gesù sofferente erano soffocati dal clamore della plebaglia e dei farisei, che continuavano a gridare: “Fatelo morire! Crocifiggetelo!”. Per imporre il silenzio, e continuare a parlare al popolo, Pilato faceva suonare una tromba.

Dalle sue piaghe

Ti Adoro Croce Santa per liberare le Anime dal Purgatorio




E’ antica Tradizione dei Santi quella di recitare 33 volte il Venerdì Santo questa pia Orazione per la quale fu ad essi promesso dal Signore Gesù, di liberare 33 Anime dal Purgatorio. Recitata 50 volte ogni venerdì dell’anno, ne libera 5.  Venne confermata dai Papi Adriano VI, Gregorio XIII e Paolo VI. Da: Il libro delle Novene – Ed. Ancilla. Fatta come Orazione, anche dopo Pasqua, si liberano tre anime dal Purgatorio ogni venerdì che si recita, e 33 al Venerdì Santo. Maria Simma e la Teresa Neumann ne attestarono l’efficacia, insieme alla Beata Anna Maria Taigi con la pia pratica dei Cento Requiem che troverete in basso.
Bisogna ricordare chequando parliamo di “pie pratiche devozionali”, non stiamo parlando di “formule magiche” e che non è certo il Signore Gesù ad aver “bisogno” di queste preghiere per fare ciò che potrebbe fare in un secondo…. Le Pie Pratiche di seria devozione, attestate dalla Tradizione della Chiesa e dai Pontefici arricchite di Indulgenze, sono necessarie soprattutto a noi viventi, non solo per ricordarci di queste Anime spesso dimenticate, ma anche per sostenerci cristianamente in questa “valle di lacrime”, ci aiutano ad alimentare la nostra vita coerentemente al Vangelo e ci dischiudono le porte della vita eterna con gli atti di vera carità a Coloro che ci hanno preceduto, ma non hanno ancora raggiunto la pienezza della beatitudine.